狐 ········ - Group:
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| Ecco a te. Aggiorno i conti! ___ __ _ __ ___ Colui della necropoli, che veglia sulle anime. Liberatelo, egli non è colpevole, se non di aver desiderato, almeno una volta di vivere. Quarto dei figli nato dall'unione di Ra e Hesat è Anubi, protettore del mondo dei morti, traghettatore delle anime verso il tribunale supremo degli Dei. Le leggende che accompagnano il suo nome sono molteplici, perlopiù relative al suo ruolo nel mondo dei morti. Pochi però sanno che egli amava infondere in oggetti particolari la sua essenza, come se volesse trasferire una parte di sé in ciò che gli era più caro. Per rendersi inanimato, dunque immortale. Una delle cerimonie più importanti alle quali Anubi doveva assistere era sicuramente la cerimonia dell'olio, nella quale le anime dei peccatori pentiti dovevano bruciare per sette giorni e sette notti in attesa del giudizio degli Dei. Nel Libro dei Morti Anubi è spesso raffigurato con uno scettro in mano, uno dei simboli del suo potere. Quando venivano effettuate le cerimonie, infatti, egli era obbligato a presenziare, volgendo lo scettro verso i peccatori; una sorta di usanza obbligatoria in quel tipo di rituale, che stava a significare il passaggio dal peccato alla salvezza tramite l'espiazione dei propri peccati. Bruciando il passato, si giungeva al nuovo. Quando Anubi era sul punto di morte, subì egli stesso una sentenza dal grande tribunale, che lo considerò colpevole di aver utilizzato il proprio potere per fini personali. L'ultima scena che la sua mente riuscì a registrare, dunque, fu proprio la cerimonia dell'olio, che avrebbe avuto però un significato diverso rispetto alle usanze del mondo dei morti. Non espiazione, ma punizione. Non salvezza, ma condanna. E così tornò alla cenere, il traghettatore di anime. Ma il suo spirito non cessò di esistere. La vendetta di Anubi ~ sono morto? Pur essendo morto, l'anima di Anubi continua ad esistere in tutti i suoi oggetti più preziosi. Che si tratti di monili, pietre preziose o scettri, egli è presente proprio come in vita, per continuare a svolgere il proprio ruolo, fino alla fine. Chi possiede il suo scettro, dunque, è conscio dell'essenza che vi risiede al suo interno, può infatti materializzare tale essenza nel tempo e nel modo che preferisce. Chi detiene l'artefatto potrà infatti richiamare lo spirito di Anubi in battaglia, per permettere lui di compiere la sua opera, ancora una volta. {Media; Il detentore dell'artefatto può evocare lo spirito di Anubi sul campo di combattimento spendendo un consumo pari a Medio. Anubi disporrà di due CS e rimarrà in campo per due turni. Sparisce prima se incassa un danno pari a Basso.} In particolari occasioni, poi, Anubi si manifesta in diversa maniera. La sua rabbia, il tradimento che pesa sul suo orgoglio, la delusione di un sistema corrotto che lo ha giudicato colpevole. Il suo stesso sistema che si ritorce contro di lui. L'essenza dello Sciacallo può divenire materia informe, sul campo di battaglia si materializzerà una sorta di densa nube nera che ostacolerà la vista dei presenti. {Basso; Il detentore dell'artefatto può creare un'illusione ambientale, generando una fitta nebbia scura che limiterà la vista ai combattenti, siano essi nemici che alleati. La tecnica non provoca danni.} voglio la tua anima. La Cerimonia dell'Olio, come già detto, era di sicuro il rito preferito di Anubi. Pur essendo il suo un ruolo molto marginale, infatti, egli amava reperire negli occhi dei penitenti la sofferenza, ascoltare le loro grida di dolore per così tanto tempo donava lui un vigore inaspettato, una sorta di adrenalina che lo attraversava per parecchie ore. Quasi si eccitava, guardandoli soffrire. Lo stupore fu quindi tanto quando vide il suo corpo iniziare ad essere consumato dalle fiamme nere della morte, quelle fiamme che tanto adorava vedere ardere, ma che sul suo corpo assumevano dei tratti che mai avrebbe voluto osservare: il dolore lo rendeva schiavo del potere, marionetta della paura. {Basso; la tecnica ha natura magica. Infliggendosi un danno Basso, il detentore dell'artefatto può lanciare una colonna di fuoco nero verso il nemico, che causa danni Medi.} Essendo lo scettro solo una trasfigurazione di quello che è il suo vero potere, però, anch'esso ha dei limiti. Il potere contenuto nell'artefatto non potrà infatti essere abusato da parte del suo detentore, ed è per questo che Anubi potrà materializzare la sua forza solamente due volte, per poi riaddormentarsi ancora. Aspettando la sua vendetta. {Malus; i poteri dello scettro potranno essere utilizzati solamente due volte per giocata, dopodiché l'artefatto sarà considerato "bloccato" fino alla fine di questa.} CODICE <p align="center">[size=5][color=black][font=Times]Colui della necropoli, che veglia sulle anime. Liberatelo, egli non è colpevole, se non di aver desiderato, almeno una volta di vivere.[/font][/color][/size]</p> <blockquote>[size=2]Quarto dei figli nato dall'unione di Ra e Hesat è Anubi, protettore del mondo dei morti, traghettatore delle anime verso il tribunale supremo degli Dei. Le leggende che accompagnano il suo nome sono molteplici, perlopiù relative al suo ruolo nel mondo dei morti. Pochi però sanno che egli amava infondere in oggetti particolari la sua essenza, come se volesse trasferire una parte di sé in ciò che gli era più caro. Per rendersi inanimato, dunque immortale. Una delle cerimonie più importanti alle quali Anubi doveva assistere era sicuramente la cerimonia dell'olio, nella quale le anime dei peccatori pentiti dovevano bruciare per sette giorni e sette notti in attesa del giudizio degli Dei. Nel Libro dei Morti Anubi è spesso raffigurato con uno scettro in mano, uno dei simboli del suo potere. Quando venivano effettuate le cerimonie, infatti, egli era obbligato a presenziare, volgendo lo scettro verso i peccatori; una sorta di usanza obbligatoria in quel tipo di rituale, che stava a significare il passaggio dal peccato alla salvezza tramite l'espiazione dei propri peccati. <i>Bruciando il passato, si giungeva al nuovo.</i> Quando Anubi era sul punto di morte, subì egli stesso una sentenza dal grande tribunale, che lo considerò colpevole di aver utilizzato il proprio potere per fini personali. L'ultima scena che la sua mente riuscì a registrare, dunque, fu proprio la cerimonia dell'olio, che avrebbe avuto però un significato diverso rispetto alle usanze del mondo dei morti. Non espiazione, ma punizione. Non salvezza, ma condanna. E così tornò alla cenere, il traghettatore di anime. Ma il suo spirito non cessò di esistere.[/size]</blockquote> <p align="center">[IMG=2rgytsp]http://i39.tinypic.com/2rgytsp.png[/IMG]</p><p align="center">[size=16][font=Geneva][color=black]La vendetta di Anubi ~[/color][/font][/size]</p> <blockquote>[size=1]<b>[color=black]sono morto?[/color]</b>[/size] [size=2]Pur essendo morto, l'anima di Anubi continua ad esistere in tutti i suoi oggetti più preziosi. Che si tratti di monili, pietre preziose o <u>scettri</u>, egli è presente proprio come in vita, per continuare a svolgere il proprio ruolo, fino alla fine. Chi possiede il suo scettro, dunque, è conscio dell'essenza che vi risiede al suo interno, può infatti materializzare tale essenza nel tempo e nel modo che preferisce. Chi detiene l'artefatto potrà infatti richiamare lo spirito di Anubi in battaglia, per permettere lui di compiere la sua opera, ancora una volta. [size=0]{Media; Il detentore dell'artefatto può evocare lo spirito di Anubi sul campo di combattimento spendendo un consumo pari a Medio. Anubi disporrà di due CS e rimarrà in campo per due turni. Sparisce prima se incassa un danno pari a Basso.} [/size] In particolari occasioni, poi, Anubi si manifesta in diversa maniera. La sua rabbia, il tradimento che pesa sul suo orgoglio, la delusione di un sistema corrotto che lo ha giudicato colpevole. Il suo stesso sistema che si ritorce contro di lui. L'essenza dello Sciacallo può divenire materia informe, sul campo di battaglia si materializzerà una sorta di densa nube nera che ostacolerà la vista dei presenti. [size=0]{Basso; Il detentore dell'artefatto può creare un'illusione ambientale, generando una fitta nebbia scura che limiterà la vista ai combattenti, siano essi nemici che alleati. La tecnica non provoca danni.}[/size][/size]</blockquote>
<blockquote>[size=1]<b>[color=black]voglio la tua anima.[/color]</b>[/size] [size=2]La Cerimonia dell'Olio, come già detto, era di sicuro il rito preferito di Anubi. Pur essendo il suo un ruolo molto marginale, infatti, egli amava reperire negli occhi dei penitenti la sofferenza, ascoltare le loro grida di dolore per così tanto tempo donava lui un vigore inaspettato, una sorta di adrenalina che lo attraversava per parecchie ore. Quasi si eccitava, guardandoli soffrire. Lo stupore fu quindi tanto quando vide il suo corpo iniziare ad essere consumato dalle fiamme nere della morte, quelle fiamme che tanto adorava vedere ardere, ma che sul suo corpo assumevano dei tratti che mai avrebbe voluto osservare: il dolore lo rendeva schiavo del potere, marionetta della paura. [size=0]{Basso; la tecnica ha natura magica. Infliggendosi un danno Basso, il detentore dell'artefatto può lanciare una colonna di fuoco nero verso il nemico, che causa danni Medi.}[/size] Essendo lo scettro solo una trasfigurazione di quello che è il suo vero potere, però, anch'esso ha dei limiti. Il potere contenuto nell'artefatto non potrà infatti essere abusato da parte del suo detentore, ed è per questo che Anubi potrà materializzare la sua forza solamente due volte, per poi riaddormentarsi ancora. Aspettando la sua vendetta. [size=0]{Malus; i poteri dello scettro potranno essere utilizzati solamente due volte per giocata, dopodiché l'artefatto sarà considerato "bloccato" fino alla fine di questa.}[/size][/size]</blockquote>
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