Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

The Bonefire

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Elmara Shaft
view post Posted on 24/5/2012, 17:53





The Bonefire ~ Il Secondo Viaggio.

Al limitare di quello strano luogo ricolmo di creature non propriamente cortesi, avevo messo tenda e brace, desiderosa che passasse la notte per andarmene a cacciare qualche altra simpatica creatura dell'Eden. Non era passato moltissimo dalla pessima esperienza fatta sulle catene montuose dell'Erydlyss e speravo che nel Samarbethe le cose sarebbero andate diversamente. Da quel poco che ero riuscita a sapere il luogo non era propriamente disabitato giacché una svariata moltitudine di creature di dubbia moralità vi avevano preso residenza ignorando qualsiasi buonsenso o ragion d'essere. Il mio primo obiettivo era confrontarmi con uno di quegli esseri autoctoni a otto zampe, giacché Sally aveva una predilezione infinita per ingurgitarsi la carne degli artropodi particolarmente grossi.. e per me era comunque conoscenza globale del mondo che mi era stato chiesto di proteggere.

Non volendo addentrarmi nella tetra foresta di tele e oscurità varie, mi ero accampata sul limitare di quest'ultima cacciando due discrete creaturine e cuocendole senza ritegno alcuno direttamente sul fuoco. Si trattava di un grosso serpente ed un ragno di circa tre chili che Sally guardava cuocere con occhietti famelici. - Lo sai che questo qua è tuo parente vero?.. - Gli dissi in tutta sincerità indicando il serpente. - ..Tu sei un rettile, anche se decisamente più grosso e bello! - Sorrisi mentre il cucciolo si avvicinava per annusare la sua preda che aveva quasi finito la cottura. Il serpente era una prelibatezza durante gli anni passati in mezzo alle praterie: Facile da cucinare, estremamente comune e in grado di fornire un buon rapporto grandezza/cibo dato che la mancanza di ossa rendeva tutta la carne commestibile. E po sapeva di pollo.

La mia tenda rattoppata ma ancora fiera del suo lavoro di casa mobile era pronta e quando Sally finì di ingozzare anche l'ultima zampetta del ragno gigante iniziai a togliermi le parti d'armatura più ingombranti preparando per la notte. L'indomani mi sarei dovuta mettere di buona lena per cacciare la mia preda, ma il cielo era bello dai territori dell'Eden, quindi mi distesi vicino al fuoco crepitante per osservare le stelle assieme al mio cucciolo. Forse c'era un motivo per il quale mi avevano spedita in quel luogo.. forse.

~ ♥ ♥ ♥ ♥ ♥ ♥ ♥ ♥ ♥ ♥ ♥ ♥ ~




Giocata Privata, Si prega di non Intervenire, Grazie ^^"

 
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view post Posted on 25/5/2012, 01:02
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Ogni notte ha i suoi perché,
sono domande che non si esprimono se non al baluginare sommesso delle stelle -piccoli fuochi crepitanti che hanno un modo tutto loro di risponderti, ammiccando per ogni desiderio inespresso, per ogni voglia inappagata. C'è un intero mondo nascosto dietro gli occhi del cielo, che sono tantissimi perché il cielo è immenso e non si può mica pretendere che ne abbia solo due. Non esistono due notti uguali fra loro, non possono essere vissute alla stessa maniera e con la medesima intensità da due persone differenti -la luce della luna imperla il sentiero dei giusti e degli ingiusti ma la tenebra è soffice, le ombre sembrano sempre un po' più affascinanti di quanto non siano pericolose, attirano grazie alla loro falsa accoglienza un lombrosario rivoltante.
Fra mucillagini e muschio, licheni e radici che sembravano arti nerboruti pronti a sgusciare fuori dal terreno e dalla notte per arpionarti e nasconderti nelle viscere degli alberi secolari, avanzava un piccolo gruppo di persone. Tutti vestiti di nero, incappucciati e coperti da mantelli che non lasciavano trasparire nemmeno il più infimo lembo di pelle. Si nascondevano al mondo e a loro stessi, ma soprattutto desideravano non essere scorti dall'Ombra, pronta ad annidarsi ovunque e per questo tanto più pericolosa.
Uno di loro si fermò, abbassando il cappuccio fra un generale mormorio di riprovazione.
Aveva lunghi capelli biondi che ricadevano disordinati, alcune ciocche rimanevano incollate alla fronte cosparsa di sudore. Una benda nera copriva la cavità oculare sinistra, tristemente vuota, mentre l'occhio destro scivolava intorno con quieta consapevolezza, quasi gli bastasse uno sguardo superficiale per scoprire anche il più celato fra i segreti di quella foresta che pareva voler sussurrare ad ogni spiffero -e non per il vento che si rinchiudeva fra i rami frondosi facendo frusciare foglie e germogli, quanto piuttosto per le ombre che danzavano in maniera curiosa, né sinistra né con sinuosa lussuria. Sembrava piuttosto un gioco, un lasciarsi intravedere per poi fuggire, lasciare un indizio per costringere gli altri ad inseguirle -nelle azioni come nei pensieri.
In un posto del genere, il Flagello lo sapeva, era più facile perdere sé stessi che il sentiero.

Si portò una mano alle labbra, in una pleonastica richiesta di silenzio.
Nonostante i cappucci e le tenebre celassero gli sguardi degli astanti, Laurens seppe di averli tutti su di sé. Fece un rapido cenno, indicando un punto nella boscaglia non troppo distante, dove una luce crepitava debolmente. Troppo bassa per essere una stella, troppo silenzio interno per essere un accampamento numeroso. Loro erano in sette, bene armati ed ancor meglio addestrati. Un nuovo cenno, anche questo silenzioso, diede l'ordine che tutti aspettavano; le loro successive azioni lasciarono intendere che avevano capito perfettamente cosa si aspettava.
Questo gli piaceva del gruppo che aveva scelto: non avevano bisogno di parole, specialmente quando si trattava di agire come tagliagole.

[...]

Sbucò dalla radura, improvvisamente.
Sulle labbra il sorriso compiaciuto di chi sa di essere un ospite a sorpresa, quell'imprevisto che ti movimenta la serata e può deciderne l'esito come fosse semplicemente un suo capriccio.
Allargò le braccia e il sorriso si allargò, mutando la sfumatura, quasi avesse ricevuto una piacevole sorpresa. La donna -perché certamente di una donna si trattava- era seduta di fronte al fuoco a fissare le stelle, mentre un cucciolo di una razza non meglio identificata le saltellava intorno senza eccessiva leggiadria. Conscio di star prendendo di sorpresa la donna, il Corsaro si premurò di allargare le braccia, mostrando ad un tempo di essere armato e di non avere poi troppa voglia di snudare la cazoleta che gli pendeva mollemente al fianco -quasi anche lei fosse stanca e decisa a non bere sangue per quella notte e per le altre a venire.
« Buonasera » tossicchiò, « a te e al tuo piccolo amico. »

Abbassò lentamente le braccia, a dimostrare come non fosse un pericolo;
intorno a lui si manifestò una brezza gelida che fece tremolare la fiamma e piegare i rami degli arbusti più vicini. Il mantello che gli avvolgeva le membra si piegò in maniera innaturale, sollevandosi interamente per poi abbassarsi lentamente, quasi con dolcezza.
« Spiacente di averti spaventata » aggiunse, garrulo,
« ma ho visto il fuoco acceso e ho pensato che avresti potuto concedere un po' di riposo a un viandante... »
A quelle parole, sbucarono da fratte e cespugli gli altri sei uomini dei Guardiani.
Nessuno di loro era armato, ma i loro volti erano molto meno amichevoli rispetto a quello del Flagello.
« ...e ai suoi infreddoliti amici. »
Si riavviò i capelli, sedendosi vicino al fuoco ed incrociando le gambe. Accarezzò con noncuranza il morbido tessuto del Mantellemer, godendosi il contatto delicato delle maglie che passavano sui polpastrelli come una delicata carezza.

« Ti presento i Lupi di Dorham » accennò in tono gioviale.
« E io ne sono l'indegno Comandante. »


Ed eccoci qui. Ti dico solo che a livello interpretativo ci sono da considerare la mia passiva di timore (quella razziale), quella del mantellemer (se ti sto vicino senti freddo anche con 50 gradi all'ombra). Inoltre puoi notare come i suoi movimenti non producano alcun tipo di rumore -né puoi avvertirne l'aura.
Per il resto, go on! :v:
 
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Elmara Shaft
view post Posted on 25/5/2012, 14:29





The Bonefire ~ I Lupi di Dorham

Durante la notte, specialmente in posti come quello, l'ultima cosa che ti aspetti è di vedere facce amiche uscire dall'oscurità più assoluta senza fare nemmeno il minimo rumore. Quando il colpetto di tosse del viandante arrivò alle mie orecchie sobbalzai e con me anche Sally, incredulo, iniziò a puntare istericamente l'estraneo nel tentativo di mettermi preventivamente in guardia da bravo custode e compagno.

Non mi era mai capitato di incrociare altre persone in giro per quei luoghi aspri e desolati, solamente mostri d'ogni sorta e animali incattiviti dalla scostante e selvaggia natura, istintivamente mi portai in piedi per poter meglio fronteggiare eventuali pericoli, anche perché quel tizio emanava emozioni particolarmente inquiete che mi facevano fibrillare l'animo come uno specchietto al sole. - Buonasera.. - Azzardai timidamente. - Non c'è Problema.. - Il freddo che era calato in quella zona, d'improvviso, mi aveva solo spinta a credere che le cose si sarebbero messe malissimo di li a pochi secondi, tanto che il mio sguardo andò un paio di volte a cercare il fucile e la lancia, accuratamente riposte alle mie spalle dentro la tenda, ma senza riuscire ad individuare una via rapida e inaspettata per recuperarle. Tuttavia, quell'uomo, non pareva avere intenzioni ostili, anzi, sembrava sudato e affaticato da un lungo e strenuamente viaggio.. il che non era improbabile vista la regione impervia dove mi ero accampata imprudentemente.

Quando sbucarono altre figure dall'oscurità il mio cuore si fermò qualche istante. Perché sette persone stavano viaggiando silenziose come la notte attraverso i grovigli caustici del Samarbethe?.. - ..Prego.. sedetevi al fuoco, la temperatura s'è abbassata notevolmente e non vorrei che prendesse un malanno. - Facendomi forza e superando quel terrore che mi stava imprigionando il cervello, accarezzai Sally sulla scagliosa testolina presentandoci ai nuovi arrivati. - Io sono Elmara Shaft di Sprinklewood, lui è Sullivanyus, il mio compagno di viaggio, vi diamo il benvenuto nel Samarbethe, una delle regioni più inospitali del settentrione. - Sorrisi vagamente ironica mentre le mie iridi ambrate scorrevano rapidamente su ognuna di quelle figure cercando di capirne le intenzioni, senza troppo successo. Tornai a sedermi vicino al fuoco, oramai convinta che se avessero voluto farmi del male non si sarebbero neppure presentati e mi avrebbero semplicemente sbranata come un branco di Lupi rognosi alla ricerca di una carogna. - Siete il Comandante di questi Uomini? Se posso chiedere, come siete finiti a viaggiare in questi luoghi? La foresta delle tele è abbastanza controversa ed è luogo buono solo per cacciare creature selvagge.. - Tentennai. - .. Vi offro qualcosa da mangiare, ho cotto prima del serpente e credo di avere ancora della carne di ragno delle cortecce.. - Cercando di dimostrare la massima ospitalità possibile anche in quella spiacevole situazione, infilzai con un bastone il residuo della mia cena e di quella di Sally, lasciando che cuocesse per poterla offrire ai miei "ospiti".

Ero rimasta con la veste di cuoio e qualche pezzo sparso d'armatura borchiata, oggettivamente era un po' da sciatta togliersi al corazza a quel modo, ma sicuramente non pensavo di ricevere visite, quindi ero giustificata. Sally, dal canto suo, si era messo ad annusare i vari personaggi che si erano rivelati, curiosando qua e la ma evitando accuratamente il Capitano. - Posso sapere il vostro nome, Capitano? - La carne si stava lentamente cuocendo e, sebbene l'aspetto fosse poco invitante, era sicuramente meglio di mangiarsi la terra.

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view post Posted on 27/5/2012, 18:08
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Lo sguardo del filibustiere accarezzò con aria svagata il cucciolo zompettante per poi tornare sulla padrona. Non sembrava particolarmente minacciosa, e quel botolo era più adatto alla caccia di animali d'infima taglia che al combattimento. In altre parole, si erano procurati un po' di compagnia per la notte e nulla di più, niente combattimenti, nessun bottino. Meglio così, terrorizzare le terre dell'Eden non rientrava nelle sue intenzioni -specialmente quando si era riproposto di entrarvi alla ricerca di possibili alleati.
« Inospitale? » chiese ridacchiando, « Sì, mi era parso... »
e a quest'affermazione fecero seguito risatine e grugniti da parte di tutti i componenti del gruppo -che alla luce tremolante del fuoco appariva eterogeneo e meno spaventoso, cosa di cui Laurens era grato. Preferiva essere sottovaluto, offriva maggiori possibilità di sorprendere.
« In effetti la nostra non è propriamente una passeggiata di salute » concesse bonariamente,
riavviandosi i capelli biondi ma incrostati di sangue e sporcizia.
« Ma in fin dei conti non vi siete allontanata troppo dalla verità » riprese, dopo una breve pausa.
« Siamo impegnati in una...battuta di caccia. »
« Caccia grossa! » tuonò Qhorin, occhieggiando a Laurens come se volesse chiedere qualcosa.

Il Comandante si limitò a fare un sorriso ambiguo, quindi mosse la mano sotto al mantello, cavandone rapidamente una sorta di fiaschetta molle. Sollevato il capo, prese una generosa sorsata d'un liquido violetto che finì per schizzare la barba incolta e perfino il pastrano. Prendendo questo gesto come un tacito consenso, tutti gli altri tirarono fuori vivande e beveraggi vari, ed in breve ognuno affettava del pane non più freschissimo e fra tutti si scambiavano companatici.
Il Flagello dell'Ovest dedicò un'occhiata al viavai di derrate alimentari, per poi tornare a rivolgersi alla sua graziosa padrona di casa.
« Mi sembra il minimo ricambiare l'ospitalità, quindi non esitate a favorire » e con queste parole le allungò la borraccia con un sorriso contrito.
« Purtroppo il rum è finito, abbiamo solo acqua e Shemie'e. »
Nel frattempo, Nimerya si avvicinò ad Elmara, offrendole una sorta d'improvvisato vassoio -un tempo uno scudo- colmo di formaggi, carni essiccate, ed un boccale d'acqua.
« Il mio nome » riprese « temo che ormai non sia un mistero. »
Accompagnò le parole con il gesto di chi si priva di un copricapo piumato e costoso in un elegante cenno di saluto,
un movimento compiuto con tale naturalezza che non si poteva dubitare si trattasse di una cosa che non doveva avvenire di rado.
« Laurens Cornelis Boudewijn de Graaff » recitò, con voce da manuale,
« Per servirvi. »

Subito dopo, tornando a un comportamento meno formale, sollevò il dito indice,
sciogliendo il riserbo delle labbra in un sorriso più morbido -quasi del tutto sincero. Una minuscola sfera dai toni scuri prese a lampeggiare pochi millimetri sopra il suo dito, come volesse reclamare la propria esistenza.
Quando si stabilizzò, iniziando a rubare una parte della luce prodotta dal fuoco, fu chiaro che si trattava di un'ombra perfettamente sferica, poco più grande di una biglia. Questa, come rispondendo ad un preciso ordine del Comandante, iniziò a scivolare lungo l'incavo della mano fino al polso, per poi risalire.
Con un gesto secco Laurens la fece passare da una mano all'altra, senza che nulla di tutto ciò che faceva sembrasse brusco o innaturale. Nel frattempo, non distoglieva lo sguardo dall'interlocutrice.
« Elmara » mormorò, « davvero un nome singolare. »
Continuava a giocare con la sua piccola sfera d'ombra, mentre parlava.
« Cosa ci fate voi da queste parti? Mi sembra difficile credere che viviate qui. »
Fece una breve pausa, cercando con lo sguardo Edd l'Addolorato in una muta richiesta, che l'altro parve cogliere all'istante, tanto che si alzò sparendo nel folto della vegetazione.
« Anzi, avete accennato ad un viaggio. Io adoro le storie di viaggi. »
Edd tornò in quel momento, reggeva fra le braccia nuove sterpaglie per alimentare il fuoco.
« Dunque, dove state andando? » sorrise deliziato,
e quel sorriso era poco meno che mefistofelico.
« E soprattutto perché? »

 
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Elmara Shaft
view post Posted on 28/5/2012, 16:25






The Bonefire ~ Feast

Non mi sentivo propriamente a mio agio con tutti quegli sconosciuti, specialmente vista il luogo dove ero ed il fatto che quelli sembravano incredibilmente inquietanti anche alla luce del fuoco. - Una battuta di caccia, dite? - Annuì in modo convinto, consapevole che la zona ospitava abbastanza creature da garantire una discreta riserva di seta e altri articoli ricercati da alchimisti ed affini, per poi accettare con grande gioia una grossa fetta di formaggio stagionato e l'acqua fresca. - Oh non vi preoccupate per gli alcolici, non mi piacciono, vi ringrazio immensamente per l'offerta però, sono settimane che non riesco a trovare del formaggio qua fuori.. e si che è uno dei miei alimenti preferiti, davvero! - Iniziai a mangiare con una certa voracità il formaggio, rosicchiandolo con gli incisivi nemmeno fossi una specie di gigantesca roditrice. Per puro spirito compassionevole ne lasciai un pezzo per Sally che mi stava guardando con occhi languidi, non senza aver emesso uno sbuffo di malcontento al suo indirizzo, che lui ignorò prontamente godendosi il premio in cibarie.

- Capitano Laurens e compagnia, allora vi rinnovo il benvenuto al mio campo mobile - Sorrisi. - Sperando che il calore del mio fuocherello possa riscaldarvi da questa nottataccia. - Nel frattempo il capitano si era messo a giocherellare con una specie di sferetta d'energia spirituale, o qualcosa di simile, che attirava morbosamente la mia attenzione: Non avevo mai visto nessuno giocare con un potere del genere, tranne il Gorgo ovviamente, ma quell'uomo pareva prendere alla leggera molteplici cose, dalla pericolosità del bosco alla magia, il che mi inquietava più di ogni altra cosa fino a quel momento.

- No, ovviamente non vivo qua sarebbe impensabile passare più di qualche giorno qui senza finire i viveri, vengo dalle montagne e sto facendo un giro per tutti i luoghi a nord delle grandi pianure per confrontarmi con le creature che infestano boschi e montagne. - Tolsi il ragnetto dal fuoco, iniziando a staccargli le zampe con un coltello da cucina. - Spero di riuscire a fare il maggior numero di esperienze possibili prima di diventare adulta e cercare qualcuno a cui giurare fedeltà. - Per qualcuno che aveva vissuto in mezzo ai cavalieri della mia Baronia era un pensiero totalmente normale, se non addirittura obbligatorio, ma non mi era dato di sapere cosa ne pensavano gli abitanti delle regioni a Sud dell'Erydlyss.

La cosa positiva era che il ragno delle cortecce, messo delicatamente a cuocere, era pronto ed una volta tolte le zampe ed aperto il ventre per toglierne il carapace osseo quello che rimaneva era una carne bianca dal sapore estremamente simile al pollo o al coniglio, in base al proprio palato. - Ecco, provate a mangiare uno di questi bocconcini di ragno, io e Sally ne andiamo pazzi, sono spiacente di non avere spezie per insaporirlo ma.. - Con la testa indicai la tenda malconcia che mi portavo dietro, come ad identificare quale fosse la mia situazione economica. - Riguardo al perché.. beh onestamente non lo sò, sto seguendo le indicazioni di una voce, una di quelle entità mistiche a cui molti non credono, che mi ha parlato per la prima volta un mese fa attraverso Il mio cucciolo.. mi riterrete pazza, il che è assai probabile, ma attualmente non vedo grandi scopi per la mia vita.. - Abbozzai un sorriso, sperando di aver risposto in modo esauriente alle domande del viandante. - Venite dal meridione? Ci sono pochi uomini che viaggiano per queste terre.. -

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view post Posted on 31/5/2012, 16:25
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Più la ragazza parlava e più, in quella sua mente contorta da bastardo filibustiere, andava delineandosi uno schema ben preciso, una successione di eventi cadenzata in cui ogni tassello andava ad incastrarsi con la massima precisione e il minimo sforzo. Se mai si fosse detto di Laurens de Graaff che aveva un qualsiasi talento, questo era riuscire con estrema facilità a capire per cosa potevano essergli utili determinati soggetti.
Osservando Elmara mangiare i formaggi offerti come libagione per ripagare l'ospitalità, il Corsaro non poté astenersi dal sorridere in maniera genuina: era solo una ragazza con sogni d'avventura e gloria -e lui che si era preoccupato. A dirla tutta, un po' gli dispiaceva trovarsi in quella situazione, indeciso se infrangere all'istante i sogni della giovane rivelandole quale fosse la triste realtà o lasciare che fosse quest'ultima a dimostrare la sua natura -che non era necessariamente crudele poiché la vita, così come la morte, era inevitabile e pertanto al di sopra del bene e del male.
Accettò con curiosità lo spiedino d'aracnide, reggendolo con una mano sola e squadrandolo divertito. Strane cibarie per degli strani soggetti, immaginò che non poteva aspettarsi nulla di meno in quella foresta.
Prima di assaggiare la pietanza, tuttavia, fece rotolare la piccola sfera d'ombra con cui aveva giocherellato fino a quel momento. Questa rimase quiescente sul dorso della sua mano, prima di appiattirsi, quasi stesse raccogliendo le energie per il balzo che spiccò un istante dopo, proiettandosi nel cielo ed esplodendo,
ricadendo sul piccolo accampamento come una lieve pioggia di cenere che pareva bruciare sotto i riflessi vermigli del fuoco.

Sorridendo all'indirizzo dell'ospite, Laurens affondò i denti nelle carni del ragno e -con sua enorme sorpresa- riuscì a trovarlo di suo gusto, tanto che -nonostante non fosse un gran mangiatore e in quel momento non avesse particolarmente fame- diede un altro paio di morsi.
« Davvero ottimo » decise, passando poi lo spiedo a Qhorin perché lo provasse a sua volta.
« Andiamo e veniamo » rispose -evasivo- all'ultima domanda posta dalla giovane.
Non voleva riferire nulla che non fosse palese, e soprattutto non aveva alcun interesse a che si scoprissero le sue effettive intenzioni riguardo ciò che stava compiendo nell'Eden.
« Un po' come la lealtà, a dire il vero » riprese, in tono amareggiato.
« Virtù che non viene presa nella giusta considerazione su questo continente, ed è facile arguirne le ragioni. »
E lui, tristemente, di tradimenti ne sapeva più di quanto gli sarebbe piaciuto ammettere.
« Sfortunatamente » esplicò, « in tempi turbolenti come questi,
l'unica cosa che conta vagamente è la sicurezza. E gli uomini, essendo stupidi per natura,
tendono a confonderla con l'illusione del controllo che deriva dal potere.
»

Recuperata la borraccia, prese un'altra rapida sorsata di quel suo liquore violaceo, socchiudendo l'occhio destro. Fece per sistemarsi meglio il bendaggio che copriva il sinistro, quindi tornò a studiare il volto della sua interlocutrice, incastrando nei suoi il suo unico occhio.
« Ad ogni modo, vi auguro di riuscire nei vostri intenti. »
Per quanto io non ci creda minimamente.
Ad accompagnare quelle parole fu un insolito frullare d'ali, ben conosciuto dall'intera truppa che non diede segno d'allarmarsi -anzi, Qhorin mormorò, fra un boccone di ragno e l'altro, qualcosa sul ritorno del gallinaccio.
Di fatti, alcuni istanti dopo, uno strano pappagallo dal piumaggio bianco e rosso, con una singolare cresta dorata, si posò sulla spalla destra del Capitano.
« Eccoti » constatò Lorencillo, affatto sorpreso né turbato dall'accadimento. Anzi, trasse una galletta di riso dalla bisaccia da viaggio, portandola al becco del pennuto che prontamente se ne appropriò.
« Rogerio » spiegò, « la piaga pennuta che ci accompagna e -all'occasione- fa da scout per le nostre avanzate. »
Assunse un'aria distratta, inquadrando il pappagallo nel suo campo visivo.
« Non fatevi ingannare dalle apparenze, di solito è un gran chiacchierone. »

Cercando una più comoda posizione sul terreno, il Flagello dell'Ovest allungò le gambe vesto il confortante calore del fuoco, mentre sentiva le sue membra abbandonarsi ad un piacevole torpore.
« Toglietemi una curiosità » aggiunse, sorridendo « quali sono le vostre armi?
Come avete intenzione di combattere le bestie selvagge che si annidano in questi luoghi?
»
E mentre pronunciava queste parole, inavvertitamente, il pastrano si aprì quel tanto che bastava a rivelare una stretta fasciatura che ricopriva per intero l'addome del Capitano, tinta di un rosso troppo vivo per non essere ancora tremendamente fresca.

 
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Elmara Shaft
view post Posted on 3/6/2012, 12:59





The Bonefire ~ Feast

Il capitano Laurens e la sua compagnia non parevano persone cattive o dagli intenti violenti, più che altro erano persone di mondo a cui non andavano bene discorsi troppo sopra le righe quali la cavalleria ed il desiderio di unirsi in giuramento a qualcuno, e come biasimarli? Nella mia vita non avevo certo potuto esprimere il contrario, per quanto mi sforzassi, visto il modo facile e immediato con cui si erano approfittati della mia liberà alla Baronia.. ed era stata solo fortuna se ero riuscita a togliermi da quella situazione prima che fosse troppo tardi per capire cosa si prova ad essere liberi. In un certo senso, forse nemmeno troppo velato, ammiravo molto personaggi come quelli, liberi da ogni cosa alla ricerca di nuove emozioni e sempre in viaggio, un sogno.

Quando la pallina oscura saltò in aria per poi scoppiare mi trovai ammaliata dalla situazione: Non avevo mai assistito a qualcosa del genere, non ancora almeno, e non capivo nemmeno che cosa potesse aver creato tale manifestazione energetica, ma la mia espressione compiaciuta e quella meravigliata delle celesti iridi di Sally non avrebbe lasciato troppi scrupoli, ne eravamo stati rapiti. - Grazie, non è facile trovare qualcuno che meriti un giuramento di fedeltà in questi luoghi.. - Lo svolazzare improvviso fece alzare il mio piccolo su due zampe, osservando l'aria con occhi vispi e interessati. Era il pappagallo di Laurens, tale Rogerio, che si era degnato di far vedere la sua presenza dopo aver osservato la zona dall'alto o essersi imboscato per mangiare, difficile dire quale fosse la verità. - Molto piacere, Rogerio. - Gli sorrisi amichevolmente mentre Sally si avvicinava curiosamente ondeggiando su due zampe per vedere meglio quel pennuto. - Hey, dove vai? non è un giocattolo quello eh.. - Il cucciolo sembrò non gradire il rimproverò e continuò a fissare il pappagallo anche dopo essere tornato a cuccia al mio fianco.

- Sono povera purtroppo, non possiedo molto se non quel poco che ho ereditato da un amico oramai scomparso, una lancia ed uno scudo .. e anche una vecchia armatura a cui sono molto affezionata ma che oramai sta per superare la soglia delle cinque decadi e dubito che reggerà ancora per molto.. - Sospirai, ripensando a quelle bellissime e scintillanti armature a costi esorbitanti in vendita nei migliori fabbri di ogni città, anche della più piccola. Se mai fossi riuscita nel mio intento mi sarei bullata in modo ossessivo di una splendida corazza di placche metalliche.. ahh, che sogno. Ma mentre fantasticavo ad occhi aperti, risultando con una espressione poco intelligente sul volto, notai che sotto il mantello che indossava il capitano c'era una fasciatura sporca di un rosso vivido. Sebbene il mio interlocutore non avesse dato segni di stanchezza o di dolore, non mi sembrava che fosse un taglietto da niente, tanto più in una zona abbastanza sensibile come quella ricca di vasi sanguigni. - Siete ferito? - Domandai senza mezzi termini. - Ho notato involontariamente la vostra fasciatura, me ne scuso per l'irruenza, ma possiedo qualcosa per aiutarvi un minimo se siete d'accordo - Avevo speso parte della mia vita a curarmi da sola le ferite, anche dolorose, che mi facevo durante le battute di caccia e conoscevo qualche trucchetto per rimettermi in piedi senza troppe penalità.

- Non si preoccupi è questione di pochi secondi, inoltre quella fasciatura va cambiata, sporca in quel modo rischia di infettarsi, prendo il mio otre e puliamo quella ferita. -
Si, dovevo ammetterlo, non ero molto conscia del fatto che serviva la sua approvazione per procedere, ma ero spinta a fare del mio meglio per sistemare quello che potevo (e Volevo), appunto, sistemare.

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