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Winterreise ~ Gute Nacht, Buonanotte: La Partenza

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Ikit89
view post Posted on 5/6/2012, 08:14 by: Ikit89




CITAZIONE
Legenda:

Narrato
« Parlato (Marchosias) »
« Parlato (Guardia) »
« Parlato (Uomo importante) »
« Parlato (Voce Anziana) »
Pensato (Marchosias)

Marchosias ripensa al giorno precedente e al suo - al loro - arrivo al villaggio.

Le fresche tracce nella neve erano state facili da seguire anche per lui, esploratore inesperto. Appartenevano davvero al manipolo di avventurieri: un ritrovamento fortuito che l'aveva condotto nella direzione giusta. Infine li aveva raggiunti in vista della comune destinazione. Erano all'ombra delle modeste fortificazioni di Gefahrdorf quando si era presentato a loro. Aveva subito reso chiare le proprie intenzioni e il modo in cui era venuto a conoscenza del problema che sperava avrebbero risolto, collaborando insieme.
Varcate le mura erano stati accolti da una bambina: Adele era il suo nome. Un sorrisino raggiante, quasi proibito in un posto così freddo e che niente ha da rallegrarsi. Non si era spaventata alla vista del costrutto, neanche davanti alle ferite e alle lamiere in alcuni punti ammaccate e contorte dall'abominio corrotto affrontato ora prima. Serena nonostante l'evidenza delle fessure frastagliate, degli spazi tra le scaglie e delle proporzioni inumane dell'intera sua forma. Evidenze che confermano con facilità anche allo sguardo più disattento che egli non è affatto un uomo in armatura. Anzi, lei era molto più che serena: felice, curiosa, allettata da qualcosa di sconosciuto. Per nulla impaurita e diffidente nei suoi confronti, come invece Marchosias sa bene sono stati gli individui adulti. Tutti gli uomini grandi e fatti e inconsciamente convinti di conoscere il mondo; si sono arrogati con presunzione la capacità distinguere ciò che è giusto e sensato da ciò che è inusuale e - etichettato con cieca certezza - sicuramente sbagliato. Uomini che forse hanno imparato tanto, troppo, per comprenderlo se non come un mostro. Avrebbe voluto poter sorriderle di ricambio. Avrebbe davvero voluto farlo.

Anche tu sei stato bambino:anche sorridevi agli sconosciuti, gioivi delle cose più semplici, lo stupore riempiva le tue giornate.
Un passato quasi non più tuo, una vita ora estranea.Torneresti così indietro, quando tutto era più semplice? Lo faresti proprio adesso, se potessi?
...

Un omaccione pelato l'aveva subito dopo strattonata in malo modo attirando istantaneamente a sè una spontanea inimicizia. A giudicare dall'abbigliamento si trattava certamente dell'autorità religiosa del luogo, probabilmente anche il tutore della bambina. Marchosias si era concentrato sulla giovane mente di Adele prima che lei scomparisse dalla sua vista. Aveva voluto consegnarle un messaggio invisibile, un solo semplicissimo pensiero, un emozione che non si può tradurre in parole ma solo in gesti: semplicemente un sorriso. L'idea di un sorriso, quantomeno.

[...]



winterreisea

E' il mattino. L'idea comune di dividersi e setacciare il villaggio in cerca di informazioni ha trovato anche il suo consenso. A supportarla c'è la convinzione che l'estensione modesta di Gefahrdorf faciliti il compito. Marchosias è ottimita: i luoghi di interesse sono davvero pochi in un insediamento così ai confini del mondo. Lascia la locanda dove lui e gli altro hanno trascorso la notte e si dirige allo spiazzo che funge da centro del villaggio. Il costrutto si presenta integro nell'aspetto: non è intaccato da nessun graffio, nessuna crepa solca la sua superficie. Ovviamente c'è un perchè. Il suo padrone ha passato buona parte della notte a riparare (ripararsi). Sotto le sue mani sono scomparsi i segni dell'inconveniente poco piacevole che lo ha accolto appena atterrato nell'Erydlyss. Si potrebbero ammirare i riflessi sulle sue scaglie levigate ma il sole mattutino fatica ad aprirsi una via tra le nubi. Un uniforme tetto nebbioso chiude le vette delle montagne più vicine, crea una volta bassa e insolita. Il resto della notte l'ha trascorso nel blando stato di torpore che ancora si ostina a non voler chiamare sonno. Non gli riesce di rassegnarsi: gli mancano i sogni, anche quelli brutti. La voglia di dormire veramente e andare alla deriva della propria coscienza è sempre lì a sollecitarlo.
La brezza molto più che fresca soffia serpeggia tra gli edifici bassi e distanziati che si affacciano sul piazzale. Scende direttamente dalle montagne, accarezza i tetti di paglia e gli angoli delle case. Banchi di mercanzie sono allestiti su un lato della piazza: trattano ciò che offre la terra, ma sono presenti anche alcuni pezzi di artigianato. I padroni appaiono però svogliati nei propri compiti e ovviamente non mancano di lanciare occhiate guardinghe in sua direzione. C'era da aspettarselo dopodutto. Sconosciuto e meritevole solo di diffidenza. Che lo scrutassero pure. In che misura l'avrebbero visto però come un intruso, o addirittura un pericolo? Di sicuro attaccar bottone con loro gli avrebbe solo fatto perdere del tempo. Oltretutto non ha proprio voglia di esercitare la propria - peraltro veramente mediocre - capacità persuasiva. Deve trovare un altra maniera.

Mhh.
...da dove iniziare?

[...]

E' stato facile raggiungere la caserma delle guardie: si trova veramente vicino, addirittura in vista della piazza. Marchosias ha davanti a sè un edificio in muratura ad un solo piano, distaccato dagli altri, modesto nelle dimensioni della sua pianta rettangolare e anonimo nell'aspetto. Probabilmente un'abitazione come le altre riadattata in un secondo momento in gendarmeria. Le alte finestrine sul lato sinistro sono state sbarrate da griglie di metallo, segno evidente che alcune celle sono state allestite al suo interno. Fermo davanti la porta in legno guarda in una finestra appena di fianco. Attraverso il vetro vede solo uno scorcio dell'ambiente interno. L'arredo sembra essere essenziale quanto tutto il resto.

"gneeek"

La porta si apre gemendo leggermente sui perni male oliati. La sala interna è un unico ampio ambiente e - come aveva previsto - la parete alla sua sinistra ospita alcune piccole celle. Nicchie totalmente spoglie se non per delle brande da farsi venire male alla schiena solo a guardarle. Una scaffalatura ingombra di documenti occupa il lato opposto della stanza mentre il centro è occupato da un'ampia e piuttosto antica scrivania in legno, abbastanza ampia per tutti i libri e le scartoffie che vi sono posate sopra e - a quanto pare - anche per la disposizione di un solitario di carte. Dopotutto non pare che le indagini sulle sparizioni siano una priorità assoluta.

«...che il freddo mi porti!»

Il giocatore del solitario è lì fermo immobile, la mano ancora tesa nell'atto di posare una delle ultime carte sul tavolo. I suoi occhi chiari sono puntati sorpresi sul costrutto, ma lo stupore non dura affatto quanto ci si potrebbe aspettare. Strano, ma c'è un motivo. Gefahrdorf non conta così tante anime da impedire alle voci di spargersi in fretta: quelle riguardanti gli avventurieri, i forestieri, e in special modo i fantocci di metallo che camminano tra gli uomini. La guardia si affretta ad alzarsi e ricomporre il proprio mazzo di carte non senza tradire un velo di tensione attraverso i gesti sbrigativi. Nel frattempo parla attraverso dei baffi così folti da nascondere quasi per intero la bocca. Un tempo forse erano di un biondo acceso, ma di quella tinta ne è rimasto solo il ricordo e qualche striatura superstite. Lo stesso vale per i capelli stempiati, tagliati molto corti. Nel complesso è un uomo che ha lasciato dietro di sè gli anni migliori, ma almeno il fisico non sembrava aver totalmente ceduto all'età.

« Ehm, già ...cosa posso fare per voi? »
« Salve a voi. Sono qui per le sparizioni; per aiutare, si intende. Ho un nome, a discapito del mio aspetto: Marchosias. »
« Ah, devi far parte degli avventurieri arrivati ieri sera. Mi hanno detto qualcosa a riguardo. Non capisco cosa cerchi qui in gendarmeria. »
« Anche noi stiamo indagando sulle persone scomparse e ci farebbero comodo delle informazioni. Le vostre indagini hanno trovato una pista utile? »

« Le nostre... ah si, già: le nostre indagini. Bhè... non c'è proprio nulla da sapere. Nessuna traccia. »
« Un borgo così piccolo e nessuno ha visto nulla? Difficile da credere. »
« Credi ciò che vuoi. Puoi anche andare in giro a fare mille domande, ma non caverai un ragno dal buco. »

Strano come ad ogni battuta la guardia sembra riacquistare maggiore sicurezza e controllo della situazione. Non pare più a disagio con l'aspetto del costrutto nè nell'udire la sua voce, fredda e metallica come sempre. Una persona più scaltra di Marchosias si sarebbe accorta subito della svolta che le sue maniere stanno per prendere da lì a un attimo. Ad un tratto più accomodanti, affabili. Si sarebbe accorta anche dei sui sorrisi finti. Certo, quest'uomo è un pessimo attore, ma Marchosias è un pubblico dai gusti troppo facili. L'Artefice può comprendere la logica più contorta, districare il problema più complesso, ma capire le persone e rapportarsi con esse è tutto un altro paio di maniche. La sua mente, abituata alle quantità misurabili delle scienze e della magia, abituata ad analizzare quasi sempre effetti previsti, si trova spiazzata davanti alle sfaccettature della psiche, della socialità mutevole delle persone. Non sarà la prima nè l'ultima volta in cui pagherà le conseguenze di questa sua pecca.

« Mh. Sembri davvero determinato... Sai, forse in effetti c'è qualcosa che puoi sapere, ma il Sergente Markus ci ha proibito di diffondre i dettagli delle indagini. Però posso andarlo a chiamare e farti parlare direttamente con lui. »
« Sarebbe davvero disposto a condividere le sue informazioni? »
« Questo non lo so, ma vale la pena tentare. Andrò subito da lui. Aspetta qui e non toccare niente. »

La guardia si dirige con calma verso l'uscita, non senza prima elargire al suo ospite un'occhiata enigmatica. Chiude la porta dietro di sè. Marchosias inizia già a mettere mentalmente in ordine le domande che avrebbe posto al sergente quando sente un rumore inconfondibile. Clack. Lo scattare di una serratura. La porta! Non ha ancora realizzato di essere stato chiuso dentro; si dirige verso la maniglia. Il metallo ticchetta quando le dita dure del costrutto si stringono intorno al pomello. La prova senza risultato. L'incredulità uccide in lui ogni altro pensiero, comprese le prossime mosse che stava inutilmente pianificando.

Prigioniero. Mi ha davvero chiuso dentro.
Bastardo (E tu uno stupido).

Comprende sempre di più di essersi fatto ingannare come un idiota. Ma perchè queste misure drastiche? Che intenzioni hanno? Deve agire in fretta. Fruga tra le nicchie sul dorso del costrutto, ne estrae qualcosa. Raggiunge una delle finestra dai vetri opachi, punta un oggetto verso la timida luce del mattino e la strada deserta oltre il vetro. Si tratta di una comunissima lente d'ingrandimento. Non del tutto comune ad essere onesti. Unica a dire il vero. Attraverso il vetro gli sebra di scorgere la guardia di prima precipitarsi a rotta di collo verso la piazza, ma non ne è del tutto sicuro. Un bagliore prende inaspettatamente vita attraverso la lente, diventa liquido e mutevole, aderisce al corpo del costrutto come un sudario tessuto coi raggi del sole. La luminescenza si affievolisce di colpo opo aver raggiunto il proprio culmine, lasciando la stanza apparentemente vuota, senza traccia del costrutto. Bene. Ora sarebbe potuto passare davanti al naso dell'intera guarnigione di Gefahrdorf senza che loro capissero alcunchè. Ciò non cambia il fatto che deve comunque sforzarsi di capire qualcosa in quello che è appena accaduto. Sentendosi relativamente al sicuro e un pò più tranquillo, decide attendere per seguire da spettatore invisibile l'evolversi della situazione. Nel frattempo però vale la pena guardarsi attorno.
Inizia a sfogliare le scartoffie sulla scrivania, lasciando perdere i libri per concentrarsi sul resto. Rapporti, elenchi, missive, nulla di veramente interessante. Passa poi in rassegna i cassetti per trovarvi un mucchio di lettere private. I nomi degli interessati hanno una certa importanza e saltano subito all'occhio: si tratta di Markus, sergente della guardia cittadina e Lord Gustav, il potente locale. Quale il motivo di questa fitta corrispondenza?

Clak-clak.

...!?

La maniglia ruota, ma non in maniera decisa, come se qualcuno si fosse appena voluto sincerare che l'uscio sia ancora chiuso. Marchosias - sicuro di non essere visto - sbircia attraverso la finestra. Una guardia è stata posta a sorvegliare l'entrata dall'esterno. Più giovane della prima, è talmente sovrappeso da stare a malapena nella propria uniforme, che sembra esser sul punto di sparar via i propri bottoni tanta è la pressione. A quanto pare non l'ha proprio sentita arrivare.

Ragiona: una sentinella lasciata qui, una guardia che corre come il vento a chiamar qualcuno. Sta per arrivare qualcosa di grosso. Levati di torno prima che arrivi.

Sceglie di seguire il proprio intuito e aprirsi una via di fuga, ma non prima di aver raccolto la corrispondenza sospetta. Si piazza al centro della stanza rivolgendosi verso il legno della porta. Può sentire la guardia ignara direttamente oltre. Può sentire la sua mente e può sussurrarle.

" Hei, tu, dico a te grassone! "

Il punto di luce che è il buco della serratura si oscura ripetutamente, segno che qualcosa si sta muovendo dall'altro lato. Marchosias non perde tempo: punta le mani davanti a sè e dà sfogo ai propri poteri. Il malcapitato viene attratto con un'accellerazione istantanea verso la porta, che non regge all'impatto. I cardini cedono con il suono del legno spezzato, seguito dal tonfo della guardia e della porta che si abbattono sul pavimento. Il grassone si è procurato una bella botta che gli ha fatto perdere i sensi. Nulla di grave perfortuna. Non vuole lasciarsi dietro vittime innocenti.

[...]

Sono passati pochi minuti quando qualcuno arriva nei pressi della gendarmeria. Intanto lui - ancora invisibile - ha avuto tutto il tempo di appostarsi un pò più in là, in una macchia d'ombra affiancata al muro di un abitazione vicina. Nessuno si aggirava nei paraggi perfortuna. Qui al riparo ha avuto giusto il tempo per trarre alcune conclusioni piuttosto allarmanti, scaturite da una lettura più approfondita delle carte che ha trafugato. Solo riferimenti marginali, ma quanto basta per avere la certezza che Lord Gustav ha una presa più che influente sulla guardia cittadina. Un controllo tale da ordinar loro che agiscano affinchè non si parli troppo delle sparizioni. I toni perentori fanno pensare che egli stesso in qualche maniera abbia l'interesse personale che tutto rimanga insabbiato. Solo adesso sono chiare - fin troppo - le misure drastiche di pocanzi. Un altro tassello di un mosaico ancora frammentato. Deve assolutamente tornare dagli altri e riferire loro tutto.

(Una voce accesa urla frasi incomprensibili. Il rumore proviene dalla gendarmeria.)

Hanno scoperto la sua fuga. Marchosias è troppo lontano per distinguere le singole parole, ma sa già come rimediare. Nononstante il camuffamento visivo non se la sente di rischiare in prima persona. Piuttosto impugna ancora la lente, questa volta uno scopo diverso. In un attimo una figura etera e incolore si distacca dalla sagoma dello strano utensile. Si tratta di una copia perfetta della lente stessa: si libra in volo sotto il completo controllo di Marchosias che la dirige verso la scena che si appresta a spiare. Una parte della sua coscienza si sposta insieme alla sentinella magica, rendendolo capace di vedere, di ascoltare ogni cosa tramite essa.
L'immagine chiara di un uomo dai vestiti costosi che agita il proprio bastone, intarsiato d'argento. Sta urlando attraverso la folta barba curata che copre il suo viso mentre colpisce la guardia ancora riversa sulla porta distrutta. Sbraita talmente forte da farla rinvenire. Il volto è del colorito acceso della collera. La lente cattura ogni gesto e ogni parola, nessuna che prometta nulla di buono.

« Trovatelo! Come si fa ad essere più.... idioti!?! Markus, voglio la testa di quel fantoccio, adesso! E tu - TU, grassone incompetente - porta quel tuo grosso culo a prendere i fucili o ti stronco io stesso a suon di bastonate! »

[...]

Pochi metri adesso separano Marchosias dal suo obiettivo. Per certi versi prova pietà per la guardia che sta per assalire. Si tratta ancora del malcapitato obeso. Seguirla tra le strade non è stato un problema: è bastato proseguire defilato lungo le strade secondarie, tenendo traccia del suo percorso ancora grazie all'aiuto della lente magica. Ha bocciato istantanemante l'idea di tornare in locanda e cercare i propri compagni; di sicuro è il primo posto che le guardie avrebbero sorvegliato. Deve invece complimentarsi con sè stesso per aver pensato di rubare delle lenzuola che erano appese ad asciugarsi, vicino al precedente nascondiglio. Non un grande travestimento, ma sarebbe bastato a confondere la propria figura almeno con quella di un uomo vero. Sa che le guardie stanno setacciando il villaggio: deve agire in fretta.
Pochi metri ancora, poi un pò più in basso. Il costrutto si è staccato dal suolo privo di peso; avvolto nel panno bianco potrebbe passare per uno spettro delle fiabe. Marchosias spera solo che la sua preda non muoia di crepacuore prima di avergli detto qualcosa di utile. L'uomo ignaro intanto sta tentando di correre, per quanto la propria stazza glielo permetta. Si muove in maniera scordinata, sicuramente ancora sotto shock. Messo fuori gioco da un'entità sconosciuta che gli parla nella mente, dopodichè minacciato di morte al proprio risveglio. E c'è ancora dell'altro in serbo per lui. Sicuramente non è la sua giornata migliore.

Adesso!

La strada si inoltra per un pò nella vegetazione e sembra perfettamente sgombra. E' il momento per agire. Marchosias precipita sull'uomo, afferrandolo per le braccia tozze appena sotto le spalle. Lo slancio e la sorpresa di costui sono tali che per poco non mandano gambe all'aria entrambi, ma in qualche modo riesce a mantenersi in piedi. Marhcosias non perde tempo e sfodera le proprie ali. Lame vetrose si aprono in una musica di ticchettii cristallini, dispiegandosi completamente tra perfetta meccanica e pura magia. Si chiudono intorno la loro preda, creano un abbraccio freddo e letale. L'Artefice può vedere la nuca tremante dell'uomo e più in là la faccia atterrita specchiarsi attraverso le lame che gli sta puntando vicino al viso. Distingue ogni singola goccia di sudore che imperla la pelle arrossata.

" Dimmi ogni cosa: le sparizioni, Lord Gustav. "
« AH! t-ti prego, demone: non uccidermi! Non ho fatto nulla di male! Non so nulla! »
" Che c'entra il Lord in questa faccenda? Parla adesso se vuoi vivere ancora. "
« No, ti supplico! Obbedisco solo agli ordini, non mi fanno sapere mai niente. »

Perchè non credergli? Quale uomo mentirebbe in una situazione simile? Un tonfo attutito e l'uomo crolla - ancora una volta - come un sacco di patate. Il costrutto porta una mano alla fronte come per massaggiarsela, per produrre solo un leggero cozzare di materiali levigati. Un altro involontario strascico delle sue abitudini umane. Non pensava che la testata avrebbe fatto così male. Ha veramente grosse difficoltà a trascinare via il corpo, infatti lo molla appena arrivato ai primi cespugli che costeggiano la via. Poveraccio. Nello spostamento un mazzo di chiavi è cascato tintinnando fuori da una tasca dell'uniforme. Conoscendo già la destinazione dell'uomo, per Marchosias non è difficile immaginare quali porte esse aprano.

[...]

Riconoscere la magione del Lord e raggiungerla è stato addirittura più facile rispetto alla caserma. Leggermente distaccata dall'assembramento delle altre abitazioni, è l'unica circondata da un muro di recinzione. Interamente in pietra si erge nei suoi due piani più l'alta mansarda sulla quale poggia il tetto spiovente. Nessun movimento nè dall'esterno del cortile nè dalle finestre ha spinto l'Artefice ad arrivare fino all'ingresso e provare le chiavi. Clack. In un attimo è dentro. Quasi tutte le tende sono abbassate e la penombra lascia solo indovinare le sagome della mobilia. Neanche lui sa bene cosa sta cercando qui, ma pensa - anzi è sicurissimo - che il Lord abbia le mani fin troppo invischiate nella faccenda delle persone scomparse. Abbastanza invischiate da braccare uno sconosciuto per aver fatto qualche domanda di troppo e tappargli la bocca per sempre. Un suono inaspettato fa sussultare Marchosias, lo strappa dai propri pensieri. E' una voce anziana e tremante, parole articolare da corde vocali ridotte ormai a stanchi fogli di carta velina.

« Signorino Gustav! E' lei ?! »

CITAZIONE


Note: Perdonatemi la colonna interminabile. I fatti e le azioni da descrivere erano veramente molti e per me è stato complicato tentare di sintetizzare il sintetizzabile. Ho (ahimè) dovuto anche fare qualche sacrificio dal punto di vista dell'introspezione di Marchosias nel tentativo di non appesantire ulteriormente il post. Insomma volevo evitare l'enumerazione metodica di tutte le azioni che compie il pg ma non ci sono riuscito un ganchè. Non abbiatene a male.
Colonna sonora: "Turks Theme" - Final Fantasy VII (OST)

braccioi
 ReC
300
 AeV
125
 PerF
175
PerM
375
CaeM
225
 Basso
5%
 Medio
10%
 Alto
20%
Immenso
40%
Marchosias [mente]: ■■■■ ■■■■ ■■■■ ■■□□
    Non ha ancora scordato le immagini generate dalla malia dell'elementale, il quale ha preso le sembianze del vecchio corpo umano di Marchosias per poi iniziare a disfarsi, ricordandogli gli orrendi momenti nei quali ha davvero perso il corpo e rischiato di morire nella stessa maniera. (Medio)
Costrutto [corpo]: ■■■■ ■■■■ ■■■■ ■■□□
    L'attacco dell'elementale ha lasciato alcuni danni interni, troppo complessi da riparare in una sola notte (Medio).

    Danni al costrutto riparati durante la notte (Medio).
Equipaggiamento:
    Fulmine Globulare, riposto (5 3 usi disponibili).
    Ali di Ossidiana, riposte.
    Pandora's dices, inutilizzati e riposti.
Energia: 75% +20% (Riposo) -20% (Alto) -10% (Medio) -5%(Basso) = 60%
Tecniche e Azioni:
    - Deus Ex Machina [3] : Passiva Dominio (Esper, Liv I)
      Usata per sorridere telepaticamente ad Adele.
    - Lume del Cercatore [3] : Invisibilità (solo in presenza di luce, 3 turni, Alto)
      Utilizzata per rendersi invisibile non appena Marchosias si rende conto di essere stato rinchiuso nella caserma.
    - G-Radianza [5] : Pergamena "Attrazione violenta" ( Mago, Medio)
      Utilizzata per attrarre la guardia sovrappeso contro l'entrata, ottenendo il duplice effetto di metterla k.o. a causa dell'impatto e di sfondare la porta permettendo così una via di fuga.
    - Lume del Cercatore [5] : Sentinella volante (2 turni, Basso)
      Utilizzata per spiare in maniera sicura ciò che accade dentro la caserma dopo la fuga di Marchosias.
    - G-Radianza [4] : Passiva Dominio (Esper, Liv III)
      Utilizzata per seguire dall'alto la guardia che sta andando alla magione.
    - Ali di Ossidiana [1] : Arma da mischia
      Marchosias sfodera le ali e le punta al viso della guardia, minacciandola.
 
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