Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

I Primogeniti » Occhi di Tenebra

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 7/4/2013, 14:28
Avatar

And...bla..Bla..BLA
·······

Group:
Administrator
Posts:
6,262

Status:


RkfDdln

"Cosa ve ne pare, signore?"

Seduto su quello che un tempo era stato lo scranno di Arrow, Edwin si portò una mano al mento, massaggiando lungamente il pizzetto ingrigito che da un po' aveva deciso di farsi crescere in nome di un aspetto più rispettabile e meno criminoso.
Non parlò subito, in parte perso nei propri pensieri ed in parte, evidentemente, preferendo gustare appieno quella sensazione solo un poco ruvida fra le dita. Ed infine, sospirando, abbandonò la testa all'indietro, poggiando la nuca sulla poltrona di pelle che lo avvolgeva.
"Non è male"
decretò con distacco, un che di annoiato ora ad affliggere i suoi tratti non più giovani
"Ma ad occhio e croce mi ha aggiunto quanti anni...dieci?" sospirò "Se avessi voluto sembrare un vecchio incartapecorito avrei espressamente chiesto un dipinto -vetusto- non -epico-, come invece credo di aver fatto"
Poco distante, un giovanotto sulla ventina ebbe come un fremito, l'evidente critica al quadro che pareva non metterlo affatto di buon umore. Edwin lo ignorò, o almeno fece finta di ignorarlo, gettando solamente una debole occhiata al suo secondo, Vrael, che sostava al suo fianco, anch'esso intento a rimirare il quadro.
Non era male.
Affatto.

Eppure l'ex Crostascura, ora Sindaco di Neirusiens e Saggio della Schiera di Diamante -nonchè sommo fondatore dei Danzatori d'Ombra- pareva incapace di farsi piacere quel volto cupo, scavato e sormontato da una vuota capigliatura brizzolata che il dipinto osava insinuare gli appartenesse.
Non era vecchio.
Che diavolo.
E nemmeno canuto.
E soprattutto non aveva quegli occhi vitrei e neri come specchi ossidiana, talmente duri da far venire i brividi. Con un sospiro Edwin si alzò improvvisamente in piedi, un paio di passi a portarlo dinnanzi alla finestra più ampia del suo ufficio, quella che dava sulla piazza principale di Neirusiens.
Li sotto, risa e felicità a sprecarsi, giocavano i figli di quella nera città, l'animo terso ancora avulso della mefitica aura che ovunque pervadeva strade, ponti, moli, cupa nube talmente spessa da togliere il fiato.
O era solo lui ad avvertirla?
"Vrael" chiamò dopo un istante, socchiudendo gli occhi "Potresti cortesemente accompagnare il nostro pittore fuori da questo ufficio e commissionargli, di grazia, un nuovo dipinto?"
Di nuovo, impossibile da ignorare, il ragazzo ebbe come uno scatto, le labbra a dischiudersi nel chiaro intendo di dire qualcosa e subito a richiudersi in risposta alla mossa del Secondo.
Questi, non senza una nota di rammarico, annuì solo una volta, aprendo le braccia come a voler indicare la porta al giovane.
Prima che entrambi uscissero, Edwin si voltò verso di loro, fermando con lo sguardo il pittore.
"E mi raccomando" lo ammonì freddamente "Giovane. E gioviale. E forte. Fino a prova contraria di Ian Arrow ce n'è già stato uno in passato. Non credo che ci servano anche i suoi fantasmi".

Solo dopo che i due ebbero chiuso la porta alle loro spalle, l'ora Sindaco tornò a scrutare al di fuori della finestra, seguendo con gli occhi prima il furibondo allontanarsi del ragazzo -piedi pesanti ed un evidente prurito alle mani a rendere il suo portamento esageratamente rigido ed impettito- e poi il continuo giocare dei fanciulli nella piazza. Fra di essi, come sempre, il ramato ondeggiare di ciocche rosso fuoco, grandi occhi ambra ad occhieggiare da un viso solo in parte contornato da scaglie rubino.
Socchiuse le palpebre, un senso di malessere a coglierlo per un attimo, greve chiudersi dello stomaco in un senso di nausea sopraggiunta.
"State bene?"
Il Secondo era tornato, e con lui lo sguardo preoccupato che gli rivolse dal riflesso della finestra. Solo una volta, Edwin annuì, conscio di avere ora uno sguardo veramente terribile. Veramente vecchio e degno della preoccupazione che Vrael gli stava rivolgendo.
"Certo"
lo tranquillizzò simulando un sorriso tirato
"Solo i soliti vecchi acciacchi che ritornano e di nuovi che sopraggiungono"
"Voi lavorate troppo, Edwin"
lo ammonì l'altro poggiandogli una mano sulle spalle. Il vecchio annuì stancamente, il calore di quel gesto a confortarlo per un attimo.
"Forse"
concesse sospirando per poi di nuovo, involontariamente, seguire la figura di Lyzari scomparire dietro un vicolo, una decina di bambini a seguirla urlanti.
"O forse è questa città a stancarmi. A prosciugarmi" una pausa "Da quand'è che non ci concediamo una pausa, io e te? Un momento di pace e libertà al riparo dalle bruttezze di Neirusiens?"
Il Secondo esitò un istante, la mano sulla spalla dell'uomo che si bloccava un attimo per poi allontanarsi, leggermente più fredda di prima.
"Strano che tu me lo chieda proprio ora. Da quattro anni, Edwin" rispose con un ghignetto avvilito "Quattro lunghi anni di scartoffie e doveri."
Quattro anni di instancabile, indefessa, dedizione al Potere. Al servizio di quell'inferno che solo gli idioti avrebbero osato chiamare Città.
Quattro anni di sacrifici e fatiche in ragione di vedere un futuro migliore per Neirusiens e per i suoi abitanti. Per poi capire, mese dopo mese, giorno dopo giorno, che due soli uomini, due soli cuori, non sarebbero mai bastati a quell'oscurità, a quella maligna fame per essere sazia.
Eppure, malgrado tutto, sembrava solo ieri.
Edwin si accigliò.
Solo ieri la fine di Ian e l'inizio di quel nuovo Sindaco tutto rudezze e malumori.
"Butta quel quadro"
l'ordine, secco, scivolò dalle labbra dell'uomo senza che questi se ne rendesse quasi conto.
"Brucialo."
Di nuovo.
Il Secondo sbattè una volta le palpebre, come incerto sull'avere o meno capito il senso delle parole del suo superiore.
"Ma è un bellissimo dipinto"
tentò di dire con voce bassa ma Edwin, secco, chiuse allora con uno scatto le tende
"In passato ho già visto occhi come quelli, ed ogni notte essi tornano a tormentarmi negandomi sonno e pace."
Occhi d'Abisso.
Occhi di Tenebra.

Una pausa, il silenzio della stanza che per un istante diveniva palpabile come un velo di nera seta.
"Preferirei non rivivere i miei incubi ricorrenti anche da sveglio"



Scena autoconclusiva con protagonista Edwin. Sono passati quattro anni dall'insediamento dell'Ex Crostascura a Neirusiens in qualità di Sindaco e con lui la città sta vivendo -apparentemente- un periodo di pace e benessere. Lyzari, rimasta insieme ad Aris all'interno delle mura, sta crescendo, conducendo una infanzia di giochi e peripezie. Malgrado l'apparente tranquillità della scena, qualcosa si nasconde nella mente di Edwin, una sorta di turbamento che egli fatica a nascondere tanto a se stesso quanto a Vrael, il suo secondo. La Cerchia di Diamante e i Danzatori d'Ambra, istituzioni fondate da Edwin e rappresentanti rispettivamente i poteri Esecutivo e Giudiziario, sono completamente attive.


Edited by Eitinel - 27/4/2013, 15:56
 
Top
0 replies since 7/4/2013, 14:28   99 views
  Share