Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Il Vecchio, la Ladra e il Bambino., Scena Free Privata post cambio sede Goryo.

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view post Posted on 9/8/2012, 17:08

S c h e d aC o n t o


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vecchioladrabambino
Tornava dal suo lungo viaggio, uno straccio di stoffa avvolto attorno al corpo e sorretto dal vento che frustava le aride lande che lo separavano da quella che avrebbe chiamato casa da quel momento in avanti.
Casa, forse la prima che avesse mai avuto. Chiamarla così strappava un sorriso sul volto serio del Cacciatore, una Nave Carcere che mai aveva visto se non dall'esterno, eppure già la considerava casa.
L'ironia del destino spesso gioca tiri mancini: non appena giunto ai portoni della suo nuova vita e aver incontrato quel degenerato religioso con troppo pepe al culo, subito una lettera lo condusse ad oriente, settimane e settimane lontano da quel luogo che tanto aveva faticato a trovare. Più di una volta gli avevano detto che "Il buon giorno si vede dal mattino", e come inizio di certo quello era stato un avvertimento più che chiaro.
Procedeva dunque il Vecchio, passo dopo passo sulle terre morse dal sole, con solo la sua ombra a scandirgli le ore del giorno, e qualche manciata di tabacco ad alimentare la pipa. Fantasticava, sopratutto la notte prima di dormire, si chiedeva come sarebbe stato vivere da sedentario e accettare lavori come quello che aveva appena svolto. Una missione di infiltrazione presso un nobile corteo in Oriente: roba da pazzi. Solomon Pym, cacciatore di mostri e di streghe, abituato prima a sparare e poi a fare domande, ridotto a star dietro ad un moccioso scavezzacollo e vecchie isteriche alle prese con trame e complotti intercontinentali. Un sorriso solcò il volto barbuto del vecchio, coricato con le braccia come cuscino a guardare il cielo limpido di quella terra senza nubi, sorriso che presto degenerò in un risolio e subito dopo in una sonora e divertita risata.

Era sorta l'alba, e come in un Déjà vu il Cacciatore mosse l'ultimo passo verso la vallata che mostrava il portone del Clan. Lo spiazzo arido solcato da crateri e tagli, testimone di numerose battaglia, e pregno di sangue di nobili guerrieri che tentavano ormai da tempi dimenticati di entrare nel Goryo.
Ripercorse i suoi passi, fantasmi nella sua mente rivedevano le scene di combattimento e ritrovavano gli elementi dello scontro sul devastato campo di battaglia. Si fermò al centro dell'arena, guardando il portone. Non se lo ricordava così logoro, e pure le costruzioni che vi stavano attorno erano adorne di insolite lamiere o oggetti non tipici del luogo.

Questa volta te l'han messo nel culo, eh Fiammetta?
Bussò al portone, ma nessuna risposta giunse come eco al frastuono metallico.

«Sono Solomon Pym, ormai membro del Goryo, di ritorno da una missione. Aprite il Cancello e fatemi salire a bordo della... ... ...»
-Sollevò lo sguardo mentre parlava fino ad interrompersi nel vedere che un piccolo dettaglio mancava all'appello.-

«... ...Nave.»
Sedette su di un masso nei pressi dello spiazzo, con la pipa in bocca a guardare quella che sarebbe dovuta essere la sua nuova casa, e ridendo tra se e se, urlando al cielo, una sola cosa gli uscì di bocca.

«CHE MATTINO DI MERDA!»


Legenda
«Solomon» ~ «Altrui »
Note
Scena Free tra Me (Sorrow), Shinodari e Sofia Demidov, un po per ingannare la noia estiva, un po per giustificare gli avvenimenti che hanno visto spostato il fulcro del Clan.
Edit:cambiato codice dell'header


Edited by Sorrow~ - 14/8/2012, 12:41
 
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view post Posted on 12/8/2012, 06:22
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Suzushikei
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Dalle Cronache
dell'Angelo dal Cuore di Tenebra


goryoterritorio



Alla ricerca della Nave Perduta.

Noia.
Per quanto potesse essere paradossale provare una simile emozione all'interno di una nave fulcro del più nutrito coacervo di gente che avessi mai avuto l'occasione di incrociare negli ultimi tempi, era esattamente il sentimento che aveva avviluppato la mia intera esistenza da quando ero entrato a far parte del Clan.
Giorno dopo giorno l'eccitazione del primo momento a bordo della Purgatory era passata drasticamente in secondo piano, mentre vagavo senza meta in quegli ambienti di metallo e tubi sotto pressione, esplorando anche i pertugi più nascosti sfruttando le minute dimensioni della mia forma umana.
Gli stessi prigionieri non erano così terrificanti rispetto alla nomea che aleggiava all'esterno e non perché da loro fossi separato da sbarre o paratie di metallo, bensì gli elementi più pericolosi si trovavano in zone difficilmente accessibili se non impossibili da raggiungere a chi, come me, era appena un novizio.
I miei compagni, se così potevo definirli, in generale non sembravano avere l'aria di persone che amassero socializzare, a parte qualche raro caso; il più delle volte, se si riunivano in un gruppi, era più salutare tenersene alla larga e farsi gli affari propri.
In conclusione compresi ben presto che, se volevo raggiungere gli obiettivi prefissati al mio arrivo nel Plakard, dovevo per assurdo ripercorrere a ritroso la strada che mi aveva portato sin lì. Alla fine l'esame di Dave non era stato che l'inizio, stava a me scegliere in che modo continuare su quella strada.

Scesi dalla nave poco dopo il calar del sole, approfittando del clima meno inclemente, deciso a cercare altrove uno scopo per la mia nuova vita. Non era un addio, semplicemente mi prendevo una pausa alla ricerca di un ingaggio per quello che ero diventato: un mercenario.
E forse fu un bene, poiché poco prima di mettermi in viaggio, qualcosa nell'atmosfera che permeava la Purgatory, mi diede la fastidiosa sensazione di camminare sopra la "Santabarbara" o polveriera, che dir si voglia, pronta ad esplodere da un momento all'altro.


Kirin1082012rid
Esiste un antico detto, che ho ritrovato vergato nelle prime pagine del Diario delle mie Memorie Perdute: "Attento a ciò che cerchi!"
Un avvertimento, che mi guardai bene dal seguire.

Trovai la sfida che stavo cercando in un'anonima locanda nella zona portuale di una delle tante cittadine in cui mi ero fermato a riposare durante il mio viaggio.
E lo scontro che ne seguii mi portò ad un passo dalla morte.
Quando ripresi conoscenza mi ritrovai a dover fare i conti con l'umiliazione di "leccarmi le ferite", confinato in un letto di una stanza di cui non avevo pagato io l'affitto e curato da una misteriosa giovane donna, che avrei dovuto conoscere, ma la cui memoria mi era stata sottratta dalla Maledizione.


"Attento a ciò che desideri, poiché potresti trovare più di quanto tu abbia desiderato."

Chissà quante volte nelle mie esistenze passate avevo dimenticato questa perla di saggezza, lasciando che fosse la mia natura "Angelica" a decidere anche per la mia anima umana.
L'istinto e la ragione, una dualità che viveva in un delicato equilibrio nel mio spirito spezzato in due metà; peccato che agire d'impulso portasse più guai che altro. Ma per quanto ne fossi conscio, il brivido del pericolo era qualcosa di insito in quello che ero diventato: un Angelo dal Cuore di Tenebra.

E come il figlio prodigo, una volta che fui in grado di riprendere la mia strada, guarito dalle mie ferite, decisi di far ritorno a quello che si avvicinava maggiormente al termine "Casa": una nave prigione.

Ammetto suonasse alquanto ironico essere liberi all'interno di una prigione, ma non sempre si poteva scegliere, no?

Mi mossi in quelle lande desolate, accompagnato dalle frequenti piogge di cenere, proteggendo il mio respiro con una pezza umida quando i miasmi si facevano più soffoicfanti, sfruttando quei ripari, che avevo imparato a conoscere, durante le ore più calde del giorno, concedendomi il poco riposo che quell'ambiente ostile poteva offrire ai suoi "ospiti indesiderati", fino a quando...

...fino a quando non ritrovai quei punti di riferimento che mi avevano in precedenza condotto al Goryo.
Eppure man mano che mi avvicinavo alla torre di attracco, mi resi conto che qualcosa non quadrava.
Sollevando lo sguardo verso il cielo, non scorsi la familiare sagoma della Purgatory.
Incurante del pericolo, il mio passo si fece più rapido, per quanto potesse esserlo quello di un bambino. Un scelta azzardata quella di non riprendere la mia forma angelica, ma in quel momento avevo bisogno di tutta la lucidità mentale che il cucciolo umano potesse offrirmi.

Stringendo con un braccio Puppet, colmai la distanza che mi separava dall'ingresso in breve tempo, scoprendo con vivo disappunto, che quella che un tempo era stata la base del clan Goryo, allo stato attuale non era nient'altro che una brulla landa desertica.
Della nve e dei suoi abitanti non sembrava esserci alcuna traccia, fatta eccezione per quei segni che si scorgevano dovunque fosse libera di spaziare la mia vista.
Cosa era successo?
Possibile che nelle zone circostanti non si avesse avuto sentore di quanto i mie occhi potevano constatare?
Possibile che un intero clan fosse scomparso all'improvviso dalla storia dell'Akerat?
No, non lo credevo, per quanto il trovarmi nel mezzo del nulla non mi rincuorasse affatto.
In verità in quella solitudine forzata c'era un'altra anima solitaria.
Si trattava di un vecchio che se ne stava seduto su un masso fumando la pipa.
Ora le ipotesi riguardanti la sua presenza in quel luogo potevano essere molteplici, ma preferii scartare quelle più improbabili; se si fosse trattato di un viandante che aveva smarrito la strada o dell'artefice di tale misteriosa sparizione, nell'uno o nell'altro caso la storia si sarebbe conclusa in pochi attimi. Preferii scegliere la soluzione più plausibile, sperando di aver trovato un altro appartenente al Clan.
Mi avvicinai a lui, mantenendo i sensi allertati, fino a trovarmi a distanza di parola.


«Mi scusi Signore, sa per caso cosa sia successo alla nave che era ancora lassù in alto e al suo equipaggio?» chiesi in tono educato, cercando di zittire quella parte di me che gridava mentalmente di utilizzare un linguaggio meno forbito, qualcosa di più simile a "Per tutti gli Inferi! Si può sapere che cazzo è successo alla Fat Whore? E tu chi diavolo saresti, che te ne stai tranquillo a respirare gli effluvi della tua pipa mischiati ai miasmi malsani di questo luogo?""

~«Kirin» ~«Avatar» ~Pensato ~Narrato

~Carisma:
Kirin ha il dono di ispirare fiducia in chiunque incroci il suo sguardo o ascolti la sua voce. Questa abilità conferisce un'aura passiva di charme che sostituisce l'abilità passiva razziale dell'Avatar Angelico. [Passiva]

~Puppet: Gatto di pezza


 
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Sofia Demidov
view post Posted on 13/8/2012, 15:46





Il Vecchio, La Ladra il Bambino.

Ah si, il caldo asfissiante era certamente un toccasana per la pelle del mio essere. Oppure no, dato che il sudore copioso che mi scendeva dalla fronte iniziava a formare una specie di vello che mi impediva la vista? La mia solita fortuna, ovviamente, voleva che la carovana mi avesse lasciata al bordo esterno della zona Goryo e tutta l'altra strada, sino al porto per salire nella Purgatory, avrei dovuto farmela completamente a piedi. Sola come una bestia.

Come tutte le sfighe di questo mondo, purtroppo, il caldo e la noia non vengono mai da soli. Anzi, erano ben accompagnati da almeno due tonnellate di detriti lasciati sparsi sulle rocce a memento di qualche stronzo che non sapeva dove buttare la propria spazzatura. Mancavano poche decine di metri alla mia destinazione e la presenza di due individui mi faceva ben sperare sulle sorti di quella passeggiata nel Nulla cosmico. Alle mie orecchie, tuttavia, giunse il lamento volgare e impune della figura più alta e anziana che malediceva la giornata per qualcosa di cui non mi ero ancora riuscita a capacitare, mentre non ero riuscita a sentire propriamente bene cosa avesse detto il bambino. Affrettai il passo per ricongiungermi a loro prima che decidessero di andarsene lasciandomi sola in mezzo al Plakard. - hey! hey! Voi due, perchè qua attorno è pieno di detriti, roba esplosa e porcherie varie? - Domandai con abbastanza imprudenza lanciando uno sguardo curioso al bimbo con un.. peluche in mano. Poi, istintivamente e curiosamente, notai che mancava la solita Ombra rinfrescante.. mancava la fottuta nave! - Oh, ma andiamo, hanno lasciato il timone a quel finocchio di Roberto, ci scommetto cento Monete D'oro. - Il calore iniziava a farmi elucubrare. - Io quando l'ho visto la prima volta l'ho detto subito che era un finocchio, se gli hanno lasciato il timone siamo spacciati, probabilmente ha fatto schiantare la nave a Basiledra e metà della popolazione è in fiamme in cerca di un barile d'acqua dove spegnersi! - Caddi a sedere priva di idee realmente valide, sospirando.

- Ci hanno scaricato qua come stronzi, vero? -

 
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view post Posted on 14/8/2012, 11:39

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vecchioladrabambino

Cerchi di fumo salivano dalla pipa del Vecchio, dissipandosi nell'aria secca del Akerath, sede -o forse no- del temuto clan Goryo. Meditava, seduto su quella roccia che era ormai diventata pure comoda, pensando a che diavolo fosse successo a quella landa sotto i suoi occhi. Detriti, macerie, crateri a perdita d'occhio. La mente suggeriva un ipotesi smentita poi dagli occhi: la nave era stata attaccata e abbattuta; ma dove?
Con una mole del genere, gli spostamenti non sarebbero certo stati rapidi, e presumendo una discesa variabile dalla quota ala quale l'aveva vista l'ultima volta, si sarebbe comunque notata in quella piana desertica solcata saltuariamente da qualche anfratto roccioso. Pensava dunque, immerso nell'odore del tabacco, con lo sguardi fisso sull'orizzonte, fino a quando qualcosa non lo destò all'improvviso.

«Mi scusi Signore, sa per caso cosa sia successo alla nave che era ancora lassù in alto e al suo equipaggio?»
Una mano volò d'istinto alla pistola, dito sul grilletto e pronto a far fuoco dal fodero stesso.
Alla sua destra, un bambino, con il faccino in perfetta linea di tiro con l'arma. Era insolito d'aspetto e portava sotto il braccio un peluche nero di quello che, con mlta fantasia, poteva essere ricondotto ad un esemplare felino.
Una sola cosa passò per la mente dell'uomo in quel preciso istante:
CHE CAZZO CI FA UN BAMBINO CON UN PELUCHE IN MEZZO ALL'AKERATH?!

Se la sua esperienza gli aveva insegnato qualcosa, i bambini erano la forma più abusata da spiriti malvagi per entrare nel nostro mondo. Ispirano fiducia e mai nessuno si sognerebbe di sparargli a prima vista, anche trovandoseli davanti in mezzo ad una terra demoniaca con un peluche d gatto nero in mano. Cosa trattenne la sua mano dal premere ripetutamente il grilletto ancora rimane un mistero sul quale Solomon rimugina ogni volta che i suoi pensieri lo riportano a quell'evento.
Passarono diversi minuti da quando l'insolito figurino si presentò alla sinistra del Vecchio, e quando effettivamente questo gli rispose, ma per la mente occupata del cacciatore la consequenzialità degli eventi parve logica e fluida.

«Cerchi la nave? beh, siamo in due piccoletto...o sei forse una femminuccia?»
Sgranò gli occhi e li piantò sui lineamenti del bambino/a, incerto sul sesso vista la particolare acconciatura e la presenza del peluche al posto di una più rincuorante spada di legno.
Stava ancora squadrando il volto imbronciato dall'ultima affermazione fatta, quando alle sue spalle un'altra voce fece capolino dalle ormai frequentatissime strade dell'Akerath.

«Hey! Hey! Voi due, perchè qua attorno è pieno di detriti, roba esplosa e porcherie varie?»
Una biondina dagli abiti Tipicamente Maschili con al fianco stocco e all'altro una pistola si fece avanti dal polveroso nulla, guardando istintivamente in alto.

«Oh, ma andiamo, hanno lasciato il timone a quel finocchio di Roberto, ci scommetto cento Monete D'oro. Io quando l'ho visto la prima volta l'ho detto subito che era un finocchio, se gli hanno lasciato il timone siamo spacciati, probabilmente ha fatto schiantare la nave a Basiledra e metà della popolazione è in fiamme in cerca di un barile d'acqua dove spegnersi!»
Si accasciò sulle gambe, sedendosi alla bene e meglio lasciando trasparire dalla sua posizione sciancata un misto tra sconforto e stanchezza. Un refolo di vento fece da intercalare in quel momento di silenzio, dove tutti sapevamo la risposta alle nostre domande, ma la ragazza sentì il bisogno di renderle note.

«Ci hanno scaricato qua come stronzi, vero?»
Di nuovo il vento a rispondere, come se la natura di quel luogo si stesse prendendo gioco di noi.

«a quanto pare... ... ...però di una cosa sono sicuro. Il timone non l'aveva Roberto, se no la nave l'avremo trovata piantata a terra a meno di mezzo chilometro da qua.»
Tirò l'ultima manciata di tabacco e svuotò la pipa battendola contro la suola dello stivale, espirando una densa nuvola grigia di fumo. Mise la pipa nella bisaccia, e si girò sconsolato a guardare gli altri presenti.

«Qualche idea?»

Legenda
«Solomon» ~ «Altrui »
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view post Posted on 24/8/2012, 17:50
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Suzushikei
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Dalle Cronache
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goryoterritorio



Alla ricerca della Nave Perduta.

Trascorsero alcuni minuti prima che il silenzio, sceso su quelle lande, venisse nuovamente infranto dalla replica del vecchio.
Non mi era parso di aver posto una domanda complicata, ma forse lo sconosciuto stava rimuginando su qualcos'altro che, probabilmente, poco aveva a che vedere con le rovine del "fu" Clan Goryo.


«Cerchi la nave? beh, siamo in due piccoletto...o sei forse una femminuccia?» Nell'udire l'ultima parola appena pronuncia dall'uomo, sentii distintamente una vena pulsarmi sul lato destro della testa all'altezza della tempia.
Non era un buon segno, ma mi costrinsi ad ignorare ancora una volta la vocina della mia natura avatar che mi urlava di lasciar condurre a lui la discussione.
Al momento c'erano problemi più urgenti dell'incapacità del vecchio di distinguere tra "bambino" e "bambina" o di verificare se fosse parente di Messer Dave, che avrebbe spiegato il difetto visivo di non riconoscere il sesso degli infanti.


«Signore, il caldo temo le abbia giocato brutti scherzi... Non sono affatto una ragazzina...» Giusto per fugare ogni dubbio. Stavo per aggiungere un commento più pertinente, quando un nuovo arrivo si unì alla nostra improvvisata "comitiva".

...Una nuova arrivata, per essere corretti...


Bionda, giovane di aspetto, non sembrava dimostrare più di una ventina d'anni; non che questo fosse indicativo sulla sua reale età, ma era l'unica stima che al momento potessi fare ad una prima occhiata.
Dai discorsi che seguirono, mi resi conto quanto le nostre strade si fossero incrociate per un assurdo scherzo del destino; un incontro che andava al di fuori di ogni possibile probabilità in un luogo che ormai era solo un ammasso di detriti e polvere.
Non era affatto di conforto constatare che non fossi il solo a ritrovarmi "orfano" di un Clan, per quanto le iniziali motivazioni sulla scomparsa della Purgatory mi fecero sospettare che non corresse buon sangue tra i miei due compagni di sventura e un certo "Roberto".
Roberto... era un nome che non mi diceva nulla, non che le mie conoscenze del Clan di adozione fossero così ferrate.
E per quanto la mia curiosità di sapere chi fosse "Roberto" fosse alquanto pressante, cercai di focalizzarmi sul nostro problema principale.


Una cosa era certa: ci avevano scaricati qui come stronzi. E su questo, infatti, la giovane aveva ragione.
D'altra parte era il prezzo da pagare per la "libertà" che il Goryo in qualche modo concedeva ai suoi appartenenti. Una libertà che andava guadagnata, una libertà che non offriva legami. Per cui erano precisamente "cavoli nostri" se ci trovavamo qui nel mezzo del nulla a cercare di capire che fine avessero fatto tutti, nave volante compresa.


«Qualche idea?»

Annuii.

«Conosco uno dei rifugi all'interno delle caverne presenti nel Plakard, forse qualcuno potrebbe darci qualche informazione al riguardo. E abbiamo necessità di un riparo, a meno di non voler viaggiare a marce forzate con la compagnia delle piogge acide. Da lì poi potremo dirigerci verso territori più "popolati", quei posti che facevano affari con il Goryo. Nel bene o nel male qualcuno saprà cosa diavolo sia accaduto. Un intero clan non può volatilizzarsi nel nulla, scomparendo dalla memoria di tutti... O si?» Preferivo essere ottimista al riguardo; partire da "non ce la faremo mai" non sarebbe stata una buona idea per il nostro morale.

~«Kirin» ~«Avatar» ~Pensato ~Narrato

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vecchioladrabambino
La situazione si stava facendo quanto meno comica, seduto su di una roccia con una ragazza dai modi molto poco femminili e una bambina -si, non avevo ascoltato quando ribattè la mia precedente affermazione- davanti alle porte di un clan fantasma. Avanzai quindi la domanda di buttare giù iniziative, e questa volta, grazie agli dei che certamente non vegliavano su di noi, ascoltai la marmocchia col peluche.

«Conosco uno dei rifugi all'interno delle caverne presenti nel Plakard, forse qualcuno potrebbe darci qualche informazione al riguardo. E abbiamo necessità di un riparo, a meno di non voler viaggiare a marce forzate con la compagnia delle piogge acide. Da lì poi potremo dirigerci verso territori più "popolati", quei posti che facevano affari con il Goryo. Nel bene o nel male qualcuno saprà cosa diavolo sia accaduto. Un intero clan non può volatilizzarsi nel nulla, scomparendo dalla memoria di tutti... O si?»
Qualcosa nelle parole di quella piccola creaturina mi inducevano a crederle, anche se una persona con un briciolo di sale in zucca non avrebbe mai dato retta ad una bimba di quell'età su argomenti di questo genere. Gli feci un sorriso paterno da sotto i baffi, guardandola negli occhietti tondi e posandole una mano sulla testa in segno di carezza.

«E sia...facci vedere dove sono queste caverne, e speriamo di trovare qualcuno che abbia visto una nave volante.»
Scoppiai a ridere, come se non credessi io stesso alle parole che mi erano appena uscite dalla bocca.
Usai il piccolo essere umano come bastone per alzarmi, tenendo la mano sulla sua testa. Nella follia del momento, mi ero però dimenticato di consultare l'altra giovane, completamente convinto dalle giovani parole della ranocchietta.
Mi voltai dunque, in un quadretto che ci ritraeva come nonno e nipote:

«Tu pensi di stare qua a maledire i natali di Roberto, nella speranza che spunti dalle sabbie come è spuntato dal culo di sua madre?»
Le lanciai un occhiata d'intesa, sorridendo di nascosto.

«Vieni con noi, e avrai modo di spennare qualche pollo per distrarti da questo casino.»
Non attesi risposte, sebbene l'orecchio ascoltò cosa aveva da dire, e spronai la bimba a fare strada in mezzo a quel nulla che fino a poco prima era popolato da uno dei più temibili clan dell'intero continente.

Legenda
«Solomon» ~ «Altrui »
Note
A voi...e direi che logica vuole che sia Shinni descrivere DOVE diavolo ci porta :D
 
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