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Chronicles of Morpheus ~ Weldenvard

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Lud†
view post Posted on 8/12/2012, 00:01 by: Lud†

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Prologo
Qualche giorno dopo l’impiccagione.

« Spero sia andato tutto secondo i piani. »
Il sultano di Vento d’Oriente sedeva sul suo prezioso scranno d’oro, all’interno del magnifico palazzo della sua città. Davanti a lui, chino su di un ginocchio, stava il Lord di Greenvalley tale Henry Goldeer, esso al dito portava l’anello che lui stesso gli aveva donato come premio per l’esecuzione del rosso, un cimelio che, Goldeer, ostentava al dito con un certo orgoglio e una certa sicurezza.
« Tutto come avevate comandato signore, l’uomo non ha dato nessun problema. »
Henry Goldeer abbassò lo sguardo, quello che il sultano intravide negli occhi del suo sottoposto fu una piccola scintilla di paura, che liquidò come semplice terrore verso i suoi confronti. Il sultano si rilassò a quella notizia, adagiandosi comodamente sul trono; che fino a quel momento non era stato nient’altro che un intreccio di rovi e spine. « Avete fatto tacere anche la giovane mogliettina? » La pesca nella sua mano venne stritolata con tutta la forza che aveva in corpo, il succo e la polpa caddero in terra mentre nel suo palmo restò soltanto il nocciolo e la buccia. Il Lord trasalì, non faticando a immaginare la sua testa al posto del frutto. Quindi si limitò a mentire. « Anche lei è stata uccisa, » sospirò, « subito dopo l’impiccagione. »
Al pensiero della donna un brivido freddo percorse la schiena dell’uomo, tuttavia si sforzò di restare calmo e impassibile.
Il sultano si limitò a sorridere, sembrava quasi assorto nei suoi pensieri, « bene, molto bene, » asserì distrattamente. Non sospettava nulla, quello era certo, e leggendo la soddisfazione negli occhi del sultano, Henry seppe istintivamente che aveva fatto bene a mentirgli. A quel punto il Lord decise di azzardare un ulteriore domanda. « Se mi è lecito chiederlo, perché avevate necessità di uccidere quell’uomo? »
Il sultano sorrise.
« Ho violentato la sua donna. »



Vent’anni dopo di Greenvalley, chiamata nell’antichità Weldenvard, non rimaneva praticamente nulla. Henry Goldeer era invecchiato male e troppo rapidamente, la pelle aveva ceduto alla forza di gravità e ora cadeva dalla sua faccia in pesanti borse, spesse rughe tagliavano la fronte, gli occhi, una volta verdi e luminosi, erano incavati in fosse nere e parevano aver perso tutta la loro brillantezza. Era seduto sul trono all’interno della sua magione, era malato, probabilmente di un male incurabile, ma sembrava non volerlo trascinare nella tomba, come se il parassita che lo divorava dall’interno si divertisse a mantenerlo in vita per vederlo soffrire ancora di più. Lucidava quel maledetto anello d’oro, più per abitudine che per necessità. Erano passati ormai vent’anni, ma dentro la testa del Lord rimbombavano ancora nella mente le parole della donna, e ogni notte la scena tornava a fargli compagnia, per tenere il ricordo ben vivido scolpito nella sua mente. Sua moglie era morta, metà dei suoi figli portati via dalla peste, i bastardi che reclamavano dal basso il suo trono. La città era decaduta insieme a lui, pestilenza e carestia avevano colpito negli anni passati la popolazione decimandola, i superstiti non ebbero la forza e forse la voglia per rialzarsi, il mercato andò in crisi e sempre meno pellegrini si spingevano in quella porzione di continente che non era né oriente né settentrione, una terra di mezzo circondata dagli alberi e dalle montagne. Inverni rigidi ed estati mai troppo calde. La causa di tutto era quella maledetta donna, solitamente non dava peso ai malauguri, capitava spesso durante le impiccagioni i parenti delle vittime lanciassero maledizioni, riti pagani che ancora non erano stati completamente dimenticati dal popolo. Ma la macumba eseguita dalla donna aveva un che di arcano, il modo in cui aveva sgozzato il gatto, il modo in cui i suoi occhi penetravano il suo animo, il modo… rabbrividì al solo pensiero. Ma ormai il sultano di Vento d’Oriente era morto, non doveva più temere che il suo segreto venisse scoperto. « Edoardo! Edoardo! » Il Lord urlò a squarciagola, dopo pochi secondi il maggiordomo di palazzo, agghindato della solita veste rossa con ricami verdi, giunse trotterellando al suo cospetto. Piegò leggermente il busto verso il Lord, « mi dica mio signore. » La voce servile dell’uomo aveva sempre il merito di calmarlo, anche per questo Edoardo in sua assenza faceva le sue veci.
« Emetti un bando, cerca uomini, dobbiamo distruggere quella donna. »
Il suo tono si era alterato, la sua voce era ferma e dura.
« Come comanda mio signore. »

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« È giunto il momento Lionet. »

Era passato abbastanza tempo dal loro scontro nella chiesa, quando la sua mente fu carpita da un’essenza diversa, quando lui divenne nient’altro che un burattino manovrato dal dottore. Il ricordo era ormai lontano e il tempo cominciò a sbiadirne i contorni. Decise di partire per inseguire il suo destino, perché per troppo tempo aveva viaggiato nel Nord che ormai le brezze calde del sud d’Oriente cominciavano a mancargli. I draghi blu non erano fatti per il freddo, preferivano di gran lunga la sabbia alla neve, le folate calde al vento gelido. Si trasformò in un drago, e quel giorno fu l’ultima volta che vide Lionet, un utlimo sguardo, e un ultimo saluto, poco prima che il corpo indaco sparì oltre le montagne e oltre l’orizzonte.

[…]

Morpheus era seduto in una piccola locanda nella città di Vento d’Oriente. Da quando era morto il sultano nessuno aveva mai preso davvero il suo posto. Jevanni regnò per pochi mesi su quella terra, quando l’abbandonò, il suo successore fu un uomo di nome Hursimer, il comandante di alcuni ribelli provenienti dall’Oasi nera. Essi avevano atteso a lungo la fine della dinastia dei Marehjà per prendere il possesso della città, e ora parevano governare quel luogo con ben più ragionevolezza dei predecessori. Ma era una pace labile e precaria che prima o poi sarebbe venuta a mancare. Vento d’Oriente si diceva essere della stessa indole dei venti che l’attraversavano, alle volte cauta come una lieve brezzolina estiva, altre, ben più temibili, dove venti di tempesta soffiavano a tutta forza. Non era nel suo interesse il destino di quella città, per quello che gli interessava poteva anche marcire, giacché quello era il luogo della morte del suo amato fratello, e ogni pietra, ogni singolo granello di sabbia, gli ricordava tremendamente il suo volto. Strinse la collana con l’onice nera ancor di più al suo petto, per un momento ebbe quasi la sensazione che Akor’ avesse interrotto il suo silenzio e avesse brillato nella sua mano, ma capì che quella era una sensazione soltanto effimera. Lasciò la collana che ondeggiò per un momento sul suo petto, il freddo della biglia gli accarezzò la pelle mentre gli occhi si posarono nuovamente su quello che aveva nell'altra mano. Una pergamena, un grosso cervo d’oro su sfondo nero svettava come timbro ufficiale. Era il bando per una missione apparentemente facile e di ben poco interesse per lui, ma ciò che attirò l’attenzione non fu il simbolo della casata, né la natura stessa della missione, ma il premio. Come buona riuscita della missione il Lord metteva in palio un anello di smeraldo, abbastanza prezioso da generare intorno a lui strane leggende tra gli umani. Ma Morpheus sapeva che quello non era altro che l’Eldunarì di Garto’. Un suo antenato vissuto migliaia di anni fa. Aveva visto quell’anello in un grosso libro nella sua biblioteca, raccontava la sua storia, come esso fosse finito in mano ai Marehjà, era tornato in quella città solo per trovarlo, ma di lui nessuno ne aveva avuto più traccia. E ora eccolo lì, che veniva offerto in premio come un oggetto qualunque. Aveva approfittato di quell'occasione, capitata nel momento opportuno, per reclutare qualche uomo. Mandò il suo bando – contrariamente a quello del Lord – in tutto il continente, sperando che qualche avventuriero avesse risposto affermativamente alla chiamata. Non si specificava granché dell’incarico, soltanto che era una missione di recupero e che la ricompensa fosse stata lauta e adeguata al tipo di incarico. Erano richiesti mercenari esperti e guerrieri. Quel giorno al suo cospetto gli si presentarono una dozzina di uomini, alcuni inadeguati, altri straccioni che mendicavano un lavoro per tirare avanti; ma che se li avesse portati con sé sarebbero morti immediatamente, altri si erano indignati quando avevano visto il mittente di quel bando; un semplice ragazzino di venti anni, doveva apparire così Morpheus ai loro occhi, se solo sapessero che aveva qualche secolo in più alle loro spalle. Sbuffò sonoramente quando essi se ne andarono ridendo sguaiatamente. Si era ormai arreso quando tre nuove figure si avvicinarono a lui, tenne la testa bassa ignorandoli quasi, stufo di tutti quegli inetti che continuavano a proporsi.

« Avanti, stupitemi. »



Benvenuti nella quest.
Sono lieto della vostra partecipazione, spero che vi possiate divertire in questa quest. Consiglio la lettura del prologo a chiunque non l'avesse ancora fatto, giusto per dare l'idea a tutti di ciò che si sta parlando.
Passiamo alle indicazioni per il vostro arrivo nella quest:

Ovunque il vostro pg si trovi, per un motivo o per un altro, verrà a conoscenza del bando emesso da Morpheus, non del bando del Lord, mi raccomando. Vi ritroverete tutti alla locanda "Maiale arrosto", all'incirca a mezzogiorno, nella città di Vento d'Oriente. La locanda non è molto grande, oltre il bancone principale si possono contare all'incirca una dozzina di tavoli. L'oste è un uomo sulla cinquatina dall'aspetto rude e grezzo. Gli interni sono decorati in stile rustico:
Il bancone è tirato a lucido ed è in legno povero d'olmo, dello stesso materiale sono le sedie del bancone, le sedie dei tavoli e i tavoli stessi, tuttavia ricoperti da tovaglie sul rosato. Le pareti sono color argilla con mattoncini intonati, invece dei quadri alle pareti troviamo appesi martelli; ferri di cavallo; spade; e altri arnesi; ma il tutto non è ridondante o troppo pacchiano. Quando arrivate trovate Morpheus, seduto al bancone, con intorno un po' di persone, e capite che è lui che state cercando, difatti sul bando c'erano solo informazioni vaghe sull'incarico, la promessa di una lauta ricompensa, data, ora e luogo dell'incontro. L'unica cosa strana era il sigillo (simile a quello qui sopra, tranne la scritta Qm point, sia chiaro e di un unico colore un forte blu scuro). Per il resto trovate un Morpheus abbastanza abbattuto che vi ignora, senza esagerare potete fare quello che più vi aggrada per attirare la sua attenzione. Voi sapete già di essere presi, non i vostri pg. Comunque limitatevi a presentarvi e/o stupirmi, per il resto ci sarà tempo nei prossimi post. Comunque questo è l'unico post di transizione che avrà la quest, gli altri saranno, già dal prossimo, più movimentati.
Per dubbi, domande, usate il topic in Confronto o gli Mp.
Avete 5 giorni di tempo. A voi ^^
 
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