Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Winterreise ~ Gute Nacht, Buonanotte: La Partenza

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Lud†
view post Posted on 10/5/2012, 22:58 by: Lud†

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Perwaine
Qualche giorno prima.

Sotto il sole splendente dell’Akerat, i gabbiani stridono solcando il cielo blu, erba verde brulica intorno a quella distesa florida fatta di collinette e ampie vallate. Ultimo baluardo selvatico di una terra colonizzata in lungo e in largo da popolazioni multi-etniche. Mentre il giorno conosce la sua aurora più bella, mentre il sole comincia il suo natural decorso, una nota stonata in quell’effimera tranquillità irrompe come un chiassoso percuotere di percussioni fuori tempo, un ruggito si leva nell’atmosfera, tuona come un fulmine a ciel sereno agitando i volatili, che si alzano al cielo spauriti dal richiamo del cacciatore più grande che il mondo donò al continente Asgradelliano: un drago. Il drago blu, sull’alto di una vallata, osserva la distesa verde che si affaccia davanti a lui, il Perwaine mostra le sue curve con la malizia di una bella ragazza che lentamente si sveste. All’orizzonte si scorgono le prime città, i primi villaggi, i primi segni di un civiltà fiorente che ha ritrovato nuova linfa per tornare a prosperare e a crescere. Ma il ruggito che Morpheus esalò dalle sue fauci, non fu un inno alla caccia, né nessuna dimostrazione di forza.
Fu una litania, una stridula nenia, o più semplicemente una preghiera in lingua draconica. Un’accozzaglia di suoni grevi e gutturali per richiamare la benevolenza degli Dei antichi. Di fronte alle sue possenti zampe, una macchia di terra contrastava il verde delle distesa dei prati, come un memento - o un ricordo spiacevole - che risaltava in un landa altresì pura e felice.

“Qui giace un uomo buono, sotto la volta dei colori del mondo.
Il suo nome era Roberto.”


Un uomo era morto quel giorno, e quello era il suo degno funerale.
Senza parenti né amici, un uomo solo, un uomo che accanto a sé, a piangere per lui, aveva solo un drago.

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W I N T E R R E I S E
Ciò che il freddo vuole celare.

Ironica rappresentazione del sempre attuale gioco del telefono.
Come bambini che si passavano un messaggio all’orecchio, così Morpheus era l’ultimo capo di quella coda di informazioni.
Ciò che lo raggiunse ai piedi dell’Akerat, non fu altro che un susseguirsi di voci, un indefinito vociare di sensazioni. Qualcosa s’agitava al Nord, qualcosa che lo stesso Nord decise di seppellire come un infausto segreto da custodire gelosamente. L’Eden era il territorio di ciò che non esiste, di ciò che prima s’animava e che ora giaceva distrutto. Casa del fu Clan Sorya, terra di nessuno dopo la morte di Eitinel. Ove il dileggio di un nome non poteva palesarsi in questa forma tanto evidente.
Il richiamo di un idillico paradiso terrestre traviato dalla nefasta realtà. Il territorio più selvaggio dell’intero continente. Un territorio il quale, persone comuni, si avvedevano dal calpestare. E quando le voci si fecero più insistenti, e quando il nulla, seppur rimase sempre nulla, diventò qualcosa di curioso, un mistero affascinante, il drago spalancò le sue ali e il rompo del suo sbattere invase il Perwaine, abbandonò quelle terre calde e si diresse a Nord, ben più in là della sua terra natia.

[...]

Stava seduto in un taverna malandata, ove lo scricchiolare delle assi preannunciava l’antichità di una struttura che aveva resistito negli anni alle intemperie del settentrione. In cui rozzi barbari, e soldati in congedo, stringevano curiose, quanto rischiose, alleanze spinte dal fiume di rosso che inondava il locale. Lontano da occhi indiscreti, il giovane sedeva in un angolo attanagliato dalle tenebre, osservava - con interesse - quella strana accozzaglia di uomini che si divertivano e sbraitavano come commensali alticci alla fine di una grossa riunione di città.
In mano aveva un calice di vino rosso, che si divertiva ad agitare osservando il fluido rubicondo generare un alcolico maelstrom.
Dopo giorni di volo, era giunto in quel villaggio di nome Marimya, le voci dei mercanti lo vedevano come tappa fondamentale in un viaggio nell’Eden, era il ritrovo di ogni carovana mercantile, di ogni nobile e di ogni bandito tanto pazzo nell’avventurarsi nel settentrione. Un luogo dove il sole riusciva ancora a concedere agli abitanti un caldo abbraccio, ben diverso dalle condizione avverse del resto dell’Eden.
Aggirandosi per le strade di quel villaggio, chiese a suoi abitanti se strane anomalie si erano sviluppate nei territori ancor più a nord, ma nessuno sembrava sapere nulla né nessuno sembrava voler parlare, ognuno pareva volersi fare i fatti propri.
Ora si trovava lì, in quella taverna indicatagli con garbo da qualche paesano.
Quando l’oste gli si era avvicinato per chiedergli se volesse altro da bere, la voce di Morpheus, greve e fredda come non mai, proruppe sovrastando le urla del locale.
« Non sono qui per bere, né per divertirmi in compagnia » sorrise con aria minacciosa, « sono qui per informazioni. » Il viso si incupì lasciando trasparire un aria antica quanto stanca. Notò comunque che sul volto dell’oste si disegnò una lieve forma di delusione. Probabilmente apprese, che quel cliente, non avrebbe più ordinato nulla per quella sera.
« Cosa sta accadendo al Nord? »
L’oste scosse la testa ammettendo che no, non ne sapeva nulla.
« Se sai qualcosa torna qui. »
Morpheus lanciò in aria una moneta d’oro che venne accolta in volo dall’oste, il quale mostrò un sorriso a trentadue denti.
Dopo qualche minuto, in cui il bicchiere di vino rosso fu svuotato, l’oste tornò al tavolo chinandosi sulla figura del giovane ragazzo.
« Lì c’è il vecchio Donovan » l’oste indicò un uomo seduto al bancone, « cerca qualche giovane dalle braccia forti e abbastanza pazzo da seguirlo. »
I denti si mostrarono nella bieca rappresentazione di un sorriso.
« Non sono soldi che cerco. » Ribatté Morpheus quasi infastidito da quella notizia. « Potrebbe sapere qualcosa sulle sparizioni avvenute a Nord. »
A sentire quelle parole, fu il sorriso di Morpheus a mostrarsi in tutta la sua larghezza.

« Essia. »

Il drago cobalto si alzò dalla sedia, con passo cadenzato raggiunse la figura del vecchio al bancone, ignorò bellamente ogni figura accanto a Donovan.
« Non sono qui né per l’oro né per il potere » tuonò, « voglio solo sapere. »
Flebilmente sorrise.
« Parlami di queste sparizioni e in che cosa consiste il nostro lavoro. »
Donovan sorrise, aveva fatto centro.
« Vieni con me e lo saprai. »

[…]

Decise di seguire quel vecchio per lo stesso motivo per cui si era spinto tanto oltre i suoi territori, la curiosità draconica ebbe la meglio sulla sua psiche, nella sua mente l’idea di una nuova avventura tamburellava come un picchio contro le pareti del suo cervello, divenendo presto un’idea fissa da scacciare.
Qualsiasi cosa stesse succedendo a Nord, era ormai diventato pensiero predominante per il drago che non si sarebbe arreso fin quando non avrebbe scoperto la verità.
Fuori alla taverna, ad aspettarli, c’erano diversi cavalli, purosangue da cavalcare, ma che per Morpheus non era altro che inutili ronzini. Animali inutili e deboli tanto da diventare alla stregua di muli raglianti ma col sangue blu.

« Non intendo salire su uno di quei cosi. »

Con sgomento Morpheus osservava quelle creature tanto inutili poi, la sua figura, in un attimo di trambusto, si deformò. Al posto del ragazzo, un grande drago blu si palesava al centro di quel villaggio.
Sentì grida di allarme, forse anche una campana che suonava.
Poi, le ali si spiegarono e con un salto che fece tremare la terra il drago partì in volo, librandosi in aria e crogiolandosi in una libertà che un umano non avrebbe mai potuto cogliere. Accarezzò il vento, volò tra le nuvole, si accoccolò con il caldo abbraccio del sole che riversava la sua luce sulle sue scaglie variopinte.
Li segui volando in circolo dall’alto, per quasi un intera giornata svolazzando come una sentinella sopra le loro teste. Fin quando non giunsero alle porte di un villaggio. Alle porte di Schneeweg.
CITAZIONE
Proprio all'ultimo secondo.
Bene, scusate magari la scarsa qualità del post, ma credetemi, con il poco tempo che ho avuto è stato un miracolo.
Sono stato senza pc da domenica fino a oggi pomeriggio, contando che sono tornato alle 4 e mezza e che alle 5 e mezza sono dovuto uscire, e sono tornato alle 11 e 10 quello che ho fatto è stato un vero e proprio miracolo, c'è un calo nel finale ma insomma, mancavano pochi minuti e me ne scuso.
Comunque la prima parte è collegata hai fatti di Conquistadore dove difatti non specifico cosa succede solo il fatto che Apo mi ha killato un png e quello è il suo funerale.
Poi delle voci indefinite giungono alle orecchie di Morpheus, spinto dalla curiosità si spinge fino al villaggio di M... spero di averlo scritto bene nel post, ed entro nella taverna, dopo varie discussioni parlo con donovan, rifiuto il ronzino e vi seguo in volo, quando arriviamo al villaggio, anche se non l'ho descritto, scendo accanto a voi tornando in forma umana.
Ps: lo specchietto lo metto dal prossimo turno, tanto a parte una passiva di timore verso gli inferiori di energia e i non avatar non c'è nulla di rilevante.
Pss: Corrette alcune parole, e virgole, errate per la fretta.



Edited by Lud† - 11/5/2012, 07:59
 
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39 replies since 1/5/2012, 19:15   1704 views
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