Yusuke Takeshi. La guardia personale di Dalys era una persona fin troppo superficiale per quel ruolo. Ogni orientale lo guardava con disappunto mentre mostrava la sua scarsa etichetta e un non rispetto dei protocolli a dir poco disarmante. Se fosse stato diverso avrei potuto pensare a lui come un possibile Sussurro, perchè la sua abilità era grande, ma no. Data la sua inesistente discrezione non era affatto adatto. A quanto pare conosceva Ditarosse. Nulla d'importante comunque: il Takayanagi ordinò di continuare a marciare come se niente fosse. D'altronde non avevamo motivo per oziare: i clan delle montagne ci aspettavano al villaggio, e il Beccaio non avrebbe atteso a lungo prima di compiere la sua mossa. Ogni minuto perso inutilmente faceva aumentare lo svantaggio che avevamo sul nemico. Avanti.
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No, quello era decisamente uno spettacolo che non ci aspettavamo di vedere. Il villaggio completamente avvolto da un alone rossastro emanato dalle fiamme che corrodevano le abitazioni. Durante il viaggio mi era sembrato di percepire uno strano calore provenire da quella direzione, ma non gli diedi troppo peso perchè poteva essere causato da qualunque cosa. Eppure era chiaro come il sole: non poteva essere un semplice incendio. Le fiamme erano estese per tutto il villaggio, e date le dimensioni di questo era impossibile che fossero riuscite a divorare tutti gli edifici senza che gli abitanti riuscissero a domarlo. Dalla nostra posizione potevamo osservare anche un fiume nelle vicinanze. E se l’acqua non mancava voleva dire una cosa sola: quello era un attacco! Il Takayanagi lo capì immediatamente, e ordinò alla carovana di fermarsi mentre insieme ad un gruppo di volontari sarebbe andato in avanscoperta. Motoko ovviamente lo seguì, e così fece l’uomo che ore prima aveva bloccato il nostro cammino. Se fossero stati semplici predoni, i due orientali sarebbero bastati per tenerli sotto scacco, eppure le probabilità che fossero i Falkemberg Korps erano notevoli. Data la loro ferocia, un uomo in più poteva fare la differenza. Sorrisi alla ragazza che avevo accanto, rivolgendole un tono decisamente fuori luogo con la preoccupazione generale.
Nobile Konoe, mi unirò al gruppo di testa per liberare la strada, badi a se stessa.
Non mi piaceva andare a cavallo. Ma per tenere il passo degli altri e non stancarmi prima del tempo non avevo scelta. A dir la verità riuscivo a malapena a tenermi sulla sella senza cadere, e conoscevo solo le basi tecniche per controllare la direzione dell'animale. Non ero certo come i giovani nobili che imparano ad andare a cavallo prima di imparare a camminare! In un modo o nell'altro però riuscii a seguire il gruppo fino all'entrata del villaggio.
Lo spettacolo era terribile. Era come ritrovarsi nel bel mezzo di una guerra, fra cadaveri abbandonati lungo il ciglio della strada e rumori di vetri infranti troppo spesso accompagnati da sciacallaggi. Il calore emanato dalle fiamme aveva un odore particolare: probabilmente era stato alimentato da qualche sostanza infiammante per far propagare l'incendio con maggiore impeto. D'un tratto il primo screzio: continuare e salvare i nostri futuri alleati, o lasciarli sopravvivere con le loro forze. Il Takayanagi era stoico nella sua posizione, ma qualcosa si muoveva fra le macerie fumanti. Un agguato!
Con una capriola scesi repentinamente da cavallo, giusto in tempo per evitare la scarica di colpi di balestra. L’animale venne colpito inesorabilmente e crollò a terra. Uno dei motivi per cui detestavo andare a cavallo era quello: in caso di agguato non lo avrei potuto salvare in alcun modo. Ci stavano lentamente circondando, e non avevamo tempo per discutere. Mi portai alle spalle di Motoko. Un bisbiglio.
Quegli uomini ci servono, vivi. Voi pensate a sopravvivere, io raggiungerò l'altra parte del fiume per trovarli e indicargli la nostra posizione.
Veloci passi laterali mi portarono al riparo in un vicolo adiacente. Loro sarebbero stati al sicuro: conoscevo Motoko, e il Takayanagi non doveva essere da meno. La mia sagoma iniziò a cambiare per assumere l'aspetto di un gatto nero. In quella forma non avrei destato sospetti, e con un po' di fortuna sarei riuscito a raggiungere gli uomini degli altopiani indisturbato: in mezzo alle fiamme la sentivo chiaramente. Una lieve ma distinta scia, con lo stesso odore che quell'uomo aveva addosso.