Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Bloody Wings

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Drag.
view post Posted on 7/5/2013, 17:35 by: Drag.




Il dilemma sorse spontaneo in una manciata di secondi: intervenire e proteggere McKeane sarebbe stato interpretato da quest'ultimo come un gesto dovuto o un fastidio? Peggio, e se l'avesse presa come un'umiliazione?
Ingenuamente, Vaairo non vi ragionò su molto: lui vedeva un amico a terra che poteva diventare una sogliola umana sotto la mole di un ciccione maleodorante, quindi la scelta fu, inaspettatamente, ovvia.

Tese il braccio sinistro e chiuse la mano a pugno, lanciandosi a muso duro sull'aggressore.
Lo intercettò con un doloroso lariat da vero e proprio lottatore di strada, forte della sua costituzione a dir poco robusta; il ciccione, tuttavia, aveva molto più lardo - ed equilibrio - di quanto l'occhio suggerisse, perchè barcollò appena in seguito a quell'assalto. Le sue iridi larghe rivelavano tutto lo stupore per l'intervento del grosso mercenario Goryo, la cui attenzione, però, era ora spostata verso l'uomo che, furtivo, stava uscendo dalla locanda mentre loro si azzuffavano sopra Dave.

Quando lo vide, il cuore di Vaairo saltò un battito.

« Gerth!! »

Si zittì immediatamente, perchè aveva urlato senza pensare. Che diavolo ci faceva il vecchio uomo dei Falkenberg Korps proprio lì? Se era un testimone della scena del crimine le cui conseguenze erano in bella mostra al piano di sopra, la faccenda si complicava enormemente. Forse Vaairo non aveva ben chiara la portata di quello sfortunato incontro, perchè se fosse venuto qualcosa a galla lui sarebbe andato a fondo con Gerth, in quanto complice del suo prezzolato lavoro. Un lavoro di coltello che Vaairo tardava a portare a termine, certo, ma pur sempre un complice.

Mentre "Fortunello" si dileguava al di fuori dell'edificio, Dave stava prendendo di nuovo in mano le redini della situazione.
Si era alzato in piedi e, srotolata la frusta, stava guardando il pezzente che lo aveva aggredito proprio come un leone guarda una gazzella indifesa - e pronta al macello.

« Grazie, ti devo un favore. », disse, inaspettatamente.
Scelta azzeccata, Vaairo!
« Mi occupo io di questo. Tu fai tornare qui quel tizio, con le buone o con le cattive.
Presto, vai!
»

Il mercenario annuì, fiondandosi fuori.
Fece appena in tempo a vederlo imbucarsi nel viottolo a destra, veloce come un fulmine. Lui non era un centometrista, era più per le maratone e le lunghe distanze, quindi si rese immediatamente conto che l'avrebbe subito perso se non si fosse impegnato a fondo. Di gran carriera, quindi, si lanciò all'inseguimento. « Gerth! », gridò, correndo come un ossesso. « Gerth, dannazione, fermati! »
L'uomo non sembrò dargli particolarmente retta, perciò decise di sfruttare le sue capacità fisiche per colmare il gap che lo teneva lontano da lui - e che probabilmente si sarebbe rivelato fatalmente troppo esteso. Vaairo spiccò un balzo fuori dal comune, atterrando con un'agile capovolta ad un paio di metri dal suo bersaglio. Sentendosi braccato, reagì creando scompiglio con ciò che aveva a portata di mano, ovvero barili marci riposti ai lati della stradicciola.
Gerth, tuttavia, aveva ben più di quei semplici giochetti nella propria manica.
Gettò qualcosa a terra, uno strano oggetto sferico: la corsa impedì al mercenario di comprenderne la natura, ma essa divenne subito chiara quando una densa nebbia fumogena si sprigionò tutt'attorno a lui, impedendogli di continuare la caccia.

« Io non c'entro nulla! », urlò la voce di "Fortunello", allontanandosi verso un bivio del tutto invisibile agli occhi di Vaairo.
« Non voglio avere niente a che fare con i Goryo! »

Purtroppo, Vaairo non aveva alcun modo per vedere oltre la densa nebbia, quindi finì per andare in giro alla cieca, imprecando sottovoce per la frustrazione. Per qualche istante pensò che la delusione del fallimento negli occhi di Dave e Floki fosse un male minore del cappio attorno al collo per tradimento, ma quel pensiero venne cancellato alla svelta. Non era abbastanza intelligente per giocare d'astuzia, quindi non questionò l'opportunità che gli veniva offerta, dimenticandosi di coglierla. Vaairo era poi convinto che le parole di Gerth fossero vere, che lui non c'entrasse nulla. Il problema, però, restava: lui era, o poteva essere, un testimone. Non importava quello che pensasse lui, ma quello che Floki o Dave avrebbero potuto pensare se lui non lo avesse portato da loro. Curiosamente, stava preoccupandosi più della fama di Gerth che non delle conseguenze del loro accordo privato.
« Lo so! », urlò, sperando che l'uomo dei Falkenberg Korps lo sentisse.
« Ma se sparisci, penseranno che tu sappia qualcosa e ti daranno la caccia! E' l'ultima cosa che vuoi! »
Il che, alla fine, era anche vero.

La voce di "Fortunello" non gli rispose, ma in compenso fu il destino, o la fortuna, a guardarlo benevolo.
"Che culo", pensò Vaairo, osservando la brezza leggera e fresca dell'alba che allontanava il fumo prodotto dalla biglia magica di Gerth. Era piuttosto comune che a quell'ora la temperatura - solitamente torrida ed afosa - fosse gradevole, a Taanach. Quel vento era stata una vera e propria manna dal cielo.
Ovunque il mercenario guardasse, tuttavia, non v'era traccia della sua preda: nè in direzione della piazza, nè in quella che si tuffava nelle viuzze intricate di Vecchia Taanach.
C'era qualcosa che non quadrava.

Nè un rumore di passi, nè un'immagine sfuggente in lontananza...?

L'l istinto gli diceva che c'era qualcosa di anomalo. Un'illusione, forse? Vaairo non era molto pratico del genere arcano, men che meno del dominio della mente: a livello teorico poteva trattarsi di una immagine ambientale che cercasse di depistarlo, oppure l'intrusione mentale di qualche psiomante. No, quest'ultima opzione è impossibile, le sue difese sono invalicabili... Np che Gerth fosse capace di simili trucchi.

Non accadde nulla per svariati secondi.
Vaairo rimaneva lì in mezzo al bivio a guardarsi attorno come un idiota, tutto concentrato e dubbioso.
Curiosamente, fu ancora una volta la scelta giusta: fermandosi, aveva avuto modo di scoprire dove Gerth si focce cacciato.
Penzolava malamente dalla ringhiera del balconcino su cui era saltato per sfuggirgli, neanche a un metro sopra la sua testa.
Faceva leva sulle braccia, cercando di scavalcare la ringhiera nonostante l'evidente debolezza fisica per poi gettarsi dall'altra parte.

Si sentì un attimo svilito, osservando l'amico - era un amico? - lì appeso, e lui scemo a riflettere e pensare a chissà quali tricks psionici.
Allungò le braccia, afferrando Gerth per le caviglie e trascinandolo giù, facendo in modo che l'atterraggio fosse dolce e fluido. Quell'uomo era piuttosto vecchio ed esile, quindi non sarebbe stato un problema. « Per gli dèi, Gerth, davvero. Diamoci una mano a vicenda e prima di pranzo sarai libero, vedrai. Anzi, te lo offrirò io. », disse, cercando di immobilizzarlo. Quando però cominciò a metterselo sulle spalle per riportarlo ai "Quattro Amici", "Fortunello" si liberò dalla sua stretta allontanandolo con una spinta indignata. Sembrava tuttavia aver abbandonato ogni spirito combattivo, quindi prese a seguirlo comunque, camminando a passo lento.

« Sai, se scoprono che sono uno dei Korps, i Goryo daranno la mia testa a Shivian per cena. », cominciò, il tono greve e diffidente. « E non credere che non vogliano anche quella di chi ha accettato il nostro denaro. »

Quella era una bella grana.
Vaairo rabbrividì appena; avrebbe voluto dirgli che il sacchetto di denaro che aveva preso come acconto in realtà stava ancora sui gradoni dell'Arena dei Maegon, perchè poi l'attacco Kaeldran aveva fatto passare la sua ricompensa del tutto in secondo piano. Probabilmente qualcuno se li era anche presi, quei soldi, ma quel qualcuno non era lui.
Il succo, però, restava quello. Dubitava che gli altri Goryo avrebbero accettato di buon grado certi cavilli.

« Un motivo in più per stare buoni e rispondere alle loro domande, non credi? Se scappi alimenteresti solo sospetti. », Vaairo si zittì per qualche istante, riflettendo. « Di tutti i posti a Taanach, proprio lì dovevi trovarti stanotte? », commentò, sospirando.
Una gran bella sfiga.

Per un istante, Gerth parve aprirsi. « Non ero lì per caso, diamine! Stavo seguendo... » Si bloccò di colpo, conscio d'aver detto ormai troppo. Tirò un lungo sospiro, prima di continuare:
« Senti, se c'è uno psicopatico che se ne va in giro ad ammazzare Goryo a me e al vecchio Viktor non può che far piacere. Andrei a pisciarci, sulle vostre tombe. Facciamo così: ti dico tutto quel che so adesso, e poi mi lasci andare... Oppure getti entrambi in pasto agli altri tre cani di Shivian. E sappi che in loro presenza dalla mia bocca usciranno solo insulti. »
« Affare fatto. », disse Vaairo al volo, bloccandosi. Era un buon compromesso, in effetti; si guardò attorno per scongiurare orecchie indesiderate, benchè l'ora favorisse l'anonimato. Poi, lentamente, fece cenno a Gerth di continuare.
Gerth si avvicinò, sussurrando. « Credo che sia uno di noi... L'assassino, intendo... », disse, ovviamente riferendosi ai Korps. Si grattò la nuca, togliendosi un paio di cimici: un campione dell'igiene, il nostro "Fortunello". « Ho sentito questa storia, un po' di tempo fa. Un gruppo di incursori dei Korps è stato rilasciato da RotteNhaz nei territori occidentali, e il primo posto che trovano dove passare la notte è una fattoria. Vanno dentro per far baldoria, e ci trovano questo contadino e sua moglie. I soldati mangiano e bevono sotto gli occhi perplessi del contadino, che mica può dirgli nulla, saranno almeno una dozzina loro. Però comincia a dare fastidio e a lamentarsi quando uno dei soldati allunga le mani sulla moglie. Lasciala stare, dice al soldato, è mia moglie, non la puttana di tua madre. Parole molto tristi da dire a un Korps, Vaairo. Il soldato si trasforma, mostra al contadino i poteri che Viktor gli ha donato. Picchia duro il contadino, dopodiché lo mette a terra e lo riduce come questi poveri idioti morti negli ultimi giorni, appendendolo alla parete con un gancio. Devi sapere che certi Korps sono veramente forti..comunque, questo soldato si scopa a sangue la moglie del contadino, sotto lo sguardo del morto che li fissa dall'alto. Guardalo, dice alla moglie, dev'essere il tuo angelo custode, mi ha fatto passare la voglia di ammazzarti.
E dopo aver finito il soldato le dà una moneta d'argento. Come pagamento, credo. »

Wow, quella era tanta, tanta roba.
Vaairo non era un intellettuale nè qualcuno che sapeva ragionare bene, ma non ci voleva una laurea per notare tante, tante somiglianze tra quello che era accaduto al povero Albert ed al contadino del racconto.
Gerth si guardò attorno, circospetto.

« Non so dove sia questo soldato, ma può trattarsi di lui. Il suo nome è Ragnar, o qualcosa di simile...ha il marchio dei Korps inciso sulla fronte.
Questo è tutto ciò che so, te lo giuro. »

Vaairo rimase parecchi secondi a riflettere. Come detto, non era decisamente il tipo che risolve enigmi o trova soluzioni a casi misteriosi, ma il cervello ce l'aveva, quindi tanto valeva farlo lavorare di tanto in tanto. « Ti credo, Gerth. Non sei il tipo di persona che farebbe una cosa del genere. »
Allargò le braccia, come a voler arrendersi agli eventi. « Ti conviene sparire per un po': Dave potrebbe averti visto in faccia e nonostante l'età è ancora un bel mastino. Mi inventerò qualcosa sul tuo conto che lo faccia desistere dalla caccia. »

Curiosamente, Gerth lo ringraziò.
« Grazie. », disse, incamminandosi verso il vicolo; alzò una mano per accomiatarsi, sparendo nelle ombre del mattino.
« Ci vediamo, Vaairo. »

Il mercenario non disse nulla, rimanendo lì fermo ancora per un minuto buono.
Doveva tornare indietro, alla locanda: avrebbe spiegato a Dave che Gerth era uno dei tanti ratti della città, un amico del genere che si guadagna da vivere raccogliendo e vendendo informazioni - non sempre ed esclusivamente al clan Goryo. Visto la storia che gli aveva raccontato, c'era di che aver paura a spiegarla in giro, poichè i Korps erano davvero famigerati nell'Akerat: qualunque persona sana di mente ci avrebbe pensato due volte prima di divulgarla, soprattutto se non faceva parte dei Korps. Ecco, l'avrebbe raccontata così: Gerth temeva di bruciarsi tanti clienti facendosi vedere e sapere in compagnia dei Goryo - di Guardiani Goryo di rinomata notorietà come McKeane e Grimher -, e collegando subito l'efferato omicidio di Albert con gli altri tre avvenuti in settimana, nonchè alla storia che aveva appena raccontato, aveva avuto paura per la sua vita; i Korps l'avrebbero trovato e lo avrebbero accusato di divulgare i fatti loro, mozzandogli la gola - o peggio. Così, era fuggito.
Se invece fosse stato Vaairo il latore di quel racconto, e non Gerth l'informatore, allora lui avrebbe avuto salva la vita ed il lavoro.

Suonava plausibile, si disse, rientrando ai "Quattro Amici".


Status: illeso, mana 85% (evito di scrivere tutte le tech utilizzate).
 
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