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Le Viscere dell'Ombra, [Campagna] "I Misteri di Cagliostro", Side Event pt.3

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Narval
view post Posted on 19/4/2012, 19:06




YuiKo


IL VIAGGIATORE DEI MONDI
—where: in bilico sull'abisso

« Chi cammina in avanti e torna indietro, chi cade in fondo e poi non ritorna,
così si è confusi nelle viscere dell'ombra, tanto da scambiare per sogno infranto ogni vetro.
»
Così canticchiava, avvicinandosi al bordo del crepaccio e guardando di sotto. Il cappello rosso tremò al suo sussulto, quando si accorse di cosa attendeva lì sotto, dove ogni certezza era vana e la speranza soltanto una parola vuota di significato.
« Non puoi salvarli, Gulliver. »
La voce risuonò in quell'anfratto come una cannonata, cogliendo di sorpresa il RedCap e facendolo sussultare.
Non tanto perché ne avesse paura, ma perché l'aveva riconosciuta. Era una voce che non doveva essere lì, e che comunque lui riusciva a sentire, nonostante il proprietario fosse ben arroccato nel suo castello, nascosto a tutti e nonostante ciò al corrente di tutto, intento a tessere la trama di quella storia che li vedeva tutti ignari protagonisti di un destino già scritto.
« Non posso salvarli, ma dar loro aiuto è possibile mio buon signore,
dipende solo da cosa avete in progetto nel cuore.
»
E così dicendo prese la Skywrack e la usò per indicare i tre corpi aggrovigliati parecchi metri in basso.
« Benedetto mostriciattolo » si lagnò la voce, in un tono paternale che non nascondeva una certa benevolenza, « non capirò mai perché ti ostini ad amare un mondo che ti giudica orrendo per il tuo solo aspetto. »
« Chi è forte nell'animo non teme di dare, perché solo così il bene potrà tornare. »

Qualche istante di silenzio.
« Come preferisci, ma sbrigati. »
Quindi la voce si fece più roca -più fredda e distante, quasi distratta da altri pensieri.
« Devono compiere il loro destino e noi il nostro. Fa' quello che devi e raggiungimi.
Il Custode ci attende.
»
Il RedCap rise. Un lampo bianco, una mezzaluna appena sorta nel ventre della terra.
Poi nient'altro.
________ _ ________




V
WELCOME TO HELL



{ scattered dreams - in event of moon disaster }

I tre si svegliarono di soprassalto, come uscendo da un incubo terribile.
Intorno a loro non c'era nulla, si trovavano alla fine di un tunnel verticale di cui non si riusciva a scorgere la sommità. Solo oscurità impenetrabile e lievi opalescenze acquamarina, a testimoniare che si trovavano ancora all'interno della Cripta. Il Visconte era scomparso, certo, ma non era morto. Semplicemente era sparito, senza lasciare alcuna traccia. E l'unica via per uscire da quell'inferno, ormai non potevano non averlo capito, era percorrerlo tutto, fino al punto più basso. Perché prima di potersi liberare, bisogna incatenarsi.
I loro corpi, tuttavia, sembravano non aver risentito della caduta, anzi: quasi ricordavano di aver subito ferite di ben maggiore entità -ma ormai in quel posto era inutile cercare una logica.

Di fronte a loro si stagliava un cunicolo che era poi un vero e proprio corridoio:
ben diverso da quelli attraversati fino a quel momento, era abbastanza largo da permettere a tutti e tre di percorrerlo in linea retta, affiancati. E in fondo, molto lontano, una luce azzurra. Meglio di niente.
Era tempo di andare incontro al loro fato -qualunque fosse.
E qualcuno, chiuso nel suo castello, molto distante da lì, lontano da Asgradel, rinchiuso nel bozzolo sacro dell'Overworld, intrecciò le proprie mani sotto al mento.
« Preparati a tornare libera, Lorelei. »


Note del Quest MasterBenvenuti alla fine di ogni cosa. Questa avventura, l'ultima ambientata nella Cripta del Visconte d'Ombra, sarà la svolta decisiva dell'intera Campagna -e sarete anche voi ad influenzarla.
Per questo turno, le indicazioni sono poche: si tratta di un semplice turno di presentazione/raccordo con quanto accaduto in precedenza. Vi svegliate, e ricordate solo la vostra caduta. Non sapete come e quando siete atterrati, sapete solo che vi trovate uno addosso all'altro.

Come potete immaginare, il RedCap vi ha aiutato per l'ultima volta: ha dimezzato le ferite che avevate alla fine della scorsa quest e restorato le energie di tutti al 70% (cappate a 70%, quindi anche usando linfe vegetali e altro non andreste sopra il 70%). Inoltre vi ha donato una abilità temporanea: non soffrirete più danni di sorta dalla pressione, ma questo comporterà uno sforzo (privo di coscienza) della vostra mente, che ogni quattro turni a partire da questo subirà un danno di entità Media.
Vi ricordo che è possibile modificare/aggiornare la scheda fino al prossimo turno e non oltre.

Non c'è altro da dire, credo. Come topic in Confronto useremo il solito.
Avete tempo per postare fino alle ore 23:00 di giorno 24.
 
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Name_Less
view post Posted on 19/4/2012, 22:18





Muoio?
Scivolo, cado, precipito.
Come un falco in picchiata, o forse come un petalo di ciliegio. Non riesco a vedere niente, non voglio vedere niente. Avverto un'irritante sensazione al di sotto della nuca, simile al prurito. Sento una parte di me mancare, me ne rammarico: generalmente il mio corpo mi serve intero, questa volta dovrò stringere i denti.
Vedo qualcosa, non riesco a stabilire se reale o illusoria: si sta avvicinando, sempre più velocemente.
Mi correggo; sono io che mi sto avvicinando.


Credo sia giunto il momento di svegliarmi.


Cadde al suolo disordinatamente, confuso, spaventato, vittima di una mescolanza di emozioni non facilmente descrivibili.
Si rimise in piedi, ancora barcollando; il dolore era scemato, ma non del tutto: non aveva più l'anello al dito, non aveva la mano al braccio, non aveva il braccio al corpo.
Guardò ciò che rimaneva sinistro con sguardo impassibile, come se fosse una novità di alcun rilievo.
Continuò a preoccuparsi di sé stesso per pochi altri istanti, prima di cercare Vipsinia con gli occhi.
La sentì ai propri piedi, sovrapposta alla sua ombra: riusciva a scorgere i piccoli occhi affaticati della Macchia riposare placidi ammantati di un lenzuolo d'ombra.



Vipsinia visse la caduta ed il traumatico evento antecedente ad essa in maniera ben differente.
Sàrkan venne privato di un braccio, che si staccò dal corpo in uno strattone secco. Egli si limitò a lasciar intravedere una smorfia tramortita, Vipsinia, quasi come si sentisse obbligata a farlo al posto suo, lanciò un grido squarciante, nero di disperazione, rosso di furore.
Poi il terreno cedette, e nella paura di separarsi dal Senzanome, si immerse nella sua ombra, lasciando precipitare lo spadone al suolo in un tintinnio sordo.

Poi tutto collassò, nuovamente, ma con più rapidità della precedente volta.
Una nuova sensazione di Vuoto li pervase, rilassante per lui, angosciante per lei.
Quando riaprì gli occhi vide il corpo di Sàrkan giacere vicino gli altri due, inerme.
Recuperò lo spadone affondato di pochi centrimetri nel suolo, assicurandolo alla propria schiena.
Prima di ritornare in forma bidimensionale, si avvicinò a Sàrkan, sussurando, timida e proccupata.

Sàr-
La interruppe, sorridendo affabilmente, cercando di evitare di alimentare ulteriori preoccupazioni.
Sto bene, puoi starne certa.
Pronunciò rilassato, trattenendo contemporaneamente il dolore.

Indirizzò lo sguardo all'orizzonte artificiale, lei ne emulò il gesto, rincuorata.
Si voltò nuovamente, controllando le condizioni di Viktor e dell'automa dall'indentità ancora misteriosa.
Il primo, per una volta, dimostrava di avere la propria età, trovandosi ancora disteso al suolo. Sàrkan, forse per allontanarsi da Vipsinia sfuggendo ad un momento d'imbarazzante silenzio, si mosse in direzione del vecchio, porgendogli la mano ed aiutandolo a mettersi in piedi, cercando di palesare una forza fisica inesistente.
La afferrò, stringendola quanto basta per ottenere un appoggio solido, e di colpo il giovane sentì una scossa gelida ripercorrere la sua pelle, ora secca, vizza, rugosa e maculata, come se in un secondo fosse stata percorsa da decadi.
Che diavolo?
Disse con voce soffocata dallo stupore.
Non appena il vecchio si trovò in piedi, abbandonò la presa, cercando di non apparire scortese, sentendo la propria pelle distendersi parzialmente, perdendo anni di età.

Viktor, sicuramente non per ringraziare, raccolse il muco sonoramente, sputandolo poi sul pavimento, in una disgustosa chiazza violacea.
Si limitò ad un cenno soddisfatto, imperando un solo ordine.
Muoviamoci.



Status Fisico: Medio dovuto alla pressione, Medio sparso su tutto il corpo. Temporanea vecchiaia ()
Status Psicologico: Leggermente intontito, indeciso sul da farsi. Danno Medio+mezzo Basso sottoforma di emicrania.

Status Fisico Vipsinia: Medio dovuto alla pressione.
Status Psicologico Vipsinia: rincuorata.

Energia: 70%
Riassunto: niente di ché: Sàrkan fondamentalmente non fa nulla, a parte interagire con Viktor e con Vipsinia. A proposito, la posizione di quest'ultima, al momento, è esattamente sopra l'ombra di Sàrkan; se si guarda con un po' di attenzione si nota che l'ombra è di una ragazza, e si notano anche due piccoli occhi: inoltre lo spadone (essendo fissato alla schiena di Vipsinia) striscia al suolo (praticamente vedete che Sàrkan si porta in giro uno spadone con l'ombra.)
Vikisix, mi dispiace di non aver fatto un po' di gdr con te, ma non sono riuscito a reperirti: comunque credo che il fatto dell'ombra e dello spadone possano stuzzicare la curiosità di Franco: potremmo rifarci il prossimo turno :v:
 
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Lenny™
view post Posted on 20/4/2012, 09:49




I misteri di Cagliostro ~ le viscere dell'ombra
IX - Tornare in piedi


« PAGHERETE PER QUESTO! »
L'urlo inferocito del visconte riecheggiò più e più volte nella sua testa, mentre ancora una volta veniva trascinato giù, nelle profondità della cripta, in un condotto di tenebra, nel ventre profondo dello Xuaraya, oltre lo Xuaraya, e Viktor von Falkenberg ebbe per un'istante la fugace impressione di poter spuntare dall'altra parte della terra, defecato via dalla dimora di Nerocriso dopo che quest'ultimo era stato abbattuto, sconfitto, ucciso - no, non era morto, aveva sradicato un braccio dell'umano dalla spalla-. Precipitò giù assieme al piccolo umano di nome Sàrkan, più morto che vivo, più monco che vivo, e allo scienziato demente -qual era il suo nome?- Stein, il pazzo Stein, colui che aveva inferto il colpo fatale al Visconte. Incredibile pensare che due piccoli umani fossero ancora vivi, dopo tutto ciò che avevano visto, percorso, affrontato. Ma la sorpresa lasciò il posto che aveva trovato nella sua mente, perché finalmente il burrone giunse a un termine. E si suol dire che non sia il burrone a ucciderti, ma il fondo del burrone.

Accettò la mano di Sàrkan per tornare in piedi. Non che non ci riuscisse da solo, come un qualsiasi altro canuto relitto sessantenne, ma gustarsi l'espressione inorridita del giovane alla visione della propria carne avvizzita era una tentazione troppo ghiotta. Il corpo del Beccaio fu risollevato assieme al suo animo, e a stento riuscì a nascondere un sogghigno di cinico divertimento. Ben gli stava, al buon samaritano, che credeva forse d'avere a che fare con un innocuo vecchietto.
Viktor raschiò a fondo la gola, prima di sputare un grumo di muco violastro venato di verde non troppo lontano dall'altro piccolo umano, Stein. Puntellò più volte il bastone contro la parete assediata dal lichene, per catturare l'attenzione di entrambi.
« Muoviamoci. »
Grugnì, ammiccando verso il condotto scavato alle loro spalle. Nella tenebra, il beccaio vide dilungarsi un ampio corridoio scavato nel sottosuolo. Né più né meno ben lavorato di tanti altri che aveva avuto la sfortuna d'ammirare quel giorno.

Stranamente, si sentiva restaurato sia nel corpo che nello spirito. Il dolore lancinante al cranio era meno martellante di prima, seppure una sua vaga presenza fosse ancora rintracciabile. Ma non aveva alcuna importanza: avevano abbattuto il Visconte d'Ombra come un cane, derubandolo dei suoi tesori più preziosi. E la furia che prima ardeva come un immane braciere nello spirito nero del Beccaio era scemata, al pari del dolore fisico e psichico che l'opprimeva. Non aveva nulla di personale contro Nerocriso Camposanto, in effetti. Quel poveraccio era già abbastanza sfortunato da ritrovarsi un nome simile, una abitazione del genere, e tre -o meglio: due- potenti artefatti in meno. Adesso, restava un'unica e sola cosa da fare.

danhipp012-2
« Usciamo subito da questa cloaca nera. »



SelfportraitwithDeath

Umano: Rec 325 ~ AeV 150 ~ PeRf 125~ PeRm 525 ~ CaeM 225
Demone: Rec 400 ~ AeV 100 ~ PeRf 100~ PeRm 850 ~ CaeM 150

~ Basso 1% ~ Medio 5% ~ Alto 13% ~ Immenso 29% ~

Energia residua: 70%
Status Fisico: Danni da pressione (Medio)
Status Psicologico: Lancinante dolore alla testa (Alto)

Passive del personaggio (LINK)



Edited by Lenny™ - 20/4/2012, 14:37
 
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Vikisix
view post Posted on 22/4/2012, 11:39




Avevano sconfitto il Visconte? Lo aveva abbattuto? No, impossibile. Era semplicemente scappato. Avevano ritardato la loro sorte. Ma perché era svanito? Non vi era nessun motivo apparente, però quel semplice atto era bastato a ridare la speranza a Stein. Ora c’è la potevano fare.
Un ‘esplosione e ancora una volta loro che precipitavano nelle viscere dell’ombra. Però questa volta era diverso. Sembrava di essere cullati soavemente, forse a causa della stanchezza, forse a causa delle ferite. Tutto era così dolce. Le palpebre erano pesanti e si chiusero senza più riaprirsi. Sembrava di ritornare nell’affettuoso ventre materno.
Cadde, e rivolto al suolo svenne.

[...]

Era successo qualcosa di inaspettato. I muscoli gli dolevano. La testa pulsava. Non più come prima. Sembrava che tutte le sue ferite si fossero attenuate. Cos’era successo? Com’era possibile? Quanto tempo era passato?
Poteva essere stato lì per ore se non giorni. Sotto terra, senza nessuna fonte di luce, si perde il senso del tempo, oltre all’orientamento. Si trovavano sicuramente in un luogo dimenticato, ormai, da ogni dio. Lo Xuaraya era immenso e chissà loro dove cazzo erano.
Si alzò lentamente. Affaticato, ma doveva continuare. Ancora quella parola nella testa.
“Vivere...”
Dalla logora borsa di pelle prese una sigaretta e se l’accese. Una sensazione paradisiaca. La prima boccata fu come respirare per la prima volta dell’aria pulita. I polmoni si riempirono completamente. La cassa toracica era espansa al massimo. Espirò tutto in un colpo solo. Una nuvoletta di fumo si creò e iniziò a volare verso il soffitto della grotta.
“Sono ancora vivo...”



Qual era il suo destino in tutto questo? Aveva fallito. Una sua cavia aveva perso un braccio. Ormai era inutilizzabile. Tutta colpa del visconte. Doveva trovare un modo. Sicuramente c’era, poteva riavere il suo braccio.
Non riusciva a capire. Non riusciva a vedere. Un bambino immerso nell’oscurità più totale. Teme cosa potrebbe trovare, ma si fa forza e va avanti.
Non riusciva neanche a concepire come la ferita si fosse rimarginata immediatamente, in modo pressoché perfetto, almeno aveva evitato la perdita della cavia per dissanguamento.
Lui non c’entrava assolutamente nulla. Era capitato lì per caso. Non aveva nessun legame con questa storia. Gli altri due, invece, qualcosa dovevano centrare. Il loro rapporto con le ombre era evidente.
Uno si portava dietro quell’essere bidimensionale, la sua ombra. Aveva proprietà strane e particolare. Come riusciva a camminare tra i due mondi? Come poteva? La sua curiosità stava crescendo, ma non era il luogo adatto. Ora doveva scappare. Ritornare alla luce del sole.
Il vecchio le controllava. Il vecchio era diventato il loro leader. Li comandava a bacchetta. Semplice sopravvivenza. Comanda il più forte.
Per un’attimo lo aveva visto il suo vero aspetto infernale. La sola immagine sfuocata gli incuteva terrore. Contraddirlo sarebbe stata morte certa. E poi non aveva senso farlo. In qualche assurdo modo poteva considerarlo suo fratello.
Si alzò e radunò la sua roba che si era sparsa.
Dovevano continuare il loro viaggio. Dovevano uscire dalla casa del Visconte.
Silenzioso si affiancò agli altri due. Non voleva parlare. Qualcosa stava cambiando.
La pelle rinsecchì improvvisamente come se fossero passate decadi. Sarebbe diventato così orribile?
No, sarebbe diventato immortale. Non avrebbe più dovuto temere il tempo.




png
Dottor Franken Stein

~ Rec:275 ~ AeV:125 ~ Perf:125 ~ Perm:325 ~ Caem:175
~ Status Psicologico: Forte emicrania( Danni Medi+1/2Bassi)
~ Status Fisico: Medio dovuto alla pressione. Forti ustioni alle braccia e al basso ventre(Danno complessivo Medio)
~ Energia Residua: 70%
~ Energia Impiegata: //
~ Abilità Passive:
†Non sviene una volta raggiunto il 10% delle energie
†Lancia le difese istantaneamente [1°passiva Absolute Defense]
†Difese 360° stesso potenza dell'energia spesa [2° passiva Absolute Defense]
~ Abilità Attive[0/2] : //
~ Riassunto: Mi risveglio confuso etc. Nulla da segnalare. Unica cosa è che Stein si sente inferiore a un monco e a un vecchio storpio. Ma si può? :asd:
~ Note: //

 
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Neverending World
view post Posted on 23/4/2012, 19:26




ZRfRg


Tutti i simboli erano stati tracciati, la Stella Nera era pronta.
Di tutti i tentativi posti in essere per nasconderla agli occhi del mondo, quello era l'unico che era riuscito nell'intento. Già una volta il Visconte era riuscito a fermarla, incarcerandola in quella cripta nera d'oblio e di rancore, incatenandosi egli stesso in un moto di pentimento ed egoismo, un lugubre inno al loro amore reso impossibile dalla natura e la vocazione di entrambi -una generata per distruggere e partorire abomini, l'altro troppo legato alle regole dell'onore, troppo innamorato di quel mondo di cui aveva voluto ad ogni costo conoscere tutto per permetterle di distruggerlo.
« Dunque finirà così » si disse, ormai rimasta sola. Nero era andato via, svanendo da quel luogo perché aveva infranto il suo giuramento -il sangue che gli aveva macchiato le vesti era stato in grado di spezzare il suggello di Hoclysep, e per questo il Visconte avrebbe pagato.
"Ma come?" si chiese la Creatrice di Incubi, "chi infrange il patto è condannato alla morte,
ma cosa accade a chi ottiene il suggello degli dei quando non è più fra i vivi?"

Un tenue sorriso si dipinse sulle sue labbra, il sorriso privo di gioia di chi otterrà una giusta vendetta quando ormai sarà troppo tardi per godersela. E in fondo, non era nemmeno sicura di volere il male del suo amato Nero:
aveva solo fatto ciò che era nelle sue possibilità per proteggere il mondo in cui era cresciuto,
lo stesso che lei era condannata a distruggere. Non che provasse alcun fremito nel seminare il panico e la rovina, semplicemente quella era la sua natura, il preciso scopo per cui era stata generata.
Ad ogni buon conto, era cosciente del fatto che colui-che-tutto-controlla si sarebbe adirato, e non poco, per l'infrazione del Visconte. E si sarebbe vendicato.

Lorelei si guardò intorno, sfiduciata.
I sembianti di sei divinità la osservavano con uno sguardo ieratico dalle loro statue lignee,
denigrando la sua posizione di semi-divinità decaduta, condannata ad essere il balocco di un uomo che pur essendo assurto a gradi di potere straordinari era pur sempre nato mortale, e che presto o tardi sarebbe tornato alle ceneri dei padri. C'erano tutti, tutti la fissavano, ognuno di loro posto ad un differente vertice della stella a sei punte che la teneva ingabbiata: il padre, la madre, la vecchia, la fanciulla, il fabbro, il guerriero.
Mancava l'ultimo di tutti loro, lo Sconosciuto. Non si era nemmeno posta il problema di chiedere a Nero perché non vi fosse una sua effigie in quel luogo: dove il tempo non può scorrere, nemmeno lo Sconosciuto è in grado di giungere. Ma forse, per una volta, il Visconte si era sbagliato.
« Colui che ha permesso tutto questo » sibilò la Creatrice di Incubi
« avrà di che rendere conto al Settimo. »

Rumore di passi, in lontananza. Li avvertì prima di riuscire a vedere i loro volti entrare nel cono di luce rilasciato dai fuochi fatui che ardevano al di sopra della Stella Nera. Sorrise, distratta: chissà se l'avrebbero riconosciuta, senza maschera. E chissà quale demone avrebbe chiamato questa volta Nero per sopprimere la sua potenza.
Non cercò nemmeno di avvisarli -non intimò loro di andarsene.
Non era più padrona nemmeno del suo destino -se mai lo era stata; all'interno di quell'enorme simbolo magico che racchiudeva il suo corpo ed i suoi poteri, non era nulla di più che un vettore.

« Scusatemi. »
Non riuscì a dire altro: la Stella Nera esplose.


Note del Quest MasterCammina-cammina-cammina, arrivate nella sala principale, quella nota come 'Le Viscere dell'Ombra'. Non avete modo di notare il pavimento piastrellato in marmo nero, né tanto meno il trono che si trova all'estremità sinistra della sala ellittica. L'unica cosa che riuscite a vedere è l'enorme simbolo magico tracciato al suolo, le effigi delle divinità e al centro una donna, giovane e piacente. Un istante dopo, tutto viene illuminato da una luce viola e arancione, e l'intera sala sembra ardere (la temperatura si alza parecchio) e ogni parte viene invasa dal fumo. Per ora non c'è altro da dire.

Prima di postare, attendete l'intervento del nostro Special Guest. Dal momento in cui posterà avrete cinque giorni per rispondere. Buon Divertimento :v:
 
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Axel Heatfield
view post Posted on 3/5/2012, 00:20




La sensorialità ha una parte fondamentale nella vita: raccorda gli esseri viventi con tutto ciò che li circonda. Permette loro di agire ed interagire nella maniera che par loro più adeguata, funge da ponte fra la mente e il mondo. Nel mondo animale non sono poche le fiere che nel corso delle generazioni si sono specializzate in questo o in quel senso, in negativo così come in positivo: se a qualcuno dite che ha gli occhi di un falco ed egli vi ringrazierà della lode mentre se paragonereste la sua vista ad una talpa in sua presenza sapete già che ne avrà a male.
Ringraziamo per l'udito ogni giorno, che ci permette di esser sempre coscienti di ciò che ci striscia alle spalle e per le melodie che ci allietano. Vien poi il gusto, nato con lo scopo di aiutare prede e predatori a discernere il cibo velenoso da quello vivifico, il sano dal putrido, il mortifero dal vitale. E poi il tatto, con cui siam coscienti della terra su cui posiamo i piedi, sappiamo di toccare. La sensazione voluttuosa della seta, il viscido delle proprie budella sparse a terra da un colpo di spada. L'olfatto che distingue piacevole e marcio. E la già citata vista: inutile dire a chiunque quanto essa sia importante. Non siate però sciocchi: i sensi fanno per noi molto più. Scuotono la nostra mente colpendo l'istinto e il più portato fra di loro è uno dei sensi meno considerati, la reginetta del ballo dei nerd: l'olfatto.
Vi è mai sentito di sentire il profumo di un amore perduto? Cosa avete provato?
E quel fresco odore di erba appena tagliata? La foresta dopo una pioggia?
Il fetore di un cadavere putrefatto? Cosa vi evoca?

Vogliate perdonare questa mia lunga digressione: si rende necessaria per farvi capire appieno cosa accade adesso.
I fuochi fatui soffio di Sant'Elmo s'illuminano: la spettrale luce bluastra divampa furiosa, feroce, scarlatta. Il vermiglio guizzare si agita e si contorce come un mostro incatenato che vuole liberarsi da una prigione durata a lungo, troppo a lungo. L'aria si riempie di della feroce sensazione del solleone più impietoso che vi sia mai capitato di soffrire, come se l'estate in persona si fosse degnata di scendere in mezzo a voi. Ma più di tutto ciò che domina nell'aria è l'odore.
L'odore della Fiamma, della sua crudeltà. Legno bruciato, carbone ardente, foglie e rami che si arrendono a divenir cenere: l'odore della paura più primitiva. Come se ogni singolo albero che abbiate mai avuto lode di veder nella vostra lunga o breve vita stesse andando a fuoco qui, in questa stanza: l'odore della terra bruciata che diviene sterile, senza vita, senza speranza. Ogni animale fugge preda del panico davanti a Lui, Re Fuoco, dimentico di porgergli anche un sol breve accenno di inchino in lode alla sua natura nobile: fugge il cervo come la volpe, il leone come il coniglio, il lupo come il falco. Tutto il creato e l'increato lo teme e lo rifugge: nulla mantiene la lucidità di fronte a lui, solo la fuga esiste per aver salva la vita. Ogni animale lo teme. Non credete di fare eccezione.
I fuochi ora del colore del sole si lanciano sulle statue lignee ardendole: la luce e il calore che sprigionano è una Furia incarnata, non vi sarebbe stupore nel vederle cedere in pezzi e divenir solo che polvere nel breve volgere di qualche istante. La sua voce, immensa, profonda, antica. L'eco si sparge nella stanza come se risuonasse in ogni singolo luogo dell'esistenza contemporaneamente. Dice qualcosa di ineffabile, par d'avere senso compiuto ma sfugge ai recessi della mente, come se parlasse una lingua vecchia come il mondo e moderna quanto la vostra.
Pochi secondi dopo da ognuna delle statue si distacca una piccola fiammella: raminghi vagano un pò all'interno del cerchio sino a trovarsi tutte insieme, a poca distanza dalla prigioniera. E la fiamma cresce, sorge, s'ingrandisce e da un guizzo senza controllo assume sempre più un aspetto umano: si direbbe poco più alto di un metro e sessanta, magrolino, esile. Sembra fissare lo sguardo su di voi con una espressione che dovrebbe essere sorpresa: condizionale si rende necessario però, mai è stato semplice attribuire emozioni ad un umanoide fatto interamente di fiamma crepitante.


«Ehm... Cioé. Esattamente. Voi chi sareste?»

Un lampo di luce dalla breve durata: quella che era fiamma ora par carne, ossa e crine. Chi e cosa sia ancora non è chiaro, e forse mai lo sarà: vi guarda, stranito. Poi si guarda intorno con i suoi occhi grigi come il ferro che domina la guerra. Non appare molto per il vestiario: una camicia smanicata bianca, dei pataloni d'un marrone anonimo, un trench indossato solo sulla spalla destra mentre il lato sinistro rimane pendente, manica indossata. Unico ninnolo che indossa è una croce al collo che par argento, tenuta con un cinturino di cuoio. I capelli lunghi alle spalle sono castani: a vederlo così si direbbe totalmente innocuo.

«Ed esattamente... Dove siamo? E perché siamo qui?»

Nota la prigioniera solo ora, come se fosse la cosa più trascurabile del mondo. Socchiude gli occhi verso di lei, si accuccia lievemente sino a mettere gli occhi ad altezza del suo petto, sempre distante da lei un paio di metri. E... Beh, con l'innocenza dell'infante mette le sua mani poco dopo il volto, mimando con le dita l'afferrare.

«E chi siete voi, dolce et misteriosa et oscura donzella ben popputa? E soprattutto, che volete da me?»



QUOTE
~ Statistiche
- Rec: ???
- AeV: ???
- Perf: ???
- Perm: ???
- Caem: ???
~ Status Psicologico: Fortemente perplesso, un pò confuso e spaesato.
~ Status Fisico: Alla grande.
~ Energia Residua: A pacchi.
~ Energia Impiegata: Bam.
~ Abilità Passive:
  • XXX: XXX
  • XXX: XXX
  • XXX: XXX
  • XXX: XXX
  • XXX: XXX
  • XXX: XXX
  • XXX: XXX
  • XXX: XXX
~ Tecniche Utilizzate: //
~ Riassunto: Eh... Spawna. E non ci capisce un cazzo.
~ Note: Per cominciare... Perdonate il ritardo. Avrei dovuto postare prima dell'inizio del mese ma avendo la deadline del giornale procrastinata a ieri ho avuto molto meno tempo del previsto. Mi auguro sinceramente che non accadrà più.
Desidero poi darvi di mia iniziativa alcuni dettagli più tecnici: sostanzialmente le tecniche verranno lanciate 8se verranno lanciate) come se io fossi una Energia Blu. Ma non lo sono. Forse.
Suggerimento: giocate di squadra. O non mi diverto. :3

 
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Lenny™
view post Posted on 3/5/2012, 11:38




I misteri di Cagliostro ~ le viscere dell'ombra
X - Strangers in the night


Calore.
Aleggiava su tutti loro come una coperta torrida e soffocante, a dispetto della tenue luce sanguigna che dipanava dalle fiamme sopra le loro teste. Quell'aria cocente sarebbe stata intollerabile per qualsiasi uomo, forse anche per qualsiasi altra forma di vita, eppure Viktor parve non prestarvi più attenzione di quanta ne avrebbe mostrata verso un grumo di sterco sotto il suo stivale. Si passò con noncuranza il dorso della mano adunca sulla fronte viscida di sudore. il suo sguardo scattava repentino e ostile da una parte all'altra dell'ennesimo antro oscuro nel quale lui e i due mocciosi erano andati a incappare. Sembrava quasi che fosse la stessa cripta del Visconte a rifiutarsi categoricamente di farli andare via, precludendo loro ogni via d'uscita. Eppure, a dispetto del tedio e del livore che appesantivano il suo spirito, Viktor sapeva bene che c'era una sola cosa che potesse fare.
Andare avanti.

Nonostante la coltre di fumo livido si fosse diradata, il salone vasto e quasi desolato si perdeva nelle tenebre. Sul pavimento marmoreo color ossidiana era stato tracciato un emblema esagonale vagamente simile a una stella. Simbolo perduto, appartenente a qualche credo dimenticato. Un credo che, pensò il Falkenberg, trovava riscontro nelle effigi di sei deità disposte ai vertici della stella. Sguardi tetri, che sembravano quasi giudicare il signore di RotteNhaz con gelo e disprezzo. Ma ci voleva ben altro per scoraggiarlo, specialmente dopo tutti i cupi prodigi che aveva avuto modo di vedere nell'arco dell'ultimo giorno. Sempre se lì, nel profondo della cripta, la buia notte avesse mai abbandonato il proprio dominio.

Una giovane donna dall'aria malinconica e un uomo che sembrava appena essere stato raschiato via da un villaggio delle terre del Re, chissà come, chissà quando. Si rivolse ai tre con aria disorientata e ingenua, come una comparsa finita accidentalmente sul proscenio del teatro sbagliato. Eppure Viktor lo aveva visto apparire dal nulla, e laddove in quel momento v'era il suo corpo, pochi secondi prima vi era stata aria, luce, e fiamma. Poteva recitare la parte del bambino smarrito con loro e del cavaliere smargiasso con la ragazza quanto voleva. In realtà, non poteva e non doveva essere solo peso morto in quella maledetta storia.
« Siamo ciò che vedi. Un povero vecchio, un dottore, e uno storpio. »
Rispose, con voce aspra e raschiante.
Più che deciso a far luce sulla vicenda, il Beccaio fece qualche passo verso i due, poggiandosi al suo bastone da passeggio. Se era uno squallido gioco delle parti, quello a cui il giovane voleva dare inizio, lui lo avrebbe accontentato. Combattendo il malore che assediava la sua testa e la stanchezza del corpo. Dopotutto, aveva un modo tutto suo per sapere oltre ciò che le parole potevano dire, e per vedere oltre ciò che gli occhi gli permettevano di guardare. Perché Viktor von Falkenberg sapeva leggere dentro, nel profondo, le pagine della vita di ciascun uomo. Poteva scandagliare la sua mente leggendo in ordine o alla rinfusa tutto ciò che per lui potesse avere la benché minima rilevanza. Sino a quando, stanco e soddisfatto, l'avrebbe chiuso di colpo, senza aver sprecato che un paio di istanti di tempo nel mondo reale.
Decise di non posare il suo sguardo sul giovanotto misterioso. Presto si sarebbe accertato che non ci fossero menzogne o sotterfugi nascosti dietro le sue domande. Era la fanciulla ad attrarlo, ad intrigarlo, più dello sconosciuto. Andatevene da questo posto. Voi non la avrete mai. Mai! Le parole del Visconte tornarono alla sua mente, come echi distanti di un passato lontano. Elisewyn. tua è la purezza.
Viktor serrò la mano sul pomo a forma d'aquila. Una contrazione brusca, improvvisa.
Che lei fosse..?
« Il mio nome è Falkenberg. Viktor von Falkenberg. »
Pausa.
Una stasi breve, premeditata.
Gli occhi del vecchio dentro quelli della donna, oltre quelli della donna.

uwitch_hunter_vol12_ch63_mangacurse_scan22
« Sei forse Elisewyn? »



SelfportraitwithDeath

Umano: Rec 325 ~ AeV 150 ~ PeRf 125~ PeRm 525 ~ CaeM 225
Demone: Rec 400 ~ AeV 100 ~ PeRf 100~ PeRm 850 ~ CaeM 150

~ Basso 1% ~ Medio 5% ~ Alto 13% ~ Immenso 29% ~

Energia residua: 70% -1% = 69%
Status Fisico: Danni da pressione (Medio)
Status Psicologico: Lancinante dolore alla testa (Alto)

Passive del personaggio (LINK)

Attive utilizzate
~ Wissen__ _Allo stesso modo, Viktor può essere in grado di rivivere lui stesso gli incubi, i sogni, i traumi che hanno segnato la vita dell'interlocutore. Gli basterà solo incrociare il suo sguardo, e solo quello, per venire a conoscenza in poco meno di un istante di tutto il suo passato, delle sue sofferenze delle gioie e dei dolori. Solo scrutando la verità nei suoi occhi, venendo a sapere degli eventi più importanti e sconvolgenti della sua storia. Non sono necessari particolari tempi di concentrazione o imposizioni delle mani per attuare questa tecnica, che necessita di un consumo energetico Basso. Può essere contrastata con opportune difese psioniche; anche se non provoca alcun danno alla mente della vittima.
{Pergamena Spia: consumo di energie Basso}

Note: Mi sono limitato a dare solo una vaga risposta, casomai goodness e viksix volessero dire la loro. L'ordine quindi è: risposta di viktor->eventuali risposte dei miei compagni->domanda di Viktor e cast della pergamena "Spia" su Lorelei, che Viktor prende per la donna nominata poco prima dal Visconte. Ovviamente, qualora vada a segno, la tecnica dovrebbe rivelarmi ben più del nome della ragazza. Spero. °u°

 
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view post Posted on 4/5/2012, 21:30





Passo dopo passo, cresce l'incertezza, si sviluppa l'esitazione.
Si smarrisce il concetto di esistenza, si comincia a dubitare di sé.
Rimbombavano insistenti numerosi passi dissonanti fra loro. Sàrkan non faceva che fissare il pavimento, avanzando alla stessa velocità del resto del gruppo, rimuginando sulle proprie scelte, sul vero motivo per il quale certe cose accadono.

Eppure rimuginare è un atto da masochisti, è una violenza su di sé. Interrogarsi con disperazione su ciò che è accaduto non è che sofferenza autoinflitta inutilmente, perché ciò che è accaduto, è appunto già accaduto. Continuare a tagliare col pensiero una ferita ormai indelebile ed insuscettibile di modifica non è che una necrofilia cerebrale, macabra e autodistruttiva.

Il disegno sul pavimento fu il primo dettaglio che richiamò la sua attenzione; non sembravano esserci vie d'uscita o sbocchi secondari. Quelle dovevano essere definitivamente le più recondite Viscere dell'Ombra. Avrebbe voluto sogghignare, ma la spettrale atmosfera e un non indifferente dolore lo dissuasero dall'idea.

L'odore di combustione pervadeva l'etere, invasivo e soffocante, accompagnato da un calore non ignorabile; l'afa di un intero continente compressa in una sola stanza.
E dalle fiamme apparentemente solide prese a formarsi ora un volto, ora un arto, ora un corpo umano, dall'espressione enigmatica ed intrigante.

«Siamo ciò che vedi. Un povero vecchio, un dottore, e uno storpio.»
Falkenberg si fece avanti per primo, da capogruppo qual era, presentando il gruppo secondo la più misera e cruda delle verità; un vecchio, un dottore incapace e uno storpio.
Faceva ancora fatica a pensare di aver raggiunto un tale livello d'inettitutudine, d'imperfezione. Non osò parlare, pudico ed irritato.
Rimase placidamente in silenzio, fissando l'interlocutrice con un velo di vergogna, spaventato da una possibile e probabile derisione.

«Sei forse Elisewyn?»

Chiese, palesando nuovamente un'acume particolare, di chi ha imparato a cogliere ogni particolare in ogni situazione.
Elisewyn non era che l'anello che per pochi istanti Sàrkan ebbe il lusso di portare al dito, prima che venisse staccato insieme al resto del braccio. Lui non era degno di Elisewyn, lui non era degno della purezza, non era degno della luce. Nel caso in cui il nome della donna avesse corrisposto a quello dell'anello, l'Assente non sarebbe stato degno neppure di lei, non sarebbe stato degno di guardarla o di parlarle, non sarebbe stato degno di nulla.

Centrò il peso del corpo, asciugando con la manica la fronte imperlata di sudore.
Gettò un'occhiata svelta a Viktor, dunque a Stein ed infine al suolo, alla base della sua ombra, dove risiedeva Vipsinia, titubante ed inqueta come al solito. Lei conosceva perfettamente la situazione di Sàrkan, sapeva perfettamente qual era la sensazione scaturita dalla diversità fisica o psicologica, la paura di essere eccessivamente imperfetti, il terrore di essere evitati o bruscamente respinti.



Post fondamentalmente introspettivo; Sàrkan si deprime abbastanza a causa delle circostanze, tutto qui.
 
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Vikisix
view post Posted on 5/5/2012, 10:39




Buio. La stanza era seppellita nell’oscurità più totale. Solo i piccoli e pochi fuochi fatui illuminavano scarsamente le viscere dell’ombra. Giunti lì per un gioco del destino che voleva solo divertirsi con loro. Erano giocattoli in mano a un bambino.
Cosa li avrebbe attesi, un’altra trappola del visconte?
Una figura si ergeva al centro. Altre sei ai lati. Anzi no. Erano statue che sembravano scrutare severamente tutti coloro che osassero entrare. Cosa avrebbero fatto ora?
Aveva un solo scopo:uscire. Avrebbe proseguito con i suoi compagni per riuscir a rivedere nuovamente il cielo. Ormai gli interessava solo il potere. Lo aveva conquistato e ora era tempo di scappare. Una blatta come lui non avrebbe potuto opporsi alle forze in gioco.
Poi lei parlò. La sua voce risuonò familiare. Però questa volta era diversa. Prima rimbombava possente, ora invocava il perdono.
Improvvisamente il putiferio si scatenò nella sala. I fuochi schizzarono verso le statue per poi ritornare più vigorosi. Un caldo immane si diffuse immediatamente.
Dapprima poche gocce di sudore iniziarono a scendere dalla fronte di Franken. Pochi secondi e iniziò a grondare. Prese il drappo rosso che aveva sottratto e delicatamente iniziò ad asciugarsi, anche se servì a poco.
Un’odore acre e orribile si diffuse. Fetore di corpi umani bruciati. Alberi estirpati e animali morti. Ogni speranza stava abbandonando quel luogo per lasciar spazio solo al panico e al terrore.
Queste emozioni cercavano di fare breccia dentro Stein. Il timore di non farcela, la paura di morire. Doveva resistere, la sua cavia non aveva fatto una piega e lui non poteva essere da meno.
Il confronto era l’unica cosa che lo spingeva avanti.
Tutto questo tumulto di sensazioni proveniva da quell’essere. Un’umanoide composto interamente di fuoco e fiamme e ovviamente attirò l’attenzione di Stein. Nonostante ciò si tenne alla larga. Avvicinarsi troppo poteva risultare rischioso.
Dal nulla era comparso e immediatamente pretendeva. Nessuna presentazione. Sembrava un perfetto estraneo in quel teatrino degli orrori.
Non poteva essere. In quel luogo nulla accadeva per caso.
Lo guardò con stupore. Voleva sapere. Conoscere ogni cosa.
Aspettò che il suo compagno finì di parlare. Intanto si accese una sigaretta. Era nettare divino. Ogni boccata placava parzialmente il dolore. Anche se rimaneva lì insistente a dargli tedio. Doveva resistere per uscire da quel maledettissimo posto.
Doveva scoprire la verità.
Fece un leggero inchino teatrale, prese la sigaretta nella sinistra e iniziò.

«A prima vista sembro un’umile dottore, ma non è così. Io sono il Dottor Stein. Luminare e genio. Dedito alle arti mediche e ingegneristiche. Nonchè inventore del P.A.X. e anche del metodo Stein. Citato nei libri di testo come colui che è riuscito a tenere in vita più a lungo, durante una vivisezione, il paziente.»

Si risollevò e guardò dritto in faccia l’umanoide. C’era un caldo soffocante che faceva boccheggiare, ma finché avrebbe avuto da fumare non ci sarebbero stati problemi.

«Concludiamo questo discorso che va sul tedio. Piuttosto concentriamoci su di voi...»

Un ghigno sul volto. Gli occhi scintillavano di superbia e avidità. La sua parte egocentrica e spavalda aveva preso il sopravvento. Dopotutto si considerava il migliore e doveva dimostrarlo a chiunque.

«È buona educazione presentarsi prima di fare domande.»

Una pausa in cui del fumo fuoriuscì dalle narici e dalla bocca aperta.

«Chi siete? Cosa ci fate qui? Ponete sollievo ai dubbi che attanagliano la mia mente.»

Cercò di sembrare il più innocente e innocuo possibile. Voleva ricordare uno di quei teneri cuccioli che i bambini voglio a tutti costi. Insomma un’amore. Sfortunatamente non aveva considerato la cicatrice che solcava il suo volto, rovesciò completamente il risultato sperato.

«È stata una giornata faticosa...»

Si guardò intorno e osservò solo il buio.

«Effettivamente non so neanche quanto tempo è passato.»

Scoppiò a ridere. Era un’ossessione. Il rumore venne riflesso in tutta la sala. La sigaretta cadde. Il silenzio. La raccolse e fece un profondo respiro.

«Allora?»




png
Dottor Franken Stein

~ Rec:275 ~ AeV:125 ~ Perf:125 ~ Perm:325 ~ Caem:175
~ Status Psicologico: Forte emicrania( Danni Medi+1/2Bassi)
~ Status Fisico: Medio dovuto alla pressione. Forti ustioni alle braccia e al basso ventre(Danno complessivo Medio)
~ Energia Residua: 70%
~ Energia Impiegata: //
~ Abilità Passive:
†Non sviene una volta raggiunto il 10% delle energie
†Lancia le difese istantaneamente [1°passiva Absolute Defense]
†Difese 360° stesso potenza dell'energia spesa [2° passiva Absolute Defense]
~ Abilità Attive[0/2] : //
~ Riassunto: Mi tengo alla larga e faccio le domande all'umanoide pre scoprire chi è.
~ Note: //

 
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Axel Heatfield
view post Posted on 13/5/2012, 13:53




L'essere dal comportamento stravagante guarda il trio altrettanto stravagante con fare lievemente allarmato, ed un poco alterato.
Sino a prova contraria sono sì un vecchio, uno storpio e un dottore: ciò che cambia ai suoi occhi è, però, la consapevolezza che le cose non sono mai come appaiono, mai. Gli basterebbe guardarsi allo specchio per rendersene pienamente conto. Quei rari casi in cui essere ed apparire combaciano, d'altronde, sono ancora più fastidiosi e -talvolta- pericolosi che mai.
Guarda stizzito il vecchio parlare alla ragazza con occhi distanti, come se tentasse di scrutare l'essenza di lei senza muovere un passo. Una smorfia di disprezzo esagatamente disegnata sul volto, come se il riflettersi nei suoi lineamenti non sia tanto l'emozione quanto il desiderio di esprimerla: un risultato un pò forzato, cartoonesco.


«Ehi. Io ho fatto delle domande: un pò di rispetto, bambino.»

Si risolleva in posizione completamente eretta, allunga le braccia verso l'alto, s'afferra il polso destro con la mano sinistra e si allunga, stiracchiandosi con verve d'altri tempi emettendo al contempo versetti stridoli di lieve dolore e soddisfazione.
Con la coda dell'occhio nota poi colui presentatosi come il Dottor Stein accendersi una sigaretta: subito si getta a terra e striscia verso di lui, fermandosi con le dita a pochi centimetri dal circolo in cui è apparso.


«Sigarettasigarettasigarettasigarettasigarettadammiunasigarettasigarettasigaretta. Hei, perché non riesco ad andare oltre?»

Si guarda attorno volgendo il capo con rapidità, come se non afferrasse la motivazione per cui sembra essere confinato. Volge lo sguardo con occhi lucidi di follia astinente verso Stein.

«Dammi una sigaretta. Do it. Nao. Do it. Dammi una sigaretta e ti dico tutto quello che so. Nao. Nao. Moar cigarettes. Nao. Do it. Nao.»



QUOTE
~ Statistiche
- Rec: ???
- AeV: ???
- Perf: ???
- Perm: ???
- Caem: ???
~ Status Psicologico: Fortemente perplesso, un pò confuso e spaesato.
~ Status Fisico: Alla grande.
~ Energia Residua: A pacchi.
~ Energia Impiegata: Bam.
~ Abilità Passive:
  • XXX: XXX
  • XXX: XXX
  • XXX: XXX
  • XXX: XXX
  • XXX: XXX
  • XXX: XXX
  • XXX: XXX
  • XXX: XXX
~ Tecniche Utilizzate: //
~ Riassunto: SIGARETTE. NAO.
~ Note: Wissen fa cilecca. Non preoccuparti, capita a tutti. Una volta su cinque. Poi hai la scusa dell'età. Bel tentativo, però.

 
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Vikisix
view post Posted on 16/5/2012, 19:08




Quell’essere strisciò in modo scomposto nella sua direzione. Invocava una sigaretta. Sembrava pietoso. Lo era stato anche lui. Se lo ricordava bene. Come un torrente violente emerse dalla sua mente.

†___†

L’aria era tetra. Il cielo plumbeo appesantiva ulteriormente quella triste sensazione. Una pioggia leggera scendeva dal cielo. Un rumore delicato, sembrava poesia. Forse i grandi poeti hanno composto sonetti ispirandosi a queste situazione. Non valeva per Stein.
Ogni singola goccia era un rumore insopportabile. Si trovava in un letamaio. Nella discarica della Capitale. Lì ci vive la peggior specie di furfanti e criminali.
Era seduto su una panchina mezza rotta. Il legno era marcio e alcune assi mancavano. Si trovava sotto un gazebo con vari strati di teli malmessi. Nonostante questi la pioggia riusciva ad entrare.
Tremava visibilmente. Non poteva stare fermo. Sbatteva gli occhi spasticamente. Digrignava i denti freneticamente. Cercava di balbettare qualcosa, ma non ci riusciva.
Erano 3 giorni, 17 ore, 21 minuti e 46,47,48... secondi che non fumava.
Dire che stava male è poco. Psicologicamente non era lì. La testa non ragionava più. Un solo pensiero. Sigarette.
Doveva fumare. Ne aveva sia un bisogno fisico che mentale.
Era irritabile. Cercava di uccidere chiunque non gli dava un sigaretta. Ormai in quel poco tempo si era fatto una cattiva fama in quella minuscola zona. Non voleva neanche mangiare o bere. Voleva solamente fumare.
Poi la salvezza.
Si avvicinò una persona. Allungò il braccio. In mano aveva un pacchetto di sigarette morbido dal quale ne usciva una.
Non si sarebbe mai più scordato di lui. MustKiller. Il barista di una bettola della zona. Nell’altra mano aveva un bicchiere con dentro del gin lemon. Sul volto delle linee geometriche tatuate color fluo. I capelli corti, sparati verso l’alto e arancioni. Gli stessi disegni geometrici si ripetevano per tutto il grembiule nero da barista.
Franken prese la sigaretta titubante e se l’accese. Non fu mai così piacevole fumare.



«Ricordati... Una sigaretta non la si nega mai a nessuno. E neanche un bicchiere di gin lemon!»
Era il messia sceso in terra.

†___†

Le parole dell’essere lo riportarono alla realtà. Lo guardò e in un momento si ricordò di quei insegnamenti. Anche se quell’umanoide era abbastanza strano non gli poteva dire di no. Tutti hanno il diritto e dovere di fumare.
«Ricordati... Una sigaretta non la si nega mai a nessuno»
Tirò fuori un pacchetto dalla tasca del camice rovinato. Con un movimento di polso fece uscire la sigaretta e tese il braccio. Fece attenzione a non toccare quell’umanoide. Dopotutto era composto di fuoco. La prudenza non era mai troppa.
Poi allungò l’altra mano in direzione dello sconosciuto.
«Hai bisogno d’accendere?»
Si concentrò un’attimo e una minuscola fiammella scaturì da Ardens e una volta accesa la sigaretta l’avrebbe spenta.
«Non fare complimenti!»
Piegò le gambe e si mise alla medesima altezza dell’umanoide per parlare faccia a faccia. Per poterlo guardare dritto negli occhi. O almeno dove dovevano essere. Faceva caldo. I capelli erano bagnati di sudore e così anche la fronte. Sorrise leggermente. Si portò i capelli indietro per stare un’attimo più comodo e continuò.
«Sai... anch’io sono stato in una situazione del genere, intendo senza sigarette. Comunque cosa ci puoi dire su tutto questo?»
Si guardò intorno un’attimo spaesato.
«Io non so niente.»
Fece spallucce e trepidante aspettava la risposta che avrebbe dissipato un po’ di nebbia in quella oscura vicenda.





png
Dottor Franken Stein

~ Rec:275 ~ AeV:125 ~ Perf:125 ~ Perm:325 ~ Caem:175
~ Status Psicologico: Forte emicrania( Danni Medi+1/2Bassi)
~ Status Fisico: Medio dovuto alla pressione. Forti ustioni alle braccia e al basso ventre(Danno complessivo Medio)
~ Energia Residua: 70%
~ Energia Impiegata: //
~ Abilità Passive:
†Non sviene una volta raggiunto il 10% delle energie
†Lancia le difese istantaneamente [1°passiva Absolute Defense]
†Difese 360° stesso potenza dell'energia spesa [2° passiva Absolute Defense]
~ Abilità Attive[0/2] : //
~ Riassunto: Gli do la sigaretta :asd:
~ Note: Post un po' così ma non sapevo che scrivere.

 
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Lenny™
view post Posted on 16/5/2012, 21:33




I misteri di Cagliostro ~ le viscere dell'ombra
XI - ò_ó


Ignorò volutamente l'acido commento del demente crollato in ginocchio ai piedi di Stein. Fu costretto, invece, a ignorare la fanciulla che aveva tentato di leggere. La donna non gli aveva dato alcuna risposta, gli occhi vacui persi in uno stato di profonda incoscienza, come le biglie di vetro di una bambola di pezza. Una rapa gli avrebbe saputo dare più informazioni.
Stizzito e tediato, volse le spalle alla commedia da tugurio messa in scena dal dottore, dal monco e dal demente. Forse, aggirandosi tra le sei effigi divine disposte ai lati della stanza, avrebbe scoperto qualcosa.

 
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view post Posted on 16/5/2012, 22:35





«Sigarettasigarettasigarettasigarettasigarettadammiunasigarettasigarettasigaretta. Hei, perché non riesco ad andare oltre?»
«Dammi una sigaretta. Do it. Nao. Do it. Dammi una sigaretta e ti dico tutto quello che so. Nao. Nao. Moar cigarettes. Nao. Do it. Nao.»


Confuso, cercava di dare un senso a quanto vedeva.
Un uomo sconosciuto implorava Stein di offrirgli una delle sue sigarette, mischiando parole appartenenti a lingue diverse – una delle quali probabilmente inventata.
Sàrkan provò vergogna al posto dell'uomo, ridursi a certi livelli e ostentare un comporamento tanto imbarazzante coinvolgeva emotivamente anche chi era del tutto esterno alla vicenda.

Avvertì un sogghigno da parte di Vipsinia; un sorriso, una vibrazione impercettibile. Eppure ciò era indice dell'assurdità dell'evento.

Solo un particolare ne attirò l'attenzione: sembrava essere stato confinato all'interno dell'iscrizione apparentemente circolare, che solo ora aveva modo di osservare con occhio critico.
Era certamente meglio evitare di oltreppassare quel confine, probabilmente quello dell'uomo non era che uno stratagemma per attirare l'ingenuo Stein all'interno della criconferenza, il quale poi probabilmente sarebbe diventato componente di qualche rito richiedente sacrifici umani.

Io starei attento.

Disse, con tono quasi soffocato, come se d'un tratto avesse cambiato idea e rinunciato ad elargire il magro consiglio. Uno come lui, uno così marcatamente imperfetto non sarebbe mai stato preso sul serio.
Abbassò nuovamente lo sguardo, sollevandolo timidamente solo per pochi istanti, giusto per assicurarsi dell'esito di quella che sembrava un'azione assolutamente usuale.
Porse la sigaretta e l'accese con il manufatto appena ottenuto; lui aveva ancora un dito al quale portarlo.


Solo un appunto; ho dato per scontato che Stein non sentisse quanto detto da Sàrkan perché l'ha pronunciato con tono così soffocato da non essere sentito.
 
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Axel Heatfield
view post Posted on 19/5/2012, 01:11




Solleva perplesso il sopracciglio sinistro mentre osserva Stein avvicinarsi a lui e porgergli la sigaretta. L'angolo della bocca si storce quando vede la fiamma dall'anello, divertito. Poveri cuccioli.
Con la sinistra prende la sigaretta: l'indica destro, invece, punta alla fiamma. Come a rispondere ad un istinto primordiale la fiammella trasla dolcemente dall'anello alla punta del dito della creatura qui apparsa: con noncuranza si accende e si trascina indietro di un paio di metri.


«Ah, tabacco. Uno dei pochi buoni motivi che ho per non scatenare Distruzione.»

Si sdraia con apparente comodità sul duro e freddo pavimento all'interno del circolo: guarda verso il soffitto, incurante di tutto ciò che gli è attorno. Con lenti gesti di tanto in tanto porta la sigaretta alla bocca: una violenta tirata a riempirsi completamente i polmoni, fumo grigio e azzurrino che si leva in colonne dolcemente tortuose, sinuose, come una danza casuale ma affascinante. La fiammella dell'anello ancora nella mano destra: la muove con le dita, la torce, la stira e la compatta, vi gioca come se fosse solida, un piccolo pezzo di plastilina nelle sue mani pronta ad essere modellata.
La voce si fa seria, molto più profonda, quasi intimidatoria.


«Dunque... Da dove cominciare.
Il mio nome è Axel Heatfield. Se volete, ho anche dei bigliettini da visita.
In realtà, non è il mio vero nome: di esso potete udire sillabe o lettere nel crepitare di un fuoco di legni, nell'avvamparsi di una fiamma, nei rantoli di morte di qualcuno arso vivo. Tragico però, voi non ne capireste assolutamente nulla e così da una linea temporale diversa da questa ho preso il nome del cantante di uno dei miei gruppi musicali preferiti, l'ho mischiato al cognome di un altro cantante di uno dei miei gruppi preferiti, ho pastrocchiato un pò con le lettere ed ecco il mio pseudonimo. Nulla di complicato, e poi suona bene. E no, non ho nulla a che fare con un tizio più alto di me di una ventina di centimetri, coi capelli rossi sparati in aria, un ridicolo cappottino nero e che usa come armi di dischi rotanti di Xena. Ho almeno un anno di vita in più.»

Si ferma, come gelato dalle sue stesse parole. Si volta lentamente verso i tre, guardandoli con un misto di alienazione mentale e dispiacere.

«Lasciate perdere le ultime cose che ho detto. È brutto essere una entità più vecchia del vecchio, contemporaneamente presente in tutte le linee temporali e spaziali del multiverso: finisci sempre a parlare di cose che gli altri non possono sapere.
Tornando a noi...»

Torna a concentrarsi sul soffitto, preso dal suo -ormai- monologo.

«Io sono il Deava del Fuoco Anarchico, Secondo dei Tre e Primo dei Quattro. In realtà, neanche questo è vero: sono solo una manifestazione, come una vaga immagine riflessa allo specchio vista da una lente opaca. Il dono dell'ubiquità non è mai stato esclusivo.
E, sinceramente, non so cosa diavolo io stia a fare qui. Ogni tanto qualcuno di voi bambini riesce a trovarmi, e in un modo o nell'altro riesce a strapparmi un favore. Distruggi con fuoco e zolfo su Sodoma e Gomorra, incenerisci la biblioteca di Alessandria, fai la guardia a questo portale, prendi il mio gattino che non riesce a scendere da quell'albero altissimo. Cose del genere, circa: da dove vengo io i favori vengono presi molto sul serio, di solito. Probabilmente avete fatto qualcosa che non dovevate fare. O non avete fatto qualcosa che dovevate fare. Questo dovreste saperlo voi: generalmente non mi interessa, arrivo incenerisco tutto e me ne vado.
Non ne ho voglia, oggi, quindi prima di dover risolvere questa scocciatura chiacchiero un pò.»

Solo ora porta la destra davanti al volto, la triste fiammella ancora a scorrere lungo le sue dita. Vi soffia con delicatezza sopra, mentre gli scorre sul palmo: subitaneamente la fiammella si trasforma in un globo stabile e denso di fiamme vermiglie. Come se l'inferno stesso si fosse condensato lì, tutte le fiamme della Gehenna ad ardere in quello spazio poco più grande di un pugno. Sorride, lascia la sfera in alto, sul soffitto: lo scoppio di luce è di quelli che fan male alla retina.

«Eheheh. Boom.»



QUOTE
~ Statistiche
- Rec: ???
- AeV: ???
- Perf: ???
- Perm: ???
- Caem: ???
~ Status Psicologico: Stizzito, contrito, lievemente scocciato dalla situazione.
~ Status Fisico: Alla grande.
~ Energia Residua: A pacchi.
~ Energia Impiegata: Bam.
~ Abilità Passive:
  • XXX: XXX
  • XXX: XXX
  • XXX: XXX
  • XXX: XXX
  • XXX: XXX
  • XXX: XXX
  • XXX: XXX
  • XXX: XXX
~ Tecniche Utilizzate: //
~ Riassunto: Fumo e parlo. Ftw.
~ Note:

 
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Lenny™
view post Posted on 19/5/2012, 21:44




I misteri di Cagliostro ~ le viscere dell'ombra
XII - La virtù dei forti


Opium.
Viktor conosceva i disastrosi effetti che l'opium causava alla mente umana. tra le file di eserciti svaniti in un tempo mortalmente diverso, aveva avuto modo di vedere le migliori menti rimbecillire dopo aver aspirato il fumo di quella sostanza. Nient'altro che erba, frammenti disgregati di semi di papavero, il cui sentore acre aleggiava all'interno delle tende per ore, per giorni interi, senza mai andarsene. Il peggio era vedere gli uomini impallidire, gli occhi arrossati e rigonfi simili a ferite aperte nel viso. per non parlare degli assurdi vaneggiamenti, dei fantasiosi deliri che uscivano dalle loro bocche. Ma l'oberkommandierende ci era sempre passato sopra, non aveva mai voluto vietarli negli accampamenti. un po' come il vino, un po' come le baldracche, erano un buon modo per far sfogare un soldato in trincea.
Ciò che non si aspettava, era di ritrovare una mente devastata dall'opium lì, su Asgradel, sotto le cripte del visconte d'Ombra.

Cantanti di gruppi di musica, Xena, Deava di fuochi anarchici, Sodoma e Gomorra, Alessandria...se non fosse stato per il mirabile gioco da guitto con cui aveva fatto circolare una fiammella accesa lungo il suo corpo, se non fosse stato per il trucchetto da mago da due soldi con cui l'aveva fatta esplodere a mezz'aria, Viktor gli avrebbe pestato in faccia la suola del suo stivale borchiato, per azzittirlo. Ma un'abilità del genere voleva dire che l'uomo doveva pur valer qualcosa, e forse non era un millantatore dalla mente annebbiata, anche se il Beccaio aveva conosciuto essenze in grado di fare molto, molto di più. Come la sua.
Ma forse, un frammento delle sue parole potevano corrispondere al vero. Un ago di verità in un pagliaio di vuote chiacchiere da marinaro.
« Mana Cerace, Elisewyn, Nerocriso Camposanto, il Visconte d'Ombra. »
Sputò fuori quei nomi come una serie di insulti, arrotando bene l'ultimo dei tre.
Anche se il suo sguardo studiava le effigi divine, spostandosi dall'una all'altra, le parole erano rivolte ad Axel Heatfield.
« Questi nomi non ti dicono nulla? »



Edited by Lenny. - 19/5/2012, 23:06
 
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17 replies since 19/4/2012, 19:06   570 views
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