Una volta liberata la bestia leggendaria, il pubblico non riuscì più a trattenere l’eccitazione. Migliaia di occhi seguirono la metamorfosi del drago con sguardo avido come se quel duello fosse iniziato realmente solo ora. Le voci d’incitamento soverchiarono rapidamente quelle terrorizzate dall’apparizione della creatura innalzandosi ancora più di quanto avevano fatto nell’accogliere i due contendenti umani. La violenza con la quale l’immenso drago atterrò sul ponte di pietra provocò un contraccolpo tale da far tremare sia l’intera struttura che la terra sotto ai palchi. In solo istante tutte le voci estranee si ammutolirono mentre a risuonare ora c’era solo il ruggito di furia di Morpheus. Più simile ad un ruggito che alle parole di un uomo la durezza del tono della sua voce riuscì a mantenere il silenzio ancora qualche momento mentre gli uomini non aspettavano altro che di vedere calare il primo vero attacco di quel duello.
Di fronte ad un simile spettacolo Shivian sentì montare una sempre maggiore frenesia come se quel duello stesse risvegliando, al pari del suo avversario, la parte più selvaggia del proprio animo; messo finalmente di fronte ad un degno avversario poteva nuovamente tornare ad apprezzare quelle sensazioni che da troppo tempo erano rimaste sopite. Allo stesso tempo era però rimasto quasi deluso dalle parole del drago che stupidamente non sembrava voler accettare la realtà della situazione.
« Eppure sei stato portato qua in catene. » La voce di Shivian mantenne lo stesso duro tono di sfida risuonando al pari di quella del proprio avversario in una arena improvvisamente silente. A privare il pubblico della voce ora più che le parole c’era la furia del drago: i suoi muscoli poderosi guizzavano sotto la pelle corazzata di scaglie mentre l’immensa sfera d’acciaio era mossa con disarmante facilità. Neanche di fronte ad una simile offensiva Shivian distolse lo sguardo dal suo avversario, i suoi occhi scuri rimasero fissi su quelli, lucenti, dell’altro sottolineando ancora una volta quanto aveva appena detto. Tutto questo mentre attorno a sé il mondo si piegava al suo volere, lasciandosi osservare con occhi nuovi. Nonostante il forte nucleo di potere che risiedeva nell’arma del drago i suoi movimenti erano per Shivian goffi, lenti e facilmente prevedibili. Lo stesso attacco con la coda poteva essere facilmente intuito dai minimi cambiamenti posturali necessari per mantenere bilanciato il peso. L’arma in sé nonostante le dimensioni titaniche non era per nulla pericolosa e l’unica reale minaccia proveniva solo dai poteri che vi erano contenuti. Intenzionato a portare avanti la sua strategia iniziale Shivian si limitò semplicemente ad ignorare gli attacchi avversari sfruttando le capacità apprese con il Niman e lasciandosi assorbire dalla stessa pietra del ponte che il drago aveva prima fatto quasi vacillare con il suo peso.
In quei pochi istanti di parziale incoscienza Shivian lasciò libere le sue capacità sovrannaturali osservando il mondo in maniera unica. Non esistevano più i movimenti dell’arma del drago ma soltanto oscillazioni nella sua potente aura così come riuscì a vedere il nucleo di energia elettrica che dal petto della creatura veniva rilasciata in un vortice la cui terribile furia era per lui solo una cascata di colori unici. Di fronte ad un simile spettacolo perfino il mare delle flebili quanto variegate auree degli spettatori appariva grigio e inerte al pari del fiume morto che scorreva sotto di loro.
« E io non tremo affatto. » Riemerso da un punto esterno del ponte sul fianco sinistro della creatura Shivian lasciò erompere nuovamente la propria voce con forza e decisione, intento a catturare nuovamente l’attenzione del proprio avversario prima di passare a sua volta all’attacco. Con quelle rapide parole desiderava portare Morpheus a riflettere non solo su quanto aveva detto pochi attimi prima ma anche su quello che sarebbe stato il suo imminente destino.
Ancora una volta i movimenti del mezzo demone furono innaturalmente rapidi e precisi; sfruttando il momento di apertura nella guardia del drago dovuto all’ultimo spostamento della sfera si preparava ad attaccare proprio quel punto conscio del fatto che per fare una nuova spazzata con la coda avrebbe prima dovuto spostarla verso destra e caricare così un nuovo colpo. Sfruttando le movenze molto più aggressive del Djem So Shivian convogliò verso l’esterno una piccola parte delle sue energie andando a concentrarle vicino al muso del drago provocando prima una leggera distorsione dell’aria e quindi una contenuta quanto comunque pericolosa esplosione. L’attacco più che a provocare grandi danni mirava in particolare a distrarlo in modo da obbligarlo ad aprire ulteriormente la propria guardia, anche se il punto d’esplosione sarebbe anche potuto arrivare a danneggiargli seriamente la vista dell’occhio sinistro. Con quest’ulteriore distrazione Shivian si sentì libero di accorciare ancora di più le distanze attaccando anche con la possente lancia da combattimento. I suoi movimenti erano sempre fluidi e rapidi ma a renderli realmente inaspettati fu quando i suoi piedi si appoggiarono sopra la stessa aria lasciando salire verso quello che era da sempre stato il suo vero bersaglio. Sarebbero bastate due rapide spazzate con la punta della lancia per mettere in seria difficoltà il terribile drago. La sottile membrana delle sue ali era infatti particolarmente vulnerabile agli attacchi diretti , sarebbero bastati dei semplici tagli per rendergli quasi impossibile volare di nuovo dato che lo squarcio si sarebbe inevitabilmente allargato sotto la pressione de vento. Inoltre Shivian conosceva anche con precisione quali punti attaccare per rendere sempre più deboli i muscoli dell’ala e quindi in ciascuno dei due assalti avrebbe cercato, sfruttando l’ampia portata della sua arma, di colpire sia una parte di membrana che parte della struttura di ossa e carne che la sorreggeva.
Fino a quando Morpheus non avrebbe compreso e accettato gli errori fatti avrebbe dovuto pagarne le debite conseguenze. Dopo essersi isolato in se stesso per sopravvivere agli orrori della prigionia era bastato molto poco per far sì che la sua rabbia primeva fuoruscisse orgogliosa. Concluso questo punto Shivian avrebbe ulteriormente insistito per provocare una profonda riflessione nel drago: erano davvero così solide le sue certezze e i suoi piani? Ogni sua azione era stata giusta o avrebbe potuto compiere scelte diverse?
Lascia da parte l’orgoglio e osserva i tuoi errori, drago. Altrimenti non ne uscirai vivo.