Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Terra ghiacciata - Il Guaritore, Preludio

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Andre_03
view post Posted on 9/7/2012, 14:06




Canta una canzone.
Una strofa dopo l'altra, tra loro solo il ritornello. Canta di uomini e demoni, di sogni infranti e incubi rinati. Canta una canzone che i menestrelli non scriveranno mai e che i bardi non sapranno intonare. Piange, il cielo; piange sempre alla fine di una grande storia: riversa sulla terra fiumi di lacrime intrise di morte, grondanti rammarico e incertezza. L'ultimo dei protagonisti scompare - molti altri prenderanno il suo posto.
Il cielo lo sa, il cielo lo vede.
E canta la sua canzone.



preludiocopy

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- il pirata braavosiano -

Al nord, tra le nevi ed i ghiacciai.
Al nord, tra i bruti e le puttane e i leggendari cavalieri. Al nord, e solo al nord, avrebbe trovato le risposte che cercava.
Con o senza l'approvazione di Oberrin, lui sarebbe partito. Doveva troppo al guaritore per lasciare impunita la sua morte, gli avrebbe portato giustizia in un modo o nell'altro. Lui che dell'onore s'era sempre fatto beffe. Lui che non aveva mai amato un uomo come aveva amato Kavash Drevosh: un padre, più che un fratello maggiore. Un maestro di vita a cui aveva giurato fedeltà prima ancora che al Caprone - o a quell'invasato del Maestro nero.
Stava sellando già il cavallo, quando oltre lo scroscio della pioggia si fece avanti un tintinnio leggero. L'acqua gli grondava dalla veste azzurra e sulla barba resa scura dalla notte; non distolse lo sguardo per degnare Shagwell di attenzione.

« Dov'è che vai fratello? » lo interrogò il campanellino rosso, poggiato a una trave della stalla;
« A nord. » secco, conciso. Hoggar si volse a guardare l'altro uomo:
« Sei qui per fermarmi, moccioso? »
Nei suoi occhi ambrati c'era il vuoto, freddo come ghiaccio.
« No. » il Giullare lesse lo stupore nel Secondo e aggiunse:
« Vengo con te. »

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- il capitano mercenario -

« BRINDIAMO! »

La voce tonante riecheggiò per le mura della sala mentre tutti - nessuno escluso - si voltavano a guardare quell'uomo seduto sullo scranno più alto, al tavolo dei comandanti. Portò un calice argentato in alto, stringendolo forte tra le dita rugose. E un sorriso gli inclinò le labbra spezzando l'armonia di una barba folta e grigia. Tutto in lui emanava potenza, autorità; specie gli occhi, d'un azzurro quasi cinereo.

« A me. A voi. » li abbracciò con lo sguardo d'un padre severo: « A noi! »
il nemico più temuto era morto, sepolto sotto sei piedi di terra e fango.
I vermi l'avrebbero divorato e non sarebbe più stato un problema.
Si concesse di sorridere più forte: « ALLE SCAGLIE! »

"ALLE SCAGLIE D'OMBRA!!!" - rispose la platea dei suoi uomini, in coro trionfale;
Victarion si bagnò le labbra col vino più buono che avesse mai bevuto.

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- l'uomo in fuga -

Per lui era una situazione nuova, strana: a Dorne non ti insegnano a scappare.
Ti insegnano a brandire una spada appena riesci a stare ritto sulle gambe. Ti portano in un bordello per scopare alle prime avvisaglie di peluria attorno al cazzo. Ti buttano in mare e ti dicono "nuota; nuota, o annega". Non hai mai scelta, a Dorne. E lui sapeva di non averne, quando aveva preso un fagotto in tutta fretta per fuggire da Laslandes.
Con le guardie azzurre al seguito, in sella ai loro veloci e instancabili cammelli. Con i molti che - ne era certo - lo avrebbero braccato come un cane brado, una bestia da impagliare.
Spronò il roano al galoppo, lasciandosi alle spalle quella notte troppo buia per essere vera.
Dany Langrave seguiva una stella, la più luminosa:
cavalcava verso nord.

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- il prete rosso -

Scostò un lembo della tenda con il dorso della mano, scuro in volto.
Diverse paia di occhi lo accolsero in silenzio, per nulla sorpresi del suo livore; ultimamente le fiamme gli avevano mostrato solo orrori, rendendogli l'umore più nero della notte oscura che tanto rifuggiva. Incrociò solo uno di quegli sguardi. Eleanor comprese senza che vi fosse bisogno di parole.

« Lasciateci. » intimò, e tutti obbedirono.
La donna chiusa nell'armatura blu attese che l'ultimo dei suoi capitani fosse uscito dal padiglione.
Poi disse: « Non sei venuto solo a salutare. »
Non era una domanda.
Sallahro se ne accorse e rispose in tono aspro: « No. »
« Stamani è giunto un corvo da meridione. » esitò: « Kavash Drevosh è morto. »
Prese un profondo respiro, mentre la Fanciulla assimilava la notizia sgranando gli occhi per appena un istante.
« Lo hanno ucciso, Eleanor. » solo a lui era concesso di chiamarla per nome; una confidenza che non aveva mai preso alla leggera. Persino in quel giorno di commiato, nonostante tutto. Il suo sguardo di rubino artificioso si fece freddo come i venti del nord.
« Verranno a cercarti. » le ombre nere tra le fiamme.
Tre facce su corpi scheletrici che cavalcavano verso le montagne.
Due sagome scure, entrambe ridenti.
Una profezia sola, confusa.
« L'ho visto. »

Seguitò un minuto di silenzio e riflessione.
Lei guardava in basso, immersa nel proprio muto dolore ed in pensieri di tremenda vendetta; Salla lo sapeva, tacque per rispetto e perché anch'egli aveva i suoi fantasmi impressi a fuoco nella mente. Quando la donna sollevò il capo mascolino, svuotata di ogni emozione, il prete rosso rassettò le proprie vesti e le rivolse un sorriso colmo di rammarico.

« Partirai comunque? » se non l'avesse conosciuta tanto bene, avrebbe detto che non le importava della risposta.
Ma vi lesse un tentativo di fargli cambiare idea - e quasi cedette; però rispose: « Sì. Sono stanco di questo freddo. »
« Voglio sentire il caldo sole del sud sulla pelle ancora una volta. » la Fanciulla annuì e lui si volse dopo un mezzo inchino.
Sull'uscio della tenda rallentò: « Fai attenzione. »
Fu l'ultima volta che le rivolse la parola,
prima di tornare a casa.



Edited by Andre_03 - 15/11/2012, 09:26
 
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