Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Sandstorm; die soldaat

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view post Posted on 5/4/2013, 20:01
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« Come va tua mano, soldaat? »

Raymond e lo sciamano erano all'interno di una piccola tenda di cuoio che puzzava di capra e zolfo, come tutte le altre. Erano tornati da poco dalla loro vana incursione ai Sospiri di Ferro, e al Lancaster erano state subito indicate le tende mediche: come i suoi guaritori non avevano mancato di avvederlo, aveva fatto male a muoversi non appena sveglio. Ora le articolazioni si lamentavano e pulsavano con forza, costringendolo a rimanere seduto mentre lo sciamano gli applicava diversi composti sulle zone dolenti.
Rispose con un cenno affermativo al suo badante, come a volergli dire che non c'era di che preoccuparsi. La sua mente in quegli istanti vagava intrappolata fra le informazioni di cui era venuto recentemente a conoscenza; l'unico risultato che erano riusciti ad ottenere dalla loro sciocca mobilitazione.

Razelan non era al comando. Razelan - o meglio, l'Ala Rubra - aveva sempre puntato a insediarsi nella Tomba della Chimera, dove lui, Raymond, aveva incontrato i Rooi Valke la prima volta.
Avevano combattuto con violenza le tribù pelleverde del luogo pur di mettere radici in quella zona, per poi dedicarsi ad eliminare chiunque non si piegasse alla loro fede.
Il Padre di Ferro... poteva forse essere legato alla Chimera?
Voleva forse l'Ala Rubra fare risorgere quel mostro? Era lei il Dio che adoravano così ostentatamente?
Ma allora perché rivoltarsi contro i quattro regni come gli aveva confessato una delle due streghe? Perché puntare al sovvertimento dell'impero come fine ultimo?
...E la maschera da Corvo che aveva recuperato da sotto le vesti di quella che aveva eliminato, cosa significava?

Tutte quelle domande gli provocarono un leggero capogiro, ma fortunatamente l'intervento dello Sciamano riuscì a distoglierlo da quel garbuglio di pensieri.

« Prova a muovere, su. »

Col palmo sinistro rivolto verso l'alto, Raymond strinse le uniche tre dita che gli rimanevano come fossero un artiglio.
Mignolo e anulare non erano le uniche cose che aveva perso durante quel viaggio, e sentiva che lo attendevano prove persino più dure. Per coprire la menomazione gli era stato dato un guanto d'arme artigliato: una protezione orchesca che fungeva sia da offesa che da difesa e che, benché non incontrasse esattamente i suoi gusti, aveva accettato di buon grado. Qualsiasi attrezzo col potere di allontanare quella nuova menomazione dalla sua vista era ben gradita, fino a quando non ci avrebbe fatto l'abitudine.
Lo sciamano annuì con severa accondiscendenza.

« Tu sta recuperando velocemente. Potere di oorblyfsel è veramente grande. »
Lo disse come se niente di quel recupero dipendesse dalla costituzione di Raymond o dalle capacità curative stesse dello sciamano. Quella realizzazione lo infastidì un poco.
« Ancora un paio di giorni e tu potrà tornare in guerra, soldaat. »

« E a che pro? »
La contestazione gli uscì di botto, senza che lui stesso potesse controllarla. Fu una reazione istintiva, come quando ci si piega di fronte a un colpo diretto allo stomaco.
Per un istante pensò di scusarsi e interrompere la discussione con un cenno della mano, ma rinunciò anche a quel pensiero.
Ora che si era espresso, tanto valeva manifestare i suoi dubbi fino in fondo. E poco importava se lo sciamano sarebbe stato in grado di comprenderli o meno.

« Razelan Vaash si è sempre dimostrato più intelligente di noi, nel corso di questa guerra. Ha sempre avuto una risposta pronta ad ogni nostra mossa, e di certo ha eretto quante più difese possibili per proteggere la Tomba della Chimera. »
Si concesse uno sbuffo stanco, asciugandosi la fronte dal sudore.
« Starà senza dubbio aspettandosi un nostro attacco, e non sono impaziente di scoprire quali diaboliche trappole abbia deciso di piazzare contro di noi, questa volta. »

« ...ma la realtà è persino peggiore. »
Il suo sguardo si incupì e intrecciò le dita fra di loro, concedendosi una breve riflessione matematica. Aveva fatto dei calcoli, negli ultimi giorni, e i risultati l'avevano terrorizzato.
« La verità è che anche disponendo di tutti i pelleverde di questo accampamento sul campo di battaglia - comprese donne e bambini - le nostre forze sarebbero comunque inferiori a quelle dell'Ala Rubra: loro dispongono dell'esercito privato di Razelan, della fu compagnia volontaria dei Falchi Rossi, di tutti i nomadi che hanno piegato col loro rituale e di chissà quanti altri Behemot, Eidolon o creature malefiche di questo genere. »
Scosse la testa, e con quel gesto una pioggerellina di sudore ricadde al suolo, fuoriuscendo dai suoi capelli.
« A Razelan non serve neppure ideare nuovi stratagemmi: gli basterebbe aspettare la nostra mossa suicida e guardarci mentre ci sfracelliamo contro le sue fila senza fine di uomini. Ha già vinto... senza neppure muovere un dito. »

Lo sciamano lo stava osservando severo, senza proferire parola. Sembrava stesse ragionando sulle parole del Lancaster con metodica freddezza, comprendendo appieno le sue preoccupazioni.
Quella reazione lo incoraggiò a continuare il discorso, cogliendo un barlume di comprensione nel suo atteggiamento.

« Senza contare le Maree, che sono ormai alle porte. »
proseguì con aria affranta
« Razelan potrebbe persino limitarsi a fortificare la Tomba della Chimera e guardarci morire fuori dalla palizzata, consumati dalle tempeste di sabbia. Senza armi d'assedio non vedo perché i nostri nemici dovrebbero scomodarsi a combatterci, invece di ridere dei nostri patetici tentativi di pressione. »

Cadde un lungo silenzio e Raymond affondò il viso nel palmo della mano destra.
Si perse nei suoi pensieri per un lungo istante, e quando rialzò lo sguardo vide lo sciamano tendergli una tazza di quello che sembrava essere tè nero. Lo accettò di buon grado, pur senza trarne alcun conforto.
Prima di rispondere ai suoi dubbi lo sciamano si prese tutto il tempo di terminare la sua coppa, facendo cadere un silenzio pesante ed imbarazzante. Quando parlò, lo fece però con voce onesta e sincera:

« Io crede che tu già ha soluzioni per molti di questi problemi, soldaat. Tutti quelli che sanno pensare a tanti problemi sanno anche trovare soluzioni alla maggior parte di essi. »
Il Lancaster sorseggiò imbarazzato il suo tè, e la sua mancanza di negazione fu presa come un cenno d'assenso.
« Tu è intelligente, più di quanto tu creda. Manca solo determinazione e fiducia in te stesso. »

Raymond prese a massaggiarsi le tempie con le dita della mano destra.
« Certo che lo so... potremmo impiegare i giganti come armi d'assedio... ho anche alcune idee per sfruttare a nostro vantaggio le Maree. Niente di tutto ciò può però compensare la mancanza di uomini... e io non voglio guidare il vostro accampamento verso un nuovo massacro. »
« Ma tu ha anche uomini, vero? »
« Sì, a mille miglia da qui e sotto il comando di chi comanda me. Non li hanno fatti venire con me prima, non permetteranno loro di muoversi ora. »

Ci fu una lunga pausa, poi lo sciamano riprese con severa gentilezza, versando ad entrambi una seconda tazza di tè.

« Donker Draak, tu sa cosa significa "soldaat"? »
« "Soldato" se non mi è stato spiegato male. »
Lo sciamano fece un cenno d'assenso; era stato Nazir il primo ad affibbiargli quel soprannome, e poi anche i pelleverde avevano continuato a chiamarlo in quel modo. Non ci aveva mai dato troppo peso.
« Ma non solo. Fra pelleverde termine soldaat assume altro significato: è forma di uomo che combatte onestamente con la vita; che da sempre suo massimo; che non teme ostacoli; che coinvolge tutti coloro che lo circondano; e titolo di chi preferirebbe morire sul campo di battaglia piuttosto che arrendersi al proprio nemico senza tentare. È nome di grande prestigio fra pelleverde; »
« è nome di eroe. »

Quelle parole fecero sussultare Raymond.
Pareva che quel termine lo perseguitasse. L'idea che tutti identificassero in lui la figura dell'eroe, quando non era nient'altro che un mangiacarogne portasventura.

« Soldaat si nasconde spesso dietro pelle inaspettata, sia per lui che per chi sta intorno. »
« Per noi il Soldaat è stato uomo. »

Calò un silenzio interminabile.
Raymond nascose il viso tra le mani per lunghi minuti, piegandosi in avanti.
Mormorò una preghiera a bassa voce, poi rialzò lo sguardo. Rinnovato.

« ...Ho bisogno di un favore, Shaman. »

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« Mi stai dicendo che è qui? Perché nessuno mi ha avvisato prima del suo ritorno? »
« Nessuno l'ha visto oltrepassare le porte, signore. È... È apparso come dal nulla! »
« ...Dov'è ora? »
« Nella piazza, davanti alla cattedrale! Sta... stava radunando una certa folla... »

Il Corvo abbandonò il messaggero sul ciglio della porta, allontanandosi con passo svelto fra le navate della cattedrale.
Raymond Lancaster. A quanto pare era appena comparso dal nulla proprio fuori dalla chiesa, senza che nessuno l'avesse visto entrare a Basiledra e dopo mesi di silenzio; lui e altri suoi pari stavano giusto per dichiararlo scomparso, e ora invece riappariva al centro della città, senza nemmeno degnarsi di fare rapporto alle sue principali autorità. Quella mancanza di rispettò montò in lui una furia cieca che lo spinse ad accelerare il passo.
Aprì le porte e venne investito dal sole pomeridiano, che tuttavia non lo infastidiva in alcun modo: la sua maschera era più che sufficiente a ripararlo dal riverbero.
Nella piazza innanzi a lui si era raccolta una grande folla rumoreggiante, tutta intenta ad ascoltare le grida di qualcuno che, dalla sua posizione, non riusciva a scorgere.
Si fece largo nella calca con voce severa e imponendo la propria presenza su chi gli sbarrava la strada, fino a giungere alla fonte di tutta quell'agitazione.

« ...Raymond Lancaster. »

Inizialmente fece fatica a riconoscerlo. Era vestito come un barbaro, con pelli di capra e fibbie di cuoio che a malapena coprivano le sue nudità, decorate soltanto da dei blandi drappi scuri che stavano annodati intorno al viso come stracci. Portava un orrendo guanto d'arme artigliato alla mano sinistra, e aveva abbandonato il fodero della spada. Il suo corpo pareva dilaniato dalla fame e dalla fatica ed era ben più sottile di quanto ricordasse, e ciò nonostante tonico. La sua pelle era sporca di polvere e aveva assunto un colore mattone a causa del caldo sole del deserto. I capelli gli si erano fatti più lunghi e sporchi, e così anche la barba.
Il suo viso, infine, era sporcato da una macchia verdastra della quale non seppe concepirne l'origine.
La figura del Lancaster andava e veniva, come un miraggio in lontananza; scompariva quando il sole batteva con insistenza su di lei e attraverso il suo corpo si poteva quasi scorgere ciò che stava dietro di lui. Come se fosse un fantasma, o come se non fosse realmente lì.

"che sortilegio è mai questo...?"
« Ormai pensavamo il peggio. Cos'è accaduto? Cosa ti ha trattenuto per così tanto tempo e impedito di contattarci? Hai molte spiegazioni da dare ai Corvi, e non vedo l'ora di ascoltarle. »
« ...Non credo. »
Quel rifiuto lo lasciò attonito per un istante.
« Prego...? »
« Stavo giusto informando la popolazione della minaccia che si sta sviluppando a meridione nell'intento di raccogliere quante più spade possibile. Razelan Vaash si è rivelato essere un nostro nemico e purtroppo non mi lascerà il tempo necessario a stendere un rapporto completo sulla situazione. Io stesso non ne conosco ancora tutti i dettagli. »
Il sacerdote trasalì sonoramente.
« Razelan... Vaash? Sir Raymond, devo ricordarti quanto delicati siano i rapporti tra i Vaash e l'impero? E tu vorresti muovere guerra aperta contro di loro senza consultarci? Questo è... »
« ...Necessario. Se avessi potuto agire in maniera migliore l'avrei fatto; credetemi. Purtroppo non ho molto tempo e il rituale con cui mi è stato concesso di manifestarmi qui ha una durata limitata. »
« Rituale? Ma se i Vaash sono tuoi nemici chi...? »
« ...Un gruppo di pelleverde. »
Il viso di Raymond si contorse in una smorfia.
« È... complicato. »

Il corpo del Corvo fu scosso da un tumulto di rabbia. Il sacerdote strinse con forza le nocche e la sua voce si alzò di diversi toni.
« Sir Raymond! Con quale autorità pensa di poter condurre questa operazione?! Attualmente abbiamo appena terminato di stipulare un accordo coi Vaash e non permetterò che...! »
« Con la vostra autorità, se possibile. Scavalcandola, se necessario. »
« E con quali ricompense pensa di spingere tutti questi uomini a collaborare con lei?! »
« I vostri soldi, naturalmente. »
« E LEI PENSA CHE IO PERMETTERO' A UN BARBARO ALLEATOSI CON DEI MOSTRI DI SOVVERTIRE I DELICATI EQUILIBRI DEL REGNO?!? »

La folla si azzittì improvvisamente e il Corvo riprese velocemente il controllo.

« Non ti rendi conto, Raymond, che non sei che una minuscola crepa nelle mura del nostro castello? Qualcosa che a malapena noi Corvi possiamo vedere, e alla quale possiamo riparare in qualunque istante... »
« ...un castello di vetro. »
« Azzannare la mano che ti ha nutrito fino ad oggi non ti porterà alcun bene, Raymond. Smettila di comportarti come un pazzo e fai come ti dico: i tuoi Signori si aspettano che tu ti comporti come loro desiderano, e soprattutto che li consulti prima di prendere qualunque iniziativa. Scavalcare il loro... il nostro... potere ci costringerà a prendere dei provvedimenti. »

Lo sguardo del Lancaster si indurì. Nella sua voce non c'era la minima esitazione.

« ...il mio solo Signore è il Sovrano. »



Edited by Ray~ - 13/7/2013, 19:26
 
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