Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Illidan Deus ex machina vs. Aspid Tentenna

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Aspid
view post Posted on 10/5/2012, 21:45 by: Aspid




CITAZIONE
Legenda:
pensato
parlato
pensato Mary
parlato Mary
pensato "Regina"
parlato "Regina"
voci esterne

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Inadeguatezza.
Una sensazione da cui fu pervasa appena varcò la porta che, dalle quinte, vomitava direttamente sul palco.
Per un breve attimo perse la cognizione del tempo e dello spazio, l’occhio fotografò il tetto di seta rossa, il pavimento vellutato, i cuscini multicolori, i petali di rosa e ciliegio. L’enorme sala da ballo le parve un imbuto in procinto di strozzarla, avrebbe di gran lunga preferito un luogo impervio ma aperto: rocce, neve, gelo, fango. In quell’enorme spazio, su un palco che aveva visto e che avrebbe visto ancora volteggiare aggraziate ballerine dal volto pitturato, su gradinate modellate dai cuscini dove si sviluppava la cupidigia dei vogliosi spettatori, lei si sentiva assolutamente inadeguata.
Si chinò fino a toccare il pavimento con un ginocchio, il braccio si allungò per raccogliere un petalo di rosa. Lo rigirò fra le mani portandoselo davanti agli occhi, si stava chiedendo se non fosse il caso di girare sui tacchi ed allontanarsi il più possibile dalla città insonne, dopotutto lei non doveva dimostrare niente a nessuno. Poi udì una voce, le arrivò nitida alle orecchie e cercò di aggrapparsi a quella per risalire in superficie.

«Mai in tutta la mia vita ho partecipato ad un edizione di questo torneo. Questo Leviathan. Sai, il leviatano solitamente è rappresentato come un essere serpentino, una creatura dall' imparagonabile forza e il più potente essere di cui il mondo abbia mai sentito parlare.»

Sbattè le palpebre, sforzandosi di analizzare il senso di quelle parole, l'espressione inebetita di chi si sta risvegliando da un sonno profondo, le labbra socchiuse, bisognose di acqua ed un enorme punto interrogativo scolpito sulla fronte.

Chi ben comincia è a metà dell’opera.

Giusta osservazione, giustissima. Il duello non era ancora iniziato e lei già partiva con un segno negativo. L’ambiente giocava sempre un ruolo fondamentale, bastava un attimo e la sua concentrazione andava a farsi benedire, dirigendosi verso particolari insignificanti o comunque meno interessanti rispetto a quello che doveva fare. In quel momento i colori e le stoffe avevano la priorità assoluta, anche se la mente ripudiava la propria indole, l’essere donna presupponeva lo studio del frivolo, seppur a livello inconscio.
Si impose comunque di rispondere, se non altro per gentilezza. Aprì la bocca per dire qualcosa, qualsiasi cosa ma di nuovo la voce del proprio avversario la bloccò, non guardò lui ma il dito che lo stesso aveva teatralmente puntato al cielo, indicando la palla infuocata che appariva e scompariva fra le strisce di seta purpurea.

Se il dito indica il cielo, l’imbecille guarda il dito

«E oggi sono qui. Per te.»

Per me?

Stai sempre in mezzo, no per te. Per me!

Il calore di un abbraccio che voleva essere amico e poi tutto cambiò. Il sole assunse le sembianze di un grande occhio felino, per un breve attimo si sentì trafiggere dal suo sguardo scrutatore, sorpresa ed incapace di abbozzare una minima difesa, la sua forza inarrestabile si insinuò dentro di lei per carpirle i segreti più nascosti. Irradiava una luce verdognola che aveva tutta l’aria di conferire linfa a colui che l’aveva generato

.

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Da spettatrice involontaria, si trovò ad assistere alla cosa più abominevole che avesse mai visto, il corpo del giovane cominciò a gonfiarsi innaturalmente, il colorito assunse una tonalità di verde più marcata, la mascella si aprì in maniera disumana ed un cranio nuovo e diverso fece capolino. E poi l’involucro, ciò che rimaneva del suo avversario, scoppiò come un palloncino gonfiato all’inverosimile, lembi di ossa e pelle schizzarono ovunque, una pioggia orribile che la investì, balzò all’indietro parandosi il volto con le mani.

Che abominio!
Un’enorme pianta carnivora! Come ha fatto a crescere così in fretta?
Mi fa senso!
Avete visto se per caso ha inghiottito un fagiolo magico?

«Immagino tu abbia paura, è da tutti Non c'è nulla da temere.»

L’enorme colosso tentacolare venne avviluppato da un ammasso di energia oscura, questa penetrò nella sua bocca e venne poi sputata verso il cielo, incendiando le stole di seta rossa.
Diamine, adesso era sveglissima. Adesso era concentrata e vigile.
E terrorizzata. Inevitabilmente e dannatamente terrorizzata.
Si strofinò gli occhi con il dorso delle mani mentre sbatteva le palpebre nell’attesa che la visione scomparisse. Che cosa le era accaduto? Quale strana malia le aveva provocato quella tremenda allucinazione? Tese le orecchie, la totale mancanza di grida e urla fra gli spettatori la convinse ancora di più che il mostro tentacolare non fosse altro che un parto della propria fantasia. Come in trance venne pervasa da sensazioni contrastanti, non sarebbe stato facile coglierne i vari significati, l’espressione del suo volto rimase come pietrificata: il terrore per ciò che rappresentava ai suoi occhi quell’essere orribile, un disgusto che le rivoltò lo stomaco, il dubbio su come affrontarlo, la determinazione di depurare il mondo da siffatti abominii, e la rabbia rivolta verso sconosciuti destinatari che le avevano piazzato di fronte una piovra gigante.

«Io sono pace... .io sono salvezza»

La cosa mostruosa continuava ad interloquire come se stessero seduti ad un tavolino sorseggiando un buon thè inglese. Pace, salvezza. Non aveva bisogno di nessuna delle due cose, il baratro in cui era scivolata non concedeva appigli, lei stessa non li cercava, in quel buco aveva trovato la sua pace, risalire avrebbe significato dolore, sofferenza, tormento. E poi chi avrebbe voluto ricevere la salvezza da quello?

“Nulla di personale ma va bene lo stesso se aspetto qualcuno di fisicamente presentabile?”

La voce non le uscì decisa ed impavida come avrebbe voluto, quel bestione era l’ultima cosa contro cui voleva scontrarsi, eppure era ancora convinta che non fosse reale. Prese a contare mentalmente gli innumerevoli tentacoli, uno di questi si avvicinò oltre misura mentre la piovra dispensava la sua pace e la sua salvezza, le avrebbe anche dato un buffetto affettuoso sulla guancia?
Lasciò che la bocca si increspasse in una eloquente smorfia di disgusto, indietreggiò ancora, allontanandosi da quel serpente bugiardo, il braccio destro si mosse verso l’elsa della Snow Queen, le dita ne imprigionarono l’impugnatura infondendole sicurezza. La sfoderò con impeto, puntandone la lama verso l’essere, tenne d’occhio il tentacolo sinistro mentre il destro fuggiva dal suo campo visivo. Controllarli tutti era impensabile, l’unica cosa che poteva fare era mantenersi ad una distanza di sicurezza, così da avere un quadro quanto possibile completo del mostro, mentre aspettava di rinsavire. Quando si accorse che qualcosa, sopra la sua testa, si stava agitando, fu troppo tardi. Tentò un balzo di fortuna ma il tentacolo destro la colpì fra la spalla sinistra ed il collo, la botta le fece perdere l’equilibrio, mantenne la presa della spada ma ruzzolò su un fianco, dolorante. Immediatamente inclinò la testa di lato, portandosi la mano sinistra all’incavo colpito.

Dannazione!

La voce le uscì in un sibilo, aveva i denti serrati. Le ci volle qualche secondo per riprendere il controllo della situazione, le parve un’infinità di tempo. Si alzò in piedi brandendo la Snow Queen, un gesto rabbioso che mostrava tutto il suo biasimo per non essere stata sufficientemente attenta. Solo allora si convinse che la realtà stesse superando la fantasia. Benchè ancora scettica, dovette convenire che lo scontro con il tentacolo era stato reale. Realissimo. Inspirò aria, nonostante tutto sapeva ancora di fiori.



Gladioli, papaveri, tulipani, gigli, iris, anemoni di campo, girasoli. Rose.
Che bello questo giardino tutto pieno di spine,
dove getto lo sguardo mi pungo.
Esce una goccia di sangue e mi accorgo di essere viva,
ma non sento dolore


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In realtà il dolore lo sentiva. Per fortuna. La botta l’aveva strappata al limbo in cui fluttuava, incosciente, ricolma di convinzioni che non avevano alcun riscontro nell’ambiente che la circondava. Venne risucchiata con violenza, il tempo degli indugi era terminato, aveva di fronte un mostro e doveva abbatterlo se voleva uscire da quella sala sulle sue gambe.



Non devo avere paura.
La paura uccide la mente.
La paura è la piccola morte che porta con sé l’annullamento totale.
Guarderò in faccia la mia paura.
Permetterò che mi calpesti e mi attraversi.
E quando sarà passata, aprirò il mio occhio interiore
e ne scruterò il percorso.
Là dove andrà la paura non ci sarà più nulla.
Soltanto io ci sarò



Piantò lo sguardo sul mostro, gli occhi ridotti a due fessure infuocate.
Sul terreno comparvero una mezza dozzina di fruste ed aghi scuri, affilati ed appuntiti, alcuni si muovevano sinuosamente come neri serpenti carezzando il pavimento, altri danzavano nell’aria creando solide spirali. Avanzavano all’unisono verso i tentacoli più potenti del mostro, nel tentativo di colpire, trafiggere, lacerare, distruggere. Alzò la testa, l’occhio se ne stava ancora lì, invadente giudice di quel duello che stava muovendo le battute iniziali. Notò un nastro di stoffa che pendeva dal soffitto proprio sopra la sua testa, rinfoderò rapidamente la spada, prese la rincorsa per agguantarlo con entrambe le mani, il dolore al collo le diede una scossa ma strinse i denti, confidava nel fatto che i mostruosi tentacoli dell’essere rimanessero impegnati a difendersi dalle fruste. Lasciò per un attimo la presa con il braccio destro, sfoderò di nuovo la spada, riagguantò il nastro e si dondolò verso la parte sinistra della testa della piovra. Il suo scopo era quello di menare un fendente trasversale al collo, da destra verso sinistra.



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Status fisico ~ dolore fra collo e spalla sinistra
Status psicologico ~ incredula ma determinata
Energia ~ 100%-9% = 91%
Armi ~ boomerang legato alla cintola ~ spada Snow Queen nel fodero ~ ombrello scudo
Passive in utilizzo
~ I n e r z i a [abilità razziale Controllo Energetico]
~ M a n i a [Discerimento di illusioni e tecniche psioniche - 1° livello dominio Mente Lucida)
~ A c c a n i m e n t o [Difesa psionica passiva, protegge da ammaliamenti psionici passivi - 2° livello dominio Mente Lucida]
~ To r m e n t o [Immunità al dolore psionico, il possessore può mantenere sempre la propria lucidità - 3° livello del dominio Mente lucida]
~ Cristallo della Conoscenza [abilità passiva di metagame, permette l'utilizzo del 3° livello del dominio]
Attive in utilizzo
~ Z i b a l d o n e
Il ladro usa la propria ombra come se fosse una vera e propria arma, un'insieme di fruste e aghi che trafiggeranno il suo avversario. La tecnica ha natura magica, elemento ombra. Il caster suddivide la propria ombra in una serie di lunghi tentacoli neri, affilati e appuntiti, che potranno alzarsi dal terreno divenendo solidi. Nel corso del turno egli potrà usare queste armi improprie come meglio desidera, sia per difendersi che per attaccare il proprio avversario - possono infatti allungarsi di diversi metri, raggiungendo anche posizioni lontane. Hanno potenza Media sia in difesa che in offesa e, in questo secondo caso, infliggono danno Medio nella loro totalità. Se usati come difesa a trecentosessanta gradi hanno difesa Bassa. Contro offese o difese di natura magica, i tentacoli avranno potenza e danno risultante Alti; contro offese o difese di natura fisica, invece, avranno potenza e danno risultante Bassi. (Pergamena Controllo dell'ombra, consumo medio)

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ReC 350 ~ AeV 200 ~ PeRF 150 ~ PeRM 225 ~ CaeM 225
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Note ~ Bien, mi becco il tuo colpo ma rifuggo il tentacolo sinistro che, pertanto, non tenta di imprigionarmi, del resto la passiva di dominio mi permette di non rimanere fregata dal tuo comportamento amichevole.
Utilizzo la pergamena Controllo dell’Ombra a consumo medio e creo una mezza dozzina di fruste e tentacoli neri, appuntiti e affilati, che tentano di colpire i tuoi di tentacoli. Nel contempo utilizzo la striscia di stoffa che pende dal soffitto (prevista nella scena) e mi lancio verso la tua testa con la spada sguainata, caricando un fendente trasversale all’altezza del collo lato sinistro.
La Poesia sulla Morte è ripresa dal film "Dune".
Spero sia tutto chiaro, a te!

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