Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Bloody Wings

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Drag.
view post Posted on 26/5/2013, 22:36 by: Drag.




[...]

Questa è la fine.

Respirò piano, lunghi e profondi ansiti di vita che scivolavano via dalle sue labbra appena dischiuse.
Questa è la fine.
Sentiva la terra muoversi sotto di sè; il battito del cuore era cadenzato e calmo, come se nulla più importasse. Aveva sognato spesso quel momento: a volte, vi era affogato dentro. Perduta la consapevolezza, restava solo l'animo da portar via. Vaairo sperava davvero esistesse uno spirito, un aldilà: era stato educato secondo quella fede. Era il credo inossidabile dei perdenti e dei falliti, il mantra dei delinquenti: lo aspettava una vita migliore? Avrebbe riso dei propri errori? Avrebbe cenato in enormi saloni, circondato dagli onesti criminali di tutte le ere, brindando alla cieca stupidità dei vivi?

Questa è la fine, pensò.
Il senso che tornò per primo fu, inaspettatamente, proprio la ragione; realizzò con un certo stupore di riuscire a pensare in quelle condizioni, e la cosa lo fece sorridere un poco. Con qualche secondo di ritardo, comprese anche di essere consapevole della sua prigionia: sentiva i pesantissimi ceppi ai polsi, le braccia tese sopra la testa dolenti per l'errata circolazione sanguigna. Doveva essere appeso, poichè non percepiva il suolo sotto gli stivali e la gravità gli stava scavando le ossa delle mani, che dovevano sorreggere tutto il suo corpo in maniera innaturale.
Era davvero buffo come riuscisse ad analizzare tutto questo, quando ancora non vedeva e a malapena udiva; il colmo dell'ironia giunse quando scoprì che, ovviamente, non era morto. Non l'avevano ammazzato, non l'avevano addobbato in quel modo infame come Albert e tutti gli altri.
Non si erano avvantaggiati della sua perdita di sensi.

Questa è la fine?
Soffocò una risata, trasformandosi in sommessi colpi di tosse.
No, forse non lo era.

Quando il mosaico sgranato di dettagli e figure si fece meno fosco e confuso, Vaairo distinse le tre sagome dei suoi aguzzini. Bè, meglio, due sagome e mezza, perchè Seraphim, lì a terra, era più una vittima che una carnefice.
Elias Takevada, Ragnar Takevada e Seraphim: i tre nomi dell'odio.
Scosse il capo per schiarirsi le idee. Scoprì di non sentirsi spaventato: tante volte Vaairo si era trovato ad un passo dalla morte, e aveva perso il conto di quelle in cui si era trovato ingabbiato da personaggi cattivi o psicopatici della peggior specie. Reid Volante avrebbe riso di gusto nel vederlo lì: lo avrebbe scrutato deliziato con quei suoi occhi verdi scavati dal vizio e dall'oppio, poi gli avrebbe offerto una pistola e gli avrebbe proposto uno dei suoi giochi folli in cui si moriva e si viveva con la casualità di una roulette.

Vaairo sbattè le palpebre, cercando di mettere a fuoco la scena. La luce delle lanterne lo accecava parzialmente e i fumi della droga con cui lo avevano steso faticavano a lasciarlo libero, ghermendolo come gli artigli di un leone.
L'usuraio - Facciagialla - era pieno di livore e di odio. Gli bruciava essere sulla lista nera di Floki, e maneggiava ancora la spada di Morpheus come se gli appartenesse, come se fosse sua...
Ragnar invece era di tutt'altra pasta, una bestia solo per nome uguale alla deviata Seraphim. Quell'uomo era pura cattiveria, un rigurgito di buio su una tela di pelle umana e necrotizzata. Ragnar era morto, solo che non se ne rendeva ancora conto.

« Dimmi Ragnar, sai cosa sono io? »

Morpheus: non lo aveva notato, anche se ne aveva sentito la presenza alla sua destra.
Appeso come lui, inerme - davvero? - come lui. Un'occhiata tra loro fu sufficiente: non erano infami, non avrebbero venduto un buon diavolo onesto come Grimher. Era sempre quello, l'onore tra criminali: non si fa gli sbirri con i propri compagni. Era una questione diversa con il drago, che una volta aveva rinnegato il Clan per stare con Viktor: Vaairo stava cominciando ad apprezzare la sua personalità solo ora, mentre prima era un semplice nome su una lista omicida. Floki però era un volto noto, un volto che non si meritava una soffiata - neppure in cambio della loro vita.

Questo, neanche a dirlo, schiarì la mente di Vaairo - e lo fece incazzare.

« Si. Un prigioniero. », rispose Ragnar, avvicinandosi al drago e comportandosi con lui in quel modo mafioso così scontato - così imperioso. « Trasformati pure nel lucertolone che sei veramente, non mi fai paura. Noi Korps abbiamo la pelle più dura di quella di un rettile. »
« E tu credi che se dovessi trasformarmi tu riusciresti a sopravvivere? Guardati intorno, sono più grande di questa stanza, e probabilmente dell'intero edificio. Se sei abbastanza fortunato da non finire sotto una mia zampa, ti crollerà tutto addosso. »
« Non ho paura della morte, Morpheus. Viktor mi ha donato una forza che supera ogni immaginazione. Sarebbe un immenso onore morire per il generalissimo. Ma di certo non finirò schiacciato sotto la zampa di una lucertola troppo cresciuta. Elias? »
« Sì? »
« Se le prossime parole che usciranno dalla bocca di quei due non saranno ciò che vogliamo sentirci dire, disegna un bel sorriso di sangue sulla faccia di Vaairo. Con la spada di Morpheus. »

La lama d'acciaio si posò sul suo volto, gelandogli la pelle al contatto.
Vaairo respirava piano. Sentì appena il "va bene" di Facciagialla, perchè ciò che vedeva si stava trasformando; stava diventando qualcosa di diverso e appartenente ad un altro tempo... Vedeva una cantina, un capannone, una caverna; una fioca illuminazione, gente riunita attorno ad un centro pulsante potenza come il cuore di un toro. Erano determinati, decisi - pieni di rabbia e frustrazione.
Erano i figli di mezzo della storia.

Valeria, Red, Reid, Sidabra...
Bob - Nikolai - Davie - Kolo - Jakob - Hedgar - Getki - Mishta - Harry - Alek - Nehj - Bartholomew - Lisha - Julie - Clarissa - Zal - DD - Jan - Paul - Zoey - Veronika - Brendon - Shad - Leva - Ai - Nyx - Acid - Marko - Ivan - Kat - Mora - Xia - Li'Ji - Evelynn - Alaine - Weston - Lucius - Wes - Raphael - Jack - Vi - Marissa - Avril - Willow - Nathaniel - Pat - O'Day - Yuki - Mary Kate - Stephan - Gaston - Malcolm...

E ne avevano davvero le palle piene.

« Benvenuti nel Fight Club. »

Vaairo conosceva un solo modo per risolvere i problemi, ed era la violenza.
La lotta non era un mezzo, ma uno scopo: con lo scontro tutto l'assurdo potenziale soffocato da secoli di rigore e mediocrità esplodeva in ferite e lividi. Il sangue lavava via i colpevoli e gli innocenti attraverso un'ordalia pagana dove la dose quotidiana di repressione s'infrangeva come vetro al suono di un naso spezzato o un arto fratturato.
Il volto del mercenario era umido di sudore: brividi freddi gli correvano lungo la schiena, come l'ansia che lo fulminava prima di ogni duello nella gabbia. Energia allo stato puro.
Scoppiò a ridere in maniera del tutto improvvisa, insensata; i nomi degli assassini ora avevano dei volti - tanto bastava.
Elias e Ragnar l'avrebbero imparato. Erano appena entrati nel giro, c'era tutto il tempo per educarli: c'era una nota, tuttavia, che neppure Vaairo poteva transigere:

niente puttanate nel mio quartiere.

« Ottava regola: se questa è la vostra prima volta al Fight Club -- »

La collanina di tormalina che gli cingeva il collo mutò esattamente come aveva fatto nella tana dei banditi di Volante, solo che stavolta la donna che si materalizzò, suadente e nera come l'ebano, lo accarezzò con il suo amore ruvido e materiale.
Non aveva occhi - solo pozze nere di minerale senza luce - ma fissava comunque l'usuraio nei suoi.

E si leggeva gelosia - pura, furibonda gelosia.



« -- dovete combattere. »

L'alter ego di Valeria si lanciò brutalmente contro Elias, tendendo la mano mancina verso l'esterno per allontanare la lama di Morpheus dal volto del mercenario. Era un'ombra nera nell'oscuro ring di una cantina sconosciuta, l'ira pietrificata della normalità di una ragazza priva di qualità e di difetti. Contemporaneamente, la sorella di destra calava un terribile pugno di pietra nera sull'usuraio, tentando di frantumargli il setto nasale
e fargli assaggiare tutto il peso delle vite fallite dei codardi combattenti del Fight Club.


Status: ferite di entità lieve sui polsi, mana 65% (-1xNullo 0%, -1xAlto 20%)
CS: 4, resistenza
Armi:
Desert Eagle: pistola (occhio del mago offensivo incastonato), 10 colpi per duello/quest.
Flashbang: 1x bomba accecante, riposta.

Passive da considerare:
gli stupidi non muoiono mai: abilità passive di Dominio Absolute Defense energia Bianca e Blu (istant-casting e auto-casting tech difensive)
circondarsi degli amici giusti, e non solo: abilità passiva di Dominio Abs Def energia Verde (parità di potenza/consumo difese a 360°)
la determinazione dei perdenti: abilità passiva della razza Umano (non sviene sotto il 10% di energie)
Tutto è una copia di una copia di una copia... : abilità passiva dell'artefatto Ninth Rule (permette di utilizzare la forma di donna in battaglia muovendola con il pensiero come se si trattasse di un'arma)

Tecniche utilizzate:
Tutto è una copia di una copia di una copia...: Chiunque mi porti al collo è un po’ uno sfigato, non mi illudo. Perché la gente per bene, quella con i soldi e che non ha bisogno di affermarsi perché sta già con il culo sopra le teste degli altri, quella dico, non ha bisogno di portarsi al collo una pietra che non vale una cicca. Giusto? Quindi, ecco, chiunque mi indossi deve essere stato mandato in buca dal destino parecchio tempo fa. E adesso forse farà il grosso con il suo bel gioiellino tra i suoi simili, tra quelli che non hanno fascino sufficiente a portarsi a letto una e farsi regalare la sua collana. Sei bravo sai? Proprio uno avanti, uno di quelli che mi farebbero sorridere se potessi. Ma scommetto che con tutte quelle arie che ti dai nemmeno lo sai. Cosa? Ecco, come volevasi dimostrare. Non lo sai che basta un consumo Nullo perché io improvvisamente mi sciolga dal tuo collo e mi trasformi in un elegante tatuaggio tribale su un punto del tuo corpo a scelta. E non fare quella faccia, ora. So esattamente a cosa stai pensando. Sì, anche lì, proprio dove preferisci. Ma aspetta di sentire la parte migliore, ragazzino: se spendi un Nullo puoi anche farmi assumere la forma di una donna. Senza faccia, senza tratti del viso, una donna color onice, apparentemente fatta tutta di tormalina. Alta poco meno di te, bella formosa, di quelle con le tette grosse e il culo pieno che ti piacciono tanto e con i capelli corti da un lato e lunghi dall’altro perché fa più lottatrice trasgressiva. Una donna che ha solo un accenno di occhi, una curva finta di labbra incapaci di aprirsi, un profilo di vestiti che non potrai mai sfilare. Bella seccatura, ne convengo, ma in compenso c’è anche un lato positivo: potrai usarla in battaglia, bello. Eh già, perché al Fight Club vietano le armi, mica le donne. Te lo avevo già detto che IO sono il Fight Club, il più sveglio e il più ganzo di tutti? No? Beh, ora lo sai.

Sono la vendetta sghignazzante...: E infine io sono la donna. Tutta quanta la donna. E tutte le donne. Quelle che ti sei portato a letto e ti sei sbattuto per bene, quelle che ci hanno provato ma erano talmente brutte che ti faceva vomitare solo pensare di pensarle, quelle bionde e quelle more e le rosse. E anche quelle pelate, che magari hanno la parrucca e il seno rifatto perché prima erano uomini. Una bella rogna, in realtà. Come loro io ho fascino se voglio. Fammi assumere forma di donna. E poi spendi un consumo Alto. Io lancerò sul nemico una psionica che lo obbligherà a guardare solo me, amare solo me, distruggere me prima di arrivare a te. D’accordo, basterà un alto per farmi a pezzi e dopo quel momento non potrai più farmi diventare donna per il resto del combattimento, ma mi pare che il gioco valga la candela, mh?

Note e riassunto: Come da Confronto, Vaairo evoca la forma di donna dell'artefatto che si lancia sull'usuraio, cercando con la mano mancina di allontanare la spada dalla gola del suo Vaairo; contemporaneamente, il pugno di roccia della mano destra cerca di frantumargli il naso.
 
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