Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Rakuen

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Desdinova
view post Posted on 11/9/2012, 12:50 by: Desdinova
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Eternal Light
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La luce della luna si frammentava sui pallidi fili d’erba, lievemente riflessa dai tetti e dai solidi muri delle case in uno scenario quasi privo di colore. Appariva come se fosse sul punto di soccombere nell’eterno combattimento con il risucchiante potere delle tenebre, finché non fosse giunto ad aiutarla l’amante da cui traeva forza. Ma mancavano ancora molte ore all’alba, dato che il sole era da poco tramontato. Ghin camminava nel buio, posando l’occhio incuriosito sulle emanazioni dorate delle finestre che si affacciavano sulla strada.
Procedeva ammantato nel suo lungo mantello, sul quale la luce si divertiva a giocare cambiando ad ogni passo che il mezz’elfo compiva, in uno spettacolo di ombre sempre diverso. Il cappuccio era abbassato sul viso, a nascondere gli occhi sgargianti quanto rubini nel buio della sera inoltrata ed il suo sorriso che si disfaceva e ricomponeva ad ogni piccolo movimento: colpa del piccolo scoiattolo che con il suo pelo ispido gli causava un leggero solletico al collo.
Pensò di entrare nell’unica locanda della tranquilla Waulsort sperando di riuscire ad ottenere, o in caso di difficoltà rubare, anche solo un piccolo tozzo di pane e magari un mucchietto di paglia sul quale dormire, tra gli animali nelle stalle se non ci fossero state alternative migliori. Stanco delle lunghe notti passate su scricchiolanti letti di foglie e trascorsi a mangiare vivande rafferme, pregò di potersi riposare degnamente, per una volta.

A quanto pareva erano stati il vociare degli ospiti e le loro canzoni a smorzare l’immacolata quiete notturna di quella isolata cittadina. Nonostante il suo aspetto losco in quell’ampio abito nero, varcò la soglia senza che nessuno lo notasse realmente. Venne travolto da un’ondata di aria calda dovuta al fuoco nel camino e al sovraffollamento della stanza, ma con varie torsioni riuscì a raggiungere il bancone senza urtare malamente contro qualcuno: l’ultima cosa che avrebbe voluto era attirare l’ira di qualcuno. Voleva soltanto trascorrere una serata in mezzo alla gente, ma senza le attenzioni di nessun'anima viva, sempre.
Tentando di camuffare la voce con un tono più profondo, chiese all’oste di portargli quel che c’era per cena ed una caraffa d’acqua. Contro ogni aspettativa, l’uomo non fece storie riguardo all’ordinazione di qualcosa di non alcolico, ma anzi i suoi occhi sorrisero nel non sentir richiedere per l’ennesima volta della birra o dell’idromele. Ghin si pentì della propria scelta quando gli vennero posti davanti una zuppa ed una brocca ancora fumante per via del suo contenuto appena bollito. Sarebbe bastata la prima a dissetarlo, a giudicare dai pochi ingredienti che pigramente ci nuotavano dentro.
Fissò con aria avvilita il suo pasto, per poi girarsi lievemente verso quella che ai suoi occhi appariva una morbida pagnotta lì accanto, ma che altro non era se non un po’ di pane azzimo sbriciolato. Sussultò nel sentire lo scoiattolino scivolare contro il suo collo, ma riuscì con un rapido scatto a prenderlo al volo prima che si gettasse sul cibo del vicino. Il movimento dell’animaletto spinse però indietro il cappuccio, facendo ricadere la luce sui suoi capelli in una cascata argentea e rivelando le orecchie leggermente appuntite.

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Non fu sufficientemente veloce nel celarli nuovamente: quello che sembrava un mercenario l’aveva notato e si era avvicinato fino a sfiorargli delicatamente la spalla e chiedergli, in un sussurro roco, cosa ci facesse lì un mezz’elfo.
Ghin rizzò la schiena rabbrividendo e lasciò cadere il cucchiaio nella ciotola della zuppa, schizzando qualche allegra goccia sul legno del bancone. Alzando gli occhi scarlatti per osservare l’uomo, notò che le sue labbra contornate da una corta barba rossa stavano sorridendo e non sembravano suggerire cattive intenzioni: non lì, non dove erano entrambi ospiti ed avevano condiviso lo stesso pasto, non dove c’era tanta gente. Tirò un sospiro di sollievo, rilassandosi un poco e rispose vagamente, anche se in modo sincero.
Era giunto lì da Nord perché aveva sentito che a Sud si erano verificati casi di desertificazione e voleva, in qualche modo, indagare per assicurarsi che il morbo, o qualunque cosa fosse, non si spargesse fino a toccare territori anche lontanissimi. Omise le motivazioni della sua preoccupazione: non poteva certo andare in giro a dire di saper evocare animali e di essere in pensiero per la loro incolumità. Chi non avrebbe riso sentendo di un ragazzino che si divertiva a giocare con le bestie della foresta?

L’uomo dai capelli fulvi rispose in modo semplice e conciso:

Sei nel posto giusto.


Edited by Desdinova - 11/9/2012, 14:06
 
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