Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Rakuen

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Nihilism
view post Posted on 11/9/2012, 19:52 by: Nihilism




Stavano accadendo molte cose ultimamente. Molte, e troppo in fretta.
L’Arcidemone lo sentiva, non ne aveva la piena certezza, ma sentiva che qualcosa di grosso si stava muovendo. Terribili nuove provenivano dal Nord, non che la cosa lo rendesse triste o adirato per la sorte di quella gente, anzi, tutto questo poteva solo farlo sorridere. Tuttavia dove il dolore e il male dimoravano e spezzavano i deboli, lui doveva intervenire, per ricongiungersi con le tenebre o distruggerle. Quando il sangue chiamava, Chevèl non poteva assolutamente sottrarsi da esso. Era una sera stranamente silenziosa, diversa, e l’Arcidemone conosceva la ragione alla base di questo. Illidan, l’attendente di Fortescuro era venuto da solo nella capitale, ben pochi ormai erano all’oscuro del suo segreto dopo il torneo del regno. Un mostro sotto le spoglie umane, forse un demone sputato da chissà quale inferno, che, stando alle dicerie dei popolani, si era fermato in una biblioteca. Nonostante la brutta fama di Illidan – che di certo non superava quella del cavaliere della lussuria - , l’Arcidemone considerava l’attendente una semplice pedina di un gioco molto vasto. Puntava in alto, paradossalmente verso la persona che più di tutte, forse anche di lui, apparteneva all’oscurità: la Nera Regina. Il suo esercito era il contrario del concetto di bene tanto professato dalla gente, il cuore ancora pulsante del male che Re Ray aveva lasciato in eredità al suo popolo. E lui ne era attratto come un corvo da un cadavere, da quel forte che partoriva demoni e forgiava uomini che traboccavano di male. Finalmente avrebbe trovato un luogo da chiamare casa.

La biblioteca sapeva di vecchio, in fondo non era altro che un insieme di scritti, memorie e storie. Quasi tutti gli scrittori erano defunti da tempo immemore, la stessa sorte era toccata alle persone delle quali vengono narrate le gesta. Era inutile, Chevèl non riusciva a non odiare i libri, un insieme di pagine avvizzite che dovrebbero rendere onore a quello o quell’altro condottiero, a quel tragico amore o magari a una favola inventata. Era come un cimitero, solamente meglio addobbato. Percorreva lentamente la lunga scalinata che portava all’ultimo piano, la penombra lo faceva sentire al sicuro, l’oscurità era come il più caldo abbraccio di una madre. Una luce proveniva dal fondo della stanza, non c’erano rumori oltre a quello prodotto dalle pagine sfogliate.
« Strano posto per trovare un demone, vero? » La voce dell’Arcidemone era un sibilo nel buio, in altre circostanze alle parole sarebbe seguita la morte dell’interlocutore, ma questo era un giorno strano. Questo era il suo momento, la sua occasione di entrare nel cuore marcescente di eventi altrettanto putridi, di nutrirsi di essi per poi vomitare la morte in ogni angolo del continente.
« Chi sei e cosa vuoi? »
Gli rispose pacatamente, senza distogliere lo sguardo dal tomo, ma a Chevèl quella risposta piacque. Era proprio così che si aspettava di trovarlo: freddo e diffidente. Eppure lui gli avrebbe dato di che fidarsi, e lui sarebbe divenuto la porta che, spalancata, gli avrebbe garantito un posto sicuro fra le file della Nera. Silente come un serpente si portò dietro di lui, le sue dita incontrarono la sua spalla, strisciando su di essa con estrema delicatezza.
« Il mio nome non ha importanza » Sussurrò sedendosi davanti a Illidan, il fuoco rendeva il volto di Chevèl folle, terrificante.
« Quanto a ciò che voglio, beh, ti basta sapere che non è il tuo male a interessarmi »
"Almeno, non in queste circostanze"
Invero c’erano parecchie cose che interessavano all’Arcidemone, tuttavia rimase zitto, spesso il silenzio era migliore delle parole più convincenti. « Bel putiferio nell'ovest, non credi? » Le labbra di Chevèl si piegarono in un sorriso, quella era la migliore delle risposte. Una frase che significava intesa, un segno che significava vittoria. Non poteva sperare di avere di meglio. « Io credo che molte cose stanno cambiando, in questi tempi »
"E presto molte altre cose sarebbero cambiate"

« Devo andare a nord, molto a nord » rispose il biondo « sarà un viaggio lungo, mi fermerò a Waulsort »
Partirono ai primi segni dell’alba, su una carrozza che in una manciata di giorni li avrebbe portati in quel paese maledetto. Stranamente non ci furono assalti alcuni, persino in una strada tanto affollata come quella che stavano percorrendo, peccato, qualche bandito con il quale giocare non gli sarebbe affatto dispiaciuto. Avrebbe avuto di che rifarsi comunque, una volta raggiunta la destinazione.

Lo scenario si presentava esattamente come lui lo aveva previsto.
Uomini, donne, vecchi, bambini, soldati, contadini, tutti si muovevano confusamente nelle strade ciottolose. c’era chi era in preda al panico, c’erano quelli che aspettavano l’occasione per intascare qualche pezzo d’oro. Ma soprattutto, non passava certamente inosservata la taverna dalla quale proveniva una cacofonia di musiche e urla tale che le pareti parevano tremare. Doveva esserci di più delle solite scaramucce fra ubriachi, qualcosa che in qualche modo gli ricordava il periodo in cui era stato un cacciatore di draghi. Senza pensarci due volte spalancò la porta, sorridendo, e anche questo sorriso era diverso dal solito.
Gli faceva un effetto agrodolce vedere gli Scroti, suoi compagni di battaglia, inneggiare alla loro prossima avventura. A grandi passi raggiunse Martym e gli altri componenti del quartetto, lanciando al contempo uno sguardo all’oste.

xWxi8

« Una pinta di idromele per il cacciatore di draghi! »
O cacciatore di uomini, a seconda dei casi

Ci tengo a sottolineare che l'autoconclusività sul pg di Chomp è stata concordata con l'utente in questione.
 
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60 replies since 6/9/2012, 21:35   2217 views
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