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Sacramento di Unica Vera Fede

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Vràstax Victoriàn
view post Posted on 10/4/2012, 16:28 by: Vràstax Victoriàn




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C’erano stati tanti nomi prima di quello, di Basiledra, tanti nomi che non ricordava più; c’erano stati tanti uomini che avevano servito quel clan e ce n’erano stati altrettanti altri che l’avevano tradito.
C’era stato un uomo capace di creare, distruggere e poi di nuovo ricostruire lo stesso mondo che aveva fatto nascere.
C’era stata una storia per ognuno di quei guerrieri che aveva varcato le candide mura di quel tanto ormai defunto bianco maniero, che più bianco e maniero non era.
C’era stato.
E forse nessuno più narrerà di quelle vicende, nessuno più saprà riconoscere il vero dal falso. La storia diventerà leggenda e la leggenda un giorno fandonia.
Tra le ceneri e i fuochi, gli odori inebrianti degli incensi, i canti, gli sguardi indiscreti e le teste abbassate si mescolavano i passi comuni di un uomo, uno fra tanti, che cominciava a conoscere il nuovo risvolto di quel mondo.
Un’immensa e appariscente cupola sovrastava sopra di lui, ma per quanto meraviglioso fosse lo spettacolo non si azzardò nemmeno per un attimo ad alzare la testa.
C’erano state battaglie e guerre, vittorie e sconfitte, c’erano stati guerrieri che erano diventati eroi e altri che erano stati lasciati nei campi di sangue a morire. C’erano stati i trionfi del bene e in ugual modo quelli del male.
C’era stata la vita e c’era stata la morte.
Alcuni corpi lo sfiorarono, la gente sembrava ammassarsi e spingersi verso il centro di quel luogo, non sentiva le voci dei suoi fratelli e la calma in quel luogo pareva regnare.
Vide volti sconosciuti e altri familiari, vide alcuni pregare e altri ancora farsi mangiare dal silenzio.
Sedette in mezzo agli uomini, tra i più i comuni e tra i più poveri, sedette lì perché voleva confondersi tra le facce di quella gente stanca e provata che cercava solo la luce della speranza fra tutte quelle odi e quei profumi.
C’erano stati momenti migliori di quelli che stava vivendo, c’era stata anche la pace per lui e per i suoi fratelli.
C’era stata la vita e la vittoria, l’unione e la forza di provare ad avanzare, di continuare a sperare.
C’era stato tutto ciò che un uomo poteva desiderava e Vrastax l’aveva ottenuto assieme agli altri, ai suoi compagni d’arme.
C’era stata la fine però, una triste fine di quel sogno che non era più possibile riprodurre nella sua mente.
E questo perché l’ultimo dei Vittoriani non aveva più chiuso occhio da quando il mondo, il suo mondo, era stato schiacciato e ottenebrato nella sua stessa anima.
Quando prese posto alcuni di loro si girarono per guardare chi fosse, o meglio per riconoscere l’uomo che aveva avuto l’idea di mettersi vicino ai malati e ai reietti; gli parve per un attimo di essere toccato come se alcuni di loro volessero vedere quanto povero fosse e mentre accadeva ciò sentii alcune voci pervaderlo, i suoi occhi si socchiusero e il calore lo intorpidì, da molto tempo non sentiva quella meravigliosa sensazione.

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Pare sia questo il modo in cui ci si debba sentire per stare bene.



CITAZIONE
Ho considerato che in una parte della messa potessero prendere posto anche le persone comuni, povere e malate.


Edited by Vràstax Victoriàn - 11/4/2012, 14:52
 
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