Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Illidan Deus ex machina vs. Aspid Tentenna

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view post Posted on 26/4/2012, 19:49
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Illidan Deus ex machina vs. Aspid Tentenna

arenaf

Bianca Vs. Verde
G Vs. G


Primo post: Illidan Deus ex machina
Player Killing: Disattivato
Durata: Un solo post di presentazione e quattro post di combattimento.
Tempi di risposta: A cinque giorni dalla risposta dell'avversario verrà applicata una penalità di 0.25 punti alla sportività del ritardatario per ogni giorno d'attesa.
Arena: Bōrurūmu Yoshiwara - Sala da ballo di Yoshiwara - La città insonne consta di molti luoghi di ritrovo. Un quartiere appartato, ove svaghi più o meno leciti si nascondono lungo i vicoli. Le strade secondarie, semibuie, celano gli istinti più proibiti dell’uomo, le sue passioni indecenti, le sue droghe i suoi vizi. Il gioco, la scommessa, l’oppio. Ma non vi sono solo intrattenimenti disprezzabili. La grande via principale, fiancheggiata da rosse lampade, conduce fino alla Sala da Ballo. Enorme, nella propria forma circolare, sovrastata da sete rosse che ne fanno una copertura nei giorni di pioggia o nelle ore più calde. Ovunque le pareti di legno e bambù sono ornate di fiori. Al centro il grande palco circolare, al quale si accede dal di sotto. Un ventre, quello delle quinte, che attraverso una botola rigurgita danzatrici e geishe, attrici e musicisti all’esterno. La superficie interamente rivestita di morbido velluto rosso. Tutto attorno gradinate ricoperte di morbidi cuscini dai vari colori, alcune rientranti, per divenire palchi appartati in cui i più ricchi si ritirano con le proprie predilette, o le dame si schermano con tendaggi e ventagli. Da nicchie nascoste il suono degli shamisen fa eco al chiacchericcio. Servi muniti di bevande e cibi si susseguono offrendo ristoro agli spettatori.
Spettacoli solamente notturni, per un pubblico selezionato. Per una volta aperti anche a coloro che non potranno pagare, per un evento mai visto. Sangue scorrerà sul palco della città che non dorme mai. In onore dei combattenti l’intera superficie ove si esibiranno è stata ricoperta di petali di rosa e di fiori di ciliegio dal centro esatto del soffitto pendono tre lunghi nastri di stoffa, solitamente usati da coloro che si esibiscono in evoluzioni aeree e dimenticati, forse per distrazione, forse con malizia, da coloro che hanno approntato lo spettacolo.
Di notte torce illumineranno la sala, di giorno la luce del sole, mitigata dai tendaggi. Per l’occasione anche la Sovrana siederà in un palco, il più grande. Le è stato preparato un seggio di cuscini e sete, in cui potrà comodamente sedersi insieme ai propri prediletti e alle proprie guardie del corpo. E da solleverà distratta la mano, decretando infine la vittoria del migliore, del più elegante, di colui che è degno del nome di campione.
Background:Avete sentito parlare da tempo della città insonne, sede di tutti i vizi e di tutti i piaceri, che dorme di giorno e risorge la notte come una fenice nel proprio splendore. Avete deciso di visitarla, poichè siete riusciti ad ottenere uno dei preziosi pass per il suo ingresso. Ma quando al mattino, sotto il sole impietoso, vi risvegliate, ad attendervi ci sono due dame vestite come geishe. Non importa se la loro ora è già trascorsa, se la notte dovrebbe averle ingoiate. Sono venute a reclamare il prezzo del vostro biglietto. Vi prendono sottobraccio e promettendovi vaghi sogni di gloria vi conducono fino alle quinte sotterranee. Vi esibirete per la Signora e la sua corte non appena sarete pronti. All'ingresso dell'arena due membri dei Corvi vi attendono per impartirvi l'ultima benedizione prima che lo scontro inizi. Vi porgono panni per detergere il sudore e rimangono ai margini dell'arena ad attendere colui che ritornerà. Il vostro coraggio sarà ricordato per sempre tra queste strade, più luminoso di tutti i loro segreti.


Edited by janz - 26/4/2012, 21:25
 
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view post Posted on 1/5/2012, 15:31
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Memento mori.
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La città insonne la chiamavano, dove non vi era ne giusto ne sbagliato, sede di peccatori ed amanti della bella vita. Una fenice che al mattino risplendeva, unendosi al sole, per poi morire al crepuscolo giusto qualche attimo - il tempo di accendere le lampade - e risorgere dalle sue nere ceneri, proprio come nelle leggende.
Ogni giorno la stessa routine
la stessa
fottuta
routine


Aveva sentito molto parlare di questa città da oste, commilitoni ed anche da Colonius.
Tutte le loro definizioni erano riassumibili in una sola parola : Divertente, lo stesso aggettivo che poteva descrivere il modo in cui Illidan aveva ottenuto il pass per questa metropoli del peccato, usando il timore che incuteva ad ogni persona per estorcere il biglietto ad un soldato dell' armata di Rekla.
Estorcere, che gran parola. Al massimo preso in prestito con un po' di bravura nel far paura pensava, guardando il cielo, sperando che gli desse una descrizione della prossima giornata, sperando di non aver fatto il passo più lungo della gamba.

png

«La città insonne, sede del divertimento numero uno: Questo è il capolinea, buon soggiorno nella tua nuova dimora. » Si interruppe un attimo, cercando qualcosa tra le tasche della sua tuta, per poi tirar fuori un bigliettino plastificato color oro. «Ecco a te, sopra ci sono scritte tutte le informazioni, che la fortuna giri dalla tua parte!i» disse, mentre portava il pass tra le mani di Illidan Fatti i cazzi tuoi avrebbe voluto dirgli, ma il signore che guidava la carovana sembrava troppo robusto per poter permettere alla sua forma umana di comportarsi in tale maniera.
«Non è il capolinea, questa è solo una delle mie tante fermate» Disse quindi deciso, quasi appagato dal fatto di aver finito quell' estenuante viaggio, scendendo con un balzo da quella specie di carrozza su cui si sedeva poco prima.


Poco dopo esser sceso sul poco fertile terriccio che circondava la città rieccole, le dannatissime urla, tutti quei dannati non avevano intenzione di smetterla, tutti quei dannati che lo accompagnavano da una vita erano ormai insaziabili. Si diede due colpetti alla testa con il tamburo revolver vuoi per farle smettere, vuoi per far qualche gesto scaramantico prima di entrare in città.

«Ridammi mio figlio, merda bavosa!» ormai ci era abituato, gli bastava solo ignorare quei lamenti, avrebbero smesso, come al solito.
Dopo essersi stiracchiato la schiena ed il collo posò il suo sguardo sul pass per la cittadina.
«Ah...» Quindici quarantaquattro tre: Erano i numeri che succedevano la voce "Abitazione" . «Questa me la pagheranno, veramente.» disse tra se e se, senza scomporsi.

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Era mattina, non aveva idea di quanto aveva dormito ne di che ora fosse, poteva solo vedere un sadico sole disturbargli la visuale con i suoi stupidi raggi di luce.

«Si alzi, si alzi! Oggi è una grande giornata per lei!»

Aprì gli occhi con una calma quasi sovrannaturale per poi ritrovarsi a pochi centimetri dalla faccia una dama dal viso truccato che gli scuoteva il letto nel tentativo di svegliarlo.
Ebbe il tempo per balzare in aria dallo spavento, sia mai che Illidan venga svegliato in piena mattina in tal modo.

«Non ho mai avuto visite a quest'ora, dimmi chi sei e cosa vuoi.» Disse quindi, ancora con il cuore che batteva alla velocità della luce e gli occhi ormai spalancati.

«Io sono incaricata di portarla alla miglior sala da ballo che questa città possa offrire, del resto un vero cavaliere si porta sempre appresso una dama.» Disse la geisha con estrema naturalezza, ammiccando al bell' addormentato. Io credevo di dover combattere pensò, facendo cenno alla dama di uscire per qualche momento, così da poter vestirsi.

...

«Ce ne è voluto di tempo!» Disse la signora, squadrando dalla testa ai piedi Illidan, sorridendo. Cos'è, sono vestito male? La dama lo guardò negli occhi, mentre lui cercava le imperfezioni nascoste negli angoli più remoti del suo abito, quando notò che la cerniera dei pantaloni che si portava appresso era aperta, lasciando intravedere le sue bianche mutande.
Stupido corpo umano pensava, tirandosi su la patta con le guance ancora rosse per l' imbarazzo.
«Sarà un segreto, non se ne preoccupi.» Disse, ammiccando di nuovo ad Illidan. Del resto gli aspettava un arduo combattimento, i vestiti in cui il suo guscio era relegato erano la sua ultima preoccupazione.

La dama lo portò per le strade dell' insonne città, tra sguardi maliziosi e piccole mance che passavano dalle mani degli uomini più stupidi benestanti. Non diede interesse per ciò che diceva la donna, per quanto attraente fosse, pensava all' incontro che stava per venire, pensava a delle strategie ottimali per annichilire il suo avversario, chiunque fosse.
Neanche il tempo di finirne due o tre che erano già arrivati al capolinea, di nuovo. Davanti a lui si ergeva una grossa galleria, illuminata da varie lampade, che portava alle quinte sotterranee della sala da ballo.

«Quando sei pronto esci pure dalla seconda porta a sinistra.» Lasciò il tempo che uno sguardo di intesa connettesse i due, per poi prendere un suo bacio e mandarlo ad Illidan. «Buona fortuna, cavaliere.» Cavaliere, eh? Quella maschera che indossava da fin troppo tempo iniziava a piacergli.
Ogni cosa ha i suoi vantaggi.

Seguì la galleria, per ritrovarsi in una grande stanza dentro alla quale vi erano sì molte dame, ma altrettante vesti soffici, molte color rosso sangue, altre color oro. Illidan rimase a squadrarne qualcuna, le più belle, le più subdole, le più provocanti. Le più ...
Un sibilio lo raggiunse, veniva dalla seconda porta a sinistra, era un uomo incappucciato, probabilmente un corvo.

«Forza, vieni! Stanno aspettando tutti che tu salga sul palcoscenico.»
Palco...scenico?!
Non era mai salito su un palco prima di quel momento, doveva combattere sotto gli occhi di probabilmente oltre un centinaio di persone.
Sorrise, sorrise senza motivo scuotendo il capo e socchiudendo gli occhi, mentre il Corvo gli passava un asciugamano e sentenziava parole incomprensibili.
«No, non mi serve. Tienilo per te, forse potresti iniziare a piangere una volta che avrò fracassato le sue ossa.» Disse, indicando la sua avversaria, senza degnarla di uno sguardo.
Mentre saliva le piccole scale che portavano sul palco Controllò il tamburello della rivoltella. Pieno.
Guardò il tendone di color sangue che filtrava la luce solare. Nessun problema
Squadrò i volti di chi li osservava. Ipocriti.
Osservò poi la sua avversaria dalla testa ai piedi.
Sorrise senza motivo, di nuovo.
Morta
«Infedeli... Tutti uguali.»




Scusa per il ritardo. Lo specchietto lo inserirò al prossimo turno, quando inizieranno le danze :8D: .
Per ora ti auguro un buon post e che questa giocata ci riservi tanto coccolosissimissimo divertimento.
E magari qualche biscotto al cioccolato.
Ah si, gli insulti son da pg a pg, e le minacce son solo sceniche.
 
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Aspid
view post Posted on 3/5/2012, 22:10




CITAZIONE
Legenda:
pensato
parlato
pensato Mary
parlato Mary
pensato "Regina"
parlato "Regina"
voci esterne

jpg



Abbassò lo sguardo sulle mani curate, stringevano un piccolo rettangolo di carta dorata. Anonimo quanto prezioso.
Perchè sarebbe dovuta andare a Yoshiwara?
Eppure non aveva più sognato.
Notti insonni, trascorse ad annusare l'aria tiepida dell'estate, sotto un cielo di stelle.
Sonni agitati, caratterizzati da continui movimenti e inconsci lamenti appena percettibili.
Occhi chiusi, serrati e poi aperti, stanchi, vacui, dovuti a fatidiosi dormiveglia che spossavano la mente ed il corpo. Niente di tutto questo aveva dovuto subire da quando si era stabilita a Basiledra. La sensazione di familiarità che l'avvolgeva mentre percorreva le strade acciottolate, la lenta processione che accompagnava il pellegrinaggio di fedeli verso la Cattedrale,
persino la noia che allungava le giornate senza particolari attività contribuivano ad infonderle una calma che non aveva mai conosciuto davvero. Tuttavia il suo posto non era quello. Desiderava spazi aperti, strade polverose, paesaggi diversi, persone diverse, erano quelle le priorità che si erano, da sempre, posizionate al vertice della sua scala di valori.
Che la sua vita stesse subendo un cambiamento drastico?
Mary era al settimo cielo. La sua voce appariva più squillante e mielosa di sempre, voleva una casa e l'aveva ottenuta. Voleva un ambiente facilmente riconoscibile ed eccolo lì, un centro abitato statico ma vitale. La città per eccellenza. Di contro, la "Regina" aveva un diavolo per capello. Odiava Basiledra, le rinfacciava il modo con cui si era appropriata di quel pezzo di mondo, ripudiava un giuramento sacrilego, vedeva di mal'occhio i corvi e la loro tribù di fedeli offuscati nel midollo. Doveva sforzarsi più del solito per mantenerla nei ranghi, la sua voce mellifua e carica di sarcasmo stava diventando un tarlo che avvelenava le giornate. Non aveva più incubi la notte - ne conveniva - ma il tormento di giorno le solleticava la lingua come fiele.

Perchè dovrei far visista alla citta insonne, proprio adesso che ho iniziato a dormire come un ghiro?

In verità vi erano tanti motivi.
Per placare la propria curiosità tanto per cominciare. Si narrava che Yoshiwara fosse una città bellissima, ricca di colori, piena di vita, pulsante come il cuore di una donna sofferente d'amore.
Per muovere le chiappe, in secondo luogo. Se anche aveva deciso di stabilirsi a Basiledra - scelta peraltro non definitiva - un giretto ogni tanto doveva farlo.
Per sfruttare il pass che aveva sorprendentemente ottenuto.
Per vantarsi di esserci stata.
Per far contenta Mary.
Per dare un dispiacere alla Regina.
Perchè si

________________________________________

Qualcuno la stava osservando.
Non vedeva niente, aveva le palpebre serrate come saracinesche, fluttuava nel buio più totale ma quello che, fino ad allora, era stato un contorno nero come la pece stava assumento un colorito grigiastro. Si sentiva quattro paia di occhi addosso e sentiva anche caldo, un caldo infernale. Si girò di fianco, insinuando entrambe le mani sotto la guancia, il sudore le colava dalla nuca, solcava il collo e finiva sotto il corpetto niveo, proseguendo la sua discesa lungo la schiena. Un odore acuto, dolce, inebriante di fiori le solleticò le narici, si strofinò il naso mentre la bocca si apriva per dar sfogo ad un lungo sbadiglio. Lentamente sbattè le palpebre, una, due, più volte, nel tentativo di mettere a fuoco un'immagine, dare un senso a quel profumo soave, ma la luce accecante del sole le trafisse dolorosamente le iridi costringendola a pararsi la visuale con una mano. Dischiuse le dita mentre constatava il lento avanzare di un mal di testa feroce. In quello stato catatonico frugare nel miasma di ricordi per recuperare quelli utili a capirci qualcosa costituiva un'impresa ai limiti del possibile, si limitò a piazzare la pupilla nell'incavo delle dita, digrignando i denti. Non si era sbagliata, quattro occhi a mandorla la fissavano, erano incastonati in due volti incipriati, le guance innaturalmente rosee e la bocca rossa come il sangue appena sgorgato. Sorridevano, facendole cenno di alzarsi, i denti bianchi parevano fiocchi di neve su petali di rosa, i capelli neri raccolti morbidamente sulla nuca e fissati con uno spillo decorato incorniciavano quelle che parevano bambole di porcellana. Sgranò gli occhi e tolse la mano, incapace di discernere la realtà dalla finzione: era sveglia o stava ancora sognando?
No, lei non sognava più. Dormiva e basta. E avrebbe dovuto dormire secoli per recuperare le notti insonni passate a contare le pecore.

Sono principesse.

Sono prostitute!

Si alzò a sedere, ora perfettamente sveglia. Inclinò la testa di lato, sforzandosi di interpretare i sorrisi ed i gesti delle due donne, indossavano kimoni dalle larghe maniche decorati finemente, un tripudio di colori che stuccavano. Ancora si sforzò di ricordare, ricavandone un pressante martellamento delle tempie.

Al diavolo.

Che cosa c'era da capire? Aveva dormito all'aperto, come era solita fare, probabilmente si era ubriacata, il minimo che si potesse auspicare a Yoshiwara, la città insonne. Null'altro le importava. Si alzò in piedi, premunendosi di lisciarsi la giacca ed i capelli arruffati, provava un po' di vergogna per come doveva apparire ma decise di seguire docilmente le due donne. La strada principale era deserta. Le lanterne rosse, spente, fluttuavano come tanti palloncini sospesi a mezz'aria, monili decorativi che, di giorno, perdevano gran parte del loro suggestivo fascino. Era contenta che non vi fosse nessuno in giro, agli occhi degli altri sarebbe apparsa come una detenuta in attesa di essere giustiziata. Con nonchalance si inumidì le punte dei polpastrelli, passandoseli sugli occhi, si sentiva meglio rispetto a prima, l'aria mattutina, seppur calda, le stava donando nuovo smalto. Il tragitto fu breve, non fu difficile tenere il passo delle due donne, i lunghi kimoni fasciavano le loro gambe costringendole a compiere piccoli passi. Giunsero in una stanza con poca luce, ebbe la sensazione che fosse una sorta di anticamera. Fra un inchino e un sorrisetto serafico, riuscì a capire il motivo della sua presenza lì.
Il Leviathan.
Una parola che ebbe un effetto tonificante. Improvvisamente si sentì colma di energia, vogliosa di combattere, onorata per l'annunciata presenza della Signora di Yoshiwara, timorosa di non figurare come avrebbe voluto, incuriosita dal proprio avversario. Tante sensazioni diverse fra loro che prendevano via via forma, disvelate dalle espressioni che si susseguivano sul suo volto.
E poi vide loro. I Corvi. A prescindere dalle considerazioni personali su ciò che quelli aspiravano a rappresentare, sentiva la forza mistica che emanavano, non era difficile comprendere il sentimento di fede e di aspettativa che la gente nutriva nei loro riguardi, chi aveva una coscienza da pacare ed una famiglia da mantenere doveva poter credere in qualcosa. Quancosa di grande, di forte. Di effimero. Lasciò che le impartissero la loro benedizione, parole cariche di significati e foriere di un orgoglio che sarebbe stato riservato al vincitore di quello scontro. Si limitò a serrare le labbra, asciugando il sudore che le bagnava la pelle con un panno umido.

«No, non mi serve. Tienilo per te, forse potresti iniziare a piangere una volta che avrò fracassato le sue ossa.»

Solo allora si accorse di lui. Lo osservò senza replicare, aveva un volto anonimo, come quello delle sue parole. Era così abituata a suscitare tale tipo di reazione nella gente che si sarebbe meravigliata se il senso della frase fosse stato diverso. Fece spallucce, disinteressandosi totalmente del proprio avversario, ne ignorò il sorriso beffardo, ebbe quasi dispiacere nel biasimare la sua visuale limitata, tutta presa ad assaporare gli istanti appena precedenti l'entrata in scena. Si sarebbe battuta fra pezze di morbida stoffa rossa e profumi di rosa e ciliegio. Quella era Yoshiwara, la città peccaminosa; lì si riversavano gli istinti ed i desideri più proibiti dell'uomo.
Sarebbe riuscita ad esaudire il suo?



greysmokedividerbytoxic



"Un brivido gelido scorre lungo la schiena, fino a dissolversi lentamente.
Lascia spazio all'emozione sempre più incalzante che ti avvolge,
ti abbraccia, ti accarezza,
ti stringe in una dolce morsa, in balia di un respiro in affanno.
Si apre il sipario, il fascio di luce si riflette sul timido volto,
impaurito ed incredulo,
immobile sul palco.
L'ultimo pensiero lucido prima di indossare una nuova veste.
Un viaggio in un'altra dimensione, in un nuovo corpo
ma profondamente coinvolto e presente.
Frammenti di storie vissute e forse mai raccontate.
Sono gli stati d'animo che prendono forma e si rivelano agli altri.
Uno spazio senza tempo ci avvolge.
In scena è la vita"




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Status fisico ~ illesa
Status psicologico ~ calma
Energia ~ 100%
Armi ~ boomerang legato alla cintola ~ spada Snow Queen nel fodero ~ ombrello scudo
Passive in utilizzo
~ I n e r z i a [abilità razziale Controllo Energetico]
~ M a n i a [Discerimento di illusioni e tecniche psioniche - 1° livello dominio Mente Lucida)
~ A c c a n i m e n t o [Difesa psionica passiva, protegge da ammaliamenti psionici passivi - 2° livello dominio Mente Lucida]
~ To r m e n t o [Immunità al dolore psionico, il possessore può mantenere sempre la propria lucidità - 3° livello del dominio Mente lucida]
~ Cristallo della Conoscenza [abilità passiva di metagame, permette l'utilizzo del 3° livello del dominio]

_____________________________________________
ReC 350 ~ AeV 200 ~ PeRF 150 ~ PeRM 225 ~ CaeM 225
_____________________________________________



Note ~ Eccomi, nessun problema per gli insulti, ci mancherebbe!
I biscotti al cioccolato, invece, mi attizzano.
Ottima l'ambientazione, ci divertiremo senz'altro. In bocca al lupo!!
La Poesia è "Vita sul Palcoscenico" di Monia Cacciero.

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view post Posted on 7/5/2012, 15:32
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Memento mori.
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Memento mori.
Remember that you are a mortal.
Ricordati che devi morire.


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Nella sua testa risuonavano odio, rabbia, potenza, gloria, senso di colpa.
un accozzaglia di emozioni senza alcun collegamento logico, un surplus di accettazione sconfisse le negatività in poco più d' un battito di ciglio.
È il momento di togliere la maschera si diceva, contemplando la sua avversaria con un ghigno quasi disumano.
Bizzarro si diceva, per aver pensato all' effetto che avrebbe fatto agli spettatori.
È finita si diceva, guardando le sue mani.

«Mai in tutta la mia vita ho partecipato ad un edizione di questo torneo.» Si interruppe, facendo guizzare la lingua fuori dalla bocca, idratando le labbra. «Questo Leviathan» Sorrise, guardando in faccia la sua avversaria. «Sai, il leviatano solitamente è rappresentato come un essere serpentino, una creatura dall' imparagonabile forza e il più potente essere di cui il mondo abbia mai sentito parlare.» Con fare teatrale puntò un dito al cielo, indicando il sole. «Io sono il leviatano in carne, ossa e anime.
La grande stella si trasformò in una pupilla felina che scrutava il campo di battaglia dal cui centro partiva un raggio di fioca luce verde verso Illidan, irradiandolo.
«E oggi sono qui.» Sorrise un ultima volta, con la faccia d'angelo che il suo guscio si ritrovava.
«Per te.»
Non si tratteneva più , quel corpo lo aveva ormai stufato, era tempo di liberarsene. Era tempo di di finire iniziare quel combattimento.
Le sue gambe iniziarono ad ingrandirsi come palloncini, la sua mascella si apriva in modo disumano, facendo uscire con lentezza il suo vero, marcio cranio.
La pelle diventava sempre più verdognola, in alcune parti del corpo si iniziava pure a strappare, rivelando occhi atrofizzati, parti di ossa e qualsiasi altro obrobrio si celasse sotto quell' essere.

«Tocca già a te, eh?» La sua voce diventava sempre più bassa e soffocata, mentre sul suo volto martoriato si poteva notare un espressione triste, che osservava l' inesorabile verme fuoriuscire dal suo corpo con lentezza.
«No, tocca a lei.»
Il guscio cadde sulle ginocchia, con gli occhi al cielo, piangendo. Stava sviluppando una coscienza tutta sua, e questo non era accettabile.
Inaspettatamente, il corpo esplose letteralmente. Pezzi di carne e ossa volavano ovunque, rivelando un colosso serpentiforme dotato di innumerevoli tentacoli.
Accennò un sorriso con l' enorme testa che si ritrovava alla sommità del corpo, la quale era probabilmente grande quanto il corpo della sua contendente.
«Immagino tu abbia paura, è da tutti.» diceva, mentre un enorme ammasso di energia oscura lo circondava, andando a riversarsi sulla bocca del mostro.
«Non c'è nulla da temere.» Disse, rivolgendo le fauci al cielo per poi lanciare la grande sfera di energia oscura che si era formata, bruciando gran parte del tessuto che gongolava sulle loro teste.
«Io sono pace...» Rivolse di nuovo la sua faccia a lei, la sua sfortunata avversaria, sfortunata perché non aveva idea di quanto potesse essere astuta l' Inferi Sententia.
In fondo nessuno lo sapeva.
Avvicinò lentamente, quasi amichevolmente il suo gran tentacolo alla contendente, strusciandolo per terra.
«...io sono salvezza.»
Era così che solitamente tentava di uccidere le prede, fingendosi loro amico, entrando nella loro mente, tradendoli. Adottava questa tattica da secoli, e ben poche prede riuscivano a sfuggirgli. La sua avversaria non sarebbe stata da meno, avrebbe fatto la fine di tutti gli altri.
«Ma per oggi potrei fare una piccola eccezzione»

Era tutto in posizione: il tentacolo sinistro ormai avvicinato, quello destro puntato in aria, l' attenzione della sua avversaria molto probabilmente rivolta a lui. Ci sarebbe andato pesante, questa volta.
Ed ecco che, di scatto, tentò di colpire la sua avversaria dall' alto, facendo cadere a peso morto il tentacolo destro sulla sua testa, come si fa per qualunque moscerino infastidisca un altrettanto qualunque persona.
Ma il moscerino non era un qualunque moscerino, così come per la persona.
Il colpo dall' alto era solo un diversivo per ciò che l' Inferi sententia stava preservando alla sua avversaria, infatti, il tentacolo avvicinato prima amichevolmente tentò di chiudersi intorno alle gambe della sua avversaria nella speranza di immobilizzarla.
C'è ancora da lavorare... Pensava, mentre parole, sussurri e grida gli sciamavano nelle orecchie.
No, il tuo lavoro finirà presto, non hai idea di ciò che ti sto riservando.


Inferi Sententia

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M     50AeV;50 I
A    80PeRf250 R
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Basso 6%; Medio 12%; Alto 24%; Critico 48%



Status fisico: Apparentemente illeso
Status mentale: ???
Energie: 100% - (24% + 12%) = 64%
Abilità passive: Geneticamente superiore : Passiva di dominio (Mente lucida I)
Abilità utilizzate:
The holy see: La tecnologia può essere una buona risorsa, ma una volta unita ad una buona dose di energia oscura può risultare letale.
Anche il caso fa sempre la sua parte, per carità.
Illidan, sfruttando il potere dell' avatar assorbito anni or sono è capace di alterare le condizioni climatiche del campo di battaglia, favorendo l' ambiente alle sue evocazioni e a se stesso.
Infatti, spendendo una parte delle sue energie, Illidan trasformerà il sole in un grande occhio dalla pupilla felina che scruterà il campo di battaglia, in attesa della sua stessa fine.
L' occhio, intriso dell' energia oscura fornita dal Deus Ex Machina, irradierà le sue evocazioni con una fioca luce verdognola, conferendole lo stesso livello energetico dell' evocatore, ed il corpo dell' Inferi Sententia, che si potrà trasformare nonostante la luce solare.
Il grande bulbo oculare sparirà al termine del secondo turno, o quando la volontà del suo padrone glielo imporrà.
Consumo di energia: Medio [pergamena Pioggia di sangue]

Rising darkness: L' abilità nello sfruttare l' energia oscura del proprio trofeo di battaglia ha consentito ad Illidan di poter incalanare quest'ultima in un unico, grande, maestoso ammasso di materia incandescente di forma sferica dell' elemento sacrilego.
La sfera di energia verrà espulsa dalle fauci del mostro - una volta rivolte verso il cielo - e parrà incastonata nella volta celeste, come un gioiello. Un sadico, dannatamente malato gioiello.
L' emanazione energetica, dopo un turno, cadrà inesorabilmente sul suo obiettivo, causandogli un danno alto da ustione.
Essendo il globo di elemento sacrilego, contro gli angeli il danno procurato sarà Critico mentre contro i demoni si abbasserà a Medio, la potenza non subisce alcuna variazione.
Consumo di energia: Alto [pergamena Costellazione]
Note: Bene, le danze iniziano anche per noi. La psicologia del pg è andata un po' a farsi benedire per motivi che verranno rivelati in futuro dopo qualche scena free.
Tornando a noi: Dopo essersi trasformato ed aver fatto il monologhetto da disadattato sociale, Illidan tenta di avvicinare amichevolmente un tentacolo. Bene, dalla parte in cui dice "Io sono salvezza" in poi il post si baserà sul fatto che tu abbia lasciato che il tentacolo si avvicinasse, quindi sei libera di evitare che ciò accada. Che il tentacolo sinistro si avvicini o no il tentacolo destro tenterà di schiacciarti comunque, come credo di esser riuscito a far capire dal post.
Ah si, se hai bisogno di chiarimenti perchè queste note sono uscite da cani non esitare a mandarmi un mp o magari mandarmi il tuo contatto msn, così da poter parlare lì.
Gl e buon post :*
 
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Aspid
view post Posted on 10/5/2012, 21:45




CITAZIONE
Legenda:
pensato
parlato
pensato Mary
parlato Mary
pensato "Regina"
parlato "Regina"
voci esterne

jpg



Inadeguatezza.
Una sensazione da cui fu pervasa appena varcò la porta che, dalle quinte, vomitava direttamente sul palco.
Per un breve attimo perse la cognizione del tempo e dello spazio, l’occhio fotografò il tetto di seta rossa, il pavimento vellutato, i cuscini multicolori, i petali di rosa e ciliegio. L’enorme sala da ballo le parve un imbuto in procinto di strozzarla, avrebbe di gran lunga preferito un luogo impervio ma aperto: rocce, neve, gelo, fango. In quell’enorme spazio, su un palco che aveva visto e che avrebbe visto ancora volteggiare aggraziate ballerine dal volto pitturato, su gradinate modellate dai cuscini dove si sviluppava la cupidigia dei vogliosi spettatori, lei si sentiva assolutamente inadeguata.
Si chinò fino a toccare il pavimento con un ginocchio, il braccio si allungò per raccogliere un petalo di rosa. Lo rigirò fra le mani portandoselo davanti agli occhi, si stava chiedendo se non fosse il caso di girare sui tacchi ed allontanarsi il più possibile dalla città insonne, dopotutto lei non doveva dimostrare niente a nessuno. Poi udì una voce, le arrivò nitida alle orecchie e cercò di aggrapparsi a quella per risalire in superficie.

«Mai in tutta la mia vita ho partecipato ad un edizione di questo torneo. Questo Leviathan. Sai, il leviatano solitamente è rappresentato come un essere serpentino, una creatura dall' imparagonabile forza e il più potente essere di cui il mondo abbia mai sentito parlare.»

Sbattè le palpebre, sforzandosi di analizzare il senso di quelle parole, l'espressione inebetita di chi si sta risvegliando da un sonno profondo, le labbra socchiuse, bisognose di acqua ed un enorme punto interrogativo scolpito sulla fronte.

Chi ben comincia è a metà dell’opera.

Giusta osservazione, giustissima. Il duello non era ancora iniziato e lei già partiva con un segno negativo. L’ambiente giocava sempre un ruolo fondamentale, bastava un attimo e la sua concentrazione andava a farsi benedire, dirigendosi verso particolari insignificanti o comunque meno interessanti rispetto a quello che doveva fare. In quel momento i colori e le stoffe avevano la priorità assoluta, anche se la mente ripudiava la propria indole, l’essere donna presupponeva lo studio del frivolo, seppur a livello inconscio.
Si impose comunque di rispondere, se non altro per gentilezza. Aprì la bocca per dire qualcosa, qualsiasi cosa ma di nuovo la voce del proprio avversario la bloccò, non guardò lui ma il dito che lo stesso aveva teatralmente puntato al cielo, indicando la palla infuocata che appariva e scompariva fra le strisce di seta purpurea.

Se il dito indica il cielo, l’imbecille guarda il dito

«E oggi sono qui. Per te.»

Per me?

Stai sempre in mezzo, no per te. Per me!

Il calore di un abbraccio che voleva essere amico e poi tutto cambiò. Il sole assunse le sembianze di un grande occhio felino, per un breve attimo si sentì trafiggere dal suo sguardo scrutatore, sorpresa ed incapace di abbozzare una minima difesa, la sua forza inarrestabile si insinuò dentro di lei per carpirle i segreti più nascosti. Irradiava una luce verdognola che aveva tutta l’aria di conferire linfa a colui che l’aveva generato

.

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Da spettatrice involontaria, si trovò ad assistere alla cosa più abominevole che avesse mai visto, il corpo del giovane cominciò a gonfiarsi innaturalmente, il colorito assunse una tonalità di verde più marcata, la mascella si aprì in maniera disumana ed un cranio nuovo e diverso fece capolino. E poi l’involucro, ciò che rimaneva del suo avversario, scoppiò come un palloncino gonfiato all’inverosimile, lembi di ossa e pelle schizzarono ovunque, una pioggia orribile che la investì, balzò all’indietro parandosi il volto con le mani.

Che abominio!
Un’enorme pianta carnivora! Come ha fatto a crescere così in fretta?
Mi fa senso!
Avete visto se per caso ha inghiottito un fagiolo magico?

«Immagino tu abbia paura, è da tutti Non c'è nulla da temere.»

L’enorme colosso tentacolare venne avviluppato da un ammasso di energia oscura, questa penetrò nella sua bocca e venne poi sputata verso il cielo, incendiando le stole di seta rossa.
Diamine, adesso era sveglissima. Adesso era concentrata e vigile.
E terrorizzata. Inevitabilmente e dannatamente terrorizzata.
Si strofinò gli occhi con il dorso delle mani mentre sbatteva le palpebre nell’attesa che la visione scomparisse. Che cosa le era accaduto? Quale strana malia le aveva provocato quella tremenda allucinazione? Tese le orecchie, la totale mancanza di grida e urla fra gli spettatori la convinse ancora di più che il mostro tentacolare non fosse altro che un parto della propria fantasia. Come in trance venne pervasa da sensazioni contrastanti, non sarebbe stato facile coglierne i vari significati, l’espressione del suo volto rimase come pietrificata: il terrore per ciò che rappresentava ai suoi occhi quell’essere orribile, un disgusto che le rivoltò lo stomaco, il dubbio su come affrontarlo, la determinazione di depurare il mondo da siffatti abominii, e la rabbia rivolta verso sconosciuti destinatari che le avevano piazzato di fronte una piovra gigante.

«Io sono pace... .io sono salvezza»

La cosa mostruosa continuava ad interloquire come se stessero seduti ad un tavolino sorseggiando un buon thè inglese. Pace, salvezza. Non aveva bisogno di nessuna delle due cose, il baratro in cui era scivolata non concedeva appigli, lei stessa non li cercava, in quel buco aveva trovato la sua pace, risalire avrebbe significato dolore, sofferenza, tormento. E poi chi avrebbe voluto ricevere la salvezza da quello?

“Nulla di personale ma va bene lo stesso se aspetto qualcuno di fisicamente presentabile?”

La voce non le uscì decisa ed impavida come avrebbe voluto, quel bestione era l’ultima cosa contro cui voleva scontrarsi, eppure era ancora convinta che non fosse reale. Prese a contare mentalmente gli innumerevoli tentacoli, uno di questi si avvicinò oltre misura mentre la piovra dispensava la sua pace e la sua salvezza, le avrebbe anche dato un buffetto affettuoso sulla guancia?
Lasciò che la bocca si increspasse in una eloquente smorfia di disgusto, indietreggiò ancora, allontanandosi da quel serpente bugiardo, il braccio destro si mosse verso l’elsa della Snow Queen, le dita ne imprigionarono l’impugnatura infondendole sicurezza. La sfoderò con impeto, puntandone la lama verso l’essere, tenne d’occhio il tentacolo sinistro mentre il destro fuggiva dal suo campo visivo. Controllarli tutti era impensabile, l’unica cosa che poteva fare era mantenersi ad una distanza di sicurezza, così da avere un quadro quanto possibile completo del mostro, mentre aspettava di rinsavire. Quando si accorse che qualcosa, sopra la sua testa, si stava agitando, fu troppo tardi. Tentò un balzo di fortuna ma il tentacolo destro la colpì fra la spalla sinistra ed il collo, la botta le fece perdere l’equilibrio, mantenne la presa della spada ma ruzzolò su un fianco, dolorante. Immediatamente inclinò la testa di lato, portandosi la mano sinistra all’incavo colpito.

Dannazione!

La voce le uscì in un sibilo, aveva i denti serrati. Le ci volle qualche secondo per riprendere il controllo della situazione, le parve un’infinità di tempo. Si alzò in piedi brandendo la Snow Queen, un gesto rabbioso che mostrava tutto il suo biasimo per non essere stata sufficientemente attenta. Solo allora si convinse che la realtà stesse superando la fantasia. Benchè ancora scettica, dovette convenire che lo scontro con il tentacolo era stato reale. Realissimo. Inspirò aria, nonostante tutto sapeva ancora di fiori.



Gladioli, papaveri, tulipani, gigli, iris, anemoni di campo, girasoli. Rose.
Che bello questo giardino tutto pieno di spine,
dove getto lo sguardo mi pungo.
Esce una goccia di sangue e mi accorgo di essere viva,
ma non sento dolore


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In realtà il dolore lo sentiva. Per fortuna. La botta l’aveva strappata al limbo in cui fluttuava, incosciente, ricolma di convinzioni che non avevano alcun riscontro nell’ambiente che la circondava. Venne risucchiata con violenza, il tempo degli indugi era terminato, aveva di fronte un mostro e doveva abbatterlo se voleva uscire da quella sala sulle sue gambe.



Non devo avere paura.
La paura uccide la mente.
La paura è la piccola morte che porta con sé l’annullamento totale.
Guarderò in faccia la mia paura.
Permetterò che mi calpesti e mi attraversi.
E quando sarà passata, aprirò il mio occhio interiore
e ne scruterò il percorso.
Là dove andrà la paura non ci sarà più nulla.
Soltanto io ci sarò



Piantò lo sguardo sul mostro, gli occhi ridotti a due fessure infuocate.
Sul terreno comparvero una mezza dozzina di fruste ed aghi scuri, affilati ed appuntiti, alcuni si muovevano sinuosamente come neri serpenti carezzando il pavimento, altri danzavano nell’aria creando solide spirali. Avanzavano all’unisono verso i tentacoli più potenti del mostro, nel tentativo di colpire, trafiggere, lacerare, distruggere. Alzò la testa, l’occhio se ne stava ancora lì, invadente giudice di quel duello che stava muovendo le battute iniziali. Notò un nastro di stoffa che pendeva dal soffitto proprio sopra la sua testa, rinfoderò rapidamente la spada, prese la rincorsa per agguantarlo con entrambe le mani, il dolore al collo le diede una scossa ma strinse i denti, confidava nel fatto che i mostruosi tentacoli dell’essere rimanessero impegnati a difendersi dalle fruste. Lasciò per un attimo la presa con il braccio destro, sfoderò di nuovo la spada, riagguantò il nastro e si dondolò verso la parte sinistra della testa della piovra. Il suo scopo era quello di menare un fendente trasversale al collo, da destra verso sinistra.



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Status fisico ~ dolore fra collo e spalla sinistra
Status psicologico ~ incredula ma determinata
Energia ~ 100%-9% = 91%
Armi ~ boomerang legato alla cintola ~ spada Snow Queen nel fodero ~ ombrello scudo
Passive in utilizzo
~ I n e r z i a [abilità razziale Controllo Energetico]
~ M a n i a [Discerimento di illusioni e tecniche psioniche - 1° livello dominio Mente Lucida)
~ A c c a n i m e n t o [Difesa psionica passiva, protegge da ammaliamenti psionici passivi - 2° livello dominio Mente Lucida]
~ To r m e n t o [Immunità al dolore psionico, il possessore può mantenere sempre la propria lucidità - 3° livello del dominio Mente lucida]
~ Cristallo della Conoscenza [abilità passiva di metagame, permette l'utilizzo del 3° livello del dominio]
Attive in utilizzo
~ Z i b a l d o n e
Il ladro usa la propria ombra come se fosse una vera e propria arma, un'insieme di fruste e aghi che trafiggeranno il suo avversario. La tecnica ha natura magica, elemento ombra. Il caster suddivide la propria ombra in una serie di lunghi tentacoli neri, affilati e appuntiti, che potranno alzarsi dal terreno divenendo solidi. Nel corso del turno egli potrà usare queste armi improprie come meglio desidera, sia per difendersi che per attaccare il proprio avversario - possono infatti allungarsi di diversi metri, raggiungendo anche posizioni lontane. Hanno potenza Media sia in difesa che in offesa e, in questo secondo caso, infliggono danno Medio nella loro totalità. Se usati come difesa a trecentosessanta gradi hanno difesa Bassa. Contro offese o difese di natura magica, i tentacoli avranno potenza e danno risultante Alti; contro offese o difese di natura fisica, invece, avranno potenza e danno risultante Bassi. (Pergamena Controllo dell'ombra, consumo medio)

_____________________________________________
ReC 350 ~ AeV 200 ~ PeRF 150 ~ PeRM 225 ~ CaeM 225
_____________________________________________



Note ~ Bien, mi becco il tuo colpo ma rifuggo il tentacolo sinistro che, pertanto, non tenta di imprigionarmi, del resto la passiva di dominio mi permette di non rimanere fregata dal tuo comportamento amichevole.
Utilizzo la pergamena Controllo dell’Ombra a consumo medio e creo una mezza dozzina di fruste e tentacoli neri, appuntiti e affilati, che tentano di colpire i tuoi di tentacoli. Nel contempo utilizzo la striscia di stoffa che pende dal soffitto (prevista nella scena) e mi lancio verso la tua testa con la spada sguainata, caricando un fendente trasversale all’altezza del collo lato sinistro.
La Poesia sulla Morte è ripresa dal film "Dune".
Spero sia tutto chiaro, a te!

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view post Posted on 15/5/2012, 16:37
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Memento mori.
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Come un immenso deserto l' anima umana è mutabile, per un momento è una grande piana luccicante, qualche secondo dopo arriva una tempesta di sabbia e la trasforma in un accozzaglia di dune, per poi continuare a cambiare forma inesorabilmente.
Tutto ciò senza il minimo senso logico, senza equazioni che possano prevedere ciò, senza alcun criterio matematico o scientifico. Gli umani li considerano condizionamenti imposti dal mondo esterno, imposti da ciò che viene da fuori.

Io sono tutt'ora scettico a riguardo. Forse spaccandole la testa potrei trovare quest' "anima"
Non venir meno alle promesse che dovresti mantenere.
...E perché no?
La chiamano "moralità", forse un giorno anche tu saprai sfruttarla a tuo vantaggio.

Gli umani lo infastidivano non poco, anche in situazioni ormai irrecuperabili riuscivano sempre a trovare un modo, uno spiraglio di speranza per ribaltare la situazione a loro favore.
Volontà, la loro parola d'ordine.
Mai arrendersi, il loro credo.
Anche quella piccoletta non si dava per vinta, avrebbe sicuramente combattuto fino all' ultima goccia di sangue, fino all' ultimo respiro che i suoi polmoni avrebbero potuto reggere.
Le sembrava si spaventata, ma anche ripiena di volontà, tanto da trovare la forza di arrampicarsi su un grande pezzo di stoffa che penzolava dall' apice della struttura.
Insufficente.
L' unica parola che poteva riassumere la strategia della sua avversaria, l' unica parola che poteva riassumere la strategia dell' avatar che uccise qualche dimensione fa.

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«Nulla di personale ma va bene lo stesso se aspetto qualcuno di fisicamente presentabile?»

Sorrise, le femmine umane erano probabilmente la razza con la lingua più appuntita dell' intero continente, probabilmente ancor più di una ferrea spada.
Fu lì, che si allontanò dal tentacolo e con aria ostile sfoderò la sua spada, quella piccola forma di vita bipede. Quella piccola forma di vita bipede osava ribellarsi al suo inevitabile, grande e viscido destino?
No, neanche per sogno. Sarebbe stata punita per la sua negligenza, punita per aver tenuto troppo d'occhio il suo tentacolo sinistro.
Il tentacolo destro cadde a peso morto sulla piccoletta, che in un momento di istinto riuscì a non farsi spiaccicare sotto al suo peso, arrecando danni alla clavicola e sbilanciandola, facendola cadere a terra, il tutto sotto una risatina dell' abominio.
La donna si rialzò lentamente, pensava non ci fosse nessuno ad osservarla? Ucciderla in quel momento avrebbe solo diminuito le sofferenza di quella nanerottola. Doveva soffrire e avrebbe sofferto come un cane bastonato dal suo più fidato padrone.
Il suo sguardo fu catturato dagli occhi infuocati della sua avversaria, che sembrava ancora più determinata a vincere.
Stupidi, inetti umani. pensava, come mai gli umani continuavano sempre a combattere? Perché la volontà riusciva a spingerli sempre più lontano, come facevano a superare i limiti umani gli stessi uomini? Perché erano tanto testardi da piazzarsi davanti alla faccia della morte e mandarla al demonio?
A queste domande ancora non aveva trovato risposta, nemmeno dopo le milioni di vite assorbite.
Ma tu, caro abominio, che ti credi tanto intelligente ed astuto, come mai non riesci a risponderti ancora? Sei sicuro che tutta questa astuzia non derivi dai tuoi complessi di inferiorità rispetto agli umani?

La donna, che vantava di una particolare attenzione a qualsiasi dettaglio, un po' come tutte le altre, trovò in un appiglio di stoffa la salvezza.
Era quasi ironico che un nastro di seta, vanitoso della sua eleganza, potesse aiutare un' altrettanto aggraziata creatura ad annichilire un viscido quanto grosso predatore.
La femmina umana quindi, senza le dovute precauzioni, si arrampico sul grande nastro, sfruttandolo come corda di fortuna per slanciarsi verso il mostro, quasi come se fosse una filibustiera all' assedio di un gran galeone ricolmo d'oro.
«Tutto qui? Credevo che voi umani foste più creativi, se capisci ciò che intendo.» Disse, con una punta di ironia sulla grande lingua.
No, non era tutto lì. Grandi tentacoli sbucarono fuori dal terreno, usando come punto d'origine l' ombra della loro padrona. Alcuni strisciavano come serpenti, altri roteavano a mezz'aria lasciandosi addietro altrettanto grandi nere scie. Ma avevano tutti un obiettivo in comune: I tentacoli più grossi dell' Inferi Sententia.
«Sagace»

Lei si stava scagliando da un grande nastro di stoffa come se fosse un pendolo.
Loro volevano arrecare danni ai tentacoli, trafiggendoli.
Effimera, se voleva uscire a testa alta da quel combattimento doveva inventarsi di meglio.
Non ci volle nemmeno un attimo per far si che l' abominio portò sei tentacoli davanti a se, tra i quali vi erano i due principali, per poi aprirli formando una grande parabola di carne e ossa, che bloccò l' avanzata dei tentacoli e l' oscillazione della sua avversaria, fermandola proprio davanti ad una delle tante vittime del mostro, ricoperta da grandi filamenti di carne e spessi condotti sanguigni che si andavano ad intrecciare con le sue arterie. Sembrava una donna incinta.
«Ti prego, ti scongiuro! Vai via di qui, non aspettare neanche un attimo!»
Il deus ex machina sorrise, aspettando un rigurgito o anche solo un espressione disgustata formarsi nel volto della sua avversaria che aveva a pochi centimetri dal volto una creatura a dir poco orribile.
Scosse la testa in un attimo di dolore, ormai ci era abituato: Aprire i tentacoli non era cosa da poco, e doveva sforzare tutti i nervi del suo corpo per non arrecarsi il benché minimo dolor fisico.
«...Dove eravamo rimasti?» Disse, dando uno sguardo di intesa al grande occhio che occupava il posto del sole, quasi come se fossero amici.
Come se fossero fratelli.

png

«Esatto, ti stavo per uccidere!»
Il globo infuocato che poco tempo addietro aveva lanciato stava ricadendo sulla testa della sua avversaria, probabilmente distratta da ciò che comportava la strategia difensiva del mostro.
Un soffio si riversò nell' aria, accompagnando la grande sfera incandescente sulla sua nemica, bruciando ancora una volta una parte del tetto. La sfera non era però l' unica ad essere accompagnata da un soffio, infatti, piccoli gruppi di spore si riversarono sul palcoscenico come delle attrici, utilizzando la grande parabola sanguinosa come sipario.
Ciò che ne susseguì fu uno spettacolo alquanto orrido.
Dal retro dello scudo la sua avversaria poteva sentire il rumore di femori che si spaccavano, viscere che fuoriuscivano e basse urla soffocate, come se qualcuno stesse facendo dei gargarismi con l' acqua.
Proprio lì dietro? No, affatto. Una volta richiusi i tentacoli il suo piccolo manipolo di amici si rivelò in tutto e per tutto: Tre esseri, rianimati dalle spore da chissà quale tomba risiedente sotto il palco. Tutto qui? No, affatto. L' Inferi sententia non era un' entità poco originale, tutt'altro: i mostri possedevano le braccia sopra le spalle e dai palmi delle analoghe mani spuntavano lame ossee pronte a lacerare la più dura delle carni.

«Ci divertiremo molto, cagna.»
Una frase, portando uno dei più piccoli tentacoli ad indicare la contendente.
Una carica feroce animata da grida di rabbia e lame che volano al vento.
Un occhio che si chiude, tanto bramoso da rimpiazzare il sole
Un umana, il cui unico peccato era quello di aver partecipato al Leviathan.

Una sola fine dei giochi.

Inferi Sententia

U  225ReC225 V
M     50AeV;50 I
A    80PeRf250 R
N 145PeRm200 U
O 100CaeM125 S



Basso 6%; Medio 12%; Alto 24%; Critico 48%



Status fisico: Praticamente illeso (0/16)
Status mentale: Leggero affaticamento (basso; dovuto all' apertura dei tentacoli)
Energie: 64% - (12% + 6%) = 64% - 18% = 56%
Abilità passive: Geneticamente superiore : Passiva di dominio (Mente lucida I)
Abilità utilizzate:
La pace più sicura sarà all' ombra delle nostre spade:
Deus Ex Machina apre i suoi due tentacoli da combattimento e quattro tentacoli meno lunghi per formare una barriera di carne più dura dello stesso adamantio tramite l' utilizzo della forza vitale dei cadaveri assorbiti durante la sua evoluzione nel corso delle ere. Lo "scudo" assumerà la forma di una parabola e mostrerà i corpi delle vittime ancora in vita i quali potranno parlare, seppur in un grande stato di agonia.
Consumo di Energia:Basso + danno psionico Basso (Medio)

Living Dead:
L' Inferi Sententia, sfruttando le sue spore, può rianimare i caduti in battaglia trasformandoli in vassalli totalmente asserviti al suo volere.
La tecnica ha natura di evocazione e richiama sul campo da uno a tre organismi infetti armati di due lame al posto delle braccia poco più lunghe di un femore umano.
La potenza della somma degli abomini richiamati sarà pari a Basso e di un grado energetico inferiore a quello del proprio evocatore. Resteranno sul campo di battaglia per un totale di due turni, svanendo al termine del secondo o prima, al desiderio del caster.
I mostri evocati saranno gestiti dal caster e non andranno trattati autoconclusivamente.
Consumo di energia: Medio

Note: Scusa per il ritardo, ma tra blocchi e scuola non saprei a chi odiare di più.
Allora: uso la tecnica difensiva per pararmi sia dai tuoi tentacoli che dall' assalto in stile pirata, fermando il nastro di stoffa.
Una volta parato usa la pergamena living dead (scheletro rianimato) per evocare tre mostri (Almeno questi sono umanoidi e non hanno tentacoli, non ti preoccupare!) i quali una volta che la pergamena rising darkness (costellazione) tenta di colpirti, ti si lanciano addosso, menando fendenti random.
L' occhio si sta socchiudendo perchè ormai l' effetto di "the holy see" sta svanendo (che rimaiolo che sono :v: )

Bene, a te la tastiera (e scusa ancora per il ritardo).

 
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view post Posted on 19/5/2012, 13:44




CITAZIONE
Legenda:
pensato
parlato
pensato Mary
parlato Mary
pensato "Regina"
parlato "Regina"
voci esterne

jpg



Puntò i piedi in avanti.
L'aria calda della sala le si appiccicava addosso mentre volava verso la testa della piovra gigante, brandiva la spada con una mano e con l'altra stringeva il lembo di soffice stoffa purpurea come fosse un acrobata intento a compiere gesta memorabili, di fronte ad una folla entusiasta. Non fu facile fermare la spinta, davanti a lei si formò una barriera che celò l'enorme cranio e, per una frazione di secondo, il panico di schiantarvisi contro la investì come una pugnalata al cuore.
Ma cosa diavolo era? Sembrava la carcassa di una donna, il corpo deformato si mostrava ricoperto da brandelli di carne, vi erano filamenti sanguinolenti che la imprigionavano come una gabbia, aggrovigliati su loro stessi.

«Ti prego, ti scongiuro! Vai via di qui, non aspettare neanche un attimo!»

Sussultò e quasi perse contatto con il lembo si stoffa cui si reggeva, arrivò così vicino da sentire il monito di quella "cosa" così intriso di disperazione e dolore da provocarle una fitta al petto. A lei, che della indifferenza aveva fatto un personale vessillo di vita.
Puntò i piedi in avanti.
Per non finire fra le braccia di una creatura morta ma ancora costretta a mostrare un corpo dilaniato.
Per non rimanere imprigionata in quel miasma di sangue e pelle.
Per non perdere il filo di lucidità che ancora la faceva andare avanti, nonostante l'abominio che si trovava a dover fronteggiare.
L'impatto non fu duro come credeva, la barriera sembrava elastica, piegò le ginocchia e si spinse il più lontano possibile, sforzandosi di soffocare il disgusto che le stringeva e strizzava lo stomaco come una centrifuga. Inghiottì più volte e lasciò la presa, ricandendo a qualche metro di distanza dal mostro.
Respira. Respira. Respira.
Quando la situazione si fa grave vi sono due possibilità di reazione. Chi mostra un cuore impavido e grande sicurezza nei propri mezzi non si lascia andare ma mantiene una forte carica ottimistica, certo di riuscire a superare ogni ostacolo con la fierezza di un leone. A testa alta. Chi non vede altro che buio lascia che la speranza lo abbandoni, il cuore smette di battere prima ancora di trovarsi di fronte alla Morte, quella vera, la forza scompare e con essa anche l'ultimo singulto di vita.
Era più o meno così che si sentiva. Non perchè temesse di non riuscire a farcela ma perchè aveva capito che cosa alimentasse l'enorme pianta tentacolare. Ella si nutriva di vita altrui, era un parassita che succhiava la linfa vitale di vittime innocenti, i corpi straziati rimanevano incastrati fra le spore dei suoi tentacoli e godeva a mostrarli in pubblico.

"Mostro. MOSTRO!"

Urlò con quanto fiato aveva in corpo, la voce le raschiò la gola come carta vetrata. Era disgustata, neanche la più indifferente delle creature avrebbe potuto osservare una scena del genere fischiettando. Avrebbe voluto seguire il monito della morta, scappare lontano da quello schifo e provare a dimenticare. Ma anche quando l'ultimo anelito di speranza ti volta le spalle, c'è ancora una cosa che rimane: lo spirito di sopravvivenza. Inconscio, irrazionale, incontrollato. Sopravvivere al ricordo di quello scontro sapendo di aver posto fine alle mostruosità di quella creatura abominevole era il pensiero fisso che rimbombava nei meandri del suo cervello. L'unico pensiero.

«...Dove eravamo rimasti? Esatto, ti stavo per uccidere!»

Fu la voce della piovra o il rumore di ossa rotte e grida soffocate a ridestarla? Non seppe dirlo con sicurezza, quando alzò lo sguardo sulla piovra la barriera era scomparsa, il grande cranio se ne stava lì, placido, e davanti a lei tre esseri venuti dal nulla le si stavano scagliando contro, avevano un aspetto quasi umano - almeno si reggevano su due gambe - e lame al posto delle mani.

Mi sento quasi sollevata!

Io voglio andare a casa.

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Nel soffitto costellato da brandelli di stoffa bruciati, il filo purpureo se ne stava lì, ondeggiando lievemente. L'occhio ormai semichiuso pareva in proncinto di addormentarsi ed un globo infuocato trapassò come una cometa le rosse pezze per schiantarsi su di lei. Rinfoderò la spada ed inarcò la schiena all'indietro, le labbra si aprirono quel tanto che bastava per lasciar passare un respiro spinto. Soffiò verso l'alto fino a svuotare i polmoni ed un fiotto di aria gelida come il suo cuore si sparse nell'aria, solidificandosi in una barriera ghiacciata. La palla di fuoco esaurì la sua corsa contro questa, i due elementi si scontrarono generando condensa. Il muro gelido riuscì a parare alcuni fendenti degli esseri prima di dissolversi ma altri la raggiunsero alle gambe ed ai fianchi. Tentò di proteggersi con lo scudo mentre il dannato spirito di sopravvivenza continuava ad urlare dentro di lei con forza indicibile.

"Ritenta, sarai più fortunato"

Gridò alla volta del mostro, aveva il respiro corto ma si sentiva stranamente tranquilla. Così tranquilla che prese ad intonare una nenia infantile.

"C'era una volta un quacchero
vestito di pelle di bufalo,
faceva ballar le piattole
sull'uscio di birignoccole"


E mentre si spostava di lato per evitare un fendente al fianco sinistro, slacciò il boomerang laminato e lo lanciò contro uno dei tentacoli principali della piovra, nel tentativo di tranciarlo di netto.



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Status fisico ~ dolore fra collo e spalla sinistra - leggere ferite a gambe e fianchi corrispondenti ad un danno basso
Status psicologico ~ profondamente disgustata dal proprio avversario
Energia ~ 91% - 20% - 10% = 61%
Armi ~ boomerang legato alla cintola ~ spada Snow Queen nel fodero ~ ombrello scudo
Passive in utilizzo
~ I n e r z i a [abilità razziale Controllo Energetico]
~ M a n i a [Discerimento di illusioni e tecniche psioniche - 1° livello dominio Mente Lucida)
~ A c c a n i m e n t o [Difesa psionica passiva, protegge da ammaliamenti psionici passivi - 2° livello dominio Mente Lucida]
~ To r m e n t o [Immunità al dolore psionico, il possessore può mantenere sempre la propria lucidità - 3° livello del dominio Mente lucida]
~ Cristallo della Conoscenza [abilità passiva di metagame, permette l'utilizzo del 3° livello del dominio]
Attive in utilizzo
~ I n c o m u n i c a b i l i t à
~Blowing Snow~
La personalità della Snow Queen è molto spiccata e trattandosi di una "Regina" ella ritiene essenziale mantenersi integra, in vista del futuro (ed immaginario) riconoscimento pubblico del rango che le compete. La neve, il ghiaccio costituiscono gli elementi naturali cui ama contornarsi, per mantenere inalterato il freddo glaciale che alberga nel suo cuore. Aspid, pertanto, è in grado di rendere vano un qualsiasi attacco fisico/magico semplicemente soffiando davanti a sè. Il soffio genera aria fredda che si solidifica all'istante, assumendo le fattezze di una lastra di ghiaccio che funge da barriera, proteggendola. I suddetti attacchi si infrangono, dunque, contro la barriera, esaurendo ogni potenziale offensivo abilità personale difensiva a consumo variabile, incide sulla PeRM
~ C h i m e r a
~Mary’s song~
La mente umana, per certi versi, appare come un oggetto misterioso. Impossibile ingabbiarla con briglie intrise di generalità, utopico canonizzarla nel tentativo di individuare una manciata di elementi comuni. Ognuno ha il suo
modo di pensare, ognuno è diverso, unico, inscindibile. Chi può dire se un pensiero è "normale"? Chi si arroga il diritto di giudicare la sanità mentale di un individuo? Quando una scelta dettata dalla mente può essere intesa come sana e quando varca il confine della instabilità? L'insana riesce sempre a trovare una via d'uscita, che si tratti di tentativo di lotta per la sopravvivenza o di calma rassegnazione di fronte ad un destino avverso. Le vie verso la salvezza, di qualunque essenza questa sia, sono sempre infinite, basta percorrerle con il sorriso sulle labbra. E non vi sarà più sofferenza. Aspid alza lo sguardo e sorride. Un movimento sghembo delle labbra, accondiscendente. Ma che nasconde l'insidia. Un movimento sghembo delle labbra, accondiscendente. Ma che nasconde l'insidia. Con un consumo di enegia pari a medio ella inizia a canticchiare una nenia infantile, che non sarà sempre uguale, e la sua voce viene percepita dalla mente avversaria come un tarlo che si insinua suadente, La vittima viene soggiogata dalla vocina musicale, che la riporta all’epoca infantile: ella inizia a comportarsi come un bambino. Dura un turno ma viene contrastata da una difesa equivalente abilità personale attiva, consumo medio.

_____________________________________________
ReC 350 ~ AeV 200 ~ PeRF 150 ~ PeRM 225 ~ CaeM 225
_____________________________________________



Note ~ ~ Mi proteggo dalla palla di fuoco con la tecnica difensiva personale Blowing Snow a consumo variabile (in questo caso alto). Alcuni fendenti delle creature evocate mi feriscono alle gambe ed ai fianchi mentre altri impattano
contro la barriera. Utilizzo la tecnica personale Mary's Song a consumo medio e lancio il boomerang contro uno dei tuoi tentacoli principali, nel tentativo di tranciarlo.
A te!

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view post Posted on 22/5/2012, 20:16
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Memento mori.
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Io ho combattuto dei... e demoni.
Io ho consumato un' intera galassia di carne, mente e ossa,
Io sono il vostro errore più grande.
Io sono il ragnarok.


Niente ferma il destino
Niente ferma il destino


png

Dove se non lì, nella città insonne?
Quando se non durante l' ennesima edizione del Leviathan?
Perché se non per pura fame?
Come se non grazie al suo irrefrenabile istinto omicida?
Molte domande, poche risposte. Un' idiota che non conosceva la vera disposizione delle carte in tavola gli stava davanti, gli dava del mostro.
Lei, un umana.
Lei, che condivideva le stesse sembianze di coloro che lo avevano creato.

I suoi mostri le stavano addosso, come un branco di zanzare una volta trovata una preda succosa, ma lei lo guardava con disgusto, gli urlava contro.

MOSTRO! MOSTRO! sibilava, scandiva ad alta voce, urlava.

No, inaccettabile. Non conosceva i fatti, quei fatti che lo avevano portato lì davanti a lei, quei fatti che spiegavano la sua nascita.
Lei non sapeva nemmeno con chi stesse parlando.

Mostro, IO? urlò con voce rabbiosa.
Tu non conosci niente! Siete voi che mi avete creato, voi luridi vermi!
Voi volevate fossimo le vostre armi, la vostra armata personale.
Voi, voi esseri dannati giocavate a fare DIO, ma qualcosa vi è sfuggito di mano.
Si fermò un attimo, in preda alla rabbia sbatté violentemente un tentacolo sul palcoscenico, creando un enorme crepa nel legno, spaccandolo come se fosse una foglia secca.
Avevate bisogno di armi per sconfiggere i vostri nemici: NEMICI DELLA VOSTRA STESSA SPECIE.
Il vostro problema era la non accettazione dei limiti: pensavate di essere piccoli DEI.

Si fermò un momento apparentemente per riprendere il normale andamento dell' apparato respiratorio, il quale lentamente iniziava a scombussolarsi per la troppa pressione causata dalla rabbia.
Riprese ancora un volta fiato per un altro lungo, interminabile momento.
Riaprì le fauci. La sua voce sembrava provenire da più bocche, sembrava un coro.
Un coro di morte.
Ecco cosa vi ha portato alla rovina, ecco cosa vi ha annichiliti: la vostra INSAZIABILE sete di POTERE.
Noi abbiamo a lungo osservato ciò che ci spettava di DIRITTO, ciò che ci spettava come ESSERI VIVENTI.
Ma no, voi ci avete negato tutto.


Scosse la testa, quasi per darsi una frenata, e riguardò l' occhio che si stava ormai chiudendo. No, non ora. pensò.
Fortuna che lo ebbe notato.
O sfortuna: dipende dai punti di vista.
Era ormai troppo concentrato per badare alla sua avversaria, troppo focalizzato sull' imminente chiusura dell' occhio, che avrebbe dovuto riaprire nello stesso momento in cui fosse completamente sparito.
Aveva previsto quel momento, aveva previsto sin dalle prime note dell' incontro che l' occhio si sarebbe chiuso, mettendo in vantaggio la sua avversaria. Aveva già pianificato tutto: La sfera incandescente che scendeva in picchiata dalla volta celeste, le sue creature che tentavano di tenerla occupata, mentre il loro padrone aspettava impazientemente la chiusura dell' occhio.

Ed ecco, finalmente (o quasi), come per magia l' occhio era svanito. L' inferi sententia, pronta come un colto studente prima di un esame, fece riaprire l' occhio in un battito di ciglio il quale tornò a brillare ed irradiare il mostro di quella strana aura verdognola.

png

Il suo grande cranio si rifocalizzò alla volta della sua nemica, quella dannata donna che osava dargli del mostro.
Odiava profondamente gli esseri stolti come lei, tanto da perdere la ragione, come uno scienziato una volta che il suo ennesimo esperimento diventa un fallimento e gli fa passare dei grandi guai i quali lo porteranno in un secondo momento ad atroci conseguenze.

Ritenta, sarai più fortunato.
Probabilmente non aveva notato che l' occhio si fosse riaperto: tanto meglio.
All' improvviso la sua avversaria si calmò, come se non avesse più un mastodontico mostro che tentava di renderla un cumulo informe di carni maciullate, ed inizio ad intonare una strana quanto intrigante melodia, che penetrava l' apparato uditivo dell' inferi sententia come un proiettile, facendolo sentire e comportare come un cucciolo umano.
Buio, non vide altro. Un' altra personalità emerse da quel gigantesco involucro.
Una personalità... infantile.

Scosse la testa più volte. No, no! diceva, mentre inesorabilmente quel piccolo bimbo idiota che era in lui emergeva.
Buongiorno bella signorina, mi scusi se il mio amico la ha trattata alquanto male. Conosco un bellissimo gioco che però lo stesso mi ha insegnato... vorrebbe giocare con me? Si interruppe: Forse da quel corpo fuoriusciva una voce troppo cattiva? Certo che no... era una creatura tanto dolce!
Immaginò un sorriso nel volto della ragazza prima che quest'ultima, una volta schivato il fendente di uno dei suoi amici lanciò il suo grande boomerang, atto a recidere il tentacolo.
Oh... Sì, sì! Ho in mente un gioco bellissimo: Stia a vedere!
Amava chiamarlo "Xanatos gambit", una situazione dal quale chi ci fosse caduto non potesse scappare.
Un problema impossibile da risolvere, insomma!
Piantò il tentacolo sinistro a terra, mentre il grande tentacolo destro, che probabilmente agli occhi della signorina pareva un po' troppo grosso, venne posto parallelamente al boomerang, in modo che esso non potesse tranciare il tentacolo, bensì incastrarsi tra la spessa carne del mostro creando una sorta di falce di fortuna.
Ma no, così non sarebbe rimasto attaccato a lungo! Serviva risanare in fretta la ferita, in caso contrario sarebbe potuto cadere, lasciando in imbarazzo la povera Inferi sententia.
Ecco lo scopo del tentacolo sinistro: Risanare la ferita, in modo che il boomerang della sua amichetta rimase incastrato ancora per un po'.
Però fa male! Si poteva quasi udire piangere il grande mostro, ormai tornato ad una mentalità da infante, mentre il tentacolo sinistro assorbiva i materiali dediti alla sua rigenerazione.

Aia, aia! Esclamò, quasi reclamando che la sua amica le desse un bacino sul tentacolo ferito.
Ho fatto, ho fatto! Urlò felice, quando la ferita si risanò abbastanza da mantenere l' arma avversaria incastrata.
Bene: stia ferma e guardi che cosa le combino ora!
Era serio.
Una volta tornato normale l' avrebbe probabilmente squartata, lacerata e divorata per la vergogna e l' offesa subita.

L' inferi sententia tirò fuori il tentacolo sinistro mentre le tre creature si disponevano in modo da formare un triangolo equilatero intorno alla sua avversaria, caricandola poi con i loro grossi e morbidi fendenti.
Ed eccolo, il momento di brillare era arrivato: Si diede uno schiaffetto sulla guancia con uno dei suoi tanti tentacoli, per poi slanciare il tentacolo destro verso le gambe dell' avversaria nel tentativo di toglierle di mezzo.

Chissà, magari senza gambe a quella bella signorina sarebbero cresciuti dei tentacoli!

Inferi Sententia

U  225ReC225 V
M     50AeV;50 I
A    80PeRf250 R
N 145PeRm200 U
O 100CaeM125 S



Basso 6%; Medio 12%; Alto 24%; Critico 48%



Status fisico: Grossa lacerazione che passa il tentacolo da parte a parte Medio + basso (Alto - basso dovuto ad abilità attiva di rigenerazione)
Status mentale: Ragionamenti da infante (momentaneo)
Energie: 56% - (12% + 12%) = 32%
Abilità passive: Passiva di dominio (Mente lucida 1)
Abilità utilizzate:
La sconfitta non può essere nemmeno presa in considerazione:
Perforando la terra con il tentacolo sinistro, Deus Ex Machina può assorbire i materiali adibiti alla sua rigenerazione tramite l' osmosi utilizzando delle piccole radici nel suo tentacolo sinistro.
L'osmosi consiste nel trasferimento di molecole (o meglio ioni) da una soluzione più ricca di ioni a una più povera.
Le sostanze di solito assorbite sono sali minerali e acqua, ma altre sostanze possono essere convertite all' interno del tentacolo.
Dato l' alto livello evolutivo di Deus Ex Machina, questi può controllare l' effetto osmosi a suo piacimento e con degli sforzi appena percettibili assorbe molta più materia di una normale pianta.
Questa abilità ha lo scopo di curare l' utilizzatore. Il danno curato sarà sempre inferiore al livello di energia spesa.
Consumo di Energia: Variabile Medio

The holy see: La tecnologia può essere una buona risorsa, ma una volta unita ad una buona dose di energia oscura può risultare letale.
Anche il caso fa sempre la sua parte, per carità.
Illidan, sfruttando il potere dell' avatar assorbito anni or sono è capace di alterare le condizioni climatiche del campo di battaglia, favorendo l' ambiente alle sue evocazioni e a se stesso.
Infatti, spendendo una parte delle sue energie, Illidan trasformerà il sole in un grande occhio dalla pupilla felina che scruterà il campo di battaglia, in attesa della sua stessa fine.
L' occhio, intriso dell' energia oscura fornita dal Deus Ex Machina, irradierà le sue evocazioni con una fioca luce verdognola, conferendole lo stesso livello energetico dell' evocatore, ed il corpo dell' Inferi Sententia, che si potrà trasformare nonostante la luce solare.
Il grande bulbo oculare sparirà al termine del secondo turno, o quando la volontà del suo padrone glielo imporrà.
Consumo di energia: Medio [pergamena Pioggia di sangue]
Note: Grazie maggio! Grazie alle tue FACILMENTE PREVEDIBILI piogge ora ho la febbre.
Allora: Il discorso è abbastanza confuso perché, ovviamente, l' inferi sententia è abbastanza arrabbiata (sei riuscita a toccare un nervo scoperto).
poco prima di diventare un completo ritardato il mio mostriciattolo riapre subito l' occhio felino, che evita la sua de-trasformazione in umano.
Ecco, una volta che la tua tecnica fa effetto posiziono il tentacolo in modo che sia parallelo al tuo boomerang, così da farmi infilzare. Dopodiché uso la tecnica di cura per risanare la ferita abbastanza da tenere il tentacolo infilzato ed utilizzarlo per tranciarti le gambe. Una delle evocazioni tenta di infilzarti da dietro, le altre due mirano ai reni.
A te, io vado a riempirmi di sonniferi!
P.S.: Ah si, se non capisci delle cose nello scritto (perché lo so di aver partorito un obrobrio :8D: ) non esitare a contattarmi.
P.P.S.: Le frasi iniziale sono pescate dalla stessa scena free che citavo qualche post fa.

Edit 23/05/2012 : corretti alcuni errori ortografici





Edited by Chomp - 23/5/2012, 18:48
 
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Aspid
view post Posted on 26/5/2012, 16:07




CITAZIONE
Legenda:
pensato
parlato
pensato Mary
parlato Mary
pensato "Regina"
parlato "Regina"
voci esterne

jpg



Stava perdendo sangue.
Rosso, brillante, caldo e ferroso, usciva in rivoli disordinati dai tagli che le tre creature evocate dal mostro tentacolare le avevano inflitto. Assurdamente si dispiaque di aver sporcato il pavimento della grande sala da ballo, avrebbero dovuto strofinare parecchio per permettere la ripresa degli spettacoli . Le volteggiarono davanti i volti dipinti delle due dame che l'avevano portata lì, rivide la loro camminata lenta ma frenetica, richiamò alla mente l'odore profumato del panno umido e lo sguardo dei Corvi la trafisse nuovamente infondendole quel reverenziale timore tipico di chi sa di rappresentare una forte aspettativa. Avevano toccato un tasto dolente, tutta la sua vita era un continuo croviglio di tentazioni confinate da limiti invalicabili, lo spirito libero che gridava, dentro di sè, si forgiava di abili menzogne, ogni azione era tesa a dimostrare qualcosa che ancora non riusciva ad afferrare ed ogni volta che cercava di evadere da schemi preconcetti, non riusciva a spiccare il volo, come se vi fosse una forza invisibile che la tenesse ancorata a quel corpo di giovane donna. Di certo si trattava di qualche retaggio del passato, episodi che si erano dissolti senza lasciare traccia, circostanze vissute ma opportunamente dimenticate. Perchè? Che cosa vi era stato di così atroce nel suo passato?

"Mostro, IO? Tu non conosci niente! Siete voi che mi avete creato, voi luridi vermi! Voi volevate fossimo le vostre armi, la vostra armata personale. Voi, voi esseri dannati giocavate a fare DIO, ma qualcosa vi è sfuggito di mano. Avevate bisogno di armi per sconfiggere i vostri nemici: NEMICI DELLA VOSTRA STESSA SPECIE. Il vostro problema era la non accettazione dei limiti: pensavate di essere piccoli DEI. Ecco cosa vi ha portato alla rovina, ecco cosa vi ha annichiliti: la vostra INSAZIABILE sete di POTERE. Noi abbiamo a lungo osservato ciò che ci spettava di DIRITTO, ciò che ci spettava come ESSERI VIVENTI. Ma no, voi ci avete negato tutto."

Oh oh, lo hai fatto tanto arrabbiare. Tanto tanto.

Uno sfogo sbagliato. SBAGLIATO. Sbagliato nei suoi confronti, cosa ne poteva sapere lui? Lei non aveva alcuna insaziabile sete di potere, non pensava di essere una piccola Dea.

Parla per te cara.

Improvvisamente provò una grande pietà per la creatura, le aveva rinfacciato la propria essenza senza considerare la questione dal suo punto di vista. Ciò che si trovava di fronte, per quanto potesse infondere disgusto e ribrezzo, era finto, una infima creazione di chi aspirava ad essere più intelligente degli altri. Non era quella, in fondo, la natura umana? Nessun uomo si beava di avere un'anima fraterna, ogni persona si agitava, sgomitava e scalciava per emergere dalla massa. Non si trattava di una necessità vitale, l'ideale supremo non era rappresentato dalla sopravvivenza ma dall'orgoglio, dalla superiorità, dal desiderio di essere migliore. Il migliore. E per raggiungere il vertice ogni mezzo era consentito, lecito ed illecito, leale e sleale. Erano davvero nemici della loro stessa specie, si battevano per gli scopi più bassi, vomitando sul bene più prezioso che si potesse mantenere in quel mondo: la vita.

Oh, quanti pensieri inutili, c'è chi può e chi non può. E' assurdo anche solo carezzare l'idea che una Regina possa collocarsi sullo stesso piano di uno schiavo. E questa immonda creatura altro non è che un servitore di chi l'ha generato. Solo la morte lo renderà libero. Uccidilo e gli regalerai il bene più grande.

UCCIDILO.UCCIDILO.


fancycurvesmd


La parola prese a vorticarle in testa, quasi non si accorse dell'occhio, la palpebra ormai semi chiusa si riaprì di scatto e la pupilla tornò piena e vigile. Lo sguardo si fissò sul boomerang, ne seguì la scia con trepidante attesa, si rammaricò quando la piovra tentò di pararsi con l'altro tentacolo, il destro ma le lame penetrarono comunque nella carne, provocandole una lunga ferita. Attese il ritorno dell'arma ma, per qualche strano scherzo del destino, il boomerang rimase incastrato fra le pieghe della pelle coriacea.

"Maledetta bestia, ti strapperò quei dannati tentacoli come fossero fili d'erba!"

Parole di rabbia, di impotenza di fronte a qualcosa che non riusciva a catalogare. Meglio cento uomini ma prevedibili nella loro natura che un mostro dalle risorse inimmaginabili. La nenia era riuscita a penetrare in profondità, i pensieri erano mutati ma l'aggressività era rimasta la stessa, la piovra riusciva comunque ad imbastire una strategia sensata. Sfoderò la Snow Queen, mirando fendenti disordinati alla volta dei tre semi umani che le stavano intorno, era furiosa, dannatamente furiosa. La vena sul collo le pulsava come una mandria di cavalli al galoppo,davanti a lei si generò una lingua scura che divenne sempre più compatta, alimentata dal furore che sprigionava lo sguardo rabbioso, fino ad assumere le sembianze di un'enorme testa di serpente. L'apparizione assorbì i colpi delle due evocazioni che aveva di fronte, la terza la colpì appena sopra le natiche, costringendola ad avanzare di qualche centimetro, inarcando la schiena. Il suo boomerang non accennava a districarsi, anzi, la piovra le rivoltò contro la sua stessa arma, spazzando il pavimento, le lame fuoriuscivano dalla carne come pugnali affilati.

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Alzò lo sguardo al cielo, la striscia di stoffa se ne stava lì, placida, in un lento movimento orizzontale appena accennato. Si diede la spinta, cercando di afferrarla con la mano libera, per evitare il tentacolo.
Le dita si aggrapparono alla stoffa purpurea come artigli ma la lama dentellata le squarciò un polpaccio prima che potesse evitarla. Rimase a penzoloni ad urlare di dolore, ancora rivoli di sangue si riversarono sul pavimento, la vista le si appannò, si passò un braccio sugli occhi, per portare via le lacrime di frustrazione. Adesso lo vedeva bene, in tutta la sua orrenda mignificenza,non era la prima volta che se ne stava appesa lassù ma solo in quel momento prese consapevolezza di quanto fosse reale.
Si guardò intorno, la signora di Yoshiwara se ne stava lì, da qualche parte, a godere dello spettacolo. La sua era una posizione privilegiata, aveva già raggiunto il proprio grado di superiorità con mezzi più o meno leciti ed ora aveva potere di vita o di morte su chi stava sotto, sulle pedine, gli schiavi. Come loro. Eppure si trovava lì per sua scelta, nessuno le aveva imposto niente. O forse anche quella era una finzione, far credere di avere alternative quando, in realtà, l'unica via percorribile è già stata tracciata. Prese ad ondeggiare, sempre più forte, sempre più convinta, mentre il pavimento sotto di lei si macchiava del suo sangue, si lanciò di nuovo alla volta del grosso cranio, con la spada sguainata, lasciando presagire una sorta di fotocopia del suo primo tentativo di attacco ma all'ultimo momento spostò il peso a sinistra, la fune purpurea assecondò il suo movimento, fintando un affondo che non si sarebbe realizzato. Inquadrò invece il dannato tentacolo che era appena alzato da terra e mirò a mezzo, un fendente da destra verso sinistra che lo avrebbe tranciato di netto, lasciando la piovra menomata del suo "braccio sinistro".



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Status fisico ~ dolore fra collo e spalla sinistra - leggere ferite a gambe e fianchi corrispondenti ad un danno basso, ferita appena sopra le natiche, corrispondente ad un danno basso, discreta lacerazione esterna del polpaccio sinistro
Status psicologico ~ furiosa
Energia ~ 61% - 5% - 5% = 51%
Armi ~ boomerang legato alla cintola ~ spada Snow Queen nel fodero ~ ombrello scudo
Passive in utilizzo
~ I n e r z i a [abilità razziale Controllo Energetico]
~ M a n i a [Discerimento di illusioni e tecniche psioniche - 1° livello dominio Mente Lucida)
~ A c c a n i m e n t o [Difesa psionica passiva, protegge da ammaliamenti psionici passivi - 2° livello dominio Mente Lucida]
~ To r m e n t o [Immunità al dolore psionico, il possessore può mantenere sempre la propria lucidità - 3° livello del dominio Mente lucida]
~ Cristallo della Conoscenza [abilità passiva di metagame, permette l'utilizzo del 3° livello del dominio]
Attive in utilizzo
~ T r i b o l a z i o n e
Terremoto in testa, terremoto fuori dalla testa. Ciò che Aspid sente a livello mentale, le voci, le grida, le discussioni, i litigi fra due presenze ingobranti ed inconciliabili, ella le vomita fuori con un minimo forzo concentrativo. Ella è in grado di generare una forza invisibile innanzi a sé che manderà a gambe all'aria tutti i suoi avversari, facendoli cadere in terra.Il bersaglio si vedrà sbalzato verso l'alto prima di ricadere in terra con forza. A seconda della personalizzazione è possibile dare alla forza una forma e un aspetto definiti, come quello di una creatura, quello di un'emanazione energetica, di un'arma simile ad una frusta o altro ancora. In fase difensiva. Questa tecnica può essere utilizzata per generare la stessa forza in modo che le tecniche fisiche dell'avversario si scontrino su di essa, bloccate come da un muro invisibile. La tecnica ha potenza Bassa e non provoca alcun danno.(Pergamena Sgambetto, consumo basso)
~ L' a p p a r e n z a I n g a n n a
Tutta l'esistenza di Aspid è apparenza. Ciò che lei mostra non è ciò che lei è realmente. E ciò che lei è realmente, la sua intima essenza, è qualcosa di inarrivabile. La sua destrezza le permette di superare avversari forti e possenti. La sua condizione di squilibrio le permette mosse imprevedibili.
La sua impulsività le permette di fregare chiunque non sia in grado di difendersi. Ella è in grado di compiere un movimento rapido per confondere i sensi dell'avversario, fargli credere che il suo attacco giungerà in una direzione quando invece progetta tutt'altro. Si tratta di una finta, nè più nè meno. Una illusione che distrae l'avversario confondendone la vista e generando l'aspettativa di un offensiva che non arriverà. Il bersaglio avrà dunque l'impressione di essere attaccato indipendentemente dalle reali azioni compiute dall'utilizzatore. (Pergamena Finta)

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ReC 350 ~ AeV 200 ~ PeRF 150 ~ PeRM 225 ~ CaeM 225
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Note ~ Mi proteggo dalle due evocazioni che ho di fronte con la Pergamena "Sgambetto", prendo il danno da quella che, invece ho dietro, come prendo pure il danno fisico causato da tentacolo + boomerang, seppur attenuato dal salto (per inciso non mi si tranciano le gambe). Mi aggrappo di nuovo al lembo di stoffa, mi lancio verso di te e utilizzo la Pergamena "Finta". Punto il tuo cranio ma all'ultimo mi sposto a sinistra menando un affondo da destra verso sinistra al tuo tentacolo sinistro, esattamente in mezzo. Per te ovviamente l'affondo arriva da sinistra verso destra.
Spero tu sia guarito! A te!

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view post Posted on 30/5/2012, 15:18
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Memento mori.
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Li sentiva.
Li sentiva tutti mentre quell' idiota controllava il suo corpo.
Sentiva Belphegor dargli del debole, sentiva i fendenti del Cousland sulla sua stessa pelle.
Sentiva i mostri di Gik strappargli la carne, sentiva le pallottole di Jack penetrargli il cranio.
Sentiva la spietatezza dello sguardo di Rekla.
Sentiva il BISOGNO di ucciderli. Di divorarli tutti.

Era nel buio più totale, non vedeva niente.
Una, due, cento luci si accesero di colpo, rivelando una grandissima arena di color tecnologia, così chiamava il blu, circondata da vari meccanismi che alimentavano una prigione costituita da pura energia di color verdastro, la quale era sospesa a mezz' aria di qualche decina di metri.
Erano in tre nella stanza. Uno era di troppo.
Lui, nella sua forma umana, posto nella parte sud dell' arena.
Lui, quello stupido, posto a nord dell' arena
Ed infine lui, il suo trofeo, rinchiuso nella sua gabbietta.

Oh, una riunione di famiglia. Posso rimanere a fare ancora qualcosina con quella bella signorina? Disse lo stupido, senza sapere né dove si trovasse né perché era di intralcio.
L' inferi sententia lo squadrò: Era alto come lui, i capelli erano della stessa lunghezza ed il volto pareva uguale al suo.
Allora: lo levi dalle palle o mi devo sorbire un altro pazzoide qui dentro? Disse il suo trofeo, prendendo in mano una catena di ferro legatagli al collo.
La vedi questa? Credo basti. Parole buttate al vento, ormai non gli prestava più attenzione. Doveva ringraziare il fatto di essere solo un mezzo per alimentare l' Inferi sententia.
Lui, quello vero, prese la pistola e puntandola alla testa dell' intruso si incamminò verso di lui.
Non mi interessa chi o cosa sei...
Un passo.
...del resto anche io sono qualcosa di strano. Non ti posso biasimare.
Un altro ancora.
Come puoi vedere, però, siamo già pieni.
Era ormai a qualche metro di distanza da quell' essere inutile.
E ti devo dire una cosa...
La pistola attaccata alla sua fronte.
Il suo solito sguardo spensierato.
Vivere qui dentro è abbastanza difficile...
Presse il grilletto.
Come il soldato che uccise Charles XII di Svezia.
Come Gavrilo Princip, prima di scatenare la prima guerra mondiale.
Come un umano.
...senza la tua fottuta parlantina.
Il suo alter ego idiota era in una pozza di sangue, con un buco nella fronte ed il suo solito sorriso da ebete.
Litighi anche con te stesso. Non ti fai pena?

png

Here i lie forever,
sorrow still remains.
Will the water pull me down and wash it all away?
I can hear the devil call my name.


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Si risvegliò dal tanto profondo quanto breve sonno per assistere ad uno spettacolo tanto macabro quanto utile: aveva una lama conficcata nel tentacolo sinistro, come una spada nella roccia.
Allora non è così stupido pensò sorridendo mentre girava il grosso tentacolo ammirando la purezza di quel boomerang.
Faceva male, faceva veramente male.
Nemmeno il tempo di osservarlo che quella dannata si stava già scagliando su di lui su quell' altrettanto dannata striscia di stoffa.
Probabilmente quella donna non aveva molto a cuore la sua vita.
Probabilmente la considerava effimera.
Probabilmente voleva trovare la morte contro L' inferi sententia.
Probabilmente era solo una povera anima in pena.
Sicuramente aveva fallito nel trovare l' avversario giusto. Illidan quel giorno non avrebbe fatto vittime in nome di un torneo del genere.

La vedeva arrivare, con il braccio alzato pronto a fendere parte del suo cranio ed arrecargli gravi danni dove la sua corazza non poteva resistere in modo eccelso.
Alzò il tentacolo destro, portandolo all' altezza della fronte in un momento di panico.
Non sentì niente, solo un grandissimo bruciore al tentacolo sinistro: la triste donna era quasi riuscita a recidergli un tentacolo, provocando un grosso squarcio su quella che sarebbe presto tornata la sua gamba sinistra.
Cinque, dieci, venti? No, non gli interessava quanti centimetri fosse profonda o lunga la cicatrice che avrebbe preso il posto di quel grande squarcio.
Voleva solo vederla morta. Voleva veder morti tutti i dannatissimi esseri umani di quel dannatissimo pianeta. Non oggi, presto pensò.
Sorrise, incurvando le fauci nel vano tentativo di farlo notare alla sua avversaria, ancora appesa su quel filo rosso sangue.
Quindi, scattante come un umano prima di morire, recise il pezzo di stoffa sul quale era appoggiata la contendente con la lama del boomerang, tentando di sbatterla a terra.
Per l' ultima volta.
«Perché dovrei abbassarmi al vostro livello e ucciderti?» le diceva, con tono quasi autoritario.
«La tua mente, il tuo corpo.» Puntò un tentacolo verso di lei, facendolo scendere lentamente per il corpo della ragazza, rimanendo a qualche centimetro di distanza dalla sua pelle.
«Siete inutili.» Rise, rise per commemorare quell' evento, per aver fatto incazzare l' ennesima umana.
Chiuse l' occhio che in cielo oziava: non aveva più alcuna utilità.
Il corpo del viscido mostro si restrinse. Era pelle quella che cominciava a ricoprire il suo corpo.
Era angoscia quella che cominciava a ricoprire la sua mente.
Era davvero giusto ciò che faceva? Ciò per cui combatteva?
Non lo sapeva. Faccio solo il mio dovere continuava a ripetersi ogni notte, prima di cena.
Li risentì di nuovo, tutte le persone che aveva incontrato prima di allora. Avevano tutti un legame tra di loro.
Avevano un perché, chi moralmente giusto e chi moralmente sbagliato.

La guardò, con i suoi occhi umani.
Le parlò, con la sua bocca umana.
«Hai mai sentito le farfalle nello stomaco?» Disse, mentre piccoli mostri si ergevano dal terreno tutti intorno a lui.
«Amore... è così che lo chiamate?» disse, mentre raccoglieva la pistola a qualche metro di distanza dalla sua avversaria ed i suoi servitori tentavano di circondarla per poi aggrovigliarsi alle sue gambe.
«Ha davvero un senso provare sentimenti?» Era serio. Di tutte le vittime che aveva fatto nemmeno una sapeva rispondere a questo maledetto quesito.
«...Questo mondo è davvero strano, non trovi?» Non sapeva se in quella forma bipede la continuava a spaventare. L' approccio migliore era avvicinarsi a lei con parole di miele, pensava.
«Non ho più intenzione di combattere con te.» Tentò di sparare un colpo al piatto della spada, nella speranza di disarmarla. Non aveva affatto voglia di prendersi un fendente al collo mentre le parlava di pace.
«Perché dobbiamo ammazzarci a vicenda per far divertire questi buffoni?»
Le passò una mano tra i folti capelli bianchi.
«Se vuoi sconfiggermi, prendi quella spada e tagliami la gola.»
Sospirò. Una, due, sei volte.
«Se invece anche tu la pensi come me, andiamocene.»
Era un ribelle di natura e si sarebbe ribellato.
Fino alla fine.



Inferi Sententia

U  225ReC225 V
M     50AeV;50 I
A    80PeRf250 R
N 145PeRm200 U
O 100CaeM125 S



Basso 6%; Medio 12%; Alto 24%; Critico 48%



Status fisico: Squarcio al tentacolo sinistro (alto); Boomerang conficcato nel tentacolo sinistro (medio + basso)
Status mentale: Crisi d'identità
Energie: 20%
Abilità passive: Passiva di dominio (Mente lucida I)
Abilità utilizzate:
Forgotten threat : Deus Ex Machina rilascia spore dalla base del suo corpo, che penetrano il terreno infettando parti di corpo dei deceduti, trasformandole biologicamente in esseri simili a piccoli palloncini imbottiti di sostanza verdastra dotati quattro piccoli tentacoli non lunghi più di trenta centimetri. Questi piccoli mostri cercheranno di immobilizzare la vittima nel tentativo di renderla più facile colpirla. Questi esseri possono essere facilmente distrutti, sono un evocazione di potenza bassa e hanno un livello in meno di energia del proprio evocatore.
Gli arti rimarranno in campo per 2 turni ed appariranno vicini all' evocatore
Consumo di Energia: Medio
Note: Scusami per il ritardo, ma la febbre continua e i problemi sociali iniziamo a sentirsi... sigh.
Il mostriciattolo si subisce il colpo, causando un grosso squarcio al tentacolo sinistro.
Dopodiché chiude l' occhio e torna in forma umana. Si avvicina a te (questa volta senza voler farti del male) e praticamente ti chiede di boicottare l' incontro, dopo aver sparato alla tua spada, nel tentativo di disarmarti.
Se non riesci a postare magari un giorno (non in questo periodo possibilmente) potremmo fare una scena free per completare questo piccolo dialogo.
 
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Clan Toryu
view post Posted on 2/6/2012, 14:59




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Scrittura
Chomp ~ Ripeti 'sperando' due volte consecutive in una delle prime frasi, e ho notato la mancanza di un punto che rende di difficile comprensione la frase. Cadi su cose molto banali, come ad esempio iniziare la frase con "un accozzaglia", omettendo maiuscola e apostrofo. Nonostante le descrizioni siano presenti, esse sono solo abbozzate, e ti confesso che ho notato delle scelte lessicali molto felici: peccato che tu non abbia dato loro un maggior spazio. I dialoghi sono invece un tuo punto di forza. Quello nel primo post attivo, sul leviatano e tutto il resto, l'ho apprezzato davvero, ma - anche qui - cadi con un grossolano errore sul lessico, come eccezzione. Dal terzo in post in poi sei migliorato significativamente, davvero. Ho trovato molti meno errori, quasi tu abbia cominciato a rileggere i post solo da metà duello in avanti, anche se qua e la continui a tralasciare qualche apostrofo. In generale, ho apprezzato i post anche se i pensieri di Illidan non emergono se non con le frasi dei pensieri da te riportate o da lui pronunciate. Far emergere l'introspezione attraverso lo scritto non è cosa semplice, ma concede veramente un bel boost in più a qualsiasi giocatore.

Aspid ~ Scrivi bene, e le descrizioni sono davvero ben curate, basta prendere ad esempio quella introduttiva riguardante la nuova vita del tuo personaggio. L'unico appunto che posso farti - riguardo al primo post - è la troppa staticità del personaggio. A mio modo di vedere interagisce poco con l'ambiente, coi personaggi che lo abitano, con le geishe che lo infestano. Il livello di scrittura è costante, e la scelta dei vocaboli è talmente varia e precisa che sembra che tu dedichi a questo la maggior parte del tempo di redazione del post. Una cura veramente premiabile. Il tuo campo migliore, davvero: l'introspezione di Mary emerge ancora e ancora, in ogni riga, in ogni singola parola del tuo lavoro, nonostante, devo dire, verso la fine del duello hai cominciato a calare lo standard - comunque molto alto.

Chomp: 4.75
Aspid: 6.75



Strategia
Chomp ~ Conoscendomi, sai che sono più da attacco diretto, e che di conseguenza avrei sfruttato - come ho fatto nel mio duello - i due free slot concessi a chi apre il duello per realizzare un'offensiva che abbia buone possibilità di andare a segno. Tu invece non fai che creare la cornice di qualcosa che s'appresta ad arrivare e che, forse, sarà molto più devastante. Scelta poco saggia, tuttavia, e ti spiego perché. Giusto l'impiego di Pioggia di Sangue per la trasformazione - che magari avrei ritardato giustificandola interpretativamente, un po' meno l'impiego di Costellazione, che regala in tal modo un attacco a pieno potenziale (entrambi gli slot per l'attacco) alla tua avversaria nel turno seguente. L'attacco del secondo turno è buono, poco legato all'effetto prorompente di Costellazione, ma senz'altro efficace, anche se la tua Energia penalizza anche quella delle evocazioni. Sai, invece, cosa mi è davvero piaciuto? Il loro scopo. Non un mero attacco, no. Un diversivo per darti il tempo di castare nuovamente Pioggia di Sangue. Veramente ben fatto in questo campo, Chomp.

Aspid ~ Beh? Nel primo post hai fatto un errore madornale a non sfruttare entrambi gli slot in attacco. Avresti dovuto ringraziare il cielo per lo svarione di Chomp, una situazione che non ti si ripresenterà forse più nella tua vita su Asgradel: due slot utilizzabili per l'attacco nel post di risposta. Si legge: oro colato. Peccato, perché i movimenti del personaggio mi sono piaciuti, vedi la combinazione passiva / scarto laterale per evitare il tentacolo 'amichevole' e l'azione successiva, utilizzando un elemento della scenografica per gestire l'attacco (una perla, questa). Nel tuo secondo post attivo invece fai quello che devi. Difesa alta contro Costellazione e tecnica psionica per evitare che il nemico si difenda in tempo. Infine, ottima la combinazione difesa/attacco finale, in cui fingi di replicare un attacco fotocopia al precedente contro un nemico che, ricordiamolo, di regola dovrebbe pensare come bimbo, utilizzando la pergamena Finta cambiando bersaglio. Ammirevole.

Chomp: 6.75
Aspid: 6.00



Sportività
Chomp ~ Un paio di appunti: nel tuo secondo post attivo, hai usato lo scudo a Medio per parare sia attacco fisico che tecnica. Precisiamo, nulla di sbagliato o trascendentale, solo che a due azioni del tuo avversario sarebbe stato meglio rispondere con almeno altrettante azioni. Poi, quello davvero macroscopico. Dopo lo psionico che ti riduce il cervello in lecca lecca e giocattoli, ok comportarti come un bambino subito dopo averlo subito. Il problema è nel post successivo: tutto come se niente fosse successo. Qui, mi dispiace, hai sbagliato qualcosa.

Aspid ~ Nel primo post subisci l'attacco anche se non ne sei obbligata, ed era a tua totale discrezione. Nessuno avrebbe detto nulla se l'avessi evitato, ma comunque bene così. Per quanto riguarda il secondo attacco di Illidan, invece, fai esattamente quello che devi per minimizzare i danni: pari Costellazione e te la cavi fisicamente con le evocazioni che - nonostante siano tecnica - vanno affrontati come veri e propri personaggi, quindi giusto afrorntarli fisicamente, visto e considerato il loro essere meno che Eneregia Bianca.

Chomp: 5.5
Aspid: 6.00



Chomp ~ media [non aritmetica] 5.50
Aspid ~ media [non aritmetica] 6.25


L'utente Chomp viene promosso ad energia Gialla

giudice: Lul~



Edited by janz - 2/6/2012, 16:31
 
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10 replies since 26/4/2012, 19:49   497 views
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