Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Draconic Tournament , Presentazione Torneo. Scena

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Artemis868
view post Posted on 20/8/2013, 21:39 by: Artemis868




Chonicles of Morpheus
Draconic Tournament



In vita mia non mi ero mai sentita così al centro dell'attenzione, nemmeno durante la mia iniziazione quando avevo ricevuto Korina dall'albero sacro, ed avevo scoperto che essere al centro dell'attenzione non mi piaceva per niente: anche se avanzavo insieme col resto dei partecipanti al torneo sfoggiando la stessa fierezza che qualunque fiero guerriero degno di questo nome dovrebbe avere, in realtà il mio stomaco si contorceva per il disagio di trovarmi sotto gli occhi di tante persone. Nel rispondere alla chiamata del Draconic Tournament non mi ero aspettata una tale affluenza di genti venute da tutta Asgradel; certo ero conscia che l'evento era stato ben pubblicizzato, perciò sapevo che avrei dovuto combattere sotto molti sguardi, ma non avevo realizzato la portata dell'evento fino a quando non ero giunta tra gli spalti. Centinai, o addirittura migliaia di persone erano già schierate sulle gradinate tutto intorno la palco dove Morpheus si apprestava a pronunciare il discorso che avrebbe dato il via alla competizione.

La sola idea che quella moltitudine avrebbe seguito ogni istante del mio scontro mi faceva sentire male, e pensare che in quel momento la maggior parte dell'attenzione era per l'organizzatore. E quando essa fosse stata per me ed il mio avversario, sarei riuscita a concentrarmi solo sul combattimento? Quando avevo letto il volantino in quella locanda sperduta mi era sembrata una buona idea partecipare, un modo costruttivo di impegnare il tempo altrimenti infruttuoso ed allo stesso tempo avvicinarmi al mio obbiettivo.

Ma adesso... adesso mi chiedevo cosa ci facessi io insieme a tutti quegli avventurieri in cerca di fame e gloria: quello non era il mio posto, a perpetrare quel gioco di guerra per un'ignota ricompensa e per il diletto degli spettatori. Avrei dovuto impegnarmi a cercare imprese ben più degne ed utili di quella al posto di cedere alla noia ed alla frustrazione, ed invece ora mi trovavo invischiata in quella situazione e mi chiedevo se non era troppo tardi per ritirarmi e lasciare che fossero gli altri a scannarsi tra loro in quella farsa.

Prima che potessi prendere una decisione, Morpheus cominciò a parlare e tutta la mia attenzione fu canalizzata dalla sua figura.

« Benvenuti guerrieri. Benvenuti alla prima edizione del Draconic Tournament. » Esordì lui dandoci il benvenuto e allargando le braccia includendo le folla tutta, che applaudi entusiasta.

« I duelli si ambienteranno per tutto il Land Van Jakkalse durante la giornata di domani. Verrete avvisati anzitempo dell’orario del vostro scontro e verrete scortati nelle arene a dorso di piccoli draghi. »

Continuò lui, ed a quelle parole apparvero nel cielo una miriadi di piccoli draghi dei più vari e straordinari colori: nel vedere le creature che volteggiavano come se nuotassero sopra gli spalti e tra le illusioni sospese dimenticai per un momento dove fossi e il perché mi trovassi li. Presto il mio sguardo fu attratto da un riflesso di scaglie celesti ed il mio cuore perse un battito tanto fu l'emozione nel riconoscere la natura della creatura; la bordata di ghiaccio che scaturi dalle fauci del drago confermò quanto già avevo capito con un solo sguardo. Si trattava di un drago dei ghiacci!

Da fanciulla, ancora prima che ricevessi Korina e fossi iniziata all'arte della spada, io e le mie madri eravamo solite recarci al villaggio del fiume ogni solstizio d'estate ed osservare i draghi dei ghiacci giocare tra le correnti d'aria in alto, fin sopra le montagne, irraggiungibili e bellissimi nonostante la distanza gli rendesse poco più di dei puntini. Avere quella creatura mitologica così vicina risvegliò un'ondata di ricordi felici e malinconici, memorie di un tempo in cui non conoscevo ne la sofferenza della perdita ne l'asprezza della battaglia.

Quando infine fu proprio il drago azzurro ad atterrare accanto a me e ad incrociare il suo sguardo mistico col mio quasi mi sentii mancare: non avevo mai visto un drago così da vicino; ognuna delle sue scaglie era come una gemma di ghiaccio che rifletteva la luce delle stelle come un diamante, ed i suoi occhi erano di un blu così intenso da essere quasi iridescenti. A stento udii gli auguri di Morpheus tanto ero presa dal drago, ed anche quando il cielo fu illuminato dagli spettacolari fuochi d'artificio osservai solo distrattamente la favolosa esibizione pirotecnica, quasi timorosa che la creatura potesse svanire se distoglievo lo sguardo anche solo per un attimo. Allungai la mano verso il muso della creatura per accarezzarle, come a volermi accertare che non fosse un miraggio, e provare la freddezza delle sue squame sulla mia pelle mi fece per un attimo sentire più vicina a casa. Tutto sommato era stata una buona idea partecipare, anche solo per avere il privilegio di sfiorare quella maestosa creatura.

« Andate guerrieri e riposate, che domani sarà un grande giorno. » ci salutò infine l'organizzatore, e con quelle parole di congedo anche il drago azzurro se ne andò voltandosi con austerità e spiccando il volo, lasciandomi sola insieme agli altri gladiatori.

Con un sospiro di delusione per il poco tempo trascorso con l'animale, anch'io mi affrettai ad andarmene; l'indomani sarebbe stata una giornata impegnativa e dovevo riposare, inoltre non vedevo l'ora di discostarmi da tutta quella calca e trovare un po' di tranquillità.

Raggiunta le tenda a me assegnata mi sedetti sul letto, riflettendo sugli eventi della serata: ripensandoci, ero stata una stupida a non osservare con più attenzione gli altri aspirati campioni; magari avrei potuto riconoscere qualche faccia conosciuta, o magari sarei riuscita ad intuire qualcosa di utile per prepararmi al duello del giorno dopo, anche se ancora non sapevo chi sarebbe stato il mio avversario. Decisi però che poco importava che non avessi osservato con attenzione le facce, tanto avrei comunque capito quasi niente di loro da una semplice occhiata. Ma mentre mi toglievo l'armatura e ne posavo ogni pezzo con cura sul tavolo di una cosa ero certa: non mi sarei ritirata, avrei combattuto ed avrei fatto del mio meglio per arrivare più avanti possibile nel torneo, anche solo per mettere alla prova le mie capacità e dimostrare a me stessa che potevo farcela.

 
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9 replies since 29/7/2013, 13:12   336 views
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