Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Shivian VS Morpheus

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Lud†
view post Posted on 6/10/2012, 13:55 by: Lud†

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Cane mangia cane
- Rebirth of reason -

Nel buio della sua cella, con il sommesso tintinnare di catene che come una melodia distorta accompagnavano la mente di Morpheus ormai sprofondata in un limbo, il dragone se ne stava in silenzio accogliendo l'unica cosa che potesse considerare veramente suo amico: il Sogno. Caduto, dopo i fatti di Purgatory, in un oblio onirico dove il suo Io fu smarrito in una coltre di nebbia densa e quasi liquida, molto simile a quella che abitava l'Orbrun, pareva essere diventato un involucro vuoto di carne che non conteneva più anima, ma solo rimpianti. S'era trasformato in un vecchio pieno di rimorsi, con lo sguardo spento e vacuo che vagava tra le mura di quella nave galleggiante. Oltre il metallo c'era una libertà a cui non aspirava, oltre i due metri quadrati della sua cella c'era un mondo vasto e immenso che non riconosceva più. E lì solo in quella viscida realtà, un muro di promesse fatte si sgretolò sotto i colpi di una fallace giustizia terrena. Della figura imponente e orgogliosa che caratterizzava i draghi, non rimaneva nient'altro che un umano stanco e con gli stracci logori che si trascinava incatenato per la prigione, la barba incolta che cresceva snaturando il viso di un giovane che non aveva oltrepassato le venti primavere, ma con occhi che raccontavano di un'eternità spesa malamente.
La caligine nera quanto il colore dei suoi fallimenti aveva addormentato i suoi sensi, spegnendo persino l'istinto primordiale che ogni bestia portava con sé come un'arma rudimentale, il raziocinio si era perso in ombra vacua di ricordi, scartabellati uno a uno per comprendere le ragioni del proprio fallimento e quando tutto quel senso di colpa svanì, quando finalmente il cervello tacque, divenne tutto piatto. I colori che fino a prima parevano vividi, che quasi danzavano davanti ai suoi occhi, ora erano morti, come se una patina grigia fosse calata improvvisamente ammorbando ogni cosa di un tetro malessere. Il mondo non pareva più quell'Oasi idillica in cui era cresciuto, ma ora i mali parevano divorarlo come tanti piccoli parassiti, piccole pozze nere che dilagavano a macchia d'olio facendo apparire il pianeta come un enorme groviera mangiucchiata da migliaia di ratti affamati. Per questo Morpheus si nascose in un sogno, la sua mente al riparo dalle intemperie di una realtà che non lo appagava. Nel suo mondo suo fratello era ancora vivo, e insieme volavano sbattendo le ali su una distesa verde dove di tanto in tanto picchi innevati si sostituivano al blu dell'oceano, come Dei sovrastavano quel mondo incontaminato, il blu e il nero che, come in primordio, cavalcavano l'atmosfera immergendosi nella brezza mattutina. Si ridestò prima di impazzire, prima che il suo cervello diventasse una poltiglia grigia indefinita non più in grado di distinguere realtà e finzione. Perso in quel limbo, i giorni sembravano eterni, e la prigione non era mai abbastanza vuota, abituato com'era al buio e alla solitudine della sua caverna, quella prigione rassomigliava molto di più al centro pulsante di Basiledra, gli infastidiva il ciarlare dei prigionieri, i secondini che lo scortavano ovunque, il ricordo fatiscente del corpo del vecchio che doveva seppellire; ma che probabilmente venne lanciato dal ponte della nave e che ora marciva insieme alle terre dell'Orbrun. Quel giorno, un giorno anonimo come tanti altri, era seduto su una scomoda panca di legno, poteva sentire le schegge del legname mal intagliato penetrargli la pelle sotto il sedere, in mano un cucchiaio (anch'esso dello stesso materiale) che pescava in una ciotola contenente frugale zuppa d'avena, ma che al sapore pareva essere segatura secca. Una guardia si avvicinò per infrangere quella bolla di silenzio che lo avvolgeva. Morpheus non ci fece molto caso, capitava di sovente che i carcerieri si avvicinassero a loro per sbeffeggiarli, ma questa volta, l'andatura nervosa tradiva diverse notizie, e la lettera in mano con tanto sigillo in ceralacca del Clan Goryo confermava tutto. Al dragone bastò un solo sguardo per capire il motivo di disturbo.
D'altronde era una settimana, o poco più, che non si parlava d'altro a Taanach, fin quando le voci insistenti non giunsero fino alle orecchie dei carcerati, promesse di libertà echeggiarono all'interno della nave, mandando in subbuglio chiunque avesse ancora la forza di combattere, un torneo, il cane mangia cane, a cui molti erano interessati. Ma non Morpheus.

« Che vuoi? Non ho intenzione di partecipare. »

La sua reazione fu fredda e apatica, lo sguardo basso a fissare la zuppa che continuava a mescolare con il cucchiaio, con la speranza che diventasse qualcosa di migliore. Ma i suoi pensieri – e le sue speranze - furono smorzati dal pugno del secondino contro il tavolo, la lettera fu sbattuta davanti alla sua faccia. Poté sentire il puzzo acido dell'alito disgustargli i recettori olfattivi, poté vedere le carie, i denti gialli che a stento si reggevano all'interno della bocca.

« Non hai scelta, stronzo! »
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Deadman Walking


L'Orbrun non è famoso per la sua accoglienza e per lo splendido panorama in grado di impressionare gli occhi dei mortali, né tanto meno è segnalato nelle guide per le carovane. No l'Orbrun è un luogo situato nel meridione più estremo del continente, dove pochi hanno il coraggio di andare, ancor meno quelli che tornano indietro per raccontarlo. Una terra avvolta in una maledizione perenne, l'acqua sulfurea che sgorga dal terreno non ha nulla di benefico, talmente acida da poter sciogliere anche il metallo più duro, mentre tutto intorno è avvolto da una bruma densa e soffocante che penetra nei polmoni mozzando il fiato e oscurando la vista. E lì, lontano dalla vista e dagli occhi, s'annidavano le creature più tremende del continente, vomitati direttamente dall'inferno parevano giungere insieme ai cavalieri dell'apocalisse. Scricchioli metallici, striduli sottili e tetri che accompagnavano i passi di chi tanto audace si avventurava. Taanach sorgeva tra le nebbie di Orbrun, una cittadina quasi surreale e quasi decaduta che solo con l'avvento del Clan stava riavendo nuovo vigore, ma quel giorno la città sembrava normale, non più tetra, non più spaventosa, anzi quel giorno brulicava di persone, di curiosi che non aspettavano nient'altro che il cane mangia cane.
Il calar del sole oltre i picchi dell'Akerat, regalava agli astanti accorsi per guardar il duello uno spettacolo naturale di cui era difficile non suggestionarsi: le ombre allungate delle figure si districavano sul pietrisco del ponte, i colori tenui variavano dall'arancio all'indaco pittando il cielo con l'aiuto del candido ondeggiare delle nuvole che, di tanto in tanto, apparivano nel firmamento come a voler ricordare che tutto nel mondo è mutabile, tutto può variare in un piano dimensionale che è tutto fuorché statico. Morpheus apparve all'orizzonte dapprima come un piccolo puntino sfocato, lontano nel tempo e nello spazio, poi con il passare dei secondi la figura si fece più distinta, i tratti di un uomo poco più alto di un metro e ottanta, capelli corvino ribelli che si agitavano davanti alla fronte e una barba incolta che nascondeva un viso chiaro ma visibilmente abbronzato, dai tratti tipicamente meridionali. Il pubblico iniziò a schiamazzare, accorso in gran numero, molto di più di quanto si aspettava, e quando la figura del dragone fu ben visibile una marea di fischi inondò le orecchie di Morpheus. Sotto di loro le acque nere del “Grigio” si agitavano, un miasma denso saliva a impestare l'aria, un coacervo di morbi letali abitavano quel liquido maledetto. V'era, in quella piccola porzione di natura, tutto ciò che più caratterizzava l'Orbrun, pestilenza, malattia, putridume, le acque più contaminate di tutto il continente, persino i due colossi di pietra eretti dai Maegon sembravano arrendersi alla maledizione che loro stessi avevano lanciato. In tutta quell'atmosfera, agitata e maligna, la figura trascendentale di Morpheus, agghindata solo di stracci, stonava con il clima che si era creato per quel duello. Quella del drago era un calma apatica e distaccata, condita da un quasi totale disinteresse. Avanzò sulla pietra naturale accompagnato da una litania metallica, una lunga catena di circa sei metri era attaccata alla sua gamba, alla quale estremità una grossa palla chiodata veniva trascinata con una distorta naturalezza. Il volto era chiuso da una grossa museruola, sebbene troppo piccola per permettergli una trasformazione, mentre le mani erano strette da grosse catene, ad accompagnarlo una scorta di tre guardiani armati fino ai denti. Gli avevano detto che erano misure precauzionali in caso di un tentativo di fuga, ma Morpheus, e aveva provato a farglielo intendere, non aveva nessuna voglia di scappare. Quando si avvicinò all'arena improvvisata sul ponte di pietra, fu vagamente colpito dall'affluenza di pubblico giunto per vedere il suo duello, ma bastò guardare il suo avversario per capirne il perché. Di fronte a lui un ragazzo dai lunghi capelli neri, i tratti inconfondibili, lo aveva visto, durante l'assalto alla nave, quei pochi istanti sufficienti per scolpirgli in mente il suo volto. Shivian, il vice capitano del Clan Goryo, o meglio l'essenza stessa del Clan. Morpheus sorrise, non si aspettava davvero niente di tutto ciò.
« Non facevate prima a mandarmi su un patibolo? »
Ma la risposta era evidente, sotto gli occhi di tutti, Shivian non era famoso per la sua clemenza verso i traditori, il suo intento era chiaro, ne avrebbe ucciso uno per educarne cento. Lui era la vittima sacrificale per mostrare al popolo cosa succedeva a chi si metteva contro il Clan e contro Shivian. Non era nient'altro che una messa in scena, una colossale finzione, con la promessa della libertà si sarebbero dimostrati benevolenti, ma difatti nella realtà non davano nessuna speranza ai ribelli, li avrebbero schiacciati di fronte a un pubblico per innalzare la propria forza. Ma il suo Cane mangia cane era ben differente da tutto quello. La sua battaglia era già iniziata, come un cane a due teste, entrambe dominanti, che cercano la supremazia sull'altra così la ragione cercava di sopravvivere alla perdizione dell'oblio in cui la mente di Morpheus rischiava di piombare.
« Se avessi saputo che eri tu, Shivian, il mio avversario, per lo meno mi sarei messo qualcosa di più elegante. »
Intanto i guardiani si avvicinarono a lui, uno di loro con una grossa chiave gli tolse il lucchetto che bloccava la museruola, delicatamente gli altri due gliela sfilarono dal cranio, mentre l'altro gli rimuoveva anche le catene che gli bloccavano le mani. Si massaggiò i polsi, le catene troppo strette non gli avevano dato il giusto afflusso di sangue, scrocchiò le ossa del collo, muovendolo prima a destra poi a sinistra, nonostante la calma si sentiva contratto e leggermente fuori forma.
« Non sono né il più forte né il più pericoloso dei ribelli, a dirla tutta non sono nemmeno un traditore. »
Il drago sorrise, diceva il vero, lui non era una recluta del Clan, aveva seguito Vicktor solo per pura noia, per distrarre il cervello dai pensieri che la morte del fratello gli aveva causato. Aveva cercato l'azione per dimenticare, con il risultato che un nuovo fallimento non fece altro che fungere da cassa di risonanza per i suoi sensi di colpa. E non era al pari di Caronte, né della bestia di pirate's bay.
« Quindi perché avete scelto proprio me? »


CITAZIONE

Morpheus Somniorum Illusio Caeli et Draconem


4 cs intelligenza 1 cs Potenza fisica


Energia: 100%
Status Fisico: //
Status mentale:Rispetto nel suo avversario.

Abilità attive:

Abilità passive:
Il drago blu, come tutti i draghi, possiede una forza fuori dal comune, difatti, sia in forma umanoide che in forma draconica, qualsiasi arma, oggetto, che per altri sarebbe impossibile da smuovere, Morpheus sarà in grado di alzarlo con il minimo sforzo [Passiva personale]. Un drago, altresì, può cambiare la sua forma da draconica a quella umanoide, senza nessun impedimento esterno, non importa se giorno o notte, l'unico fattore davvero rilevante è il volere dello stesso drago, in quanto una creatura così letale raramente decide di dare un vantaggio all'avversario trasformandosi nella sua forma più miserabile [Amuleto ombra]. Qualunque essere, al cospetto di un drago, impallidirebbe. Indipendentemente dall'allineamento, indipendentemente dall'essere o meno in forma draconica, le altre razze diffideranno dal fidarsi, e in ogni caso, ogni essere avvertirà un lieve timore, purché questo non sia un esemplare della propria razza o di un demone, creature per certi versi similari a loro, e che sia di energia pari o inferiore all'agente [Abilità raziale]. Il drago, inoltre, grazie alla grande energia presente nel suo corpo potrà utilizzare qualsiasi sua tecnica, indipendentemente dalla natura, risparmiando il 3% sul consumo totale normalmente previsto. Se tale risparmio dovesse abbassare il consumo di una tecnica allo 0% o meno, il consumo totale della tecnica rimarrebbe fisso all'1% [Pergamena risparmio energetico].
Inoltre, il drago grazie alla sua conoscenza fuori dal comune, non ha più vincoli riguardanti le illusioni . Egli è talmente dotato da poterle castare istantaneamente, senza alcun vincolo fisico. Basterà il suo solo volere perchè la quasi totalità delle tecniche illusorie si attivi all'istante. [Passiva I livello dominio illusionista]. E grazie alle sue ampie conoscienze Morpheus ha la possibilità di risparmiare energie Per questo ogni sua tecnica illusoria, di manipolazione o di evocazione illusoria, avrà il costo abbassato del 5%. Se una tecnica scendesse al di sotto dello 0%, il costo sarà automaticamente dell'1%. Questo effetto non è cumulabili ad eventuali altre tecniche di risparmio energetico [Passiva II livello dominio illusionista]. Arrivati a questo punto le conoscenze di Morpheus lo rendono un illusionista di primo livello, in grado di rendere tutte le sue tecniche illusorie o manipolatorie di un livello superiore. Ad esempio una tecnica Media provocherà danno Alto, una alta danno Critico e le tecniche di costo critico provocheranno un danno Mortale. Non c'è variazione nella potenza delle tecniche, ma solo nel danno risultante. [Passiva III livello dominio illusionista]

– Impact.
Un’arma di queste proporzioni non potrebbe essere impugnata da nessuno che non possegga una forza straordinaria. Il suo peso è considerevole, la lega metallica che lo compone è di una densità tale da non rassomigliare ad alcuna già presente sul continente. Ma chiunque riuscirà a far uso di un’arma simile, saprà certamente come utilizzarla. Ad essa è infatti legata una catena, e sfruttando principi basilari della fisica come forza centrifuga e gravità, fintanto che l'arma viene impugnata dal proprietario essa dona 1 CS aggiuntivo alla potenza fisica. {Abilità passiva}

Kajera
È la lama che infrange i legami. Ella si sazia dell'ardimento dei cuori, di qualunque tipo esso sia. Ella brama, invero, di rifrangere ciascuno di quei vincoli intensi, sussurrando direttamente negli animi delle sue vittime di quanto ogni vita donata a qualcun'altro altro non sia che la debolezza di un cuore che rinuncia alla propria dignità. Per farlo, però, deve poter comprendere ove colpire, oltre che chi colpire, naturalmente. Kajera, infatti, permetterà al suo portatore di scrutare nei cuori di coloro che amano, soffrono o vivono un sentimento, un legame di affetto di qualunque tipo e genere. Tale legame apparirà agli occhi del portatore che una scintilla che brilla nell'animo di chiunque, potendo finanche comprendere se due scintille, se ammirate insieme o distintamente, siano o meno legate l'una all'altra. Invero, però, ammirare una scintilla non farà comprendere comunque mai la natura del legame o il nome della persona con cui il legame esiste, avvertendolo unicamente della sua esistenza e, al massimo, della reciprocità del contatto. [Passiva, il portatore potrà vedere nel cuore di ciascuno la presenza o meno di un qualunque legame affettivo, di qualunque tipo questo sia, senza - però - poter conoscere con tale potere la natura o la storia dello stesso. Qualora il portatore veda due o più persone, inoltre, potrà comprendere se il legame che esiste nei loro animi le vincola l'una all'altra o meno. Inoltre, il portatore potrà vedere in ciascun avversario ogni scintilla per ciascun legame, per quanto grande o piccolo esso sia, in quando brilleranno di intensità variabile a seconda della forza dell'affetto.]

Behold my true form.
Il Cristallo che ha dato potere a Stormbringer originò dal corpo di un drago, ma la sua lama si macchiò del sangue dell’ultimo uomo immortale. Due creature unite da una stessa promessa e da uno stesso destino, capaci di scegliere la morte. Alla presenza di ciò che resta del loro patto i draghi, gli angeli e i demoni potranno solamente inchinarsi, poiché nessuno di loro è all’altezza di coloro che li hanno preceduti. Sarà quindi impossibile per costoro assumere la forma draconica o la forma di avatar fintanto che Stormbringer sarà fuori dal fodero [Passiva]


– Tail.
Nonostante ciò, Ramhat è tutto meno che poco visibile. Un diametro di tre metri di ineguagliabile metallo, una catena così robusta da poter reggere forze e tensioni impressionanti. Così come uno stocco è agile e maneggevole per merito di forma e peso, così una sfera di tali proporzioni sarà poco pratica nonostante la forza di cui si possa godere. Le traiettorie che percorrerà fino a impattare sull’obiettivo saranno lineari e quasi prevedibili all’occhio di un eventuale avversario, che avrà così il tempo di rizzare una difesa più o meno stentata. Questo malus agisce sulle tecniche e gli attacchi fisici portati con Ramhat, a meno che non vengano occultati a loro volta da particolari tecniche. Forza bruta a determinabilità, uno scambio più che equo. Dopotutto ogni cometa ha la sua coda. {Malus}

Note:

Allora, solitamente non sono cosi logorroico nei post, ma solitamente nei post di un torneo devo contestualizzare tutto. Morpheus dopo il fallimento dei ribelli cade in uno stato di trance, ripensa a tutti i suoi fallimenti, soprattutto la morte del fratello, infatti durante la prigionia realizza che la morte del fratello lo ha scosso, lui ci aveva messo 400 anni per trovare un modo per salvare il fratello, alla fine scopre che è morto quando mancava poco per salvarlo, comunque detto questo nulla, arriva al luogo dell'incontro e niente le armi sono riposte, mentre Rahmat è attaccata al piede. Comunque tranquillo, i prossimi post saranno più corti, questo è stato letteralmente un parto, non finiva più. buon divertimento, spero di essere all'altezza.
Edit: Corretti un paio di errori, ero dovuto uscire e non avevo potuto dare un'ultima occhiata.



Edited by Lud† - 6/10/2012, 17:33
 
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