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| Vendetta. Una parola apparentemente colma, di cui si riempiono i vicoli nascosti delle grandi città, i sobborghi bui e le coltri di nebbia. Una parola che segue la guerra, la fame e la mestizia di una vita stentata tra la solitudine delle proprie colpe e la vergogna del proprio passato. E' la redenzione degli uomini il continuo e ciclico ricercare della colpa altrui: liberarsi dal fardello gravoso del proprio peccato ed insozzare di esso lo spirito altrui. Perché è più facile. E' più semplice negarsi responsabilità, vangarle sul cuore di qualcun'altro ed incolparne l'empia ed invereconda depravazione, piuttosto che ammettere la propria. E' stato lui: è soltanto sua la colpa. E lui conosceva bene quella parola. Se ne era riempito le labbra per anni; l'aveva sfruttata per raggiungere il Bianco Maniero, per colmare la lunga strada che lo divideva dalla lealtà di una vita senza macchia, passata a difendere l'onore e la gloria di un simbolo, piuttosto che di un Re. E' proprio grazie a quella vendetta che si era chiamato guardiano del Regno, che si era ritenuto degno di quella missione e si era eretto a stendardo di quella verità. L'aveva inseguita per anni, ricercata tra i tetti delle città, tra le assi scomposte delle locande o sotto il grumo riverso di sangue delle latrine più remote. Solo per comprendere che da altri non doveva pretendere perdono, se non da se stesso. Solo per capire che la propria sete l'avrebbe saziata col suo stesso sangue, piuttosto che con quello altrui.
« Io non posso curare tutto il male che tu hai creato... » « ...io posso solo vendicarlo »
Ora lo Straniero ne leggeva il tono ridondante in direzione del suo spirito. Gli ringhiava contro il suo astioso suono, chiamandola a gran voce. E, con essa, giustificava il suo sguardo iroso, la sua mano tremolante ed il suo lento incedere. Eppure Shakan non poteva comprendere; non poteva che meravigliarsi. Il suo ricordo volava lontano, al loro ultimo incontro. A quando il Bianco Maniero ancora aveva accompagnato i loro sguardi, e la sua ombra ne aveva benedetto il congedo, prima che il mondo crollasse su se stesso tutt'intorno. La guerra brillava già dei suoi lunghi fuochi ardenti, all'orizzonte, quando il fantasma aveva confessato la sua vergogna a Kresiler, consegnandogli la lunga lista sulla quale ora lui aveva scritto il suo nome. Al tempo, però, il suo nome non c'era: la sua vergogna l'aveva confessata quasi in lacrime ed aveva offerto la propria testa in segno di pentimento, accettando che il guerriero la strappasse via al collo, finanche.
Quella volta, però, lo Straniero aveva rifiutato. Gli aveva dato le spalle, infliggendogli, forse, la pena più grave: il perdono. Aveva rifiutato di vendicare su di lui il male della sua città, considerandolo - a suo modo - anch'egli una vittima del cataclisma che ne derivò, nel quale scomparvero tutte le virtù e le apparenti beltà del giardino eterno che era Lithien, per portare alla luce il gorgo scuro della corruzione e dei complotti che erano cresciuti nelle sue fondamenta. Quella volta non l'aveva ucciso, benché egli stesso si fosse offerto di morire per quel perdono. Dunque, perché ucciderlo adesso?
« Vuoi la mia morte, Kreisler? » chiese, con un filo di voce, filtrando tra le pieghe dell'ombra una ragione che pareva lontana « Perché...? » disse, piano. « Perché solo ora? »
Eppure, nulla bastò a riempire quel silenzio di inedia che s'era creato. Non sarebbe valso neppure un lamento, un pianto isterico o una pavida offerta di pace. Neppure se il fantasma si fosse prostrato al suolo, disarmato ed inerme. Nulla, se non delle assi lacerate che volavano via. Lo spettro le percepì appena, quasi confuso da un gesto inspiegabile. Ciò che lo spaventò, invero, fu qualunque cosa attraversò la finestra così aperta poco dopo. Una macchia oscura, una rapida fuga di furia felina divampò attraverso la luce abbagliante del mattino, coprendo in un istante il suo sguardo e le sue certezze. Lo vide incombere con la fredda razionalità della violenza sulla stentata richiesta di qualunque spiegazione, squarciando il cielo con lunghi artigli e zanne profonde. Era un drago, o una bestia similare; era, sopratutto, imperante ed irrequieta come qualunque stoccata diretta al cuore, avvezza alla brutalità del sangue ed a null'altro che quello. Shakan si stranì, rimanendo immobile ed impietrito da un brivido freddo che trascese la schiena, fino al collo. Quando, però, poté ammirare il proprio sguardo riflesso nei canini affilati della belva, lo spettro reagì d'istinto, con una rapidità dettata - presumibilmente - da quella inaspettata voglia di vita che aveva riscoperto in un capanno remoto della sua terra, dopo anni. Ed il ferro del proprio artiglio divenne ardente e si espanse ben oltre il proprio limite, assumendo la forma di uno scudo torre con cui Shakan coprì l'intero lato esposto all'animale. Contemporaneamente, sentì il peso del contraccolpo spingerlo verso il basso, sbilanciarlo e portarlo verso terra; nel mentre, infatti, un braccio, o un tentacolo nero, trasaliva dalle profondità oscure della magione per cingergli le gambe.
Shakan si morse un labbro, sforzandosi di non cedere allo sconforto. Ovunque Kresiler avesse trovato la volontà, oltre che quei mezzi, per portarlo alla morte, aveva riscoperto anche un'indomita ed arrogante violenza nel condurre il proprio obiettivo. Era un guerriero ancor più cinico di come l'aveva conosciuto, o forse mascherato tale per lo strenuo bisogno di quel suo sangue corrotto, da sacrificare sull'altare di un suo inspiegabile bisogno di giustizia. Qualunque cosa lo muovesse, l'aveva costretto entro una gelida razionalità. E, per sopravvivere, di altrettanta logica tattica avrebbe dovuto rispondere. Mentre il tentacolo lo cingeva in senso orario, volgendosi intorno alle sue gambe, lo spettro fece perno sulla gamba esterna, quasi infilando il tacco in uno spazio aperto tra le assi scricchiolanti del soppalco della magione. Qui, azzardò una vorticosa giravolta nel senso opposto, divincolandosi rapidamente da quel pericolo abietto, prima che diventasse una morsa senza scampo. Ed il suo corpo divenne in pochi istanti intangibile, come uno spettro, scivolando al di là delle spire senza troppa difficoltà.
Libero dall'offensiva, quindi, si fermò sul suo avversario. Lo mirava distintamente, mentre cercava di confondersi entro l'oscurità. Lo guardava fisso e gli parlò, concedendogli l'ultimo dubbio. « Lithien è la fuori Kreisler » disse, urlando contro lo Straniero « ...ed ora, dopo tanto tempo, ho trovato le risposte che cercavo. » « Non posso fermarmi qui, ora; dopo tanta fatica, è tempo che porti a termine quello che ho iniziato »
La leggiadria di quelle parole confortò se stesso, prima di tutto. Aveva ritrovato spirito, volontà e coraggio. Aveva un nome ed aveva un obiettivo da raggiungere; era sceso a patti con la sua colpa ed aveva accettato finalmente di espiarla. Aveva compreso, sopratutto, come farlo. Per questo non poteva morire adesso: dopo tanto tempo, aveva riscoperto la vita e la volontà di viverla il tempo necessario per omaggiarla.
« Non morirò oggi, Kreisler » concluse, alla fine « non prima che tu mi abbia detto la verità... » « Dimmi perché vuoi uccidermi...! »
E scattò verso di lui. In un lampo di nebuloso istinto, espanse la sua ombra, ricoprendo la stanza di quella sua nera insidia; sovrapponendola al naturale buio ed oscurandolo ulteriormente, fino a dipingerlo di un nero nulla, prossimo al baratro più profondo. Qui, infatti, Shakan si sarebbe sentito sicuro e difeso da quello stesso buio nel quale il suo nemico aveva tentato di proteggersi, divenendo nulla a sua volta. Infine, giunse in prossimità del guerriero, fissandolo diritto negli occhi; rapidamente, azzardò una finta alta, simulando un colpo orizzontale diretto al collo del nemico. L'intenzione era di indurre il suo avversario ad aprire la guardia, difendendo un colpo alto, per sferzarne uno basso. Rapidamente, infatti, cercò un punto scoperto poco sotto lo sterno: un lembo di pelle protetto da morbida stoffa e null'altro. Qui, girò la sua spada, puntando il fondo del manico contro lo Straniero e tentando un affondo alla bocca dello stomaco. Una mera cortezza: non un taglio letale, bensì un colpo contundente portato al petto, sperando di tramortirlo. Nell'avventarsi su di lui, infatti, avrebbe fatto pressione sulle gambe, tentando di spingerlo quanto più indietro possibile. Fin verso il bordo del ballatoio immediatamente alle spalle del nemico; o finanche oltre di esso, nel baratro sottostante, ove il gorgo di colpe e velleità avrebbe rinsavito la follia dello Straniero od accertata la mera soccombenza dello Spettro. Ove entrambi sarebbero stati giudicati dalla sorte.
Consumi: 32% / 15% / 8% / 4% CS: 6 ~ Intelligenza
Corpo: Illeso (100%) Mente: Illeso (100%) Energia: 100% - 16 - 4 = 80%
Attive:
CITAZIONE Dorso Asciugare lacrime che corrono veloci lungo le guance. Macchiarsi il dorso delle dita del sangue di una ferita. Soffermarsi senza però percepire, con la rudezza dell’uomo che non ha tempo da perdere, con la dolcezza dell’amante che deve partire. Con la promessa di tornare. Quale carezza è questa, incompiuta e che mai potrà essere terminata? Una carezza che difende se stessa. E anche tu potrai difenderti, possessore di questa formidabile arma. Con un consumo pari ad Alto il ferro che ricopre il guanto crescerà verso l’esterno, formando uno scudo del diametro di un metro saldato al guanto stesso. Non potrai forse evocare gli artigli, guerriero, ma per un attacco avrai una difesa sufficiente ad arrestare i colpi del tuo nemico. Non è questa una carezza dura ma al tempo stesso estremamente vantaggiosa? CITAZIONE Il fantasma sono io. Infine, Shakan ha imparato a sfruttare la propria capacità di divenire intangibile per rifuggire vincoli terreni di qualunque tipo, superare blocchi ed ostacoli ed evitare attacchi fisici in generale. Il fantasma, infatti, può divenire intangibile per pochi - brevissimi - istanti ed in punti del corpo ben specifici, di modo da liberarsi da qualsivoglia blocco o rallentamento magico che affligga il suo corpo, pagando un consumo pari al consumo speso dal nemico per bloccarlo. Allo stesso modo, inoltre, può sfruttare questa capacità per evitare attacchi fisici. In GdR, la tecnica può essere usata - per lo stesso principio di liberazione dei blocchi - anche per far scattare serrature, o meccanismi simili, su porte e forzieri chiusi, al fine di aprirli, appunto, oltre che come tecnica di liberazione dai vincoli fisici e difesa fisica in generale. La tecnica è attuabile su qualsiasi tipo di blocco, anche fisico, come ad esempio le braccia di un energumeno strette sul proprio collo, ma non sarà estendibile a situazioni diverse da quelle specificate: l'intangibilità, infatti, sarà talmente breve e circoscritta da renderne impossibile ogni diversa applicazione. Se usata a 360°, è di potenza di un livello inferiore. [Pergamena da ladro, "Liberazione", Ultima, Attiva, consumo Variabile Basso] CITAZIONE L'ombra dello spettro - L'oscurità che dimora nel cuore di Shakan, negli eventi che hanno sconvolto la sua vita quando si è ritrovato a dover fronteggiare, per l'ultima volta, la potenza del Re che non perde mai, si è cristallizzata in qualcosa di ben più concreto. Un'aura mistica, generata dal rancore dello spettro, da allora lo segue costantemente come un'ombra, caratterizzandone lo spirito ed il corpo. A volontà, dunque, e senza sforzo alcuno, il fantasma può diffondere questo buio che si porta dietro nell'area circostante, espandendo l'ombra a dismisura ed assorbendo ogni luce - naturale o artificiale - presente, facendo calare un'improvvisa tenebra, anche se solo per pochi istanti [Bomba Oscurante, 1 per combattimento/quest] Passive:CITAZIONE La Solitudine - Shakan, nella sua condizione di umano posseduto da un demone ancestrale, ha dovuto isolarsi dal mondo ed esiliarsi da qualunque civilità organizzata: da allora vaga solitario, di villaggio in villaggio, di terra in terra. In questa condizione maledetta, ha dovuto imparare a cavarsela da solo, a non farsi sopraffare da niente e nessuno, a sorprendersi il meno possibile. Per questo è piuttosto abituato a ricevere intimidazioni, minacce, illusioni e scherni. Per questo ha imparato a difendersi da esse ed è quindi parzialmente immune alle influenze psicologiche. Non a tutte, si intende, in quanto la sua natura umana ancora lo tormenta e lo inganna, rendendone il cuore sensibile alle sensazioni più profonde, ma, senz'altro, si lascia intimorire meno facilmente e persuadere con notevole difficoltà. Il timore provocato dalla vista di demoni o possedenti della "Forza del toro", ad esempio, non avrà effetto.Sensazioni profonde come forti paure, o tanto grandi, però, avranno comunque effetto. Quest'abilità è una normale difesa psionica di livello passivo. [Passiva razziale del Mezzo-Demone] CITAZIONE L'illusione è complicità. L'abbraccio del demone ha consentito a Shakan di acquisire una notevole attitudine alle illusioni, decisamente superiore a quella di un essere normale. La sua perfetta comprensione delle stesse e la naturale predisposizione farà si che le tecniche illusorie vengano castate istantaneamente, senza alcun vincolo fisico. Basterà il suo solo volere per attivare all'istante qualsiasi delle sue tecniche illusorie. Naturalmente è necessario un contatto con l'avversario, se non fisico, almeno poterlo seguire con lo sguardo. Qualsiasi tempo di concentrazione necessario però ad attivare un'illusione sarà totalmente azzerato. Inoltre Shakan ha ormai una padronanza tale delle proprie capacità illusiore da essere in grado di limitare al minimo lo sforzo necessario per castarle: pertanto ogni sua tecnica di manipolazione o di evocazione illusoria, avrà anche il costo abbassato del 5%. Se una tecnica scendesse al di sotto dello 0%, il costo sarà automaticamente dell'1%. Questo effetto non è cumulabile ad eventuali altre tecniche di risparmio energetico. Infine, l'abilità illusoria di Shakan è tale che le tecniche castate saranno di una potenza inaudita, ovvero ogni sorta di tecnica illusoria o manipolatoria utilizzata, sarà di un livello superiore. Una tecnica a costo alto, varrà per esempio come una tecnica di costo critico. Tecniche di costo critico invece avranno una potenza superiore ad altre tecniche di costo critico, a parità di PeRm. [I, II e III livello del Dominio Illusionista, Passive] Infine, le illusioni di Shakan sono ormai tanto potenti da risultare più autentiche e credibili del normale, paragonabili quasi alla realtà stessa. Per questo motivo, riconoscerle e distinguerle risulterà molto difficile per chiunque, anche per avversari con spiccate doti cognitive o peculiari capacità in merito. Le illusioni di Shakan, dunque, saranno riconoscibili solo con abilità attive, risultando impossibili da distinguere con "semplici" passive. [Personale 1/10, Passiva] CITAZIONE Il fantasma è eterno. Il fantasma è eterno. Attraverso la magia oscura che ha imparato ad utilizzare dopo la fusione con Borgan, la divinità ancestrale che lo tormenta dal profondo dell'animo, Shakan può evocare creature in battaglia di singolare natura. Tale magia, infatti, in quanto derivante da Borgan, è inevitabilmente "corrotta" dal suo potere illusorio: pertanto, tutte le evocazioni di Shakan appariranno del piano materiale come spiriti erranti, immagini fugaci o illusioni spettrali. Le evocazioni da necromante, dunque, non avranno la consistenza di corpi materiali, ma saranno spiriti traslucidi, apparizioni spettrali, in grado, però, di causare normalmente danni fisici o magici a seconda del tipo e classe dell'evocazione. In quanto spiriti, però, sfuggiranno alla realtà, scorrendo nello spazio rapidi come apparizioni fugaci; difficilmente distinguibili ad occhio nudo, appariranno incredibilmente veloci e rapidi, guadagnando 1 CS alla velocità, aggiuntivo rispetto al normale. [Personale 3/10, Passiva] Inoltre le paure e le angosce di Shakan, che prendono vita attraverso i suoi spiriti, sono parte del suo corpo. La loro essenza è legata allo spettro da sempre, in quanto parte del suo passato e del suo futuro, al punto da condividerne il fardello in senso più profondo della semplice origine peccaminosa. Tutti gli spiriti evocati da Shakan, infatti, saranno da considerarsi come un prolungamento delle sue braccia e delle sue mani: lo spettro, quindi, potrà utilizzare tutte le proprie tecniche anche attraverso di loro, come se le castasse egli stesso. Nulla sarà differente dal normale, comunque: ogni tecnica infatti consumerà slot ed energia esattamente come sempre, ma cambierà - nel caso - soltanto il "punto di origine", che non sarà più il corpo dello spettro, ma quello dell'evocazione prescelta. E' una tecnica passiva. [Personale 6/10, Passiva] CITAZIONE Il fantasma è vita. I fantasmi di Shakan, all'apice del suo potere, riflettono ormai i suoi sogni, le sue fantasie ed il suo giudizio, oltre che le sue parole. Non più un'avversione alla sua realtà, una condivisione di dispiacevoli memorie del passato, bensì ferite bruciate con cui convivere, parti del suo animo che egli ha accettato e con cui - alla fine - ha condiviso tutta la sua vita da errante. Questo gli ha permesso di scendere a patti con loro, accettarli nel suo cuore e sul suo corpo e farsi trascinare le limbo ambiguo in cui vivono, da cui sorgono e dal quale - ogni volta - egli li richiama. Per tale motivo, i fantasmi di Shakan condividono i suoi sensi: in particolare, Shakan può vedere con gli occhi dei suoi fantasmi come se fossero i suoi ed udire con le loro orecchie. Gli basterà semplicemente volerlo ed il suo "punto d'origine", visivo o uditivo che sia, cambierà in quello di un fantasma o una evocazione scelta appositamente. [Personale 8/10, Passiva] Infine, questa armonia di sensi consente a Shakan di capire fino in fondo la composizione eterea delle sue creazione, permettendogli di assumere le forme delle sue emozioni, delle sue sensazioni e delle sue necessità. In particolare, al momento in cui vengono richiamate dal limbo dal quale sorgono, i fantasmi di Shakan possono assumere forme diverse rispetto a quelle che normalmente assumerebbero, a seconda della volontà dello stesso. Tale forma non potrà variare troppo nelle dimensioni, che rimarranno sostanzialmente uguali, ma cambieranno per fattezze e natura a seconda della volontà del fantasma. Le evocazioni rimarranno comunque sempre riconoscibili in quanto tali e distinguibili da Shakan stesso. [Personale 9/10, Passiva] CITAZIONE Il potere mi ha maledetto. L'abbraccio del demone ha consentito a Shakan di sviluppare una innata propensione verso la magia più oscura, nonostante non abbia mai avvicinato tale potere prima d'ora, scoprendo di riuscire ad apprenderla rapidamente e a servirsene con facilità. Shakan può utilizzare abilità da Necromante. [Abilità passiva di metagame derivata da oggetto "Tomo nero"] CITAZIONE Il potere è oscurità. L'affinità di Shakan con l'oscurità l'ha reso capace di confondersi con essa. Lo spettro, infatti, se immerso nelle ombre, scomparirà rapidamente, divenendo traslucido come un fantasma e, infine, mimetizzandosi, divenendo pressoché invisibile ogni volta che si muove nelle ombre. Per godere dei benefici di questa mimetizzazione è necessario immergersi completamente nell'oscurità: se anche una sola parte del corpo non vi ci si trovasse, infatti, continuerebbe a risultare completamente visibile.[Pergamena da Negromante "Favore delle tenebre", Comune, Passiva] CITAZIONE L'Abiezione. A seguito del contatto ravvicinato col Re che non perde mai, nel pieno della sua ascensione al rango di nuovo essere immortale, indefinito ed eterno, Shakan ne è uscito corrotto nel corpo e nell'animo dal suo potere oscuro, anche più di quanto egli stesso non abbia compreso. Da allora, infatti, la sua presenza spettrale viene percepita ancor più intensamente dai presenti, al punto da tramutarsi in un vero e proprio pavido condizionamento: il suo portamento, la sua voce, le sue movenze - da quel momento in poi - prescindendo da qualunque sua volontà o da ogni suo potere, sono portatori di un sommesso e subdolo sentimento di paura, che i più non possono ignorare in alcun modo. Essi lo temono, tremando ad ogni suo incedere e scuotendosi ogni qual volta lo stesso rivolga loro la parola. Shakan, dunque, causerà nelle vittime inconsapevoli un ammaliamento psionico passivo, ovvero un terrore primordiale tale di chi percepisce indistintamente qualcosa di mostruoso e contorto, turbandosi per la sola sua presenza e definendolo inconsciamente nell'unico modo possibile: qualcosa di a b i e t t o. [Personale 4/10, Passiva] CITAZIONE Il cuore dell'imperatrice. Il Cuore dell'Imperatrice è l'ultimo dono fatto da Lady Alexandra a Shakan. Dopo gli eventi che li hanno coinvolti entrambi, nella strenua lotta contro il Re che non perde mai, gli animi dello spettro e dell'imperatrice si sono ritrovati vicini, legati l'un l'altro al doppio filo dell'intesa e dell'amore, coronato dal bacio che si sono scambiati una volta risvegliati ancora in vita nel nuovo mondo. Questo anello è l'unico ricordo che al fantasma resta della sua amata sfuggente: lontana, paladina di un mondo che a lui non appartiene, ma per sempre custodita nel suo animo vinto dall'orrore, che lei ha rinfrancato con il suo affetto. E' il ricordo prezioso di quei momenti eterni, di quei giuramenti pronunciati con lo sguardo e col calore delle mani. Questo dono è imbevuto del profumo di lei e pregno del potere di lui, per questo divenuto - magicamente - fulcro della salvezza e della speranza di lei di ricontrarlo, un giorno, assicurandosi, fino ad allora, la sua sopravvivenza. Consente allo spettro di percepire le aure dei nemici vicini, scrutandone le sagome colorate come spettri ostili, ma anche di poter vedere in qualunque condizione avversa, che sia la luce più forte, la tenebra più oscura, purché non illusoria, i fumi o le nebbie. [Bracciale dell'Auspex e Amuleto della Visione.] Armi:CITAZIONE Cupiditas - questo il nome che l'arma ha dato a se stessa - è una katana di foggia a dir poco grossolana. Ha una lama di semplice acciaio mal temprato, impossibile da distinguere da altre migliaia di sue simili. L'impugnatura, la guardia e la guaina sono mutate nel colore e nell'aspetto quando l'Asgradel vi si è riversato impetuosamente dentro: ora mostrano sfumature tra il grigio e l'azzurro, decorate con fronzoli neri. Eppure i suoi poteri sono grandiosi, pericoli mortali tanto per colui che la brandisce quanto per i nemici che egli affronta. La cosiddetta Lacrima dell'Asgradel ha una volontà propria che non si esprime attraverso la manifestazione fisica o mentale di un alter-ego eletto a sua rappresentanza: si tratta più di un volere latente, istintivo, fatto di pensieri riconducibili alla tempesta di vita che domina il mondo stesso. Non è una spada malvagia, ma nemmeno può essere detto il contrario. Semplicemente, può comunicare con chi la impugna tramite un flusso di pensieri fatto di immagini, suoni, colori e sensazioni concentrate in un coacervo indistinto comprensibile solo al predestinato cui è inesorabilmente legata: Shakan "il Fantasma". Nel tentativo di vincolarsi ad un oggetto inanimato, difatti, la volontà suprema ha dovuto aggrapparsi allo spirito più forte che, attraendola a sé, poteva darle maggiore sicurezza di non svanire per sempre. Non può essere separata da lui nemmeno con la forza: qualora venisse distrutta, rubata, cancellata dall'esistenza in un qualunque modo conosciuto a mortali e non, l'arma del desiderio inespresso ricomparirebbe sempre al fianco del suo padrone dapprima come forma liquida - simile a una pozza vivente d'acqua piovana - e quindi ricompattandosi in solido [ Malus - la spada può sempre comunicare col portatore ignorando eventuali difese psioniche; Passiva - l'arma è legata a Shakan e non può essergli sottratta]. Cruciatus ~ Infinito tormento del giusto castigo. Quest'arma è nata a causa di Shakan, durante l'ordalia intessuta dal Re Invincibile e dalla Bianca Dama che è passata alla storia come Valzer al Crepuscolo. È stata la volontà stessa del Fantasma a generare la scintilla che poi ha portato un frammento dell'Asgradel ad insinuarsi nella katana; o meglio, è stato il desiderio dell'uomo che ne ha costretto una lacrima - singola goccia di potere infinito - a posarsi sull'insignificante lama d'acciaio di una comunissima spada. Il desiderio, e quello soltanto. Un bisogno di giustizia tanto grande da dominare gli animi più deboli, incatenandoli ad un destino grigio senza uscita. Cupiditas è figlia dunque di quel sentimento, ne è pervasa, sottomessa alla monomaniaca brama del creatore e portatore. La rappresenta, in una certa misura: è come la prova tangibile che quanto accaduto sulla Torre di Velta in macerie non era una pia illusione voluta dai mostri che in essa si affrontavano. Shakan è davvero asceso a divinità, per alcuni istanti. Ne ha assaporato i pregi e i difetti. Ha conosciuto la difficoltà di fare del bene, difendere il giusto dall'iniquo, sostenere la vita; ha potuto tastare con mano il delirio di onnipotenza che conduce alle tenebre della distruzione totale e della morte dei mondi. Per sempre porterà con sé quei ricordi, indelebili nella memoria e non alterabili in alcun modo. Finché vivrà essi saranno motivo di rammarico costante, infinito. Un senso di colpa dalla natura indistinta: li hai lasciati morire, Shakan; li hai uccisi tu; sei diventato come Lui, nient'altro che un'ombra assetata di potere - saranno solo alcuni dei pensieri che potranno attraversare la sua mente, assieme a tanti tenebrosi altri. Eppure in questo incessante tormento il Fantasma potrà non essere solo. Gli basterà volerlo per trasmettere a un singolo individuo le sue paure, il suo supplizio, le sue autoaccuse. In un attimo e per un attimo, potrà condividere ogni ricordo di quella volta (o solo le emozioni ad esso correlate) con una persona a sua scelta, invadendo la mente della vittima con un'onda terribile di ansietà congiunte [ Passiva - i ricordi dell'episodio che ha prodotto Cupiditas tormenteranno Shakan e non potranno essere dimenticati o alterati; Media, psionica - Shakan può condividere quei ricordi o le sensazioni ad essi collegate con un bersaglio singolo]. Washi, la carezza del fantasma: equipaggiata braccio sinistro, artigli non estratti; Riassunto:• Paro l'offensiva della viverna di potenza alta, con la difesa di Washi di potenza alta; • Schivo il tentacolo di potenza Media (difendibile come un Basso, ma che fa danno alto se colpisce) con la difesa variabile usata a potenza Bassa; • Uso la "bomba oscurante" (citata tra le attive per comodità) e tento un'offensiva fisica, facendo una finta alta verso Kreisler, ma affondando col fondo del manico sul basso ventre del guerriero, tentando quindi di colpirlo con un colpo "debilitante" e di spingerlo oltre il bordo del ballatoio che, da descrizione, è ancora alle tue spalle. Delle Note:Dunque, iniziamo. Per questo primo post devo farti i complimenti: le offensive erano di entità tale che mi sono a lungo chiesto chi o cosa difendere, convincendomi del fatto che dovessi difendermi da entrambe, per forza. Quindi credo sia tutto chiaro in tal senso. Per il resto sfrutto la bomba oscurante (so che hai occhio notturno, ma ciò la renderebbe inutile comunque più in là, quindi l'ho usata ora giusto per effetto "scenico") ed un pò di CS in intelligenza per farti cadere dal ballatoio. Rendiamo questo combattimento anche variegato e non statico, mi son detto ^ ^ Nello specchietto ho citato le passive per intero; le riporterò in forma riassuntiva dal prossimo post. Ultimo dubbio: mi hai scritto che il tentacolo è parabile con un basso; credo sia la stessa cosa se lo schivo, in quanto credo si intenda che sia "difendibile" come un basso, altrimenti non avrebbe senso. Ovviamente io ti vedo perché ho bracciale dell'auspex e amuleto della visione. Np in tal senso, quindi. Buon proseguimento caro!
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