Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Desperate Times

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view post Posted on 20/2/2013, 18:27




DESPERATE TIMES

I'm supposed to be the soldier who never blows his composure
Even though I hold the weight of the whole world on my shoulders
I am never supposed to show it, my crew ain't supposed to know it
I'd never drag them in battles that I can't handle unless
I absolutely have to
I'm supposed to set an example
I need to be the leader, my crew looks for me to guide 'em
If some shit ever just pop off, I'm supposed to be beside 'em




( Riva sud del fiume Bakana, Regione di Tamra, Perwaine )
pov - Matai Anizh, primus inter pares

L'aria nella grande tenda era viziata, pesante. Ogni respiro sembrava costare un'enorme fatica per il giovane Matai, lasciando in bocca un gusto amaro e salmastro. Forse era il caldo torrido la causa della sua insofferenza: il sole cadeva a picco sull'accampamento senza risparmiare la benchè minima ombra, bruciando il volto degli sventurati che non potevano ripararsi sotto ampi strati di tela.
Il canto incessante dei grilli concertava tristemente con i lamenti della folla radunatasi sulle rive del fiume; Matai non aveva necessità di controllare l'ora per capire che il tempo del desco era passato da un pezzo e i soldati di Karm-Amat non avevano avuto alcuna fretta nel consegnar loro il quotidiano approvvigionamento di viveri.

« Quei bastardi! », esclamò Yadam, facendo irruzione nella tenda. Matai lo osservò con sguardo stanco, posando lentamente la penna d'oca con la quale stava scrivendo.
La fame aveva chiesto il proprio tributo anche sul colossale mezzorco: Yadam superava di parecchio i sei piedi e mezzo d'altezza, ma il suo fisico, un tempo robusto e forte, appariva emaciato e secco, quasi lentamente l'acqua gli fosse stata portata via dal corpo. Così com'era, ostinandosi nell'indossare l'armatura d'acciaio colma di borchie e fibbie scure, il trentacinquenne capo del clan dei Qani sembrava allampanato e malato, ben lontano dallo spaventoso aspetto di un tempo.

« Che cosa è successo stavolta? »
Il tono di voce di Matai era pacato, ma i suoi occhi celesti tradivano la frustrazione che covava nel suo animo. Era esausto ed oppresso dalla responsabilità del suo incarico: l'unico sfogo che possedeva era la scrittura, e neppure quella era capace di fugare le scure nubi nella sua mente funestata dalla preoccupazione e dal lutto.
Se suo padre Ezard fosse stato vivo, lo avrebbe schiaffeggiato.

Matai il mezzelfo, invece, in tre settimane aveva visto troppi orrori per potersene liberare con il semplice dolore fisico. Doveva apparire saldo, mascherare l'insicurezza dietro la determinazione e lo sguardo di ghiaccio di un leader, ma cominciava ad essere stufo di quella messinscena. Era un ragazzo semplicemente troppo giovane per il comando in circostanze normali, figuriamoci in tempi disperati come quelli.

« Hanno detto che dal prossimo quarto di luna taglieranno gli approvvigionamenti di un terzo!! »

Yadam era furibondo: camminava avanti ed indietro come un animale incapace di agguantare la propria preda, cercando qualcosa su cui liberare la propria ira senza tuttavia trovarlo.
Il mezzelfo sospirò: quel cibo era a malapena sufficiente per la sua gente, già provata dalla catastrofe e dalla povertà. Lo scoramento stava cominciando a serpeggiare nel campo, insieme a fantasmi ben peggiori: il giorno precedente Jerome, il sacerdote di Evi, aveva riscontrato il tifo in un'anziana umana; se il morbo fosse dilagato, sarebbe stato il disastro. Silenziosamente, pregò che non lo fosse già.

« E sono arrivati i mercanti. »

Matai sollevò lo sguardo, improvvisamente in ansia.

« Quando? »

« Stamattina.
Karm-Amat ha squinzagliato i suoi cani sperando di mungere la nostra vacca.
»

Quello era un problema terribile: se Karm-Amat avesse tagliato le provviste come promettevano, la gente non avrebbe avuto altra scelta se non comprare cibo e medicine dagli spregevoli commercianti dell'entroterra; come avvoltoi su magre carcasse, avrebbero imposto prezzi esorbitanti che solo pochi, e per una manciata di giorni, avrebbero potuto permettersi. Senza contare che nessuno della gente di Tamra aveva con sè conio a sufficienza se non quei preziosi oggetti che ognuno aveva salvato dal cataclisma.
L'odio cominciò a crescere nell'animo del mezzelfo: Karm-Amat voleva lucrare sulla disgrazia di Tamra.
Era così evidente da essere quasi doloroso, come un pugnale rovente nello stomaco.

« Impedite loro di oltrepassare il ponte.
Non li voglio su questa riva del Bakana.
»

Yadam annuì, involandosi verso l'uscita. Il tono utilizzato da Matai non lasciava spazio a fraintendimenti: se necessario, avrebbero persuaso quegli sciacalli con le maniere forti e il crudo acciaio.
Si voltò in tempo solo per scostare il lembo che copriva l'ingresso alla tenda.

« Dimenticavo: tre stranieri sono stati avvistati avvicinarsi al Bakana.
Sembrano diretti qui.
»

( Riva nord del fiume Bakana, Emirato di Karm-Amat, Perwaine )
pov - Sallahro, Zero, Klaus

Il primo pomeriggio è passato e volato, ed ora il cielo si è tinto di un grigiore malevolo, trasformando un torrido sole in un'apparizione evanescente funestata dal passaggio di altissime nuvole bianche. L'umidità nell'aria si impregna nei vestiti e nelle armi, rendendo ogni contatto appiccicoso e sgradevole.
I tre Goryo sanno già il motivo per cui si trovano lì, sulle rive dell'Oceano Zar; il terreno del deserto dell'Akerat si fa collinare e persino coltivabile nel Perwaine, il cui clima è mitigato dal mare e le coste sono decisamente più ospitabili del rigore del deserto rosso che per anni è stata la culla del clan.
Il cavallo del giovane van Schwarz scuote la testa, allontanando le mosche che gil infastidiscono le froge. Stanno camminando a passo lento, sovrastando dalla lieve altura il paesaggio circostante; attraversata da un doppio sentiero di fango secco, la strada declina dolcemente verso una tozza torre d'osservazione costruita con grandi tronchi scuri incrociati.
Sotto di essa c'è grande fermento: nonostante la lontananza, i bagliori metallici e i numerosi vessilli tradiscono la presenza di una piccola guarnigione accampata piuttosto disordinatamente dinanzi al grande ponte che congiunge la riva settentrionale del fiume Bakana con la gemella meridionale.
Il fiume stesso è enorme, un pachiderma bianco latte torbido e placido; nessuna nave solca le sue acque, e lo stesso grande ponte, costruito con inamovibili blocchi di pietra, pare terra di nessuno.

Ciò che cattura gli occhi, tuttavia, è oltre.

Nonostante siano piuttosto vicini al mare, la riva sud del Bakana è costellata da così tanti piccoli fuochi che il fumo, denso e nero, rende totalmente invisibile la vista dell'Oceano - sempre che da quella collina fosse possibile vederlo.
Innumerevoli tende si ergono nella distesa calpestata e fangosa che un tempo era la florida banchina a nord dell'indipendente regno di Tamra. Come minuscole, infinite formiche, centinaia di anime vagano lentamente da una parte all'altra del campo, privi di uno scopo e di speranza.

Sono profughi, e non gli è concesso oltrepassare il fiume.

Un drappello di soldati si fa incontro ai guerriero Goryo, avvicinandosi di gran carriera a cavallo. Le livree che indossano hanno il colore porpora dell'esercito regolare dell'Emirato, e le lunghe aste puntute che stringono nervosamente tra le mani dichiarano molta più preoccupazione di quanto dovrebbero avere dei ricognitori che incontrato dei forestieri.

Dei sei che compongono la squadra, solo un sergente si fa avanti per parlare una volta raggiunto il trio: non indossa alcun elmo, dando sfoggio di un'età ormai non più rosea, di una calvizie avanzata e di un paio di corti baffi castani. Ha la mascella contratta e la lorica d'ordinanza è sporca della sabbia e del sudore dello zenit trascorso.

« Questi sono territori pericolosi, messeri.
Il guado del Bakana non è più transitabile e a sud troverete solo sciacalli.
Se non avete affari qui, siete pregati di tornare sui vostri passi. »



QM POINT ::
Benvenuti alla quest "Desperate Times".
Il mio intento principale è che vi divertiate e vi sentiate a proprio agio con l'ambientazione proposta: cercate di impegnarvi a rispettare i tempi e di giocarla con spensieratezza, perchè non si tratta di un evento complesso ma richiede comunque un certo grado di attenzione alle tematiche proposte.

Veniamo al dunque: voi tre portate con voi una pergamena (scegliete chi tra voi la possiede, non è importante) vergata e controfirmata da un Custode di Taanach il quale vi garantisce i pieni poteri del Goryo nel territorio in cui state per muovervi. L'emirato di Karm-Amat infatti è sotto la giurisdizione del clan sin dai tempi di Ravèn; da un paio di generazioni la regione meridionale dell'Emirato che direttamente si affacciava sull'Oceano Zar si è dichiarata indipendente, staccandosi da esso (non senza molteplici difficoltà politiche, ma mai risolvendo per le armi) e fondando un regno proprio, Tamra, divisi dal confine naturale del grande fiume Bakana vicino alla propria foce. Questo piccolo paese è succeduto nei trattati firmati da Karm-Amat, risultando anch'esso sotto il potere del Goryo. Entrambi, dunque, garantiscono tributi e commercio con Taanach. Ulteriori informazioni potranno essere reperite - se opportunatamente domandate - nel corso della quest.

Disgraziatamente, una catastrofe si è abbattuta sulle coste di Tamra: uno tsunami ha seguito un potente terremoto sottomarino ed ha devastato completamente la regione, spezzando migliaia di vite e distruggendone dimore e campi. La gente di Tamra, ora, non ha più una casa.

La situazione che si pone davanti al terzetto è critica: ciò che resta del regno di Tamra è in viaggio verso nord, chiedendo asilo ai vecchi rivali di Karm-Amat - asilo che, tuttavia, viene loro rifiutato. Gli approvvigionamenti che l'Emirato ha promesso di garantire si stanno facendo sempre più radi e il precario equilibrio rischia di collassare.

Il Goryo vi ha donato pieni poteri e vi chiede di indagare sulla faccenda e risolverla il prima possibile.

Postate pure di seguito il vostro personale inizio alla quest: si tratta di un semplice post a turnazione libera dove potete rispondere e, eventualmente, controbattere. Avete piena libertà su come avete viaggiato sin qui e su come vi è stato assegnato questo incarico. Tempo fino al 25/02 compreso. Buon divertimento!
 
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Andre_03
view post Posted on 22/2/2013, 09:57




Karm-Amat e Tamra.
Tamra e Karm-Amat.
In altri tempi Sallahro avrebbe tratto piacere da una visita nei due piccoli regni del Perwaine. Sarebbe andato ramingo a predicare la verità del Signore della Luce e avrebbe conosciuto le genti, scambiando parole con i giusti e gli oppressori. Avrebbe potuto assaporare qualche pietanza tipica, bere i vini del posto e trovare una donna con cui condividere alcune ore di piacere. Ma erano tempi disperati, e pensare a quelle possibilità non alleviava il suo livore, ma anzi lo accentuava.
Karm-Amat aveva terre coltivate al limitare col deserto. Agrumeti, vigne, uliveti costellavano un territorio ristretto sulle mappe e tuttavia vasto a vedersi. Lo sguardo del prete si era perso, nell'ultimo tratto del viaggio, tra le bellezze esotiche di quei luoghi. Scorci magnifici gli avevano scaldato il cuore, riempendolo di gioia e di speranza.
Poi aveva ottenuto maggiori notizie, e una fitta di tenebra lo aveva attanagliato nel profondo.
Tamra aveva rive baciate dal mare. Pescherecci solcavano l'oceano di Zar e ogni giorno rientravano in porto carichi di pesci, molluschi, crostacei. A Salla sembrava di vederli. Legni malconci incrostati di salsedine, dalle chiglie scricchiolanti e il sartiame logoro che reggeva timide quanto rare alberature. Il profumo dell'oceano nelle narici, l'umidità tra le dita.
Poi aveva scoperto la verità, e il dolore era stato insopportabile.

desperatetimescopy

Tamra e Karm-Amat.
Karm-Amat e Tamra.
"Una ha perso tutto" si disse il prete, giunti in prossimità del Bakana "l'altra osserva, immobile e incurante."
Sotto il sole bianco del meriggio, il fiume appariva placido, quasi stanco. Oltre le sue sponde, a sud, aveva luogo uno spettacolo struggente: i profughi di Tamra erano ammassati in un accampamento disastrato, allestito in tutta fretta. Focolai costellavano l'orizzonte sollevando sottili strisce di fumo nero. Il silenzio della sofferenza copriva ogni cosa, come la coltre di umidità e nuvole copriva il cielo. Adombrava il sole, e teneva lontana la luce. Chiuso nel suo mutismo da giorni, Sallahro non commentò quanto i suoi occhi scorgevano; né badò ai due compagni di viaggio assegnatigli dai Custodi per indagare su quella sciagura. Semplice politica, per i mecenati di Taanach, che però nella mente del prete assumeva contorni più umani, concreti. I migranti erano un'onda anomala, come quella che aveva distrutto le loro case, ma che si abbatteva sul muro dell'indifferenza altrui. Rivolse a quei disgraziati una preghiera silente, chinando il viso sotto alla cappa rossa e carezzando il destriero esausto per la lunga traversata.
Lo riscosse uno scalpiccio di zoccoli in avvicinamento dal fiume.
Levò lo sguardo e vide i cavalieri in tinte cremisi. Recavano le insegne di Karm-Amat e li capeggiava un uomo stempiato, meglio equipaggiato degli altri. Un sergente, o un capitano; faceva poca differenza.
Si fermarono dinnanzi al trio di viaggiatori, e il comandante prese la parola.

« Questi sono territori pericolosi, messeri.
Il guado del Bakana non è più transitabile e a sud troverete solo sciacalli.
Se non avete affari qui, siete pregati di tornare sui vostri passi. »

« Il pericolo si annida in ogni luogo, ser » lo corresse il prete senza farsi attendere,
con voce chiara e decisa: « A nord come a sud del fiume, senza distinzioni. »

Allora i suoi occhi porpora incrociarono quelli castani del sergente e Salla gli riservò un sorriso comprensivo.
Diede di speroni al cavallo, affinché questo trottasse incontro agli armigeri, e mise mano alla sopravveste cremisi. Dubitava che la fede del Dio rosso fosse giunta da quelle parti, perché ricevette occhiate sospettose e incuriosite da parte dei soldati. Quando fu di fianco al baffuto comandante estrasse una pergamena sgualcita e gliela porse.

« Il mio nome è Sallahro m'qahor » accennò un inchino,
« Io e i miei compagni veniamo da Taanach, in veste di ambasciatori e osservatori. »
Fece seguito una pausa calcolata, durante la quale l'uomo rosso scrutò ogni cavaliere del drappello.
Infine, senza scomporsi, disse una frase che avrebbe scardinato la diffidenza con l'ariete del terrore:
« Lord Shivian desidera che ci occupiamo di questa...spinosa faccenda. »

Non vi era tono di minaccia, in ciò che disse.
Tuttavia era certo che gli uomini di Karm-Amat, nel sentire quel nome,
avrebbero tremato come foglie in balia di una tempesta.


corollario


condizioni fisiche ottimali;
condizioni psicologiche ottimali;
energie residue 99%;

equipaggiamento 6x spade (2x infoderate e visibili - 4x nascoste nella veste); veste rossa (indossata);

capacità speciali maestria nelle armi (4CS); velocità (2CS); agilità (1CS); intelligenza (1CS); riflessi (1CS);
abilità passive qualsiasi oggetto diventa un'arma se impugnato come tale, il personaggio può tagliare le armi nemiche, le sue ferite causano sanguinamento passivo (Danza dell'acciaio); il personaggio non sviene al 10% di energie, resiste alle alte e basse temperature, non ha normale bisogno di mangiare o dormire e resiste alla fatica, i suoi consumi energetici sono ridotti (Benedizione della luce e del fuoco); la veste può nascondere fino a quattro armi al suo interno, e non produce suoni (La veste rossa);
abilità attive tentativo di persuasione Basso (Benedizione della Luce e del Fuoco);

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note perdonate ritardo e qualità del post, sono un po' preso con un esame importante ma non volevo farvi aspettare troppo. Non cito interamente tutte le passive per non creare un papiro qui nello specchietto. Cercate di divertirvi e di fare da bravi, sennò poi mi tocca farvi del male. Tanto male. ♥

resoconto azioni visto che il QM non ha specificato altrimenti, utilizzo un consumo Basso per convincere il sergente che l'ultima frase è vera (Benedizione della Luce e del Fuoco, cfr. sotto) anche se può non necessariamente essere stato Shivian a incaricarli di questa missione;

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CITAZIONE

Il primo compito di un officiante religioso è - da che mondo e mondo - imbrigliare le masse, come direbbero alcuni. Sallahro preferisce pensare che per diffondere il Verbo del Signore della Luce sia necessario saper scegliere con cura le parole da usare con ogni interlocutore, ascoltare e difendere i propri ideali con lucidità retorica e d'ingegno. Per fare ciò ogni accolito del Tempio rosso viene istruito sui metodi più basilari per liberare la mente dai turbamenti o dalle interferenze altrui al flusso dei pensieri: è sufficiente che il Prete rifletta sulla sua condizione perché ogni inganno - fatto salvo per quelli più invasivi - si dissipi in un istante. Così viene preservata la saggezza del sacerdozio e della verità divina. Al contrario però è possibile per Salla - così come lo è per altri Preti, talvolta più ferrati di lui nell'arte oratoria - fare breccia sulle menti più deboli con una menzogna. Sussurrare all'orecchio di un Re il consiglio sbagliato, la preghiera che lo porterebbe sull'orlo della sconfitta; far credere al cavaliere più valoroso che il suo onore è stato macchiato da un tradimento; ordire trame d'inganno per perpetrare un Bene superiore.
bassa/media; pergamena "Non sono stato io!" e pergamena "Rivelazione"


 
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view post Posted on 24/2/2013, 11:16

S c h e d aC o n t o


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desperatetimes
Nuovamente in viaggio con il clan Goryo, nuovamente in viaggio con quel mercenario dal viso truce e i modi brutali: Klaus. Se fossimo stati più espansivi, ormai a quest'ora saremmo diventati grandi amici, ma per fortuna apprezzavamo entrambi il silenzio e la quiete. Ad accompagnarci nel nostro silenzioso pellegrinaggio un uomo in rosso, un personaggio delle alte sfere a quanto sembrava, e l'unica cosa che mi avevano detto era di andare a controllare il territorio e porre fine ad eventuali, spiacevoli, disagi.
Le terre brulle ci riempirono gli occhi per giorni, il nero del cappuccio proteggeva gli occhi dagli infernali raggi luminosi del sole, che quasi a volerci dissuadere dall'andare, aveva martellato incessante sopra le nostre teste ad ogni minuto del giorno. Giungemmo in fine al nostro obiettivo; passando il crinale di un'altura ecco stendersi davanti a noi, come un lungo serpente cristallino, il fiume Bakana. Ci fermammo, non una parola servì per intenderci tra di noi, solo la visione di quel paesaggio incantato e il sollievo che guardarla dava alle menti frustrate dal viaggio. Un distinto rumore di zoccoli mi riportò alla realtà, assestandomi sul dorso del cavallo, che con un lieve nitrito mosse qualche passo sul posto.
Una manciata di uomini a cavallo coi colori di Karm-Amat, capeggiati da un non più giovane soldato temprato dall'esperienza che prima ancora di aver terminato la sua marcia prese parola:

« Questi sono territori pericolosi, messeri. Il guado del Bakana non è più transitabile e a sud troverete solo sciacalli. Se non avete affari qui, siete pregati di tornare sui vostri passi. »
Una pattuglia con ogni probabilità, ma a quanto ne sapevo questi erano territori sotto la protezione del Goryo, e se il nome non fosse bastato, il Prete Rosso aveva certificazioni per agire liberamente nel territorio. Mi limitai a stare in dietro, silenzioso, a guardare la situazione.

« Il pericolo si annida in ogni luogo, ser...A nord come a sud del fiume, senza distinzioni. »
Con un lieve colpo il Prete fece avanzare lentamente il cavallo, portandosi a fianco del vecchio soldato porgendogli la pergamena che attestava il nostro stato.

« Il mio nome è Sallahro m'qahor. Io e i miei compagni veniamo da Taanach, in veste di ambasciatori e osservatori.
Lord Shivian desidera che ci occupiamo di questa...spinosa faccenda. »


Status
Fisico. Illeso
Mente. Illesa
Energia. 100% . tot -x -x

Tecniche
Attive
-
Passive
Perle 1,2,3,4 . Son of Sin

Diario
.Traccia.
Zero lascia parlare Sallahro, rimanendo in silenzio .
.Note.
Più che un post, è un post-it, ma c'era ben poco da fare in sto giro. Vogliate accettarlo comunque senza schiaffarmi. *w*
dividerlinee
Astuzia2. Percezione2 -Human|Demon- Forza1. Riflessi1. Destrezza2

___C 40% • A 20% • M 10% • B 5%

HEART OF DARKNESS_Le ombre non sono altro che un'elemento come il fuoco, l'acqua l'aria e la terra, e come tali possono essere manipolare a proprio piacimento con l'ausilio della giusta tecnica. Catalizzando parte della propria energia, Zero è in grado di richiamare l'elemento oscuro per manipolarlo a proprio piacimento. A differenza dei quattro elementi, ai quali si possono attribuire proprietà fisiche, alle ombre sarà difficile attribuire una consistenza specifica, in quanto si potranno manifestare in varie forme sempre diverse. Potranno avere sembianze di sfere fluide, forme solide e lucide come il metallo, sorrette da un vapore violastro o ancora muri o scudi duri come roccia. La tecnica ha natura magica e può essere utilizzata sia in campo offensivo, sia in campo difensivo.
_VARIABILE

MIDNIGHT_Mezzanotte, Ora X, 00:00 o che dir si voglia, il momento preciso in cui due giornate coesistono, il momento da sempre ritenuto carico di potere esoterico; l'ora della fine.
La mente umana resiste alla follia proprio perché non sa quando la vita defluirà dalla membra del corpo, l'ora esatta della sua fine. Se un orologio impresso costantemente davanti agli occhi delle persone li avvisasse di quanto tempo dispongono prima della morte, sarebbe un mondo di folli nel quale la ragione non esisterebbe se non come puro concetto astratto. Dare limiti temporali alla mente umana la porta ad andare nel panico, a ragionare rapidamente e senza cognizione logica, letteralmente a impazzire.
Sfruttare questa debolezza della mente è uno dei giochi più divertenti per chi ha superato tali barriere di incertezza. Materializzare spade che pendono sul capo dell'avversario, coltelli che assaggiano la tenera carne del collo o ancora pure e semplici emanazione di energia oscura che attendono fluttuanti il momento per scatenarsi è di certo un ottimo modo per far andare nel panico i propri avversari, anche se la reale preoccupazione non dovrebbe essere per loro il quando accadrà, ma il come sopravvivere.
Tutte le manifestazioni, si scateneranno contro l'avversario il turno dopo essere state castate, a insaputa ovviamente del bersaglio, per il quale potrebbero rimanere latenti qualche secondo, giorni, mesi o anni. Essendo una tecnica di natura magica, anche se le emanazioni riportano oggetti fisici, il danno inflitto sarà di entità Alta e da ustione, eccezione fatta per le razze Avatar, che rispettivamente subiranno danni Critici se Angeli e Medi se Demoni.

_ALTO 20%

PHASING OUT_Come Abitante di due mondi, al varco tra mondo reale e mondo di sogno, grazie al Mala Zero ha la possibilità di scambiare il proprio piano di esistenza. Normalmente, qualcosa che viene inviato nel mondo onirico, smette di essere manifesto nel mondo reale -e viceversa- ma come i poteri delle Sei Perle Nere valgono nel mondo umano, valgono anche nel mondo astratto del sonno. Una Volta Sfasato nell'altro mondo, la figura di Zero rimarrà visibile agli occhi di tutti, ma sarà tangibile solo da attacchi caricati con energia, distaccandosi completamente da tutto ciò che riguarda unicamente il mondo materiale. Se colpito con attacchi fisici, la figura del ragazzo si vedrà semplicemente passare oltre i colpi, come se egli stesso fosse manifesto tramite una delle sue illusioni. Essendo il mondo d'incubo e quello delle tenebre strettamente legati, il passaggio in tale piano offrirà anche vantaggi di tipo mimetico alla controparte terrena dell'illusionista. Se si trovasse in un punto d'ombra, infatti, le tenebre lo avvolgerebbero istantaneamente rendendolo pressoché invisibile ad occhio nudo. Purtroppo il tempo di permanenza nell'altro mondo è di unicamente due turni, in quanto il corpo del giovane è comunque appartenente al piano di esistenza materiale e come tale esso esercita un diritto di rivendicazione di ciò che concerne i propri averi.
_MEDIO 10%

CONSTRICTION_Come esiste il piano materiale, esiste anche quello detto d'ombra, parallelo e compenetrante per certi aspetti con quello materiale. Uno specchio del mondo umano, visibile ogni giorno attraverso le ombre di ogni singolo oggetto, e tuttavia indipendente da esso. Le ombre seguono costantemente gli oggetti alle quali sono legate, ma chi dice che sia proprio così, e che non siano gli oggetti a seguire ciò che fanno le loro ombre? L'ombra propria delle persone non è altro che un riflesso della stessa nel piano oscuro delle tenebre, legata indissolubilmente al corpo in una costante danza sincronica di movimenti. Come è vero che ogni movimento nel piano fisico comporta un movimento dell'ombra, vale anche il viceversa. Manipolare l'ombra di una persona equivale a manipolare la persona stessa, come infliggere danni alla sua ombra infliggerà danni anche al suo indissolubile compagno. Sfruttando tale legame, Zero sarà in grado di scagliare diversi aculei d'ombra atti a colpire direttamente l'ombra dell'avversario, provocandogli il medesimo danno -di natura magica- che sortirebbero se avessero colpito direttamente l'avversario.
_BASSO 5%

SON OF SIN_Le tenebre e l'oscurità sono ormai indissolubilmente legate a Zero, catalizzate dalla presenza del Mala e penetrate ormai ad annerire quella che un tempo era l'anima candida di un ragazzo. L'essere nuovo che è sorto dalle ceneri nere di un passato d'agonia, ora brama vendetta, e tale sentimento non fa altro che alimentare il potere oscuro delle tenebre dentro di lui. Ogni emanazione magica atta a produrre danni sarà dunque molto più potente del normale, sospinta dal cuore nero che batte nel petto del demone, risultando come potenza di un livello superiore a quello descritto.
_PASSIVA



___C 35% • A 15% • M 5% • B 1%

NIGHTMARES_La capacità di manipolare la mente avversaria, facendole credere cose che in realtà non esistono, è molto affine con quello che accade nel sonno. Zero ha sviluppato tale pratica, rendendo del sogno il suo mondo e dell'incubo la sua arma, uno strumento di follia e terrore che non conosce limiti, che sfrutta il potere dell'immaginazione in negativo, dando vita alle più recondite paure, che spesso tormentano la gente anche da sveglia fino ad indurla alla pazia. Normalmente gli incubi straziano la nostra mente durante il sonno, relegati al mondo Onirico, ma quando il giovane ha ritrovato il Mala, il legame con il sogno è andato infranto. Il dolore mentale, l'incontrollata paura e la sensazione d'angoscia tipiche dei brutti sogni, al cospetto dell'artefatto, non sono più relegate al mondo dei dormienti, manifestandosi anche nelle menti sveglie delle persone. Un incubo ad occhi aperti: le principali paure, creature mostruose partorite dalle tenebre, acuti dolori, saranno solo alcuni degli effetti instillati nella mente avversaria, riducendo drasticamente le sue capacità cognitive fino ad indurlo ad un sonno perenne, un incubo costante dal quale nemmeno la morte potrà sottrarla. Gli incubi sono attacchi Psionici, e come tale per difendersi è necessaria una difesa adeguata.
_VARIABILE

TORTURE_Le torture sono da sempre afflizioni fisiche per indebolire la mente, sortendo un effetto psicologico attraverso numerose percosse, ma nulla vieta di fare anche il contrario. Affliggere la mente dell'avversario per indurre in essa dolori fisici è una pratica che rende molto più semplice il risultato finale. Mentre prima di sortire un effetto significativo, il soggetto deve essere a lungo torturato e snervato, proprio perché prima di intaccare la mente bisogna intaccare il corpo, agendo direttamente sulla mente si scavalca il problema principale della resistenza e dell'eventuale morte della carne. Tramite un contatto fisico, l'illusionista insinuerà nella mente dell'avversario un tarlo mentale,che indurrà nella sua mente attimi di estremo dolore: torture lunghe giorni, scene raccapriccianti, sconfitte dolorose, portandone al termine dell'incubo i segni tangibili sul proprio corpo. Nella realtà degli eventi la tecnica sarà istantanea, mentre per il bersaglio il tempo si dilaterà a seconda della tortura per esso scelta, e al termine della quale corpo e mente riporteranno rispettivamente un danno pari a Medio.
_ALTO 15%

STRUCTURAL MADNES_Piegare e plasmare lo spazio circostante senza deformarlo realmente, coprirlo semplicemente con uno strato illusorio capace di trarre in inganno chiunque capiti nel raggio d'influenza. Terre dell'incubo, lande da sogno o semplicemente una rielaborazione della conformazione strutturale del territorio. Tale architettura non sarà atta a provocare danni alla mente avversaria, ma a disorientarla, a farle credere di poggiare i piedi su solida roccia mentre si trova sull'orla di un precipizio, di dare la sicurezza di un riparo, quando in realtà si è più nudi di un bambino, o ancora di confonderlo e accecarlo con tenebre o nebbie illusorie. L'ambiente al completo servizio dell'illusionista, e da tale tranello mentale non sarà possibile liberarsene se non con apposite tecniche difensive: difatti anche se il bersaglio si rendesse conto di essere stato catapultato nel progetto folle della mente di Zero, gli sarà impossibile uscirne contando solamente sulla propria volontà.
_MEDIO 5%

GHOST_Fantasmi, emanazioni di un mondo ormai passato, semplici parti della mente che non vuole rassegnarsi allo scorrere degli eventi. Sondare nei ricordi, o creare tali immagini, sono la base dell'illusione e l'inizio della manipolazione mentale. L'illusionista sarà in grado di ricreare nella mente nemica, una sola immagine, che potrà essere un ricordo oppure un apparizione momentanea: un volto noto, una sensazione angosciosa, un'immagine di apocalisse. Oppure il momento migliore della sua vita, capace di distrarlo ed impedirgli di combattere. L'immagine colpirà solo la mente dell'avversario, modificandone le percezioni a tal punto da fargli credere che ciò che sta vivendo è effettivamente frutto della realtà e non di una mera fantasia indotta. Come ogni illusione, sarà possibile dissiparla tramite apposite difese psioniche.
_BASSO 1%

PAIN_La Mente è l'unica responsabile del dolore, allarme involontario che invia alla nostra consapevolezza per segnalarci l'entità di una ferita dannosa per l'organismo. Se si vuole provocare dolore, si deve prima di tutto colpire il punto designato, dal quale partirà una segnalazione al cervello e la risposta di esso sarà la sensazione di dolore. Chi riesce però ad agire direttamente sulla mente nemica, sarà però in grado di lanciare falsi allarmi, manipolando la mente nemica e facendo inviare segnali di dolore straziante in punti nemmeno sfiorati. Tramite questa azione alla base, l'intensità del segnale risulterà molto più vivida, disorientando il bersaglio e focalizzandone l'attenzione sulla zona colpita, distraendolo dal contesto ambientale e dalle situazione. Tale dolore, non sarà per tanto di tipo fisico, ma rimarrà sotto forma di danno puramente mentale.
_BASSO 1%



MIJUL | MAD DOG_ Fucile a due canne liscie tronche affiancate, piccolo e maneggevole negli spostamenti ma dotato di una potenza di fuoco fuori dal normale. Le due canne, infatti, sparano contemporaneamente due cartucce a pallettoni, liberando al momento dello scoppio una salva di sfere di piombo. Inutile dire che tale arma risulta letale se usata sulla corta distanza, e sulla media fornisce una potenza d'arresto notevole. Purtroppo, le ridotte dimensioni della canna, tendono a ridurre drasticamente la gittata totale del fucile e di conseguenza la sua efficacia. Mijul viene considerata un'arma di Medio calibro che necessita di essere ricaricata dopo ogni colpo tramite il meccanismo che spezza le canne dall'impugnatura facendo saltare i bossoli scarichi. In totale la lunghezza dell'arma è di circa 45cm: 35 di canne e 10 di impugnatura, ed è riposto sul retro della cintura nascosto dall'ampio mantello.

ARTAX | IRON SMASHER_Coppia di guanti che ricalcano le stile dell'armatura, mischiando alla stoffa e al cuoio placche di metallo per incrementarne la resistenza. Tali Armi -perchè di tali si può parlare- risultano mantenere nel complesso le funzioni di guanti, non impedendo dunque i movimenti, ma al contempo aggiungono potenziale d'impatto ai colpi sferrati a mani nude, grazie proprio ai rinforzi cuciti in essi.

MURAMASA | INSANITY_Lama forgiata dal leggendario Sengu Muramasa, eccellente fabbricante d'armi orientale, la cui vita è sospesa tra leggenda e realtà. Si dice che il fabbro fosse incline a scatti di violenza e pazzia, e che questo influenzasse le sue lame rendendo altrettanto folle e sanguinario chi le impugnasse. Nonostante la loro superba fattura, tali lame vengono schivate perché additate come portatrici di sventura, ed è possibile reperirle a pochi soldi da chi ne possiede una. All'apparenza si mostra come una katana molto classica, dalle finitura quasi rustiche, ma l'acciaio col quale è stata forgiata ha la particolarità di risultare opaco, scuro, non riflettendo in alcun modo la luce.

SUIT | DARK SKIN_Abito insolito e tetro, costituito da un corpetto di acciaio misto a stoffa, che garantisce una discreta resistenza ai colpi nemici. Dall'ampio cappuccio che cela sempre il volto di Hastur, eclissandolo in una tenebra perenne, si snoda un soprabito lungo, rinforzato da spallacci metallici che si legano in intrecci di cuoio e placche sino ai guanti.
Sempre sullo stile del torso sono le protezioni per le gambe, mischiando alla scura stoffa tracce di opache placche d'acciaio. Nel complesso risulta essere un armatura leggera, che dona una capacità difensiva discreta pur conservando la comodità nei movimenti.


MALA | PERLE DI DOLORE_Le Sei perle del dolore, un artefatto dimenticato volutamente, esiliato dalla storia per il suo orribile potere, bandito dalla bocca dei bardi, esiliato dai libri. Le poche testimonianze che ancora parlano di questo rosario nero pece, ne parlano con timore, associandolo alle tenebre e alla pazzia. Voci narrano che chiunque lo possegga perda il senno, tormentato notte e giorno da creature nere: in sogno come incubi e da svegli come ombre fugaci. La parte dimenticata -o taciuta- narra anche che, ogni generazione, una persona dovrà possedere il Mala fino a che morte non lo separi da essa. Se il portatore saprà accettare il suo oscuro potere, sarà in grado di oscurare i cieli e dominare le menti, se lo rifiuterà troverà innanzi a se una vita di supplizi.
Prima Perla_I poteri del Mala saranno a completa disposizione del prescelto: le illusioni da esso generate saranno null'altro che l'estensione della sua mente, basterà pensare a qualcosa che questa si materializzerà a tempo zero agli occhi della vittima nelle forme più disparate e improbabili.
Seconda Perla_L'affinità col mondo surreale dell'immaginario è catalizzata dal Mala, ponendo il portatore sulla soglia dei due mondi; quello reale e quello onirico. Richiamare gli incubi dal loro mondo per insinuarli nelle menti sveglie degli avversari, richiederà quindi un minore sforzo di quanto sarebbe richiesto se il varco fosse stato chiuso.
Terza Perla_L'energia Negativa del Mala, oltre che agevolare il passaggio delle creature d'incubo nel mondo materiale, ne incrementa esponenzialmente il potere. Ogni illusione castata nella mente del nemico sortirà un effetto più intenso del normale, che sia esso di dolore o di una qualunque altra emozione. Le illusioni che invece si vedranno agire sui cinque sensi, risulteranno essere molto più solide, e necessiteranno di una maggior opposizione da parte del nemico per essere infrante.
Quarta Perla_La natura malefica del Mala si lega indissolubilmente al suo portatore, ricoprendolo di un'alone di timore e sottomissione. Le menti deboli che si troveranno in presenza dell'illusionista, difatti, si vedranno pervasi da questo senso di paura e sottomissione, come se qualcosa li opprimesse.
Quinta Perla_Oltre che favorire e potenziare le facoltà Psioniche del portatore, il Mala ne incrementa esponenzialmente le conoscenze e le abilità, aprendogli la mente ad oscuri segreti e inducendogli in una frazione di secondo tutto il sapere riguardo all'illusione, all'incubo e alla manipolazione mentale.
SestaPerla_Sarebbe un arma a doppio taglio quella che ti garantisce un immenso potere verso l'avversario, senza premurarsi della sicurezza di chi la impugna. Sesta e ultima perla del rosario maledetto è rivolta alla difesa della psiche di chi ha accettato il suo nefasto potere. Chi impara a convivere con incubi e tenebre, ne sarà inequivocabilmente meno soggetto. Senza alcun dispendio energetico a carico del portatore, il Mala stesso dissiperà un'attacco psionico di Media potenza rivolto alla mente di Zero, riconducendo le illusioni nel loro mondo d'origine.




≈ CAPACITÁ
HEART OF DARKNESS_Variabile difensiva Personale 1/10 En. Bianca + Pergamena Variabile Offensiva Dominio del Male
MIDNIGHT_Pergamena Costellazione
PHASING OUT_Pergamena Corpo d'ombra
CONSTRICTION_Personale 2/10
SON OF SIN_Personale Passiva 3/10
NIGHTMARES_Variabile Offensiva Psion Personale 4/10 En. Verde
TORTURE_Attiva Dominio 3
STRUCTURAL MADNES_Attiva Dominio 2
GHOST_Attiva Dominio 1
PAIN_Pergamena Dolore

≈ OGGETTI
MIJUL | MAD DOG_Fucile Medio Calibro. 3 Colpi
ARTAX | IRON SMASHER_Guanti da combattimento. Danni Contundenti.
MURAMASA | INSANITY_Katana Maledetta. Danni Taglienti/Perforanti.
SUIT | DARK SKIN_Armatura Leggera
MALA | PERLE DI DOLORE_Passive Dominio 1,2,3 + Passiva Raziale + Cristallo della Conoscenza + Fascia Protettiva






 
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.Azazel
view post Posted on 24/2/2013, 12:13




Desperate Times
Perwaine, Atto I
___ _ ___


~


Non si sarebbe mai abituato a quel fottuto clima.
Odiava il caldo e l'umidità, lo rendevano irritabile e suscettibile verso qualsiasi cosa e chiunque; ma d'altronde altro non poteva fare poichè il Goryo, la sua nuova casa, pareva l'Inferno riemerso dalle viscere della terra. Procedevano lentamente in sella alle proprie cavalcature, lui ed altri due compagni: uno era Zero, ottimo mercenario sul quale poteva contare mentre l'altro gli era completamente sconosciuto anche se la sua fama lo precedeva con il nomignolo di Prete Rosso ed era un individuo alquanto temuto e rispettato a Taanach.
Il suo nome era Sallahro.
Giunsero in prossimità del Bakana, l'enorme fiume che li divideva dal loro obbiettivo, e ad attenderli vi era uno spettacolo angoscioso. In lontananza un misero accampamento, sicuramente costruito velocemente, conteneva una miriade di anime che vagavano, apparentemente senza meta e scopo, tra un'estremità del campo all'altra come se un bagliore di salvezza e speranza fosse nascosto in chissà quale angolo dell'attendamento.
Prima di poter procedere verso il ponte sul fiume, un manipolo di cavalieri venne incontro ai tre goryani: il soldato al comando dell'unità si fece avanti.

« Questi sono territori pericolosi, messeri.
Il guado del Bakana non è più transitabile e a sud troverete solo sciacalli.
Se non avete affari qui, siete pregati di tornare sui vostri passi. »
Rapidamente il prete rispose con risolutezza e senza peli sulla lingua.
« Il pericolo si annida in ogni luogo, ser. A nord come a sud del fiume, senza distinzioni. Il mio nome è Sallahro m'qahor. Io e i miei compagni veniamo da Taanach, in veste di ambasciatori e osservatori. »
Esclamò avvicinandosi al drappello d'accoglienza e allungando all'attempiato soldato una pergamena sciupata con la quale, molto probabilmente, avevano pieno diritto ad attraversare quei territori.

« Lord Shivian desidera che ci occupiamo di questa... spinosa faccenda. »
Concluse infine, attendendo l'ormai certo via libera da parte dei ricognitori dalle livree color porpora.



Come Edo: poco da dire/fare, ergo easypost! :v:

 
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view post Posted on 27/2/2013, 11:25




( Riva nord del fiume Bakana, Emirato di Karm-Amat, Perwaine )
pov - Sallahro, Zero, Klaus

Il segente serrò gli occhi color nocciola sino a ridurli ad una tenue fessura; era così rigido da sembrare una statua di marmo opera di un mediocre scultore, una roccia baciata da quei tenui raggi solari che riuscivano a fendere le sottili nuvole e chiudere l'aria attorno a loro in una cappa soffocante. Anche il cavallo su cui montava si accorse del nervosismo del suo cavaliere, divenendo improvvisamente irrequieto.

« Molto bene. », disse, finalmente padrone di se stesso. Squadrò pensieroso la pergamena che gli veniva offerta, ma non l'afferrò: il potere che veniva celato in quelle righe arrotolate era vasto come l'Akerat stesso, e l'insidiosa affermazione dell'Uomo Rosso lo aveva scosso almeno tanto quanto l'inquietante presenza degli armigeri Goryo che lo seguivano. « Parlerete al comandante. »

Il soldato si chiuse in un cauto silenzio, facendo cenno ai suoi di fare dietrofront e scortare gli importanti visitatori. Diversamente da prima, però, il gruppo ora procedeva lentamente, quasi non si volesse per forza portare gli emissari del Goryo con celerità all'accampamento sulla riva settentrionale; gli zoccoli dei cavalli sollevavano un rado strato di polvere sopra il fango secco, infastidendo gli occhi ed il respiro. Ai piedi della collina, ora, l'unico dettaglio che tradiva i profughi a sud del Bakana erano le dense colonne di fumo che salivano al cielo, offrendo uno spettacolo desolante ed arido.
L'erba attorno a loro era gialla, a tratti arancio o persino rossa, come se l'arsura ne avesse succhiato via la verde linfa vitale. Il paesaggio, deprimente ovunque si volesse spaziare lo sguardo, lasciava davvero poco all'immaginazione. L'idillìo, in quella regione, non c'era mai stato.

Sebbene il sergente rimanesse in un rigoroso silenzio, gli uomini attorno a lui si scambiavano di tanto in tanto occhiate eloquenti o commenti sussurrati; le sopracciglia aggrottate dicevano tutto su quanto pensassero del clan Goryo e di questi stranieri di Taanach: la presenza di Zero, poi, ne turbava gli animi poichè percepivano qualcosa di diverso, in lui. Qualcosa di oppressivo, e spaventoso.

"Goryo", si udì. "Non abbiamo più niente da dargli"
"Pensano forse di portarci nel loro carcere volante?"
"Non lascerò i miei figli alle loro mani avide"
"Bastardi", "Strozzini", "Avvoltoi".

« SILENZIO! », latrò il sergente, ricomponendo i suoi uomini.
Questi si chetarono immediatamente, terrorizzati: sembrava che anche Karm-Amat avesse perduto molto, di recente, ma questo non significava che potessero liberamente parlar male del clan che li proteggeva e liberava la regione di criminali, mostri e calamità - ad un giusto prezzo.
Lentamente, proseguirono.

( Riva nord del fiume Bakana, Accampamento dei Regolari, Emirato di Karm-Amat, Perwaine )
pov - Sallahro, Zero, Klaus

L'accampamento della milizia di Karm-Amat, i Regolari, non era affatto diverso da come si potesse immaginarlo una volta intravisto dalla distanza: un ammasso confuso di baracche e tende riunito sotto una torre d'osservazione che, da vicino, appariva ancor più tozza e squadrata di quanto non potesse sembrare da lontano. Era evidente come il campo fosse sorto in fretta e furia una volta avuta notizia del fiume di gente in fuga da Tamra. Nell'aria resa sporca dall'intensa umidità e dal via vai di soldati si udivano incessanti i colpi di un fabbro sull'incudine, ordini abbaiati da ufficiali e il perenne tintinnio metallico delle loriche. Gli uomini di guarnigione non sembravano essere più di un paio di centinaia, ma il gran numero di scudieri, logisti e assistenti ne moltiplicava di gran lunga il numero.

La strada che conduceva al padiglione di comando fu un po' come una parata, inevitabile e pachidermica. Molti curiosi gettavano loro occhiate interrogative, domandandosi chi fossero quei tre stranieri e come mai venissero scortati dai Regolari. Poichè poi la loro direzione non lasciava alcun dubbio, la loro importanza divenne così evidente che in lampo tutto l'accampamento cominciò a parlare di loro, spettegolando.
Senza il minimo preavviso, si ritrovarono seguiti: una sorta di assurda processione fatta di uomini armati e oziosi nullafacenti, tutti con una semplice, inespressa domanda sul volto: portavano speranza, soluzioni o tragedia e sofferenze?

« E' indecente! »

Il grido che si levò alla loro sinistra era carico di sdegno e livore, uno sputo di pura ira: l'esclamazione apparteneva ad un esile uomo dalla carnagione olivastra ed il pizzetto nero ben curato e, curiosamente, non era rivolto a loro. L'uomo, e molti altri con lui, infatti, stavano litigando animatamente con un drappello di soldati cui il sergente che scortava i Goryo rivolse un formale saluto militare passando poi oltre. Dalle vesti più disparate, coloro che protestavano - una ventina circa - non sembravano affatto soldati in licenza, ma comuni cittadini del Perwaine. Levavano le mani al cielo e urlavano vibratamente, indicando di tanto in tanto il grande ponte di pietra deserto che attraversava il Bakana, torbido e bianco come il latte.

« Non potete ostacolare il commercio! »
« Abbiamo tutti i permessi dalla corporazione! »

Mercanti.
Divenne improvvisamente chiaro a tutti l'identità di quella folla riottosa: sciacalli pronti a gettarsi sull'oro della gente di Tamra con la promessa di cibo e medicine decisamente non a buon mercato. La maggior parte della gente che seguiva il terzetto di Taanach non degnò quella scena neppure uno sguardo, come se fosse uno spettacolo già visto il cui atto finale era scontato.

« Ser Yadam Qani di Tamra ha vietato a chiunque si palesi come commerciante di transitare il ponte. », disse il sergente, spiegando la situazione ai Goryo una volta oltrepassata la baraonda. « Non vogliamo incidenti. Per ora, stanno fermi. »

« Sergente Joss, non racconti più del dovuto. »

Joss scattò immediatamente sull'attenti, nonostante fosse ancora a cavallo; la figura che si parò dinanzi a loro fu sufficiente a far diradare all'istante la folla curiosa che li seguiva.

« Comandante Sadiyaa...! »

Secondo qualsiasi standard razziale, l'enorme donna comandante dei Regolari era brutta. L'età che dimostrava probabilmente superava i quaranta inverni, ma le rughe e una grande voglia sulla guancia sinistra ne deturpava il viso femminile. Raggiungeva probabilmente i sette piedi d'altezza, riuscendo a torreggiare sulla maggior parte degli uomini; i capelli castani erano raccolti in una lunga treccia dietro la nuca e la pesante armatura a piastre che indossava, unito al mantello porpora d'ordinanza di Karm-Amat, le donavano un aspetto spaventoso e marziale.

« Abbiamo visitatori importanti, sembra.
Gente di cui non abbiamo bisogno.
»


QM POINT ::
La comandate Sama Sadiyaa non sembra affatto di buon umore, se mai lo è stata.
Siete poco distanti dal padiglione degli ufficiali, ma avete già incontrato la personalità più importante dell'accampamento e colei che è al comando della guarnigione sulla riva nord del Bakana. Per questo turno, puramente di dialogo - ma fondamentale per la ques! - si prosegue in Confronto.
Un solo appunto - e ci tengo a sottolineare che non si tratta di una reprimenda. Andre è un partecipante a tutti gli effetti della quest e certamente l'utente più esperto tra noi, ma è anche co-QM. La scelta (poco rilevante in sè) di lasciare a lui la pergamena è ragionevole dal punto di vista del BG di Salla, ma non voglio che Klaus e Zero vengano relegati a meri comprimari: la quest, infatti, è rivolta soprattutto a voi due.

Non pongo termini di tempo per ora, facendo scattare i canonici 5 giorni quando avremo terminato in Confronto.
 
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view post Posted on 10/3/2013, 17:06

S c h e d aC o n t o


······

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desperatetimes
Bastarono le poche parole del prete e la sola vista del rotolo per far cambiare registro alle tre guardie. Scortati al trotto entrammo in quello che poteva essere definito quasi un presidio. La gente si apriva ai margini della strada al passaggio delle guardie, e un vociare sommesso accompagnava il nostro cammino. Tutta gente comune, non sembrava esservi nulla di particolare, eccezione fatta per qualche urlo e schiamazzo proveniente da quale reclamo alle guardie una decina di metri dalla strada principale. Prestai poca attenzione, di certo non eravamo qui a sedare quattro plebei. Nonostante tutto, una delle guardie prese ad illustrarci la situazione, almeno fino a che una voce femminile ma corposa richiamò la nostra attenzione, facendomi volgere lo sguardo attraverso la scorta scorgendo quella che, dal tono e dal portamento, poteva chiaramente essere considerata "un pezzo grosso".
Zittì immediatamente il soldato, che con i suoi compagni si fece da parte lasciando libera la donna di venire verso di noi.

« Abbiamo visitatori importanti, sembra. Gente di cui non abbiamo bisogno »
Prese parola lo Swartz, e da li cominciò una discussione a colpi di ovvietà e frecciatine. Iniziavo a spazientirmi, eravamo ormai in sella da giorni, e dopo tutto quel trambusto, una donna veniva a dirci che non avevano bisgono di noi?
Mi inserii nella discussione, spezzando il ritmo incalzante che si era creato tra i due.

« Se steste bene, non ci saremmo dovuti fare una scampagnata in mezzo al buco del culo dell'Akerat. Comunque io sono Zero. »
Un'attimo di silenzio, seguito da un ghigno disegnato sulla faccia di quell'orribile cosa che solo una persona malata avrebbe definito "donna". Scandì i nostri nomi, seguitando con un fischio a prendere in giro. La sua espressione divertita era esattamente l'opposto di quella che era celata sotto il nero cappuccio.

« Il Cane Mangia Cane. Goryo. Seguitemi dentro, a meno che il vostro terzo amico rosso non abbia nuove sconcertanti rivelazioni da offrirci. »
L'energumena si voltò, invitandoci ad entrare dentro alla tenda degli ufficiali. Smontai dal cavallo, rendendomi ora conto come la situazione nei nostri confronti fosse cambiata dopo che i nostri nomi erano stati rivelati. La fama ci aveva preceduto a quanto pareva, anche se -per quanto mi riguarda- era una fama da perdente.
Entrammo nella tenda, lo sguardo di tutti i presenti si piantò su di noi interrompendo le discussioni. Bastò un'occhiata della donna per farli sgomberare, lasciando lo spazio libero da orecchie indiscrete. Levai il cappuccio dal volto, passandomi una mano fra i capelli umidi dal clima. La Guerriera dapprima non disse nulla, si limitò a sedere con malgrazia, porgendoci uno sguardo interrogativo per poi prendere parola e interrompere l'imbarazzante silenzio.

« Dunque, domandate. »
Con un'espressione quasi divertita, colsi al balzo la parola.

« Dunque...qual'è la situazione? »
Domanda generica, probabilmente inutile, ma il nostro compito non era chiaro nemmeno a noi. Il motivo che ci aveva portato in quel luogo erano null'altro se non il pagamento delle tasse interrotto; cosa lo avesse interrotto era un mistero anche per il Goryo.
Lanciò una mano tesa verso l'attendente che stava zitto a capo chino in un'angolo, facendolo trasalire. Rapido, il giovane versò una coppa di vino e la mise in mano alla donna per poi tornare al suo posto, intimorito come non mai.
Prese a parlare della situazione, un cataclisma che aveva distrutto Tamra, e i suoi profughi costretti all'esodo venivano bloccati da questo avamposto per non far guadare loro il fiume ed entrare nelle terre di Karm-Amat. Qualche provvista è stata stanziata dall'emiro della regione, ma nulla che possa sedare questa vera e propria invasione.
Chiesi maggiori delucidazioni su questo "cataclisma", convinto potesse essere causato da un "qualcosa" di particolare, ma apparentemente nulla che la natura stessa non fosse in grado di fare. Altri interventi giunsero dai compagni, scoprendo che alla base di tutto stava pure un velo di razzismo, in quanto la maggior parte del popolo emigrante era composto da meta-umani. Un'unica soluzione mi balenò in mente, qualcosa di talmente a-morale per la gente "comune" che forse non si azzardavano nemmeno a prendere in considerazione, ma che tre mercenari avrebbero -guarda caso- potuto tranquillamente portare a termine.

« Quindi cosa proponete come soluzione? Sarebbe certamente più umano passarli tutti a fil di spada che lasciarli morire di stenti. Certo, non sarebbe etico, e in tal caso dietro una lauta ricompensa, potremo pensarci noi. Come ben sapete, non siamo rinomati per essere...Carini e Coccolosi. »
Un disegno di puro terrore si delineò sul volto di pietra della donna, rendendomi incredulo al fatto che non avesse mai seriamente pensato a questa opzione. La voce del Prete Rosso prende il sopravvento su quel silenzio tagliente, in tono di rimprovero verso le mie parole.

« Non uccideremo degli innocenti che hanno appena perso le loro case...Comprendo quanto le circostanze siano delicate, milady. Eppure deve esserci una soluzione. Anzitutto sarebbe bene risolvere la questione del morbo. Sapete di cosa si tratta? »
La donna parve riprendere colore, mentre dal mio canto sogghignavo per averle fatto calare la faccia da dura. Mi voltai leggermente verso l'attendente, scoprendolo a guardarmi con uno sguardo pieno di terrore, che rapido ripiantò a terra continuando tuttavia a tremare. Riportai l'attenzione alle parole del comandante, seppur poco interessato nell'infilarmi dentro una topaia infestata da ammorbati.

« Nessun medico si è detto disponibile a varcare il fiume, quindi no, non conosciamo nè il genere nè l'entità della malattia. Le voci sono discordanti, ma crediamo si tratti di tifo. I miei uomini, poi, temono il contagio ogniqualvolta portiamo loro il cibo quotidiano. Stanno bene attenti a starne alla larga. Io eseguo gli ordini, non escogito soluzioni; la gente di Karm-Amat non riterrebbe più lo Splendente Emiro così splendente se li privasse del loro cibo e dei loro spazi per darli agli odiati rivali di sempre: prima di tutto, Egli deve pensare al suo regno. La vostra presenza qui può smuovere lo stallo, e poco fa ho mandato a chiamare il balivo di corte: sarà qui tra qualche ora per discutere con voi di qualunque espediente riterrete necessario...Compreso il vostro »
Le ultime parole, chiaramente rivolte a me, le rifecero tornare il terrore negli occhi, strappandomi inevitabilmente un sorriso.
Il Capitolare nella tenda di un Soldato attirò l'attenzione di tutti, catalizzando i nostri sguardi sul trafelante giovane in armatura.

« Comandante! Dovrebbe venire al fiume. Immediatamente. »

Status
Fisico. Illeso
Mente. Illesa
Energia. 100%


Tecniche
Attive
-
Passive
Perle 1,2,3,4 . Son of Sin

Diario
.Traccia.
Raccolta di Informazioni - Riassunto del confronto.
.Note.
Ho sintetizzato qualche dialogo se no risultava un Wallpost decisamente palloso per chi ha seguito il Confronto.[/size]
dividerlinee
Astuzia2. Percezione2 -Human|Demon- Forza1. Riflessi1. Destrezza2

___C 40% • A 20% • M 10% • B 5%

HEART OF DARKNESS_Le ombre non sono altro che un'elemento come il fuoco, l'acqua l'aria e la terra, e come tali possono essere manipolare a proprio piacimento con l'ausilio della giusta tecnica. Catalizzando parte della propria energia, Zero è in grado di richiamare l'elemento oscuro per manipolarlo a proprio piacimento. A differenza dei quattro elementi, ai quali si possono attribuire proprietà fisiche, alle ombre sarà difficile attribuire una consistenza specifica, in quanto si potranno manifestare in varie forme sempre diverse. Potranno avere sembianze di sfere fluide, forme solide e lucide come il metallo, sorrette da un vapore violastro o ancora muri o scudi duri come roccia. La tecnica ha natura magica e può essere utilizzata sia in campo offensivo, sia in campo difensivo.
_VARIABILE

MIDNIGHT_Mezzanotte, Ora X, 00:00 o che dir si voglia, il momento preciso in cui due giornate coesistono, il momento da sempre ritenuto carico di potere esoterico; l'ora della fine.
La mente umana resiste alla follia proprio perché non sa quando la vita defluirà dalla membra del corpo, l'ora esatta della sua fine. Se un orologio impresso costantemente davanti agli occhi delle persone li avvisasse di quanto tempo dispongono prima della morte, sarebbe un mondo di folli nel quale la ragione non esisterebbe se non come puro concetto astratto. Dare limiti temporali alla mente umana la porta ad andare nel panico, a ragionare rapidamente e senza cognizione logica, letteralmente a impazzire.
Sfruttare questa debolezza della mente è uno dei giochi più divertenti per chi ha superato tali barriere di incertezza. Materializzare spade che pendono sul capo dell'avversario, coltelli che assaggiano la tenera carne del collo o ancora pure e semplici emanazione di energia oscura che attendono fluttuanti il momento per scatenarsi è di certo un ottimo modo per far andare nel panico i propri avversari, anche se la reale preoccupazione non dovrebbe essere per loro il quando accadrà, ma il come sopravvivere.
Tutte le manifestazioni, si scateneranno contro l'avversario il turno dopo essere state castate, a insaputa ovviamente del bersaglio, per il quale potrebbero rimanere latenti qualche secondo, giorni, mesi o anni. Essendo una tecnica di natura magica, anche se le emanazioni riportano oggetti fisici, il danno inflitto sarà di entità Alta e da ustione, eccezione fatta per le razze Avatar, che rispettivamente subiranno danni Critici se Angeli e Medi se Demoni.

_ALTO 20%

PHASING OUT_Come Abitante di due mondi, al varco tra mondo reale e mondo di sogno, grazie al Mala Zero ha la possibilità di scambiare il proprio piano di esistenza. Normalmente, qualcosa che viene inviato nel mondo onirico, smette di essere manifesto nel mondo reale -e viceversa- ma come i poteri delle Sei Perle Nere valgono nel mondo umano, valgono anche nel mondo astratto del sonno. Una Volta Sfasato nell'altro mondo, la figura di Zero rimarrà visibile agli occhi di tutti, ma sarà tangibile solo da attacchi caricati con energia, distaccandosi completamente da tutto ciò che riguarda unicamente il mondo materiale. Se colpito con attacchi fisici, la figura del ragazzo si vedrà semplicemente passare oltre i colpi, come se egli stesso fosse manifesto tramite una delle sue illusioni. Essendo il mondo d'incubo e quello delle tenebre strettamente legati, il passaggio in tale piano offrirà anche vantaggi di tipo mimetico alla controparte terrena dell'illusionista. Se si trovasse in un punto d'ombra, infatti, le tenebre lo avvolgerebbero istantaneamente rendendolo pressoché invisibile ad occhio nudo. Purtroppo il tempo di permanenza nell'altro mondo è di unicamente due turni, in quanto il corpo del giovane è comunque appartenente al piano di esistenza materiale e come tale esso esercita un diritto di rivendicazione di ciò che concerne i propri averi.
_MEDIO 10%

CONSTRICTION_Come esiste il piano materiale, esiste anche quello detto d'ombra, parallelo e compenetrante per certi aspetti con quello materiale. Uno specchio del mondo umano, visibile ogni giorno attraverso le ombre di ogni singolo oggetto, e tuttavia indipendente da esso. Le ombre seguono costantemente gli oggetti alle quali sono legate, ma chi dice che sia proprio così, e che non siano gli oggetti a seguire ciò che fanno le loro ombre? L'ombra propria delle persone non è altro che un riflesso della stessa nel piano oscuro delle tenebre, legata indissolubilmente al corpo in una costante danza sincronica di movimenti. Come è vero che ogni movimento nel piano fisico comporta un movimento dell'ombra, vale anche il viceversa. Manipolare l'ombra di una persona equivale a manipolare la persona stessa, come infliggere danni alla sua ombra infliggerà danni anche al suo indissolubile compagno. Sfruttando tale legame, Zero sarà in grado di scagliare diversi aculei d'ombra atti a colpire direttamente l'ombra dell'avversario, provocandogli il medesimo danno -di natura magica- che sortirebbero se avessero colpito direttamente l'avversario.
_BASSO 5%

SON OF SIN_Le tenebre e l'oscurità sono ormai indissolubilmente legate a Zero, catalizzate dalla presenza del Mala e penetrate ormai ad annerire quella che un tempo era l'anima candida di un ragazzo. L'essere nuovo che è sorto dalle ceneri nere di un passato d'agonia, ora brama vendetta, e tale sentimento non fa altro che alimentare il potere oscuro delle tenebre dentro di lui. Ogni emanazione magica atta a produrre danni sarà dunque molto più potente del normale, sospinta dal cuore nero che batte nel petto del demone, risultando come potenza di un livello superiore a quello descritto.
_PASSIVA



___C 35% • A 15% • M 5% • B 1%

NIGHTMARES_La capacità di manipolare la mente avversaria, facendole credere cose che in realtà non esistono, è molto affine con quello che accade nel sonno. Zero ha sviluppato tale pratica, rendendo del sogno il suo mondo e dell'incubo la sua arma, uno strumento di follia e terrore che non conosce limiti, che sfrutta il potere dell'immaginazione in negativo, dando vita alle più recondite paure, che spesso tormentano la gente anche da sveglia fino ad indurla alla pazia. Normalmente gli incubi straziano la nostra mente durante il sonno, relegati al mondo Onirico, ma quando il giovane ha ritrovato il Mala, il legame con il sogno è andato infranto. Il dolore mentale, l'incontrollata paura e la sensazione d'angoscia tipiche dei brutti sogni, al cospetto dell'artefatto, non sono più relegate al mondo dei dormienti, manifestandosi anche nelle menti sveglie delle persone. Un incubo ad occhi aperti: le principali paure, creature mostruose partorite dalle tenebre, acuti dolori, saranno solo alcuni degli effetti instillati nella mente avversaria, riducendo drasticamente le sue capacità cognitive fino ad indurlo ad un sonno perenne, un incubo costante dal quale nemmeno la morte potrà sottrarla. Gli incubi sono attacchi Psionici, e come tale per difendersi è necessaria una difesa adeguata.
_VARIABILE

TORTURE_Le torture sono da sempre afflizioni fisiche per indebolire la mente, sortendo un effetto psicologico attraverso numerose percosse, ma nulla vieta di fare anche il contrario. Affliggere la mente dell'avversario per indurre in essa dolori fisici è una pratica che rende molto più semplice il risultato finale. Mentre prima di sortire un effetto significativo, il soggetto deve essere a lungo torturato e snervato, proprio perché prima di intaccare la mente bisogna intaccare il corpo, agendo direttamente sulla mente si scavalca il problema principale della resistenza e dell'eventuale morte della carne. Tramite un contatto fisico, l'illusionista insinuerà nella mente dell'avversario un tarlo mentale,che indurrà nella sua mente attimi di estremo dolore: torture lunghe giorni, scene raccapriccianti, sconfitte dolorose, portandone al termine dell'incubo i segni tangibili sul proprio corpo. Nella realtà degli eventi la tecnica sarà istantanea, mentre per il bersaglio il tempo si dilaterà a seconda della tortura per esso scelta, e al termine della quale corpo e mente riporteranno rispettivamente un danno pari a Medio.
_ALTO 15%

STRUCTURAL MADNES_Piegare e plasmare lo spazio circostante senza deformarlo realmente, coprirlo semplicemente con uno strato illusorio capace di trarre in inganno chiunque capiti nel raggio d'influenza. Terre dell'incubo, lande da sogno o semplicemente una rielaborazione della conformazione strutturale del territorio. Tale architettura non sarà atta a provocare danni alla mente avversaria, ma a disorientarla, a farle credere di poggiare i piedi su solida roccia mentre si trova sull'orla di un precipizio, di dare la sicurezza di un riparo, quando in realtà si è più nudi di un bambino, o ancora di confonderlo e accecarlo con tenebre o nebbie illusorie. L'ambiente al completo servizio dell'illusionista, e da tale tranello mentale non sarà possibile liberarsene se non con apposite tecniche difensive: difatti anche se il bersaglio si rendesse conto di essere stato catapultato nel progetto folle della mente di Zero, gli sarà impossibile uscirne contando solamente sulla propria volontà.
_MEDIO 5%

GHOST_Fantasmi, emanazioni di un mondo ormai passato, semplici parti della mente che non vuole rassegnarsi allo scorrere degli eventi. Sondare nei ricordi, o creare tali immagini, sono la base dell'illusione e l'inizio della manipolazione mentale. L'illusionista sarà in grado di ricreare nella mente nemica, una sola immagine, che potrà essere un ricordo oppure un apparizione momentanea: un volto noto, una sensazione angosciosa, un'immagine di apocalisse. Oppure il momento migliore della sua vita, capace di distrarlo ed impedirgli di combattere. L'immagine colpirà solo la mente dell'avversario, modificandone le percezioni a tal punto da fargli credere che ciò che sta vivendo è effettivamente frutto della realtà e non di una mera fantasia indotta. Come ogni illusione, sarà possibile dissiparla tramite apposite difese psioniche.
_BASSO 1%

PAIN_La Mente è l'unica responsabile del dolore, allarme involontario che invia alla nostra consapevolezza per segnalarci l'entità di una ferita dannosa per l'organismo. Se si vuole provocare dolore, si deve prima di tutto colpire il punto designato, dal quale partirà una segnalazione al cervello e la risposta di esso sarà la sensazione di dolore. Chi riesce però ad agire direttamente sulla mente nemica, sarà però in grado di lanciare falsi allarmi, manipolando la mente nemica e facendo inviare segnali di dolore straziante in punti nemmeno sfiorati. Tramite questa azione alla base, l'intensità del segnale risulterà molto più vivida, disorientando il bersaglio e focalizzandone l'attenzione sulla zona colpita, distraendolo dal contesto ambientale e dalle situazione. Tale dolore, non sarà per tanto di tipo fisico, ma rimarrà sotto forma di danno puramente mentale.
_BASSO 1%



MIJUL | MAD DOG_ Fucile a due canne liscie tronche affiancate, piccolo e maneggevole negli spostamenti ma dotato di una potenza di fuoco fuori dal normale. Le due canne, infatti, sparano contemporaneamente due cartucce a pallettoni, liberando al momento dello scoppio una salva di sfere di piombo. Inutile dire che tale arma risulta letale se usata sulla corta distanza, e sulla media fornisce una potenza d'arresto notevole. Purtroppo, le ridotte dimensioni della canna, tendono a ridurre drasticamente la gittata totale del fucile e di conseguenza la sua efficacia. Mijul viene considerata un'arma di Medio calibro che necessita di essere ricaricata dopo ogni colpo tramite il meccanismo che spezza le canne dall'impugnatura facendo saltare i bossoli scarichi. In totale la lunghezza dell'arma è di circa 45cm: 35 di canne e 10 di impugnatura, ed è riposto sul retro della cintura nascosto dall'ampio mantello.

ARTAX | IRON SMASHER_Coppia di guanti che ricalcano le stile dell'armatura, mischiando alla stoffa e al cuoio placche di metallo per incrementarne la resistenza. Tali Armi -perchè di tali si può parlare- risultano mantenere nel complesso le funzioni di guanti, non impedendo dunque i movimenti, ma al contempo aggiungono potenziale d'impatto ai colpi sferrati a mani nude, grazie proprio ai rinforzi cuciti in essi.

MURAMASA | INSANITY_Lama forgiata dal leggendario Sengu Muramasa, eccellente fabbricante d'armi orientale, la cui vita è sospesa tra leggenda e realtà. Si dice che il fabbro fosse incline a scatti di violenza e pazzia, e che questo influenzasse le sue lame rendendo altrettanto folle e sanguinario chi le impugnasse. Nonostante la loro superba fattura, tali lame vengono schivate perché additate come portatrici di sventura, ed è possibile reperirle a pochi soldi da chi ne possiede una. All'apparenza si mostra come una katana molto classica, dalle finitura quasi rustiche, ma l'acciaio col quale è stata forgiata ha la particolarità di risultare opaco, scuro, non riflettendo in alcun modo la luce.

SUIT | DARK SKIN_Abito insolito e tetro, costituito da un corpetto di acciaio misto a stoffa, che garantisce una discreta resistenza ai colpi nemici. Dall'ampio cappuccio che cela sempre il volto di Hastur, eclissandolo in una tenebra perenne, si snoda un soprabito lungo, rinforzato da spallacci metallici che si legano in intrecci di cuoio e placche sino ai guanti.
Sempre sullo stile del torso sono le protezioni per le gambe, mischiando alla scura stoffa tracce di opache placche d'acciaio. Nel complesso risulta essere un armatura leggera, che dona una capacità difensiva discreta pur conservando la comodità nei movimenti.


MALA | PERLE DI DOLORE_Le Sei perle del dolore, un artefatto dimenticato volutamente, esiliato dalla storia per il suo orribile potere, bandito dalla bocca dei bardi, esiliato dai libri. Le poche testimonianze che ancora parlano di questo rosario nero pece, ne parlano con timore, associandolo alle tenebre e alla pazzia. Voci narrano che chiunque lo possegga perda il senno, tormentato notte e giorno da creature nere: in sogno come incubi e da svegli come ombre fugaci. La parte dimenticata -o taciuta- narra anche che, ogni generazione, una persona dovrà possedere il Mala fino a che morte non lo separi da essa. Se il portatore saprà accettare il suo oscuro potere, sarà in grado di oscurare i cieli e dominare le menti, se lo rifiuterà troverà innanzi a se una vita di supplizi.
Prima Perla_I poteri del Mala saranno a completa disposizione del prescelto: le illusioni da esso generate saranno null'altro che l'estensione della sua mente, basterà pensare a qualcosa che questa si materializzerà a tempo zero agli occhi della vittima nelle forme più disparate e improbabili.
Seconda Perla_L'affinità col mondo surreale dell'immaginario è catalizzata dal Mala, ponendo il portatore sulla soglia dei due mondi; quello reale e quello onirico. Richiamare gli incubi dal loro mondo per insinuarli nelle menti sveglie degli avversari, richiederà quindi un minore sforzo di quanto sarebbe richiesto se il varco fosse stato chiuso.
Terza Perla_L'energia Negativa del Mala, oltre che agevolare il passaggio delle creature d'incubo nel mondo materiale, ne incrementa esponenzialmente il potere. Ogni illusione castata nella mente del nemico sortirà un effetto più intenso del normale, che sia esso di dolore o di una qualunque altra emozione. Le illusioni che invece si vedranno agire sui cinque sensi, risulteranno essere molto più solide, e necessiteranno di una maggior opposizione da parte del nemico per essere infrante.
Quarta Perla_La natura malefica del Mala si lega indissolubilmente al suo portatore, ricoprendolo di un'alone di timore e sottomissione. Le menti deboli che si troveranno in presenza dell'illusionista, difatti, si vedranno pervasi da questo senso di paura e sottomissione, come se qualcosa li opprimesse.
Quinta Perla_Oltre che favorire e potenziare le facoltà Psioniche del portatore, il Mala ne incrementa esponenzialmente le conoscenze e le abilità, aprendogli la mente ad oscuri segreti e inducendogli in una frazione di secondo tutto il sapere riguardo all'illusione, all'incubo e alla manipolazione mentale.
SestaPerla_Sarebbe un arma a doppio taglio quella che ti garantisce un immenso potere verso l'avversario, senza premurarsi della sicurezza di chi la impugna. Sesta e ultima perla del rosario maledetto è rivolta alla difesa della psiche di chi ha accettato il suo nefasto potere. Chi impara a convivere con incubi e tenebre, ne sarà inequivocabilmente meno soggetto. Senza alcun dispendio energetico a carico del portatore, il Mala stesso dissiperà un'attacco psionico di Media potenza rivolto alla mente di Zero, riconducendo le illusioni nel loro mondo d'origine.




≈ CAPACITÁ
HEART OF DARKNESS_Variabile difensiva Personale 1/10 En. Bianca + Pergamena Variabile Offensiva Dominio del Male
MIDNIGHT_Pergamena Costellazione
PHASING OUT_Pergamena Corpo d'ombra
CONSTRICTION_Personale 2/10
SON OF SIN_Personale Passiva 3/10
NIGHTMARES_Variabile Offensiva Psion Personale 4/10 En. Verde
TORTURE_Attiva Dominio 3
STRUCTURAL MADNES_Attiva Dominio 2
GHOST_Attiva Dominio 1
PAIN_Pergamena Dolore

≈ OGGETTI
MIJUL | MAD DOG_Fucile Medio Calibro. 3 Colpi
ARTAX | IRON SMASHER_Guanti da combattimento. Danni Contundenti.
MURAMASA | INSANITY_Katana Maledetta. Danni Taglienti/Perforanti.
SUIT | DARK SKIN_Armatura Leggera
MALA | PERLE DI DOLORE_Passive Dominio 1,2,3 + Passiva Raziale + Cristallo della Conoscenza + Fascia Protettiva






 
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.Azazel
view post Posted on 11/3/2013, 02:11




Desperate Times
Perwaine, Atto II
___ _ ___


~


Osservò meditabondo la pergamena srotolata, in mano al prete: l'attempiato sergente sembrò non voler sfiorare nessun oggetto proveniente dal Goryo, chissà che potere vi era celato anche in quel semplice documento sgualcito.

« Molto bene. Parlerete al comandante »
Pronunziò per poi ordinare all'unità di fare dietrofront e scortare i tre emissari giunti da Taanach. Il panorama diveniva sempre più spoglio e desolato e gli armigeri iniziavano a vociferare e lanciare commenti sui tre soggetti al servizio del Goryo: rapido fu l'intervento del sergente che ordinò ai propri uomini di fare silenzio e di ricomporsi. C'era poco da criticare o insultare, in fin dei conti il Goryo offriva protezione ai territori e alle popolazioni limitrofe, ma tutto ha un prezzo, compresa la salvaguardia di terre e persone.
Raggiunsero la baraccopoli e la voce dell'arrivo dei tre goryani si diffuse rapidamente come un'epidemia virale in tutto l'accampamento, trasformando la camminata verso il padiglione di comando in una vera e propria parata dove tutti erano concentrati a soppesare coi propri occhi i nuovi arrivati. Ogni volto raccontava una storia diversa ma per Klaus era la stessa minestra versata in un piatto differente: l'espressione della gente era confusa, alcuni impauriti e altri apparentemente speranzosi nel vedere tre importanti personalità giungere in quelle lande sventurate, magari portandosi appresso eventuali soluzioni ad una situazione così tragica oppure aumentando i problemi e creando ancor più disordine di quello già presente.
Come quando giungeva il giorno in cui si entrava in una città fresca di conquista, dopo aver schiacciato l'esercito locale, con fare vittorioso e trionfante con la gente ai bordi delle strade che ti osservava con aria terrorizzata o gioiosa, a seconda di chi era il precedente sovrano, un bravo Re o un sadico tiranno.
Ma in quella situazione non v'era nulla di trionfale e non vi era nulla da festeggiare: bisognava solo far fronte ad una tragedia e cercare di rimettere in sesto alcune faccende.

« Ser Yadam Qani di Tamra ha vietato a chiunque si palesi come commerciante di transitare il ponte. Non vogliamo incidenti. Per ora, stanno fermi. » Proferì il sergente dopo aver superato una folla di mercanti infuriati ma pronti a trarre beneficio dalla tragica situazione generale in cui riversava il popolo di Tamra.

« Sergente Joss, non racconti più del dovuto. »
Una ferma e autoritaria voce interruppe il discorso del sottoposto facendolo quasi trasalire dallo spavento. Una donna dalla possente corporatura e dalla scarsa bellezza fece capolino dinanzi a loro diradando la folla di curiosi che li seguiva come fosse una processione religiosa. Un uomo mancato, pensò Klaus rimanendo leggermente sconcertato nel vedere un esponente del gentil sesso essere addirittura più grossa ed imponente di lui.

« Abbiamo visitatori importanti, sembra. Gente di cui non abbiamo bisogno. »
Ma rapida fu la risposta dello Schwarz che, oltre all'affilata spada che portava lungo la schiena, possedeva pure una velenosa e tagliente lingua.
« Già, prosperità e abbondanza hanno colpito la vostra gente, vedo. » Ribattè sorridendo sardonicamente in direzione dell'imponente guerriera.
« Noi stiamo benissimo, abbiamo tutto ciò di cui necessitiamo. Le vostre buone maniere sono raffinate quanto le mie, ser; io però sono Sama Sadiyaa, Comandante dei Regolari, voi ancora un nessuno senza natali. » Rispose rapidamente la donna precedendo il proprio sergente visibilmente scandalizzato da tale sfrontatezza.

« E' la vostra condizione di Comandante che parla o è la voce del popolo? » Domandò allargando le braccia come se volesse mettere in evidenza la condizione critica in cui riversava tutta la baraccopoli e le anime al suo interno.
« Comunque sia il mio nome è Klaus van Schwarz »
Disse compiendo un derisorio salamelecco mentre anche Zero s'apprestava a presentarsi e proferir parola con il comandante.

« Van Schwarz e Zero. Il Cane Mangia Cane. Goryo. Seguitemi dentro, a meno che il vostro terzo amico rosso non abbia nuove sconcertanti rivelazioni da offrirci. »
Il tono della donna cambiò drasticamente tramutandosi in uno più sbeffeggiatorio e canzonatorio in particolare verso lo Schwarz e l'incappucciato. A quanto pare anche la fama dei perdenti aveva viaggiato per diverse leghe, purtroppo.
Non rispose ad inutili provocazioni, non sarebbe servito a nulla, ergo rimase in silenzio e seguì la donna nella tenda.

« Dunque, domandate. »
Proferì la corpulenta guerriera dopo essersi seduta con fare sgraziato su una sedia dall'altra parte del tavolo e invitando agli ospiti di accomodarsi.
Zero fu il primo a chiedere delucidazioni sulla situazione in corso.
« Tamra non esiste più. L'ira degli dèi dell'oceano ha distrutto i loro villaggi, le loro imbarcazioni e i loro campi. L'area limitrofa al fiume non è coltivabile e non può ospitare questa gente, quindi hanno chiesto asilo allo Splendente Emiro di Karm-Amat. Ma Karm-Amat ha già le sue disgrazie: il commercio quest'anno è stato scarso e il raccolto pessimo. La gente di Karm-Amat non vuole i profughi di Tamra. Il guado è l'unico transitabile per diverse leghe, così si sono trovati bloccati sulla sponda meridionale. Lo Splendente Emiro mi ha dato ordine di dare loro quegli approvvigionamenti che Karm-Amat può offrire, ma non il passaggio. Questa gente non ha quasi denaro per ricostruirsi una vita, il morbo serpeggia tra le loro tende e comunque la mia città non potrebbe sostenere una simile emergenza. Non a discapito del suo stesso popolo. Questo è quanto. »

A tali parole Klaus aprì immediatamente bocca per dare libertà a pensieri e quesiti.
« La gente di Karm-Amat non vuole i profughi di Tamra per disgrazie interne o per altri motivi? Si potrebbe sempre trovare un giusto compromesso tra i due popoli per far sì che questa gente venga accolta e abbia un posto in cui stare. » Domandò inarcando il sopracciglio sinistro. Infine la domanda più spontanea e viscerale venne sputata fuori senza tanti convenevoli: « In cosa possono essere d'aiuto tre emissari del Goryo? Apparentemente pare un problema che va ben oltre ai nostri tipici incarichi. »
Era bravo a spaccare teste e distruggere, a fare l'infermiere da campo o nel supportare una popolazione appena colpita da un cataclisma non rientrava proprio nelle sue innate, e non, capacità di guerriero e soldato.
Anche il prete s'intrufolò nel discorso, dando per scontato il loro supporto e aiuto.

« Potrebbe non essere semplice. Karm-Amat non può dividere la propria città ed il proprio pane con la gente di Tamra: la rivalità reciproca è ancora recente. Tre decadi sono passate dal loro distacco dall'Emirato, e allora fu solo un miracolo a trattenere le armi. L'odio è passato di generazione in generazione e i discendenti ricordano bene gli insulti che hanno ricevuto i padri e i padri dei loro padri.La maggior parte della gente di Tamra è composta da metaumani. La discriminazione è forte tutt'oggi. »
Esternò la donna visibilmente imbarazzata dal razzismo dei propri concittadini.

« Quindi lo Splendente Emiro lascerà morire la gente di Tamra solo perchè gli nega la possibilità di percorrere il guado? Scommetto che se stessimo parlando di una popolazione di umani non ci sarebbero stati tutti questi imprevisti. » Esclamò, insinuando maliziosamente che il razzismo era ben saldo anche nelle alte sfere politiche dell'Emirato e non solo nei semplici cittadini.
Obbiettivamente gliene fregava ben poco di quel tipo di problema di carattere sociale, non li biasimava ma al contempo non accettava granchè la situazione poichè era d'intralcio ad una comune e pacifica esistenza che, quasi sicuramente, avrebbe giovato a tutti.
Ma forse la sua visione fin troppo funzionalistica di società era ancora un miraggio utopico per la gente del luogo, e non solo.
Rimase in silenzio una seconda volta dopo aver udito la domanda di Zero, rivolta a lui, sul tema appena trattato: il colore della pelle o altre differenze somatiche avevano poca importanza per lo Schwarz, il sangue aveva lo stesso colore per chiunque, e le teste schiacciate e le ossa rotte producevano gli stessi suoni anche se si trattava di persone di etnie diverse. La scarsa considerazione della vita altrui, ai suoi occhi, era uguale per tutti.

« Io eseguo gli ordini, non escogito soluzioni; la gente di Karm-Amat non riterrebbe più lo Splendente Emiro così splendente se li privasse del loro cibo e dei loro spazi per darli agli odiati rivali di sempre: prima di tutto, Egli deve pensare al suo regno. La vostra presenza qui può smuovere lo stallo, e poco fa ho mandato a chiamare il balivo di corte: sarà qui tra qualche ora per discutere con voi di qualunque espediente riterrete necessario. »
Dichiarò con le braccia incrociate, rivolgendosi a tutti e tre.
La discussione venne sospesa a causa dell'irruzione di un soldato nella tenda degli ufficiali che, con aria apparentemente preoccupata, si rivolse al proprio comandante chiendendo di dirigersi immediatamente verso il fiume.



Sorry per il wallpost, ho cercato di sintetizzare il meglio possibile :v:

 
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Andre_03
view post Posted on 14/3/2013, 00:52




« ...prosperità e abbondanza hanno colpito la vostra gente... »

« ...sono Sama Sadiyaa, Comandante dei Regolari, voi ancora un nessuno senza natali. »

« ...non ci saremmo dovuti fare una scampagnata in mezzo al buco del culo dell'Akerat. »

« Il Cane Mangia Cane. Goryo. »

Parole aspre, parole cupe, parole arroganti.
Aria e vento, null'altro che questo.
Fino a che una sferzata più forte delle altre non priva ogni cosa di significato, tanto è grande quello che porta con sé.
E avviene qualcosa per cui nemmeno il fuoco ti ha preparato, perché il fiato si spezza e il petto si svuota.
Di fronte alla catastrofe un uomo può solo chinare il capo, pregare e fare del suo meglio per resistere.

« Tamra non esiste più » lentamente, un pensiero scandisce il battito del cuore.
Per un istante gli occhi si fanno vacui e il respiro si ferma.

Tamra non esiste più.
Tamra non esiste più.
Tamra non esiste più.

[...]

Minuto dopo minuto, quella faccenda gli piaceva sempre meno.
A cominciare dall'inesperienza - o codardia? - degli armigeri che facevano capo all'Emiro, capaci di fidarsi della parola di uno sconosciuto senza visionare dei plichi sigillati con emblemi ufficiali. Per proseguire con la comandante altezzosa di quella marmaglia sconclusionata, una donna piena di sé e poco incline alle buone maniere. E infine c'era la scabrosa situazione in cui versavano i poveracci di Tamra: devastati dal cataclisma e insultati dalla stupidità umana. Una parte di sé maledisse chi lo aveva scelto per quella missione, ma in fondo al cuore rese grazie al Signore della Luce perché gli era stata concessa la possibilità di salvare molte vite - facendo qualche egoistico passo verso una redenzione inarrivabile. Non avrebbe sprecato l'occasione compiendo un eccidio, né si sarebbe fatto frenare dalla corpulenta soldatessa in carico lungo il fiume Bakana.
Certo Karm-Amat non aveva tutti i torti a voler isolare i disgraziati migranti. Un morbo, quale che fosse la sua natura, serpeggiava tra le fila di coloro che avevano perso ogni cosa. Era comune che i miserabili, lordati da giorni di viaggio e resi incuranti dell'igiene dalla disperazione, contraessero dissenteria o mali peggiori. La pratica migliore in certi casi era senza dubbio tenere a distanza gli infetti per preservare il popolo sano. Eppure un tentativo andava fatto, in nome del buonsenso, per risolvere la situazione. Dovevano essere mandati dei guaritori - costretti, se necessario - a valutare l'entità del problema e trovare una cura. Sallahro avrebbe fatto così, a costo di perdere due o tre buoni medici isolando anch'essi nella quarantena.
Quello non era il suo popolo, Karm-Amat non era Nysis e Tamra non era Braavos.
Ciononostante il prete sentiva di dover agire con meno cinismo del solito. Negli occhi ambrati si celava il bisogno di combattere quell'avversità come se fosse sua. I compagni che da Taanach lo avevano seguito fino lì potevano andare a farsi fottere. Non erano un suo problema. Soprattutto il più attaccabrighe dei due, tale Zero, pareva destinato a incrociare la sua strada nella peggiore delle maniere. Pregò che non accadesse, perché sarebbe stata una grave perdita per il Clan.

Stava per intervenire nella conversazione, quando un uomo entrò trafelato nella tenda: « Comandante! »
« Dovrebbe venire al fiume. Immediatamente » si volsero tutti a guardarlo, straniti.

Prima ancora che Sadiyaa potesse reagire, il prete stava già scostando un lembo di stoffa dall'ingresso.
Aveva maturato una sua decisione, inequivocabile:
attraversare il Bakana.
Salvare Tamra.


corollario


condizioni fisiche ottimali;
condizioni psicologiche ottimali;
energie residue 99%;

equipaggiamento 6x spade (2x infoderate e visibili - 4x nascoste nella veste); veste rossa (indossata);

capacità speciali maestria nelle armi (4CS); velocità (2CS); agilità (1CS); intelligenza (1CS); riflessi (1CS);
abilità passive qualsiasi oggetto diventa un'arma se impugnato come tale, il personaggio può tagliare le armi nemiche, le sue ferite causano sanguinamento passivo (Danza dell'acciaio); il personaggio non sviene al 10% di energie, resiste alle alte e basse temperature, non ha normale bisogno di mangiare o dormire e resiste alla fatica, i suoi consumi energetici sono ridotti (Benedizione della luce e del fuoco); la veste può nascondere fino a quattro armi al suo interno, e non produce suoni (La veste rossa);
abilità attive -

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note chiedo scusa, ho letteralmente perso la cognizione del tempo ed ero convinto che oggi fosse il 12.
 
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view post Posted on 14/3/2013, 23:38




( Riva nord del fiume Bakana, Accampamento dei Regolari, Emirato di Karm-Amat, Perwaine )
pov - Sallahro, Zero, Klaus

Molte facce contratte si affacciavano sulla riva del fiume, guardando oltre con occhi disgustati ciò che stava accadendo sull'altra riva. I soldati sembravano totalmente dimentichi dei loro incarichi e del rigore militare che la disciplina gli imponeva, mollando armi e scudi a terra per poter accorrere più rapidamente al macabro spettacolo che stava avvenendo al di là del Bakana.
L'aria era tesa e greve, rotta solo dal bisbigliare incredulo degli astanti e dal muto rombo del fiume.

Solo una voce si udiva, nonostante la distanza.

« Dio degli Abissi, abbi misericordia! »

L'invocazione era così potente da colmare persino quell'alveo che costituiva un triste, invalicabile confine. L'incedere rapido del Prete Rosso fece immediatamente aprire la folla, scostando con una certa riluttanza persino quei mercanti che poco prima erano stati visti lamentarsi a gran voce dinanzi al ponte. Le occhiate che lanciavano ai Goryo erano confuse: c'era chi vi vedeva speranza, chi diffidenza, chi reverenza. I più, forse contagiati dalla sinistra aura di Zero o dall'atmosfera sempre più gelida, covavano nell'animo soltanto paura.

« Il mare ha reclamato molti figli con sè in questi giorni;
essi continuano a vagare senza meta al di fuori della casa del Dio Abissale, aspettando la vostra redenzione!
»

Nonostante la riva settentrionale distasse dalla gemella meridionale non meno di ottanta piedi, le parole del vecchio erano ben udibili, gridate al cielo come se fosse accanto a loro. Uno strano potere infondeva vigore nel vecchio calvo che, le mani levate in alto, invitava una dozzina di disperati a seguirlo nel fiume, bagnandosi le caviglie della torbida acqua del Bakana. L'anziano predicatore era vestito con una lurida tunica grigia - un tempo forse bianca - che impediva di discernere dove terminasse la sua aggrovigliata, umida barba. Là dove il letto aveva scavato il proprio crinale molti profughi di Tamra osservavano la scena esattamente come i vicini di Karm-Amat, i più incrociando le braccia davanti al petto e serrando le mascelle in espressioni severe e contrite. I numeri si moltiplicarono in fretta, divenendo prima decine, poi, apparentemente, centinaia.

« Sorella, chi hai perduto nelle onde? », esclamò sempre a voce alta il sacerdote, rivolgendosi ad una donna della dozzina che lo seguiva. Questa non doveva raggiungere i trent'anni, ed i tratti, a differenza di quelli umani del prete, erano decisamente elfici. La tipica bellezza della sua razza, tuttavia, era adombrata dalle fatiche e dalla miseria, riducendola a poco più di un giunco tremante e scosso dalle asperità. Ella gli rispose, ma per tutti, compresi i Goryo, fu impossibile udirla da così lontano; in effetti, poco importava. Marito, figli, genitori, fratelli e sorelle: ognuno di loro aveva un caro di cui onorare la tragica scomparsa. Il predicatore annuì, invitandola ad addentrarsi nel fiume. « Sono là, mia cara: sotto le correnti. Essi non dimenticano! Il Dio Abissale ha punito l'empietà di questa regione, e le difficoltà che ancora ci perseguitano sono solo prove per renderci più saldi nella sua fede. »

Molti presero a salmodiare, cantando una melodia bassa e lugubre, quasi ipnotizzante.
Sopra di loro, il vento si fece più sferzante, più crudele: le nuvole corsero rapidamente ad accumularsi, oscurando il sole pomeridiano e portando uno strano freddo in una terra solitamente fin troppo calda. Qualcuno, persino, accese delle fiaccole, e non furono pochi i Regolari che imitarono i rivali di Tamra accorrendo con torce infiammabili.

« Il tuo dolore in questo mondo non aiuta chi cerca di sopravvivere;
puoi ricongiungerti con tuo marito nelle sacre acque delle dimore del Dio, se lo desideri.
Egli aspetta. Tutti loro, aspettano.
»

Il canto divenne più forte mentre altri due si avvicinavano al fiume, reggendo pesanti massi tra le braccia. Uno venne pure portato alla donna tremante.
Il sacerdote aveva intanto preso ad accarezzare le acque del Bakana, sollevandone delle manciate affinchè tutti potessero bagnarsi del liquido del suo dio.

« Rinasci. »

Incredibilmente, l'elfa annuì, avanzando.
Forse fu la disperazione, l'assoluta mancanza di fiducia in un mondo che aveva tolto loro tutto. Forse tu follia collettiva, o speranza nella fede di quella divinità minore. Molti Regolari non dimenticarono mai quel tardo pomeriggio, rivivendolo negli incubi e tormentando il proprio animo negli anni a venire.

Rimasero a guardare, tutti. Increduli.
Attimi che, nei passi della ragazza e dei due devoti che la seguivano, parvero ere trascorse in pochi, inafferrabili secondi.

« Rinascete. »

Entrarono in acqua, camminando, reggendo quei macigni scuri che li avrebbero portati a fondo.

« RINASCETE! »

Entrarono in acqua,
e non ne uscirono più.

[...]

Sama Sadiyya fu abbastanza disciplinata da non mostrare sul suo volto l'orrore che provava nel suo animo. Nella sua bocca sentì il sapore acre e rivoltante della bile che saliva dal suo stomaco; fu sul punto di rimettere tutto, e le occhiate fugaci attorno a sè, osservando simili reazioni sui visi dei suoi sottoposti, non riuscirono a rasserenarla. Molti sguardi cercarono la sua guida, chiedendo ordini, domandando tacitamente se fosse opportuno fermare quel suicidio assistito nel nome di una pazza speranza di immortalità dopo la l'oblio.
Impiegò qualche secondo di troppo prima di parlare: lei stessa cercò dentro di sè quale decisione fosse disposta a prendere, anche dinanzi ai Goryo che erano inaspettatamente arrivati quel giorno. Gli occhi della Comandante spaziarono sul fiume assassino, udendo a malapena le parole del predicatore che ancora si levavano nell'aria sempre più scura dalla sera incipiente e dalle nubi cariche di tetre promesse; "Il Bakana è vicino alla foce", diceva. "Si ricongiungeranno presto con i loro compianti", assicurava.

Lei vedeva solo eutanasia.

Le fiamme delle fiaccole danzavano sempre più irrequiete nelle mani dei soldati.
Cercavano risposte: tutti quanti, lì, si affidavano a lei perchè decidesse che fare. Lei non ne aveva, non lo sapeva.

« Lasciateli ai loro riti.
Se Matai Anizh non è intervenuto, non lo faremo neppure noi.
»


QM POINT ::
Post d'intermezzo, in cui vi chiedo di postare anche brevemente le reazioni dei vostri pg dinanzi allo scenario descritto. Al di là dell'evento in sè, infatti, appare chiara a tutti quanta disperazione regni sopra i profughi di Tamra e quanta confusione ci sia tra i Regolari stessi circa la sorte dei loro rivali. Questo stallo non può durare per sempre, e eventi d'isterismo religioso come questo potrebbero solo che aumentare col tempo.

In più, vi chiedo di specificare nel post in-game (e scriverlo anche in Confronto) dove avete ora intenzione di dirigervi; avete infatti carta bianca nell'attesa dell'arrivo del balivo di Karm-Amat e, poichè la sera incombe, potreste voler sbrigare le ultime faccende prima del meritato riposo (difficilmente infatti il balivo arriverà prima dell'alba seguente). Come detto, dovrete scrivere nel post dove avete intenzione di dirigervi, non agendo autoconclusivamente. Se credete necessario chiedere una sorta di consiglio o autorizzazione a Sadiyya o a qualcun'altro dei Regolari, potete chiedere in Confronto dove vi risponderò rapidissimamente.

Punti di interesse.
- Baraccamenti dei soldati;; i Regolari non hanno avuto davvero tempo di allestire un vero e proprio accampamento, quindi la piccola caserma costruita attorno alla bassa torre di guardia sopra il fiume è stata ampliata in fretta e furia con legno e tendaggi affinchè potesse ospitare una cucina e una mensa comune. Ormai manca un'oretta o poco più all'ora di cena, e molti uomini, finito il turno, si saranno radunati lì per discutere degli avvenimenti recenti.
- Padiglione degli ufficiali;; Sadiyya torna nella tenda del comandante, facendo la lista degli approvvigionamenti necessari e preparando turni e ordini per il giorno seguente. Potreste scoprire altro da lei, come i suoi personali pensieri su quanto sta accadendo e su cosa pensa che accadrà se così dovessero rimanere le cose. In più, potreste saperne di più riguardo alla nobiltà di Karm-Amat e sul balivo in arrivo.
- Tamra, campo medico;; potete attraversare il fiume, e spingervi sino al lazzaretto dove sono accalcati la maggior parte dei malati e dei moribondi dei profughi. Non vi sono altre informazioni disponibili.
- Tamra, tenda dei Clan;; la tenda più grande e meglio equipaggiata dell'accampamento, dove si riuniscono i leader superstiti dei quattro clan che governavano il regno indipendente di Tamra prima del maremoto. Non vi sono altre informazioni disponibili.

Nota per Zero: il tuo CS in percezione ti solletica la mente e ti fa percepire per qualche istante, durante la macabra cerimonia, una potente forza nascosta tra le fila della gente di Tamra. Scompare però quasi subito, perdendosi nella folla.
Nota per Sallahro: il tuo CS in intelligenza ti fa comprendere che il cambio climatico repentino non è un buon segno. Il tempo potrebbe - e quasi certamente lo farà - volgere al peggio nelle prossime ore.

Avete tempo sino a martedì 19/03 compreso. Per qualsiasi cosa, Confronto!
 
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.Azazel
view post Posted on 18/3/2013, 10:40




Desperate Times
Perwaine, Atto III
___ _ ___


~


Si fece largo tra la gente per ottenere un posto in prima fila. Lo spettacolo sembrava avere un tono alquanto macabro e ricco di fanatismo religioso.

« Dio degli Abissi, abbi misericordia! »
Una voce si elevò sopra al brusio generale, pareva lontana, quasi come provenisse da un'altra terra, un altro mondo, ultraterrena.

« Il mare ha reclamato molti figli con sè in questi giorni;
essi continuano a vagare senza meta al di fuori della casa del Dio Abissale, aspettando la vostra redenzione!
»
Un vecchio, pelato e barbuto, parlava al popolo ferito di Tamra, standosene lungo l'altra sponda dell'enorme fiume: il suo tono era quello di un predicatore religioso che tentava di circuire le povere anime, ma soprattutto le menti, delle persone esauste della situazione e della loro vita.
L'invito era quello di immergersi nelle torbide acque del Bakana.

« Sorella, chi hai perduto nelle onde? »
Chiese il vecchio ad una donna che faceva parte del suo stesso gruppo. Nessuno riuscì a captare la risposta dell'elfa ma non ve n'era bisogno poichè tutti capirono che ogni persona dell'altra sponda aveva perso tragicamente qualche affetto, facendoli cadere in quel vortice insulso che era la fede in un chissà quale Dio.
« Sono là, mia cara: sotto le correnti. Essi non dimenticano! Il Dio Abissale ha punito l'empietà di questa regione, e le difficoltà che ancora ci perseguitano sono solo prove per renderci più saldi nella sua fede. »
Un tetro e malinconico canto era l'inizio di un oscuro e sinistro rito: le nuvole sembrarono attirate da quella melodia e s'accumularono sopra le terre del Perwaine oscurando il sole mentre la temperatura iniziava ad abbassarsi e diveniva fin troppo fredda per un territorio arido e tipicamente arroventato.

« Il tuo dolore in questo mondo non aiuta chi cerca di sopravvivere;
puoi ricongiungerti con tuo marito nelle sacre acque delle dimore del Dio, se lo desideri.
Egli aspetta. Tutti loro, aspettano.
»
Il canto aumentò d'intensità come per voler sottolineare il punto focale del rito: il sacerdote accarezzava le acque del fiume mentre altri due discepoli si avvicinavano al corso d'acqua reggendo pesanti massi. Uno venne pure dato alla tremante donna elfica.

« Rinasci. »
Un'unica parola. Alle orecche di Klaus parve un ordine perentorio e impossibile da rifiutare. Tutto sembrò fermarsi, la gente e gli armigeri erano increduli e a bocca aperta, impossibilitati a reagire dinanzi allo spettacolo che avevano davanti, come se al contempo fossero spettatori e attori di un dramma del quale non avrebbero mai voluto sentir parlare.
« Rinascete. RINASCETE! »
Entrarono in acqua e sprofondarono nelle torbide profondità del Bakana e, assieme a loro, affogavano i dolori e le atrocità di una vita non degna d'esser vissuta per la troppa sofferenza e afflizione.

Tutti cercavano qualcuno in grado di ristabilire l'ordine, dare un senso a tutto quell'orrore, molti sguardi si focalizzarono sul Comandante Sadiyya ma anche lei sembrava colpita profondamente da quei suicidi anche se fu brava a mascherare ogni tipo d'emozione dinanzi ai propri sottoposti: « Lasciateli ai loro riti.
Se Matai Anizh non è intervenuto, non lo faremo neppure noi.
»
Disse, dirigendosi verso il padiglione degli ufficiali.
Klaus la seguì lentamente senza proferir parola poichè, obbiettivamente, non era assolutamente pensieroso e angosciato: si sentiva quasi un pesce fuor d'acqua. Fece spallucce, vi era ben poco in grado di smuovergli qualcosa nel profondo e quei patetici suicidi indotti da un folle fanatico non rientravano nella categoria.
Entrò nella tenda principale e si sedette su una sedia, a peso morto. Per poco non cedette sotto il tremendo peso del guerriero. Allungò le gambe e ne portò una sopra l'altra dopodichè iniziò a tormentarsi il pizzetto con la mancina, dubbioso sul da farsi.

« Chi era quell'uomo? » chiese, squarciando il velo di silenzio che era sceso sul padiglione.
« Potrebbe venire eliminato: mi sembra più un pericolo che un aiuto per la gente di questa regione »
Non era mosso da qualche sentimento caritatevole nei confronti della gente di Tamra, la proposta appena fatta al Comandante serviva a scrollarsi di dosso la noia che lo appesantiva più di qualunque altra armatura pesante esistente.

« Un sacerdote di un dio minore. Simili culti hanno trovato terreno fertile nella disperazione di questi profughi: se chi resta dei Clan di Tamra non si muove per primo per fermarli, noi non possiamo interferire. E non sono sicura che i miei superiori lo vedranno come una minaccia. Potrebbe stargli facilitando il lavoro. »
Rispose chiaramente il comandante. Non vi era altro da fare se non aspettare l'arrivo del balivo.



Ci tengo a precisare, Luca, che la noia di Klaus non è la mia. Non vorrei che ti facessi delle pare X'D

 
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Andre_03
view post Posted on 19/3/2013, 11:39




Rimase immobile a osservare.
Ciò che vide gli fece male due volte: una per le anime perse nel fiume Bakana, un'altra per la frustrazione e l'impotenza che lo pervadevano in quei momenti. Era sempre stato tollerante nei confronti di falsi dèi e misericordioso con i loro profeti, purché questi non inneggiassero alla tenebra come al supremo volere divino. Ancora non poteva dirsi certo delle intenzioni del sedicente sacerdote infradiciato, ma seppe dal primo istante di doversi guardare bene da quell'uomo. Lo intuiva come un fastidio sottopelle, una scheggia conficcata nella carne. Era lì, dolorosa e irritante, eppure non riusciva a trovarla e tanto meno a eliminarla. Il sacrificio di tante vite per una causa così ignobile gli dava il voltastomaco: quale dio ingiusto offriva salvezza tra i flutti oscuri delle profondità acquatiche? Quale infausta creatura traeva beneficio dalla putrefazione, dal degrado delle carni umide di un cadavere? Si accorse di stringere le mani a pugno così forte da avere le nocche completamente bianche.
Allora volse lo sguardo al cielo e cercò il sole: quasi non ve n'era più alcuna traccia.
Il cerchio di luce del Signore era nascosto da una coltre di nubi che prometteva tempesta, e solo qualche sparuto raggio fendeva quel manto grigio illuminando la vallata. Sallahro non si sentiva così da tempo. Aiutare i deboli era un precetto del suo ordine, dimenticato per tanti anni e usato come scudo in svariate occasioni.
Un prete rosso, un prete ipocrita, un prete mercenario.
Questo era, e sarebbe sempre stato.

« Tu sei un prete stronzo, Salla » sorrise tra sé e sé, ricordando le parole del suo più degno compare « Predichi bene e razzoli male come pochi. » Ai tempi, lui aveva sghignazzato e tirato giù un altro sorso di birra scura degli orchi. Erano entrambi ubriachi: « Un giorno quel tuo dio rosso ti brucerà vivo, e io sarò lì a godermi lo spettacolo. »

Di una cosa era certo: quel giorno sarebbe arrivato, prima o poi.
E lui avrebbe finalmente pagato per tutti i suoi crimini.
"Ma non oggi" si disse "Oggi posso ancora combattere, e lo farò."
Lanciò uno sguardo di sottecchi agli uomini del Goryo che lo accompagnavano. Erano con Sama Sadiyaa, la donna comandante. Rientravano nella tenda senza fare troppo caso a lui. Gli rivolse un ultimo pensiero: pregò che trovassero una via d'uscita per Tamra, pregò che convincessero l'emiro di Karm-Amat a essere ragionevole, pregò - ipocrita - che agissero con rettitudine.
Ma soprattutto pregò che non si mettessero sulla sua strada.

« Proteggili, Signore della Luce » un sussurro appena:
« Perché la loro veglia possa proseguire lontano dall'ombra, e dal terrore che vi si cela. »

Chinò il capo per suggellare quell'invocazione e si mosse rapido.
L'ampia veste rossa spazzava la sabbia dal terreno roccioso del Perwaine. Era una sagoma porpora indistinta che scivolava tra la gente, col cappuccio calcato sul viso a mascherarne tratti ed intenzioni. Soltanto le due spade appese ai fianchi potevano fare intuire una certa pericolosità - non superiore, per i più ingenui, a quella di un comune armigero male addestrato. Profumava d'arancia, ed era un sentore semplice quasi impercettibile. Gli conferiva un'aria di pulizia, cura della propria persona e attenzione ai dettagli. L'ideale per fingersi qualcuno che non era: negli anni si era spacciato per molte persone, ma quella del cerusico bizzarro, esotico, era una delle sue interpretazioni preferite.
Si costrinse a non sorridere, quando giunse in prossimità del ponte.

« Sono un guaritore » annunciò alle guardie in tono solenne
« Ho ricevuto l'ordine di portare assistenza ai profughi malati. »
Mentiva con quella naturalezza da quando aveva dieci anni, e ogni volta si sorprendeva di se stesso.
Per poco non gli sfuggì un ghigno compiaciuto:
« Lasciatemi passare. »


corollario


condizioni fisiche ottimali;
condizioni psicologiche ottimali;
energie residue 98%;

equipaggiamento 6x spade (2x infoderate e visibili - 4x nascoste nella veste); veste rossa (indossata);

capacità speciali maestria nelle armi (4CS); velocità (2CS); agilità (1CS); intelligenza (1CS); riflessi (1CS);
abilità passive qualsiasi oggetto diventa un'arma se impugnato come tale, il personaggio può tagliare le armi nemiche, le sue ferite causano sanguinamento passivo (Danza dell'acciaio); il personaggio non sviene al 10% di energie, resiste alle alte e basse temperature, non ha normale bisogno di mangiare o dormire e resiste alla fatica, i suoi consumi energetici sono ridotti (Benedizione della luce e del fuoco); la veste può nascondere fino a quattro armi al suo interno, e non produce suoni (La veste rossa);
abilità attive tentativo di persuasione Basso (Benedizione della Luce e del Fuoco);

-------------------------------------

note stavolta sono riuscito a fare le cose nei tempi giusti, yay for me!

resoconto azioni Salla, sempre più convinto di dover aiutare la gente di Tamra, si dirige al ponte con l'intento di raggiungere il campo medico. Utilizza nuovamente la sua capacità di mentire (Benedizione della Luce e del Fuoco, cfr. sotto) per convincere i soldati a lasciarlo guadare il Bakana. Nello specifico, questo si rifà alle parole "Sono un guaritore [...] lasciatemi passare".

-------------------------------------

CITAZIONE

Il primo compito di un officiante religioso è - da che mondo e mondo - imbrigliare le masse, come direbbero alcuni. Sallahro preferisce pensare che per diffondere il Verbo del Signore della Luce sia necessario saper scegliere con cura le parole da usare con ogni interlocutore, ascoltare e difendere i propri ideali con lucidità retorica e d'ingegno. Per fare ciò ogni accolito del Tempio rosso viene istruito sui metodi più basilari per liberare la mente dai turbamenti o dalle interferenze altrui al flusso dei pensieri: è sufficiente che il Prete rifletta sulla sua condizione perché ogni inganno - fatto salvo per quelli più invasivi - si dissipi in un istante. Così viene preservata la saggezza del sacerdozio e della verità divina. Al contrario però è possibile per Salla - così come lo è per altri Preti, talvolta più ferrati di lui nell'arte oratoria - fare breccia sulle menti più deboli con una menzogna. Sussurrare all'orecchio di un Re il consiglio sbagliato, la preghiera che lo porterebbe sull'orlo della sconfitta; far credere al cavaliere più valoroso che il suo onore è stato macchiato da un tradimento; ordire trame d'inganno per perpetrare un Bene superiore.
bassa/media; pergamena "Non sono stato io!" e pergamena "Rivelazione"


 
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view post Posted on 21/3/2013, 19:43

S c h e d aC o n t o


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desperatetimes
Camminavamo a passo svelto seguendo la scia di persone che, bisbigliando e correndo, andavano ad unirsi in un informe folla tanto simile ad una macchia d'olio che si spande a vista d'occhio. Al nostro arrivo, le genti si fecero da parte, lasciandoci ammirare quello spettacolo raccapricciante.
Eravamo sulla riva del fiume, tutti con gli occhi puntati su quel piccolo gruppo di fedeli di un culto perverso, l'ennesima religione dettata dalla follia e figlia del periodo di tragedia.

« Dio degli Abissi, abbi misericordia! »
La prima frase uscita dalla bocca di quel vecchio, la prima soltanto di un'innumerevole serie di fandonie e criptiche profezie e credenze, che tanto parevano affascinare la piccola folla raccolta alle sue spalle. Lo guardai, interessato, come riusciva a ingannare a tal modo -con apparentemente solo parole- quelle persone? Quell'uomo era pericoloso, me lo sentivo.
Non ci volle molto prima che i miei timori prendessero forma: chiamò una donna, un'elfa, e le pose una domanda retorica per lei e per la folla: Chi aveva perduto?
Pareva voler dar spettacolo quel prete, e non nego di aver lanciato una rapida occhiata al mio compagno, cercando di carpire se almeno lui riconoscesse qualcosa in quelle parole a me vuote e prive di significato.
Promesse, consolazioni, e le solite cose che fanno aggrappare la gente alle religioni: risposte e conforto in ciò che la mente non può esplorare, la morte.
Mi stavo quasi per stancare di quel teatrino, quando accadde l'inaspettato. Due chierici si fecero avanti accanto alla donna, due pesanti massi in mano, ed il trio -lentamente- si avviò dentro il fiume. La reazione sulla mia riva fu di totale sorpresa e terrore, molte donne si voltarono coprendosi il volto con le mani, mentre i più tenaci persistevano a guardare deglutendo l'amara visione che la loro mente aveva già elaborato come epilogo di quello scenario.

« Rinasci. Rinascete. RINASCETE! »
E su queste parole i tre scomparirono tra le acque, in un boato di disgusto e urla proveniente dalla mia riva.
Rimasi immobile, impassibile in mezzo ad una folla sconcertata, e anche la dura comandante aveva quello sguardo di terrore che poco prima avevo avuto il piacere di assaporare nei suoi occhi stampato in volto. Alzai lo sguardo, fissai il vecchio. Era morto, ma ancora non lo sapeva.
Volli testare la sua mente, e prima che se ne andasse, instillai una piccola illusione a disturbare la sua vista, un piccolo avvertimento di ciò che gli sarebbe toccato poco dopo.

Dal fiume in piena, l'elfa appena annegata sarebbe sorta nuovamente. La pelle cadente e raggrinzita dall'acqua, parzialmente decomposta e cadente sotto gli occhi sbarrati e vuoti che solo un morto può vantare. Lambita dalle acque impetuose del Bankana, la sua figura rimaneva immobile, quasi schifata dal fiume stesso, e lentamente avrebbe sollevato il braccio destro, puntando l'indice contro il prete. « Ci hai mentito. Loro non sono qui. Presto verremo a reclamare il nostro tributo. »

Il vecchio si pietrificò innanzi alla visione, guardando con occhi increduli ma al contempo pieni di fede.
« Non avrai la mia mente, Maligno! Il Dio Abissale mi protegge! » Urlò contro la donna prima che svanisse come era comparsa tra le acque del fiume, lasciando libera la vista del vecchio alla mia figura, ormai una delle poche rimaste sulla riva. Continuai a guardarlo per qualche altro breve istante, il volto celato nelle ombre del cappuccio e la nera tonaca immobile al vento mi dipingevano alla perfezione con l'appellativo appena proferito dal Prete: Maligno.
Volsi il capo in direzione del ponte, e senza indugiare oltre presi ad incamminarmi verso di esso, del tutto intenzionato a trovare e sbarazzarmi di quel vecchio.

Status
Fisico. Illeso
Mente. Illesa
Energia. 99% . 100 -1

Tecniche
Attive
Ghost 1%
Passive
Perle 1,2,3,4 . Son of Sin

Diario
.Traccia.
Zero assiste alla scena sul fiume e lancia un illusione al vecchio per preannunciare la sua morte. Si dirige in seguito al ponte, intenzionato a trovare ed uccidere il prete.
.Note.
Seguendo la psicologia del PG, nel vedere che quell'uomo manipola la gente tanto da indurla al suicidio, si sente in qualchemodo sfidato/colpito nell'orgoglio da quel vecchio. Decide quindi di "sfidarlo" a modo suo.
dividerlinee
Astuzia2. Percezione2 -Human|Demon- Forza1. Riflessi1. Destrezza2

___C 40% • A 20% • M 10% • B 5%

HEART OF DARKNESS_Le ombre non sono altro che un'elemento come il fuoco, l'acqua l'aria e la terra, e come tali possono essere manipolare a proprio piacimento con l'ausilio della giusta tecnica. Catalizzando parte della propria energia, Zero è in grado di richiamare l'elemento oscuro per manipolarlo a proprio piacimento. A differenza dei quattro elementi, ai quali si possono attribuire proprietà fisiche, alle ombre sarà difficile attribuire una consistenza specifica, in quanto si potranno manifestare in varie forme sempre diverse. Potranno avere sembianze di sfere fluide, forme solide e lucide come il metallo, sorrette da un vapore violastro o ancora muri o scudi duri come roccia. La tecnica ha natura magica e può essere utilizzata sia in campo offensivo, sia in campo difensivo.
_VARIABILE

MIDNIGHT_Mezzanotte, Ora X, 00:00 o che dir si voglia, il momento preciso in cui due giornate coesistono, il momento da sempre ritenuto carico di potere esoterico; l'ora della fine.
La mente umana resiste alla follia proprio perché non sa quando la vita defluirà dalla membra del corpo, l'ora esatta della sua fine. Se un orologio impresso costantemente davanti agli occhi delle persone li avvisasse di quanto tempo dispongono prima della morte, sarebbe un mondo di folli nel quale la ragione non esisterebbe se non come puro concetto astratto. Dare limiti temporali alla mente umana la porta ad andare nel panico, a ragionare rapidamente e senza cognizione logica, letteralmente a impazzire.
Sfruttare questa debolezza della mente è uno dei giochi più divertenti per chi ha superato tali barriere di incertezza. Materializzare spade che pendono sul capo dell'avversario, coltelli che assaggiano la tenera carne del collo o ancora pure e semplici emanazione di energia oscura che attendono fluttuanti il momento per scatenarsi è di certo un ottimo modo per far andare nel panico i propri avversari, anche se la reale preoccupazione non dovrebbe essere per loro il quando accadrà, ma il come sopravvivere.
Tutte le manifestazioni, si scateneranno contro l'avversario il turno dopo essere state castate, a insaputa ovviamente del bersaglio, per il quale potrebbero rimanere latenti qualche secondo, giorni, mesi o anni. Essendo una tecnica di natura magica, anche se le emanazioni riportano oggetti fisici, il danno inflitto sarà di entità Alta e da ustione, eccezione fatta per le razze Avatar, che rispettivamente subiranno danni Critici se Angeli e Medi se Demoni.

_ALTO 20%

PHASING OUT_Come Abitante di due mondi, al varco tra mondo reale e mondo di sogno, grazie al Mala Zero ha la possibilità di scambiare il proprio piano di esistenza. Normalmente, qualcosa che viene inviato nel mondo onirico, smette di essere manifesto nel mondo reale -e viceversa- ma come i poteri delle Sei Perle Nere valgono nel mondo umano, valgono anche nel mondo astratto del sonno. Una Volta Sfasato nell'altro mondo, la figura di Zero rimarrà visibile agli occhi di tutti, ma sarà tangibile solo da attacchi caricati con energia, distaccandosi completamente da tutto ciò che riguarda unicamente il mondo materiale. Se colpito con attacchi fisici, la figura del ragazzo si vedrà semplicemente passare oltre i colpi, come se egli stesso fosse manifesto tramite una delle sue illusioni. Essendo il mondo d'incubo e quello delle tenebre strettamente legati, il passaggio in tale piano offrirà anche vantaggi di tipo mimetico alla controparte terrena dell'illusionista. Se si trovasse in un punto d'ombra, infatti, le tenebre lo avvolgerebbero istantaneamente rendendolo pressoché invisibile ad occhio nudo. Purtroppo il tempo di permanenza nell'altro mondo è di unicamente due turni, in quanto il corpo del giovane è comunque appartenente al piano di esistenza materiale e come tale esso esercita un diritto di rivendicazione di ciò che concerne i propri averi.
_MEDIO 10%

CONSTRICTION_Come esiste il piano materiale, esiste anche quello detto d'ombra, parallelo e compenetrante per certi aspetti con quello materiale. Uno specchio del mondo umano, visibile ogni giorno attraverso le ombre di ogni singolo oggetto, e tuttavia indipendente da esso. Le ombre seguono costantemente gli oggetti alle quali sono legate, ma chi dice che sia proprio così, e che non siano gli oggetti a seguire ciò che fanno le loro ombre? L'ombra propria delle persone non è altro che un riflesso della stessa nel piano oscuro delle tenebre, legata indissolubilmente al corpo in una costante danza sincronica di movimenti. Come è vero che ogni movimento nel piano fisico comporta un movimento dell'ombra, vale anche il viceversa. Manipolare l'ombra di una persona equivale a manipolare la persona stessa, come infliggere danni alla sua ombra infliggerà danni anche al suo indissolubile compagno. Sfruttando tale legame, Zero sarà in grado di scagliare diversi aculei d'ombra atti a colpire direttamente l'ombra dell'avversario, provocandogli il medesimo danno -di natura magica- che sortirebbero se avessero colpito direttamente l'avversario.
_BASSO 5%

SON OF SIN_Le tenebre e l'oscurità sono ormai indissolubilmente legate a Zero, catalizzate dalla presenza del Mala e penetrate ormai ad annerire quella che un tempo era l'anima candida di un ragazzo. L'essere nuovo che è sorto dalle ceneri nere di un passato d'agonia, ora brama vendetta, e tale sentimento non fa altro che alimentare il potere oscuro delle tenebre dentro di lui. Ogni emanazione magica atta a produrre danni sarà dunque molto più potente del normale, sospinta dal cuore nero che batte nel petto del demone, risultando come potenza di un livello superiore a quello descritto.
_PASSIVA



___C 35% • A 15% • M 5% • B 1%

NIGHTMARES_La capacità di manipolare la mente avversaria, facendole credere cose che in realtà non esistono, è molto affine con quello che accade nel sonno. Zero ha sviluppato tale pratica, rendendo del sogno il suo mondo e dell'incubo la sua arma, uno strumento di follia e terrore che non conosce limiti, che sfrutta il potere dell'immaginazione in negativo, dando vita alle più recondite paure, che spesso tormentano la gente anche da sveglia fino ad indurla alla pazia. Normalmente gli incubi straziano la nostra mente durante il sonno, relegati al mondo Onirico, ma quando il giovane ha ritrovato il Mala, il legame con il sogno è andato infranto. Il dolore mentale, l'incontrollata paura e la sensazione d'angoscia tipiche dei brutti sogni, al cospetto dell'artefatto, non sono più relegate al mondo dei dormienti, manifestandosi anche nelle menti sveglie delle persone. Un incubo ad occhi aperti: le principali paure, creature mostruose partorite dalle tenebre, acuti dolori, saranno solo alcuni degli effetti instillati nella mente avversaria, riducendo drasticamente le sue capacità cognitive fino ad indurlo ad un sonno perenne, un incubo costante dal quale nemmeno la morte potrà sottrarla. Gli incubi sono attacchi Psionici, e come tale per difendersi è necessaria una difesa adeguata.
_VARIABILE

TORTURE_Le torture sono da sempre afflizioni fisiche per indebolire la mente, sortendo un effetto psicologico attraverso numerose percosse, ma nulla vieta di fare anche il contrario. Affliggere la mente dell'avversario per indurre in essa dolori fisici è una pratica che rende molto più semplice il risultato finale. Mentre prima di sortire un effetto significativo, il soggetto deve essere a lungo torturato e snervato, proprio perché prima di intaccare la mente bisogna intaccare il corpo, agendo direttamente sulla mente si scavalca il problema principale della resistenza e dell'eventuale morte della carne. Tramite un contatto fisico, l'illusionista insinuerà nella mente dell'avversario un tarlo mentale,che indurrà nella sua mente attimi di estremo dolore: torture lunghe giorni, scene raccapriccianti, sconfitte dolorose, portandone al termine dell'incubo i segni tangibili sul proprio corpo. Nella realtà degli eventi la tecnica sarà istantanea, mentre per il bersaglio il tempo si dilaterà a seconda della tortura per esso scelta, e al termine della quale corpo e mente riporteranno rispettivamente un danno pari a Medio.
_ALTO 15%

STRUCTURAL MADNES_Piegare e plasmare lo spazio circostante senza deformarlo realmente, coprirlo semplicemente con uno strato illusorio capace di trarre in inganno chiunque capiti nel raggio d'influenza. Terre dell'incubo, lande da sogno o semplicemente una rielaborazione della conformazione strutturale del territorio. Tale architettura non sarà atta a provocare danni alla mente avversaria, ma a disorientarla, a farle credere di poggiare i piedi su solida roccia mentre si trova sull'orla di un precipizio, di dare la sicurezza di un riparo, quando in realtà si è più nudi di un bambino, o ancora di confonderlo e accecarlo con tenebre o nebbie illusorie. L'ambiente al completo servizio dell'illusionista, e da tale tranello mentale non sarà possibile liberarsene se non con apposite tecniche difensive: difatti anche se il bersaglio si rendesse conto di essere stato catapultato nel progetto folle della mente di Zero, gli sarà impossibile uscirne contando solamente sulla propria volontà.
_MEDIO 5%

GHOST_Fantasmi, emanazioni di un mondo ormai passato, semplici parti della mente che non vuole rassegnarsi allo scorrere degli eventi. Sondare nei ricordi, o creare tali immagini, sono la base dell'illusione e l'inizio della manipolazione mentale. L'illusionista sarà in grado di ricreare nella mente nemica, una sola immagine, che potrà essere un ricordo oppure un apparizione momentanea: un volto noto, una sensazione angosciosa, un'immagine di apocalisse. Oppure il momento migliore della sua vita, capace di distrarlo ed impedirgli di combattere. L'immagine colpirà solo la mente dell'avversario, modificandone le percezioni a tal punto da fargli credere che ciò che sta vivendo è effettivamente frutto della realtà e non di una mera fantasia indotta. Come ogni illusione, sarà possibile dissiparla tramite apposite difese psioniche.
_BASSO 1%

PAIN_La Mente è l'unica responsabile del dolore, allarme involontario che invia alla nostra consapevolezza per segnalarci l'entità di una ferita dannosa per l'organismo. Se si vuole provocare dolore, si deve prima di tutto colpire il punto designato, dal quale partirà una segnalazione al cervello e la risposta di esso sarà la sensazione di dolore. Chi riesce però ad agire direttamente sulla mente nemica, sarà però in grado di lanciare falsi allarmi, manipolando la mente nemica e facendo inviare segnali di dolore straziante in punti nemmeno sfiorati. Tramite questa azione alla base, l'intensità del segnale risulterà molto più vivida, disorientando il bersaglio e focalizzandone l'attenzione sulla zona colpita, distraendolo dal contesto ambientale e dalle situazione. Tale dolore, non sarà per tanto di tipo fisico, ma rimarrà sotto forma di danno puramente mentale.
_BASSO 1%



MIJUL | MAD DOG_ Fucile a due canne liscie tronche affiancate, piccolo e maneggevole negli spostamenti ma dotato di una potenza di fuoco fuori dal normale. Le due canne, infatti, sparano contemporaneamente due cartucce a pallettoni, liberando al momento dello scoppio una salva di sfere di piombo. Inutile dire che tale arma risulta letale se usata sulla corta distanza, e sulla media fornisce una potenza d'arresto notevole. Purtroppo, le ridotte dimensioni della canna, tendono a ridurre drasticamente la gittata totale del fucile e di conseguenza la sua efficacia. Mijul viene considerata un'arma di Medio calibro che necessita di essere ricaricata dopo ogni colpo tramite il meccanismo che spezza le canne dall'impugnatura facendo saltare i bossoli scarichi. In totale la lunghezza dell'arma è di circa 45cm: 35 di canne e 10 di impugnatura, ed è riposto sul retro della cintura nascosto dall'ampio mantello.

ARTAX | IRON SMASHER_Coppia di guanti che ricalcano le stile dell'armatura, mischiando alla stoffa e al cuoio placche di metallo per incrementarne la resistenza. Tali Armi -perchè di tali si può parlare- risultano mantenere nel complesso le funzioni di guanti, non impedendo dunque i movimenti, ma al contempo aggiungono potenziale d'impatto ai colpi sferrati a mani nude, grazie proprio ai rinforzi cuciti in essi.

MURAMASA | INSANITY_Lama forgiata dal leggendario Sengu Muramasa, eccellente fabbricante d'armi orientale, la cui vita è sospesa tra leggenda e realtà. Si dice che il fabbro fosse incline a scatti di violenza e pazzia, e che questo influenzasse le sue lame rendendo altrettanto folle e sanguinario chi le impugnasse. Nonostante la loro superba fattura, tali lame vengono schivate perché additate come portatrici di sventura, ed è possibile reperirle a pochi soldi da chi ne possiede una. All'apparenza si mostra come una katana molto classica, dalle finitura quasi rustiche, ma l'acciaio col quale è stata forgiata ha la particolarità di risultare opaco, scuro, non riflettendo in alcun modo la luce.

SUIT | DARK SKIN_Abito insolito e tetro, costituito da un corpetto di acciaio misto a stoffa, che garantisce una discreta resistenza ai colpi nemici. Dall'ampio cappuccio che cela sempre il volto di Hastur, eclissandolo in una tenebra perenne, si snoda un soprabito lungo, rinforzato da spallacci metallici che si legano in intrecci di cuoio e placche sino ai guanti.
Sempre sullo stile del torso sono le protezioni per le gambe, mischiando alla scura stoffa tracce di opache placche d'acciaio. Nel complesso risulta essere un armatura leggera, che dona una capacità difensiva discreta pur conservando la comodità nei movimenti.


MALA | PERLE DI DOLORE_Le Sei perle del dolore, un artefatto dimenticato volutamente, esiliato dalla storia per il suo orribile potere, bandito dalla bocca dei bardi, esiliato dai libri. Le poche testimonianze che ancora parlano di questo rosario nero pece, ne parlano con timore, associandolo alle tenebre e alla pazzia. Voci narrano che chiunque lo possegga perda il senno, tormentato notte e giorno da creature nere: in sogno come incubi e da svegli come ombre fugaci. La parte dimenticata -o taciuta- narra anche che, ogni generazione, una persona dovrà possedere il Mala fino a che morte non lo separi da essa. Se il portatore saprà accettare il suo oscuro potere, sarà in grado di oscurare i cieli e dominare le menti, se lo rifiuterà troverà innanzi a se una vita di supplizi.
Prima Perla_I poteri del Mala saranno a completa disposizione del prescelto: le illusioni da esso generate saranno null'altro che l'estensione della sua mente, basterà pensare a qualcosa che questa si materializzerà a tempo zero agli occhi della vittima nelle forme più disparate e improbabili.
Seconda Perla_L'affinità col mondo surreale dell'immaginario è catalizzata dal Mala, ponendo il portatore sulla soglia dei due mondi; quello reale e quello onirico. Richiamare gli incubi dal loro mondo per insinuarli nelle menti sveglie degli avversari, richiederà quindi un minore sforzo di quanto sarebbe richiesto se il varco fosse stato chiuso.
Terza Perla_L'energia Negativa del Mala, oltre che agevolare il passaggio delle creature d'incubo nel mondo materiale, ne incrementa esponenzialmente il potere. Ogni illusione castata nella mente del nemico sortirà un effetto più intenso del normale, che sia esso di dolore o di una qualunque altra emozione. Le illusioni che invece si vedranno agire sui cinque sensi, risulteranno essere molto più solide, e necessiteranno di una maggior opposizione da parte del nemico per essere infrante.
Quarta Perla_La natura malefica del Mala si lega indissolubilmente al suo portatore, ricoprendolo di un'alone di timore e sottomissione. Le menti deboli che si troveranno in presenza dell'illusionista, difatti, si vedranno pervasi da questo senso di paura e sottomissione, come se qualcosa li opprimesse.
Quinta Perla_Oltre che favorire e potenziare le facoltà Psioniche del portatore, il Mala ne incrementa esponenzialmente le conoscenze e le abilità, aprendogli la mente ad oscuri segreti e inducendogli in una frazione di secondo tutto il sapere riguardo all'illusione, all'incubo e alla manipolazione mentale.
SestaPerla_Sarebbe un arma a doppio taglio quella che ti garantisce un immenso potere verso l'avversario, senza premurarsi della sicurezza di chi la impugna. Sesta e ultima perla del rosario maledetto è rivolta alla difesa della psiche di chi ha accettato il suo nefasto potere. Chi impara a convivere con incubi e tenebre, ne sarà inequivocabilmente meno soggetto. Senza alcun dispendio energetico a carico del portatore, il Mala stesso dissiperà un'attacco psionico di Media potenza rivolto alla mente di Zero, riconducendo le illusioni nel loro mondo d'origine.




≈ CAPACITÁ
HEART OF DARKNESS_Variabile difensiva Personale 1/10 En. Bianca + Pergamena Variabile Offensiva Dominio del Male
MIDNIGHT_Pergamena Costellazione
PHASING OUT_Pergamena Corpo d'ombra
CONSTRICTION_Personale 2/10
SON OF SIN_Personale Passiva 3/10
NIGHTMARES_Variabile Offensiva Psion Personale 4/10 En. Verde
TORTURE_Attiva Dominio 3
STRUCTURAL MADNES_Attiva Dominio 2
GHOST_Attiva Dominio 1
PAIN_Pergamena Dolore

≈ OGGETTI
MIJUL | MAD DOG_Fucile Medio Calibro. 3 Colpi
ARTAX | IRON SMASHER_Guanti da combattimento. Danni Contundenti.
MURAMASA | INSANITY_Katana Maledetta. Danni Taglienti/Perforanti.
SUIT | DARK SKIN_Armatura Leggera
MALA | PERLE DI DOLORE_Passive Dominio 1,2,3 + Passiva Raziale + Cristallo della Conoscenza + Fascia Protettiva






 
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view post Posted on 24/3/2013, 00:07




( Riva nord del fiume Bakana, Accampamento dei Regolari, Emirato di Karm-Amat, Perwaine )
pov - Klaus

I minuti trascorrevano lenti; Sadiyya stava seduta su uno spartano sgabello di legno, scrivendo furiosamente note e numeri su una pergamena. Di tanto in tanto lanciava un'occhiata al famigerato van Schwarz, fissandolo senza pronunciare parola con quel suo sguardo orribile del tutto privo di femminilità. Quattro candele color avorio illuminavano il tavolo sulla quale avevano potuto ammirare la mappa della regione attorno al Bakana: le fiamme, arancioni e dorate, restavano vive nonostante il vento cominciasse a farsi sentire sconquassando le forti pareti della tenda. Gli ululati e gli scricchiolii che il clima stava provocando stavano rendendo nervosi gli altri ufficiali invitati nel padiglione per desinare: il risultato era una cena frugale e sommessa, fatta di cenni più che di chiacchiere. La tensione era percepibile con tatto: non solo la situazione con i profughi andava aggravandosi di giorno in giorno, ma l'improvviso arrivo di emissari del Goryo, accompagnato dalla raccapricciante immagine di follia collettiva a cui avevano assistito, rendeva l'animo di ognuno meno saldo e più incline al litigio.

« Non fate caso ai miei sottoposti. », commentò la Comandante dei Regolari, evitando di alzare lo sguardo dai rapporti che stava redigendo e copiando. Il lavoro era lento ed accurato: giorni prima aveva dato ordine di tenere conto delle provvigioni che ricevevano e di catalogarle in un preciso inventario; casi di furto erano già accaduti - ed adeguatamente puniti. In realtà Sadiyya non si fidava neppure dei suoi uomini, perchè sapeva che, esattamente come molti cittadini di Karm-Amat, non gradivano affatto l'elemosinare di chi restava di Tamra. Così si era premurata di nominare dei fidati logisti affinchè mettessero per iscritto ciò che arrivata dalla città, come vi arrivava e per quale ora. Quando poi veniva il tempo di distribuirlo ai disperati, Sadiyya faceva ripetere il procedimento, individuando così eventuali mancanze. Il magazzino veniva sorvegliato costantemente da tripli turni di guardia, e finora tutto era filato liscio. A lei restava solo da copiare le ricevute di cambio per poter provare ai suoi superiori la diligenza della sua condotta e quella dei Regolari sotto di lei.

« Ci sono alcuni che in questi tempi disperati mettono in dubbio l'autorità del mio comando. », disse, spostando le scartoffie alla sua sinistra. Intinse la penna nel calamaio, catturando nuovo inchiostro. La sua espressione era studiatamente simulata, affinchè solo Klaus potesse intendere le sue parole. Il desco della Comandante stava infatti più distante rispetto alla lunga tavolata che prima, quando erano entrati nel padiglione per la prima volta, era stata svuotata con un semplice ordine: ora la sala contava almeno venti graduati, tra i quali era riconoscibile anche il sergente che li aveva condotti al campo. « Nonchè il vostro. »

Se Klaus si fosse guardato attorno, avrebbe notato più di un paio d'occhi puntati su di lui. Un gruppetto di quattro uomini pareva osservare le sue mosse, parlottando tra loro. Uno di essi aveva il cranio rasato, l'espressione strafottente sul volto e il fisico tarchiato di chi è abituato a dare ordini, non a riceverli; un altro aveva un fisico esile ma alto, il cui viso pareva seguirne i lineamenti con tratti sfuggenti circondati da riccioli mori. Gli altri due erano una singolare, giovane coppia di gemelli biondicci, il cui interesse sembrava più che altro catturato da ciò che avevano nel piatto piuttosto che ai gesti del guerriero Goryo.

« L'attesa sta logorando la disciplina dei soldati. »

Sadiyya alzò lo sguardo, pronunciando quelle parole come una sentenza. La frase era rivolta a Klaus, ovviamente, ma i suoi occhi fissavano un terzetto di soldati che stava facendo ingresso nel padiglione; le braccia di due di essi reggevano una donna male in arnese, praticamente nuda, bagnata e sporca di fango.

« Tamra potrebbe non avere il tempo di attendere le vostre decisioni. »

Si zittì istantaneamente: i tre portarono la donna al loro cospetto, esibendosi in un rigido saluto militare. Non v'era dubbio che quegli uomini avessero l'aria più da mascalzoni che da soldati, poichè l'uniforme era palesemente in disordine e il rossore sui loro volti indicava o che il vento, là fuori, s'era fatto davvero forte, oppure che avessero faticato molto per catturare la ragazza. I loro capelli erano scarmigliati, le loro fronti umide di sudore. La sera e il repentino cambio climatico non aveva scacciato la cappa di calore che regnava sulla regione.

« Comandante. », prese la parola uno di loro, un trentenne ben piazzato con un'espressione sagace sulle labbra e la carnagione olivastra. « Questa intrusa è stata scovata sulla nostra riva del fiume, mentre cercava qualcosa nel canneto. »

« Mio figlio! », lo interruppe la donna, tremando visibilmente. I suoi tratti erano addolciti dalla giovane età, ma era evidente avesse ascendenti di razza orchesca. La mezzorca aveva infatti il naso schiacciato, la mascella troppo larga per essere umana e le ossa robuste e forti. Nonostante la sua costituzione naturale, tuttavia, il suo corpo era disseminato di lividi, graffi ed emaciato dalla fame e dalla disperazione. Quelle abrasioni sulla schiena e sulle cosce, poi...

« Non c'era nessun altro. », sentenziò brutalmente l'uomo, zittendola. Lei cominciò a piangere, scuotendo il capo e strigendosi tra le proprie braccia, violata.

Sadiyya storse la bocca, poi passò il proprio sguardo su Klaus.

« E' tassativamente vietato per i profughi tentare la traversata del Bakana.
Con questo tempo e la notte incombente, poi, è quasi un suicidio.
Il Goryo comanda: qual è il vostro pensiero in merito?
»

( Riva sud del fiume Bakana, Regione di Tamra, Perwaine )
pov - Zero

La strada venne immediatamente aperta, quasi scardinata dal carisma di Sallahro.
Il ponte sul Bakana era solido e largo, molto più di quanto si potesse apprezzare dalla banchina: doveva essere stato costruito in tempi remoti con arti edilizie da molto dimenticate. Il largo fiume vi passava sotto di esso senza intaccarne le fondamenta di granito, scivolando via verso l'oceano. La sera era stata rapidamente anticipata dalle nubi scure che si erano addensate durante la cerimonia, ed ora l'oscurità era solo rischiarata dalla luce danzante di decine di fiaccole piantate sul perimetro del corso d'acqua.
Le ampie falcate di Zero divorarono rapidamente i piedi che separavano il lato settentrionale da quello meridionale del Bakana; forse fu il buio, o l'ipnosi generale che il suicidio dell'elfa aveva rapito l'attenzione di tutti, ma nessuno notò lui o il sacerdote del Dio Rosso. La folla si era già diradata, e pochi sbandati bighellonavano ancora attorno al prete visionario; i più camminavano senza metà cercando qualche angolo confortevole dalla quale ripararsi dal vento, adocchiando questa o quella tenda malmessa per vedere se qualcuno che conoscevano poteva offrir loro riparo e un magro ristoro. Nessuno, ormai, si illudeva più: nessun cibo sarebbe stato distribuito prima del pranzo successivo, quindi tanto valeva cercare di zittire lo stomaco vuoto con un sonno agitato e scosso dai brividi.

Quando Zero piombò sul vecchio, nessuno lo fermò.

« Tu! », gridò il predicatore, scuotendo il nodoso bastone davanti a sè per tenere lontana la terribile aura di oppressione dell'oscuro uomo del Goryo. « E' opera tua, vero? Fai tornare le anime al cospetto del Dio Abissale! »

L'illusione che Zero aveva proiettato nella sua mente doveva essere ancora presente, o quantomeno il ricordo di essa pareva difficile da sradicare dal suo subconscio. L'uomo quasi piangeva, agitandosi nell'acqua bassa del fiume che gli cingeva le caviglie. Nonostante urlasse, la naturale fossa nella quale scorreva il Bakana impediva ai curiosi di vedere ciò che stava accadendo là sotto.

« Questi uomini tristi meritano la pace, non i tuoi sortilegi! »
Il sacerdote stava piangendo, allontanando spettri invisibili. La pena che si celava nei suoi occhi era evidente, ma c'era anche qualcos'altro, qualcosa che andava al di là del fanatismo: il vecchio sembrava davvero preoccupato per le anime dei disperati che, secondo la sua fede, traghettava verso lidi sommersi per ricongiungersi con i defunti del maremoto. L'idea che qualcuno potesse disturbarne il riposo per vendicarsi delle sue parole gli dilaniava la carne come una tigre azzanna il tenero collo di una gazzella indifesa.

« Abbi pietà! », invocò; non era ben chiaro se fosse per sè o per la suicida. « Pietà! Pietà! »

Con un grido disperato, si scagliò contro Zero, facendo calare l'asta da predicatore sul suo capo.

( Riva nord del fiume Bakana, Accampamento dei Profughi, Regione di Tamra, Perwaine )
pov - Sallahro

« Oh. », fece la guardia, del tutto sorpresa dalla comparsa di quel bizzarro uomo rosso vestito. Squadrò Sallahro per qualche istante, quasi inebriato dall'aria curata ma esotica del Goryo, poi assentì convinto mentre il suo compagno a fianco già si faceva da parte per permettere il passaggio. « Prego. E' molto nobile da parte tua. »

Le parole mielate del sacerdote erano riuscite ad aprire la strada, un varco che anche Zero sfruttò per attraversare il fiume. Il Bakana, che nel pomeriggio era apparso bianco latte e circondato dall'arsura delle regioni meridionali, ora pareva un pozzo scuro e maligno, visibile solo per le tinte violacee che le torce proiettavano sulla sua superficie increspata dal vento. Nonostante la brezza fosse piuttosto fredda, cosa inusuale per la regione ed il periodo dell'anno, l'umidità e l'afa rimanevano soffocanti.

Non furono pochi gli occhi a seguire l'incedere di Sallahro: già il fatto che avesse vesti pulite pareva un miracolo per la maggior parte dei profughi dell'enorme accampamento, figuriamoci l'aria in salute che emanava. Attraversando la fangosa mulattiera principale attorno alla quale era sorta la tendopoli il prete del Goryo potè osservare decine e decine di drammi umani: malfermi e zoppi, guerci e moribondi, affamati senza speranza che cercavano di consolare i bambini in lacrime dal digiuno.
Nessuno lo ostacolò. Probabilmente la vista delle spade che gli cingevano i fianchi dissuase i più intraprendenti, ma nella maggior parte dei casi nessuno ebbe le forze di chiedergli chi fosse e dove si stesse dirigendo: erano davvero poche le forze ormai nascoste negli infelici abitanti di Tamra.

Come anticipato da Sadiyya, le razze che si mescolavano nell'accampamento erano diverse - metaumani. La maggioranza era certamente mezzelfa, riconoscibile per la corporatura umana ma i tratti somatici del volto degli elfi. C'erano poi mezz'orchi, frutto forse di qualche violenza di una tribù di razziatori, ma anche una certa minoranza elfica e nanica. Gli abitanti di Tamra erano per lo più agricoltori e pescatori, ma quei pochi nani che abitavano i borghi sul mare si occupavano di carpenteria e metallurgia proprio come i loro antenati delle montagne.
Ora, senza più uno scopo, quegli stessi nani si aggiravano per il campo con le mani inerti, dimentiche della presa sul martello e del suono dell'incudine.

Se possibile, il lazzaretto a cielo aperto - per lo più un recinto costruito con carri e tendaggi sul limitare della foresta - era messo anche peggio.
Molti cadaveri rimanevano insepolti attorno alle vie che si dipanavano dall'ingresso, e molti tra i vivi accanto a loro non sembravano destinati a miglior sorte. Non erano pochi gli indaffarati che correvano da un malato all'altro, portando acqua e medicandoli come potevano, ma era tristemente chiaro che non si trattava affatto di cerusici o guaritori, ma semplici volenterosi. La maggior parte dei casi presentava la stessa, orrenda infezione: molti crollavano a terra per lancinanti dolori addominali, soffrendo di vomito, mal di testa e febbri sempre più elevate. Alcuni non riuscivano più a riconoscere le proprie sensazioni, perdendo completamente contatto con la realtà; la miseria che li circondava non aiutava affatto la guarigione e la stragrande maggioranza dei casi non portava ad una buona sorte. Il risultato era un'accozzaglia confusa di lamenti e fetore nauseabondo che nemmeno il vento sembrava capace di diradare. Grandi falò erano stati accesi per tenere illuminato chi era ancora vivo, lasciando relegato nell'oscurità chi ormai era ad un passo dalla morte.

Fu attraversando il lazzaretto per una prima ricognizione che Sallahro notò una scena particolare: un giovane mezz'orco, curiosamente in salute e vestito nella maniera più bizzarra che si potesse immaginare, stava intrattenendo un discreto numero di marmocchi di varie età e razze. Il suo volto, tinto da tatuaggi sotto gli occhi, era illuminato da un braciere davanti al quale stavano seduti i piccoli, estasiati dalla vividezza dei suoi racconti; gli occhi parevano pozzi verdi smeraldo, mentre il cranio, rasato ai lati, era incoronato da un'assurda cresta di capelli color pece. Ogni suo gesto era accmpagnato dal tintinnìo di qualche braccialetto di perline, conchiglie o ossicini, e la sua vitalità pareva dare forza anche ai malati nei paraggi.

I loro occhi si incrociarono per un istante.
Inaspettatamente, il giovane sorrise, chiamandolo con tono allegro:

« Bambini, salutate il sacerdote del Signore della Luce...! »



QM POINT ::
Tre situazioni molto diverse vi hanno diviso e vi vedono ora impegnati; non sottovalutatele, sono tutte piuttosto importanti per lo scorrimento della quest. Il metodo di postaggio è quello consueto - pertanto non quello rapido in Confronto, dove però, se lo desiderate, potete chiedere domande off-gdr di chiarimento o far valere eventuali CS per ulteriori dettagli.

Nota per Klaus: ricordati che in quanto Goryo sei la massima autorità nell'accampamento. A te onori ed oneri, e... attenzione!
Nota per Zero: Il prete ti attacca con un semplice colpo fisico con il bastone portato senza CS. Nonostante sia ovvio che non rappresenti una minaccia, non agire autoconclusivamente. Sei comunque libero di comportarti come meglio credi.

Perdonate il ritardo: ho avuto parenti tutto il giorno per casa oggi. Troppi, e troppo rumorosi. Considerato che ora come ora è il 24, avete tempo fino al 28/03 compreso. Considerato però che sarò assente, se doveste ritardare non mi arrabbierò (troppo).
 
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.Azazel
view post Posted on 28/3/2013, 12:19




Desperate Times
Perwaine, Atto IV
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~


Il vento sbatteva fortemente sulla tenda degli ufficiali mentre all'interno di essa vi era una calma e un silenzio anomali: Sadiyya era occupata a scrivere e mettere a posto scartoffie di vario genere e di tanto in tanto lanciava un'occhiata allo Schwarz.
Seduto in maniera scomposta su una sedia che miracolosamente ancora non cedette sotto l'immane peso dell'uomo e di ciò che si portava appresso, Klaus fiutava la tensione nell'aria come se avesse preso consistenza. Gli ufficiali presenti stavano mangiando e ogni tanto osservavano il guerriero: tra loro non proferivano parola preferendo utilizzare semplici cenni.

« Non fate caso ai miei sottoposti. »
Esclamò la Comandante rompendo il velo di silenzio.
Non invidiava la posizione e gli oneri di Sadiyya, tutt'altro: si chiedeva spesso come faceva a reggere tale peso, per non parlare poi del lavoraccio serale che consisteva nel controllare e ricontrollare tutte le scartoffie inerenti alla situazione in cui erano.
« Ci sono alcuni che in questi tempi disperati mettono in dubbio l'autorità del mio comando. Nonchè il vostro. »
Fece spallucce senza preoccuparsene. Di quei soldati non gliene importava granchè, figurarsi di quello che pensavano su di lui e i suoi compagni. Notò che vi era un gruppetto che parlottava sommessamente e osservava qualsiasi movimento del goryano, ma sorvolò senza indugio. Avevano già abbastanza problemi, ci mancava solo una rissa nel padiglione degli ufficiali.
« L'attesa sta logorando la disciplina dei soldati. Tamra potrebbe non avere il tempo di attendere le vostre decisioni. »
Poi il comandante si zittì di colpo quando un terzetto di soldati entrò nell'attendamento trascinando in malo modo una donna fradicia e mezza nuda.
Dopo un rigido saluto militare dinanzi al loro comandante, prese parola uno di loro.

« Comandante. Questa intrusa è stata scovata sulla nostra riva del fiume, mentre cercava qualcosa nel canneto. »
La donna urlò disperatamente facendo capire ai presenti che stava cercando suo figlio, o almeno così pensò Klaus. Un soldato la fece tacere rapidamente dicendo con fare aggressivo che non vi era nessun altro. Ma la donna, per la precisione una mezz'orca, era ricoperta di lividi e ferite che sicuramente non s'era procurata cercando nel canneto.
S'alzò in piedi, lo Schwarz, ipotizzando già cio che era successo.

« E' tassativamente vietato per i profughi tentare la traversata del Bakana.
Con questo tempo e la notte incombente, poi, è quasi un suicidio.
Il Goryo comanda: qual è il vostro pensiero in merito?
»
L'unico pensiero che aveva in merito era di schiacciare la testa dei tre soldati, o per meglio dire, delinquenti o farabutti. Ma per la seconda volta dovette acquietarsi e ragionare a mente fredda per capire come realmente erano andate le cose.
S'avvicinò ai soldati e alla donna, dopodichè prese parola, torvo in volto.

« Voglio sapere cos'è successo, per filo e per segno. Senza trascurare il minimo dettaglio anche su eventuali violenze ricevute » esclamò rivolgendosi alla donna, posando poi lo sguardo su ogni soldato « Inoltre, cos'è successo a tuo figlio? »

Se era il Goryo a comandare e se la sua intuizione fosse stata giusta, l'Esercito dei Regolari quella notte avrebbe fatto a meno di tre soldati.

 
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Andre_03
view post Posted on 2/4/2013, 11:22




Lo spettacolo a cui dovette assistere fu raccapricciante.
Un intero popolo si riversava sul fango, lungo la piana desolata, a morire di stenti tra strazi indicibili. Gli sguardi della gente erano vuoti, persi nella vacua tristezza di chi ha perduto ogni cosa cara o, peggio, gli affetti. I derelitti si muovevano tutti, senza distinzioni, con lentezza esasperante ed esasperata. C'era chi accudiva invano i malati, pur conscio dell'inutilità dei propri gesti; chi stava immobile a fissare l'orizzonte; chi rantolava contorcendosi per la fame e per la sete. Il cuore di Sallahro fu presto stretto in una morsa di angoscia tremenda. Sentì subito un'ondata di impotenza avvolgerlo come l'oceano aveva travolto Tamra stessa. Dinnanzi a tutta quella miseria, un singolo uomo non avrebbe potuto fare molto, e forse nemmeno sarebbero valsi gli sforzi di un'intera nazione. In lui si rafforzò la convinzione che Karm-Amat si trovava in una situazione alquanto precaria, per nulla facile da districare.
A un tratto si trovò dinnanzi una scena inaspettata, peculiare soprattutto per il contesto in cui avveniva: torme di bambini di ogni età e razza si accalcavano attorno a una figura solitaria, imponente seppure minuta. Un umano imbastardito dai tratti orcheschi e abbigliato con stravaganza, era di poco più maturo dei frugoletti che lo circondavano - sedici, diciassette primavere o poco più - e dava l'idea di un bizzarro capobanda.

Nel veder sopraggiungere il prete rosso, si fece radioso e lo indicò: « Bambini, salutate il sacerdote del Signore della Luce...! »
Colto alla sprovvista e un poco spaesato, Salla venne assalito dai trovatelli. Alla maniera disordinata tipica dei mocciosi, gli si fecero incontro con smorfie, burle, sorrisi e timide occhiate per lo più rivolte alle spade che gli pendevano dai fianchi. Lui ricacciò indietro la sorpresa e distese il viso in un'espressione rassicurante, paterna: « Buoni, bambini, buoni » cercò di placare i loro entusiasmi, dettati da curiosità e carestia insieme. « Non pensavo che il mio Credo fosse conosciuto così a sud » disse rivolto più a se stesso che al mezzorco, e aggiunse: « Qual'è il tuo nome, ragazzo? »

Sallahro appariva improvvisamente sereno nei toni e nei gesti.
Distribuiva carezze e buffetti agli orfanelli, sebbene avrebbe preferito elargire tozzi di pane e caraffe colme d'acqua. I suoi occhi irradiavano nel contempo fermezza, comprensione e affetto. Per qualche istante, gli adulti di Tamra erano passati in secondo piano, soverchiati dall'importanza di garantire un futuro a quelle scalcagnate orde di bimbi sperduti e affamati.


corollario


condizioni fisiche ottimali;
condizioni psicologiche ottimali;
energie residue 98%;

equipaggiamento 6x spade (2x infoderate e visibili - 4x nascoste nella veste); veste rossa (indossata);

capacità speciali maestria nelle armi (4CS); velocità (2CS); agilità (1CS); intelligenza (1CS); riflessi (1CS);
abilità passive qualsiasi oggetto diventa un'arma se impugnato come tale, il personaggio può tagliare le armi nemiche, le sue ferite causano sanguinamento passivo (Danza dell'acciaio); il personaggio non sviene al 10% di energie, resiste alle alte e basse temperature, non ha normale bisogno di mangiare o dormire e resiste alla fatica, i suoi consumi energetici sono ridotti (Benedizione della luce e del fuoco); la veste può nascondere fino a quattro armi al suo interno, e non produce suoni (La veste rossa);
abilità attive -

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note rieccoci, scusate il lieve (?) ritardo;

resoconto azioni -
 
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37 replies since 20/2/2013, 18:27   987 views
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