Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Erlik Khan VS Jack Crane

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view post Posted on 30/9/2012, 10:16
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C a t a r s i

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Dampyr vs Numar
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La Fossa Verde
Fra le più antiche costruzioni di Taanach vi è una fossa da combattimento, conosciuta dagli indigeni come la Grande Verde, un duplice riferimento alle enormi dimensioni della stessa e alla melma verdastra che compone la maggior parte del terreno di scontro, contrariamente alle solite fosse, ricolme della terra rossa del Plakard. Posta nella zona periferia ad est della Città Vecchia, questa imponente costruzione a pianta circolare presenta un unico anello di tribune, nonostante al suo interno siano presenti tre arene, a loro volta circolari -permettendo così agli spettatori di seguire più di uno scontro simultaneamente. Ogni arena è divisa dalle altre da pareti di un materiale simile al vetro, ma enormemente più resistente. Ampi corridoi laterali permettono agli atleti l'ingresso alle zone di combattimento dagli spogliatoi, posti in un seminterrato al di sotto delle gradinate. Le tre arene circolari sono identiche fra loro: tutte di pianta circolare (con un diametro di 25 metri), sono divise in quattro sezioni da quattro camminamenti in marmo, posti a pochi centimetri dall'acqua melmosa, profonda circa mezzo metro, che riempie le sezioni. Al centro di ognuno di questi acquitrini, un pantano di alghe e fango propone una singolare alternativa alla pavimentazione. I quattro camminamenti, ognuno lungo 10 metri e largo uno e mezzo, confluiscono in una piazzetta circolare di cinque metri di diametro, al centro della quale -su un basamento rialzato- è posta una statua della Madre Verde, una donna incappucciata con un libro fra le mani.

Primo Post :: Erlik Khan
Player Killing :: Disattivo.
Durata :: Un post di presentazione e cinque di combattimento.
Tempi di Risposta :: Quattro giorni dal post dell'avversario. Ogni giorno di ritardo corrisponderà a 0,25 punti di penalità in sportività.
Regole :: Il duello sarà valutato al pari di qualsiasi scontro ufficiale e saranno applicate le stesse regole. Ogni chiarimento esterno al gioco andrà effettuato in privato o in altre sedi; le trasgressioni in questo senso saranno sanzionate nella sportività dell'utente. La modifica di un post comporterà ben più gravi penalità.
Tempo e Meteo :: Pomeriggio ; Sereno.
Background :: Agli sfidanti verranno comunicati ora e data dell'incontro a mezzo missiva. Verranno fatti entrare nell'arena dai due corridoi opposti, paralleli a due dei camminamenti.


 
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Dampyr
view post Posted on 1/10/2012, 15:53






Respiri corti. Gemiti. Un letto e due figure che si arrotolavano in esso. Il letto cigolava. Non era “fare all’ amore” quello era più…due animali che si univano.
Sesso allo stato puro: libidine e voglia di avere un corpo femminile tra le mani, voglia di essere posseduta e godere insieme del piacere provocato da entrambi.
Un ultimo gemito più lungo, più intenso degli altri. Le mani attaccate alla spalliera del letto, le lingue che si intrecciavano e un corpo bello da togliere il fiato si contorceva tra quelle lenzuola bianche. L’ uomo si era scansato da lei, il respiro affannato, completamente nudo era accanto a lei, ma gli occhi erano posati altrove ora.

Mmmmh Erlik…te ne vai già? Non resti e qui gli occhi verdi si accesero, le dita giocherellavano con i capezzoli e la lingua si fece voluttuosa Ancora con me?
Quel corpo da gatta si muoveva ora leggiadro sul letto, le unghie e le sue mani artigliavano i pettorali dell’ uomo che aveva lo sguardo sul soffitto di legno. Di una bettola, in uno dei luoghi più malfamati di Taanach; la lei era Leyla, il lui…lui era il Perduto. Erlik Khan. Nessuna strada dietro, nessun ricordo, il nulla. La stanza era spoglia, spartana la spada, Vergil, unico oggetto a cui tenesse realmente, appoggiata alla parete di sinistra. La finestra era aperto sulla strada da cui provenivano il vociare della vita dei cunicoli segreti e infidi della misteriosa, puttana, assassina Taanach.
E mentre le mani della donna si facevano di nuovo audaci, cercando con insistenza i muscoli e mettendosi di nuovo su quel corpo asciutto e definito, mostrandogli quanto fosse ancora calda, desiderosa e fremente. La sua mente però ora era, strano a dirsi in quel frangente, attratta verso qualcos’altro. Non dai seni, che leggiadri e perfetti, venivano appoggiati sul suo viso, non da quel bacino che spingeva sul suo sesso. No…qualcos’altro vi era nella sua mente.
Da giorni, dopo il suo arrivo, le strade erano in fermento. I garzoni, i bambini, persino i criminali e i tagliagole più efferati si mostravano e vociferavano: CANE MANGIA CANE. Il torneo del Goryo!

Erlik! sibilò la gatta al suo orecchio destro, leccandoglielo anche Non mi presti attenzione…che cè? Non mi vuoi più o e qui gli occhi si fecero vispi e indagatori. Ma anche ,soprattutto, maliziosi. non cè la fai più? Ti sento moscio E la lingua fu passata, come le spire di un serpente, su quelle labbra sensuali e carnose.
Erlik si girò e la mise sotto di lui, le mani che artigliavano con forza i suoi seni, gli occhi che la guardavano di nuovo con ardore e voglia.

Pensavo…ma te hai il potere di non farmi pensare più. Disse con voce ferma mentre la sinistra dolcemente finiva sotto le lenzuola alla ricerca di qualcosa.
Lei si mosse fremente prendendo la sua testa e baciandolo con forza: le unghie penetravano nella sua schiena…un gemito e il sole fece la sua corsa nel cielo.

Il sole arrivò e oltrepassò lo Zenit. Un bussare alla porta ripetuto e insistente. Occhi assonnati e un ringhio sommesso: Erlik si era destato dal suo sonno e qualcuno stava bussando-anche insistentemente come se fuori ci fossero i demoni-si alzò grattandosi la testa e sbadigliando.
Completamente nudo aprì la porta: un ragazzo con una lettera in mano, chiaramente in imbarazzo sia per la scena alle sue spalle-la giovane donna dormiva su un lato mostrando il suo sedere tondo e meraviglioso come un opera d’ arte, sia per l’ uomo che gli aprì la porta. Alto e nudo e la lettera con un sommesso “ è per lei” gli vene data, scomparendo tra le scale con la velocità del lampo.
Gli occhi controllarono il contenuto e le fattezze della busta e si richiuse la porta alle spalle, con un tonfo leggero. Si sedette sul letto e aprì il contenuto leggendolo: vi era un invito. Ad un tale orario in un tal luogo: il torneo era iniziato e lui era uno dei partecipanti!
Respirò profondamente e chiuse gli occhi alzandosi portandosi vicino alla finestra, facendosi cullare dal tepore del sole calante.
Un’ occasione irripetibile era questa per lui: un intera città, un intero clan e migliaia di occhi che lo scrutavano. Che sia il destino, una botta di culo pazzesca o solamente un incontro come un altro non importava; importava solo il mettersi in mostra e forse chissà se tra quegli occhi qualcuno lo avesse riconosciuto.
In ogni caso era un modo come un altro per ingannare il tempo e racimolare fama e notorietà. Guardando da questa prospettiva il torneo non è che lo allettava molto, ma tantè che era pur sempre un ottima occasione per potersi mettere in mostra in ogni caso. Male che sarebbe andata qualche soldo in più e un po’ di considerazione, in una città chiusa e piena di tagliagole, li poteva sempre far comodo. Sorrise per l’ eccitazione, in ogni caso e in qualunque modo fosse andata, per lo scontro imminente.
Guardava il bicchiere mezzo pieno e chissà se tra di loro, tra gli spettatori o i partecipanti al torneo, non vi fosse il misterioso individuo, che con fare “gentile e a modo” lo aveva accolto a Taanach. Avrebbe volentieri incrociato di nuovo le spade con lui, chissà…e aprì la finestra e il vociare, ora molto meno che prima, lo accolse. Nubi leggere e veloci correvano nel cielo, l’ ora era quasi giunta.
Si sgranchì le spalle e si vestì abbandonando la stanza; la donna dormiva di sasso e non si era accorta di nulla. In ogni caso gli aveva fatto passare una piacevole giornata, in un momento di stasi e quiete per il suo animo.
Vergil ronzava stranamente eccitata quasi, da questo confronto misterioso e si recò al luogo della lettera.


Luogo: periferia est della città vecchia, un monumentale e vecchio edificio. Alcuni lo chiamavano la Grande Verde, sia per le sue dimensioni che per il liquame verdognolo che vi era all’ interno delle sue arene.
La costruzione era imponente, antica, enorme. L’ impatto che lasciava nei suoi occhi non si poteva definire: un misto di eccitazione ma anche di timore, si stagliava ritta con il suo mattonato scolorito, dalle intemperie e dal tempo, e più si avvicinava più il suo sguardo non riusciva a coglierla nella sua interezza.
Le guardie erano già state informate del suo arrivo infatti lo riconobbero subito e, con modi rudi e taglienti senza molti giri di parole, lo “invitarono” a seguirli.
Lo portarono nel cuore della costruzione, passando per una entrata laterale, facendolo scendere per delle porte laterali, che sicuramente erano addette non ai visitatori del torneo, ma ai combattenti e alle guardie. Infatti invece di salire, per andare nel cerchio di tribune che sovrastavano l’ arena di combattimento, si scendeva.
L’ olezzo era tremendo e l’ umidità aumentava insieme al caldo; non ci faceva tanto caso il suo orecchio prestava ascolto al vociare, ai cori, alle urla che provenivano da sopra la sua testa.
Lo fecero attendere in un piccola stanzetta, sicuro gli spogliatoi per gli atleti, il suo turno.
Il chiasso e le urla la facevano da padrone, ma si concentrò con calma solo sul momento e non sul prima o dopo: Vergil risplendeva di luce proprio, la lama nera vibrava e ronzava nella sua testa.
Ma non vi era solo quella no…vi era anche qualcos’altro che da quando aveva messo piede a Taanach si era risvegliato: come una parte della sua anima che si ribellava a lui, come se ci fosse un corpo amorfo. Ma erano solo sensazioni dovute, forse, al suo essere scisso e Perduto.
Si appoggiò al muro e cercò di ritrovare concentrazione e calma.


La porta si aprì, con un cigolare di ferro e ruggine, il momento era giunto. Si tirò su il cappuccio e seguì la guardia fino al camminamento per l’ entrata nell’ arena: e infine entrò finalmente.
Il ruggir della folla, la melma e la statua che spiccava al centro, i suoi piedi che camminavano sicuri sul camminamento. Il respiro calmo e la sinistra che stringeva l’ elsa. Il passo sicuro e calmo e il cuore che batteva.
La sua anima cullata dalle urla estasiate della folla, la voglia e la tensione del combattimento. La quiete prima della tempesta, il lungo respiro prima del balzo…tutto ciò era per lui nutrimento e volontà. Solo in quei momenti si poteva definire “vivo”. La sua condizione non era un amputazione alla sua anima non ora, non contava nulla: non contava passato o futuro, contava solo l’ attimo, il momento, quel momento.
E alzò il destro salutando la folla e ritornando concentrato sull’ attimo. Respirò l’ attimo e la tensione, l’ eccitazione e insieme la tensione che precedeva ogni combattimento, sguainando Vergil con la sinistra e posandola di fronte a lui col il filo tagliente rivolto verso l’ esterno.
Si trovava in quella piazzetta, con quella statua di donna con un libro fra le mani, in attesa del suo sfidante.







Erlik Khan
Energia: Gialla Pericolosità: G CS: +1 Destrezza
Status fisico:
Status Psichico: Consumi energetici in questo turno:
Riserva energetica residua: 100%

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Abilità Passive:
Abilità razziale: Presenza demoniaca ~ Per quanto possano essersi pentiti del loro passato, o essere in redenzione, gli Avatar di stampo demoniaco sono comunque e in ogni caso delle creature infernali verso le quali le altre razze non si fideranno mai, o comunque non completamente. Le loro origini non possono certo essere ignorate ed è per questo, infatti, che i demoni incutono un lieve timore in chiunque gli stia accanto, purché questo non sia un demone stesso, e che sia di energia pari o inferiore all'agente.
Non importa il carattere e l'allineamento del demone, quest'abilità funzionerà sempre e comunque, indipendentemente dai sopracitati fattori.

[Passiva Razziale].

Incantaspade: I guerrieri che si accostano a questa linea di pensiero sono oltremodo distinguibili dalla massa poiché detentori di armi dalle caratteristiche eccezionali. Non solo acciaio, non solo la blanda e usuale forgiatura del metallo, ma in esse risiede un vero e proprio cuore, un’anima viva e pulsante. Ma come un qualunque genitore, per quanto imparziale coi suoi figli, tenderà sempre a prediligerne uno e uno solo, tanto che l’armigero riuscirà a infondere la capacità di indistruttibilità nella sua arma eletta nonostante gli attacchi che le potrebbero venir mossi, difendendone l'integrità.

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Abilità Attivate:





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Riassunto e Note:

Spero che non abbia fatto troppi casini. Auguro al mio sfidante un in bocca al lupo. A te la tastiera


 
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view post Posted on 2/10/2012, 21:12
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Studioso
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"Primo colloquio con il paziente.
Il paziente, Martin Hornes, mi è stato portato qui dopo l'incidente con il Dottor Crane.
Ha avuto ogni tipo di esaurimento nervoso, penso che tutto abbia avuto origine in seguito alla perdita della moglie e del figlio.
Fino ad ora il paziente non ha risposto alle domande.
Dall'osservazione possiamo notare gli occhi rossi e le lacrime sul viso, è come se ciò a cui ha assistito gli abbia causato un collasso mentale...
Proverò nuovamente un approccio!"


Gli occhi di Jack abbandonarono il soffitto per posarsi nuovamente sul suo paziente.
L'uomo, in piedi su uno sgabello e con un cappio al collo, lo fissava con occhi...ops, con occhio implorante. L'altro ormai giaceva nella polvere del magazzino.
Dalla bocca uscivano diversi rivoli di sangue che andavano ad appiccicarsi alla folta barba grigia.
Crane lo fissò con uno sguardo estraniato mentre estraeva lentamente il Calmante dal fodero. L'uomo si contorse in preda al panico.
La spada corta luccicò nella tenue luce del magazzino.
Fu un attimo.
La lama schizzò nelle ombre andando a conficcarsi nella gamba destra del paziente. Quello emise un grido di dolore facendo schizzare altri rivoli di sangue dalle sue labbra.
Jack estrasse la lama e la mise davanti al volto del vecchio.

"Mi dica, signor Hornes...che cosa vede in questa macchia di sangue ?
Il corpo pieno di tagli di sua moglie, la testa mozzata di suo figlio...un gattino ?"


Solo un sommesso pianto giunse in risposta al dottor Crane.
Sospirò passandosi la mano sulla fronte. Cosa doveva fare con quell'uomo ? Erano ormai un paio d'ore che cercava di curarlo.
In principio quello rispondeva alle sue domande con insulti e minacce ma dopo una mezz'oretta dei suoi trattamenti le minacce in suppliche si erano trasformate. Era persino riuscito a fargliela fare addosso.
Fargli capire cos'era la paura, questo era stato il suo unico successo con il signor Hornes.
Ma per il resto era un completo fallimento.
Per cercare di farlo rispondere le aveva provate tutte: prima gli aveva cavato un occhio, poi gli aveva tagliato un orecchio e infine gli aveva strappato la lingua.
Da quel momento in poi il delirio! L'uomo non aveva più detto una sola parola comprensibile.
Il dottore ne ignorava ancora il motivo.
Pulì la spada sul suo costume di iuta. La fissò un attimo per poi levarla nuovamente dinnanzi a sé.
Avrebbe continuato i suoi esami fino a quando non avrebbe ottenuto delle risposte. O fino a quando il paziente non sarebbe semplicemente crollato. Difficile a dirsi...
Ma una voce lo bloccò.

"Lascia andare mio padre, viscido bastardo!"

Jack si voltò lentamente verso la provenienza della voce.
Una ragazza dai capelli rossi gli puntava un coltello ad una decina di centimetri dal petto. Gli occhi verdi esprimevano disgusto ma anche una nota di panico.
Jack rise.

"Mi spiace signorina ma ci ha interrotti ne bel mezzo di un incontro, se vuole cortesemente prendere il numerino ed attendere il suo turno...".

Si bloccò. Gli occhi socchiusi, il braccio sinistro alzato con le dita che accarezzavano l'aria fetida di quel luogo.
C'era qualcosa. Qualcosa che aveva dimenticato.
Ma non riusciva proprio a...ma certo!
La ragazza dopo un attimo di esitazione si gettò contro di lui con un grido. Un attacco fin troppo prevedibile.
Jack si spostò di lato ed afferrò il braccio armato torcendolo. Il pugnale cadde a terra tintinnando.
Dopodiché gettò a terra la ragazza immobilizzandolo con il suo peso.
Avvicinò la sua bocca all'orecchio di lei.

"Che ore sono ?"

"C-cosa ?"

"Che ore sono ?!"

Le puntò il Calmante alla gola.

"N-non lo so...è pomeriggio...".

"Cazzo, farò tardi!"

Premette la spada alla gola della giovane lasciando che la carotide venisse esposta all'aria. Il corpo cadde a terra senza un lamento.
Fatto ciò si alzò. Diede uno sguardo al vecchio che cominciò a scuotere violentemente la testa.
Calciò con forza lo sgabello.
La corda si tese. Una vita si spense.


Cane Mangia Cane.
Un torneo a cui non avrebbe mai pensato di partecipare. A dire il vero fino a poco tempo fa non sapeva nemmeno della sua esistenza.
Eppure su quel foglio di carta che stringeva tra le mani le parole erano chiare.
Era stato invitato a partecipare a quel torneo dove l'unica regola era la sopravvivenza.
Con passo sostenuto arrivò alla Fossa Verde. Il luogo dove si sarebbe battuto era quello.
L'imponente arena troneggiava sulla zona. Diverse file di persone iniziavano ad entrare.
Con il suo solito pudore, Jack si fece largo con spinte e schiaffi fino ad arrivare all'entrata. Le guardie stavano già per mettere mano alle armi ma il dottore gli gettò addosso la missiva ed entrò senza spettare la loro reazione.
Finalmente arrivò alle scale. Fu quasi tentato di salire per vedere quali persone volessero vedere uno spettacolo del genere e, se necessario, sottoporli alle dovute cure.
Ma decise che non era ancora il momento di mostrarsi così sfacciato agli esponenti del Goryo. Non ancora...
Scese le scale per poi imboccare quasi subito il corridoio che lo avrebbe portato al luogo dove il sangue si sarebbe mischiato alla melma.
Melma che già era presente sulle pareti del corridoio. In fondo però la luce, ed il ruggire della folla.
Quel suono così propedeutico ai massacri lo estasiò così tanto che cominciò a ridere. La sua voce rimbombò su quello strano materiale di cui l'arena era composta.
Appoggiò entrambi i palmi sulla parete di sinistra ed avanzò in quella maniera fino all'uscita. O meglio all'entrata. Per l'inferno...
Bhe più o meno: lo sarebbe stato quando la melma sarebbe diventata rossa e la statua che troneggiava non si fosse mossa coprendosi gli occhi per non vedere il massacro che di lì a poco sarebbe cominciato.
Dall'altra parte di quella putrida piazza vi era il suo avversario. Non riuscì a spiegarselo ma un brivido gli attraversò la spina dorsale quando lo vide.
Non era che un figura scura con il cappuccio ma aveva qualcosa di interessante in sé. Doveva assolutamente analizzarlo!
Sotto la maschera di iuta un lieve sorriso si alternava velocemente ad un'espressione seria.
Portò le mani avanti come se stesse tenendo un registro.

"Lei è il paziente delle 15:00 ?"



Jack Crane


- Basso: 6% - Medio: 11% - Alto 22% - Critico: 44%

CS: Intelligenza/1

Fisico: Illeso

Mente: Illeso

Energia: 100%


Passive:
- Non sviene al 10%
-Illusioni create istantaneamente

Attive:


Armi:

-Calmante (spada corta): nel fodero
-Anestetico (pistola): 5
-Precauzioni necessarie(lunghi chiodi da lancio):20


Note:
Mi scuso se il post può sembrare un po bruttino ma il mio computer è contro di me e dopo due volte che si riavviava da solo e tre volte che mi son dovuto riscrivere il testo, devo ammettere che la voglia mi era un po passata.
Ma alla fine ci sono riuscito! Numar-1 e Computer-3
Aspetta, oh cazzo ha vinto lui!
Comunque buon duello al mio avversario ed ora a te la mossa!

 
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Dampyr
view post Posted on 3/10/2012, 14:42






La folla incitava. La folla urlava. Cane mangia cane il torneo! La parola stessa, il titolo stesso del torneo faceva da subito capire le intenzioni di chi era al comando: sopravvivenza, forza, sangue nessuna paura ma soprattutto…un bellissimo spettacolo di morte e sangue!
Erlik si stava divertendo: sentiva il ruggito della folla andare a tempo col suo cuore, Vergil che ronzava in attesa delle carni e del sangue, si sentiva vivo! Si sentiva al suo posto, si sentiva bene.
E poi il suo misterioso avversario comparve: da sotto il cappuccio annusò l’ aria, annusò il suo avversario, il suo spirito omicida ed era forte e tangibile.
Parole. Vuote parole.
Paziente? No al contrario sibilò mortifero e letale da sotto il cappuccio Im-paziente! Un semplice gioco di parole, pronunciate da una voce dura e metallica come un cozzare di spade l’ una sull’ altra. Vergil, in un movimento sinuoso e letale, fendette l’ aria appoggiandosi alla sua spalla sinistra.
Il ticchettio metallico, prodotto dal filo della Okatana sulla protezione metallica della spalla, era inquietante. Era come se scandisse lento e inesorabile il tempo concesso alla sua “preda”. Con un movimento lento del destro, si tolse il cappuccio, mostrando alla folla e al suo avversario le sue sembianze. Voleva farli una domanda ma…gli rimase strozzata in gola.
Una domanda che faceva a chiunque ma aveva il serio dubbio che…e la voce nella sua testa risuonò. Parole strane, in una lingua ancor più strana, risuonarono a martello nella sua testa. Ora il vociare della folla era molto meno: sentiva il suo cuore, sentiva l’ aura del suo nemico. Sentiva come una più accresciuta visione delle cose; il suo sguardo poteva fendere nubi, nebbie oscurità e carne. Spingersi al di là dell’ umano come se dentro di lui vi albergasse una tale forza da poter oltrepassare qualunque ostacolo.
Sentiva Vergil e il freddo della sua lama, sentiva e non capiva…sensazione provata già con quell’ uomo quando mise piede per la prima volta a Taanach. Ma stavolta era diverso era più intima, più accogliente: dava calma e serenità, dava consapevolezza, dava forza. Per la prima volta si sentiva sicuro, pronto, le domande su se stesso non gli interessavano non ora, non adesso…adesso era solo il momento di combattere di mettersi sempre di più in mostra fino ai vertici.
I vertici…non aveva mai pensato di poter ambire a tale carica. Ma perché aveva la strana impressione come se qualcuno infilasse nella sua mente questi pensieri?
Era come un eco lontano, come un miraggio nascosto da un velo invisibile, che non nasconde ma distorce la visione delle cose. O era solo frutto della sua immaginazione? I suoi occhi erano diventati viola-effetto strano e inconsueto giacché il suo colore naturale era nero- e pose la sua domanda.

Riconosci il mio volto? Sai chi sono? Parole calme e fredde e anche il suo comportamento era cambiato. Sembrava quasi più alto i suoi occhi erano diventati come dei piccoli gorghi viola che, come forza primigenia, trascinavano nei loro meandri tenebrosi chiunque avesse il coraggio di guardarli. Sembrava quasi che persino le ombre si piegavano di fronte a quel “nuovo” Erlik: sicuro di sé, spavaldo, guardava il suo avversario dall’ alto in basso come un Re. Mai prima d’ ora vi era stata simile sicurezza e ardore, fuorché nei momenti più duri e difficili delle battaglie-ma quello era più per sopravvivenza- ma ora sentiva ruggire in lui queste lingue di fiamme che ardevano nel suo petto e bruciavano i suoi dubbi, scacciando quel vuoto siderale, quel freddo che lo accompagnava da tempi immemori.
Sorrise e dietro quel sorriso vi era…un felino! Un predatore! Guardava il suo misterioso avversario come si guarda una preda, un essere inferiore. Sembrava che tutto il mondo, tutte le persone fossero inferiori e che lui fosse forte, molto più forte di chiunque essere popolasse questa terra dimenticata. Gli succedeva lo stesso nei suoi sogni, nelle sue interminabili passeggiate notturne in preda al sonnambulismo, quando si risvegliava spossato in luoghi dimenticati ed era come se fosse sul punto di ricordare, ma mai da sveglio. Da sveglio pensava e il pensare era come veleno che si insinuava sottopelle, creandoli un dolore continuo e asfissiante.
Ma ora no. Le cose erano differenti e la voce rischiarva il buio quasi e gli dava una sicurezza, una forza di volontà che mai prima d’ ora si erano affacciate in lui. E gli piaceva questa sensazione, questa forza. Si sentiva intero, come mai gli era successo neanche in mezzo alle battaglie più cruente, in mezzo alla morte, con le donne o col vino. No era qualcosa di molto profondo che ora spingeva il suo essere ed era APPAGANTE! Benché non riuscisse a capire non gli interessava; importava solo questa sua nuova “spinta”.
Attese la risposta, anche se ci credeva poco che un tizio del genere potesse averlo visto, e cominciò a far ruotare la sua Okatana davanti a sé.
Tagliava l’ aria il suo filo, preannunciando che tra poco avrebbe tagliato le sue carni e le sue budella si sarebbero sparse sul campo di battaglia; avrebbe dipinto con il più bel tono di rosso quell’ arena: e quel tono di rosso era SANGUE!
Puntò Vergil in direzione del suo antagonista con fare marziale: vibrava la lama e quegli occhi viola puntavano il suo obbiettivo. Il kissaki era avvolto da puro Ki. Manifestazione tangibile del suo essere guerriero, della sua volontà di sconfiggere e andare avanti. Surclassare i suoi avversari e arrivare ai Vertici…e sorrise.
Il mondo si contrasse in quell’ istante. Un’ istante lungo una vita: le urla, la folla, l’ arena tutto non contava più nulla. Vi era solo Erlik e il suo avversario. Il suo mondo era il proprio avversario ritto davanti a sé, rinchiusi come in un guscio di vetro argentato, che gli isolava dal mondo, e studiò il suo avversario. Con calma e freddezza e gli astanti si domandavano quando sarebbe incominciata. La lama sinuosa e lenta muoveva nell’ aere il suo corpo d’ acciaio, passi lenti e misurati, occhi negli occhi. Batté la punta della lama per terra e scattò in avanti.
La punta sfregava per terra, mille schegge si accesero di rosso, lo stridio metallico contro il pavimento era il suono che tutti si aspettavano, che tutti volevano. Il combattimento ebbe inizio!
Era a pochi passi da lui quando quegli occhi si fecero ancora più viola e più penetranti: cercarono di penetrare la sua mente, mandarla in confusione, crearli una spossatezza e una nausea improvvise.
Vergil ora era davanti al suo viso, la lama vibrava e ronzava con forza: una rapida piroetta di centoottanta gradi per riuscire a sgusciare alle sue spalle e quella lama nera e vibrante calò con forza sul suo collo. Mirava alla sinistra, al collo del suo nemico cercando di colpire il trapezio.
Ma l’ attacco non era finito qui. Leggero e sinuoso, come un mamba che si preparava al successivo attacco, mirò al ginocchio destro. Una stoccata di punta per penetrare in profondità e cercare di rompere del tutto il suo equilibrio e la sua mobilità. L’ intento era di rompere i legamenti del ginocchio e la rotula stessa.
Era un buon modo per provare a quella folla quanto lui fosse vivo, la sua nuova consapevolezza di sé. Nessun dubbio, nessuna domanda, solo il combattimento e vincere. Sempre che la sua offensiva avesse avuto successo.





Erlik Khan
Energia: Gialla Pericolosità: G CS: +1 Destrezza
Status fisico:
Status Psichico: Eccitato e pronto Consumi energetici in questo turno: 11%
Riserva energetica residua: 89%

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Abilità Passive:
Abilità razziale: Presenza demoniaca ~ Per quanto possano essersi pentiti del loro passato, o essere in redenzione, gli Avatar di stampo demoniaco sono comunque e in ogni caso delle creature infernali verso le quali le altre razze non si fideranno mai, o comunque non completamente. Le loro origini non possono certo essere ignorate ed è per questo, infatti, che i demoni incutono un lieve timore in chiunque gli stia accanto, purché questo non sia un demone stesso, e che sia di energia pari o inferiore all'agente.
Non importa il carattere e l'allineamento del demone, quest'abilità funzionerà sempre e comunque, indipendentemente dai sopracitati fattori.

[Passiva Razziale].

Incantaspade: I guerrieri che si accostano a questa linea di pensiero sono oltremodo distinguibili dalla massa poiché detentori di armi dalle caratteristiche eccezionali. Non solo acciaio, non solo la blanda e usuale forgiatura del metallo, ma in esse risiede un vero e proprio cuore, un’anima viva e pulsante. Ma come un qualunque genitore, per quanto imparziale coi suoi figli, tenderà sempre a prediligerne uno e uno solo, tanto che l’armigero riuscirà a infondere la capacità di indistruttibilità nella sua arma eletta nonostante gli attacchi che le potrebbero venir mossi, difendendone l'integrità.

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Abilità Attivate:

Confusione: Il negromante allunga una mano verso l'avversario e penetra nella sua mente; lì la sconvolge, costringendolo alle ginocchia e avvolgendolo in un potente senso di nausea e debolezza.
La tecnica è un attacco psionico che attacca la mente dell'avversario direttamente, provocandogli danno. Questo si manifesta nella vittima come un forte senso di nausea, debolezza e giramenti di testa, proprio come se il bersaglio fosse afflitto da una forte forma di influenza. Subire ripetutamente i danni provocati da questa tecnica può provocare conseguenze peggiori come l'attenuarsi della vista, l'incapacità di reggersi sulle ginocchia e simili. Per castare la tecnica è necessaria la percezione del proprio avversario, anche solamente visiva. La tecnica provoca un danno totale medio alla mente della vittima, ha potenza media, e può essere ostacolata solamente da opportune difese psioniche.
Consumo di energia: Medio



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Riassunto e Note:
Erlik di fatto è ora in comunione con Samael. Infatti è proprio lui, che come una voce lontana, preme per far si che lui combatta, si mostri e vinca. Non a caso fa sparire i suoi dubbi e le domande sul suo passato per concentrarsi solo sul momento, sulla battaglia. Una rinnovata sicurezza di sé gli dà, come se fosse sempre stato così, per assecondare i suoi piani diabolici. Di fatto non si trasforma, per BG non posso farlo ancora, ma da dentro la sua anima lo spinge, lo sprona e gli dà sicurezza e forza.
Ma la domanda la pone lo stesso più come rituale che come una ricerca di sé. Infatti non a caso cè anche un cambio psicologico: più freddo, più diabolico, più sicuro di sé.

Per quanto riguarda alcuni termini: il Kissaki è la punta della katana.
Okatana è una Katana più lunga del normale, appositamente costruita per quei samurai che erano molto alti.

Passando al combattimento: mi avvicino a te correndo e casto confusione. Essendo preso,spero, dagli effetti di confusione, con una rapida piroetta verso la mia sinistra, sguscio alle tue spalle. In questo modo spero di prenderti in controtempo e di sorpresa, attaccando una zona poco visibile e scoperta quale è la schiena. Contemporaneamente alla piroetta due attacchi fisici facendomi forte del Cs in destrezza per dare velocità e precisione ai colpi: uno alla base del collo verso la tua sinistra. L’ altro una stoccata di punta verso il tuo ginocchio destro per romperti i legamenti, rotula e ginocchio intero e di rendere inutilizzabile la stessa gamba.

A te.




 
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view post Posted on 4/10/2012, 18:17
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Studioso
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Com'era possibile tutto ciò.
Non riusciva a crederci. Era impossibile. Jack non voleva crederci, non ci doveva credere...
Come cazzo aveva fatto a confondere quel tipo con un suo paziente ?!
Lo fissò mentre si avvicinava armeggiando con quella spada che si portava al fianco. Man mano che la vicinanza tra i due si riduceva, Crane sentì un ritmico ticchettio che altro non era che il lieve scontro tra arma ed armatura.
Tuttavia al dottore pareva quasi un inno. Un inno alla morte e alla violenza che di lì a poco si sarebbero scatenate su quel putrido spazio che chiamavano Fossa Verde.
Un inno che aveva come principio quel ritmico ticchettio, come coro le urla della folla sopra di loro e che avrebbe raggiunto il culmine con il rumore della carne che si lacera e del sangue che cade.
E così continuava quell'armoniosa canzone. E come lei anche il suo avversario continuava ad avvicinarsi. E Jack con lui.
Si fermarono a pochi metri l'uno dall'altro. Quello si tolse il cappuccio rivelando il suo volto. Un volto comune, uno come tanti direbbe qualcuno.
Ma non Jack non era qualcuno. Era colui che era destinato a far capire al mondo e ai suoi abitanti cos'era la paura.
E di certo non avrebbe mai compiuto un errore così grossolano definendo quel volto "uno come tanti".
Dai suoi studi sull'anatomia umana e dalle sue innumerevoli esperienze pratiche aveva ormai capito che ogni volto nascondeva in sé dei segreti.
E lui, come un ladro che sceglieva il grimaldello in base alla serratura, avrebbe scelto la tecnica migliore per scoprirli.
Tuttavia l'unica cosa che ottenne nell'individuare debolezze su quel viso fu un brivido.
Lui aveva visto il vero volto degli incubi eppure provava una sorta di timore per quella figura.

"Riconosci il mio volto? Sai chi sono?"

Timore che non l'avrebbe fermato. Le ultime parole del nemico gli avevano fatto scoprire un'enorme debolezza in lui. E Jack da bravo psicologo qual'era, l'avrebbe utilizzata. Oh se l'avrebbe utilizzata.
Oramai era deciso. Al diavolo il paziente delle 15:00!
Il tipo con la spada sarebbe stato la sua nuova cavi...paziente...
Inoltre vi era da considerare anche la posta in palio: il vincitore del Cane Mangia Cane avrebbe avuto un posto di rilievo all'interno del Goryo.
Ottenendolo Crane avrebbe potuto espandere la sua teoria molto più velocemente.
Dunque l'uomo di fronte a lui non era solo un paziente. Era un ostacolo.
Un ostacolo agguerrito a quanto pare.
Probabilmente a causa del silenzio dello Spaventapasseri, il paziente non aveva trovato altro modo per ammazzare il tempo, se non cercando di ammazzare lui.
Il guerriero corse verso di lui, la lama tesa in alto. Jack era pronto a riceverlo ma qualcosa lo distrasse. Un forte bruciore alla pancia e un senso di disorientamento lo colpirono.
Barcollò. Trattenne un lieve conato di vomito rimandandolo giù. Mmh non ricordava di aver mangiato il pollo...ah sì, tre giorni fa.
Il paziente ruotò su sé stesso ormai vicino al barcollante Jack. Poi sparì dal suo campo visivo.
Un flash e capì cosa stava per accadere.
Pose il piede sinistro in avanti. Una stilettata di dolore lo colpì alla medesima spalla. Strinse i denti e semplicemente si gettò in avanti.
Cadendo nella polvere udì il tintinnio di una lama che colpiva il terreno.
Si voltò guardando negli occhi il nemico.
Aveva cominciato male, questa volta non c'erano scuse. Ma come sempre avrebbe dato la colpa a quella sgualdrina dell'infermiera.
Ah l'infermiera...se solo esistesse...
Scosse la testa e respirò profondamente. Quando espirò dai pori della iuta vicino alla bocca uscì una denso fumo violaceo che investì il guerriero e che in breve ricoprì l'intera zona.
Rideva per la sorte del suo avversario che non riusciva a vedere il suo passato, questo era ciò che Jack era riuscito ad interpretare dalle sue parole, ed ora non avrebbe visto più niente.
Ma rise ancor di più per la sorte del pubblico: volevano vedere la luce del sole riflettersi nel sangue e invece non avrebbero visto che tenebre.
Al contrario lui avrebbe visto: i suoi occhi erano stati modificati da lui in persona per non perdersi nella sua stessa oscurità.
Rise e un brivido lo colse alle braccia. Dalle maniche di quel mucchio di stracci e iuta che lui chiamava vestito uscirono due linee scure. Appena caddero a terra, si voltarono verso lo Spaventapasseri mostrandosi in tutto il loro splendore.
Due magnifici cobra.
Un sorriso comparve sul suo volto. Un sorriso che subito scomparve. Jack emise un suono strozzato come se stesse soffocando.
La mano sinistra corse alla gola mentre gli occhi venivano strabuzzati al massimo. La destra si mosse sotto alla maschera portandosi all'interno della bocca.
Quando uscì, essa stringeva tra le dita un terzo cobra ricoperto di saliva.
Un sogghigno comparve nuovamente sul volto del dottore. Lasciò cadere il rettile che si avvicinò ai suoi fratelli. La mano corse ad un dei buchi di quell'ammasso di stracci che chiamava vestito.
Essa uscì ma tra ledi tra le dita stavolta non stringeva un altro serpente velenoso bensì un chiodo. Lungo, di ferro e, soprattutto, affilato.
Sorrise pensando a quante ne aveva passate con quei piccoli oggetti da lui teneramente chiamati Precauzioni Necessarie.
Una volta...una volta con quelli ci aveva addirittura appeso un prete ad una croce. Ahahahahaah!
Gettò uno sguardo d'intesa ai cobra che silenziosi si mossero verso il paziente. Ed ora toccava a lui.
Cominciò a parlare. La voce sibilante tentava di nascondere i versi tipici di quegli splendidi animali.

"Non mi ha lasciato rispondere poco fa! Io penso di sapere chi è lei...
Capelli neri, porta la spada...è Bob! No, no, no...è Frank! Oppure Bob...
Bah lasciamo perdere! Ammetto di non conoscerla ma posso scoprirlo, dopotutto sono uno psicologo...
Nella mia lunga carriera ho già analizzato casi simili...amnesie. Esse sono malattie patologiche oppure tentativi difesa da parte del cervello subito dopo un grave shock.
Ma io...io posso indurre la mente a fare cose straordinarie. Si fidi di me.
Posso curarla!"


Nel frattempo i cobra avrebbero continuato l'avanzata verso l'avversario. Due si sarebbero posizionati di fronte a lui mentre l'altro lo avrebbe aggirato mettendosi alle sue spalle.
Alla fine del discorso di Crane, i rettili sarebbero partiti all'attacco: quelli davanti si sarebbero lanciati con i denti ben in mostra su entrambe le gambe dell'avversario.
Quello dietro invece si sarebbe gettato sulla mano che teneva la spada. Uno scorpione non nulla senza il suo pungiglione.
Subito dopo il loro attacco Jack avrebbe lanciato la Precauzione Necessaria che teneva tra le mani mirando al petto del suo paziente.
Un sorriso sarebbe apparso sul suo volto.
Sentiva che sarebbe stato un incontro molto istruttivo.
E divertente.




Jack Crane


- Basso: 6% - Medio: 11% - Alto 22% - Critico: 44%

CS: Intelligenza/1

Fisico: Taglio verticale alla spalla sinistra

Mente: Nausea (danno medio)

Energia: 100%-11%-11%= 78%


Passive:
- Non sviene al 10%
-Illusioni create istantaneamente

Attive:

Acluofobia
Una delle paure più ancestrali: la paura del buio. La paura che tutti in fondo proviamo.
Chi del resto non teme ciò che non può vedere ? Una pugnalata alle spalle, uno sparo...
Con un consumo Medio Jack creerà una nebbia viola e densa che ricoprirà l'intero campo di battaglia per due turni.
A causa di questa il nemico non riuscirà a vedere oltre il proprio naso mentre Jack riuscirà a vedere chiaramente ogni cosa.
Pergamena "Favore della nebbia"

Saurofobia
I rettili hanno da sempre ispirato un primordiale senso di disgusto negli esseri umani.
E Jack ha saputo sfruttare questo sentimento a suo vantaggio.
Attingendo nella paura presente nella sua mente potrà far comparire dal suo corpo fino a tre cobra, grandi quanto un cane da caccia, con un consumo Medio.
I loro attacchi fisici causeranno un danno ignorabile ma il loro veleno, ogni volta che un attacco avrà successo, provocherà piccole emorragie interne e sintomi simili.
I serpenti resteranno sul terreno fino ad un massimo di due turni, a meno che il possessore non li richiami prima, e la loro potenza sarà nel totale di 2 CS alla velocità ( divisa equamente tra il numero di serpenti).
Saranno distrutti dopo aver subito un danno Basso.
Pergamena "Evocazione dei serpenti"



Armi:

-Calmante (spada corta): nel fodero
-Anestetico (pistola): 5
-Precauzioni necessarie(lunghi chiodi da lancio): 19


Note:
Subisco l'attacco psionico ma quando fai alle mie spalle, grazie al Cs in intelligenza intuisco le tue intenzioni. Tuttavia a causa del tuo Cs e della nausea, non riesco a sfuggire totalmente al tuo attacco: infatti metto un piede in avanti per gettarmi ma la spada che mirava al collo colpisce la spalla sinistra.
L'altro attacco fisico, essendo io già in procinto di lanciarmi, lo evito.
Uso "Acluofobia" per far ricoprire la zona di una nebbia violacea per due turni, dopodiché evoco tre cobra.
Questi si avvicinano a te mentre io parlo tentando di coprire i loro sibili con la mia voce.
Due si mettono di fronte a te, l'altro alle tue spalle. Appena smetto di parlare, quelli di fronte a te mirano alle gambe a te mirano alle gambe ( una per ciascuno). Quello dietro di te mira alla mano che tiene la spada.
In successione ai loro attacchi ti lancio un chiodo da 15 cm mirando al petto.
A te la mossa!
P.S. Se te lo sei chiesto: sì, ho giocato ad "Indovina Chi" con il tuo pg. :qwo:

 
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Dampyr
view post Posted on 4/10/2012, 21:12






Il sangue! La folla lo chiedeva ed Erlik l'aveva accontentata. La lama saettò, fulgida e letale, lo squarcio cremisi comparve sul corpo dell' avversario ma il dannato non ricevette l’ ultimo colpo.
Per chissà quale assurda fortuna, patto con l’ inferno o altre amenità simili, era riuscito a scampare all’ affondo al ginocchio: il Kissaki cozzò sulla pavimentazione dell’ arena e quel “cucciolo di cane” era così sfuggito al suo destino. Ringhiò per la rabbia e quegli occhi viola si fecero ancora più sottili e mentre si apprestava a calare un fendente risolutore, da quegli stracci a mò di vestiti ne uscì una strana sostanza.
Viola e aeriforme che andò ad oscurare il cagnolino e una buona parte dell’ arena. Scappava il vigliacco! Una tattica subdola e senza onore, come il più infido serpente, come il vigliacco che era e che si stava dimostrando. Non riusciva ad orientarsi, il brusio della folla era chiaro segno della disapprovazione e cominciò a guardarsi intorno cercando l' orientamento. Nulla. Una buona tattica, questo glielo riconosceva, ma odiava le persone che si nascondevano e dopo infilzavano il coltellaccio nelle carni di ignare vittime; lui amava spada contro spada e che potessero guardare bene in viso chi era il loro nemico, non nascondersi nelle tenebre o mezzucci da cagnolino impaurito.

Certo che sei proprio un gran bastardo! Molte persone sono venute ad assistere a te riverso a terra e tu che fai…le precludi questa possibilità! Disse con voce forte e squillante, ignorava dove potesse essere e cosa il maledetto stava facendo, ma cercò di controllarsi. Non poteva permettersi di perdere le staffe o di deviare dall’ obbiettivo; acuire la mente, freddezza, calma, respiri regolari e prepararsi a tutto. Sottovalutare il suo nemico era da stupidi: questo era il Goryo, questo era il loro torneo, per cui doveva stare attento, preparato, pronto e acuire la sua mente. Mise in posizione frontale la lama: doveva essere l’ altro ad attaccare, era lui a dover fare la prima mossa. Tattica anche di logoramento, di nervi saldi e la vittoria, Nike, avrebbe sorriso a chi avesse mantenuto il cuore e la mano ferma. In più conosceva poco del suo avversario, motivo in più per stare all’ erta e attese la mossa del suo avversario.
Si concentrò e il brusio della folla a poco a poco scomparve lasciando spazio al ronzio della lama, al battito del suo cuore e…
Mai parlare nelle tenebre… un sussurro gelido, un sibilo talmente basso che si sarebbe stentato a sentirlo anche nel silenzio totale e la lingua che accarezzò la parte destra del labbro superiore. Il cagnolino stava parlando e le sue parole corsero veloci e precisi alle orecchie del Perduto. Ma era davvero così stupido? O stava macchinando qualcos’altro? Delle sue parole poco gli importava, era in un combattimento domande, dubbi e risposte le aveva lasciate fuori da quell’ arena: l’ obbiettivo di un guerriero in guerra è il totale annientamento del nemico. Bisogna sempre sapere il perché si incrocia il proprio ferro con qualcun altro, essere sicuri e forti nelle proprie convinzioni , saldi nelle proprie idee siano esse giuste o sbagliate.
Ma un attimo di incertezza, un tremore, un “perché” di troppo e una lama si sarebbe potuta abbeverare del suo sangue; non poteva permetterlo e schermò la sua mente e il suo cuore. Quando la sua lama si sarebbe piantata nel suo ventre allora avrebbe potuto parlare ma non ora!
Però si domandava se anche il pagliaccio, o meglio, lo spaventapasseri-per come era agghindato, lo potesse vedere. Una domanda plausibile che era quasi sicuro che fosse per confondere l’ avversario ma non il possessore di tale tecnica.
I suoi occhi cercavano di fendere quel muro d’ aria violacea senza successo, dentro di lui la voce del pericolo e il pericolo giunse veloce e ferale cavalcando destrieri serpentiformi.
Tre serpenti si erano posizionati intorno a lui, col favore della nebbia e schermati dalla voce del “cagnolino, avevano potuto agire indisturbati. Due piantarono i loro denti velenosi nelle sue gambe il terzo, infido quanto il suo padrone, gli morse la mano che teneva la sua sorella d’ acciaio, facendogli perdere la presa per uno scatto involontario. Sibilavano i tre figli di cagna! Ma, preso com’ era a far fronte ai tre striscianti, che non si avvide di un altro attacco: un ago che era partito piantandosi nel suo petto. Per fortuna l’ armatura posta sul petto aveva attutito il colpo e per quanto lungo fosse quell' arnese, non aveva penetrato la sua carne e intaccato organi vitali ma si accasciò lo stesso per terra. Tenendosi la mano al petto e ansimando come colpito e ferito. E la sua mente pensava e la sua naima sorrideva perchè un'altra informazione gli era giunta anzi due sul suo misterioso avversario: sapeva controllare i rettili oppure gli aveva evocati e che poteva osservarlo senza impedimenti tra quella nebbia.
Insomma era davvero una spinosa situazione ma sorrise diabolico. Aveva fatto un errore parlando, aveva fatto un errore lanciando il suo chiodo e sorrise più diabolico ancora, e ancora una volta sembrò che qualcosa era sul punto di uscire. E le parole che disse, il tono di voce con cui le pronunciò erano come una campana a morto, come gong ferali che scandivano il tempo concesso al suo avversario.

Ma guardate, tra la ridda dei mimi,
S'insinua una forma strisciante!
Una cosa rossosangue si snoda
Sbucando dalla scena deserta!
Si snoda! Si annoda! Tra spasmi mortali
Suo cibo diventano i mimi,
Singhiozzano i serafini ai denti del mostro
Di sangue rappreso imbevuti.


Parole di una poesia antica di cui non conosceva il significato, ma che come sempre gli spuntavano in testa così senza preavviso. Memorie ancestrali di una vita vissuta in un altro mondo, in un'altra realtà. Che era la sua vita? Che era lui lo scrittore di quelle parole? Un mistero a cui forse il Goryo e le sue alte cariche potevano aiutarlo a scioglierlo del tutto.
E si alzò di scatto il piede si infilò sotto la lama, tra lo Tsuba e lo Jigane e con un calcio l’ alzò. Prendendola a mezz’ aria con la mano destra cercò di fare a pezzi quelle bestie striscianti, di far saltare le loro teste.
Poi avrebbe dato un avvertimento al cagnolino che si nascondeva tra le nebbie: la lama vibrò, ronzando in comunione con l’ anima dello spadaccino, caricandosi di energia nera come la notte e con un fendente, carico di volontà di vincere, cercò di indirizzarlo verso lo spaventapasseri.





Erlik Khan
Energia: Gialla Pericolosità: G CS: +1 Destrezza
Status fisico: Danni di lievissima entità causa veleno, a gambe e alla mano sinistra. Intorpidimento della stessa e piccole emorragie interne a mò di livido sulle gambe. Danno basso al petto
Status Psichico: Sempre più eccitato Consumi energetici in questo turno: 6%
Riserva energetica residua: 83%

_ ___ _____ ___ _

Abilità Passive:
Abilità razziale: Presenza demoniaca ~ Per quanto possano essersi pentiti del loro passato, o essere in redenzione, gli Avatar di stampo demoniaco sono comunque e in ogni caso delle creature infernali verso le quali le altre razze non si fideranno mai, o comunque non completamente. Le loro origini non possono certo essere ignorate ed è per questo, infatti, che i demoni incutono un lieve timore in chiunque gli stia accanto, purché questo non sia un demone stesso, e che sia di energia pari o inferiore all'agente.
Non importa il carattere e l'allineamento del demone, quest'abilità funzionerà sempre e comunque, indipendentemente dai sopracitati fattori.

[Passiva Razziale].

Incantaspade: I guerrieri che si accostano a questa linea di pensiero sono oltremodo distinguibili dalla massa poiché detentori di armi dalle caratteristiche eccezionali. Non solo acciaio, non solo la blanda e usuale forgiatura del metallo, ma in esse risiede un vero e proprio cuore, un’anima viva e pulsante. Ma come un qualunque genitore, per quanto imparziale coi suoi figli, tenderà sempre a prediligerne uno e uno solo, tanto che l’armigero riuscirà a infondere la capacità di indistruttibilità nella sua arma eletta nonostante gli attacchi che le potrebbero venir mossi, difendendone l'integrità.

_ ___ _____ ___ _

Abilità Attivate:

Spendendo un quantitativo di energie pari a Basso e senza alcun tempo di concentrazione, sarà possibile sprigionare dall’arma incantata una bordata elementale dal potenziale pari al costo.
Effetto Attivo Dominio.


_ ___ _____ ___ _

Riassunto e Note:

Nulla di che da dire sul post: osservo i tuoi movimenti e le tattiche che usi. Insomma Erlik ti sta studiando per poterti uccidere meglio ;) e cercando di trovare rapide controoffensive per metterti in difficoltà Conscio che sei pericoloso e infido per cui non ti sottovaluto. Gli insulti, tengo a precisare, sono puramente GDR-On non cè nulla contro di te Numar :D

Per la parte del combattimento:

Allora prendo in pieno i 4 attacchi. Ma a causa dell’ armatura che mi copre il petto e non essendo tu dotato di una forza straordinaria, riesco ad attutire l’ attacco col chiodo. Se ho sbagliato in questa circostanza me ne prenderò le conseguenze.
Perdo la spada per l’ istinto di ritrarre la mano ma resta vicino a me, e mi inginocchio a terra come se mi avessi ferito gravemente. Un pò per pensare ad una strategia, un pò per ingannarti.
Dalla tua voce e dalla scia che lascia il chiodo lanciato nella nebbia riesco a determinare la tua posizione. Visto che voce e chiodo provenivano dalla stessa identica direzione, mi alzo di scatto infilando il piede sinistro sotto Vergil e con un colpo secco la sollevo, afferrandola a mezz’ aria con la destra. Per la cronaca sono ambidestro, ma preferisco la sinistra per motivi di BG e della mia abilità personale sul braccio destro, e cerco di tranciare ai 3 serpenti la testa con rapidi e precisi fendenti, stile samurai, facendomi forte del CS e per il fatto che adesso gli vedo.
Infine lancio una bordata di Ki dalla lama diretta a te. Finisco il mio turno così. Non faccio nient’ altro. A te tastiera e strategia


La poesia è una parte de “ Il Verme Conquistatore” di Poe, i due termini giapponesi sono alcune parti di cui è composta una katana:
Tsuba: Coccia di metallo (acciaio, shakudo, ecc.) di forma arrotondata, posizionata sopra l' elsa.
Jigane: Piatto della lama



 
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view post Posted on 7/10/2012, 12:34
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L'indice scivolò sulla gabbietta di vetro. La bocca semi aperta, gli occhi socchiusi.
Due occhi gialli lo fissavano nel buio.
Il serpente scattò in avanti cozzando contro il vetro.
Il bambino emise un grido ed arretrò fino ad incontrare un ostacolo. Si voltò.
Suo padre lo fissava dall'alto sorridendo.
Il piccolo si allontanò abbassando la testa. Suo padre si inginocchiò fissandolo negli occhi.
"Che c'è Jack ? Perché sei arrossito ?".
Il piccolo Crane alzò timidamente lo sguardo. "Perché ho fatto la figura del fifone...".
Il padre inarcò un sopracciglio. "Tu credi che l'aver paura ti renda ridicolo ?".
Jack si limitò a stare zitto.
L'uomo gli pose una mano sulla spalla. "Ascoltami bene, se vuoi diventare un bravo psicologo, devi ricordarti che tutti hanno paura...".
Il bambino si voltò fissando il serpente nella teca. "E quelli che incutono paura ?".
"Loro la provano più di chiunque altro. Non te lo dimenticare mai!".


E lui non se ne era dimenticato. Mai.
Aveva sempre ritenuto suo padre un grande psicologo e molte delle cose che aveva posto alla base della sua vita, le aveva apprese da lui.
Era stato un dispiacere ucciderlo. O quasi...
Purtroppo non era abbastanza intelligente da comprendere la verità e quindi andava eliminato come tutti gli altri.
Ma oramai Jack aveva superato il legame familiare. Aveva ormai capito di essere l'unico che finora aveva compreso appieno le potenzialità della paura.
Una prova erano i cobra da lui evocati: non li aveva tirati fuori da un cazzo di cilindro. No! Erano qualcosa di molto più complicato: una rappresentazione concreta della saurofobia.
Sorrise pensando a quali risultati avrebbe potuto ottenere con altre fobie.
Ma a proposito...come le stavano cavando i suoi piccolini ? Li aveva visti affondare le zanne nella carni del paziente ma dopo aver lanciato il chiodo, si era perso nei ricordi del passato.
Gli capitava un po troppo spesso negli ultimi tempi. Forse sarebbe dovuto andare da uno psicologo...
Forti sibili attraversarono l'aria. Jack guardò di traverso il guerriero che tra le nebbie tentava di uccidere le sue piccole e tenere creazioni.
E ci riuscì, cazzo! O meglio solo in parte per fortuna: i serpenti che lo avevano azzannato alle gambe furono tagliati in due dai colpi di quella spada che si ostinava a stare nelle mani del suo paziente; l'altro riuscì a fuggire da quell'insensato atto di violenza.
Cosa gli avevano fatto quei poveri cuccioli ? Gli avevano solo iniettato una leggera dose di veleno. E che sarà mai ?!
Prendere nota: il paziente soffre probabilmente di un grave caso di schizofrenia dalla quale è portato a compiere azioni violente contro il prossimo senza un preciso motivo.
Alzò lo sguardo dal terreno giusto in tempo per vedere un'ondata di energia oscura nascere da un movimento di quella dannatissima spada.
Sorrise.
Che forme dareste alla paura ? Chiedetelo a cento persone e tutte vi darebbero una risposta differente. Ecco quindi che la vostra mente vi direbbe che la paura non ha una forma.
Errato.
La paura ha una forma che può assumere infinite forme.
Ma cosa in questo modo ha una caratteristica simile ? Semplice, il fumo.
E fu proprio questo che avvolse il braccio sinistro di Crane. Un fumo denso ed ancor più violaceo di quello che ricopriva ancora il campo di battaglia.
Mosse l'arto chiuso a pugno contro la scarica di energia lanciata dal nemico. Fu come sfregare le unghie su una lavagna.
Un rumore acuto pervase la zona mentre Jack strinse i denti resistendo allo scontro con l'offensiva. Poi gridò e con un botto quell'accumulo di energia negativa scomparve nell'aria.
Sospirò e poggiò la mano sinistra sulla spalla della copia prontamente comparsa al suo fianco.
Entrambi girarono la testa fissandosi negli occhi.
Due spaventapasseri, un solo corvo.
Un cenno d'intesa e la copia estrasse il Calmante dal fodero ed iniziò a camminare verso il nemico. Gli occhi freddi e determinati.
Peccato che il suo avversario non potesse vedere il terrore che emanava quel paria.
Beh l'avrebbe ammirato in Jack quando quest'ultimo gli avrebbe dato il colpo di grazia.
Con un sorrisetto sotto la maschera, estrasse l'Anestetico. Lentamente caricò il colpo per poi fissare il suo paziente.

"Signore, ho una buona notizia ed un cattiva notizia. La cattiva notizia è che lei è malato.
Troppo malato per vivere ancora tra gli uomini, Il nome del suo male ? Pazzia.
Purtroppo lei è completamente pazzo. La sua voglia di saper chi lei sia in realtà e i suoi fallimenti l'hanno portata a diventare violento. Molto violento. Troppo violento.
La buona notizia è che io so come curarla.
La prima cosa che deve fare è...gettare via la sua spada!
Ma non si preoccupi, immagino che per lei sia difficile farlo.
La aiuto io..."


Nel preciso instante nel quale la sua bocca si fosse chiusa, sarebbe scattato lui.
Sì proprio lui: il sopravvissuto, l'eterno, la testa immortale dell'Idra...
Il serpente che quell'inetto non era stato in grado di eliminare.
Ed ora avrebbe pagato per la sua incapacità. Ahahahaahhaah!
Il suo piccolo e tenero cobra si sarebbe gettato nuovamente sulla mano che impugnava l'arma. Con entrambi le mani infettate, Jack voleva proprio vedere come il suo paziente sarebbe riuscito a combattere.
Dopodiché l'altro Spaventapasseri, che durante il discorso del dottore si sarebbe dovuto portare al fianco destro del nemico, avrebbe colpito proprio quel punto con tutta la sua forza.
Per ultimo, ma non per importanza, Jack avrebbe sparato un proiettile dell'Anestetico dritto verso il cuore del guerriero.
Due spaventapasseri, un solo corvo.
Sorrise.
Il corvo non aveva speranza...





Jack Crane


- Basso: 6% - Medio: 11% - Alto 22% - Critico: 44%

CS: Intelligenza/1

Fisico: Taglio verticale alla spalla sinistra

Mente: Danno medio

Energia: 78%-6%-11%= 61%


Passive:
- Non sviene al 10%
-Illusioni create istantaneamente

Attive:

La paura mi protegge
La paura è la risorsa più importante di queste terre, è ciò che fa girare il mondo e solo Jack Crane è in grado di utilizzarla non solo in modo astratto ma anche in modo prettamente fisico.
Sfruttando la paura che porta dentro di sé e quella degli altri può generare su qualsiasi suo arto o su tutto il suo corpo una nube viola in grado di proteggerlo da qualsiasi attacco non psionico.
Si tratta di una tecnica variabile difensiva e la sua potenza è pari al costo che è Variabile. Tuttavia in caso di difesa a 360 gradi la potenza sarà pari alla metà del consumo.
Dalle nubi proverranno grida di terrore che avranno solo un effetto scenico.
Abilità personale n.1

Paura di sé stessi
Alcuni dicono che il vero mostro sia dentro di noi. Jack lo sa bene e ha imparato a sfruttare anche questa fobia. Così grazie alla magia imparò a creare tramite la paura una sua copia in grado di imitarlo in tutto e per tutto spendendo un consumo pari a Medio.
La copia sarà in grado di parlare, emetterà gli stessi odori e avrà la stessa aura di Jack; vi è anche la possibilità di donargli qualche piccola differenza che non lo renda irriconoscibile.
Potrà attaccare fisicamente il nemico, e anche utilizzare tecniche, seppur impiegando slot e energia del suo creatore come di consueto. Rimarrà sul campo di battaglia per un solo turno, svanendo dopo aver compiuto le sue azioni. Qualsiasi ricordo o informazione ottenuta dalla copia verrà condivisa con Jack al momento della sparizione. Può essere anche impiegata come scudo, avendo in tal caso un potenziale Basso.
Pergamena "Copia reale"


Armi:

-Calmante (spada corta): nel fodero
-Anestetico (pistola): 4
-Precauzioni necessarie(lunghi chiodi da lancio):19


Note:
Avendo tutti i serpenti un totale di 2 Cs (diviso tra di loro) alla velocità e essendoci ancora la nebbia, riesci ad uccidere i due che avevi davanti ma quello che ti ha morso alla mano ti sfugge.
Mi difendo dall'attacco con la variabile difensiva e poi genero una copia al mio fianco. Quella con la spada in mano cerca di aggirarti per raggiungere il tuo fianco destro ed io cerco di distrarti parlando.
Appena finisco di parlare, il serpente sopravvissuto cerca di morderti la mano con la spada mentre la mia copia prova ad infilzarti il fianco.
Io invece ti sparò con la pistola mirando al cuore.
Non ti preoccupare per gli insulti, credo che tutti qui sappiano che ciò che si dice in gdr non riguarda la vita vera ;=)
A te la mossa!

 
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Dampyr
view post Posted on 7/10/2012, 19:03






Fanciullo, io gia' non ero
come gli altri erano, ne' vedevo
come gli altri vedevano. Mai
derivai da una comune fonte
le mie passioni - ne' mai,
da quella stessa, i miei aspri affanni.
Ne' il tripudio al mio cuore
io ridestavo in accordo con altri.
Tutto quello che amai, io l' amai da solo.
Allora - in quell' eta' - nell' alba
d' una procellosa vita - fu deerivato
da ogni piu' oscuro abisso di bene e male
il mistero che ancora m' avvince -
dai torrenti e dalle sorgenti -
dalla rossa roccia dei monti -
dal sole che d' intorno mi ruotava
nelle sue dorate tinte autunnali -
dal celeste baleno
che daccano mi guizzava -
dal tuono e dalla tempesta -
e dalla nuvola che forma assumeva
(mentre era azzurro tutto l' altro cielo)
d' un demone alla mia vista -


Una vecchia poesia gli tornò in mente. Vecchia ma che gli dava conforto in tempi oscuri. Era una poesia che nel dormiveglia, nei suoi sonni o incubi, era sempre presente. In forme e modi diversi, ma era sempre lì, sempre presente come uno sprazzo di luce, come a dirgli che forse non tutto era perduto. E lui ora era lì. Lì e chissà che questa poesia non racchiudeva un tutto, non era la vera risposta che cercava da tempo. Chi può dirlo? Doveva solo andare avanti e porre le domande alle giuste persone, ma sentiva che queste parole erano molto di più. Strano che proprio ora gli tornassero in mente, strano che proprio ora gli davano forza e coraggio e non disperazione e angoscia. Le parole che prima nei suoi sogni erano sconnesse ora acquistavano logica e senso...ma perchè proprio adesso? Che veramente il Goryo fosse la risposta? Non poteva allora più indugiare, non era più il momento di porsi domande, c' era qualcosa da fare. Qualcosa di importante e che ricercava da tutta una vita.
Un torneo da vincere. Uno Spaventapasseri da uccidere e la Gloria e le risposte da afferrare. E dentro di lui qualcosa si muoveva, oscura ma al tempo stesso forte. Rideva in mezzo a quelle nebbie, lui che le nebbie le aveva dentro il suo cuore. Scherzi del destino sembrava quasi una metafora della sua vita quel combattimento: non poter vedere. Non poter discernere, capire e prendere finalmente una decisione non basata sul fato, sul destino ma solamente sul suo carattere, sul suo Io. E combatteva per questo Io perduto tra le nebbie, come ora la sua vista era perduta in quell’ arena.
Da tempo camminava ramingo, solo, senza una meta un futuro e un passato. Solo l’ attimo, il presente contava così come ora contava solo il cozzare delle lame, il sapore del sangue, il totale annientamento dell’ avversario e proseguire il cammino. Una possibilità si era manifestat ora e avrebbe combattuto, avrebbe spezzato chiunque si fosse interposto tra lui e quella strada, che mai come adesso sembrava la più viva e la più pressante tra tutte quelle percorse fino ad allora. Sembrava che avesse le risposte anelate da un intera vita, sembrava che risplendesse come sole abbagliante e la presa sull’ elsa si faceva sempre più forte. Perché solo un ostacolo vi era tra lui e, forse, le sue risposte-o almeno così pensava. Ma siamo sicuri che fossero risposte e non nebbie? Sicuri che era lui che combatteva e non qualcos’ altro che lo spingeva da dentro il suo cuore? Da una parte più in ombra, nascosta, segreta delle pieghe della sua anima? Difficile dirlo. Difficile poter dare anche solo una risposta o almeno un tentativo.
Ed ora tra quelle nebbie, due pazzi in maniera differente, si stavano fronteggiando. E uno di essi disperatamente combatteva sia contro il suo avversario, che soprattutto, contro se stesso e la propria pazzia. Infatti non vi era bisogno che lo Spaventapasseri gli dicesse che era pazzo…lo sapeva benissimo!
Ma qualcosa dentro di lui lo avvertiva, una sensazione di pericolo, un deja vù: aveva come l’ impressione che questa scena si era già ripetuta. Non nei modi, ma nei contenuti. E respirò quell’ aria nefasta, chiuse gli occhi e acuì la sua mente; risposte alla provocazione del secondo pazzo?
Vergil sarebbe stata l’ unica e sola risposta plausibile. E da un momento di, apparente, stasi si riiniziò in maniera più violenta che mai.
Ma questa volta non si fece cogliere impreparato: vedeva le spire del serpente, le sue movenze che si preparavano all’ attacco e Vergil cadde a terra.
Si infilzò in terra e venne come risucchiata da essa e al suo posto immediatamente comparvero centinaia di spade.
Il loro filo era insanguinato e ancora su di esse vi erano dei brandelli di carne, sorgevano dalle profondità della terra e il loro filo era smussato, consumato, irregolare, il loro acciaio tetro ma che brillava come una gemma del mondo dei morti.
Sembrava che uscissero fuori dal mondo delle tenebre per quanto fossero tetre e paurose e come un muro altissimo e che si protraeva per alcune metri davanti a lui, si frappose tra il corpo di Erlik e le spire e il veleno del serpente.
Ma avrebbe anche bloccato, il più subdolo degli attacchi, quello lanciato dopo la carica del rettile. Se lo aspettava ecco qual’ era il deja vù e sorrise…ma un bruciore al suo fianco destro lo fece trasalire: il bastardo si era sdoppiato!
Il sangue ora macchiava il terreno dello scontro, il suo sangue era stato versato, da un avversario simile poi! Un vile, un infido serpente!
La mano sinistra teneva stretto il fianco e sentiva tra le dita il caldo e rosso liquido fuoriuscire e bagnarli la mano. Il gocciolare ancora era come il lento incidere di un orologio, che scandiva il tempo. Il tempo…era anche durata troppo questa farsa! Era il momento di concludere e del tutto anche! Non disse nulla ma vedeva il brillio della polvere da sparo che era partita dall’ arma: un faro in una notte oscura e senza stelle. Un opportunità e scattò in avanti a tutta forza ingaggiando battaglia: Vergil ora vibrava pregustando il sangue, il sangue di quel sedicente dottore! Era da un po’ che non lo gustava più ed era forse il momento di farglielo assaggiare ancora. Di farla abbeverare a sazietà!
Tagliava l’ aria quel filo bramoso di sangue, velocemente girava tra le sue mani e cercò il suo nemico tra le nebbie. Lo sparo e il fuoco erano lì in quel punto e in quel punto la sua offensiva sarebbe andata: un fendente dall' alto in basso cercando di mirare alla cuffia della spalla destra. Lo avrebbe reso inoffensivo, gli avrebbe spezzato i legamenti, i nervi e i muscoli e poi lo avrebbe ucciso con calma. Successsivamente un rapido affondo al fegato bloccatosi a pochi centimetri dalla sua epidermide. Non era quello il suo obbiettivo...no non era il fegato, non era l' attacco vero. Come lui aveva usato le nebbie per nascondere i suoi attacchi, lui avrebbe utilizzato la stessa strategia ma applicata alle sue qualità di spadaccino.
Uno sguardo carico di sicurezza e voglia di vincere e un braccio destro in fiamme: lingue nere di fuoco, maligne e ruggenti, un pugno carico di rabbia, serrato e pronto a distruggerlo, cercò di ardergli il volto. Se fosse andata in porto l’ attacco ora sarebbe stato lui che doveva provare a stare tra le nebbie, cieco e senza armi! In completa balia di un demone!





Erlik Khan
Energia: Gialla Pericolosità: G CS: +1 Destrezza
Status fisico: Danni di lievissima entità causa veleno, a gambe e alla mano sinistra. Intorpidimento della stessa e piccole emorragie interne a mò di livido sulle gambe. Danno basso al petto. Danno medio al fianco destro
Status Psichico: Sempre più eccitato Consumi energetici in questo turno: 22% 11%
Riserva energetica residua: 50%

_ ___ _____ ___ _

Abilità Passive:
Abilità razziale: Presenza demoniaca ~ Per quanto possano essersi pentiti del loro passato, o essere in redenzione, gli Avatar di stampo demoniaco sono comunque e in ogni caso delle creature infernali verso le quali le altre razze non si fideranno mai, o comunque non completamente. Le loro origini non possono certo essere ignorate ed è per questo, infatti, che i demoni incutono un lieve timore in chiunque gli stia accanto, purché questo non sia un demone stesso, e che sia di energia pari o inferiore all'agente.
Non importa il carattere e l'allineamento del demone, quest'abilità funzionerà sempre e comunque, indipendentemente dai sopracitati fattori.

[Passiva Razziale].

Incantaspade: I guerrieri che si accostano a questa linea di pensiero sono oltremodo distinguibili dalla massa poiché detentori di armi dalle caratteristiche eccezionali. Non solo acciaio, non solo la blanda e usuale forgiatura del metallo, ma in esse risiede un vero e proprio cuore, un’anima viva e pulsante. Ma come un qualunque genitore, per quanto imparziale coi suoi figli, tenderà sempre a prediligerne uno e uno solo, tanto che l’armigero riuscirà a infondere la capacità di indistruttibilità nella sua arma eletta nonostante gli attacchi che le potrebbero venir mossi, difendendone l'integrità.

_ ___ _____ ___ _

Abilità Attivate:

Drago di nere fiamme
Un tatuaggio, un tatuaggio a forma di drago rampante gli corre sul suo braccio destro. Come se lo sia fatto o che poteri abbia non è dato saperlo, sa solo che quando arriva al limite o quando è sottoposto a forte stress come trovarsi in situazioni di reale pericolo, lo sente bruciare. Bruciare e venire avvolto da fiamme nere come la notte che non si estinguono mai. Solamente allora può scatenare il suo potere e attaccare il suo nemico: può dirigerle come un ruggito di fuoco di un Drago per arderlo vivo. Si dice che usando questa tecnica anche l’ anima viene consumata. Ma forse il suo potere è ancora più grande e temibile.
Ha valore unicamente di attacco e nessun valore difensivo.
(Consumo Medio-Tecnica magica-Danni medi da ustione)

Pergamene Muro d' ossa: Il negromante richiama davanti a sé una barriera invalicabile composta dalle ossa dei suoi nemici, bloccando gli attacchi che gli sarebbero rivolti contro.
La tecnica ha natura magica. Il caster richiamerà un muro di ossa dal terreno per bloccare le offensive rivoltegli contro; a seconda della personalizzazione, la barriera potrà essere composta da ossa, carne, lame o qualsiasi altro materiale solido che possa essere utilizzato per la stessa funzione. La tecnica ha potenziale difensivo pari ad Alto e nessun potenziale offensivo. Le dimensioni coperte dal muro potranno essere particolarmente grandi, permettendo di generare una difesa non solo potente, ma anche di grande portata.
Consumo di energia: Alto




_ ___ _____ ___ _

Riassunto e Note:

Come sempre samael fa in modo che Erlik acquisti sempre più fiducia e forza. La poesia ricorre sempre nei suoi incubi o dormiveglia, ma sempre a spezzoni ora invece è lineare. Per cui Erlik crede che sia il Goryo la risposta definitiva alle sue domande. In questo modo attiva anche la sua personale perchè spinge Erlik a dare tutto se stesso, a superare il limite e a trovare finalmente la vittoria e con essa le risposte.


Fase Combattimento:

Paro i primi attacchi, non dicendo se il serpente si rintana tra le nebbie preparo subito la difesa. Anche perchè mi sembra di aver già rivisto questa tattica di depistaggio e non credo serva un CS in INT per capire che cè qualcosa di losco sotto. Il muro mi protegge dagli attacchi che ho davanti ma non ai lati per cui la tua offensiva al fianco bypassa la mia difesa.
Ho visto la pistolettata, il suono dello sparo, le tue parole ecc stavolta ti vado contro e ti attacco: 2 attacchi fisici il primo alla spalla destra, mirando alla cuffia della spalla. Come sempre il Cs in destrezza mi viene in aiuto per aumentare la velocità degli attacchi e la precisione; l’ intento è non farti più utilizzare il destro cercando di tagliare i legamenti e i muscoli della spalla. Il secondo è successivo al primo ed è al ventre, un affondo precisamente, miro al fegato ma lo bloccò a pochi centimetri dal tuo corpo. Questo per coprire la mia reale offensiva e successivamente ricorro alla mia abilità personale e cerco di distruggerti la faccia.
A te.



 
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view post Posted on 10/10/2012, 21:27
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Studioso
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Schioccò la lingua. Questo fu l'unico segnale del disappunto che Jack provava.
Il muro di spade era sicuramente imponente e maestoso mentre emergeva dal suolo con un gran clangore metallico.
Un menhir di ferro e acciaio che si innalzava quasi a sfidare il Firmamento stesso in nome degli Inferi, simboleggiati dal cupo colore di quegli strumenti di morte.
Un obelisco atto a mostrare l'utilità della guerra: non solo arma per distruggere ma anche strumento con il quale costruire solide mura.
Oppure era in nome della pace: un cumulo di spade abbandonate da guerrieri che non volevano spargere altro sangue.
Una costruzione magnifica.
Peccato che la "costruzione magnifica" avesse bloccato il venefico morso del cobra e il provvidenziale proiettile.
Si grattò la nuca pensando che almeno la sua copia aveva compiuto un discreto lavoro.
Tuttavia quel lavoro si stava rivelando più difficoltoso del previsto.
Il paziente era recalcitrante e, come tutti gli altri, era dannatamente attaccato alla vita. Fin troppo per i suoi gusti.
Ma alla fine non importava granché: solo il Destino poteva decidere se quel tipo sarebbe sopravvissuto allo scontro.
Il Destino e Jack.
E il Destino era da un po che non si faceva sentire, quindi la decisione ricadeva unicamente su...ah che palle!
Non riusciva a cominciare un monologo interiore che veniva subito fermato. Pareva lo facessero apposta.
Il paziente si era lanciato verso di lui. La spada stretta tra le mani, gli occhi in preda a una strana pigmentazione. Chissà forse era una malattia. Magari incurabile...
La distanza tra i due combattenti si accorciò sempre di più. I passi di quello scivolavano veloci sulla pavimentazione dell'arena.
Ma non abbastanza.
A cinque metri da lui un denso fumo violaceo nacque dalla sua mano.
A tre metri ricoprì nuovamente il braccio sinistro.
Ad un metro o poco meno vi fu l'impatto.
La superficie tagliente della spada affondò un poco nella paura gassosa che ricopriva l'arto di Crane ma non affondò nelle carni.
Subito dopo l'arma si allontanò. Ma solo per tornare più veloce di prima ad attaccare.
Questa volta il bersaglio fu il ventre. Questa volta fu troppo veloce.
Pose un piede indietro come per scappare ma ormai era troppo tardi.
Chiuse gli occhi e strinse i denti. Non voleva dare al paziente la soddisfazione di sentirlo urlare.
Ma la puntura mortale non venne. Venne qualcos'altro.
Jack riaprì gli occhi per richiuderli di scattò.
Una vampata di fiamme nere investì il suo volto. E la sua maschera!
Fece un passo indietro respirando affannosamente e emettendo gemiti strozzati. Le mani cercavano di spegnere quell'incendio color pece.
Doveva fare in fretta: non poteva permettersi di perdere la maschera.
Disperato diede le spalle al nemico e si levò la maschera gettandola a terra. Subito le fu sopra colpendola finché le fiamme non furono estinte.
Solo allora si calmò. Aprì lentamente la bocca sentendo la pelle ustionata tirarsi a quel movimento.
Un rumore attirò la sua attenzione. Alzò lo sguardo.
Le nebbie ormai stavano scomparendo a vista d'occhio e la zona era ormai nuovamente visibile per il pubblico.
Ma la situazione era ben differente da prima. Il guerriero era ancora il guerriero ma cos'era ormai lo Spaventapasseri ?
Un uomo. Un uomo debole.
Uno sconfitto che ora giaceva in ginocchio piangendo su un sacco di iuta bruciacchiato.
Sì, lacrimava colui che voleva far piangere dalla paura.
Lacrime di rabbia e frustrazione erano le sue.
Alla fine non era cambiato niente dalla sua infanzia: lui era sempre lì, sconfitto ed in lacrime.
Fu come rileggere un racconto sentito tante di quelle volte...
Le grida del pubblico divennero le risate di scherno dei ragazzi, il guerriero divenne Ian. Un'altra volta sconfitto da un altro bullo.
A quanto pare la sua vita si limitava a questo.
Fissò sconsolato la maschera. Perché gli aveva fatto questo ? Perché non l'aveva fatto vincere ?
Poi un dubbio, un timore e infine un'assoluta certezza.
La maschera non l'aveva fatto vincere perché lui non ne era stato in grado.
Qualsiasi spaventapasseri cade al minimo soffio di vento se non ha un corpo su cui poggiarsi abbastanza resistente. E lui non lo era stato.
Non aveva mai sconfitto Ian. Lo Spaventapasseri si occupato di tagliarli la gola. Non lui.
Lo Spaventapasseri lo aveva fatto resistere contro Roberto nel suo arrivo a Taanach. Non lui.
In quel momento capì che doveva guadagnarsela la maschera.
La allontanò con la mano. Non l'avrebbe messa. Non quel giorno.
La mano sinistra corse ad asciugare le lacrime. La destra a grattare i capelli neri e sporchi.
Lentamente si alzò, sempre dando le spalle all'avversario. Gli occhi castani furiosi, i denti stretti.
Lo Spaventapasseri avrebbe dovuto attendere il suo turno. Quello era il momento di Jack Crane.
Nell'alzarsi poggiò la mano sinistra sul ginocchio estraendo un'altra Precauzione Necessaria. Nella destra teneva ancora in mano l'Anestetico.
Una voce risuonò nella sua testa. Un eco dal passato.

"Che c'è Crane...ti arrendi già ?" chiese Ian ridendo.

"Non stavolta..."

Un sussurro. Più a sé stesso che all'avversario.
Poi il movimento.
Si girò di scatto verso sinistra e lanciò il chiodo sul ginocchio destro del guerriero. La mano sinistra corse indietro, mentre la destra sparava contro la spalla sinistra.
L'indice sinistro nel frattempo nel frattempo si era ricoperto di un nuovo fumo violaceo.
Con un grido mosse velocemente la mano sinistra chiusa a pugno in avanti, il dito potenziato pronto a colpire.
Il petto si sarebbe forato e la riscossa di Jack sarebbe cominciata.
Era ancora matto, questo è certo!
Ma più determinato che mai.




Jack Crane


- Basso: 6% - Medio: 11% - Alto 22% - Critico: 44%

CS: Intelligenza/1

Fisico: Taglio verticale alla spalla sinistra, Danno Medio da ustione al volto

Mente: Danno Medio

Energia: 61%-6%-11%=44%


Passive:
- Non sviene al 10%
-Illusioni create istantaneamente

Attive:

La paura mi protegge
La paura è la risorsa più importante di queste terre, è ciò che fa girare il mondo e solo Jack Crane è in grado di utilizzarla non solo in modo astratto ma anche in modo prettamente fisico.
Sfruttando la paura che porta dentro di sé e quella degli altri può generare su qualsiasi suo arto o su tutto il suo corpo una nube viola in grado di proteggerlo da qualsiasi attacco non psionico.
Si tratta di una tecnica variabile difensiva e la sua potenza è pari al costo che è Variabile. Tuttavia in caso di difesa a 360 gradi la potenza sarà pari alla metà del consumo.
Dalle nubi proverranno grida di terrore che avranno solo un effetto scenico.
Abilità personale n.1

La paura penetrerà in te
La paura è un elemento naturale che Jack sa usare alla perfezione. Con questa tecnica è in grado di ricoprire il suo dito di una potente energia negativa creata dalla paura con un consumo Medio.
Esso permetterà di penetrare nel corpo con relativa facilità causandogli un ferita media profonda anche se estremamente localizzata nella parte colpita. L'attacco ha potenza media.
Pergamena "Affondo"


Armi:

-Calmante (spada corta): nel fodero
-Anestetico (pistola): 3
-Precauzioni necessarie(lunghi chiodi da lancio): 18


Note:
Mi difendo dall'attacco fisico con la variabile a potenza bassa ma subisco la tecnica a potenza media.
Mi levo la maschera e parto con una serie di pippe mentali.
Dopodiché mi alzo estraendo di nascosto un chiodo e mi giro di scatto. Gettò il chiodo sul tuo ginocchio destro e sparò alla spalla sinistra.
Infine uso la tecnica Affondo mirando al petto.

 
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Dampyr
view post Posted on 12/10/2012, 12:08






La nebbia si diradava e con essa i dubbi di Erlik. Ora vi era spazio solo al combattimento, al sangue e alla Vittoria!
Lo spaventapasseri era lì steso a terra, il pugno in fiamme come la sua faccia, l’ odore della carne bruciata, l’ odore del dolore. La folla, dopo il lungo non vedere, era stupita, incollerita, rumoreggiava e alcuni stavano in silenzio. Troppo a lungo non avevano potuto godersi lo spettacolo sanguinolento e ora non sapevano cosa era accaduto.
Alzò la spada insanguinata e il sangue, colando sulla sua mano- inebriandolo al solo tatto, gli dava un’ energia strana, pulsante, VIVA. Si. Era vivo, era lui, era Erlik Khan! E ora l’ intera Taanach l’ avrebbe riconosciuto, avrebbe saputo il suo nome, il suo Io e il Goryo intero sarebbe stato la sua vittoria.
Pensieri che lo facevano tremare di gioia, di volontà e orgoglio, dopo tantissimo tempo aveva una strada ben chiara davanti e l’ avrebbe percorsa tra acciaio e sangue e nessuno, nessuno, lo avrebbe potuto intralciare.
Gridò! Con tutta la sua forza, con tutto il suo orgoglio e finalmente capiva cosa significava conoscersi:

Taanach! Io sono Erlik Khan! Ricordatevi questo nome, il mio volto, la mia spada! Io sono Erlik Khan!

Mai parole furono così…dolci. Erano un dolce nettare che inebriava, consolava, dissetava la sua anima. I suoi occhi si posarono sullo Spaventapasseri , ultimo ostacolo alla sua folle cavalcata; un uomo riverso a terra distrutto da quel demone, che ora si ergeva come un colosso al centro della piazza. La spada era sollevata, il liquido cremisi colava da essa dal filo della lama nera gocciolando a terra. E gli occhi di Erlik erano sempre più viola e penetranti, l’ intera sua anima ruggiva e si dimenava strappando le catene che a lungo la orbavano di luce. Una luce che a lungo finalmente era giunta ad illuminarlo e non l’ avrebbe persa…né ora né mai! Era il suo faro, la sua vittoria e lo Spaventapasseri sarebbe stata la vittima da dedicarli … il ferro nero ronzava il suo feral messaggio, si alzò pronto a dissetarsi ancora di quel sangue, di quella vita ma lo Spaventapasseri era di tutt’altro avviso.
Come una volpe che si rosicchia la gamba intrappolata nella tagliola, in un ultimo anelito di libertà perduta, così lo Spaventapasseri passò all’ attacco: quanti vani tentativi per quella creatura ignobile e viscida! La lama si frappose al chiodo tagliandolo a metà ma…

Urgh!

Ringhiò Erlik, trattenendo il dolore dentro di sé e la pallottola viaggiò tra le sue carni, uscendo dall’ altra parte della sua spalla sinistra e finendo la sua corsa nel muro alle sue spalle. Il sangue uscì copioso e con esso il dolore lo prese nella sua morsa di ghiaccio e oblio; ma non era finita qui. Non ancora. E un attacco al petto lo scaraventò lontano di qualche metro. La sua sorella di ferro e sangue era a terra, gli occhi si erano velati il silenzio nell’ arena. Scambi di colpi, rocamboleschi cambi di fronte e di supremazia: Nike era incerta su chi dovesse andare avanti. Entrambi combattevano, non tirandosi indietro, versando sia il loro che il sangue del nemico, volontà che cozzavano l’ una sull’ altra. Chi avrebbe vinto? Quale tra i due sarebbe stato supremo detentore e nella destra avrebbe potuto stringere la dea della vittoria?
Erlik o lo Spaventapasseri? Difficile dirlo.
E mentre il dolore si acuiva sempre di più, sentiva il sangue battergli a tamburo sulle tempie, dolore e stanchezza fiaccarlo e il sangue colare dalla ferita lento e con esso scivolavano via le sue forze, ma il braccio destro continuava a ruggire fiamme e volontà.
La bocca intrisa del gusto ferroso del sangue, un rivolo uscì da quella labbra carnose e voluttuose colando sul mento tra la barba. Sputò per terra l’ impasto di sangue e bava e si pulì con il dorso del destro, prendendo un respiro profondo rallentando il cuore e cercando una soluzione. Il colpo era stato pesante e per un attimo il fiato gli era mancato e il buio lo stava per cogliere, ma avrebbe continuato anche se di lui sarebbe restato solo un pugno di polvere, troppo era legato a questa vittoria.
Era piegato in due, si teneva il petto, come una madre tiene tra le braccia il proprio figlio, lo sguardo carico di odio, la bocca atteggiata in una smorfia a metà tra il dolore e un ringhio sommesso. I capelli sudaticci davanti a quel volto rabbioso e dolorante, il respiro affannato e le fiamme divamparono ancora di più sul braccio: Erlik non si era ancora arreso. Ritrovò, con sforzo, la postura eretta, spostò i capelli che gli impedivano la visuale e gli occhi corsero veloci a Vergil; la raccolse e il tintinnio metallico del filo sul pavimento era inquietante. L’ intero suo essere ribolliva, il respiro sempre più veloce e la mano destra si chiuse a morsa sull’ elsa e lama fendeva l’ aria sinuosa e letale.
Passarono secondi lunghi come anni l’ intera arena ora tratteneva il fiato, domandandosi chi avrebbe vinto, di chi sarebbe stata la mossa ferale. Trattenevano tutti il fiato e un silenzio irreale scese sui due contendenti e infine la lama cozzò sul pavimento, tra schegge e scintille, Erlik si lanciò sulla sua “preda”!
La lama vorticava di fronte al viso deturpato dello sfidante, l’ attacco stava per abbattersi e quegli occhi erano sempre più viola e infine penetranti. Ma così penetranti che cercarono di squassare di nuovo la sua psiche portando contemporaneamente l’ attacco verso la spalla sinistra cercando di tagliargliela a metà e di rendere, anche a lui, il colpo che poc’anzi aveva subito lo stesso Erlik alla sua spalla.
Con la sua invidiabile destrezza portò infine l’ ultimo attacco mirando al fegato e agli intestini, cercando di infilzarlo con tutta la lunghezza della sua Okatana.
Sarebbe stato un grande spettacolo per quel pubblico ammutolito, sarebbe stato il suo biglietto da visita per tutta Taanach, sarebbe stato Lui ad ergersi detentore di Nike e finalmente non si sarebbe più sentito “perduto”.
Goryo e Taanach…se il suo attacco avesse avuto successo sarebbero stati suoi e con essi le risposte anelate da tempo!



Erlik Khan
Energia: Gialla Pericolosità: G CS: +1 Destrezza
Status fisico: Danni di lievissima entità causa veleno, a gambe e alla mano sinistra. Intorpidimento della stessa e piccole emorragie interne a mò di livido sulle gambe. Danno basso al petto più danno medio da affondo. Danno medio al fianco destro. Danno alto sulla spalla sinistra.
Status Psichico: Voglioso di concludere e di prendersi tutto. Consumi energetici in questo turno: 11%
Riserva energetica residua: 39%

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Abilità Passive:
Abilità razziale: Presenza demoniaca ~ Per quanto possano essersi pentiti del loro passato, o essere in redenzione, gli Avatar di stampo demoniaco sono comunque e in ogni caso delle creature infernali verso le quali le altre razze non si fideranno mai, o comunque non completamente. Le loro origini non possono certo essere ignorate ed è per questo, infatti, che i demoni incutono un lieve timore in chiunque gli stia accanto, purché questo non sia un demone stesso, e che sia di energia pari o inferiore all'agente.
Non importa il carattere e l'allineamento del demone, quest'abilità funzionerà sempre e comunque, indipendentemente dai sopracitati fattori.

[Passiva Razziale].

Incantaspade: I guerrieri che si accostano a questa linea di pensiero sono oltremodo distinguibili dalla massa poiché detentori di armi dalle caratteristiche eccezionali. Non solo acciaio, non solo la blanda e usuale forgiatura del metallo, ma in esse risiede un vero e proprio cuore, un’anima viva e pulsante. Ma come un qualunque genitore, per quanto imparziale coi suoi figli, tenderà sempre a prediligerne uno e uno solo, tanto che l’armigero riuscirà a infondere la capacità di indistruttibilità nella sua arma eletta nonostante gli attacchi che le potrebbero venir mossi, difendendone l'integrità.

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Abilità Attivate:

Confusione: Il negromante allunga una mano verso l'avversario e penetra nella sua mente; lì la sconvolge, costringendolo alle ginocchia e avvolgendolo in un potente senso di nausea e debolezza.
La tecnica è un attacco psionico che attacca la mente dell'avversario direttamente, provocandogli danno. Questo si manifesta nella vittima come un forte senso di nausea, debolezza e giramenti di testa, proprio come se il bersaglio fosse afflitto da una forte forma di influenza. Subire ripetutamente i danni provocati da questa tecnica può provocare conseguenze peggiori come l'attenuarsi della vista, l'incapacità di reggersi sulle ginocchia e simili. Per castare la tecnica è necessaria la percezione del proprio avversario, anche solamente visiva. La tecnica provoca un danno totale medio alla mente della vittima, ha potenza media, e può essere ostacolata solamente da opportune difese psioniche.
Consumo di energia: Medio


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Riassunto e Note:

Paro il primo attacco col chiodo, incasso la pistolettata, non ho tutta questa agilità e velocità per poter deviare un proiettile, e infine preso dal dolore non riesco a mettere a fuoco per cui incasso anche l’ ultimo colpo.
Nessuna particolare pippa mentale o cose così. Ormai Erlik è sempre più determinato a vincere per cui ogni tua mossa, ogni ferita lo spinge a dare sempre più il massimo. Io non so che chi vince può diventare Custode, ma Erlik è convinto che questo gli porterà una tale fama che sicuramente qualcuno prima o poi lo riconoscerà e allora le risposte arriveranno.
Insomma più combatte e vince più può mettersi in mostra e sperare che tra il Goryo e Taanach qualcuno gli dia risposte o una via. Soprattutto ora che Samael l ha condizionato a tal punto passerebbe sopra chiunque!

Per il mio attacco: ho il braccio sinistro fuori uso per cui passo al destro e ti attacco. Un attimo prima del mio attacco, fendete verticale dll’alto in basso miro alla spalla sinistra, casto Confusione. Subito dopo, sempre sotto gli effetti di confusione spero, miro al ventre indirizzo fegato e intestini. Ritiro la mia lama alla fine dell' attacco ritornando in guardia.
Utilizzo uno slot per risparmio energetico- lo dico a chi dovrà correggere questo scontro. A te.


La poesia precedente era “SOLO” di Poe.



 
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view post Posted on 14/10/2012, 15:49
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Un tintinnio.
Un sorriso.
L'attacco aveva avuto un effetto migliore del previsto: il nemico aveva spiccato il volo, per così dire.
E proprio come Icaro che avvicinandosi troppo al sole piombò nell'oceano...
Mmh...piombo...nero...i capelli di quello erano neri come il piombo...e infatti era piombato a terra! Ahahahahahahah!
Quanto cazzo era divertente! Forse se avesse usato questo genere di battute con i suoi pazienti, quelli sarebbero stati più disponibili a farsi curare...
Improbabile.
E poi dove sarebbe stato il divertimento ?!
Aspetta, aspetta, aspetta...duello, nemico, voglia di dimostrarsi degno della Maschera.
Ok c'era di nuovo. A volte la sua capacità di pensare a tutt'altro lo sorprendeva. Ma ormai ci aveva fatto l'abitudine.
Era come convivere con un pitone: prima o poi ci si abitua al rischio di venire strangolati ogni giorno.
O si muore.
Si diede uno schiaffo sul volto.
Dov'era finita la furia omicida e la determinazione di pochi secondi fa ?!
Un altro schiaffo.
Dov'era...ah eccola, l'aveva messa dietro alla saurofobia. Ora c'era.
C'era davvero!
Lo sguardo si concentrò sul suo avversario che sputava per terra un grumolo di sangue e saliva. Dalla barba ne usciva un rivolo.
Un sorriso folle si delineò sul volto.
La lingua corse al di fuori delle labbra che vennero lentamente leccate. Gioiva nel vedere il suo avversario ridotto a terra. Umiliato, sconfitto, messo a tacere...
Per di più dopo le frasi di glorificazione che aveva detto su di sé. Non gli erano mai piaciuti i superbi anche se spesso ne imitava l'atteggiamento.
Ma lui lo se lo poteva permettere: del resto era il migliore.
L'avversario lo guardò. Negli occhi si poteva leggere la furia stessa di una belva ferita ma ancora pericolosa.
E ostica.
Il guerriero, nonostante le ferite, si era rimesso in piedi. Qualsiasi medico gli avrebbe consigliato piuttosto di riposarsi in una casetta in campagna.
Ma Jack non era un medico normale eppure persino lui sapeva che quelle ferite avevano bisogno di riposo per guarire.
Tuttavia sapeva che per quel tipo la casetta in campagna non sarebbe stato l'ideale...magari una bara...
Sì, da morto avrebbe riposato a sufficienza e le ferite non avrebbero causato alcun dolore.
Un momento...
Era dall'inizio dell'incontro che Crane tentava d'ucciderlo! Era lì per quello.
Dunque il suo piano di cura non era altro che un altro inutile viaggio mentale ?! Merda...
Rinsavì appena l'avversario iniziò a muoversi.
Scosse un attimo la testa per poi sorridere nuovamente. L'attacco del nemico non pareva nulla di nuovo.
Il guerriero non sembrava aver capito che non bastava una spada per ucciderlo...ci voleva...ci voleva...oh cazzo...
La nausea che aveva provato prima tornò a tormentarlo.
Sbatte qualche volta gli occhi ed ebbe un capogiro. Un attacco di labirintite lo pervase.
Proprio al momento meno opportuno. Forse doveva farsi curare...
Da uno bravo avrebbero detto in molti. E lui avrebbe risposto...avrebbe risposto...
Non seppe mai cosa avrebbe risposto perché una stilettata di dolore gli pervase la spalla sinistra. Un nuova ferita si aggiunse all'arto già conciato.
Provò ad arretrare ma tutto ciò che gli riuscì fu un intreccio tra le sue gambe. Il risultato: la caduta.
Durante la sua nuova discesa alla polvere una dolorosa puntura gli attraversò il ventre. Qualche centimetro di ferro attraversò le sue carni.
Ed infine terminò la sua caduta come aveva sempre fatto.
Con un tonfo.
Le braccia allargate, la testa poggiata a terra, il volto pallido rivolto al cielo. Jack pareva quasi morto.
Forse lo era...
Jack! Jack! JACK!
Un respiro.
Profondo ed accompagnato da una fitta di dolore alla spalla sinistra. Sollevò quell'arto con fatica per farlo ricadere sul ventre per tamponare la ferita.
Strinse i denti e gli occhi trattenendo un mugolio di dolore. La testa gli pulsava, pareva essere sul punto di esplodere.
La mano destra stretta attorno a qualcosa...ah già l'Anestetico. Non aveva mollato la pistola, questo era già qualcosa.
Poteva farcela.
Alzò leggermente la testa fissando il suo nemico. Il corpo ancora riverso a terra.

"Mi dispiace, signor...Khan ha detto, giusto ? Bhe signor Khan, temo che nessuno si ricorderà di lei.
Nessuno si ricorda dei cadaveri...


Se c'era qualcosa che quello scontro gli aveva insegnato era che in ogni momento poteva accadere qualcosa. Qualcosa di inaspettato, sorprendente, che poteva ribaltare le sorti di uno scontro.
Un raggio di sole che abbagliava il nemico, un po di polvere negli occhi...una pallottola nelle carni.
E fu proprio così!
Alzò leggermente l'Anestetico mirando al piede sinistro del guerriero.
Lo sparo rimbombò tra le mura dell'arena.
Rise e lasciò andare la pistola poggiandosi sulla mano destra. La sinistra non gli poteva essere molto utile, ridotta com'era.
Piegò le ginocchia e si alzò di scatto. Nel farlo una naturale risata gli uscì dalla bocca.
Non un effetto collaterale della sua follia ma un'ottima scelta tattica.
Il gas aveva già cominciato ad uscire dai fori della sua pelle, invisibile ed inodore. E avrebbe fatto il suo lavoro.
A pochi centimetri dal volto di Erlik sarebbe apparsa la maschera insanguinata di uno spaventapasseri. La sua risata sarebbe stata quella di Crane che era già pronto a fare la sua mossa.
La mano si ricopri nuovamente di fumo viola e il dito schizzò in avanti sull'avambraccio destro del guerriero.
Gli occhi si spalancarono ancora più folli d prima, la saliva cominciò a colare fuori dalla bocca dello spaventapasseri, ormai in preda ad una risata isterica.
Una risata che rimbombò assieme alle urla della folla.





Jack Crane


- Basso: 6% - Medio: 11% - Alto 22% - Critico: 44%

CS: Intelligenza/1

Fisico: Tagli verticali davanti e dietro alla spalla sinistra, Danno Medio da ustione al volto, ferita poco profonda al ventre.

Mente: Danno alto sotto forma di mal di testa

Energia: 44%-6%-11%= 27%


Passive:
- Non sviene al 10%
-Illusioni create istantaneamente

Attive:

Prima scarica di terrore
La quantità di gas utilizzata per questa illusione è minima ma è comunque dubbio efficace. Con un consumo pari a Basso Jack sarà in grado di rilasciare una piccola quantità di gas allucinogeno che proietterà nella mente del nemico un immagine, fissa o in movimento, che potrà ritrarre le figure più svariate: immagini apocalittiche, traumi del passato, scene terrificanti.
Se si sentisse magnanimo potrebbe proiettare anche il momento migliore della sua vita o immagini di un sogno realizzato.
Ma Jack raramente è magnanimo...
La tecnica non causa danni psionici e può essere dissolta con una difesa psionica di potenza bassa, inoltre l'immagine può essere vista solo dal nemico che subirà questa tecnica.
Effetto attivo del 1°livello di dominio

La paura penetrerà in te
La paura è un elemento naturale che Jack sa usare alla perfezione. Con questa tecnica è in grado di ricoprire il suo dito di una potente energia negativa creata dalla paura con un consumo Medio.
Esso permetterà di penetrare nel corpo con relativa facilità causandogli un ferita media profonda anche se estremamente localizzata nella parte colpita. L'attacco ha potenza media.
Pergamena "Affondo"



Armi:

-Calmante (spada corta): nel fodero
-Anestetico (pistola): 2
-Precauzioni necessarie(lunghi chiodi da lancio): 18


Note:
Prendo in pieno confusione e il tuo attacco alla spalla, l'altro lo prendo in parte perché il mio tentativo di fuga a causa del tuo attacco psionico mi fa cadere all'indietro.
Fissò un attimo il cielo, prendo un bel respiro calcolando come sono messo e arrivo alla conclusione che posso ancora farcela.
Dopo averti parlato, provo a spararti al piede sinistro. Lascio andare la pistola e mi rialzo più velocemente che posso per poi riderti in faccia.
Da questa risata ha inizio l'illusione di una maschera (simile a quella a terra) insanguinata che comincia a ridere di te a pochi centimetri dal tuo volto.
Essa serve per distrarti dal mio attacco al tuo avambraccio destro: nuovamente la tecnica affondo ma con l'indice destro.
A te la mossa!

 
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Dampyr
view post Posted on 16/10/2012, 12:31






Non voleva morire! Non voleva arrendersi ancora quel maledetto e intanto si sentiva sempre più affaticato. Per via delle ferite e per il dolore. E quel maledetto non accennava a morire, a lasciare questa terra in pace, arrendendosi al suo destino. La rabbia montava in lui: si era salvato di un pelo dal suo attacco fatale, quello che lo avrebbe condotto nel Goryo. E invece quella carcassa di merda, stracci e vapore puzzolente rimaneva ancora in piedi e il suo respiro non era fermo. La sua Okatana non aveva reciso il filo delle Parche, non aveva tagliato la sua anima dal corpo. Sputò a terra la sua rabbia mista a sangue e lo guardò negli occhi: il filo d’ acciaio davanti a lui, il piede sinistro in avanti, leggeri passi, come un felino pronto a scattare, si muoveva intorno a lui. Il suo cuore accelerava e le vibrazioni della folla in estasi lo raggiungevano; ormai eravamo alla conclusione di quello scontro.
Ancora una volta l’ arena avrebbe ricevuto sangue, ancora il dio della guerra avrebbe ricevuto il dono più importante di ogni uomo e il Goryo intero si sarebbe sollazzato. La folla incitava, urlava, sbraitava e loro due, protagonisti del sangue e del divertimento della folla, si studiavano: Erlik calmo e guardingo, la lama nera nella sua destra, l’ intero braccio infuocato e quegli occhi che sembravano sondare gli infiniti spazi cosmici.
Sorrise di rimando al suo avversario e accarezzò lento il filo della lama con la lingua, assaporandone il gusto amarognolo del sangue misto al ferro. Comparandolo al suo, che aveva in bocca e si…era lercio! lercio come le parole che uscivano da quella bocca insulsa.

Il tuo sangue è sporco non sei un guerriero! Sei solo una biscia malefica che attacca a tradimento, credendo di avere risposte alle domande altrui. Ma non sai rispondere alle tue domande, figuriamoci a quelle degli altri! Sei solo un verme! Un verme che da oggi sarà cibo per altri vermi…MORTO CHE CAMMINA!!

Un guerriero? No non lo era, per Erlick era solo feccia, un verme da schiacciare! Era un morto che camminava e neanche lo sapeva! Stolto lurido verme!
E da biscia malefica qual’ era, fu ignobile il tentativo di sparargli addosso di soppiatto: neanche aveva il fegato di affrontarlo direttamente con la sua lama, provare la forza in un misto d’ acciaio e fuoco…no preferiva sparargli da lontano come un qualunque verme!
Provava una voglia di squartarlo immensa e raramente gli capitava una cosa del genere: saettò la lama nera nell’ aria andando a deviare il proiettile, partito dalla sudicia pistola di quell’ insulso verme. Che ora rideva pure! Rideva e la cosa lo faceva sentire…strano!
Come strano fu che davanti ai suoi occhi uno spaventapasseri prese forma davanti ai suoi occhi; davvero un fatto curioso e insolito. Ma quella specie di pupazzo sanguinava e rideva...rideva...rideva. Il viso o la maschera, non riusciva a identificarla, non era atteggiata in una smorfia ma ugualmente sentiva quella risata. Che più di quella visione era la risata stessa a farlo andare su tutte le furie: sembrava che ridesse di lui! verme e feccia insolente!

Concentrati! Acuisci la mente sul presente! Ritrova la calma!



Una frase riecheggiò nell’ antro più profondo della sua psiche, riportandolo allo scontro e al presente: il resto contava poco. E cosa contava in quel frangente? Contava solo la battaglia e basta, la completa distruzione del suo avversario! E tornò in sé, calmo e lucido, pronto a tutto e la destra salda sull’ elsa di Vergil. Chiuse gli occhi e gli riaprì di nuovo e sparì letteralmente la visione! La figura del viso dello spaventapasseri e la risata, che così com’ erano comparsi dal nulla al nulla ritornarono lasciando il campo al vero Spaventapasseri.
Si stava lanciando a tutta forza verso di lui, la distanza era troppo breve e il feral colpo era stato lanciato. Lo vide all’ ultimo e frappose Vergil a quel dito malefico portato in affondo: girandosi su se stesso cercava di deviare il colpo, sfruttando anche la forza del colpo del suo avversario per cercare di farlo andare lungo e fragli perdere l' equilibrio.
Ma purtroppo la difesa era avvenuta tardi e il dito andò a impattare sul suo petto, acutizzando ancora di più il dolore e aggravando già le ferite che aveva. Ma non era il momento di tirarsi indietro! Non era quello il giorno di arrendersi non acora diamine! E facendosi forte della sua rotazione, cercò di arrivargli alle spalle e colpirlo dietro al ginocchio destro, al tendine per l’ esattezza.
Ma la ferita riportata dall’ attacco e quella al fianco destro soprattutto, si era acutizzata di nuovo data dal movimento rotatorio. Reprimmette una smorfia di dolore, ingoiando il dolore letteralmente e cercando di concentrarsi solo sul suo nemico.
Ma stanchezza e dolore lo avevano ormai sfiancato e cadde a terra in ginocchio, portandosi sul fianco destro dolorante. La lama fu piantata a terra, a mò di bastone per vecchi- un disonore utilizzare la sua sorella come un mero appoggio, e portò il suo peso su di essa per tenersi in piedi. Le fiamme divennero ancora più nere e ruggivano ancora di più, gli occhi stavano tornando del loro colore naturale e il destro fu sollevato. Lingue di fuoco nere rutilarono verso il suo avversario in un ultimo tentativo di vittoria!

Vai all’ inferno e ricordati il mio nome stolto insulso verme!




Erlik Khan
Energia: Gialla Pericolosità: G CS: +1 Destrezza
Status fisico: Danni di lievissima entità causa veleno, a gambe e alla mano sinistra. Intorpidimento della stessa e piccole emorragie interne a mò di livido sulle gambe. Danno basso al petto più danno medio da affondo. Danno medio al fianco destro. Danno alto sulla spalla sinistra. Danno basso tra il petto e la clavicola destra
Status Psichico: Voglioso di concludere e di prendersi tutto. Consumi energetici in questo turno: 11%
Riserva energetica residua: 28%

_ ___ _____ ___ _

Abilità Passive:
Abilità razziale: Presenza demoniaca ~ Per quanto possano essersi pentiti del loro passato, o essere in redenzione, gli Avatar di stampo demoniaco sono comunque e in ogni caso delle creature infernali verso le quali le altre razze non si fideranno mai, o comunque non completamente. Le loro origini non possono certo essere ignorate ed è per questo, infatti, che i demoni incutono un lieve timore in chiunque gli stia accanto, purché questo non sia un demone stesso, e che sia di energia pari o inferiore all'agente.
Non importa il carattere e l'allineamento del demone, quest'abilità funzionerà sempre e comunque, indipendentemente dai sopracitati fattori.

[Passiva Razziale].

Incantaspade: I guerrieri che si accostano a questa linea di pensiero sono oltremodo distinguibili dalla massa poiché detentori di armi dalle caratteristiche eccezionali. Non solo acciaio, non solo la blanda e usuale forgiatura del metallo, ma in esse risiede un vero e proprio cuore, un’anima viva e pulsante. Ma come un qualunque genitore, per quanto imparziale coi suoi figli, tenderà sempre a prediligerne uno e uno solo, tanto che l’armigero riuscirà a infondere la capacità di indistruttibilità nella sua arma eletta nonostante gli attacchi che le potrebbero venir mossi, difendendone l'integrità.

_ ___ _____ ___ _

Abilità Attivate:

Drago di nere fiamme
Un tatuaggio, un tatuaggio a forma di drago rampante gli corre sul suo braccio destro. Come se lo sia fatto o che poteri abbia non è dato saperlo, sa solo che quando arriva al limite o quando è sottoposto a forte stress come trovarsi in situazioni di reale pericolo, lo sente bruciare. Bruciare e venire avvolto da fiamme nere come la notte che non si estinguono mai. Solamente allora può scatenare il suo potere e attaccare il suo nemico: può dirigerle come un ruggito di fuoco di un Drago per arderlo vivo. Si dice che usando questa tecnica anche l’ anima viene consumata. Ma forse il suo potere è ancora più grande e temibile.
Ha valore unicamente di attacco e nessun valore difensivo.
(Consumo Medio-Tecnica magica-Danni medi da ustione)


_ ___ _____ ___ _

Riassunto e Note:

Nulla da dire sul post. L’ influenza di Samael sta perdendo il suo effetto ed Erlik torna ad uno stato di “normalità”.

Per il combattimento: paro l’ attacco della pistola, opponendo la spada, date le tue condizioni mentali non eccellenti mirare al piede dovrebbe essere molto difficoltoso per te, in più le tue condizioni influiscono, credo, anche sulla tua velocità riflessi agilità ecc ecc. In più la passiva di indistruttibilità mi viene in aiuto. Come sempre se sbaglio mi prendo le mie conseguenze.

Incasso l’ attacco psionico, Samael e solo un effetto scenico che non mi aiuta a difendermi dal tuo attacco. Mi riprendo e solo all’ ultimo vedo l’ attacco. Ma come ho già detto sopra le tue condizioni mentali non dovrebbero permetterti di portare attacchi veloci e precisi, in questo modo oppongo una difesa facendomi forte del Cs, cercando di deviare il tuo affondo-rimediando però un basso sia perché non sono al massimo delle forze sia perché l ho visto all’ ultimo, e mandarti lungo visto la tecnica di affondo. Facendo una rotazione verso la mia sinistra, sfruttando anche la forza del tuo affondo, sguscio alle tue spalle e contemporaneamente miro ai legamenti dietro al ginocchio destro.
Però cado a terra visto che si riacutizza il dolore al fianco; cado in ginocchio e cerco di colpirti nella parte alta del corpo-schiena o petto- con la personale.
Non ho detto dove perché non so se riesco a farti andare a gambe all’ aria con la mia parata e sarei stato, penso, autoconclusivo.
A te la fine di tutto.




 
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view post Posted on 19/10/2012, 18:48
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Studioso
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La sua pazienza era ormai esaurita. Quell'uomo non voleva proprio cedere.
Cosa lo legava a quella spada ? Cosa lo spingeva a farsi del male pur di poterla impugnare ?
Forse quel pezzo di metallo era per lui ciò che la Maschera era per Jack.
Forse era qualcosa che ormai si era intrecciato al suo animo in maniera indissolubile oppure un semplice utensile che lo faceva sentire superiore agli altri...
Mmh...alla fine non gliene fregava granché. Ben presto le dita strette attorno all'arma sarebbero state quelle di un cadavere.
Doveva finirlo, stava cominciando ad annoiarsi.
Spesso amava allungare le sue tortu...esperimenti oltre limite ma quell'incontro lo scontro lo stava sfibrando più del previsto.
Aggiungendo il fatto che non aveva ottenuto alcuna informazione dal paziente, si potrebbe dire che quel duello era stato quasi una perdita di tempo.
Quasi.
Cos'era allora che lo mandava avanti ? Cosa lo spingeva allora a continuare quell'assurda danza del sangue ?
La risposta era a pochi metri da lui.
Il pezzo di iuta giaceva a terra, bruciacchiato a causa sua. E lì la Maschera fissava il suo possessore dimostrarsi degno della sua presenza.
Tra tutti gli occhi che in quel momento fissavano Jack, gli unici che per lui avevano qualche valore erano quelli vuoti del suo insolito copricapo.
Lei era il vero giudice di quello scontro.
Il dito fuoriuscì dal petto dell'avversario.
La testa gli pulsava dolorosamente. Forse per quel motivo non si accorse di quel accadde.
L'avversario attaccò nuovamente con la stessa furia di una belva ferita ma non uccisa. Con un movimento rotatorio l'avversario si era portato alle sue spalle e lì l'aveva attaccato.
Con un barlume di ragione Jack provò a scappare. Ma l'attacco era ormai alla sua fine.
Un tremendo bruciore al polpaccio lo avvertì della buona riuscita dell'offensiva nemica. Emise un grido di dolore e poggiò la gamba sinistra in avanti per non cadere.
Non fu abbastanza.

"Vai all’ inferno e ricordati il mio nome stolto insulso verme!"

Prima vi fu il calore, sempre più intenso.
Sbarrò gli occhi ben sapendo cosa ne sarebbe seguito.
Se prima i nervi avevano gridato per il dolore, ora si malmenavano a vicenda in preda ad una psicosi rabbiosa causata dalle fiamme.
Un urlo ancora più intenso fuoriuscì dalla bocca di Crane. La ferita alla spalla bruciava più che mai, il fuoco che divorava la carne viva.
Si voltò verso il nemico fissandolo con gli occhi strabuzzati per il dolore e la rabbia.
Le fiamme lentamente smisero di bruciare poiché non era rimasto ormai molto da ustionare, solo qualche fiammella rimase accesa a tormentare le carni dello psicologo.
Quello indietreggiò, gli occhi ora persi nel vuoto.
D'improvviso la schiena toccò il terreno, la pelle ustionata tornò a farsi sentire impedendogli di perdere i sensi.
Boccheggiò fissando il cielo. I denti si strinsero fino a fargli male.
Il suo grido di furia tuonò nell'arena.
Ne seguì un silenzio glaciale.
Ansimando alzò la testa fino a fissare il suo avversario. Lo aveva insultato, gli aveva detto di andare all'Inferno.
Nel dolore che sconquassava il suo corpo trovò la forza per sorridere.
Se davvero esisteva un luogo del genere, era ovvio che sarebbe finito lì. Non aveva bisogno di un idiota con la spada per capirlo.
Ma non era ancora il momento. Tante cose doveva ancora fare: uccidere, acquisire potere, far cadere Asgradel, farsi un bagno...
Aveva ancora molti obiettivi da raggiungere e avrebbe ammazzato, squartato, terrorizzato qualsiasi ostacolo sul suo cammino.
Ed Erlik Khan al momento era un ostacolo.
Non seppe come ma si mise accovacciato, il ginocchio sinistro appoggiato a terra.
Sorrise mentre sentiva i pori della pelle dilatarsi per far uscire l'invisibile gas.
Una sua copia apparve di fronte a lui. La pistola in pugno, lo sguardo ferale.
Una sua riproduzione abbastanza grande da coprirlo e celarlo al suo avversario. Una riproduzione dalle cui spalle sbucarono fuori altre due figure.
Zoppi e con la schiena ustionata, due Jack Crane avanzarono fino alle spalle del loro avversario.
Il vero Jack mosse leggermente gli occhi attorno a sé.
Lui e le sue copie sarebbero dovute essere attorno al nemico circondandolo.
Estrasse la pistola e la sua copia fece lo stesso.
I tre Crane puntarono le pistole contro Erlik.
Tre punti differenti. Tre possibilità di colpire. Tre pericoli mortali.
L'illusione, che era rimasta ferma al suo posto, ruppe i preamboli e parlò.

"Tre pallottole..."

La copia gli andò dietro.

"Due vere..."

Jack concluse quel discorso frammentato.

"Una falsa!"

La sfida era stata lanciata. Era ormai al limite. Sentiva la testa pesante e le gambe leggere. Niente gli avrebbe dato più conforto di stendersi a riposare.
Bhe...forse non proprio niente...il cadavere del suo nemico sarebbe stata una simpatica visione per finire in bellezza la giornata.
Oppure no...forse poteva trovare piacere in un altro modo. E se Khan fosse sopravvissuto e fosse rimasto memore della sua forza. Avrebbe fatto il primo passo per instillare il terrore ad Asgradel...
Sì, forse poteva ancora divertirsi prima che tutto finisse.

"Ricordati il mio volto perché sarà l'ultima cosa che vedrai oggi!"

"Ricordati il mio nome, Jack Crane, perché sarà per te come quello del Diavolo!"

"Ricordati la maschera perché tormenterà i tuoi incubi!"

Tre scoppi risuonarono nell'arena. Uno falso, due veri.
Ai posteri l'ardua sentenza...




Jack Crane


- Basso: 6% - Medio: 11% - Alto 22% - Critico: 44%

CS: Intelligenza/1

Fisico: Tagli verticali davanti e dietro alla spalla sinistra, Danno Medio da ustione al volto, ferita poco profonda al ventre, ferita profonda al polpaccio, Danno Medio da ustione

Mente: Danno alto sotto forma di mal di testa

Energia: 27%-6%-11%= 10%


Passive:
- Non sviene al 10%
-Illusioni create istantaneamente

Attive:

Prima scarica di terrore
La quantità di gas utilizzata per questa illusione è minima ma è comunque dubbio efficace. Con un consumo pari a Basso Jack sarà in grado di rilasciare una piccola quantità di gas allucinogeno che proietterà nella mente del nemico un immagine, fissa o in movimento, che potrà ritrarre le figure più svariate: immagini apocalittiche, traumi del passato, scene terrificanti.
Se si sentisse magnanimo potrebbe proiettare anche il momento migliore della sua vita o immagini di un sogno realizzato.
Ma Jack raramente è magnanimo...
La tecnica non causa danni psionici e può essere dissolta con una difesa psionica di potenza bassa, inoltre l'immagine può essere vista solo dal nemico che subirà questa tecnica.
Effetto attivo del 1°livello di dominio

Paura di sé stessi
Alcuni dicono che il vero mostro sia dentro di noi. Jack lo sa bene e ha imparato a sfruttare anche questa fobia. Così grazie alla magia imparò a creare tramite la paura una sua copia in grado di imitarlo in tutto e per tutto spendendo un consumo pari a Medio.
La copia sarà in grado di parlare, emetterà gli stessi odori e avrà la stessa aura di Jack; vi è anche la possibilità di donargli qualche piccola differenza che non lo renda irriconoscibile.
Potrà attaccare fisicamente il nemico, e anche utilizzare tecniche, seppur impiegando slot e energia del suo creatore come di consueto. Rimarrà sul campo di battaglia per un solo turno, svanendo dopo aver compiuto le sue azioni. Qualsiasi ricordo o informazione ottenuta dalla copia verrà condivisa con Jack al momento della sparizione. Può essere anche impiegata come scudo, avendo in tal caso un potenziale Basso.
Pergamena "Copia reale"


Armi:

-Calmante (spada corta): nel fodero
-Anestetico (pistola): 1
-Precauzioni necessarie(lunghi chiodi da lancio): 18


Note:
Appena vai alle mie spalle provò a fuggire, in questo modo l'attacco che mirava al ginocchio destro becca il polpaccio.
Prendo anche l'ustione e cado a terra.
Quando mi metto accovacciato genero un illusione identica a me con la pistola in mano e sfruttando la sua copertura genero una mia copia nelle mie stesse condizioni( ferite e quant'altro).
Proviamo a circondarti mettendoci a triangolo, io sono a sinistra della mia illusione, la mia copia a destra.
Parliamo un po a frammenti: in corsivo l'illusione, sottolineato la copia e normale io.
Il nostro obiettivo è confonderti per non farti capire qual'è il proiettile falso.
Spariamo in 3 punti differenti: io alla parte superiore del corpo, la copia e l'illusione al ventre.
Lo sparo dell'illusione non causa danno ma fa comunque il medesimo suono.
Ti ringrazio per questo scontro, è stato entusiasmante!

 
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view post Posted on 27/11/2012, 19:12
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C a t a r s i

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[Erlik Khan]_________________

[Scrittura] -
La lettura dei tuoi post mi ha lasciato abbastanza interdetto. Mi spiego: da una parte c'è una discreta resa introspettiva (per quanto ancora con ampi margini di approfondimento, come spiegherò dopo), uno stile con elementi personali e non banale come altri, descrizioni a tratti incisive e passaggi ispirati, come l'arrivo all'arena e più di un attacco narrati in maniera molto suggestiva. Certi stralci di testo mi sono piaciuti parecchio, e lasciano intravedere grandi potenzialità. Purtroppo però il tutto è rovinato da una vasta serie di errori ortografici e grammaticali, da ripetizioni continue fino alla nausea, da frasi sconnesse e senza senso - a volte neanche si riesce a capire quello che intendi - e da un pessimo uso della punteggiatura che provoca alterazioni grottesche nel significato delle frasi. Ho notato come questo fatto ti sia già stato rimproverato all'arrivo, e non sembra che tu abbia fatto granché per porvi rimedio - per esempio una rilettura dei post prima di inviarli. Alcuni strafalcioni sono talmente grossolani che anche a una scorta veloce non possono sfuggire; ci sono interi periodi che si ripetono uguali - e non poche volte, ma con frequenza! Anche nei passaggi più suggestivi la caduta di stile è sempre in agguato. Non inizio a citare i casi di interi paragrafi ripetuti perchè altrimenti verrebbe una lista smisurata: si ha quasi la sensazione che tu lo faccia soltanto per allungare il post. Qualche espressione presa qua e là però posso riportarla, per farti capire cosa intendo con errori di sintassi e punteggiatura. "Le urla, la folla, l’arena tutto non contava più nulla.""[...] da quegli stracci a mò di vestiti ne uscì una strana sostanza. Viola e aeriforme che andò ad oscurare il cagnolino...""Ma, preso com’ era a far fronte ai tre striscianti, che non si avvide di un altro attacco.""Lui amava spada contro spada e che potessero guardare bene in viso chi era il loro nemico, non nascondersi nelle tenebre o mezzucci da cagnolino impaurito.""In più conosceva poco del suo avversario, motivo in più per stare all’erta e attese la mossa del suo avversario.""Una domanda plausibile che era quasi sicuro che fosse per confondere l’avversario ma non il possessore di tale tecnica." E così via. Segni di interpunzione mancanti o posti nei punti sbagliati, costruzioni astruse, strani intrecci. Sono solo le prime frasi ricapitatemi sott'occhio, e neanche le peggiori. Fra i vari errori poi ci tengo a fartene notare uno in particolare, visto che si ripete numerose volte. Parlo dell'uso dei pronomi personali gli, li e le: puntualmente usi il primo (singolare maschile) quando si riferisce a più elementi e ci andrebbe dunque il plurale, mentre il secondo nei casi di un solo complemento. Addirittura arrivi a scambiare le (femminile singolare, nel caso in questione) con li (maschile plurale). E' una cosa alquanto fastidiosa.
Passando all'interpretazione, bisogna dire che è presente, ma solo a tratti. Certe volte tende a svanire, mentre non sempre ti soffermi a indagare spunti che potevano fornire risultati interessanti, come per esempio quello relativo al dualismo fra Erlik e Samael: oltre alla maggiore determinazione e decisione garantita dalla presenza del demone c'è ben poco in merito al rapporto fra i due. Ho apprezzato il tema della mancanza di ricordi passati e dell'incertezza del futuro che portano a focalizzarsi sul presente (sarò di parte, vista la storia del mio personaggio), per quanto alla lunga risulti un po' ripetitivo. Per concludere: questo campo avrebbe potuto essere il tuo punto di forza, ma la valutazione risulta inficiata da tutta una serie di difetti in gran parte evitabili. Mettici più attenzione, e i progressi saranno notevoli.


[Strategia] -
Dimostri di non avere ancora un'idea precisa di come funzionino i meccanismi di gioco del GDR per quanto riguarda il versante di duelli e combattimenti. Tanto per iniziare, una delle regole fondamentali è quella dei due slot tecnica disponibili ad ogni turno: ciò non vuol dire che si è obbligati a usufruire sempre di entrambi, scelte diverse possono essere dovute a ragioni interpretative o tattiche. Tuttavia tu per ben 4 - quattro - turni attivi su cinque sfrutti uno solo dei due slot, di fatto rinunciando a metà delle tue potenzialità strategiche. Cosa ancora più grave è lasciarsi sfuggire l'occasione della prima mossa, che in un combattimento equilibrato può davvero indirizzare il duello fornendoti un vantaggio non indifferente. Tu invece sprechi quest'opportunità limitandoti appunto a una sola tecnica: per quanto la combinazione di Confusione e attacchi fisici non sia una cattiva scelta, con un'altra abilità saresti risultato sicuramente più pericoloso. Inoltre così facendo permetti all'avversario di parare o subire l'offensiva senza ricorrere a nessuna tecnica, così da sfruttare in seguito i due slot esclusivamente per l'attacco - come in effetti avviene. Già qua il combattimento prende una brutta piega per te: entrambe le abilità attivate Numar perdurano per più di un turno, e ciò non può che metterti in una posizione di svantaggio nel proseguo del duello. Difatti nel turno successivo sei costretto a subire la totalità dei suoi attacchi, dopodichè usi ancora un singolo slot per scagliare un'infima bordata di potenza Bassa, senza alcuna tecnica di supporto, attacco fisico o che altro. Fin troppo facile per il tuo avversario parare: sei di nuovo in difficoltà, circondato e bersagliato da una serie di attacchi. Se non altro a questo punto comprendi la necessità di usare entrambi gli slot per poterti garantire sia una fase difensiva che una offensiva decente, unica volta nell'intero duello. Il giro successivo ripeti la stessa tattica del primo, con Confusione e due colpi fisici, e anche nel turno finale ti ostini ad attivare una sola abilità.
Concludendo, l'errore principale - e non è davvero cosa da poco - è rappresentato dal ridotto utilizzo delle tue possibilità strategiche. E' un peccato, perchè le tue tattiche offensive, pur inficiate da questa mancanza, rimangono generalmente degne di nota, con combinazioni quanto meno efficaci - e lo dimostra il fatto di aver arrecato un certo quantitativo di danni al tuo avversario. Potevi fare molto meglio, né regge la motivazione da te addotta di una volontà di risparmiare energie, visto che concludi il duello con quasi il 30% - i margini non mancavano. Neppure l'assenza di un vasto apparato tecnico vale come scusante, non del tutto almeno: possiedi in scheda risorse strategicamente interessanti come Costellazione, che tuttavia non sfrutti mai.


[Sportività] -
Neppure in questo campo si può dire che tu abbia ben figurato: una serie di imprecisioni, unite ad alcuni errori più vistosi, non possono che minare il punteggio finale. Pressochè ad ogni post ci sono forzature e ambiguità, per cui procediamo con ordine. Al primo turno attivo non è chiaro se gli attacchi fisici arrivino dopo aver completato l'aggiramento, per cui da dietro, o durante la piroetta stessa. Sembrerebbe la seconda, in quanto affermi "Contemporaneamente alla piroetta due attacchi fisici..." Ebbene, come fai a mirare alla spalla sinistra e in rapida successione al ginocchio destro, se lo stai oltrepassando su un lato? E' fisicamente, se non impossibile, almeno improbabile, senza tener conto dell'irrealtà dell'azione, per cui tu volteggiando e nel giro di un attimo scagli due colpi di katana a bersagli così distanti. Nel secondo post, il danno Basso al petto provocato dal chiodo attutito dall'armatura è un compromesso ragionevole, stai attento però a non abusare della protezione offerta dalla stessa. Al terzo giro varie forzature mi hanno fatto storcere il naso: con Muro d'Ossa ti difendi dagli attacchi frontali, fra i quali - oltre allo sparo di pistola - annoveri il morso del serpente superstite. Dal testo non si evince con esattezza, ma l'evocazione dovrebbe trovarsi dietro di te, in quanto appena prima ti aveva attaccato proprio alle spalle. Oltre a questo, le tue azioni successive non tengono nel dovuto conto gli effetti della nebbia che ti impedisce la vista: va bene individuare più o meno a grandi linee la posizione dell'avversario tramite la voce o la traiettoria del proiettile, ma attaccare mirando a punti precisi, eseguendo finte e quant'altro è esagerato. Nel turno successivo non c'è niente di particolare da segnalare, mentre nell'ultimo commetti più di un errore. Innanzitutto pari un colpo di pistola ravvicinato con la katana (!?) - in questa occasione ti faccio anche notare quanto non sia particolarmente sportivo, oltre a provocare un certo fastidio, dare continue indicazioni al tuo avversario su come dovrebbe essere per lui difficile mirare, su quanta forza contiene il colpo o quale sia la precisione permessa dalle sue condizioni: sembra quasi che tu voglia "pilotare" lo svolgersi delle azioni decidendone le dinamiche a tuo arbitrio e imponendogli questo o quello. In seguito, un vero strafalcione, non tanto nei risultati effettivi - ti eviti un Basso - quanto nel ragionamento che sta alla base: con una mossa fisica tu ti opponi a una tecnica, dimezzandone la potenza. Questo è sbagliatissimo: per difenderti da una abilità puoi usare soltanto un'altra abilità. Ti cito direttamente un passaggio del Regolamento:
QUOTE
E' fondamentale, pena gravi penalizzazioni in sportività, rispondere ad una tecnica offensiva con un'altra tecnica in difesa, e non semplicemente con un'azione passiva. [...] Salvo casi particolari, dovendosi difendere da un effetto magico solo una tecnica di costo pari o superiore è capace di annullarne gli effetti. Costi inferiori possono in ogni caso diminuirne la potenza, ma non fornire una difesa totale.

Non centrano le CS, non importano le condizioni fisiche tue o del tuo avversario, semplicemente non si può fare. E' una delle regole fondamentali del gioco. Tra l'altro in questa occasione commetti un'altra forzatura, quella di far svanire l'immagine illusoria in tempo per difenderti, pur non attivando alcuna abilità psionica atta a questo scopo.



[Jack Crane]_________________

[Scrittura] -
Ho avuto modo di valutarti all'arrivo poco tempo fa, e da allora non è cambiato molto. Lo stile è modesto ma generalmente pulito, privo di slanci che elevino i testi o di particolari fattori personali. L'andamento a volte risulta essere troppo spezzato, complici le frasi brevi e secche che in certi passaggi si succedono le une alle altre impedendo al testo di acquisire una sua ritmicità e risultare scorrevole. Il primo post appare effettivamente frettoloso, a causa dei problemi che hai avuto nello scriverlo: la scena rappresentata nel preludio, i due personaggi, la situazione in generale sembrano campate un po' per aria, senza una contestualizzazione decente, così come l'arrivo all'arena è descritto in maniera approssimativa, privo di approfondimenta sui motivi che hanno spinto lo Spaventapasseri a partecipare al torneo. Le cose migliorano nei turni successivi, anche se nel secondo post ti segnalo un paio di goffi errori di scrittura evitabili con una rilettura più attenta: "Essa uscì ma tra ledi tra le dita..." "Uno scorpione non nulla senza il suo pungiglione". A parte questo i testi procedono fra qualche ripetizione e refusi ortografici sparsi, senza mai elevarsi oltre un certo livello. Le descrizioni sono scarse, talvolta ritorna la sensazione di eccessiva sbrigatività. Quanto all'introspezione, va a farsi alterne. Crane è una figura ben presente nel corso del duello, ma la sua resa mi lascia qualche perplessità. In certi momenti riesci a dargli una discreta profondità psicologica, esplorando e manifestando con abilità la pazzia che alberga nella sua mente distorta. Ho notato passi avanti rispetto all'arrivo, come quando nel quarto post Jack riesce a staccarsi dalla sua maschera e da tutto ciò che rappresenta rivendicando la propria indipendenza dallo Spaventapasseri, cosa che non gli era riuscita durante la giocata precedente. Altre volte invece la resa introspettiva si fa troppo caricaturale, troppo "fumettosa" e poco credibile: strappa un sorriso, ma rischia di sfociare nel grottesco. In conclusione, non mi ha entusiasmato il flashback piazzato nel terzo post: l'idea è meritevole, la resa insufficiente: sembra buttato lì un po' a caso.


[Strategia] -
Non hai problemi di sorta sotto l'aspetto tattico del duello. Sulla carta il combattimento era in perfetto equilibrio, ma alla prova dei fatti ti dimostri su di un altro livello rispetto all'avversario, complice le sue pessime scelte strategiche di cui ho già parlato. Subisci i tuoi danni, ma sono molto di più quelli che riesci a infliggere, e in generale lo scontro sembra sempre sotto controllo per te. Apprezzabile la strategia adottata nel primo turno attivo: non solo ti ritrovi inaspettatamente la possibilità di usare entrambi gli slot per la fase offensiva nonostante il primo post dell'avversario, ma in più opti abilmente per abilità che coprono due turni di durata, garantendoti un vantaggio rilevante anche negli scambi successivi. Sai giostrarti bene fra gli attacchi fisici, le abilità di supporto e quelle dirette; ti dimostri equilibrato nel bilanciare le due fasi, difensiva e offensiva; realizzi combinazioni originali e composite. Molto buona la strategia nel secondo turno, in cui sommi gli effetti della nebbia alla presenza dell'ultimo serpente coadiuvati dall'attacco della copia (generata al riparo della vista dell'avversario e per questo ancora più insidiosa) e dal tuo fisico, così come nel terzo quando miri a ben tre punti diversi con altrettante risorse (armi e abilità) per rendere più difficile la difesa nemica. Verso le battute finali sopraggiunge un certo grado di ripetitività: per due turni consecutivi usi la tecnica Affondo, e la Copia Reale torna nell'ultimo post: niente di grave tuttavia, è naturale con una scheda poco dotata sotto questo punto di vista e con una Pericolosità così bassa - si può infatti dire che hai sfruttato la quasi totalità delle risorse a tua disposizione. Bravo anche nell'elaborare la strategia dell'ultimo turno, anche se consapevole che l'avversario non avrebbe più dovuto difendersi all'interno dei post soggetti a valutazione.


[Sportività] -
Non c'è molto da segnalare in questo campo. In generale ti comporti bene e segui il Regolamento senza particolari errori o forzature. Certo il tuo avversario ti dà una mano rinunciando a costruire strategie complesse o pericolose - soltanto una volta nel duello utilizza entrambi gli slot - per cui a volte non devi fare neanche troppa fatica per difenderti; dall'altro lato ti fa onore non aver protestato in alcun modo a seguito di qualche slealtà avversaria e aver proseguito tranquillamente nel duello. Nel secondo turno attivo compi una scelta equilibrata nel far sopravvivere un serpente su tre, contando che si trovava dietro il nemico, celato dalla nebbia e che in totale le evocazioni possedevano 2 CS contro la singola di Dampyr. Piccolo neo, per essere pignoli, la caduta involontaria con cui eviti quasi del tutto il secondo attacco fisico nel penultimo post: in circostanze normali sarebbe cosa ben poco sportiva, ma in questo caso hai le attenuanti di essere coerente con le dinamiche del combattimento (in primis gli effetti di Confusione sullo Spaventapasseri, che lo destabilizzano). Nell'ultimo turno sono presenti un paio di forzature, non gravi ma da segnalare: l'illusione creata dall'attiva del primo livello dell'Illusionista parla, si muove, spara - forse un po' troppo oltre le possibilità della tecnica, da definizione una singola e semplice immagine; la seconda è rappresentata da Crane che (con la copia) aggira l'avversario e si porta alle sue spalle: viste le sue condizioni fisiche e la camminata zoppa non dovrebbe essere così facile e scontato come traspare dal testo.



VALUTAZIONI




[Erlik Khan]
Scrittura: 5,5 + 6,25 + 6 =5,917

Strategia: 5 + 5,5 + 5 = 5,167

Sportività: 4,5 + 5,75 + 5 = 5,083

MEDIA: 5,389


[Jack Crane]
Scrittura: 5,75 + 5,5 + 5,5 = 5,583

Strategia: 7,25 + 6,5 + 6,75 = 6,833

Sportività: 6,5 + 6 + 6 = 6,167

MEDIA: 6,194

 
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13 replies since 30/9/2012, 10:16   553 views
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