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C'era una volta...

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Alb†raum
view post Posted on 9/2/2013, 16:08 by: Alb†raum





C'era una volta...








La bambina guardò Aang negli occhi con un sorrisetto soddisfatto sulle labbra, passandosi al contempo una mano fra i lunghi capelli chiari. Era arrossita leggermente, felice di quel complimento, e le punte dei suoi piedi si erano incontrate in un accenno di timidezza. Aveva volto lo sguardo verso il terreno sotto di sé, forse cercando le parole per dire qualcosa, per ringraziare, ma non le vennero in mente in mente. Aprì la bocca per balbettare un “grazie” stentato, ma fu un sussurro inudibile che venne coperto dalla domanda del ragazzo.

Chi sei... tu?

La bambina si sentì attraversare da un brivido violento e sollevò lentamente il capo. Non guardava più i sassolini disordinati sul vialetto, bensì il viso del ragazzo di fronte a lei, così scuro in confronto alla pelle candida della bimba. Gli occhi erano spalancati, vuoti, gelidi. Cominciò a tremare, dapprima leggermente, poi sempre più violentemente, come se un freddo glaciale le stesse intorpidendo le membra.
Le sue iridi, così candide, lampeggiarono di bagliori scarlatti, e finalmente rispose, ma con una voce ben diversa da quella con cui aveva parlato prima, che parve riecheggiare all'infinito nell'aria come un urlo fra le pareti di una cattedrale.

«Io sono Edel, rapita dagli spiriti.»

Il terreno di fronte alla piccola cominciò a essere percorso da piccole onde come uno specchio d'acqua. Sassi e terra parevano far parte di un fluido denso e opaco scosso da gocce che vi cadevano dentro con sempre più forza. Improvvisamente il cimitero si riaccese della sua luce azzurrina, ora più ostile e gelida che mai, e quel bagliore emanato dal corpicino della bimba, si tessè in tante piccole catene che sprofondarono in quel suolo deformato.
Una creatura evanescente emerse da quella polla con lentezza. La testa affiorò, bianca, lucida, perfetta, priva di un volto che deformasse il liscio di quell'ovale. Poi le dita, sottili e scheletriche, che si appesero alle catene che le venivano tese. Il resto del corpo apparve man mano che le braccia, simili a un fumo indistinto, scalavano gli anelli di ferro bianco.
Un'aura eterea disegnava attorno a quelle membra la sagoma dei muscoli e della pelle, ma in realtà essi non c'erano: dietro quei contorni vaghi, una foschia componeva le ossa sottili e i legamenti.

«Tu verrai con me.»

La bimba poggiò nuovamente le labbra sul flauto, ma questa volta la musica fu tetra, ostile, e non echeggiò la melodia del suo strumento soltanto, ma quello di mille altri la cui presenza era svelata solamente dal suono.

La creatura di nebbia si gettò sul giovane, i movimenti aggraziati come foglie scosse dal vento. Le sue mani sottili e appuntite mirarono ad accarezzarne gli occhi per ridurli a due orbite sanguinanti.



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La piccola annuì contenta quando Morpheus le disse che poteva rimanere, e quasi appiccicò il naso al caldo vetro della lampada per fissare meglio la fiamma. Aveva assunto un'espressione meno estatica e più felice: seguiva con movimenti della testa l'agitarsi delle lingue di fuoco e canticchiava fra sé e sé qualche filastrocca infantile di cui a malapena si riuscivano a capire le parole. Quando l'uomo le disse che l'oggetto che le piaceva tanto si chiamava “lanterna” si voltò verso di lui e mimò un grande “oh” con la bocca, stupita. La parole le rimase sulle labbra per qualche istante, e continuò a pronunciarla sommessamente, come per ricordarla meglio.

«Lanterna. Serve per fare luce.»

Luce.
Chissà cosa intendeva.

Lanterna. Lanterna. Lanterna. Lanterna. Lant...

«Da dove vieni? Ma soprattutto, cosa sei?»

La bambina si bloccò all'istante, la lingua ferma fra le labbra a metà di quella parola. Carezzava il palato senza riuscire a esprimere alcun suono, e sembrava anzi che la piccola avesse smesso completamente di respirare.
Un vento gelido cominciò a soffiare fra i capelli biondi della piccola, scompigliandoglieli disordinati, e il fiocchettino rosso che le legava i capelli si sciolse e volò via, perdendosi fra i tronchi degli alberi.
Ma la bambina parve non farci assolutamente caso, e continuava a fissare Morpheus impietrita con la stessa intensità con cui prima aveva osservato la fiammella, ma senza la stessa gioia.

«I... sa... be... lle...»

Pronunciò, lentissima, come a concludere la parola che aveva iniziato. Non fu che un sussurro inudibile, quasi coperto dal vento.
I suoi occhioni si accesero di un cremisi brillante persino alla luce della lanterna. Le pupille diventarono fessure ferine.

«Io sono Maddalena, reclusa nell'oscurità.»

La fiamma della lanterna si spense all'improvviso, e ogni cosa cadde nell'oscurità più completa. Luna e stelle non illuminavano più la legnaia, inghiottita in un'enorme bolla nera in cui a malapena si riuscivano a sentire i suoni esterni. Il sottobosco scricchiolò leggermente sotto i piedi della bambina che si muoveva da qualche parte lontano da Morpheus, non vista. Poi ogni cosa cadde nel silenzio.
Solo una voce cupa echeggiò nell'aria.

«Tu verrai con me.»

Qualcosa sferzò al fianco del drago con un sibilo leggero e schioccò sul terreno poco distante da lui. A quella frustata ne seguì un'altra, e un'altra, e un'altra ancora, sempre più vicine.



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Rami spezzati. Foglie scosse rapidamente. Lo scricchiolare insistente di terra smossa, muschio strappato, corteccia calpestata. Un ansare profondo e rumoroso, affaticato. Il respiro di qualcuno che corre con tutte le proprie forze.
Una sagoma scura uscì dall'intrico di tronchi e rami trascinandosi dietro una nube di detriti. Veloce, irruppe nel sentiero che portava al cancello, e raspando furiosamente corse alla schiena della donna e della bambina, fermandosi con un balzo di fronte all'entrata del villaggio per bloccare loro la strada.
Era un enorme lupo dal pelo nero e gli occhi che luccicavano di rosso. La parte superiore del suo corpo era possente, e le sue zampe anteriori apparivano quasi come braccia dotate di mani artigliate, piuttosto che gambe. Tra le fauci che ringhiavano cupamente era stretta una palla di pelo bianca e fradicia di saliva densa. La creatura la lasciò cadere nella polvere per liberare zanne affilate.
La bambina, stretta fra le braccia di Andrea, lanciò un urlo disperato guardando come quel coniglietto di peluche veniva sputato in un bolo disgustoso.

«Piper!»

Il lupo le latrò contro, feroce, mostrandole l'affilata e candida dentatura.
Le zampe posteriore dell'animale si rannicchiarono, pronte a spiccare un balzo e attaccare. Ma non lo fece subito.
Una voce umana, infantile, uscì da quella bocca.

«Io sono Samuel, divorato dalle fiere.»

C'era qualcosa di triste nel tono di quelle parole, e così anche negli occhi dell'animale quando le pronunciò.
Chiuse gli occhi ferini e incassò la testa fra le enormi spalle, come se un'improvvisa fitta al capo l'avesse colto.
Infine, con un ruggito, si lanciò contro la bambina stretta fra le braccia della donna.

«Tu verrai con me.»






_____________________





QM POINT


Finalmente azione. Scusatemi per avervi annoiato nei turni precedenti.

Aang-Morpheus:

Le vostre domande risvegliano qualcosa nei bambini, che diventano improvvisamente aggressivi e vi attaccano. Scriverò avanti le tecniche che utilizzano in questo primo turno, ma voi non dovrete limitarvi a difendervi e contrattaccare: il vostro compito è quello di scrivere un autoconclusivo contro questo avversario. Scegliete liberamente tecniche e strategia di questi png, ma considerate la caratterizzazione che ho dato loro. Altre indicazioni che vi do sono:

-Se volete instaurare un dialogo/parlare/fare domande, scrivetemele in breve assieme alla situazione in cui le ponete e io vi risponderò.

-I bambini lottano fino alla morte. Vostra o loro.

-I vostri avversari hanno pericolosità inferiore di un grado alla vostra.

-Sentitevi liberi di usare le vostre risorse, ma fate un buon lavoro: le energie che vi restituirò nel prossimo turno saranno in proporzione alla vostra bravura.

-Avete sette giorni e un'eventuale proroga di tre giorni per scrivere.


L'avversario di Aang utilizza le seguenti due tecniche:

CITAZIONE
Lifehunt Spectre – Il nesso fra Edel e gli spiriti dei morti è tanto saldo che essi scelgono di obbedire ai suoi ordini senza opporre resistenza. Se chiamati, si materializzeranno in una figura evanescente assomigliante all'aspetto che avevano avuto un tempo, quando erano in vita. Saranno disposti a combattere fino a che i danni del proprio corpo non raggiungono il medio, dopodiché spariranno nel nulla.
Evocazione a costo alto – 8 CS in velocità, resistenza media – 2 turni

Orfeo – Leggende lontane narrano di un poeta dal canto tanto dolce da poter ammaliare persino gli dei dell'oltretomba e gli spiriti dei morti. Eppure, nonostante questo potere, egli non riuscì a salvare la propria amata. Chiunque oda la triste musica che compose sopraffatto dal dolore terribile di quella perdita si sentirà travolgere da un malessere analogo e da una tristezza indicibile, poiché diverrà improvvisamente conscio della caducità della vita e dell'eternità della morte.
Tecnica psionica a costo medio – Danno medio di depressione psicologica

L'avversario di Lud usa le seguenti tecniche:

CITAZIONE
Nightmare – Maddalena oscura completamente una zona del campo di battaglia con una bolla di oscurità impenetrabile. Lei sarà capace di vedere normalmente all'interno di essa, ma i nemici saranno accecati finché permane.
Tecnica a costo medio – oscurità bassa per due turni.

Nightingale's song – Un canto suona fra gli alberi di notte, una melodia dolce come una ninna-nanna, nata dai rami scuri degli alti abeti. Un piccolo usignolo chiama impaurito la sua mamma, ma nessuno gli risponde. E lui perduto nell'oscurità continuerà a cantare per farsi coraggio, finché gli artigli del gufo non spegneranno quelle dolci note.
Tecnica a costo Alto, danno Alto – tentacoli di oscurità sorgono dal terreno e sferzano tutt'intorno a loro per ferire.

Andrea

Analogamente a Lud e Paracco, dovrai scrivere anche te un autoconclusivo, ma leggermente diverso: il lupo mannaro, infatti, non bersaglia specificatamente te, ma la bambina che stringi fra le braccia. Se questa subisce un danno Critico o decidi di lasciarla sola, termina immediatamente il post, ma considera che qualora lo facessi è come se tu avessi subito un Mortale. Puoi frapporti liberamente per subire i colpi al posto suo o difenderla con le tue tecniche.
Per te valgono le stesse indicazioni che ho dato ai tuoi compagni.
Le tecniche del tuo avversario sono:

CITAZIONE
-Sprint: un predatore non è solo una fiera che attende, silenziosa, la propria preda per ucciderla. Non è solo brutalità sanguinaria e fame, ma anche grazia, bellezza e velocità. Un animale braccato non vedrebbe altro che un lampo nero prima delle zanne chiare strette attorno al suo collo. Un inconsapevole vittima non sentirebbe che un sommesso scricchiolio prima del dolore delle proprie viscere liberate dal ventre.
Non è solo un essere che vuole nutrirsi.
È una creatura modellata per ammazzare.
Tecnica media – powerup di 4 CS alla velocità per un turno

-Lustful Bite: Quando un lupo morde, si dice che non lasci la presa nemmeno da morto. Ogni tentativo di liberarsi da quella stretta dolorosissima è inutile: non medicina, né tecnica o magia riescono a riaprire quelle fauci così saldamente avvinghiate alla carne. Molti cacciatori tagliano la testa all'animale, ma i denti rimangono lì, conficcati, perle chiare incastonate nella carnagione rosea che ricorderanno loro per sempre il dolore di quel morso. Altri seppelliscono assieme al lupo quel pezzetto di carne a cui tanto appassionatamente era legato.
Tecnica Alta, danno Alto – Un morso poderoso che causa danni ingenti.


Edited by Alb†raum - 9/2/2013, 18:06
 
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