Canta una canzone.
Una strofa dopo l'altra, tra loro solo il ritornello. Canta di uomini e demoni, di sogni infranti e incubi rinati. Canta una canzone che i menestrelli non scriveranno mai e che i bardi non sapranno intonare. Piange, il cielo; piange sempre alla fine di una grande storia: riversa sulla terra fiumi di lacrime intrise di morte, grondanti rammarico e incertezza. L'ultimo dei protagonisti scompare - molti altri prenderanno il suo posto.
Il cielo lo sa, il cielo lo vede.
E canta la sua canzone.