Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Di Fattucchiere e Demoni, [Terreno di Caccia]

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Lill'
view post Posted on 24/6/2013, 22:08







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File di cipressi spezzavano ritmicamente l’abbraccio del sole pomeridiano, sempre confortevole per un viaggiatore, creando sulla via di campagna un intreccio d’oro e d’ombre. Beandosi del calore e di una pace mai conosciuta, il nano non prestava neanche attenzione alla strada, incurante di dossi e buche - andava, semplicemente.
Finché la roba lì dietro non saltava di sotto, per lui era tutto in ordine.
L’ennesimo sobbalzo del carro lo colse con il barilotto in mano, parte del contenuto sparso sulla barba e a terra; intimò ai due ronzini di rallentare, una sana stretta alle redini per convincerli. Con qualche ritrosia le bestie si adattarono ad un passo più blando, il ticchettio degli zoccoli che scemava.
Doveva poter bere tranquillo.

Mettendo il barilotto sulla sinistra del sedile, ma senza mai togliere una mano, Rick riprese il trotto. Non dovevano essere lontani dal crocevia, a capirci qualcosa della cartina che gli avevano dato, e il lavorare dopo pranzo non gli dispiaceva: avere la pancia piena faceva passare ogni altra voglia.
Correndo tra colline e pianure, i ciottoli della strada l’avevano portato in diversi posti, cittadine e borghi lontani, siti in varie terre; lui arrivava ogni volta con il carro e i due cavalli, i calli delle mani degni di un vero cocchiere e la puzza di birra e cibarie di un frequentatore di osterie. Il che era in effetti nelle sue abitudini, fermatosi nei vari villaggi.
Ma non stava percorrendo il sentiero per quello, in verità: il genere di merce nella sua stiva lo dava a intendere, così come il grosso maglio che teneva sempre al fianco – era in missione.
Ecco, una missione dal valore non capitale forse, ma sempre una missione.
O così gli avevano detto.
Ricevendo la lettera dei piani alti, il nano non aveva dato nessun cenno di fastidio. Era sceso da poco tempo in quelle cave e già gli affidavano compiti, vero, ma non è che a lui pesasse: insomma, finché si trattava di andare a comprare armi e vettovaglie in giro, non c’era problema. Se era solo una questione di viaggiare un po’, vitto e alloggio pagati a spese del clan, non gli dispiaceva neppure, in fondo.
Sembrava una sorta di gioco, paragonato al Midgard.
Per uno abituato a vivere ogni giorno come una sfida per campare, a lottare per ogni misero rimasuglio di cibo e ogni fonte di calore – non era niente quello, sul serio. Finché poteva fregare qualche barile di birra e del prosciutto tra le casse, avrebbe fatto qualsiasi lavoro – anche ucciso qualcuno, figuriamoci fare il cocchiere.
Ah, e l’aveva fatto.
Ne aveva ammazzati di orchi e creature semi-senzienti, per uscire vivo da due anni di vagabondaggi in quell’inferno. Se n’era mangiati di alleati e amici dell’attimo prima, pur di arrivare al domani – non era niente di speciale, spaccare qualche testa in più.

AAAAHHH!!

La sua occasione venne presto.

Da limitare del bosco, proprio in vista del crocevia, un urlo di bimbo si era levato. Rick arrestò di furia la carrozza, trovando un tronco che faceva al caso suo e legandovi i cavalli.

SE VE NE ANDATE…

Lo sguardo serio sulle due bestie, quasi fosse stato capace di mangiarseli se fuggivano. Il che non era impossibile, tutto sommato - purché ne avesse trovati di nuovi, in seguito.
Avanzando nella boscaglia, martello e scudo tra le tozze mani, il nano avvertì distintamente del movimento; oltre un grosso pino coperto di rampicanti intravedeva una radura, uno spiazzo toccato dal sole – lì stava accadendo qualcosa. Si avvicinò diretto, cominciando a roteare il martello per scaldare le mani: non era tipo da fronzoli, decisamente.
I tre individui nella radura lo capirono subito.
Un ruzzolio tra i cespugli, passi pesanti – ed eccolo lì, Rick, pronto ad abbassare la sua arma su qualsiasi intoppo, il volto duro come pietra.

Ciò che l’attendeva aveva le sue particolarità, d’altra parte: un vecchio e un ragazzino, asserragliati su un carro, e un giovanotto più in età a menare la sua spada in maniera sconclusionata.
Ah, e i vermi.
Le larve biancastre sciamavano tutt’intorno al carretto, avventandosi come mosche sul ragazzo armato. Grosse come piccoli cani, le creature rilasciavano un liquido strano, bavoso al loro passaggio - non invitante come il prosciutto che aveva sgraffignato per pranzo, di sicuro. Avventandosi sulla più vicina al carro, Rick la sotterrò con la grossa mazza; seguì un'esplosione di viscere e putredine, schizzando come un frutto troppo maturo. Anche i loro interni erano pieni di quello strano siero, si accorse dello sfrigolio prodotto da questo contro il legno del carro – un altro brutto segno.
Per fortuna, con l’ingresso del nano lo scontro sembrò cambiare direzione.
Concentrandosi sulle più isolate, l’energumeno con il martello diede modo al ragazzone di rifiatare, altrimenti assediato da un nugolo di quelle bestie. Le larve si accorsero del nuovo arrivato, ma l’effetto sorpresa gli concesse un vantaggio: un paio già schiacciate dall’altro, Rick infuse tutta la sua cattiveria nei colpi, senza pietà.
La tozza pietra del martello si ammantò di un fumo nero allora, denso. Menando in ogni direzione, i colpi del nano spappolarono senza eccessive difficoltà il gruppo di bestie velenose, aiutati dal giovane.
Finito il lavoro, il viandante si buttò sfinito contro un cipresso; tutti i suoi vestiti erano lordi di sangue e pappume, la barba e il martello incrostati da varia sporcizia - non solo altrui.
Riprendendo il fiato, il nano adocchiò il pattume sparso per tutta la radura.

Ecco qualcosa che forse non avrebbe mangiato.

[…]

"Hai visto, nonno?"

Lo dicevo che il Sorya non ci avrebbe abbandonato! Quei mostri ora se la vedranno male!

Il sole del pomeriggio a dirgli la via, il gruppo avanzava per la strada del bosco.
In un primo momento Rick era stato contrario a cambiare programmi, già carico com’era di merci. I piagnistei del ragazzino, però, alla fine l’avevano convinto – o così pareva.
Aveva recuperato il carro – esattamente dove l’aveva lasciato – e, seguiti i tre viaggiatori, si era deciso per svoltare. Camminando tra le fronde sarebbero giunti al villaggio in poco tempo, gli aveva detto il vecchio, e anche il ragazzone aveva insistito nel ricambiare il favore: almeno fatti medicare le ferite, aveva detto. Arrivato da poco al clan, Rick non poteva sapere delle insidie al confine del Samarbethe: l’Eden era un posto ancora sconosciuto per lui, confinato nel Midgard per anni, e notizie vecchie di mesi ancora cocenti novità.
Ciò che conosceva, però, era il valore degli artigiani di Turash: abili intagliatori di legno da generazioni, gli abitanti del villaggio nel bosco producevano tra i migliori archi in circolazione.
O perlomeno così diceva la mappa dei piani alti, quella che doveva seguire per acquistare rifornimenti.
Lui si limitava a leggere. Più o meno.

Con calma, Jess, non infastidire il signore Rick

Il vecchio al bimbo, così impaziente di vedere un vero eroe delle favole. Da quando si erano messi in marcia sui due carrozzoni, il ragazzino non aveva fatto che parlare, chiedendo al nano a destra e a manca sul Sorya, la torre e tutto il resto. Lui gli aveva risposto conciso, come al solito. Si trovava sempre a disagio quando c'era da conversare, facendo buona mostra del suo lato burbero – l’unico che aveva, in effetti.
Non ricordava di essere mai stato chiamato signore, d’altra parte: tappo, sguattero, lebbroso, beone, accattone, tutti nomi che aveva sentito, tra una scorribanda di mercenari e una tazza di liquore in osteria.
Ma Signore – no, quello mai.

E non se ne dimostrò degno, per carità.

Il villaggio arrivò in vista poco dopo, una graziosa cittadina immersa nel verde. I tre familiari lo invitarono da loro, ansiosi di darsi da fare per uno straniero, ma il nano rifiutò, propendendo per la locanda – finchè pagava il clan, meglio approfittarne. Certo era stato un po’ inusuale per uno come lui, il soccorso agli indifesi e tutto il resto – non aveva rivestito spesso quel ruolo, di recente. Negli ultimi due anni era stato troppo preso dal pensare a campare.
Gli ordini però erano chiari: rifornimenti per il clan e, secondariamente, eliminazione di eventuali intralci nel procurarseli.

E com’è da mangiare, in questa locanda?

Dei demoni in un villaggio gli parevano un intralcio sufficiente.








NOME: Rick Gultermann
ENERGIA: Gialla
CLASSE: Paladino
CONSUMI: Basso 6 3%, Medio 11 8%, Alto 22 19%, Critico 44 41%
ENERGIE:
DANNI:
EQUIPAGGIAMENTO: Scudo tondo, Martello, Armatura di Cuoio Pesante


PASSIVE

~Abilità razziale. Il tozzo ancora in piedi.
Rick non molla. Malgrado tutto.
Rick usa tutte le sue energie nella lotta, non si risparmia, lascia andare colpi tosti – e però non molla. Finchè non arriva allo stremo [10 % energie] il nano non vorrà proprio saperne di sentire fatica, acciacchi, roba del genere. Finchè non riesce in quello che fa, il nano non vorrà neanche sentirli i morsi della fame, il sonno, i crampi. Certo una birra la desidererebbe proprio a volte, ma a conti fatti ne fa’ a meno - lui è incrollabile.
[passiva Tenacia, razza Nano]

~Abilità personale. Sopporta!
Rick è talmente abituato a viaggi sfiancanti, contese infinite per miseri rimasugli di carne, che ha imparato l’efficienza, l’efficienza vera. Ha alzato il suo metabolismo a livelli inverosimili, appreso come compiere le azioni risparmiando il più possibile le energie. Si arrangia.
La cosa si traduce, nella pratica, con la possibilità di utilizzare le proprie tecniche con una riduzione del 3% sulle energie spese, a patto che queste rimangano sempre positive, ovviamente.
[sconto energetico 3% su tutte le tecniche, passiva]

~Abilità da dominio. Io speriamo che me la cavo.
Rick se la cava sempre, anche contro tutti i pronostici. Persino quando la situazione appare disperata, il nano sarà comunque in grado di imbastire una difesa: non importa quanto sia scomodo o inverosimile, qualcosa per salvarsi i fondelli se la inventerà sempre.
[possibilità di difesa istantanea – passiva Absolute Defense]


ATTIVE

~Batosta III. Questa sedia è la mia sedia!
O questo sasso è il mio sasso!, o questo servizio di piatti è il mio servizio di piattice ne sono tanti come lui ma questo è il mio!
I.Ecco, non è che Rick sia propriamente affezionato agli oggetti che possiede - anche perchè possiede ben poco. Ma il fatto è che, in situazioni cirtiche, ha imparato ad usare al meglio ogni circostanza o arma impropria; qualsiasi sia la natura dell’oggetto con cui sferra un’offensiva, infatti, egli è in grado di riversare in esso tutta la sua smania di vivere, l’oscuro sentimento ancestrale che l’ha portato ad essere così attaccato all’esistenza, malgrado tutto.
Un’ aura nerastra allora, che sa di sporco e maligno, rivestirà l’oggetto in questione, conferendogli per la durata di [2 turni] una potenza superiore. Macchie globulose e scarlatte, dall’aspetto primordiale come quello del sangue, correranno su è giù per quella nuvola di fumo nero, e la potenza dei colpi sarà pari a [medio]. Farà paura, per certi versi.
II.Allo stesso modo, egli sarà in grado di riversare tale potere in via puramente difensiva. Avviluppando uno scudo o un'armatura, ad esempio, l'aura oscura consentirà a questi di reggere per la durata di [2 turni] attacchi di una certa potenza; nel caso in cui a subire l'incanto - se così la si vuole chiamare, quella sporcizia nerastra - sia uno scudo o simili, esso potrà sostenere attacchi di potenza [media]. Nel caso il fumo circondi l'armatura invece, o una qualsiasi protezione da considerare a [360°], questa potrà reggere attacchi di potenza [bassa].
Dopo di che è probabile che l'armatura o la sedia o il piatto vengano buttati per strada. Un’affezione che di sacrale ha poco, decisamente.
I.[consumo alto, attacco/difesa di potenza media per 2 turni – Pergamena Arma sacra][magico]
II.[consumo alto, difesa classica/a 360° di potenza media/bassa per 2 turni – Abilità personale][magico]



RIASSUNTO AZIONI
Rick sente l'urlo, si avvicina e prende parte alla battaglia, usando "Questa sedia è la mia sedia!" nella sua prima e seconda versione (Pergamena del paladino Arma sacra, abilità personale): ciò che si trova a fronteggiare è un'unità di Scarti dei Molti, aiutato da un giovane armato di spada. La cosa si risolve in una relativamente facile vittoria, e il nano decide di andare nel villaggio di coloro che ha soccorso.


CITAZIONE
Semplice introduzione. Per questo, pur affrontando un combattimento, non ho specificato danni ed energie: le tecniche le ho segnate, quello sì, per dare l'idea di cosa Rick ha usato. Ma, dato il vantaggio (2 contro 10 larve che dovrebbero contare per 1), l'effetto sorpresa e le esigenze narrative, non mi sono dilungato. Il duello tosto ci sarà, ma non all'inizio.
 
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Lill'
view post Posted on 24/6/2013, 22:55







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In una radura aperta verso il cielo, Turash si rivelò un villaggio ben fatto, per quanto isolato. Rick poté notare la solidità delle case in legno, il lavoro di mani esperte dietro di esse. Certo, degli ornamenti non è che il nano si curò più di tanto, ma se quelle strutture piacevano persino ad uno come lui – allora dovevano fare qualcosa, sul serio.
Trasmettere un senso di protezione.
Il che rappresentava tutto il possibile valore di un alloggio, per il nano.

Ficcandosi in una locanda già da prima del tramonto, Rick aveva cominciato a fare esperienza del posto. Aveva lasciato la sua roba in camera, neanche il tempo di lavarsi, ed eccolo lì ai tavoli: a malapena diede un occhio al villaggio.
Non è che avesse tutti i torti, però: non affetto dalle malie dell’estetica, il nano aveva trovato la cittadina smorta, priva di spunti. C’era poca gente per strada, pochi mocciosi a giocare tra i prati, e in generale un che di fuori posto lì – un senso di inquietudine. L’ansia per una situazione ricorrente, a cui non ci si poteva sottrarre.
O forse erano semplicemente gli squarci sulle porte.
Osservando scocciato le casupole più esterne, Rick l’aveva notato: segni evidenti, sferzate di unghie troppo spesse.
Sintomo di pericolo.
Ah, ecco perché quelle impressioni: sentiva la minaccia nell’aria il nano, latente, altro che bubbole o inquietudine.

Per ora pensava a cenare, comunque.

Quel posto era tra i pochi in cui si indovinavano segni di vita nel paesino. Il fatto che ci fosse ancora qualcuno pronto a cantare, a bersi qualcosa – godersi la vita. Un folto gruppo di avventori ciondolava nei pressi del bancone, sempre trasudante birra e umidità; dietro di esso il padrone, un uomo robusto e calvo, si dava da fare per intrattenere tutti e dare direttive al cameriere, imperioso.
Schiamazzava insomma, come tutti gli altri.
Gli unici che evitavano di urlare parevano il cameriere, poco più che un bambino preso dal lavoro, e dei tizi seduti in fondo alla sala. E anche Rick, già, ma perché era troppo occupato a mangiare.
Tagliando la carne alla buona e lavandosi il muso di birra il nano aveva inghiottito diverse portate, tutte in pochi fiati. Già, questa volta non avrebbe dovuto vendersi gli stivali per pagare, sembrava: questa volta non badava ai soldi.
Sapendo di essere spesato dal clan non si era fatto problemi a sperperare alacremente, e anche gli sguardi del proprietario gli erano sembrati favorevoli: la notizia dell’avventore si era sparsa in fretta a quanto pare.
Il tipo del Clan Sorya, venuto a dar man forte al villaggio – sì, quello lì.
Magari gli riusciva di ottenere uno sconto.

Per quanto incurante del resto, Rick notava a modo suo queste cose: farsi un giro gratis non era mai da disdegnare, visto lo schifo che era il mondo.

Comunque, ebbe conferma del suo intuito da cinghiale poco dopo.
Proprio come una bestia lo stomaco del nano gorgogliava adesso, contento e stivato di ogni cibaria. Appoggiati sgraziatamente i piedacci sul tavolo, Rick aveva deciso di concedersi un attimo di rilassamento, spanciato. Il ragazzino gli aveva portato un’ultima bionda prima di tornare in cucina, e lui vi si era adagiato sopra.
Un boccale d’emergenza e supporto, ecco.
Ah, non che dormisse del tutto, quello no: uno diffidente come lui, al massimo poteva stare in dormiveglia.
Non si sa mai cosa attende nell’ombra.

Signor Rick, siamo davvero felici di averla qui a Tumash, e posso dirle in no-

E nondimeno la voce del tizio gli diede fastidio.
Un po’ trasognato, il nano stropicciò gli occhi, disturbato dall’impatto dalle risa e dai rumori ora che era del tutto sveglio; con noncuranza si grattò la testa, c’era sempre qualche cicatrice o un pidocchio che bruciava.
Poi si scolò il fondo del boccale, un bruto.

ehhh… - in nome di Mastro Artigiano, che non vedevamo l’ora di ricevere uno del Sorya!
Ci hanno tanto parlato del clan, sì!


AH!

L’interiezione del nano, ancora alienato da tutti quei salamelecchi. Non era abituato proprio a sentirsi parlare così, e, le guance gonfie di birra, cercava di scrutare un po’ meglio quella faccia strana.

E’ per questo che-

Andiamo, signor Gorma, non impensierisca oltre il nostro ospite. Non vede com’è confuso?

L’apparizione di un uomo sulla trentina, dai capelli color cenere. Mise la mano sulla spalla del vecchio, Rick già pronto a dare adito ai suoi dubbi – o meglio a non farlo – poi continuò

Perdoni il signore, siamo tutti un po’ agitati. Io sono Mick Freeman, Addetto al Commercio di Turash.
Capisco la confusione, non è giunto nella cittadina più fiorente dell’Eden.
Ma se ne sarà accorto, ahimè!


Con piglio simpatico, mentre Rick notava altri farsi lì attorno, quasi rispettassero quel tipo dagli occhi brillanti e la parlantina sciolta. Buttò uno sguardo alla sala intanto, notando il tavolo in fondo vuoto.
Salutò il vecchio incontrato nel bosco qualche ora prima, un cenno circostanziato con la testa.

Il vecchio Somas ci ha detto tutto, di quando vi ha incontrato nel bosco con i suoi nipoti.
E avrete anche sentito di cosa ci affligge, quindi…

Demoni.

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La sala si ammutì.
Sorpreso e interdetto da tanta franchezza, l'uomo si fermò un istante. Poi proseguì, una rinnovata enfasi nella voce.

Ormai è più di un anno, e capisce come questo possa influire sull’economia…il commercio cade a pezzi, qui dove ci sono i migliori artigiani dell’Eden!

Perorò energico, mosso da una sincera preoccupazione. Rick ascoltava inerte, come sente un muro antico o una pietra. Il mercante dal sorriso facile stava indicando il gruppo lì attorno, ora.

E da qui il nostro incontro, ecco i personaggi più influenti del paese.
Vorremmo chiederle qualcosa, forse avrà già capito..
Ma ora mi faccio da parte.
Signor Gorma. Ci sono conti che necessitano di esser fatti e, capirà, ci tengo a rientrare prima di notte…


E così dicendo il tizio abbandonò la sala, salutandolo con garbo.
Il tempo di ordinare un’altra birra, e quelli gli erano di nuovo addosso; non solo il vecchio di prima stavolta, ma anche quello del bosco, e un altro paio di individui che dicevano di essere anch’essi artigiani. Per fortuna il moccioso a servire gli portò al volo la bionda, accompagnato dal proprietario stesso – ormai tutti davano dietro a quella storia, sembrava.

Poco male, berciò nella sua testa.
Si tuffò nel nuovo boccale.

Sì, il commerciante ha spiegato bene.

Continuò sbiascicando il vecchio Mastro Artigiano, ricevendo segni di approvazione e mugugni soddisfatti tutt’attorno.

Mick sta tentando di rilanciare il commercio di questa città isolata, ma quelle bestie…no, non ci danno tregua. Attaccano di notte, facendo danni ai confini, urlando…

...I Molti!


L’epiteto risuonò chiaro nella testa di Rick, nonostante il brusio e lo sconforto che l’avevano accompagnato. Forse l’aveva sentito prima, pensò, qualcuno doveva averne parlato al Sorya – sempre disattento.
Ma che gli fregava, in fondo.
Quando li avrebbe incontrati, non sarebbe contato il numero: pochi o molti, li avrebbe presi su tutti in una volta, lui.
Combatteva – viveva così.

Fortuna vuole che ci sia qualcuno che ci protegge, qui, tenendoli abbastanza lontano dal centro della città. Vi ho organizzato un incontro con lei, la Sig.ra Wielke. Rob –

L’oste si fece avanti, appresso al Mastro dalla barba grigia.

- Già, ci protegge dici. Bah… ragazzino, muoviti ad accompagnare il signore alla villa!"

Il giovane cameriere comparve fulmineo al suo fianco, con un ridicolo e fuori-luogo inchino.
Non che ci fosse un inchino che apprezzava, dopo tutto: quel gesto era ridicolo in sé, per il nano – non era utile.
Ma il vecchio del bosco si intromise, svelto

Aspettate, lasciate che anche il mio piccolo venga con voi.
Vuole a tutti i costi esservi utile, e la Sig.ra lo ha in simpatia!


Il nano rispose con un cenno vago della bocca – una città che si fidava di vecchi e marmocchi, erano messi male. Certo, non che lui fosse stato da meno a nessuno nelle bande in cui aveva operato, anche in giovane età: violenza, cinismo, quella barbarie d'attaccamento alla vita l'aveva distinto da sempre.
C'erano anche altre doti, lo sapeva: astuzia, intelletto.

Ma lo sguardo risoluto del mercenario - quei mocciosi non l'avevano proprio.






 
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Lill'
view post Posted on 25/6/2013, 23:37







Il piccolo del bosco era sveglio, e anche l’altro pareva sapere il fatto suo – non erano come lui a quell’età, no, ma di certo non si trattava di due rampolli rammolliti. A sentirli parlare erano scriccioli in gamba: quello dell’osteria era addirittura incaricato di portare le provviste agli uomini di sera, quando la ronda si era resa necessaria.
Già, la ronda per contrastare i demoni – ma non pareva l’unica diavoleria ad aver toccato quel posto.

Una sorta di strega, eh?

Rick con la sua voce rauca, il broncio sempre presente. Si erano incamminati da qualche minuto, l’abitazione che cercavano più vicina al centro del paese rispetto alla locanda; e mentre il ragazzino a servire era riuscito a tenere la bocca chiusa, il marmocchio del bosco come al solito non voleva saperne.
Tanto valeva fare qualche domanda.

Non lo so questo, signore. Ma i suoi Monaci tengono lontani i demoni, c’è il cerchio di luce fuori dal villaggio, e la sua casa è sempre luminosa!

Però qualche anziano dice che vengono per lei…
Non è tanto chiaro, eheh!


Rick acconsentì con aria dura, ponderando la cosa – o così pareva.
In effetti quell’energumeno continuava a seguire i due piccoli sempre con la stessa espressione, con un solo passo; non importavano le domande, gli artigli dei mostri sulle porte lontane – camminava.
Ormai erano in vista della villa.
Solida ma slanciata, quella casa dava sulla sola piazza di Turash, un gran recinto di mattoni a racchiuderla; in un primo momento Rick non fece caso alla volta di vetro al suo centro, una sorta di grossa rosa. Poi, però, anche un insensibile come lui dovette convenire sulla stranezza di quella specie di cappa – pareva inondata di luce.
Passarono dal retro, un colpo secco allo spesso portone di quercia.
Ci fu qualche secondo di attesa, durante la quale il nano si accorse che il marmocchio della locanda era sgusciato via, svanito nel nulla. Ma non cambiò espressione.
Tossì, guardando sempre accigliato l’altro.

Oh, quello ha sempre fifa della Signora. Dice che è matta – lo dice qualcuno qui, eh. Anche quando fa il giro di notte, passa sempre alla larga mi dice...

La porta si spalancò, di colpo.
Ad accoglierli non fu però un servetto, ma un uomo rivestito da una casacca bianca, l’armatura di piastre ben in vista al di sotto. Un monaco, un guerriero - o forse tutt’e due. Non era la prima volta che ne aveva visti, lui: crociati di divinità astruse incontrati sul campo di battaglia, accoliti di un qualche Signore immaginario. Così brucianti di fede, alla fine non resistevano in eterno, però: il suo vecchio scudo l’aveva visto sopravvivere anche a loro.
Ma in fondo la questione religiosa non lo toccava, il nano – come tutto il resto; guardava semplicemente ai suoi problemi, e fine della storia. Anche in quella sala tirò dritto.
Poco gli importava il lungo corridoio, pieno di quadri raggianti che lui non capiva. A poco valevano gli altri tre templari seduti nei cerchi, con le loro rune e simboli, e le strane pose. Tirò dritto nella botola, dove il monaco-usciere indicava.

Certo definirla botola era un po’ restrittivo, magari.

Circondata dai simboli al suolo, l’entrata nella stanza sotterranea era più una porta, cesellata di decorazioni cangianti – una porta orizzontale. Posta lateralmente, questa lasciava spazio per un mosaico, tutto legno e vetro finissimo.
Il proseguimento della vetrata che si scorgeva dall'esterno, ma verso il basso.
Una volta spalancata, non senza una breve serie di scongiuri, l’usciere riassunse la sua posizione: ognuno di quei quattro tizi ad un lato della sala, inscritto in un cerchio. Ognuno preso da una qualche fervida meditazione - o giù di lì.
Contenti loro.
Un cenno del capo al bimbo, e il nano scese giù.


[...]


L’ambiente era luminoso, sottile. In uno spazio inaspettatamente grande, file di mobili e libri accompagnavano l’osservatore nel centrale, radioso punto dove una poltrona risaltava: proprio sotto la vetrata.
Il rosone, che pure era parso resistente all’esterno, lasciava passare un'incredibile quantità di luce, tale da rendere quella specie di scantinato di un vivo candore. Anche più che all’esterno, forse, constatò Rick.
Le stramberie dei ricchi.
Trovava troppe fantasie nella gente con la pancia piena, lui che se n’era sempre dovuto preoccupare, di riempirla.

Anche quella donna non faceva eccezione.

Seduta su quella sorta di trono casalingo, l’inferma l’osservava: uno sguardo strano, velato dalla sottile patina di angoscia di chi sta troppo tempo al chiuso – lo conosceva bene, il nano. Aveva portato lo stesso sguardo per mesi, rifugiato tra i cunicoli del Midgard; si era sentito straniato in un mondo claustrofobico, senza una qualsiasi via di fuga, mentre il freddo imperversava eterno, fuori.

Oh, ecco il salvatore! Che gli Dei della Luce mi siano testimoni, se non attendevo questo incontro!

Rick fece mostra dell’ennesima, attonita espressione di noncuranza. Le ciancerie degli strambi gli passavano attraverso, ormai, quasi fossero solo aria – e lo erano, in effetti.
Solo parole, niente di concreto.
Niente che avesse senso, per lui.
Per questo non gli dava peso: non li osteggiava, tizi così, e neppure li compativa – non ne era proprio capace, di questo. Squadrò dalla testa ai piedi la tale Wielke, sola discendente dei signori locali, ora rinchiusa sotto metri di vetro e legno intarsiato con qualche sua pazzia. Qualche demone – non solo fuori di lì.
E sentenziò sbrigativo

Rick

E il piacere è mio, Henneira Weilke, naturale protettrice di questi luoghi

Un ruolo di cui gli Dei della Luce mi hanno onorato perfino ora, dopo quello che ho passato con i Figli dell’Ombra…dopo ciò che mi hanno preso…

Il riferimento alle gambe storpie della donna fu lampante, tanto che addirittura il nano parve coglierlo. O magari assentiva a vuoto, tutto lì.
Non sarebbe stato impossibile, per quella testa di legno.

Su questi demoni…

"OH! I Figli dell’Ombra!"

"Quelle creature impure, mi hanno seguito fin qui, sapete, vogliono ancora vendicarsi del giusto trattamento che l’Ordine del Sole gli ha riservato.
Ma non l’avranno vinta, ora che il nostro Salvatore è qui!


La gioiosa esclamazione della donna fu esaltata da un maldestro tentativo di mettersi in piedi, quei trabiccoli a supportarla. Rick ascoltava, muto sotto la sua barba di mulo.
C’era fin troppo da sentire lì – anche per lui.
La donna gli narrò della sua stirpe, fortunati e giusti protettori dei lavoratori, e della disgrazia in cui il commercio nella zona era caduto; mostri infestavano le strade, strane dicerie presero adito tra la gente – e in men che non si dica gli artigiani si ritrovarono con troppo pochi clienti.
Lì era entrata in gioco lei, Weilke.
La discendente del casato locale, sentendo di doversi far carico degli antichi onori, mandò missive e si informò, contattò persone e organizzazioni. Era una donna sola, su cui era ricaduto tutto il peso di lignaggio antico: ma, fortunatamente, qualcuno rispose alla sua chiamata. Un gruppo di templari, guerrieri votati al bene e alla luce – L’Ordine del Sole.

E fu lì che le cose precipitarono.

Sempre in silenzio, Rick ascoltò della spedizione al Nido dalla stessa bocca della donna; era stata lei a indirla, forte del manipolo di monaci guerrieri e del loro capo, di cui parlava fin troppo spesso e con fin troppo umido negli occhi.
Le sciocchezze delle donne.
Infervorata dal sacro compito anche la nobildonna, da sempre avvezza alla scherma e alle avventure, aveva partecipato. A sentire la tipa gli esiti dell'impresa - o quel che era - furono ben poco favorevoli, però: qualcosa era andato storto, qualcosa di importante. Il nano non ricevette ulteriori spiegazioni in merito, né ne cercò: cosa ne era stato del capo della spedizione, quale fosse il suo scopo – non fece domande.
Avrebbe solo agito di conseguenza – e queste parevano abbastanza chiare.

I demoni avevano preso ad attaccare Turash.

Ma, Onore agli Dei della Luce, siamo riusciti a resistere. Grazie ai validi tempari che il mio prode ha lasciato qui in sua assenza, c’è stata ancora speranza per noi.
Sono costoro a generare la barriera, con i loro Sacri Inni!


Loro tengono lontano tutti i Figli dell’Ombra, che possono a stento lambire i confini della città!

Rick si grattò il pizzetto caprino, il muso sempre dello stesso stampo. Con gli occhi piccoli, come fessure, scrutò meglio quella nobile storpia, i suoi capelli biondicci e una giovinezza sfiorita. Doveva essere stata un boccone come si deve, alla giusta età – peccato per quei vagheggiamenti, ne perdeva.
Attese ancora, finché non fu sicuro sul da farsi.
Certo ci volle poco, un tipo di quella pasta.
Tornò a guardare un istante Henneria Weilke, lei e la sua strambezza: lei ancora convinta di poter pregare dei tizi inesistenti, lei che si foggiava di voler difendere quel posto dai mostri e dagli incubi.

Ma le loro sporche membra non toccheranno mai questa casa, il fulcro dell’incantesimo! E ora che TU sei qui, Protettore…

Il nano deglutì con calma, alzando con enfasi il labbro inferiore, pieno di cicatrici. Non sapeva se quella tizia fosse pazza o se mentiva, non sapeva molto di quei mostri – non più di qualche voce. Non gli interessava neanche dei poveracci con le case lontane da lì, protette a stento dalla fantomatica barriera: non era lì per quello.
No, lui era lì per campare. Per aumentare le sue possibilità di vivere anche in futuro.
Era lì seguendo la voce nera del suo cuore, quella che gridava autoconservazione – una voce vecchia di secoli.
Era lì perché il Sorya lo chiedeva, e quella fottuta torre lo chiedeva, pareva la stessa lagna del suo cuore.

Va bene.

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Voglio la merce pattuita gratis, e dell’altro…
Delle ricompense che tu non avrai problemi a procurarmi!


Ecco tutto.






 
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Lill'
view post Posted on 25/6/2013, 23:55







Ritornando alla locanda scorse le bare. Adagiate sul fronte di una casupola che dava sulla piazza, una mezza dozzina di persone gli erano attorno: anche per Rick fu possibile sentire il disagio, la disperazione dei familiari nell’ultimo saluto; ricoperte di fiori, le tre casse lasciavano affiorare tutte le vicissitudini di cui la città era vittima – quello stato di ansia.
Sciocchezze, insomma.
Avrebbe messo fine a quelle sceneggiate, eliminando il problema alla radice: non i pianti e le emozioni, la sopravvivenza contava lì. Ecco il problema che c'era - l'unico.
Ma i demoni potevano aspettare fino al giorno dopo: ora doveva riposarsi.

Giunto alla locanda, trovò la sala centrale vuota: solo il grosso padrone era lì, impegnato ad armeggiare con assi e imposte. Al calare della sera tutti erano scappati in casa, lasciando il salone nel suo silenzio sporco e polveroso; non vide neppure il ragazzino, forse già impegnato con la ronda.
Si fermò ad aiutare il tipo, dopotutto non aveva intenzione di trovarsi un mostro nel letto. Martellando e aggiustando imposte, il nano agevolò decisamente il lavoro, abituato a qualsiasi pratica manuale – aveva fatto di tutto lui, per un tozzo di pane. Certo avrebbe preferito lavorare in silenzio, ma l'oste non pareva un taciturno come lui, decisamente.

Signore, non sa quanto attendevamo una notizia del genere!

Esalò con la sua voce grassa e affaticata

Voglio dire, nelle ultime settimane questi attacchi sono aumentati, non è più come nei mesi precedenti. Ora arrivano anche qui in città, non solo ai confini – non si sa come. Forse quella fattucchiera s’è rimbambita del tutto e non sa più fare nemmeno le sue magie, forse quegli stupidi monaci…
Bah, ha ragione Mick il commerciante, glielo dico io: quella donna ci ha portato solo guai, con la sua spedizione. E quel tipo è uno sveglio: lo conosco da quando era alto così, eh, prima di questa storia stava facendo fare un mucchio di soldi al villaggio. Ma ora…
Tutti, sa, si chiudono in casa la notte!


Succedono cose strane, di recente.

E quandomai succedeva di essere in pace, sovvenne al nano.
Comunque, ascoltate le ciarle del grassone Rick risalì nella stanza, per buttarsi sul letto. Nessun incubo disturbò il suo riposo, quella notte. Anche la mattina dopo, le cose filarono via tranquille: fece colazione come lui sapeva fare, andò in giro; incontrò brevemente gli artigiani e il commerciante, senza neanche far troppe domande – non era nella sua indole.
Preferiva vederle, le cose.
Ma ne ebbe presto occasione: passato il pranzo strane voci iniziarono a circolare. Notizie di un attacco imminente, quella notte stessa, occhi luminosi in agguato nell’ombra dei cespugli, mentre il sole calava.
Quella notte avrebbero colpito, e in massa.
O così si diceva.
Il fermento generale fu tale che, nel tardo pomeriggio, una delegazione composta da due vecchi artigiani e un paio di giovanotti volenterosi lo raggiunse. Il vecchio e il ragazzo del bosco erano tra loro, e la richiesta fu chiara: sapevano che trasportava armi ed equipaggiamento, e volevano combattere. Avrebbero pagato a peso d’oro, dicevano, una fornitura pluriennale di qualsiasi merce prodotta a Turash – ma dovevano liberarsi dei demoni.
A lui, Rick, la cosa non convinceva più di tanto.
Non perché ci avesse riflettuto, per qualche indizio o che: semplicemente il brontolio del suo stomaco gli diceva di andarci piano, stare attento. Troppi intoppi, troppa puzza di fregature - la faccenda non quadrava.
Acconsentì comunque.
In cuor suo, il nano cominciava già ad essere stufo di parole, misteri e via dicendo: era arrivato il giorno prima, ora si era riposato e avrebbe risolto la questione quel giorno stesso, diamine. Mica lo faceva per piacere, il cocchiere o il mercenario - al contrario. E se intendevano far baccano quella notte, tanto meglio: lui avrebbe preso la cosa di petto, come sempre, e in un modo o nell’altro si sarebbero messe le carte in tavola.

Ah, e del suo petto villoso aveva fiducia – aveva retto alle mazze degli orchi.

Fu così che, calata la notte, le cose cominciarono a muoversi.
Rick aveva messo a disposizione armi ed armature, quantomeno gli oggetti di meno valore, e si era diretto al confine est del villaggio. Inaspettatamente, anche uno dei monaci di Weilke aveva raggiunto la folla inferocita, e gli animi erano caldi: non si aspettava che la lotta.
Il nano, imbracciato maglio e scudo, attendeva al solito in prima linea: non ci aveva capito molto – e né voleva sforzarsi – ma quello che sarebbe accaduto lui l’avrebbe affrontato faccia a faccia; non avrebbe permesso al santone di prendersi il successo, lui e tutte le bislaccherie della donna. A sentirlo era l’addetto al lato est del villaggio, motivo per cui si erano disposti su quel fronte -per difendere proprio la barriera, infiacchita dalla sua assenza alla villa.
Dal canto suo, Rick non aveva ben colto il senso delle formule e dei rituali, canti e scongiuri - tutte bubbole, gli pareva.
Una cosa sapeva, invece: il suo scudo sarebbe stato sufficiente - lo era sempre stato.

Avanti, abbiamo con noi il Protettore, colui che gli Dei avevano previsto per la nobile Henneira! Io stesso sono qui, Ryam servo della Luce, pronto a macellare quei diavoli impuri!

ARRIVANO, eccoli: ma non possiamo che VINCERE!

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Su quello non aveva vagheggiato, almeno: i mostri non avevano mancato l'appuntamento, non loro.
C'era qualcun altro che non aveva visto, invece - solo non ricordava chi.
Ma poco male: ora c'era da fare.
Allarmato dal ronzio nel suo stomaco, Rick non si gettò alla carica: avrebbe atteso l’avanzata dei demoni, per ricacciarli via di scudo – così combatteva, lui; anche perché la questione era strana, fin troppo semplice. Le creature della notte comparvero gradualmente, avanzando come una fila: una fila di zanne e ali e pustole, sì, ma una fila ordinata.
Forse i demoni che lui aveva conosciuto erano particolarmente incivili?
Non c’era nulla di inaspettato in quell’attacco, nulla di eccessivamente caotico – e la vita cruda del Midgard gli aveva insegnato il contrario. Menando con scudo e martello, respinse senza troppe difficoltà la prima ondata; anche gli altri del villaggio, i giovani più rocamboleschi in prima linea, non ebbero problemi nel rigettare indietro i mostri.
Notò anche il ragazzo del bosco, tra i tanti di cui non ricordava i nomi, con la sua scherma confusa e violenta: anche lui faceva il suo dovere, tranciando code e spaccando teste.
In breve gli abomini usciti dalla foresta vi ritornarono.
Infervorati dalla facile vittoria e dalle parole del santone, gli abitanti del villaggio si lanciarono in avanti.
Vide demoni umanoidi cadere, ragni giganteschi mutilati e ogni possibile auspicio di vittoria: le bestie volanti indietreggiavano, pavide degli uomini forti d'acciaio e piume, i vermi sparivano nella terra da cui erano venuti. Gli abitanti sembravano aver subito poche casualità, lui stesso non aveva che poco più di un graffio sulla guancia, ampliamente contraccambiato spappolando un lombricone - e tuttavia qualcosa gli diceva di aspettare.

La voce delle sue membra, l’istinto sanguigno che l’aveva guidato indenne tra mille pericoli.
Una volontà antica, forte nel nano.

Fermi, Idioti!

Vi farete ammazzare!


Ma era già troppo tardi.
I difensori del villaggio erano partiti alla carica, monaco in testa. Era solo questione di tempo ora, prima che si convincessero a tornare indietro o, peggio, venissero fatti a pezzi. Il nano li aveva già avvisati però, che diamine.
La cosa lo riguardava fino ad un certo punto.

Tornando sui suoi passi, Rick si riavviò verso la locanda: era il caso di andare a vedere se fosse tutto in ordine. O parlare con Henneira Weilke, almeno, e capirci qualcosa. Vagando per il villaggio deserto poteva scorgere qualche luce dietro le imposte, le facce in pensiero di mogli e madri; non sapeva perché, ma un fremito l’aveva preso, portava i suoi passi di scatto, furioso. C’era qualcosa che doveva vedere, sentiva.

E in effetti qualcosa vide.

Era in procinto di attraversare la piazza, la locanda non troppo oltre, quando scorse qualcuno: un’ombra sfuggente nella polvere dei vicoli, l'unica cosa a muoversi tra le casupole in legno. La seguì.
Non era propriamente il suo campo, il pedinamento, ma per qualche ragione la cosa andò in porto: sgusciando tra le ombre, la strana figura non si curava di essere seguita, quasi sapesse della ronda assente. Quasi avesse preso il tempo alla schermaglia. Svoltò all’angolo prima della villa, vicino al passaggio sul retro, e fu lì che la luce lunare lo colse.
A Rick parve di vedere un ragazzino – ma non uno qualsiasi.
Lui quel marmocchio lo conosceva, era il cameriere della locanda: cosa ci faceva lì, ora?

Sbattendo i suoi occhi piccoli, Rick lo seguì sul retro, per trovare la porta chiusa. Non si fermò a ragionare, non ponderò la cosa: era già con il martello in mano, e l’urlo all’interno lo convinse del tutto.
La grossa mazza mangiò il legno, ricoperta dal fumo scuro – il fumo di Rick, della sua fame di campare. Senza perdere un attimo si fiondò per il corridoio, entrando in una nube di schegge; arrivato nel salone centrale, non si soffermò neppure molto sulla scena ad attenderlo: i tre monaci rimasti a terra, i segni sul pavimento corrispondenti a quello mancante, scomparsi. E la botola – era aperta.
Dirigendosi lì con il suo passo lento, pesante, Rick sentì qualcosa. Una brutta sensazione provenire dalla stanza sotterranea, un monito.

Se lo sentiva nella pancia, il pericolo. Ma doveva porre fine a quella storia.







NOME: Rick Gultermann
ENERGIA: Gialla
CLASSE: Paladino
CONSUMI: Basso 6 3%, Medio 11 8%, Alto 22 19%, Critico 44 41%
CS: 1 Resistenza
ENERGIE:
100% - 3% = [97%]

DANNI:
Status Fisico: Basso al Viso (attacco imprecisato da demone) + Basso al Braccio Destro (Pergamena "Il colpo del disperato", Martirio) = [2/16]

Status Mentale: = [0/16]

EQUIPAGGIAMENTO: Scudo tondo (sull'Avambraccio Destro, non impegna la Mano), Martello (Mano Sinistra, poi Destra) , Armatura di Cuoio Pesante (tutto il Corpo, eccetto la Testa)


PASSIVE

~Abilità razziale. Il tozzo ancora in piedi.
Rick non molla. Malgrado tutto.
Rick usa tutte le sue energie nella lotta, non si risparmia, lascia andare colpi tosti – e però non molla. Finchè non arriva allo stremo [10 % energie] il nano non vorrà proprio saperne di sentire fatica, acciacchi, roba del genere. Finchè non riesce in quello che fa, il nano non vorrà neanche sentirli i morsi della fame, il sonno, i crampi. Certo una birra la desidererebbe proprio a volte, ma a conti fatti ne fa’ a meno - lui è incrollabile.
[passiva Tenacia, razza Nano]

~Abilità personale. Sopporta!
Rick è talmente abituato a viaggi sfiancanti, contese infinite per miseri rimasugli di carne, che ha imparato l’efficienza, l’efficienza vera. Ha alzato il suo metabolismo a livelli inverosimili, appreso come compiere le azioni risparmiando il più possibile le energie. Si arrangia.
La cosa si traduce, nella pratica, con la possibilità di utilizzare le proprie tecniche con una riduzione del 3% sulle energie spese, a patto che queste rimangano sempre positive, ovviamente.
[sconto energetico 3% su tutte le tecniche, passiva]

~Abilità da dominio. Io speriamo che me la cavo.
Rick se la cava sempre, anche contro tutti i pronostici. Persino quando la situazione appare disperata, il nano sarà comunque in grado di imbastire una difesa: non importa quanto sia scomodo o inverosimile, qualcosa per salvarsi i fondelli se la inventerà sempre.
[possibilità di difesa istantanea – passiva Absolute Defense]


ATTIVE

~Batosta I. Il colpo del disperato.
Grande risultato, minimo sforzo. Poco importa se con qualche acciacco in più, qualche graffio: l’importante è risparmiare le forze.
Rick l’ha capito bene nei suoi vagabondaggi per terre brulle e inospitali, e per questo ha imparato a centellinare al meglio le forze nei suoi colpi: sia in difesa che in attacco, il nano sarà in grado di azioni per potenza equiparabili a tecniche dal consumo [medio], ma con un dispendio di energie che è invece [basso].
Di sicuro niente viene fatto per niente al mondo, insomma, e per questo a risentire del colpo scagliato è l’arto che il nano ha impiegato, con una ferita [leggera].
Ma ne vale la pena!
[consumo basso, attacco/difesa di potenza media – Pergamena Martirio][fisico]



RIASSUNTO AZIONI
Rick prende parte alla battaglia, ma, non avendo né interesse ad un'azione offensiva in sé -gli basta difendere il villaggio e la pelle- né sentendo sia la mossa giusta -sia ragionando ma, sopratutto, ad istinto- decide di tornare al villaggio. Durante la battaglia non ha avuto particolari difficoltà: l'eccessiva semplicità di questa è evidenziata da un danno -soltanto- Basso al viso e da un consumo Basso, con annessa tecnica "Il colpo del disperato" (Pergamena Martirio). Arrivato in piazza segue qualcuno e si ritrova all'ingresso sul retro della villa, quello già usata il giorno prima: sfonda la porta con la Pergamena Arma Sacra (di cui non riporto qui il costo perché, data la quasi annessione con il primo turno di combattimento nel post seguente, ne verrà tenuto conto dopo) e si butta nella mischia.
Il prossimo post vedrà il duello vero e proprio.
 
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Lill'
view post Posted on 26/6/2013, 22:45







E ruzzolò giù senza troppi pensieri.
Non guardò neanche, atterrando di tutto peso nella stanza sotterranea. Come un sacco di patate, patate gravi come pietre, e si buttò in avanti, risoluto; scalciando e pestando, le assi scricchiolavano sotto i suoi piedi, la distanza con il centro della stanza e l’obiettivo si riduceva, e il suo obiettivo – già. Quelllo.
Mentre menava la mazza, dura violenza e nient’altro, il profilo del suo bersaglio non gli passò per la mente, non era una priorità. Il malcapitato. Fu quando lo colpì, i fumi neri dell’arma a sfregiargli il mento e le scariche scarlatte a crepitare – allora se ne accorse. Quello davanti a sé non era il moccioso della locanda, neppure un uomo – era un’altra cosa: un demone, un qualche mostro vagamente antropomorfo dagli occhi stretti e bui, chino su qualcosa. I tratti indefiniti, solo cattiveria e furberia dipinte in faccia, e nelle crudeltà che stava svolgendo.
Non ci fese caso in quel momento.
Insomma, era già tanto avesse scorto la natura del suo nemico, certo solo dopo averlo attaccato: non si poteva mica chiedergli altre attenzioni. Seguendo in rapida successione, una gomitata cercò di colpire il femore della creatura.
Non s’era neppure posto il problema entrando, dritto sul risultato. La mente del nano viaggiava lenta spesso, ma veloce in un altro senso: non la natura del nemico, non i dettagli contavano; non le finiture delle librerie, abilmente cesellate e colme di volumi sontuosi e antichi, non il chiarore che si spandeva dalla vetrata soprastante, anche ora ch’era notte.
Il colpo, la baruffa.
Questo contava per vivere – questo cercava, era stato spinto a cercare, a tutti i costi.
Un ultimo pestone del suo corto piede, spazzate o calci non sapeva farne, e la serie di attacchi volse al termine. Con un occhiata ch’era già un brontolare per la scocciante faccenda, Rick cercò la forma dell’altro per capire, valutare i danni. Era stata una discreta successione: prima la mazza colma di forza scura sul mento, poi il gomito, usurato da mille fatiche, e infine il pestone. Contava in buoni effetti.
Ma se pure il primo attacco andò a segno, complice la sorpresa, lo stesso non accadde per gli altri. Ammantandosi di un drappo d’ebano, la figura – nera anch’essa – deviò la gomitata; quindi, scansandosi abilmente, evitò il pestone, tagliando l’aria con un fischio.

A Rick l’affare non piaceva: quella cosa pareva un’anguilla, di quelle che scappavano tra le mani. Un’anguilla infida, scaltra – ma lui le anguille le mangiava, una volta prese. Anche crude, all'occorrenza.
Stringendole tra le tozze ditta, strozzandole – un pasto discreto nel Midgard, per uno abituato a radici avvizzite.
Mise qualche metro tra loro, portandosi dietro il trono al centro della stanza.
E parlò, l’anguilla.

Fottuto nano, ti pareva doveva esserci qualcuno a mettermi i bastoni tra le ruote.
Tutti a darsi da fare fuori, a combattere e inseguire le ombre, e tu qui a cercare – cosa, poi? Ho dovuto parlare con parecchie persone, per convincere della storia dell’attacco.
E tu perché devi curiosare, balordo?


Fosse un altro, se la sarebbe presa.
Non per la storia del balordo, di offese ne aveva pigliate nella sua vita, un’esistenza tra bande di mercenari della peggior risma. E poi forse lo era anche, un balordo – il problema non lo aveva mai sfiorato.
Ma curiosare, quello non l’aveva mai fatto.
Era lì per un motivo, uno chiaro: preservare gli interessi del Sorya, dargli potere, così da avere più possibilità di restare incolume – lui e il clan. Era lì per dare addosso e togliere ostacoli, picchiare diretto e sicuro. Per questo non si fermò, nemmeno dopo la reazione della creatura. L’uomanoide, rivestito d’ombra, gli scivolò come olio al fianco, sferzandolo con le sue unghie poco curate; Rick stesso non era uno votato alla cura di sé, ci mancherebbe.
Ma insomma - delle falci del genere non le aveva neppure lui.
Senza perdere l’occasione, il nano fece il suo passo avanti. La creatura, muovendosi rapida, aveva sfregiato la spalla del vagabondo, solo in parte coperta dalla veste, e ora era già pronta a ritirarsi.
Non gliene avrebbe dato modo.
Scattando in avanti Rick preparò il martello, mentre quella sorta di anguilla sgusciava subdola verso una parete. Non si fermò, non esitò, neppure le diavolerie di quell’essere lo fecero desistere: avanzava duro, anche sulla pozza nera che si era interposta tra le due figure. Uno squarcio nello spazio, come una macchia putrida, da cui i servi del demone fuoriuscirono: altre anguille, serpenti, pronti a colpirlo con la loro danza sinuosa e nauseabonda.
A Rick tutta la storia puzzava, infatti: era puzzata dal principio, non lo convinceva ora la situazione che stava vivendo, e puzzava anche in senso letterale quella stanza. Zaffava di rettili, un odore malato.
Del suo non si rendeva conto evidentemente, il nano.

Grondante sudore e aggressività, l’energumeno caricò il colpo: quei biscioni si sarebbero spostati, questo voleva.
Così recitava il suo istinto, la voce della sopravvivenza che gli cantava nella testa.
E così fecero, in effetti.
Straziandolo come una ferita, un altro buco si aprì nello spazio: un buco oscuro, forte della volontà del nano. Scosse vermiglie lo percorrevano, una voragine danzante secondo ritmi antichi, ancestrali. Senza dare una possibilità di risposta, i due rettili vennero inghiottiti da essa, e Rick lasciò andare il colpo. Aveva cambiato mano, l’altro arto dolorante per i graffi – ora avrebbe picchiato duro lui.
Invaso dalla stessa energia, il martello nella destra liberò la sua forza: ancora a qualche metro dal demone, la mazzata bruciò la distanza, estendendo la sua furia nell’aria stessa. Con l’effetto che sperava, la bordata si abbatté sulle gambe del nemico, punto più naturalmente attaccabile, data l’altezza del nano.
Ma non solo.
Proseguendo la corsa, il vagabondo spiccò il balzo: un balzo da nano, sì, ma dritto al petto del nemico con lo scudo. Questi, prima sbilanciato dal colpo alle gambe, sarebbe più facilmente caduto con una gentile spinta – o così credeva.
Malgrado i modi cortesi, però, la cosa non avvenne. Seppure aveva accusato il primo colpo, lasciandosi sfuggire un sibilo di fastidio, l’anguilla malcresciuta non incassò il secondo: coprendolo di nuovo, il suo drappo d’ombre accolse la spinta di scudo, deviandola di lato.

Abilmente scansato, l’attacco condusse Rick ad un bel ruzzolone tra la polvere, sua compagna di sempre. In realtà non gli era andata così male: la strega doveva tenerci alle pulizie, anche se storpia – di sporcizia ce n’era poca, a terra.
Rotolando oltre l’obiettivo, il nano non indugiò oltre: ancora in ginocchio ruotò il busto, cercando una nuova martellata laterale per non spezzare l’azione. Ma il graffio sulla spalla lo infastidiva, ci mise troppo ad alzare il braccio.
Il demone si era già allontanato.

"Argh!"

Il boccheggiare del bassotto, che ostinato si ripreparava alla lotta. Il suo piano – se così si poteva chiamare - non era stato così stupido: si trattava di buttare l’avversario a terra, portalo giù con sé. Giù, dove lui sapeva combattere.
La fottuta anguilla scansava, però – anche se ora si era fermata.

Una barriera, sì, contro i demoni

HAHAHAH! Non fatemi ridere!
Potrà tenere fuori quella feccia che ho radunato per scena, ma me – ME! Ci ho messo mesi a farmi accettare, il buon e insospettabile garzone della locanda. Poi l’occasione mi si è presentata, il grande mercante del villaggio da solo: ne ho preso la pelle, scambiandola con la vecchia – le cambiavo a seconda dei momenti, per voi imbecilli!
E a te, salvatore, farò l’onore di togliere tutte le mie maschere:
GUARDA!


E l’atto finale di quella sceneggiata prese inizio.
Parlando con toni diversi, il tizio d’ombra aveva mostrato dell’incredibile: non solo un’impressione, un abbaglio, la vera presenza della creatura era cambiata. Mentre lo insultava il demone aveva preso altre facce: prima il moccioso della locanda, sereno e insospettabile; poi il rispettato mercante.
La puzza di biscia l’aveva sempre tradito, comunque - la sua natura.

Ne diede una prova definitiva.

Deformandosi e cigolando, il corpo del demone si gonfiò di botto: in principio solo gli arti, avvolti in squame d’ebano. Poi fu la volta della coda, una lunga e tozza protuberanza di serpe, muscoli che erano tiranti d’acciaio al di sotto.
Infine il volto, le due ali di cobra ad aprirsi sul collo, un monito di morte e una conferma: un vero mostro – un altro.
Il naso di Rick non sbagliava.

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Senza perdersi in ciance, però, le attenzioni del nano dovettero tornare sull’immediato. Caricando a testa bassa, la bestia gli si avventò addosso ad una velocità irreale, vero scatto di cobra. Quindi, fracassando le assi del pavimento con il suo arresto, convogliò tutta la forza del moto nel colpo.
Una maledetta codata.
Ma il nano non si gingillò neanche.
Naturale come andare di corpo, la sua difesa si materializzò sul davanti. Ne aveva visti di mostri e demoni, pane quotidiano per chi si perde nel Midgard, e in un certo senso ci era abituato: lo scudo incassò bene il colpo. Solo non proprio in pieno, una strana sensazione di torpore nel corpo massiccio.
Sbalzato all’indietro, l’atterraggio non fu dei migliori.
Cadendo malamente, il tozzo viandante fracassò uno degli scaffali; una pioggia di manoscritti lo seppellì per un attimo – neanche buona come atterraggio, quella roba – quindi la bestia gli tornò addosso. Una nuova codata, volta a seppellire Rick definitivamente. Ma questi non si fece trovare impreparato: liberò l’altra difesa adesso, quella tosta.
Si alzò il fumo.
L’energia lo ricoprì per intero stavolta, quella forza atavica e cattiva. Rivestendolo come un’armatura, il fumo scuro assorbì del tutto l’impatto, e così il contraccolpo. A poco valse il suolo crepato, la piccola fossa scavata dall’urto dell’attacco: quella era la sua difesa, diamine.
La difesa del nano, la sua di natura.

Si rialzò digrignando, la tozza schiena ammaccata.
Certo altri avevano esistenze più elaborate, non solo salvarsi le chiappe e tirare avanti – altri.

Blah, com’è che ci tieni tanto a lottare, nano?
E’ per la storia della vecchia, forse? Pfff, non gli avrai creduto: sono sicuro che ti manca una parte…

Le malelingue del tizo-serpe, quel sibilo in grado di far saltare i nervi solo a sentirlo di sfuggita. Pareva stanco anche lui, ferito e grondante di sangue bituminoso, il demonio: non l’aveva notato, così preso dal tenere alla pelle.
E s'era perso anche dell'altro.
Ci fece caso solo allora: un movimento dietro gli scaffali, dall’altro lato della stanza; una faccia impaurita, qualcosa che era strisciato via a fatica dalla lotta – la vecchia.
Ecco cosa si era perso, ecco cosa stava facendo il demone, prima del suo arrivo.
Weilke lo fissò, tremante. La storpia padrona di casa pareva ammaccata, tutta insozzata di polvere – e gli parlò.

T-t-t-i ho nascosto qualcosa, sì…

Il nido, la spedizione…E VA BENE, E’ VERO MOSTRO!
La tua specie immonda non meritava altro però, ti illudevi diversamente?! Ho preso l’uovo, ho preso il tesoro della meretrice che chiami regina, E CON QUESTO? Non te lo ridarò, CACCIA TUTTI I TUOI TRUCCHI E LE TUE ZANNE!”

N-n-n-n-on te lo r-r-idar-r-ò…


Lo sguardo di Rick fu preso un secondo da quella scena, l’ennesima pantomima di fesserie. Non capì neppure perché poi, lui impietosito e distratto da una vecchia pazza – non poteva essere.
Solo per un attimo, vero.
Ma tornando a guardare il nemico, si accorse fu sufficiente: la bestia gli era già addosso, approfittando dell’esca.
Non poteva crederci: vittima di una malia, lui – neppure fosse in una cantina, spanzato tra una decina di damigiane.

AHAHAH, Sei patetica!
Mi fai ridere come i sacerdoti, quei tre babbei - no, aspetta - come l'idiota che li ha lasciati indifesi, pronto a fronteggiare le immonde schiere del buio. Già, in attesa di farsi massacrare fuori dal villaggio per lui, l'idiota.
Il grande servo della luce!


Ora basta giochi, però: CREPATE, INSETTI!

E con un ultimo, immondo sibilo, il demone attaccò. Il braccio di serpe tagliò l’aria, affusolato di artigli e squame; il reticolato scuro che lo ricopriva dava all’arto un aspetto oleoso, viscido – come quel tizio, del resto. La sferzata si abbatté sul nano fulminea, non lasciandogli spazio di manovra: con un altro schianto le assi del pavimento si piegarono, e con esse Rick, in ginocchio sotto la possanza del colpo. Un ritorno della coda, due scudisciate in sequenza, e l’opera fu completa – il nano si ritrovò di nuovo a volare da un capo all’altro della stanza, quella specie di cantina.
Ci fosse stato davvero del vino – mostri e libri, invece.
Ma andava ancora bene, alla fine.
Non si era fatto un granché male, non troppo, e poteva ancora lottare. Scostando vasi di porcellana e quadri, tutta oggettistica rifinita quanto delicata – in una parola, inutile – si rialzò. Aveva la faccia madida di sudore e sporcizia, quella barbaccia intrecciata di schegge e ciarpame.

Un cencio assoluto, insomma.
Eppure il nano sia rialzava – sempre, di nuovo, ancora.

Sputacchiando polvere e sofferenza Rick si era rimesso in piedi. I fumi della sua armatura svanirono, dissipati dalla ferocia degli attacchi; si era visto fracassare la difesa dal primo colpo, e le opzioni erano state poche: aveva richiamato ancora lo scudo, parando alla bene e meglio le due codate. Certo i colpi erano stati tosti però, e, malgrado la prontezza del nano quando si trattava di difendersi, la questione non era filata liscia. Le botte di quell’avversario erano infide, intorpidivano: prima la spalla, quindi quel volo dal poco soffice atterraggio. Senza contare il male che s’era fatto da solo, Rick, menando le mani in maniera nervosa, sempre irruento. Anche nell’ultimo volo la testa l’aveva sbattuta poi, l’impatto ancora doloroso.
Ma sul serio - non troppo.

Si eresse granitico, quasi un monolite indifferente al tempo e agli acciacchi.
Certo aveva un’idea di troppo ben strana, il nano – ma lui non se ne rendeva conto.

"Pfff!"

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Con occhio duro schernì il demone, incredulo davanti a tanta cocciutaggine.
Poi avanzò di un passo, e un altro ancora; era una camminata particolare quella di Rick, tracotante e indolente: ricordava quella di un mulo. Ma ne aveva le tasche piene di quella storia, riempite da inganni e idiozie.
Altro non aveva nelle saccocce, d’altra parte.
Comunque, non c’era stato un diavolo a prendere di petto la questione lì, tutti preoccupati da fare o pensare altro: i cittadini delle conseguenze e dei demoni, quei pisciasotto. La vecchia Weilke dal suo roboante Signore della Luce e del suo piffero; la nobildonna era rimasta imprigionata, prima che dal legno, da ricordi e dubbi sulle vicende del Nido dei Demoni, spiacevoli misteri. Roba di cui non parlava – e neppure voleva saperne, il nano.
E infine il serpente, anche lui, tutto preso da bugie e bazzecole per un fottuto uovo, qualche sua specie di parente.
Che gliene fregava, poi.

Piantando i tozzi piedi al suolo, Rick intendeva riprendere a picchiare. La stanza sotterranea era un vero bordello, le librerie rovinate una sull’altra e il pavimento fracassato; sentiva una vociare confuso fuori, forse gli abitanti del villaggio rinsaviti e tornati dalla spedizione, quei creduloni. O forse semplicemente le donne e i vecchi rimasti a casa, attirati dall’evidente trambusto: solo per lui la cosa era passata in secondo piano, tutto preso dalla situazione.

Quello che era, insomma – poco importava.

Uno sguardo austero, il solito, e ripartì alla carica.
Scattò deciso, pronto a colpire con le sole mani: il martello era caduto in chissà quale angolo di quel putiferio, lo scudo lo rallentava. Sentiva le braccia pesanti, i graffi pulsare. Anche il demone pareva avere i suoi guai, comunque: rimasto ferito era tornato alla sua prima forma, quella specie di uomanoide scuro, dai tratti indefiniti.
Caricando il pugno non contavano i dettagli però, non le finezze: colpire, vincere, solo quello.
Vivere.
Una vita schifosa e virulenta forse, ma vivere.
Per questo menò ancora a vuoto, un’ultima volta, fregandosene della fuga dell’avversario. Il demone era svanito seguendo le ombre, divenendo buio lui stesso: un ultimo sguardo carico d’astio al nano, le iridi di rettile a marchiarlo.
Poi era scomparso, inghiottito dalla terra stessa.

Grattandosi la testa, Rick parve non capire: aveva fatto di tutto per riprendersi un dannato uovo, e ora mollava così?
Come se , avesse valore, ma fino ad un certo punto, con la scala di grigi nelle cose propria degli uomini fuori dal Midgard. Fuori dall'inferno della necessità. Una cosa che lui non capiva.
Bianco o nero, vita o morte: se qualcosa valeva, ci si ostinava fino a spaccarsi le ossa per tenerla, se no – beh, no.
Non si faceva un accidenti di niente in quel caso, ecco tutto.

"Al diavolo..."

Era stanco, si appoggiò contro un muro.
Il laccio che teneva i capelli aveva ceduto, lasciando la sua criniera di mulo appiccicata alla faccia, già gonfia. Era abituato al sapore del suo sangue, ormai - nei momenti di fame critica, era arrivato addirittura a trovarlo mica male. Meglio le provviste lasciate sul carro, però.
La continua tensione l'aveva fiaccato, persino un menefreghista del suo stampo: così si ritrovò a pensare.
Una volta qualcuno gli aveva parlato delle fesserie dei legami, tipo i genitori e i figli. Di come la stessa testardaggine a campare che lui dimostrava, Rick, per una madre prendesse altre forme, altri modi. Un’energia che si incanalava in vie diverse, rivolta –incredibile a dirsi- verso altri individui fuori da sé stessi:
Verso un Figlio, ad esempio.

La cosa doveva essere successa in osteria, perché il discorso lo ricordava confuso. Annebbiato. Non le condivideva, chiaro, ma almeno poteva concepirle scelte del genere, simili stramberie.
E quella serpe malcresciuta, allora?

Bah, non se ne sarebbe curato. Decise così.
Avvertì i passi degli abitanti fuori dallo scantinato, l’incedere traballante di Weilke che si avvicinava. Decise che avrebbe scacciato i troppi pensieri nella locanda, come sempre. Scolando e ingurgitando tutto l'appetibile, al diavolo la salute – peccato mancasse il cameriere, ora.

Lo sguardo preoccupato della donna gli puzzò di nuovo, però – e non era la scia del rettile, ora: aveva debellato la minaccia, per quanto da due soldi, e perseguito l’incolumità del Sorya. Ma non finiva lì, quella storia.
Se lo sentiva nella pancia, e non erano solo i vermi.







NOME: Rick Gultermann
ENERGIA: Gialla
CLASSE: Paladino
DOMINIO: Absolute Defence
CONSUMI: Basso 6 3%, Medio 11 8%, Alto 22 19%, Critico 44 41%
CS: 1 Resistenza
ENERGIE:
97%
- Alto 19% (Pergamena Arma Sacra, Turno I) - Basso 3% (Pergamena Martirio, Turno I) [75%]
- Alto 19% (Pergamena Dissolvenza, Turno II) - Basso 3% (Pergamena Martirio, Turno II) [53%]
- Basso 3% (Abilità da Dominio Buckler, Turno III) - Alto 19% (Abilità Personale "Questa sedia è la mia sedia! II, variante a 360°, Turno III) [31%]
- Basso 3% (Abilità da Dominio Buckler, Turno IV) - Basso 3% (Abilità da Dominio Buckler, Turno IV) [25%]
= [25%]

DANNI:
Status Fisico:
Basso alla Testa [1/16]
+ Basso al Braccio Sinistro (uso Pergamena Martirio, Turno I) [2/16]
+ Medio al Braccio Sinistro (da attacco fisico, Turno II) + Basso al Braccio Destro (uso Pergamena Martirio, Turno II) [5/16]
+ Medio al Busto (contraccolpo da attacco fisico, Turno III) [7/16]
+ Basso alla Testa (contraccolpo da attacco fisico, Turno IV) [8/16]
= [8/16]

Status Mentale:
= [0/16]

EQUIPAGGIAMENTO: Scudo tondo (sull'Avambraccio Destro, non impegna la Mano), Martello (Mano Sinistra, poi Destra) , Armatura di Cuoio Pesante (tutto il Corpo, eccetto la Testa)


PASSIVE

~Abilità razziale. Il tozzo ancora in piedi.
Rick non molla. Malgrado tutto.
Rick usa tutte le sue energie nella lotta, non si risparmia, lascia andare colpi tosti – e però non molla. Finchè non arriva allo stremo [10 % energie] il nano non vorrà proprio saperne di sentire fatica, acciacchi, roba del genere. Finchè non riesce in quello che fa, il nano non vorrà neanche sentirli i morsi della fame, il sonno, i crampi. Certo una birra la desidererebbe proprio a volte, ma a conti fatti ne fa’ a meno - lui è incrollabile.
[passiva Tenacia, razza Nano]

~Abilità personale. Sopporta!
Rick è talmente abituato a viaggi sfiancanti, contese infinite per miseri rimasugli di carne, che ha imparato l’efficienza, l’efficienza vera. Ha alzato il suo metabolismo a livelli inverosimili, appreso come compiere le azioni risparmiando il più possibile le energie. Si arrangia.
La cosa si traduce, nella pratica, con la possibilità di utilizzare le proprie tecniche con una riduzione del 3% sulle energie spese, a patto che queste rimangano sempre positive, ovviamente.
[sconto energetico 3% su tutte le tecniche, passiva]

~Abilità da dominio. Io speriamo che me la cavo.
Rick se la cava sempre, anche contro tutti i pronostici. Persino quando la situazione appare disperata, il nano sarà comunque in grado di imbastire una difesa: non importa quanto sia scomodo o inverosimile, qualcosa per salvarsi i fondelli se la inventerà sempre.
[possibilità di difesa istantanea – passiva Absolute Defense]


ATTIVE

~Abilità da dominio. Braccia toste.
Il nano è un duro. I suoi avambracci hanno linee d’acciaio che corrono dritte, le sue spalle curve dure e inamovibili. Queste braccia possono prendere senza problemi graffi e botte.
Tanto dure che, se portate avanti, le braccia del nanaccio arriveranno a concretizzare l’impossibile: un addensamento di energia nera, fumosa, si concretizzerà davanti a Rick, un grumo scuro percorso da macchie color sangue. Tale sorta di scudo potrà assorbire colpi di potenza [bassa] e le sue forme e dimensioni varieranno, arrivando al più alla – scarsa – altezza del nano.
[consumo basso, difesa di potenza bassa - attiva Absolute Defense "Buckler"][magico] [TURNO III, TURNO IV (X 2)]

~Batosta I. Il colpo del disperato.
Grande risultato, minimo sforzo. Poco importa se con qualche acciacco in più, qualche graffio: l’importante è risparmiare le forze.
Rick l’ha capito bene nei suoi vagabondaggi per terre brulle e inospitali, e per questo ha imparato a centellinare al meglio le forze nei suoi colpi: sia in difesa che in attacco, il nano sarà in grado di azioni per potenza equiparabili a tecniche dal consumo [medio], ma con un dispendio di energie che è invece [basso].
Di sicuro niente viene fatto per niente al mondo, insomma, e per questo a risentire del colpo scagliato è l’arto che il nano ha impiegato, con una ferita [leggera].
Ma ne vale la pena!
[consumo basso, attacco/difesa di potenza media – Pergamena Martirio][fisico] [TURNO I, TURNO II]

~Batosta II. Lui se ne fotte!
Già, Rick è decisamente il tipo coriaceo, a suo modo testardo: tutta la sua smania di sopravvire alla fine, quell’istinto ingiustificato, si può considerare una forma di testardaggine. Una forma particolare, ecco.
Allo stesso modo, se si mette in testa di eludere un attacco o uscire indenne (conseguenze estetiche a parte) da una situazione, Rick ci riesce. Con un consumo [alto] il nanaccio è in grado di evitare completamente le conseguenze di un fenomeno magico o illusorio, il tutto nelle maniere più inverosimili e dettate dalla situazione contingente. Un caso, dunque.
O così crede lui.
La verità è che la brama di vita di Rick va più in là della semplice fortuna, si spinge nel profondo. Ha a che fare con il profondo delle cose, è una forza capace di distorcere la realtà stessa e lo spazio: un gorgo oscuro, pieno di fumo nero che si spalanca su altri mondi. Il vortice nero, percorso da screziature vermiglie, sarà in grado di inghiottire un pericolo o un ostacolo sulla via del nano, che sparirà senza fare più ritorno.
Il tutto senza che lui si accorga di niente il più delle volte - concentrato com'è sul presente.
[consumo alto, difesa di potenza alta solo per magie/illusioni – Pergamena Dissolvenza][magico/dimensionale] [TURNO II]

~Batosta III. Questa sedia è la mia sedia!
O questo sasso è il mio sasso!, o questo servizio di piatti è il mio servizio di piattice ne sono tanti come lui ma questo è il mio!
I.Ecco, non è che Rick sia propriamente affezionato agli oggetti che possiede - anche perchè possiede ben poco. Ma il fatto è che, in situazioni cirtiche, ha imparato ad usare al meglio ogni circostanza o arma impropria; qualsiasi sia la natura dell’oggetto con cui sferra un’offensiva, infatti, egli è in grado di riversare in esso tutta la sua smania di vivere, l’oscuro sentimento ancestrale che l’ha portato ad essere così attaccato all’esistenza, malgrado tutto.
Un’ aura nerastra allora, che sa di sporco e maligno, rivestirà l’oggetto in questione, conferendogli per la durata di [2 turni] una potenza superiore. Macchie globulose e scarlatte, dall’aspetto primordiale come quello del sangue, correranno su è giù per quella nuvola di fumo nero, e la potenza dei colpi sarà pari a [medio]. Farà paura, per certi versi.
II.Allo stesso modo, egli sarà in grado di riversare tale potere in via puramente difensiva. Avviluppando uno scudo o un'armatura, ad esempio, l'aura oscura consentirà a questi di reggere per la durata di [2 turni] attacchi di una certa potenza; nel caso in cui a subire l'incanto - se così la si vuole chiamare, quella sporcizia nerastra - sia uno scudo o simili, esso potrà sostenere attacchi di potenza [media]. Nel caso il fumo circondi l'armatura invece, o una qualsiasi protezione da considerare a [360°], questa potrà reggere attacchi di potenza [bassa].
Dopo di che è probabile che l'armatura o la sedia o il piatto vengano buttati per strada. Un’affezione che di sacrale ha poco, decisamente.
I.[consumo alto, attacco/difesa di potenza media per 2 turni – Pergamena Arma sacra][magico] [TURNO I]
II.[consumo alto, difesa classica/a 360° di potenza media/bassa per 2 turni – Abilità personale][magico] [TURNO III, variante a 360°]


NOME: Demone Cobra (babau)
ENERGIA:
CLASSE: Ninja
DOMINIO: Void Runner
CONSUMI:
CS:
ENERGIE:
95%
- Medio 10% (Abilità Personale "Figlio delle Tenebre", Turno I) - Medio 10% (Pergamena Evocazione Serpenti, Turno I) [75%]
- Medio 10% (Abilità Personale "Figlio delle Tenebre", Turno II) - Alto 20% (Effetto secondario Pergamena Possessione Demoniaca, Turno II) [45%]
- Alto 20% (Effetto secondario Pergamena Possessione Demoniaca, Turno III) - Medio 10% (Abilità da Dominio liv. II, Turno III) - Basso 5% (Pergamena Fourfold Kick, Turno III) [10%]
- Basso 5% (Abilità da Dominio liv. I, Turno IV) [5%]
= [5%]

DANNI:
Status Fisico:
Medio al Busto [2/16]
+ Medio alla Testa (da Attacco con Pergamena Arma Sacra, Turno I) [4/16]
+ Medio alla Gamba destra (da Attacco con Pergamena Arma Sacra, Turno II) + Alto diviso su tutto il corpo (uso Pergamena Possessione Demoniaca, Turno II) [10/16]
+ Alto diviso su tutto il corpo (uso Pergamena Possessione Demoniaca, Turno III) [14/16]
= [14/16]

Status Mentale:
= [0/16]

EQUIPAGGIAMENTO: Artigli (Arma naturale, su Gambe e Braccia), Squame leggere (Armatura Naturale, su tutto il Corpo)


PASSIVE

Passive da Dominio
[Passiva da Dominio Void Runner liv. I e II, possibilità di muoversi senza essere percepito a livello di Olfatto, Udito, Tatto dal mondo circostante]

Autosufficienza
[Passiva Razziale Mezzodemoni, Immunità a Psioniche Passive]

Punti nevralgici: Il ladro sfrutta le proprie conoscenze del corpo umano per intorpidire e paralizzare le proprie vittime, lasciandole inermi e incapaci di combattere.
La tecnica ha natura fisica. Agisce come una tecnica passiva, rimanendo dunque sempre attiva nel corso di un combattimento e concedendo perennemente i suoi benefici al personaggio che l'acquista. Il caster otterrà, all'acquisizione, un'ottima conoscenza dell'anatomia umanoide ed animale, che gli permetterà di rendere i propri attacchi fisici ben più della semplice minaccia che normalmente già costituirebbero. Ognuno dei suoi attacchi, infatti, sia esso portato a mani nude o per conto di una qualsiasi arma, otterrà poteri paralizzanti, indebolendo leggermente il corpo del nemico e intorpidendolo. Tanto più grave sarà il danno portato dall'attacco fisico, tanto più grande sarà il grado di paralisi, decretato unicamente dalla sportività della vittima. La sensazione di paralisi perdurerà per tutta la giocata ed è applicabile solamente agli attacchi fisici del caster, non alle sue tecniche.
[Pergamena, Abilità Passiva che rende gli attacchi fisici semi-paralizzanti]

Aura di energia: il guerriero aumenta la propria capacità di concentrazione e i propri riflessi.
La tecnica ha natura di power up. Il guerriero guadagna 1 CS permanente ad una caratteristica, migliorando i suoi riflessi e la sua concentrazione. All'esterno non si noterà alcun cambiamento, poiché fisicamente il guerriero apparirà come quello di sempre. Oltre all'aumentata capacità di concentrazione e reazione, il guerriero ottiene un ulteriore vantaggio: raggiunto il 10% delle energie egli può continuare a combattere senza svenire. Nonostante questo dovrà stare attento a non spendere eccessiva energia, errore che lo porterebbe alla morte. La singola capacità potenziata sarà personalizzabile liberamente, ma andrà specificata al momento dell'inserimento della tecnica in scheda.
[Pergamena, Abilità Passiva che abbassa la Soglia di Svenimento allo 0% e conferisce 1 CS]


ATTIVE

Figlio delle Tenebre
[Variabile Difensiva elemento Ombra][magico/elementale][TURNO I a Medio, II a Medio]

Evocazioni dei serpenti: Il ninja evoca accanto a sé, all'improvviso, un piccolo numero di pericolosi serpenti che combatteranno il nemico al posto suo, essendo al suo completo servizio.
La tecnica ha natura di evocazione e richiama una piccola somma di creature velenose; generalmente serpenti, ma a seconda della personalizzazione possono essere utilizzate anche altre creature terrestri che possiedono veleno, come ragni enormi o simili. Le creature potranno raggiungere le dimensioni massime di un segugio, e potranno essere richiamate in un numero massimo di tre contemporaneamente - in tal caso, la loro potenza sarà tripartita. Le creature verranno gestite dall'evocatore, e non andranno trattate autoconclusivamente. I loro attacchi fisici provocheranno un danno ignorabile all'avversario: l'unico danno da conteggiare sarà quello del veleno che inietteranno in lui ad ogni attacco compiuto con successo; tale ha la capacità di scatenare piccole emorragie interne e simili sintomi. Potranno rimanere in campo per un massimo di due turni, potendo essere richiamati prima a volontà del caster o fino a quando non saranno distrutti dopo aver subito complessivamente un danno Basso. La potenza totale delle creature evocate sarà complessivamente pari a 2 CS.
[Pergamena Evocazione dei serpenti, Evocazione di Potenza Bassa per 2 Turni, Consumo Medio][magico, evocazione][TURNO I]

Fourfold kick: Il ninja colpisce il nemico più volte in rapida successione, costringendolo ad arretrare ed infliggendogli numerose ferite, anche se leggere.
La tecnica ha natura fisica. Il caster potrà colpire il nemico numerose volte in un solo attimo, concentrando una grossa quantità di attacchi in un singolo punto e sferrandoli tutti insieme, in rapida successione. Generalmente il tramite di questa tecnica sono i calci, ma a seconda della personalizzazione può essere interpretata come una serie di pugni, o anche coltellate - può utilizzare un'arma come mezzo, purché la tecnica venga castata in mischia contro il proprio avversario. Indipendentemente dal mezzo, la somma degli attacchi provocherà un danno Basso e avrà potenza Bassa.
[Pergamena Fourfold Kick, attacco di Potenza Bassa e consumo Basso][Fisico][TURNO III]

Possessione demoniaca: Il ninja lascia possedere il suo corpo da una forza incalcolabile, che finirà col distruggerlo; nei suoi ultimi momenti, tuttavia, egli potrà sprigionare un potere mai visto.
La tecnica ha natura di power up. Una volta attiva il caster potenzierà il suo fisico guadagnando 8 CS da distribuire a due caratteristiche per tutta la durata della tecnica (quindi 16 CS totali). Entrambe le caratteristiche potenziate sono liberamente personalizzabili, ma andranno specificate al momento di inserire la tecnica in scheda. A tale potenziamento possono essere associati leggeri cambiamenti del corpo che non compromettano la riconoscibilità del personaggio, come tratti demoniaci o simili, a seconda della personalizzazione. Ogni turno durante il quale la tecnica rimarrà attiva, il caster si vedrà sottratto il 20% delle proprie energie e subirà un danno Alto al corpo. Inoltre, nello stato di furia che vivrà, gli sarà impossibile utilizzare qualsiasi tipo di arma - pur non rinunciando alla possibilità di utilizzare le proprie tecniche. La tecnica dura due turni compresa l'attivazione, svanendo al termine del secondo o prima, al desiderio del caster.
[Pergamena Possessione Demoniaca, Power-up di 8 CS per 2 turni con Danni Alti e Consumo 20% Energie in entrambi i Turni][power-up][TURNO II]

Attiva da Dominio liv. I
[Attiva Dominio Void Runner liv. I, possibilità di rendersi Eterei per un istante, consumo Basso][TURNO IV][magico]

Attiva Dominio liv. II
[Attiva Dominio Void Runner liv.II, Psionica offensiva di Ammaliamento e distrazione, consumo Medio][magico][TURNO III]





RIASSUNTO AZIONI

[TURNO I]
-Rick irrompe nella stanza, attiva e attacca alla Testa con "Questa sedia è la mia Sedia! I" (Pergamena Paladino Arma Sacra)
-Prosegue con una gomitata al Busto con "Il colpo del disperato" (Pergamena Paladino Martirio) (Danno Basso al Braccio Sinistro)
-Finisce l'attacco con un Attacco fisico, un pestone con il piede su quello avversario

-Il Demone subisce il colpo di Arma Sacra alla Testa (Danno Medio)
-Il Demone para la gomitata con Martirio con la Variabile Difensiva "Figlio delle Tenebre" a Medio
-Schiva l'attacco fisico (pestone)
-Contrattacca con la Pergamena del Ninja Evocazione dei Serpenti
-Finisce con un attacco fisico di Artigli alla spalla Sinistra (Braccio)

NOTE: data la differenza in CS il demone non ha problemi a schivare


[TURNO II]
-Rick subisce l'attacco fisico alla spalla Sinistra (Danno Medio) (Braccio)
-Poi usa "Lui se ne fotte!" (Pergamena Paladino Dissolvenza) ed annichilisce Evocazione dei Serpenti
-Quindi contrattacca con un colpo dalla media distanza sulle gambe della già attiva "Questa sedia è la mia Sedia! I" (Pergamena Paladino Arma Sacra)
-E prosegue con una spinta di scudo al busto per far cadere di "Il colpo del disperato" (Pergamena Paladino Martirio) (Danno Basso al Braccio Destro)
-Finisce ruzzolando per terra data la difesa nemica, e provando un attacco fisico - che va' a vuoto

-Il Demone subisce Arma sacra alla Gamba Destra (Danno Medio)
-Si para da Martirio con la Variabile Difensiva "Figlio delle Tenebre" a Medio, lasciando scivolare il nano dietro di lui, per terra
-Usa la Pergamena del Ninja "Possessione Demoniaca", subendo il conseguente Danno Alto
-Attacca Fisicamente con una codata
-Fa un secondo Attacco Fisico con una codata

NOTE: Data la differenza in CS mi è sembrato giusto far subire un Medio a Rick. Dato l'effetto di "Punti Nevralgici", la Passiva Pergamena del Ladro del Demone, Rick va' a vuoto con l'attacco fisico.


[TURNO III]
-Rick si difende dal primo Attacco Fisico con "Braccia toste" (Abilità da Dominio, liv. I) subendo comunque per l'impatto sulla schiena (Danno Medio) (Busto)
-Para il secondo Attacco Fisico con "Questa sedia è la mia Sedia! II" (Abilità Personale di difesa multiturno, variante a 360°)

-Il Demone usa l'Abilità Attiva di Dominio liv. II (Void Runner) per distrarre Rick
-Attacca poi con la Pergamena del Ninja "Fourfold kick" (bracciata)
-Continua con una Attacco Fisico (prima codata)
-E usa ancora un Attacco Fisico (seconda codata)
-Subisce in accordo a "Possessione Demoniaca" (Danno Alto)

NOTA: Ho considerato equivalenti le due passive (quella da dominio di Rick, "Punti Nevralgici" del Demone), ma comunque la differenza in CS è tale che Rick prende un danno pur essendosi difeso con una tecnica, che oltretutto è "solo" di Potenza Bassa (Attiva da dominio).


[TURNO IV]
-Rick subisce gli effetti dell'Abilità Psionica di Dominio, venendo colpito da Fourfold Kick ma non subendo danni grazie a "Questa Sedia è la mia Sedia! II" ancora attiva
-Para il primo Attacco Fisico con "Braccia toste" (Abilità da Dominio, liv. I)
-Para il secondo Attacco Fisico con "Braccia toste" (Abilità da Dominio, liv. I) subendo comunque per l'impatto sulla schiena (Danno Basso) (Testa)
-Contrattacca con un Attacco Fisico (pugno)

-Il Demone usa l'Abilità Attiva di Dominio liv. I (Void Runner) per fuggire e schivare l'Attacco Fisico

NOTE: Dato l'uso di una psionica Media per distrarre (Attiva Dominio Void Runner liv. II), ho ritenuto inefficace la passiva di difesa istantanea da dominio di Rick. Il danno da impatto è inoltre minore perchè, ho supposto, si trattava comunque di un attacco già visto (codata), e in particolare la potenza parecchio elevata del detto attacco fisico (date le CS di differenza tra i personaggi) non ha lo stesso effetto sorpresa che nel primo colpo.


CITAZIONE
Note generali.
So che è stato un progetto lungo, probabilmente pesante, forse troppo ambizioso. Mi sono sentito di partecipare a "Terreno di Caccia" con un autoconclusivo ben strutturato, però, che non fosse soltanto una mostra delle mie -acerbe- capacità di duellante. Inoltre c'è da dire che, essendo nuovo ed avendo avuto poco tempo per prendere parte al progetto (ho cominciato a giocare attivamente dagli ultimissimi giorni di Aprile), l'imbandire una quest mi avrebbe dato più problemi che altro. Sia perchè non conoscevo gente e dinamiche, sia perchè non avevo tempo.
Comunque, questo è uscito.
La trama non sarà molto elaborata, ma credo che, dato lo stile usato, c'è già il rischio di essere stato troppo lento e pesante così.

Riguardo al combattimento, poi, due cose:

- i danni e le energie già riportati/consumate all'inizio sono in accordo a quanto accaduto nei post precedenti: né Rick poteva pensare di uscire dallo scontro del quarto psot senza un graffio - per quanto uno scontro pilotato; né il Demone poteva riuscire a far secchi gli altri tre Monaci rimasti alla villa del tutto aggratis (per quanto dato l'effetto sorpresa, le sue abilità, anche personali e non citate, di trasformismo e la concentrazione dei monaci la cosa è stata assai facilitata, si da' a capire).

-Rick è riuscito ad avere la meglio sul demone per vari motivi, anche se questo era di Pericolosità E e lui G. Intanto, anche avendo assegnato un discreto numero di pergamene, alcune penso non debolucce (es. "possessione demoniaca") al demone, non è detto che quelle di Rick, per quanto poche, debbano essere per forza da meno. Sono pergamene da Bianca, è vero, e c'è solo una personale in più rispetto alla creazione del pg. Ma non è detto che la sua pericolosità (quella del nano) sia del tutto veritiera, ora come ora. Inoltre Rick ha attaccato per primo, fattore importante; in ultimo c'è da dire che, per quanto piccolo, il nano partiva con un leggero vantaggio di danni/energie.

La scelta di lasciar terminare il duello in una fuga avversaria, poi, mi è sembrata la più sensata calandomi nei panni del Demone, e considerando anche la serie di abilità da "stalker" (non in quel senso XD) che questi ha in possesso (l'attiva di primo liv. di Void Runner è solo un esempio, essendo l'unica utilizzata). Dunque aveva i mezzi e i motivi per fuggire, e visto che si trattava di un png abbastanza calcolatore, mi è parsa la cosa più giusta da fare.

Bene, questo è quanto. Spero vi sia piaciuto: se no, apprezzerò eventuali consigli per far sì che sia così in futuro. :zizi:


Edited by Lill' - 27/6/2013, 00:22
 
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view post Posted on 3/7/2013, 10:18
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Di Fattucchiere e Demoni.

~ Interpretazione e ragionamento. 5.5/10.0
Ciò che notato nei tuoi post - in particolare nell'ultimo - è una sorta di fretta che ti spinge a rendere le azioni in una catena interminabile che ne rende più ostica la comprensione; a causa di tale fretta, nel tuo post ho riscontrato una leggerissima, se non ininfluente interpretazione di quello che è il carattere del tuo personaggio. I tuoi testi sembrano infatti essere pregni di caratterizzazione, ma è un'introspezione relativa alle sole descrizioni, che, curate in maniera ottimale, risultano essere cariche di ragionamenti e sostantivi adatti al tuo personaggio. Oltre queste personalizzazioni, però, non ho potuto riscontrare altre forme di individuazione del tuo personaggio. Ho molto apprezzato il modo quasi fiabesco in cui sei riuscita a dar vita e spessore a tutti gli altri personaggi - Henneria, l'Oste, i mostri - ma avrei preferito lo stesso procedimento anche con Rick, che quasi sembra essere solo un elemento di passaggio nella storia dei tanti personaggi da te creati. Devi impegnare di più la tua attenzione su quelle che sono le sensazioni del personaggio, chiederti cosa stia pensando in quel preciso istante e rapportarlo alle ottime descrizioni che fai, magari condirlo con più di semplici dialoghi di due parole massimo. Come già detto, invece, ho apprezzato molto lo spessore di cui hai dotato il nemico, sempre comprensibile e deciso nelle proprie azioni.


~ Movenze e descrizioni. 6.50/10.0
L'intero scritto - partendo dal primo post e arrivando poi all'ultimo, quello preso in esame realmente - risulta essere scritto in maniera davvero intelligente, con uno stile chiaro ed azzeccato al personaggio che giochi; i dialoghi, le movenze, i nemici e le situazioni che vengono a crearsi sono tutte descritte in maniera minuziosa e davvero molto apprezzabile, dato che tale minuziosità non appesantisce il testo, ma, anzi, lo rende alquanto scorrevole e piacevole da leggere - anche se, come ti sarai già accorta, cinque post non sono per niente semplici da leggere -. La parte finale dell'ultimo post è a tratti un po' macchinosa, le descrizioni si susseguono con troppa velocità e non lasci spazio alle impressioni del personaggio, ma in definitiva anche quello è stato un post estremamente ben fatto - devo giudicare principalmente quello, più degli altri -. Per ovviare a questa "confusione" potresti immaginare di leggere e nello stesso tempo di mimare la scena, per vedere se riesce ad essere davvero comprensibile. Sintatticamente e grammaticalmente non ho nulla da recriminarti, tutto sembra essere al posto giusto, nel momento giusto. Stai solo attenta a qualche ripetizione di troppo - abusi della parola Nano in tutti i post - e ad errori di battitura facilmente evitabili con una rilettura veloce - parole con tre doppie, ad esempio -.


~ Abilità e lealtà. 7.0/10.0
Mi sono stupito della cura che hai riservato a questo campo, impeccabile sotto quasi tutti i punti di vista. Non ho infatti da segnalare correzione alcuna, tanto meno grossi errori nel combattimento; è stato un duello pulito, hai incassato ciò che dovevi e attaccato in maniera giusta. Ci sono però dei piccoli appunti che vorrei farti. Il primo riguarda lo specchietto del nemico: non hai inserito i suoi CS, né i consumi, cerca di ricontrollare sempre tutto. Il secondo riguarda gli attacchi fisici, di cui sia Rick che il Cobra hanno leggermente abusato; pensa al duello come un evento nella vita reale e mettilo in relazione ai tempi: avrebbero potuto fare davvero tutti quegli attacchi mentre il nemico semplicemente stava a guardare? Il terzo è relativo alla scelta di iniziare con meno energie: stai ben attento, perché è una tattica ai limiti della sportività. In questo caso però era alquanto motivata, quindi non ho da obiettare. Ho apprezzato molto il modo con il quale hai utilizzato tutto il tuo reparto tecnico contro il Cobra, risultando vincitore dalla sfida.


~
Voto Finale: 6.50/10.0



Una prova molto soddisfacente, da migliorare soprattutto nei riguardi del tuo personaggio; anche se è un nano e ha un atteggiamento burbero, cerca di far trasalire sempre il suo pensiero, sia esso in relazione agli ambienti, alle cose, alle persone. Di sicuro stai facendo buoni progressi dalla fine dell'arrivo, continua su questa strada.

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