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Chronicles of Morpheus ~ Weldenvard

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Lul~
view post Posted on 18/12/2012, 12:31 by: Lul~




WELDENVARD
Born in the Dark II
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« Klaus van Schwarz, eh? Dunque è questo il tuo nome. »
Disse quando entrò nella taverna. voleva cogliere di sorpresa il guerriero che non poteva non riconoscere, quello che con lui aveva assaltato il forte di Colle Silente, fingendosi un mercante. Il loro piano era stato gettato al vento dall'intervento dell'inetto che Shakan aveva portato con loro: egli cadde da una delle torri di guardia, mandando in fumo il teatrino così tanto abilmente orchestrato dai due. Un vero peccato ave dovuto mietere tante vittime inutilmente. Una vera ebbrezza aver fatto saltare così tante teste in una sola azione.
« E' un piacere rivederti, Lionet. »

Abbozzò un sorriso quando quel nero guerriero lo riconobbe. Non era un tipo molto estroverso, a giudicarlo dalle apparenze, eppure l'esperienza che li aveva uniti era stata forte e divertente allo stesso tempo. La solidarietà fra guerrieri poteva andare al di là del mero cameratismo, uniti dalla guerra, dalle battaglie, da incursioni memorabili, due guerrieri potevano diventare fratelli. Non era quello il caso del Cousland e del Guerriero Nero, ma di certo Lionet sapeva che su quel ragazzo poteva contare. E che non avrebbe esitato ad andare all'inferno con lui.

« Molto bene, il mio nome è Morpheus Ulhar. Klaus van Shwarz, il tuo silenzio è molto più affilato della spada di molti uomini qui dentro. Lionet, di te conosco praticamente ogni cosa, sarei lieto di averti in questa spedizione, per quanto riguarda te, Lily, spero che le tue minacce siano aguzze quanto le fauci del tuo drago. »

Morpheus lo aveva accolto davvero con più garbatezza rispetto al loro precedente incontro. Uno scontro efferato, dettato dal seme della follia instillato nella mente del draconico da qualcuno che - evidentemente - aveva più potere di quanto il Cousland potesse mai immaginare. Lui - di suo - non aveva che le sue armi, e la sua maestria nell'utilizzarle. Armi potente, certo, con potenzialità di spiriti in ivi celati e nascosti al mondo. Anime di eroi, come quella di Asad. L'Eroe, il Martire di Rockwhite, l'antico Guardiano delle Mura del Bianco Maniero.
E Lionet possedeva il suo potere.

« Il Lord di Greenvalley mette in palio questo anello a chiunque gli porti la testa di una donna, è mio desiderio mettere le mani su quel cimelio. Vi presenterete domani come semplici pretendenti, io farò in modo che siate gli unici a offrirvi. Non mi interessa come, una volta arrivati lì, avete intenzione di portare a termine la missione, a me interessa soltanto l’anello. Se avete qualche domanda fatela, partiremo dopo mangiato. »

Nessuna domanda, solo lo scorrere della birra e dell'alcol, per Lionet. I dettagli non gli interessavano, gli bastava sapere ciò che il ragazzo aveva detto. Un anello in palio, e una testa di donna come biglietto per avere un tal premio. Cosa avrà fatto quella donna per meritare un tale astio da parte del lord di Greenvalley, quello non gli riguardava. Lionet non era un mercenario, ma un uomo che rispettava la parola data. E in quel momento stava accettando di compiere un lavoro per conto di Morpheus.
Un cimelio. Un artefatto, probabilmente. E Lionet doveva averlo, non per Morpheus, non per avere un qualche riconoscimento particolare, nè una lauta ricompensa. Semplicemente, perché non si dica che un Cousland non abbia trionfato in un'impresa. E la gratitudine di un alleato tanto potente, per di più, non avrebbe che fatto i suoi interessi. Perché già da qualche mese meditava un'azione, l'ennesima, quella che lo avrebbe riportato a casa. Lionet sarebbe tornato all'Altaloggia.
In un modo o nell'altro.

~

« Accampiamoci qui, le notti da queste parti sono famose per essere gelide. »

Lionet era cresciuto al Nord, e quel posto non era certo più freddo di Landagelata. Il borgo era piastrellato da piatte pietre bianche, fredde anche in estate, incapaci di mantenere il calore per più di una giornata. I rivestimenti in legno delle abitazioni si sviluppavano solo all'interno, lasciando alla vista dei visitatori un borgo color della roccia che si ergeva sulla rocca di un monte del Nord. Tutto quì. Nulla di speciale, se non per la famiglia che ivi dominava.

« Nelle bisacce trovate tutto ciò che vi serve, montiamo qualche tenda e accendiamo un fuoco per tenerci al caldo e sfamarci. Io torno subito. »

Si allontanò con una pentola, Morpheus, probabilmente mettendosi al servizio del gruppo per riempirla d'acqua, utile per bollire e lessare qualunque cosa vi fosse stata sommersa. Pasta, sperava Lionet, anche se un po' di proteine non gli sarebbero dispiaciute. Aprì lo zaino alla ricerca di qualcosa che assomigliasse ad una bistecca, senza trovarla. Fu allora che le parole di Klaus gli giunsero in soccorso.

« Mi occuperò del fuoco. »

Aumentò le proprie percezioni. Fu come se ogni essere vivente nelle circostanze gli sussurrò la propria posizione, sicché fu deciso sul dove dirigersi mentre - deciso - pronunciò parole che lo avrebbero impegnato e condannato nella mal riuscita della sua piccola caccia.

« Della tenda lascerò che se ne occupi lei.
Datemi cinque minuti e tornerò con un cinghiale.
»


 
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