Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Winterreise ~ Mut, Capitolo V: Il Coraggio

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Bastard de la Nuit
view post Posted on 30/7/2013, 14:27





Kreisler Valrafkan vs. Shakan anter Deius

sw8q

Rossa Vs. Blu
B Vs. A


Primo post: Kreisler
Premio in palio: Differenti sviluppi dei prossimi eventi di Winterreise
Player Killing: Attivo
Durata: Uno o più post di presentazione e cinque post di combattimento.
Tempi di risposta: Nessun limite di tempo.
Arena: Villa dei Sospiri – Costruita nel Midgard settentrionale quasi vicino ai territori del Mondo Umano, la storica magione degli Alastor fu abbandonata dopo la caduta di Lithien, nella quale la nobile famiglia si era stabilita lasciando la villa come residenza estiva. Entro un muro di cinta ora diroccato sorge un piccolo insediamento i cui edifici sono ora fatiscenti e disabitati, sommersi da erbacce. L'interno della villa contiene ancora un ricco arredamento, come se la reputazione sinistra dell'edificio avesse tenuto a bada i ladri e i cercatori d'oro. Kreisler sceglie di aspettare Shakan nel salone principale, un rettangolo dalle alte volte a botte sorrette da pilastri di pietra, a ognuno dei quali è fissata una torcia spenta da anni. Al centro della sala troneggia un grande tavolo di legno laccato.
Background: Kreisler sapeva da tempo che Lucian Alastor fosse a capo della Setta della Luna prima che questa venisse ulteriormente corrotta dal Conte Nero, che la usò come strumento per distruggere la città di Lithien. Quello che non sapeva era che il ruolo di Lucian, o Shakan come si faceva chiamare adesso, non era ancora esaurito. Suo padre, creduto morto e invece ritrovato nelle circostanze più inaspettate, gli ha rivelato che la morte dello Spettro era la chiave per la resurrezione della città. E gli ha anche suggerito che Villa dei Sospiri potesse essere l'unico posto in cui un Fantasma disertore potese trovare rifugio in seguito alla diserzione dal clan Toryu.


Edited by Bastard de la Nuit - 1/8/2013, 12:22
 
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Bastard de la Nuit
view post Posted on 1/8/2013, 18:45




bannerpiccolowinterreis



Le porte si spalancarono sull'ombra, sul tempo e sulla polvere.
Impietosa, la luce del sole filtrò dalle pesanti ante d'ebano nel vestibolo d'ingresso e pugnalò l'oscurità densa, che fino a quel giorno non aveva visto creature viventi per lungo tempo.
Kreisler avanzò sul tappeto di polvere immota senza sollevarne un granello, senza imprimere un'orma sulla grigia perfezione del segno più tangibile del tempo. Volse lo sguardo fra tappeti e mobili antichi, opachi dall'incuria e dal tempo: la fama sinistra del palazzo e i sigilli arcani d'interdizione posti a proteggerlo avevano tenuto alla larga banditi e saccheggiatori come se esso non fosse mai stato abbandonato, ma stesse aspettando fedele i suoi padroni di ritorno da un viaggio.
Villa dei Sospiri, così la chiamavano i villici che vi dissodavano la terra avara di frutti entro le mura ora coperte d'edera e crollate in più punti, un nomignolo derivato dal suono che l'incessante vento del Midgard produceva passando attraverso le merlature che adornavano i tetti dell'edificio; ma l'aristocrazia di Lithien sapeva bene il vero nome dell'antica residenza estiva degli Alastor.
Costruita su un'altura del Midgard da cui molti studiosi facevano passare il confine tra i regni del Mondo Umano e le ostili lande dell'Eden, essa ora appariva diroccata e fatiscente, ma lasciava nondimeno intuire la potenza silenziosa di coloro che un tempo l'abitavano. Dopo la caduta di Lithien e il crollo sociale della sua aristocrazia, perfino una famiglia importante come quella degli Alastor era scomparsa nell'arco di una notte. Eppure una traccia della loro esistenza era rimasta lì, in quella che più che una semplice seconda tenuta era un vero e proprio piccolo insediamento autosufficiente, in cui l'uomo aveva strappato con tenacia e ricchezze la terra alla natura selvaggia.

Non più.
Mai come in quel momento lo Straniero sentì su di sé tutto il peso degli anni che erano stati e che non sarebbero più tornati, il peso di promesse cui non poteva sottrarsi. La mano destra accarezzava nervosamente il pomolo delle due spade al fianco, non tanto per ricordarsi di stare all'erta, ma perché dopo tanto tempo sentiva un'inquietudine strana e terribile montargli nel cuore. Un groviglio di sensazioni e pensieri che avrebbe benissimo potuto portarlo a gridare. Ma Kreisler sapeva bene che non poteva, non in quel momento almeno: e dunque il suo grido era trattenuto e rimpiazzato dalla carezza della mano su acciaio e cuoio, sui simboli antichi delle casate di Lithien scolpiti nell'elsa delle Reliquie che amava.
Cominciò a salire uno dei due scaloni di marmo in fondo al vestibolo, pensando a quanto suo padre gli aveva rivelato nel Trono del Titano, a come per la seconda volta quell'uomo gli avesse assegnato un compito ingrato senza lasciargli altra scelta. Il soldato Kreisler ci condurrà al fantasma di Ser Lucian, gli avevano detto un tempo dei banditi; un tempo che allo Straniero sembrava lontanissimo. Aveva quasi dimenticato quella frase, o non ne aveva mai sospettato il vero significato fino a quel giorno in cui tante cose gli furono chiare. E ora doveva essere egli stesso a recarsi dal fantasma di ser Lucian: poteva il fato essere più beffardo?
Arrivò in cima, sul ballatoio che introduceva al reale salone della casa. Varcò la porta contornata di angeli di pietra, simbolo araldico degli Alastor: posò i piedi sulla polvere e sul tempo, ancora e ancora, senza smuoverli. Nel salone le grandi tele raffiguranti le gesta del capostipite della casata campeggiavano sulle pareti, intervallate dalle cortine di velluto che coprivano le vetrate un tempo sontuose, ora inchiodate rozzamente da assi di legno; di quando in quando una freccia di luce proiettava sagome sottili nell'aria, fermandosi distrattamente sull'antico mogano del tavolo che troneggiava al centro del salone.
Il tavolo dove gli sciagurati membri di una setta malvagia compivano i loro sacrifici, a Villa Luna Nuova.

uppb

Fu davanti a uno di quei raggi di luce che lo Straniero si fermò, perché il Fantasma lo vedesse, perché nessuno potesse dare del codardo a Kreisler della casata di Valrafkan.
Era lì per Shakan Anter Deius, o meglio di Lucian Alastor, fondatore e capo della Setta della Luna, poi galoppino del Conte Nero, nemico pentito di Lithien, principe rinnegato delle regioni del Nord.
Era lì per combattere lui con i fantasmi del suo passato, e forse con essi il passato stesso: un passato a cui sapeva che Shakan sarebbe tornato per riflettere sui peccati commessi nella speranza di espiarli.

Era lì per il suo cuore, per prenderlo ancora pulsante dal petto.



Edited by Bastard de la Nuit - 1/8/2013, 22:21
 
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view post Posted on 3/8/2013, 12:25
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L'animo richiedeva ristoro.
La sua sete di conoscenza si era abbeverata di una virtù lontana. Di sapori e sensazioni che aveva dimenticato, che aveva lasciato ai monti ed al verdeggiare di quelle valli. Ed ora che ne aveva ritrovato la fonte, si era abbeverato a più riprese. Si rifondeva di verità: riprendeva sprazzi di memoria che aveva lasciato indietro. Lithien; il Conte Nero; la Setta della luna. Tutte informazioni che trascendevano l'animo, risalendo su per la gola ed affaticandone la mente, sempre più pesante, ormai. Così, sentiva bisogno di ristoro.
Se la sua mente compiva volteggi infiniti nel suo lontano passato, infatti, il suo corpo affondava le radici in un tedioso presente e nelle difficoltà di dar seguito al quel groviglio di speranze che aveva fatto sue. E fu proprio in quell'incantato vezzo di gravità, di bisogno smodato di un riposo, che recuperò l'ennesimo ricordo perduto. A differenza degli altri, però, non era oscuro allo stesso modo.

Lo era, infatti, in modo diverso.
Era il ricordo della sua vecchia casa.

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La magione si stagliava come un simulacro del tempo perduto, un altare alla memoria lasciato ad avvizzire al sole dell'estate. Era un presidio di polveri e ceneri; un vaso ricolmo di pensieri, riempito di immagini soltanto per chi avesse modo di squadrarlo, di rimembrarlo quando era qualcosa di vivo. Si fa per dire.
Era la villa dei sospiri. Così la chiamavano per le correnti che scendevano giù dai colli dell'ovest, spirando per i boschi e scivolando giù nelle finestre dalle spesse ante, richiamando rumori incessanti, sussurri strozzati e tenui mormorii. Era il vento che risuonava ad ogni ora e gli calzava quel nome che tanto ribrezzo faceva alla gente, tenendo lontani ospiti ed astanti.
Per lui, invece, era qualcos'altro. Era il ricordo di un vuoto perpetuo. Erano intere stagioni passate lì, lontano dalla città, dalla politica e dalla vita di Lithien. Erano l'abbandono di un padre che lasciava il figlio alla servitù, sperando lo crescessero nel corpo e nell'animo con la gioventù spensierata propria di un fanciullo della sua età; senza fargli mancare, però, l'erudizione ferrea che un nobile di casa Alastor doveva avere.
Ma lì maturò il suo rancore, più che la sua educazione. Lì si sentiva solo, solitario, quasi orfano, privo di una madre morta e di un padre assente.
In quelle mura abbandonava i suoi ricordi, dipingeva la sua vita e si creava pensieri oscuri che ne costruivano un mondo tutto suo, fatto di troni, corone, poteri e futuri che non avrebbe mai avuto. Quella era la sua vita, ma - allo stesso tempo - la sua prigione. Era il luogo di cui pensare e, al contempo, l'oggetto del suo pensiero.
I sospiri divennero, così, la sua compagnia; la notte divenne la sua amante e la luna nuova l'occhio virtuoso della sua serenità.
Ed è lì, tra quelle mura ora decadenti, divorate dal tempo e dall'empietà, che aveva fondato La Setta della Luna.

Non seppe perché ci era andato se non prima di varcare la soglia. Invero, all'inizio ne era stato attratto senza un vero motivo. Era balenata nel buio della sera il pensiero di quelle vetrate lugubri stagliate oltre il cielo vitreo delle notti insonni. Un luogo di mortale quiete che, forse, sperava gli portasse alla mente altri pensieri utili. Altri motivi o vigori con cui intonare la sua prossima cavalcata verso la città. Eppure, vi trovò soltanto la polvere: l'unica cosa che, ironicamente, in quella casa era sempre mancata. Il vecchiume era motivo di ribrezzo per il Lord suo padre e lo scacciava con eserciti di camerieri e servi; gli stessi, però, che gli rimboccavano le coperte, gli insegnavano la storia e gli narravano le fiabe.
La sua vita: ovvero, una massa di mercenari pagati soltanto per fargli da famiglia.
Quando rivide i quadri antichi, i tappeti ormai logori e le suppellettili divorate dal marciume, però, comprese. Si rivide, piccolo fante nobile pieno d'orgoglio, ricolmo di soldi e di noia. Si era dipinto indosso il volto di una vittima della solitudine. Ed era giunto fin li, ora, soltanto per ricordarsi ciò che era: un piccolo principe viziato. Un orpello da gran festa che era stanco di non brillare più degli altri, e prese a giocare alla ribellione, versando il sangue degli innocenti. Infondo, ciò che era successo era soltanto colpa sua.

Ora era cambiato. Era un altro uomo e vedere in faccia com'era stato gli sarebbe servito per comprendere.
Mai più avrebbe cresciuto quel rimorso e quella finta viltà. Mai più avrebbe giustificato se stesso e la sua solitudine. Avrebbe dovuto avere la forza in quel tempo, piuttosto.
E non rimpiangerla adesso, quando ormai era troppo tardi.
E la sua redenzione passava per lo sconforto di quei finti vecchi rancori.
Per mostrargli ciò che era ed il destino che era stato chiamato a sfatare.

Quando giunse al piano rialzato, si sedette al margine del grosso tavolo.
Era lì, in quella panca di legno scuro smaltato, che aveva fondato la setta. Da li aveva comandato i suoi fedeli ed in quello stesso punto aveva visto il suo potere corrotto per mano del Conte Nero, la nemesi di cui ora - forse - aveva compreso l'identità. Eppure non ricordava dettagli, particolari importanti: il suo pensiero ancora languiva nel momento in cui tentava di focalizzare ed a tratti sentiva la testa divenire pesante e pulsargli. Ad un certo punto si curvò sul lato, in direzione del bracciolo e la tenne nella mano sinistra, stringendo i polpastrelli sulla tempia.
Nell'esatto istante, però, udì un passo leggero. Un felpato scostamento d'aria, uno stivale che calcava il legno cigolante e che varcava, senza indugio, la porta d'ingresso.
Il cuore gli si fermò. Lui temeva i fantasmi: i suoi fantasmi. Quei brividi del passato che tornavano a tormentarlo e su cui solo ora provava, con fatica, a far luce. E che qualcuno fosse lì, nel centro dei suoi pensieri e della sua realtà, gli parve oltremodo preoccupante. Chi poteva conoscere quel luogo?

All'inizio non lo riconobbe.
Aveva il volto segnato dal tempo, marcato da cicatrici profonde nel cuore e negli occhi, che ne distinguevano un percorso difficile. A poco a poco, mirando oltre i fasci di luce che filtravano attraverso le assi cadenti, ne scorse uno sguardo noto, un vecchio rancore camuffato in una presunta e pretestuosa sicurezza. Un uomo che aveva abbandonato in preda ad un dilemma morale, che aveva lasciato a poca distanza dal fu Bianco Maniero con un atto di cordoglio e, in un certo senso, di redenzione verso quel peccato nero confessato nell'ora più triste. Ora, però, lo scorgeva preoccupato e, a tratti, irato, pregno di un bagliore nel viso che gli imponeva di arrancare senza indugio in sua direzione. E stringendo in pugno l'elsa di una spada che, verosimilmente, si preparava a brandirgli contro.
« Kreisler » disse, parlando per primo « ...sei qui per me? »

Lo straniero rimase immobile a fissarlo, corrotto da un flagello interiore che lo spingeva oltre la propria volontà, ma comandato da un desiderio di giustizia e verità che, forse, non si era arrestato davvero durante il loro ultimo incontro. Forse l'aveva coltivato pian piano, ricordando - come aveva fatto lui - i lugubri dipinti di quel massacro che li aveva costretti lontano da casa. Ma mirandoli da vittima e rammentando il carnefice. Dunque, era plausibile che fosse lui ad averlo condotto in quelle terre, tratto in inganno e - infine - raggiunto in quel luogo sperduto, ove tutto sarebbe dovuto finire.
Evidentemente, a suo dire, la soluzione. La vecchia ed inevitabile vendetta che, se non guarito ogni male, avrebbe placato il morboso e disperato bisogno di sfogare quel placido bisogno di vittoria che aveva maturato in corpo. Plausibile e, a tratti, comprensibile; ma fino ad un certo punto. In un altro momento, infatti, si sarebbe arreso a quel desiderio: forse, l'avrebbe fatto anche quel giorno, quando si erano lasciati. Ma non ora; non adesso. Non quando aveva ritrovato la strada, la forza e la volontà di ritornare al proprio passato e, se possibile, rimediare ai torti.
Ora aveva bisogno di vivere. Ancora per poco.

Comunque, che fosse quella o meno l'unica verità plausibile verità, non era dato saperlo.
Probabilmente lo era o, piuttosto, era anche più terribile di cosi. E nel ventre di quel ridondante dubbio partorì un interrogativo abietto.
Solo una domanda, dunque, gli sembrò opportuna e fondamentale.

« Sei tu... il dottore? »
Chiese, avvicinando una mano alla sua spada.

Buon duello, my friend. Solo per dirti che ho sistemato la scheda di Shakan, aggiornata alla patch. E' cambiato poco o nulla, in quanto ho sostituito solo 3 personali e sistemato le pergamene. Se vuoi dargli uno sguardo il link è in firma. A te ^ ^




Edited by janz - 3/8/2013, 14:59
 
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Bastard de la Nuit
view post Posted on 9/8/2013, 14:30






S h a k a n .

Avrebbe sussultato, un giorno perduto della sua giovinezza. Si sarebbe girato verso la voce inaspettata, e i suoi occhi avrebbero tradito la paura.
Il Fantasma era lì, di fronte a lui, e gli tendeva una mano attraverso la lama di luce,
turbando la danza statica e solenne della polvere.
Come a voler dire: ci illudiamo di essere nel presente, Kreisler; pretendiamo a tutti i costi di gettarci nel futuro quando siamo tutti prigionieri del nostro passato, legati ad esso da catene fatte di memorie e rimpianti.
Confuso, lo Straniero spostò lo sguardo sulla sedia su cui credeva fosse stato posato un cumulo di stracci solo per trovarla vuota, e tornò a sostenere lo sguardo dell'uomo. Forse non vi si era mai soffermato, se non per quel breve dialogo alla vigilia di una guerra che non apparteneva loro.


Occhi lattei, privi d'iridi e pupille ma pervasi dallo scintillio di chi vede e comprende. Non farti ingannare dagli occhi dello Spettro, Kreisler. I muscoli poderosi si afflosciavano sotto il peso degli anni, le cicatrici sfiguravano il viso e ne avevano strappato via naso e orecchie per farvi passare canalette artificiali: Eyden IV della casata di Valrafkan, Primo Guaritore del Tempio della Speranza, non era più lo stesso. Non dopo aver abbandonato suo figlio e la via della rettitudine per seguire sogni di potere e di perfezione distorta. Giaceva lì, in ginocchio sullo stretto ponte di pietra nel Trono del Titano, lui che negli anni della sua gloria aveva portato il potere di Lithien e il Conclave a rivaleggiare in grandezza perfino con i tre Clan che si contendevano il dominio sul continente.
Eppure, anche in quelle condizioni il Guaritore non riusciva a dare un'impressione di sconfitta o di rassegnazione. Lord Eyden era stato per Kreisler il padre che non ammetteva repliche, che aveva sempre una risposta che chiudeva una discussione: uno dei motivi che l'avevano spinto da ragazzo ad abbandonare la vita di corte e a confondersi in incognito con la plebe per anni. Per fuggire il confronto, forse, più che affrontarlo.
E anche ora che il mondo lo conosceva per l'essere spregevole che rispondeva al nome del Dottore, anche ora che giaceva inerme ai piedi del cavaliere della viverna, egli sostenne fieramente lo sguardo più incredulo che accusatorio del figlio, e gli diede nuovi comandi, sicuro che avrebbe finito per obbedirvi.
Non fidarti dei suoi falsi pentimenti, non fidarti della sua lingua biforcuta.
Egli userà quanto in suo possesso per farti desistere dal suo proposito e precipitare Lithien ancora una volta, sempre più in basso, sempre più lontana dalla salvezza.

Desiderò sospirare, si trattenne. Forzò i muscoli del suo volto ad aggrottare la fronte, a far baluginare negli occhi la fiamma di un odio che in fin dei conti non c'era.

- Sono qui per te, Lucian. -

Solo un soffio, delicato. La sua voce fu più bassa di quanto egli non avrebbe voluto, e lo Straniero sperò che lo Spettro non vi avesse trovato un fremito di esitazione. Lo chiamò con il nome della sua precedente vita e decise che avrebbe continuato a farlo: era un nome abbastanza intriso di sangue da scuoterne la sicurezza e ridestarne il senso di colpa. E si volse nuovamente alla finestra, alle assi inchiodate da cui promanava il raggio di luce che lo colpiva e che lo rendeva visibile nella stanza.
Bugiardo.
Era stato mandato lì, sì. Era lì per uccidere l'uomo, la chiave di volta della rovina della sua patria. Ma dentro di lui una voce diceva che la verità non era in quegli eventi fin troppo lapalissiani, o in una sovrastruttura troppo ovvia e lineare per esprimere la complessità del mondo e dei meccanismi che ne reggono le sorti.
Kreisler era a Villa Luna Nuova per se stesso. Avrebbe sfuggito l'ordine di Doctor se non avesse voluto tornare nel passato, fare i conti con i fantasmi che esso recava. E ora che era giunto in quell'angolo di mondo dove ancora un briciolo della sua città era rimasto intatto, la sua mano vacillava.

- I dottori curano le malattie, e io non posso curare tutto il male che tu hai creato. -

In fin dei conti non aveva mai avuto del vero coraggio, si disse mentre un animale in volo offuscava per un attimo la luce del giorno di fuori e attirava il suo occhio su un'asse incrinata, su un chiodo più arrugginito degli altri. Una mano scese in una tasca del mantello e premette nel palmo di Shakan un rotolo di pergamena che doveva essere a lui familiare. Una lista di nomi, i superstiti della Setta, l'elenco di coloro che prima o poi sarebbero stati colpiti dalla vendetta dello Straniero. In fondo ad essa, però, era stato aggiunto un nuovo nome. Quello di Lucian Alastor.

- Io posso solo vendicarlo. -

La lama dei Rochman scivolò via dal fodero senza un rumore e falciò via le assi che inchiodavano la finestra. Polvere e schegge di legno si alzarono in una danza frenetica mentre lo Straniero si ritirava insieme alle ombre, che scappavano impaurite verso gli angoli della stanza.
Non tutte, però.
Sottile, quasi inosservato un tentacolo di oscurità germinò dall'ombra stessa dello Straniero e strisciò sul pavimento stiracchiandosi nella luce. Avrebbe avvinto le ginocchia del Fantasma in un abbraccio mortale. E nello stesso momento un urlo primigenio lacerò il silenzio del tempo e della polvere: attraverso la breccia apertasi nella finestra verso la luce malata dei giorni dell'Eden, la Viverna insinuò il collo nel salone facendo scattare le mascelle verso Shakan.

pwfi

Nascosto nelle tenebre, Kreisler ebbe il tempo di sentire ancora una volta la voce dentro di lui. Ipocrita gli diceva, ipocrita e bugiardo. Perché alla fine egli era giunto a Villa Luna Nuova per curare il male del passato, non per vendicarlo.

Sei tu il Dottore?

In un certo senso sì…



[Destrezza: 4] [Intuito: 2]

Stato Fisico:
Illeso.
Illeso


Stato Psichico:
Interiormente combattuto (Illeso).
Illeso


Energia:
100% -18% -9% = 73%

Armi e Alleati:
Lancia
Riposta sulla schiena.
Reliquie della Città d'Argento (4x Spada lunga)
Una sguainata e impugnata, tre alla cintura di Kreisler
Corazza
Indossata
Stendardo di Lithien (Mantello)
Indossato
Wyvern
Sul muro esterno dell'edificio, la testa e il collo all'interno per attaccare Shakan con un morso.


Abilità passive in uso:

[...] Se una notte d'inverno un viaggiatore [...]

[Abilità Passive di dominio lvl. I, II, III, Cristallo della Conoscenza.]

[...] Fuori dall'abitato di Malbork [...]

[Abilità Passiva razziale Umano, 2x Occhio d'Avorio.]

[...] Senza temere il vento e la vertigine [...]

[Pergamene 'Occhio Notturno', 'Favore delle tenebre' + Pergamena Vuota, Bracciale dell'Auspex, Bonus di 2 CS in Intuito quando un avversario usa una tecnica magica.]

[...] In una rete di linee che si allacciano [...]

[Amuleto Servitore 'Wyvern', Collana Elfica.]

[...] Sul tappeto di foglie illuminate dalla luna [...]

[Ragionamento analitico ed elaborazione di strategie in tempi prossimi allo zero, discernimento di illusioni e tecniche psioniche, pergamena 'Mente impenetrabile'.]

[...] Intorno a una fossa vuota [...]

[Effetto boomerang sulle proprie armi da mischia.]

[...] Wyvern [...] (Artefatto)

- La Viverna possiede un'armatura naturale che la rende molto resistente agli attacchi fisici.
- La Viverna può subire danni fino all'equivalente di due tecniche Mortali prima di morire. Fanno eccezione attacchi come decapitazioni o perforazione del cuore.

[...] Stendardo di Lithien [...] (Artefatto)

- Kreisler può scagliare attacchi e tecniche dagli oggetti in suo possesso.

Abilità/Pergamene usate:
CITAZIONE
La coda non è tuttavia l’unica temibile arma. Impiegando un consumo energetico Alto l’animale potrà avventarsi sulla preda spalancando le fauci e serrarle un istante dopo. Si dice che la forza più intensa esercitabile da qualsiasi struttura anatomica sia quella frutto dei muscoli mandibolari. E Doctor, forte delle sue conoscenze nel campo, ne massimizzò la potenza sostituendo le arcate mandibolari con costruzioni in lega e i denti con protesi metalliche non dissimili, ma persino più pronunciate e affilate. Qualunque cosa finisca tra le fauci di Wyvern sarà immediatamente distrutta, ridotta in poltiglia fino a residui irriconoscibili. Ed è per questo che con un consumo Alto di energie, la belva potrà far scattare le proprie fauci verso un avversario causando danni Medi al suo corpo e rendendo inutilizzabili due pezzi a scelta del suo equipaggiamento, che subiranno un danno Basso ciascuno. La tecnica ha natura fisica.
[Tecnica di potenza Alta]

CITAZIONE
Niente viene mai per niente nella vita. Ogni occasione che la vita offre va colta, esigendo quasi un impegno da parte di chi ne beneficia. Abusata è ormai la frase sui grandi poteri e sulle grandi responsabilità, ma essa nondimeno è vera: e lo sconvolgente potere donato a Kreisler dallo stesso padre che tanto egli aveva odiato nella sua giovinezza non può essere usato come mero ninnolo o fonte di diletto. Esso ha un obbiettivo, una teleologia intrinseca che ha cambiato per sempre la vita e l'agire del guerriero. Sì, perché il Nulla ora reclama la salvezza di Lithien, l'unico luogo dove lo Straniero può non definirsi tale. E gli ultimi, più potenti doni che il Non Essere ha fatto al suo alfiere sono proprio gli strumenti con i quali egli porrà fine alla vita degli ultimi membri della Setta della Luna, avvelenatori e adoratori di divinità oscure. Per prima cosa il guerriero ne distruggerà le armi, e a ciò basterà un consumo Basso di energie per un rapido assalto all'equipaggiamento dell'avversario. Poi arriverà il colpo, silenzioso e letale come carezza di un'ombra, di potenza Variabile a discrezione di Kreisler stesso. Oppure ancora sarà l'ombra stessa a decretare la fine del nemico, plasmata e tessuta in rostri e lame di impalpabile nero e potente quanto sia necessario, richiedendo un consumo energetico ancora Variabile. Letali saranno, tanto da infliggere danni molto più massicci del normale qualora vadano a segno; eppure fragili come un fruscio nella bruma, effimere come il fumo di una falena che si avvicina alla fiamma e brucia, al punto da poter essere bloccate con barriere di potenza ad esse inferiore. Armi pericolose, sì, ma armi che non hanno altro senso se non quello di scrivere col sangue la parola fine ad una storia iniziata nel sangue tanto tempo prima.
[Tecnica di potenza Variabile. Consumo usato: Medio]

Note:
Buon combattimento anche a te, compare! Vediamo di fare qualcosa di epico :qew:

Dato che a rigor di termini la Viverna non ha CS per poter sfondare la finestra inchiodata ho cercato di rendere chiaro che è Kreisler a romperne le assi sfruttando le CS in Intuito per trovare i punti deboli nel legno. Mentre Nacht attacca (nel caso tu subisca il suo danno, Cupiditas e Washi subiranno un danno Basso ciascuno), il guerriero si ritira via dal fascio di luce per godere degli effetti del Favore delle Tenebre, e dal suo nascondiglio nell'ombra scaglia un tentacolo d'ombra (potenza Media, parabile con un Basso, se non parato causa danno Alto) verso le gambe dello Spettro.

Edit: sistemato il codice per la soundtrack.


Edited by Bastard de la Nuit - 9/8/2013, 16:06
 
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view post Posted on 12/8/2013, 18:09
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Vendetta.
Una parola apparentemente colma, di cui si riempiono i vicoli nascosti delle grandi città, i sobborghi bui e le coltri di nebbia. Una parola che segue la guerra, la fame e la mestizia di una vita stentata tra la solitudine delle proprie colpe e la vergogna del proprio passato. E' la redenzione degli uomini il continuo e ciclico ricercare della colpa altrui: liberarsi dal fardello gravoso del proprio peccato ed insozzare di esso lo spirito altrui. Perché è più facile. E' più semplice negarsi responsabilità, vangarle sul cuore di qualcun'altro ed incolparne l'empia ed invereconda depravazione, piuttosto che ammettere la propria. E' stato lui: è soltanto sua la colpa.
E lui conosceva bene quella parola. Se ne era riempito le labbra per anni; l'aveva sfruttata per raggiungere il Bianco Maniero, per colmare la lunga strada che lo divideva dalla lealtà di una vita senza macchia, passata a difendere l'onore e la gloria di un simbolo, piuttosto che di un Re. E' proprio grazie a quella vendetta che si era chiamato guardiano del Regno, che si era ritenuto degno di quella missione e si era eretto a stendardo di quella verità. L'aveva inseguita per anni, ricercata tra i tetti delle città, tra le assi scomposte delle locande o sotto il grumo riverso di sangue delle latrine più remote. Solo per comprendere che da altri non doveva pretendere perdono, se non da se stesso. Solo per capire che la propria sete l'avrebbe saziata col suo stesso sangue, piuttosto che con quello altrui.

« Io non posso curare tutto il male che tu hai creato... »
« ...io posso solo vendicarlo »

Ora lo Straniero ne leggeva il tono ridondante in direzione del suo spirito. Gli ringhiava contro il suo astioso suono, chiamandola a gran voce. E, con essa, giustificava il suo sguardo iroso, la sua mano tremolante ed il suo lento incedere. Eppure Shakan non poteva comprendere; non poteva che meravigliarsi. Il suo ricordo volava lontano, al loro ultimo incontro. A quando il Bianco Maniero ancora aveva accompagnato i loro sguardi, e la sua ombra ne aveva benedetto il congedo, prima che il mondo crollasse su se stesso tutt'intorno. La guerra brillava già dei suoi lunghi fuochi ardenti, all'orizzonte, quando il fantasma aveva confessato la sua vergogna a Kresiler, consegnandogli la lunga lista sulla quale ora lui aveva scritto il suo nome. Al tempo, però, il suo nome non c'era: la sua vergogna l'aveva confessata quasi in lacrime ed aveva offerto la propria testa in segno di pentimento, accettando che il guerriero la strappasse via al collo, finanche.

Quella volta, però, lo Straniero aveva rifiutato.
Gli aveva dato le spalle, infliggendogli, forse, la pena più grave: il perdono. Aveva rifiutato di vendicare su di lui il male della sua città, considerandolo - a suo modo - anch'egli una vittima del cataclisma che ne derivò, nel quale scomparvero tutte le virtù e le apparenti beltà del giardino eterno che era Lithien, per portare alla luce il gorgo scuro della corruzione e dei complotti che erano cresciuti nelle sue fondamenta. Quella volta non l'aveva ucciso, benché egli stesso si fosse offerto di morire per quel perdono.
Dunque, perché ucciderlo adesso?

« Vuoi la mia morte, Kreisler? » chiese, con un filo di voce, filtrando tra le pieghe dell'ombra una ragione che pareva lontana
« Perché...? » disse, piano. « Perché solo ora? »

Eppure, nulla bastò a riempire quel silenzio di inedia che s'era creato. Non sarebbe valso neppure un lamento, un pianto isterico o una pavida offerta di pace. Neppure se il fantasma si fosse prostrato al suolo, disarmato ed inerme. Nulla, se non delle assi lacerate che volavano via. Lo spettro le percepì appena, quasi confuso da un gesto inspiegabile. Ciò che lo spaventò, invero, fu qualunque cosa attraversò la finestra così aperta poco dopo. Una macchia oscura, una rapida fuga di furia felina divampò attraverso la luce abbagliante del mattino, coprendo in un istante il suo sguardo e le sue certezze. Lo vide incombere con la fredda razionalità della violenza sulla stentata richiesta di qualunque spiegazione, squarciando il cielo con lunghi artigli e zanne profonde. Era un drago, o una bestia similare; era, sopratutto, imperante ed irrequieta come qualunque stoccata diretta al cuore, avvezza alla brutalità del sangue ed a null'altro che quello. Shakan si stranì, rimanendo immobile ed impietrito da un brivido freddo che trascese la schiena, fino al collo. Quando, però, poté ammirare il proprio sguardo riflesso nei canini affilati della belva, lo spettro reagì d'istinto, con una rapidità dettata - presumibilmente - da quella inaspettata voglia di vita che aveva riscoperto in un capanno remoto della sua terra, dopo anni. Ed il ferro del proprio artiglio divenne ardente e si espanse ben oltre il proprio limite, assumendo la forma di uno scudo torre con cui Shakan coprì l'intero lato esposto all'animale.
Contemporaneamente, sentì il peso del contraccolpo spingerlo verso il basso, sbilanciarlo e portarlo verso terra; nel mentre, infatti, un braccio, o un tentacolo nero, trasaliva dalle profondità oscure della magione per cingergli le gambe.

Shakan si morse un labbro, sforzandosi di non cedere allo sconforto.
Ovunque Kresiler avesse trovato la volontà, oltre che quei mezzi, per portarlo alla morte, aveva riscoperto anche un'indomita ed arrogante violenza nel condurre il proprio obiettivo. Era un guerriero ancor più cinico di come l'aveva conosciuto, o forse mascherato tale per lo strenuo bisogno di quel suo sangue corrotto, da sacrificare sull'altare di un suo inspiegabile bisogno di giustizia. Qualunque cosa lo muovesse, l'aveva costretto entro una gelida razionalità. E, per sopravvivere, di altrettanta logica tattica avrebbe dovuto rispondere.
Mentre il tentacolo lo cingeva in senso orario, volgendosi intorno alle sue gambe, lo spettro fece perno sulla gamba esterna, quasi infilando il tacco in uno spazio aperto tra le assi scricchiolanti del soppalco della magione. Qui, azzardò una vorticosa giravolta nel senso opposto, divincolandosi rapidamente da quel pericolo abietto, prima che diventasse una morsa senza scampo. Ed il suo corpo divenne in pochi istanti intangibile, come uno spettro, scivolando al di là delle spire senza troppa difficoltà.

Libero dall'offensiva, quindi, si fermò sul suo avversario. Lo mirava distintamente, mentre cercava di confondersi entro l'oscurità. Lo guardava fisso e gli parlò, concedendogli l'ultimo dubbio.
« Lithien è la fuori Kreisler » disse, urlando contro lo Straniero « ...ed ora, dopo tanto tempo, ho trovato le risposte che cercavo. »
« Non posso fermarmi qui, ora; dopo tanta fatica, è tempo che porti a termine quello che ho iniziato »

La leggiadria di quelle parole confortò se stesso, prima di tutto. Aveva ritrovato spirito, volontà e coraggio. Aveva un nome ed aveva un obiettivo da raggiungere; era sceso a patti con la sua colpa ed aveva accettato finalmente di espiarla. Aveva compreso, sopratutto, come farlo. Per questo non poteva morire adesso: dopo tanto tempo, aveva riscoperto la vita e la volontà di viverla il tempo necessario per omaggiarla.

« Non morirò oggi, Kreisler » concluse, alla fine « non prima che tu mi abbia detto la verità... »
« Dimmi perché vuoi uccidermi...! »

E scattò verso di lui. In un lampo di nebuloso istinto, espanse la sua ombra, ricoprendo la stanza di quella sua nera insidia; sovrapponendola al naturale buio ed oscurandolo ulteriormente, fino a dipingerlo di un nero nulla, prossimo al baratro più profondo. Qui, infatti, Shakan si sarebbe sentito sicuro e difeso da quello stesso buio nel quale il suo nemico aveva tentato di proteggersi, divenendo nulla a sua volta. Infine, giunse in prossimità del guerriero, fissandolo diritto negli occhi; rapidamente, azzardò una finta alta, simulando un colpo orizzontale diretto al collo del nemico. L'intenzione era di indurre il suo avversario ad aprire la guardia, difendendo un colpo alto, per sferzarne uno basso. Rapidamente, infatti, cercò un punto scoperto poco sotto lo sterno: un lembo di pelle protetto da morbida stoffa e null'altro. Qui, girò la sua spada, puntando il fondo del manico contro lo Straniero e tentando un affondo alla bocca dello stomaco. Una mera cortezza: non un taglio letale, bensì un colpo contundente portato al petto, sperando di tramortirlo.
Nell'avventarsi su di lui, infatti, avrebbe fatto pressione sulle gambe, tentando di spingerlo quanto più indietro possibile. Fin verso il bordo del ballatoio immediatamente alle spalle del nemico; o finanche oltre di esso, nel baratro sottostante, ove il gorgo di colpe e velleità avrebbe rinsavito la follia dello Straniero od accertata la mera soccombenza dello Spettro.
Ove entrambi sarebbero stati giudicati dalla sorte.



immyspecchietto
Consumi: 32% / 15% / 8% / 4%
CS: 6 ~ Intelligenza

Corpo: Illeso (100%)
Mente: Illeso (100%)
Energia: 100% - 16 - 4 = 80%

Attive:

CITAZIONE
Dorso Asciugare lacrime che corrono veloci lungo le guance. Macchiarsi il dorso delle dita del sangue di una ferita. Soffermarsi senza però percepire, con la rudezza dell’uomo che non ha tempo da perdere, con la dolcezza dell’amante che deve partire. Con la promessa di tornare. Quale carezza è questa, incompiuta e che mai potrà essere terminata? Una carezza che difende se stessa.
E anche tu potrai difenderti, possessore di questa formidabile arma. Con un consumo pari ad Alto il ferro che ricopre il guanto crescerà verso l’esterno, formando uno scudo del diametro di un metro saldato al guanto stesso. Non potrai forse evocare gli artigli, guerriero, ma per un attacco avrai una difesa sufficiente ad arrestare i colpi del tuo nemico. Non è questa una carezza dura ma al tempo stesso estremamente vantaggiosa?

CITAZIONE
Il fantasma sono io. Infine, Shakan ha imparato a sfruttare la propria capacità di divenire intangibile per rifuggire vincoli terreni di qualunque tipo, superare blocchi ed ostacoli ed evitare attacchi fisici in generale. Il fantasma, infatti, può divenire intangibile per pochi - brevissimi - istanti ed in punti del corpo ben specifici, di modo da liberarsi da qualsivoglia blocco o rallentamento magico che affligga il suo corpo, pagando un consumo pari al consumo speso dal nemico per bloccarlo. Allo stesso modo, inoltre, può sfruttare questa capacità per evitare attacchi fisici. In GdR, la tecnica può essere usata - per lo stesso principio di liberazione dei blocchi - anche per far scattare serrature, o meccanismi simili, su porte e forzieri chiusi, al fine di aprirli, appunto, oltre che come tecnica di liberazione dai vincoli fisici e difesa fisica in generale. La tecnica è attuabile su qualsiasi tipo di blocco, anche fisico, come ad esempio le braccia di un energumeno strette sul proprio collo, ma non sarà estendibile a situazioni diverse da quelle specificate: l'intangibilità, infatti, sarà talmente breve e circoscritta da renderne impossibile ogni diversa applicazione. Se usata a 360°, è di potenza di un livello inferiore. [Pergamena da ladro, "Liberazione", Ultima, Attiva, consumo Variabile Basso]

CITAZIONE
L'ombra dello spettro - L'oscurità che dimora nel cuore di Shakan, negli eventi che hanno sconvolto la sua vita quando si è ritrovato a dover fronteggiare, per l'ultima volta, la potenza del Re che non perde mai, si è cristallizzata in qualcosa di ben più concreto. Un'aura mistica, generata dal rancore dello spettro, da allora lo segue costantemente come un'ombra, caratterizzandone lo spirito ed il corpo. A volontà, dunque, e senza sforzo alcuno, il fantasma può diffondere questo buio che si porta dietro nell'area circostante, espandendo l'ombra a dismisura ed assorbendo ogni luce - naturale o artificiale - presente, facendo calare un'improvvisa tenebra, anche se solo per pochi istanti [Bomba Oscurante, 1 per combattimento/quest]

Passive:

CITAZIONE
La Solitudine - Shakan, nella sua condizione di umano posseduto da un demone ancestrale, ha dovuto isolarsi dal mondo ed esiliarsi da qualunque civilità organizzata: da allora vaga solitario, di villaggio in villaggio, di terra in terra. In questa condizione maledetta, ha dovuto imparare a cavarsela da solo, a non farsi sopraffare da niente e nessuno, a sorprendersi il meno possibile. Per questo è piuttosto abituato a ricevere intimidazioni, minacce, illusioni e scherni. Per questo ha imparato a difendersi da esse ed è quindi parzialmente immune alle influenze psicologiche. Non a tutte, si intende, in quanto la sua natura umana ancora lo tormenta e lo inganna, rendendone il cuore sensibile alle sensazioni più profonde, ma, senz'altro, si lascia intimorire meno facilmente e persuadere con notevole difficoltà. Il timore provocato dalla vista di demoni o possedenti della "Forza del toro", ad esempio, non avrà effetto.Sensazioni profonde come forti paure, o tanto grandi, però, avranno comunque effetto. Quest'abilità è una normale difesa psionica di livello passivo. [Passiva razziale del Mezzo-Demone]

CITAZIONE
L'illusione è complicità. L'abbraccio del demone ha consentito a Shakan di acquisire una notevole attitudine alle illusioni, decisamente superiore a quella di un essere normale. La sua perfetta comprensione delle stesse e la naturale predisposizione farà si che le tecniche illusorie vengano castate istantaneamente, senza alcun vincolo fisico. Basterà il suo solo volere per attivare all'istante qualsiasi delle sue tecniche illusorie.
Naturalmente è necessario un contatto con l'avversario, se non fisico, almeno poterlo seguire con lo sguardo. Qualsiasi tempo di concentrazione necessario però ad attivare un'illusione sarà totalmente azzerato. Inoltre Shakan ha ormai una padronanza tale delle proprie capacità illusiore da essere in grado di limitare al minimo lo sforzo necessario per castarle: pertanto ogni sua tecnica di manipolazione o di evocazione illusoria, avrà anche il costo abbassato del 5%. Se una tecnica scendesse al di sotto dello 0%, il costo sarà automaticamente dell'1%. Questo effetto non è cumulabile ad eventuali altre tecniche di risparmio energetico. Infine, l'abilità illusoria di Shakan è tale che le tecniche castate saranno di una potenza inaudita, ovvero ogni sorta di tecnica illusoria o manipolatoria utilizzata, sarà di un livello superiore. Una tecnica a costo alto, varrà per esempio come una tecnica di costo critico. Tecniche di costo critico invece avranno una potenza superiore ad altre tecniche di costo critico, a parità di PeRm. [I, II e III livello del Dominio Illusionista, Passive] Infine, le illusioni di Shakan sono ormai tanto potenti da risultare più autentiche e credibili del normale, paragonabili quasi alla realtà stessa. Per questo motivo, riconoscerle e distinguerle risulterà molto difficile per chiunque, anche per avversari con spiccate doti cognitive o peculiari capacità in merito. Le illusioni di Shakan, dunque, saranno riconoscibili solo con abilità attive, risultando impossibili da distinguere con "semplici" passive. [Personale 1/10, Passiva]

CITAZIONE
Il fantasma è eterno. Il fantasma è eterno. Attraverso la magia oscura che ha imparato ad utilizzare dopo la fusione con Borgan, la divinità ancestrale che lo tormenta dal profondo dell'animo, Shakan può evocare creature in battaglia di singolare natura. Tale magia, infatti, in quanto derivante da Borgan, è inevitabilmente "corrotta" dal suo potere illusorio: pertanto, tutte le evocazioni di Shakan appariranno del piano materiale come spiriti erranti, immagini fugaci o illusioni spettrali. Le evocazioni da necromante, dunque, non avranno la consistenza di corpi materiali, ma saranno spiriti traslucidi, apparizioni spettrali, in grado, però, di causare normalmente danni fisici o magici a seconda del tipo e classe dell'evocazione. In quanto spiriti, però, sfuggiranno alla realtà, scorrendo nello spazio rapidi come apparizioni fugaci; difficilmente distinguibili ad occhio nudo, appariranno incredibilmente veloci e rapidi, guadagnando 1 CS alla velocità, aggiuntivo rispetto al normale. [Personale 3/10, Passiva] Inoltre le paure e le angosce di Shakan, che prendono vita attraverso i suoi spiriti, sono parte del suo corpo. La loro essenza è legata allo spettro da sempre, in quanto parte del suo passato e del suo futuro, al punto da condividerne il fardello in senso più profondo della semplice origine peccaminosa. Tutti gli spiriti evocati da Shakan, infatti, saranno da considerarsi come un prolungamento delle sue braccia e delle sue mani: lo spettro, quindi, potrà utilizzare tutte le proprie tecniche anche attraverso di loro, come se le castasse egli stesso. Nulla sarà differente dal normale, comunque: ogni tecnica infatti consumerà slot ed energia esattamente come sempre, ma cambierà - nel caso - soltanto il "punto di origine", che non sarà più il corpo dello spettro, ma quello dell'evocazione prescelta. E' una tecnica passiva. [Personale 6/10, Passiva]

CITAZIONE
Il fantasma è vita. I fantasmi di Shakan, all'apice del suo potere, riflettono ormai i suoi sogni, le sue fantasie ed il suo giudizio, oltre che le sue parole. Non più un'avversione alla sua realtà, una condivisione di dispiacevoli memorie del passato, bensì ferite bruciate con cui convivere, parti del suo animo che egli ha accettato e con cui - alla fine - ha condiviso tutta la sua vita da errante. Questo gli ha permesso di scendere a patti con loro, accettarli nel suo cuore e sul suo corpo e farsi trascinare le limbo ambiguo in cui vivono, da cui sorgono e dal quale - ogni volta - egli li richiama. Per tale motivo, i fantasmi di Shakan condividono i suoi sensi: in particolare, Shakan può vedere con gli occhi dei suoi fantasmi come se fossero i suoi ed udire con le loro orecchie. Gli basterà semplicemente volerlo ed il suo "punto d'origine", visivo o uditivo che sia, cambierà in quello di un fantasma o una evocazione scelta appositamente. [Personale 8/10, Passiva] Infine, questa armonia di sensi consente a Shakan di capire fino in fondo la composizione eterea delle sue creazione, permettendogli di assumere le forme delle sue emozioni, delle sue sensazioni e delle sue necessità. In particolare, al momento in cui vengono richiamate dal limbo dal quale sorgono, i fantasmi di Shakan possono assumere forme diverse rispetto a quelle che normalmente assumerebbero, a seconda della volontà dello stesso. Tale forma non potrà variare troppo nelle dimensioni, che rimarranno sostanzialmente uguali, ma cambieranno per fattezze e natura a seconda della volontà del fantasma. Le evocazioni rimarranno comunque sempre riconoscibili in quanto tali e distinguibili da Shakan stesso. [Personale 9/10, Passiva]

CITAZIONE
Il potere mi ha maledetto. L'abbraccio del demone ha consentito a Shakan di sviluppare una innata propensione verso la magia più oscura, nonostante non abbia mai avvicinato tale potere prima d'ora, scoprendo di riuscire ad apprenderla rapidamente e a servirsene con facilità. Shakan può utilizzare abilità da Necromante. [Abilità passiva di metagame derivata da oggetto "Tomo nero"]

CITAZIONE
Il potere è oscurità. L'affinità di Shakan con l'oscurità l'ha reso capace di confondersi con essa. Lo spettro, infatti, se immerso nelle ombre, scomparirà rapidamente, divenendo traslucido come un fantasma e, infine, mimetizzandosi, divenendo pressoché invisibile ogni volta che si muove nelle ombre. Per godere dei benefici di questa mimetizzazione è necessario immergersi completamente nell'oscurità: se anche una sola parte del corpo non vi ci si trovasse, infatti, continuerebbe a risultare completamente visibile.[Pergamena da Negromante "Favore delle tenebre", Comune, Passiva]

CITAZIONE
L'Abiezione. A seguito del contatto ravvicinato col Re che non perde mai, nel pieno della sua ascensione al rango di nuovo essere immortale, indefinito ed eterno, Shakan ne è uscito corrotto nel corpo e nell'animo dal suo potere oscuro, anche più di quanto egli stesso non abbia compreso. Da allora, infatti, la sua presenza spettrale viene percepita ancor più intensamente dai presenti, al punto da tramutarsi in un vero e proprio pavido condizionamento: il suo portamento, la sua voce, le sue movenze - da quel momento in poi - prescindendo da qualunque sua volontà o da ogni suo potere, sono portatori di un sommesso e subdolo sentimento di paura, che i più non possono ignorare in alcun modo. Essi lo temono, tremando ad ogni suo incedere e scuotendosi ogni qual volta lo stesso rivolga loro la parola. Shakan, dunque, causerà nelle vittime inconsapevoli un ammaliamento psionico passivo, ovvero un terrore primordiale tale di chi percepisce indistintamente qualcosa di mostruoso e contorto, turbandosi per la sola sua presenza e definendolo inconsciamente nell'unico modo possibile: qualcosa di a b i e t t o. [Personale 4/10, Passiva]

CITAZIONE
Il cuore dell'imperatrice. Il Cuore dell'Imperatrice è l'ultimo dono fatto da Lady Alexandra a Shakan. Dopo gli eventi che li hanno coinvolti entrambi, nella strenua lotta contro il Re che non perde mai, gli animi dello spettro e dell'imperatrice si sono ritrovati vicini, legati l'un l'altro al doppio filo dell'intesa e dell'amore, coronato dal bacio che si sono scambiati una volta risvegliati ancora in vita nel nuovo mondo. Questo anello è l'unico ricordo che al fantasma resta della sua amata sfuggente: lontana, paladina di un mondo che a lui non appartiene, ma per sempre custodita nel suo animo vinto dall'orrore, che lei ha rinfrancato con il suo affetto. E' il ricordo prezioso di quei momenti eterni, di quei giuramenti pronunciati con lo sguardo e col calore delle mani. Questo dono è imbevuto del profumo di lei e pregno del potere di lui, per questo divenuto - magicamente - fulcro della salvezza e della speranza di lei di ricontrarlo, un giorno, assicurandosi, fino ad allora, la sua sopravvivenza. Consente allo spettro di percepire le aure dei nemici vicini, scrutandone le sagome colorate come spettri ostili, ma anche di poter vedere in qualunque condizione avversa, che sia la luce più forte, la tenebra più oscura, purché non illusoria, i fumi o le nebbie. [Bracciale dell'Auspex e Amuleto della Visione.]

Armi:

CITAZIONE

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Cupiditas - questo il nome che l'arma ha dato a se stessa - è una katana di foggia a dir poco grossolana. Ha una lama di semplice acciaio mal temprato, impossibile da distinguere da altre migliaia di sue simili. L'impugnatura, la guardia e la guaina sono mutate nel colore e nell'aspetto quando l'Asgradel vi si è riversato impetuosamente dentro: ora mostrano sfumature tra il grigio e l'azzurro, decorate con fronzoli neri. Eppure i suoi poteri sono grandiosi, pericoli mortali tanto per colui che la brandisce quanto per i nemici che egli affronta. La cosiddetta Lacrima dell'Asgradel ha una volontà propria che non si esprime attraverso la manifestazione fisica o mentale di un alter-ego eletto a sua rappresentanza: si tratta più di un volere latente, istintivo, fatto di pensieri riconducibili alla tempesta di vita che domina il mondo stesso. Non è una spada malvagia, ma nemmeno può essere detto il contrario. Semplicemente, può comunicare con chi la impugna tramite un flusso di pensieri fatto di immagini, suoni, colori e sensazioni concentrate in un coacervo indistinto comprensibile solo al predestinato cui è inesorabilmente legata: Shakan "il Fantasma". Nel tentativo di vincolarsi ad un oggetto inanimato, difatti, la volontà suprema ha dovuto aggrapparsi allo spirito più forte che, attraendola a sé, poteva darle maggiore sicurezza di non svanire per sempre. Non può essere separata da lui nemmeno con la forza: qualora venisse distrutta, rubata, cancellata dall'esistenza in un qualunque modo conosciuto a mortali e non, l'arma del desiderio inespresso ricomparirebbe sempre al fianco del suo padrone dapprima come forma liquida - simile a una pozza vivente d'acqua piovana - e quindi ricompattandosi in solido [Malus - la spada può sempre comunicare col portatore ignorando eventuali difese psioniche; Passiva - l'arma è legata a Shakan e non può essergli sottratta].
Cruciatus ~ Infinito tormento del giusto castigo. Quest'arma è nata a causa di Shakan, durante l'ordalia intessuta dal Re Invincibile e dalla Bianca Dama che è passata alla storia come Valzer al Crepuscolo. È stata la volontà stessa del Fantasma a generare la scintilla che poi ha portato un frammento dell'Asgradel ad insinuarsi nella katana; o meglio, è stato il desiderio dell'uomo che ne ha costretto una lacrima - singola goccia di potere infinito - a posarsi sull'insignificante lama d'acciaio di una comunissima spada. Il desiderio, e quello soltanto. Un bisogno di giustizia tanto grande da dominare gli animi più deboli, incatenandoli ad un destino grigio senza uscita. Cupiditas è figlia dunque di quel sentimento, ne è pervasa, sottomessa alla monomaniaca brama del creatore e portatore. La rappresenta, in una certa misura: è come la prova tangibile che quanto accaduto sulla Torre di Velta in macerie non era una pia illusione voluta dai mostri che in essa si affrontavano. Shakan è davvero asceso a divinità, per alcuni istanti. Ne ha assaporato i pregi e i difetti. Ha conosciuto la difficoltà di fare del bene, difendere il giusto dall'iniquo, sostenere la vita; ha potuto tastare con mano il delirio di onnipotenza che conduce alle tenebre della distruzione totale e della morte dei mondi. Per sempre porterà con sé quei ricordi, indelebili nella memoria e non alterabili in alcun modo. Finché vivrà essi saranno motivo di rammarico costante, infinito. Un senso di colpa dalla natura indistinta: li hai lasciati morire, Shakan; li hai uccisi tu; sei diventato come Lui, nient'altro che un'ombra assetata di potere - saranno solo alcuni dei pensieri che potranno attraversare la sua mente, assieme a tanti tenebrosi altri. Eppure in questo incessante tormento il Fantasma potrà non essere solo. Gli basterà volerlo per trasmettere a un singolo individuo le sue paure, il suo supplizio, le sue autoaccuse. In un attimo e per un attimo, potrà condividere ogni ricordo di quella volta (o solo le emozioni ad esso correlate) con una persona a sua scelta, invadendo la mente della vittima con un'onda terribile di ansietà congiunte [Passiva - i ricordi dell'episodio che ha prodotto Cupiditas tormenteranno Shakan e non potranno essere dimenticati o alterati; Media, psionica - Shakan può condividere quei ricordi o le sensazioni ad essi collegate con un bersaglio singolo].

Washi, la carezza del fantasma: equipaggiata braccio sinistro, artigli non estratti;

Riassunto:

• Paro l'offensiva della viverna di potenza alta, con la difesa di Washi di potenza alta;
• Schivo il tentacolo di potenza Media (difendibile come un Basso, ma che fa danno alto se colpisce) con la difesa variabile usata a potenza Bassa;
• Uso la "bomba oscurante" (citata tra le attive per comodità) e tento un'offensiva fisica, facendo una finta alta verso Kreisler, ma affondando col fondo del manico sul basso ventre del guerriero, tentando quindi di colpirlo con un colpo "debilitante" e di spingerlo oltre il bordo del ballatoio che, da descrizione, è ancora alle tue spalle.

Delle Note:

Dunque, iniziamo. Per questo primo post devo farti i complimenti: le offensive erano di entità tale che mi sono a lungo chiesto chi o cosa difendere, convincendomi del fatto che dovessi difendermi da entrambe, per forza. Quindi credo sia tutto chiaro in tal senso. Per il resto sfrutto la bomba oscurante (so che hai occhio notturno, ma ciò la renderebbe inutile comunque più in là, quindi l'ho usata ora giusto per effetto "scenico") ed un pò di CS in intelligenza per farti cadere dal ballatoio. Rendiamo questo combattimento anche variegato e non statico, mi son detto ^ ^
Nello specchietto ho citato le passive per intero; le riporterò in forma riassuntiva dal prossimo post. Ultimo dubbio: mi hai scritto che il tentacolo è parabile con un basso; credo sia la stessa cosa se lo schivo, in quanto credo si intenda che sia "difendibile" come un basso, altrimenti non avrebbe senso. Ovviamente io ti vedo perché ho bracciale dell'auspex e amuleto della visione. Np in tal senso, quindi. Buon proseguimento caro!

 
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Bastard de la Nuit
view post Posted on 15/8/2013, 19:29




« Allora il diavolo lo condusse con sé nella città santa, lo depose sul pinnacolo del tempio e gli disse:
Se sei Figlio di Dio, gettati giù, poiché sta scritto: Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo,
ed essi ti sorreggeranno con le loro mani, perché non abbia a urtare contro un sasso il tuo piede. »
Matteo 4, 5-6


Lo rivide, per un istante.
Le volte affrescate del palazzo del Valrafkan risplendettero ancora una volta sul suo capo, i soffitti dorati dei suoi ricordi.
Vostro padre non ha tempo di dedicarsi a capire i vostri interessi e le vostre inclinazioni, quindi vi costringe a stare qui ed imparare cose di cui non vi importa. E voi dovete farlo. L'ennesimo precettore assegnatogli da suo padre per introdurlo ai fondamenti della retorica e della psicologia gli aveva sputato in faccia quelle parole con tono contegnoso.
Kreisler si rivide nel ragazzino annoiato che si distraeva per un desiderio malcelato di non appartenere a quella prigione dorata cui la sua stessa nascita l'aveva condannato. Ricordò il senso di frustrazione e rabbia impotente che quelle parole gli destarono, il suo correre via urlando dalla stanza mentre gli scivolavano addosso quelle parole del maestro che solo allora, dopo tanti anni, capiva.

Cosa fa più male: la verità, il fatto che venga detta o la maniera in cui viene detta?

Rivide quella scena mentre dall'ombra che aveva lanciato contro ben altro Spettro della sua vita passata altre tenebre si dipanavano, stavolta non sotto il suo comando. Cos'è che fa male ora? Erano certamente ovvietà ciò che aveva risposto Shakan dopo aver risposto ad ogni suo colpo con una difesa impenetrabile. Ma non per questo quelle ovvietà ferivano di meno.
Anzi.
Ricordava bene quel pomeriggio ai piedi delle Bianche Mura; quando quella lista passò nelle sue mani e il Fantasma si inginocchiò penitente davanti a lui. Quando la lama dello Straniero era stata così vicina a interrompere quella vita miserevole e tuttavia se n'era trattenuta.
Sappiamo entrambi che per te la morte non sarebbe una punizione quanto una liberazione, gli aveva detto, e l'aveva lasciato vivere nel rimorso. Quanto beffardo poteva essere il destino? Prima l'uno desiderava la morte e l'altro non gilel'aveva concessa, ora la stessa lama che aveva graziato l'ultimo degli Alastor ne bramava il cuore, e l'avrebbe dovuto ottenere con la forza.
Ma forse era un altro uomo, pensò amaramente.
Un battito di ciglia, e già il ricordo della sua giovinezza faceva posto alla visione della carica di Shakan. Intuì che il fendente alto era una finta dal momento stesso in cui il braccio si levò: un attacco troppo brutale, troppo goffo perché potesse essere la vera intenzione di Shakan. Danzò rapidamente all'indietro, senza disturbare la polvere antica.

- Il destino ha tardato il momento della tua morte fino ad ora, Lucian.
Ma non oltr...
-

Un passo, poi un altro, poi il vuoto sotto il piede.

b7yd

Si vide sprofondare al di sotto come se non fosse lui chi stava per fare una fine rapida quanto ingloriosa.
Sorpreso, non disperato. Scorse per un attimo le sclere orribilmente candide dello Spettro dilatarsi, sembravano ingoiarlo. Poi vide la ringhiera, il parapetto di marmo, il bordo del ballatoio. Il clangore della spada caduta di sotto e uno strattone al braccio lo riportarono alla realtà: senza nemmeno essersi reso conto di essersi mosso in maniera innaturalmente agile, si ritrovò appeso per le punte delle dita a una testa d'angelo che sporgeva dal cornicione.
Mise tutta la forza che aveva in quelle quattro dita, in quei pochi centimetri quadrati di contatto tra i polpastrelli e il marmo che lo separavano dalla caduta, e si issò finché i piedi non trovarono appigli sicuri sulla parete. Vi si appiattì, e con la mano libera corse a slacciare il mantello per lasciarlo cadere di sotto. Le ombre accolsero lo svolazzo nero che cadde di sotto con un tonfo attutito che sembrò quasi quello di una persona che cade, ma lo sguardo dello Straniero era rivolto in alto, dove il traditore stava probabilmente compiacendosi della riuscita del suo trucco. Ebbene, la soddisfazione sarebbe durata ben poco.
Un ruggito e un'altra esplosione di schegge di legno furono i segni inequivocabili che Nacht era finalmente riuscita a introdursi nella sala, e ora stava attaccando il nemico con tutta la sua furia. Issandosi, Kreisler riuscì appena in tempo a scorgere la coda della belva che saettava come una frusta in direzione della schiena del Fantasma, e non perse tempo: il gesto con cui sfoderò la lancia e la infilò tra le colonnette panciute del parapetto a cercare di spazzar via l'equilibrio dai piedi dell'avversario fu innaturale, fluido come acqua.

- Anch'io ho le mie risposte, ed è per questo che tu devi morire! -

Non chiedermi oltre, Shakan. Non rendermi tutto ancora più difficile avrebbe voluto dire lo Straniero all'uomo che non voleva ma doveva uccidere. Invece tutto quello che fece fu spiccare un salto in alto nel tentativo disperato di afferrarlo e scaraventarlo nel vuoto.



[Destrezza: 4] [Intuito: 2+2=4]

Stato Fisico:
Stiramento ai muscoli del braccio sinistro (danno Basso).
Illeso


Stato Psichico:
Interiormente combattuto, teso (Illeso).
Illeso


Energia:
73% -5% -9% = 59%

Armi e Alleati:
Lancia
Impugnata con la mano libera.
Reliquie della Città d'Argento (4x Spada lunga)
Una caduta sul pavimento sottostante al ballatoio, tre alla cintura di Kreisler
Corazza
Indossata
Stendardo di Lithien (Mantello)
Caduto sul pavimento sottostante al ballatoio.
Wyvern
Alle spalle di Shakan.



Abilità passive in uso:

[...] Se una notte d'inverno un viaggiatore [...]

[Abilità Passive di dominio Assassino lvl. I, II, III, Cristallo della Conoscenza.]

[...] Fuori dall'abitato di Malbork [...]

[Abilità Passiva razziale Umano, 2x Occhio d'Avorio.]

[...] Senza temere il vento e la vertigine [...]

[Pergamene 'Occhio Notturno', 'Favore delle tenebre' + Pergamena Vuota, Bracciale dell'Auspex, Bonus di 2 CS in Intuito quando un avversario usa una tecnica magica.]

[...] In una rete di linee che si allacciano [...]

[Amuleto Servitore 'Wyvern', Collana Elfica.]

[...] Sul tappeto di foglie illuminate dalla luna [...]

[Ragionamento analitico ed elaborazione di strategie in tempi prossimi allo zero, discernimento di illusioni e tecniche psioniche, pergamena 'Mente impenetrabile'.]

[...] Intorno a una fossa vuota [...]

[Effetto boomerang sulle proprie armi da mischia.]

[...] Wyvern [...] (Artefatto)

- La Viverna possiede un'armatura naturale che la rende molto resistente agli attacchi fisici.
- La Viverna può subire danni fino all'equivalente di due tecniche Mortali prima di morire. Fanno eccezione attacchi come decapitazioni o perforazione del cuore.

[...] Stendardo di Lithien [...] (Artefatto)

- Kreisler può scagliare attacchi e tecniche dagli oggetti in suo possesso.

Abilità/Pergamene usate:
CITAZIONE
Chi non ha mai provato a scrutare in un abisso non potrà mai conoscere la sensazione di vertigine della semplice vicinanza al cuore stesso del Nulla. Kreisler ha fatto molto più che semplicemente guardare nel Nulla: se n'è appropriato, e l'ha custodito dentro di sé. E dunque dal giorno in cui la sua patria morì e lui rinacque a nuova vita, gli è stato possibile ricreare poteri non concessi a un comune essere umano. Spendendo un ammontare di energie pari a Basso, ad esempio, egli potrà destare l'eco di un suono lontano. Un tonfo attutito, un grido inarticolato, il riflesso inane di qualcosa che non è mai esistito: è l'apparenza il primo livello del vero Nulla, blanda eppure infida malia psionica, niente più che il vestibolo che precede verità ben più alte. [Tecnica di potenza Bassa]

CITAZIONE
Ma questa goffa pantomima di viverna non è solo stratagemma e strategia, è anche forza, potenza vitale, bruta, spietata e genuina di come solo l’evoluzione è in grado di modellarne. Per un personaggio del calibro di Doctor in fondo, come non apprezzare queste creature dall’indole così radicata nell’istinto da rappresentarne la stessa esaltazione? Con un consumo Medio di energia Wyvern potrà sferrare un potente colpo di coda contro il proprio avversario, che oltre ad infliggere danno lo scaraventerà via per la nullità che è se posta al suo confronto. La tecnica ha natura fisica e infligge un danno Medio all’impatto con l’agente. La spinta non cagiona danni particolari a meno che le circostanze non impongano il contrario. [Tecnica di potenza Media]

Note:
Allora allora, ho assecondato il tuo desiderio di qualcosa di dinamico.
- In virtù della passiva personale, i CS di Kreisler aumentano da 6 a 8 perché Shakan ha usato la difesa magica. Per questo motivo Kreisler riesce a identificare con l'Intuito la finta e a schivarla con la sua Destrezza (come tu stesso hai ricordato, la Bomba Oscurante è ampiamente compensata di occhio notturno e auspex.
- Schivando all'indietro, tuttavia, incespica all'indietro e cade dal ballatoio, aggrappandosi per un misto di Intuito e Destrezza a una decorazione del cornicione con la mano sinistra, che subisce uno strattone che procura danni Bassi al braccio. La spada retta dalla mano destra cade di sotto.
- Per fingere di essere caduto di sotto anche lui, Kreisler si slaccia il mantello e lo lascia cadere, aggiungendo al suono di questo l'effetto dell'abilità attiva di dominio, primo livello: un suono fantasma che simula il grido strozzato di sé stesso una volta atterrato e probabilmente stramazzato.
- Nella speranza che la tecnica psionica faccia presa su Shakan e che questi magari stia ancora guardando verso la ringhiera e il parapetto, Kreisler lascia che sia Nacht a intervenire: un post e mezzo dovrebbero essere sufficienti al compagno animale per introdursi nella magione dalla finestra sfondata pur senza CS. La viverna attacca Shakan presumibilmente alle spalle con una codata di potenza Media che dovrebbe sbilanciarlo.
- Per aumentare la probabilità di riuscita della tecnica, Kreisler opera con la lancia una spazzata rasoterra verso i piedi di Shakan, poi si issa su e cerca di strattonarlo giù dal parapetto con un salto.
 
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view post Posted on 27/8/2013, 11:54
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Risposte.
Risposte che non c'erano. Un muro vuoto di incomprensione ed empietà frenava la verità del fantasma, così come gli veniva negata dagli occhi dello straniero. Kreisler taceva, eludeva le domande e gli riversava contro solo odio, senza giustificazioni. Ciò che era accaduto ritornava come un ciclone nell'antro nero di quella magione diroccata, ma si schiudeva, al tempo stesso, come un'invisibile ragnatela, districandosi in decine di direzioni diverse, altrettante quante erano le domande cui Shakan avrebbe voluto risposte.

Perché vuol la mia morte?
Cosa ti è successo?
Perché sei qui?


Silenzio. Nemmeno lui sapeva o conosceva il motivo per cui all'alba del suo ritorno a Lithien lo straniero avrebbe voluto ucciderlo; cancellarlo dalla storia, così come aveva rifiutato di fare altre volte. Le domande, invero, rimanevano interrogativi schiacciati sulle pareti malferme di quella vecchia casa. Lo straniero lo fissava con aria assorta, perplessa e forzatamente irata, come se qualcosa nascondesse, ma senza dire cosa. E Shakan inconsapevolmente rispose ai suoi attacchi con altrettanta violenza. Non dolore, né colpa, bensì solo l'istinto ed intimo desiderio di sforzargli una parola, di strappargli una risposta dall'avara profondità del suo animo. Così impresse quel colpo d'elsa, come una mano che scivola nel cuore e ne trascina via il male ivi custodito, insieme ai segreti ed alle paure.
Sapeva, sperava che sarebbe bastato. Che il guerriero, un tempo amico, si sarebbe stranito di tanta frustrazione, urlatagli contro con occhi lucidi, ed avrebbe assecondato quel suo bisogno di conoscenza. Non fu così, perché il destino non gli diede altrettanto tempo. Il passo in fallo, l'ennesimo, si portò via quella possibilità, mentre il piede dello straniero si fermava nel vuoto, trascinando tutto il corpo giù per il baratro.

Fu come un fulmine a ciel sereno. Una possibilità immaginata, ma alla quale lo spettro non credeva davvero.
Nella sua idea, doveva essere un monito - una minaccia, che Kreisler avrebbe dovuto evitare. Così non fu.
Vide i suoi occhi cambiare espressione, crucciarsi e - poi - spalancarsi di terrore. Il suo corpo sparire dietro il ballatoio ed una mano lasciva che carezzava il vento, nella speranza di reggersi ad esso, inutilmente.
Shakan ebbe un sussulto, un attimo di incredulità. Rimase immobile, quasi non riuscisse a dar forma a ciò che vedeva. Le sue risposte cadevano nel vuoto, morivano insieme a tutto quello che avrebbe voluto sapere. E, per di più, la colpa era soltanto sua. Della sua frustrazione e della sua rabbia; del suo cordoglio per il fato disgraziato e l'impazienza di redimerlo.

Si morse il labbro, trattenendo le lacrime. Il pugno che stringeva la lama con cui l'aveva spinto nel vuoto, quasi volesse scaricarne la colpa. Udì un suono strozzato, gutturale, quasi un grido leggero disgiunto da un qualunque schiamazzo irato: la compostezza di un guerriero che si sforzava di morire nel silenzio, con dignità.
Ed il rimbombo di un corpo morto che scivola lontano, sordo.
Fece pochi passi in direzione della sporgenza, lentamente. Temendo la visione e domandandosi quanto avrebbe tollerato quell'ennesimo omicidio: quell'ennesima colpa.

« Perché? » chiedeva ancora, più a se stesso che ad altri « Perché mi hai costretto a tanto? »
« ...la verità l'avremmo trovata insieme, non soffocata nel sangue! »
Una lacrima scendeva silenziosa sulla guancia nuda « ...quanto altro sangue dovrà essere versato? »

Giunto in prossimità del limite, però, vide qualcosa di diverso. Il nulla, il vuoto che si era immaginato di trovare, dissimulava una prospettiva insolita. Invece di un corpo morto in lontananza, vide informi confini che si smuovevano nel buio. Dal cornicione di marmo spuntava una figura infantile, intagliata nella stessa bianca pietra. Aveva le fattezze di un angelo e si stagliava in direzione del burrone come un pietoso apostolo. Attaccato ad esso, però, gli parve di vedere una mano: dita strette al volto di pietra, con tutta la forza di chi si stringe ancora alla vita. E, dietro di esse, un profilo inerme che oscillava nel vuoto, ma che si sforzava di non cadere giù - ancora no. Lo spettro strinse gli occhi, incredulo. Fece ancora un passo, mettendo a fuoco la visione.
Non fece in tempo, però, a vedere altro.

Sentì il vento smuoversi alle sue spalle con violenza. Una presenza, una furiosa rapidità che ebbe dimenticato per un istante, colpevolmente.
Il mostro alato al servizio dello straniero si avventò sulla sua schiena con lucida veemenza. Lo spettro si voltò troppo in ritardo: giusto il tempo di fissare una coda uncinata indugiare verso di lui, abbattersi sulla sua schiena e sospingerlo verso quello stesso vuoto che poco prima fissava incredulo. Punte fredde gli passarono attraverso la carne stanca, come frecce che fissano le punte tra le costole. Un passo di troppo, uno ancora verso il parapetto ed un altro ostacolo gli si frappose tra le gambe.
Una lancia che sgusciava tra le colonne del parapetto. Attaccata ad essa, poi, Kreisler, che ancora non si era arreso alla morte.
Ma la professava per il suo avversario. E rispondeva con altro odio alle sue richieste di risposte.
La risposta era solo una: la morte.
Senza giustificazioni.

« Kreisler-? »
disse solo, mentre il corpo scivolava per inerzia oltre il ballatoio.
Il vuoto lo divorava e, cadendo giù, fissava distintamente Kreisler appeso all'angelo di marmo.
Lo vedeva allontanarsi, rapidamente, mentre il cuore gli scivolava in gola a gran velocità ed il legno marcio del pavimento dell'ingresso sembrava fracassarsi sotto il suo peso.
Sentì le assi dividersi e scivolargli attraverso la pelle, allargando la ferita alla schiena. Sentì il sangue ricoprirgli le vesti ed il corpo cadere ancora, inesorabilmente.
Il pavimento attutì la caduta, ma non bastò a frenarla. Lo spettro, infatti, ricadde sul pavimento dell'ingresso in un punto in cui alcune assi sconnesse si erano separate, lasciando aperte alcune fessure verso i sotterranei della villa. Lo spettro dilaniò le assi malferme, aprendo un ulteriore varco e fermando la sua caduta sul pavimento di pietra di una sala buia.
Giù, nelle segrete della villa. Ove il suo ricordo ancora non l'aveva portato.

Rimase silente qualche istante, mentre fissava con insistenza lo straniero. Era ormai una figura lontana, ma ancora viva ed aggrappata alla vita con più forza di lui.
Se lo immaginò ghignante, trionfante: felice per aver sconfitto il suo nemico ed avergli negato anche la soddisfazione di un motivo per quel gesto.
Le lacrime divennero di sangue, mischiandosi alla frustrazione che - ora - cambiava volto. Prendeva, infatti, le fattezze della sconfitta e dipingevano i tratti di una vendetta urlata che richiamava la sua dignità di uomo e di guerriero. Era tornato per Lithien e moriva per mano di un vecchio amico, forse corrotto dal presente o dal passato. Eppure, le sue domande le avrebbe dovute porre ugualmente e non si sarebbe lasciato sopraffare adesso. Non ora.

« Se vuoi la morte, Kreisler » sussurrò a denti stretti
« ...avrai la morte; ma non solo la mia »

Ed espresse il suo desiderio stringendo gli occhi sul suo nemico. Sulla sommità dell'angelo di marmo, apparve una figura traslucida. Un fantasma trasparente, dalle fattezze pari a quelle di Shakan, accovacciato, ricurvo in direzione di Kreisler ancora appeso. Lo fissava negli occhi e, attraverso quei suoi stessi occhi, anche lo spettro poteva vederlo. E poteva udirlo.
E le sue parole sarebbero balenate nel buio con la furia di una tempesta: un destino avaro che si era stancato, ormai, di pretendere parole.
Ora, avrebbe preteso solo dolore.

« Ti pentirai, straniero » urlò la sua voce, nelle profondità della villa
« ...ti pentirai di non avermi risposto! »

Ed il fantasma traslucido fece scattare gli artigli del guanto sul suo braccio, ponendogli in direzione della mano di Kreisler. Quella stessa mano che era aggrappata alla guglia ed alla vita, si delineò negli occhi dell'assalitore come l'unico obbiettivo da perseguire. Donando forza e potenza alle lame, infatti, lo spettro mirò in direzione del palmo nudo e del marmo sotto di esso, tentando di penetrarli e fracassarli entrambi, con un unico stimolo di dolore, gioia e rammarico.
Nel tentativo di far cadere anche Kreisler nel vuoto sotto di esso.

« Se morirò io oggi » disse Shakan
« ...tu verrai con me! »



immyspecchietto
Consumi: 32% / 15% / 8% / 4%
CS: 6 ~ Intelligenza

Corpo: Lacerazioni plurime alla schiena di entità media + bassa; contusioni sparse da caduta di entità bassa (danno totale: alto; condizioni generali 75%)
Mente: Illeso (100%)
Energia: 80% - 15 - 8 = 57%

Attive:

CITAZIONE
L’Eredità della paura. La caratteristica principale di coloro che hanno partecipato all'abiezione, tuttavia, non è tanto la loro connessione con Ray, quanto più l'emersione delle loro turpitudini e delle loro perversioni più insabbiate. Il torneo le ha risvegliate, le ha messe in tumulto e le ha agitate abbastanza da permettere loro di fuoriuscire, più potenti che mai. Prima fra tutte, vi è la capacità di manifestare sotto forma di evocazione, il terrore più grande del personaggio o la sua turpitudine più bassa. Spendendo un consumo Alto, infatti, Shakan potrà evocare il peggiore dei suoi incubi innanzi a sé, ovvero l’essere che in passato – col proprio agire – ha manifestato tutti i limiti e le turpitudini in cui il suo animo era ricaduto: il Conte Nero. La sua nemesi, il lato più oscuro di Shakan, il riflesso della sua oscura malvagità, generata per propria colpa e negligenza, apparirà sotto forma del ricordo che lo stesso Shakan ha di lui: un uomo alto, slanciato, ricoperto da testa a piedi di una lunga tunica nera, con due occhi rossi brillanti che emergono da sotto il cappuccio. Il Conte manterrà i connotati tipici delle evocazioni di Shakan, ovvero sarà traslucido e opaco, quasi come un fantasma, ma, proprio per questo, ancora più turpe: comunque, benché plasmata sulle fattezze del Conte, l’evocazione non sarà altro che l’esteriorizzazione delle paure e delle colpe di Shakan stesso. L’essere, pertanto, si avventerà sugli avversari con le proprie grigie mani ossute e taglienti, lanciando urla raccapriccianti dal volto scheletrico nascosto sotto la tunica. L’evocazione si rivelerà sempre di una discreta forza e, per questo, avrà potenza media, restando in campo per una durata massima di due turni. Avrà, inoltre, 4 CS e scomparirà dopo aver subito un danno Medio { abilità Alta }.

CITAZIONE
Unghie. A volte troviamo il piacere in modi strani, oscuri. A volte facciamo scivolare le unghie sulla pelle, delicatamente, trasformando un gesto doloroso in un piacere lieve, vibrante, simile alle dita sulla corda di uno strumento. Non è solletico e non è fastidio, è qualcosa che trascende, qualcosa che unisce due amanti per sempre.
Come le tue lame sapranno unire per sempre te e il nemico. Basterà un consumo pari a Medio perché queste diventino più taglienti del normale, in grado di trafiggere il legno e la pietra come burro, di superare l’armatura in ferro del tuo avversario. Gli amanti li chiamano grattini, amorevolmente, questi lievi tocchi delle unghie sulla pelle. Ma per ciò che tu farai c’è un nome più adatto: morte.

Passive:

CITAZIONE
La Solitudine - Difesa psionica passiva. [Passiva razziale del Mezzo-Demone]

CITAZIONE
L'illusione è complicità. illusioni castate senza vincoli fisici, tono e natura della voce modificata se illusione in campo, aspetto di Shakan modificato se illusioni in campo; [I, II e III livello del Dominio Illusionista, Passive] Illusioni non riconoscibili o distinguibili con tecniche passive. [Personale 1/10, Passiva]

CITAZIONE
Il fantasma è eterno. Tutte le evocazioni guadagnano +1 CS alla velocità; inoltre Shakan può castare tecniche per mezzo delle sue evocazioni, pagando slot e consumo normalmente. [Personale 3/10 e 6/10, Passiva]

CITAZIONE
Il fantasma è vita. Shakan può vedere con gli occhi dei suoi fantasmi ed udire con le loro orecchie; Shakan potrà modificare l'aspetto delle sue evocazioni, rendendole - al momento del cast - diverse dalle forme ordinarie, pur non potendone cambiare troppo le dimensioni e rendendole sempre distinte in quanto tali [Personale 8/10 e 9/10, Passiva]

CITAZIONE
Il potere mi ha maledetto. Permette utilizzo di pergamene da negromante. [Abilità passiva di metagame derivata da oggetto "Tomo nero"]

CITAZIONE
Il potere è oscurità. Shakan è invisibile nelle ombre [Pergamena "Favore delle Tenebre", Comune da Ladro]

CITAZIONE
L'Abiezione. Passiva che induce timore nei confronti di coloro che si avvicinano a Shakan. [Personale 5/10, Passiva]

CITAZIONE
Il cuore dell'imperatrice.Visione di auree nemiche; permette di vedere in luci fortissime, tenebre più oscure, ma non illusorie, fumi e nebbie. [Amuleto della visione, Bracciale dell'Auspex]

Armi:

CITAZIONE

spadajanzcopy

Cupiditas - [Malus - la spada può sempre comunicare col portatore ignorando eventuali difese psioniche; Passiva - l'arma è legata a Shakan e non può essergli sottratta].
Cruciatus ~ Infinito tormento del giusto castigo. [Passiva - i ricordi dell'episodio che ha prodotto Cupiditas tormenteranno Shakan e non potranno essere dimenticati o alterati; Media, psionica - Shakan può condividere quei ricordi o le sensazioni ad essi collegate con un bersaglio singolo].

Washi, la carezza del fantasma: equipaggiata braccio sinistro, artigli non estratti;

Riassunto:

• Subisco l'effetto psionico e l'offensiva combinata viverna + lancia, cadendo giù;
• Cadendo subisco un danno Basso perché impatto con le travi di legno del piano terra, che attutiscono parzialmente la caduta, ed un danno basso da caduta perché cado nei sotterranei;
• Da qui uso "L'eredità dell'odio", cui do forma di Shakan (per via della passiva);
• Tramite le passive posso vedere ed udire attraverso occhi/orecchie dell'evocazione, quindi miro alla mano aggrappata all'angelo cercando di distruggere, con la media, sia la mano che l'angelo e farti precipitare.

Delle Note:

Poco da dire. Come da accordi ci spostiamo nelle segrete della villa. Non ho descritto la zona per non allungare troppo il post; inoltre Shakan si concentra nell'attacco e non ha modo di guardarsi intorno. A te!

 
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Bastard de la Nuit
view post Posted on 7/9/2013, 20:48




La tensione dell'attimo era lì, come cristallizzata nell'istante successivo. Lo schianto violento, quasi inopportuno delle assi sottostanti che cedevano sotto il peso di Shakan e del marciume che vi si era infiltrato per anni.
Ogni fibra muscolare dalle dita alla spalle era tesa nello sforzo di sorreggere il resto del corpo. Ma quella tensione non era niente al confronto di quella che lo Straniero provò quando incrociò nuovamente gli occhi di Shakan.
Quelle iridi innaturalmente bianche.
In quell'istante Kreisler lesse tutta la sorpresa, tutto lo sconcerto, tutta l'ingenua e primitiva paura di chi si vede passare la morte davanti agli occhi. Era lì, e sprofondava nelle mille emozioni racchiuse in quelle orbite pallide, e pensava a quanto grande poteva essere la solitudine di un uomo che non capiva perché dovesse morire in quel momento. Gli erano state rivolte parole il cui senso era sfuggito all'orecchio cosciente, precipitando forse lì dove i brutti sogni si rifugiano prima dell'alba.

C'era un tempo in cui Kreisler si sarebbe sottratto all'autorità di suo padre, in cui avrebbe mandato all'inferno gli ordini che gli erano stati assegnati e invece, mosso dalla pietà, avrebbe teso un braccio alla persona che avrebbe invece dovuto uccidere. C'era quel tempo, ma ora non più.
Anche dopo la caduta, quegli occhi erano rimasti in lui, bianchi come l'ignoto e la paura di aver fallito. Con il gelo degli orrori che avevano dovuto sopportare, con le domande che non avrebbero mai trovato una risposta.
E oltre il Nulla, oltre la missione, oltre le migliaia di morti da riscattare, Kreisler fece eco a quell'interrogativo che gli era stato ripetuto così angosciosamente e si chiese: perché?
Ma non v'era beneficio del dubbio a lenire lo strazio. Kreisler sapeva perché Lucian Alastor doveva morire, l'aveva saputo fin da quel giorno terribile nel ventre cavo del Trono del Titano.

Si alzò in piedi, a fatica, tremando, ma mostrando al tempo stesso la pacata maestosità di un uomo nato per governare. In fondo a quel volto devastato dalla chirurgia e dalle schegge di quella che un tempo era stata una maschera vi era ancora lo scintillio autoritario di Eyden Valrafkan, quella luce che tanto odio e tanta soggezione aveva destato nel figlio negli anni della sua giovinezza.
Gullhiw, così chiamano questa malattia. Ma forse questo già lo sai.
Una pausa breve, il tempo di curvare le labbra tormentate di cicatrici in un ghigno beffardo.
Quello che non sai è che io posso crearvi un antidoto.
A una notizia del genere lo Straniero non potè che ammutolire. E molto probabilmente suo padre aveva previsto anche questo, perché continuò imperterrito.
È un male strano, di natura arcana. La scienza tradizionale non dovrebbe mischiarsi con le arti occulte, perché il risultato… bè, hai potuto vederlo con i tuoi occhi.
Entità oscure e da lungo tempo dimenticate sono state evocate, in un patto suggellato dal sacrificio di un'intera città. E per un farmaco abbastanza potente da cancellarne gli effetti io ho bisogno dello stesso sangue in cui quel patto è stato stretto.


Perché? La domanda gli strisciava addosso come un prurito fastidioso, non contenta di una risposta fin troppo ovvia. Magari Shakan doveva morire perché in fin dei conti lo meritava, o perché se fosse andato a Lithien si sarebbe potuto riunire di nuovo alla Setta. Doveva morire, ecco. Ci sarebbero state mille giustificazioni per trasformare un assassinio efferato in un atto eroico.
Sentiva il dubbio strattonarlo in basso, come se Shakan fosse sospeso alla sua caviglia e volesse trascinarlo con sé negli abissi della villa antica. Abbassò lo sguardo e gli parve quasi di scorgerlo, laggiù nelle ombre, che tendeva una mano vendicativa verso di lui.
Ma fu solo un attimo: tornò a guardare in su, e fu lì che lo vide. I lineamenti stravolti, gli occhi gonfi di pianto e di sangue. C'era tanto di non detto, troppo. Ma un artiglio levato al soffitto velato di ombre fu il segnale che non era quello il tempo per parlare.
Poggiò i piedi sulla parete e spiccò il volo. Come rallentate, le immagini dell'artiglio che schiantava l'angelo di stucco scorsero davanti ai suoi occhi. Ma lo Shakan che aveva davanti, e che ora si allontanava sempre più
- sempre più piccolo nei suoi occhi, nel suo mondo -
non aveva il profumo di un'anima. Qualcosa in lui lo rendeva falso, vuoto.
E lo strattone alla caviglia rimaneva, la forza che l'attirava verso il basso con tutte le sue domande e le sue angosce.
Fu il dolore a fargli capire: il vero Shakan era laggiù, nelle tenebre senza nome di Villa Luna Nuova, e lo stava chiamando.

Atterrò con grazia sulle punte dei piedi, il battito del cuore sincronizzato col pulsare della schiena dove le travi spezzate avevano ammacato corazza e carne. Sbattè le ciglia, una, due volte: finché non gli si palesò con chiarezza il salone grottesco in cui si trovava. Niente angeli di stucco, niente orpelli preziosi: muri di pietra viva, pelli di animali per terra, un altare di marmo al centro dell'enorme quadrilatero. E davanti ad esso Shakan, quello vero, quello la cui presenza era aggrappata alle ossa di Kreisler come una zavorra che quasi implorasse di essere lasciata andare.
Fermo, si disse.
Parlagli, gli suggerì il lato più debole della sua anima.
Ma Kreisler rimase in silenzio. Non sapeva cosa dire, aveva lasciato ogni frase a effetto e ogni apostrofe altisonante nell'abisso delle parole che non possono essere pronunciate al cospetto della morte. Fece un lento passo avanti, invece, rimuginando ogni cosa che lo Spettro gli aveva detto fin da quella lontana notte al Maniero.

Ti potrei dire… che non ne sono responsabile.
O, forse, che la colpa è di qualcuno più in alto di noi: di tutti noi.
Ma non lo meriteresti. Non se lo merita la n o s t r a Lithien.
…E versammo la prima goccia di sangue.


E contemplava quell'altare blasfemo dove le vergini rapite trovavano la morte nei rituali distorti della Setta.

- Lucian… -

Il nome gli era morto in gola, trasformatosi in un rantolo roco prima ancora di affiorare alle labbra.
Aveva ammesso la sua colpa. Aveva chiesto perdono, o accettato ogni conseguenza.

E qualunque cosa tu voglia farmi, la ragione è dalla tua parte.

Pensò ad ogni singola persona morta in quel salone, o quando la Gullhiw diede il colpo di grazia alla città corrotta.
Pensò a loro e guardò lo Spettro, ma non riuscì a odiarlo.
Si girò verso una parete invece, e mosse alcuni passi lontano da lui. Tale è la potenza delle lacrime, quando mostrare il loro spuntare negli occhi è come mostrare la propria nudità, la propria vulnerabiità.

Quanto altro sangue dovrà essere versato?
Quanto altro sangue?
Quanto altro sangue?


- Lucian, io… Tu mi chiedi quanto sangue dovrà essere versato.
Perché mi rivolgi una domanda così crudele?
Sai bene come me quanto io detesti uccidere, ma l'unico sangue che Lithien chiede…
-

Si era allontanato fin quasi alla parete, e non se n'era accorto. Come anche non si era accorto del senso di rispetto per il fantasma pentito che aveva attecchito in lui e ora non poteva più essere estirpato. Con rabbia strofinò il dorso della mano sulle palpebre, portandone via le lacrime che più di ogni ferita avrebbero segnato la sua sconfitta.

- …è il sangue di un'unica persona. -

Si girò di scatto, ogni gesto compiuto troppo velcemente perché il rimorso potesse bloccarlo. Impugnò un'altra spada, quella recante l'elmo cornuto degli Ennis sul pomolo, e la lanciò rasoterra verso le caviglie di Shakan.

Poi corse.

Corse verso l'altare, per saltarvi sopra e trafiggere Shakan dall'alto con la lancia.

Corse verso un uomo che non sapeva se definire il più acerrimo nemico o l'amico più caro.

Corse verso un compito gravoso che non voleva ma doveva portare a termine.

Corse verso il suo destino, qualunque fosse.



[Destrezza: 4] [Intuito: 2]

Stato Fisico:
Stiramento ai muscoli del braccio sinistro (danno Basso), contusione da urto ai muscoli della schiena (danno Basso). Totale: danno Medio.
Illeso


Stato Psichico:
Interiormente combattuto, disperato (Illeso).
Illeso


Energia:
59% -9% -5% = 45%

Armi e Alleati:
Lancia
Impugnata con la mano libera.
Reliquie della Città d'Argento (4x Spada lunga)
Una caduta sul pavimento sottostante al ballatoio, tre alla cintura di Kreisler
Corazza
Indossata
Stendardo di Lithien (Mantello)
Caduto sul pavimento sottostante al ballatoio.
Wyvern
Alle spalle di Shakan.



Abilità passive in uso:

[...] Se una notte d'inverno un viaggiatore [...]

[Abilità Passive di dominio Assassino lvl. I, II, III, Cristallo della Conoscenza.]

[...] Fuori dall'abitato di Malbork [...]

[Abilità Passiva razziale Umano, 2x Occhio d'Avorio.]

[...] Senza temere il vento e la vertigine [...]

[Pergamene 'Occhio Notturno', 'Favore delle tenebre' + Pergamena Vuota, Bracciale dell'Auspex, Bonus di 2 CS in Intuito quando un avversario usa una tecnica magica.]

[...] In una rete di linee che si allacciano [...]

[Amuleto Servitore 'Wyvern', Collana Elfica.]

[...] Sul tappeto di foglie illuminate dalla luna [...]

[Ragionamento analitico ed elaborazione di strategie in tempi prossimi allo zero, discernimento di illusioni e tecniche psioniche, pergamena 'Mente impenetrabile'.]

[...] Intorno a una fossa vuota [...]

[Effetto boomerang sulle proprie armi da mischia.]

[...] Wyvern [...] (Artefatto)

- La Viverna possiede un'armatura naturale che la rende molto resistente agli attacchi fisici.
- La Viverna può subire danni fino all'equivalente di due tecniche Mortali prima di morire. Fanno eccezione attacchi come decapitazioni o perforazione del cuore.

[...] Stendardo di Lithien [...] (Artefatto)

- Kreisler può scagliare attacchi e tecniche dagli oggetti in suo possesso.

Abilità/Pergamene usate:
CITAZIONE
Se invece è la difesa ad ogni costo il suo obiettivo, egli potrà ancora una volta ricorrere al suo potere per una pronta schivata dalla rapidità proporzionale alla potenza della tecnica che fronteggia e dal consumo Variabile in proporzione. [Tecnica di potenza Variabile. Consumo usato: Basso]

CITAZIONE
Oppure, sempre per lo stesso ammontare di energie, lo Straniero potrà prodursi in un veloce attacco dal basso che tenderà a far perdere l'equilibrio all'avversario, facendolo cadere. [Tecnica di potenza Bassa]

Note:
Innanzitutto chiedo scusa per il ritardo. Il post è in cantiere da un bel po', ma mi serviva un giorno senza scuola per finirlo.
Quanto alle azioni, Kreisler scorge l'evocazione, ma le CS in intuito combinate con il suo auspex gli permettono di intuire che il vero Shakan è caduto di sotto: senza pensarci due volte si lancia verso il basso evitando l'artigliata con una schivata Media e salta giù. Le cs in Destrezza gli evitano il grosso dei danni, ma una trave spezzata lo colpisce comunque alla schiena causandogli un danno Basso.
Una volta nel sotterraneo (la cui descrizione spero ti trovi concorde), Kreisler si dirige verso Shakan, sempre più minato dalla sua ritrosia ad ucciderlo. Infine usa Sgambetto per destabilizzarlo, e contestualmente si produce in un attacco fisico dall'alto.
A te!
 
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view post Posted on 10/9/2013, 12:53
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Avrebbe potuto essere diverso.
Shakan - anzi, Lucian - era un giovane rampollo di una nobile casata. Aveva una madre bellissima ed un padre autoritario e potente. Aveva una sorella che lo cresceva come fosse il suo regalo più prezioso, ed una villa immersa nelle verdi valli del nord che riscopriva la purezza della primavera, racchiusa tra le dolci brezze dei monti. Aveva potere, prospettive ed un futuro radioso.
Eppure non gli era bastato. Per infausto destino o poca virtù, quel patrimonio tanto grande se l'era divorato per la cupidigia di un tornaconto che non sufficientemente soddisfacente. Aveva bruciato il calore di sua madre col disprezzo stesso per la vita, causandone la morte al parto. Aveva disperso l'amore di sua sorella con un pettegolezzo, un capriccio grande quanto il rimpianto verso una vita lontano l'uno dall'altra.
Aveva covato disprezzo per l'autorità del padre, convincendosi che la sua severità non fosse altro che il rimorso per la morte della madre.
L'aveva creduto ingiusto ed abietto.
L'aveva odiato.

E quella villa, dove un tempo teneva i suoi studi di letteratura e teologia, e dove - poi - aveva fondato la Setta della Luna, ritornava ora come un simbolo di perdizione.
Gli riportava alla mente ricordi e pensieri che aveva dimenticato, sigillandoli dietro le pesanti ante in noce bruna del portone d'ingresso. E, per ogni ricordo che riportava alla memoria, un pezzo di cuore moriva e la sua anima riscopriva la turpe corruzione dell'uomo che era stato e che, tra quelle mura, era cresciuto come una serpe nel suo stesso veleno.
Ora, però, raschiava il pavimento con il cuoio spesso della corazza. Sentiva l'elsa della spada premergli il bacino, incastrata tra la schiena e la pietra levigata di quel sotterraneo buio. Il puzzo di chiuso impregnava ogni angolo, in quel buio sottoscala morente. Sentiva, vedeva - quasi - la morte impregnare le travi e le colonne portanti. Lentamente, come sprazzi di luce e raziocinio, scorgeva le donne sacrificate alla benevolenza di un dio inesistente, ed i complotti tumulati in quello scranno immorale, che - però - per anni avevano echeggiato nel vuoto di quella cantina.
Era disteso al suolo, vinto e sconfitto, scorgendo l'empietà delle gesta che la setta - in quella stanza - aveva compiuto anni prima. E, ad ogni minuto in più che passava disteso al suolo, ferito, si convinceva che tanto era giusto; che sarebbe stato meglio rimanervi, e non rialzarsi più.

« Sai bene come me quanto io detesti uccidere, ma l'unico sangue che Lithien chiede... »
Lo Straniero era ancora lì. L'aveva condotto, seguito e - in qualche modo - costretto ad una condizione di viltà, che lo tediava e lo teneva prono ai suoi piedi. Leggiadro, aveva disceso quella gogna fin nel sotterraneo, per finire il suo compito. E, per qualche ragione, non esitava un istante nel farlo. Era potente, più forte e determinato di quando l'aveva lasciato ai piedi del Maniero. Era cresciuto nel corpo, ma - sopratutto - nell'animo, scovando dentro di se il piacere per il proprio obiettivo, qualunque esso fosse.
E nell'attimo stesso in cui il fantasma provava a reagire, rialzando una spalla - un braccio - per rispondere a tanta furia, lo Straniero lo riportava a terra. Qualcosa tediava le sue caviglie, si scagliava come un tuono e riportava il suo corpo vacillante al suolo, ove ricadeva come un masso schiantato nelle profondità di un baratro.
Il dolore fece eco alla vendetta.
« ...è il sangue di un'unica persona. »

Dunque, è questo?
E' il mio sangue che vuoi - solo questo?

Il pensiero dilaniante fece eco a quel dolore composto. Come il suo corpo resisteva all'idea di difendersi realmente, ripescando dal passato quel suo innato senso di autodistruzione, allo stesso modo la mente divagava in caotiche turbe. Se il suo sangue veniva reclamato a gran voce, rischiando finanche un duello a viso aperto, non poteva essere un caso. Qualunque fosse stato l'intento dello Straniero, infatti, lo desiderava con tutto se stesso, arrivando a sfruttare ogni sua capacità per portarlo a se. Quel riferimento preciso, dunque, non poteva essere casuale.
E Shakan sfruttava quell'ignoranza come arma: quel dubbio focale che avrebbe potuto convincerlo a vivere per scoprirlo.

« E' solo la mia vita che vuoi? »
disse, fissando nel vuoto la fonte del suo dubbio « ...come se la mia morte potesse risolvere qualcosa! »
Concluse, quasi stizzito. Nel mentre non poté scorgere la reazione sul volto di Kreisler, bensì soltanto il suo corpo librarsi nel vento ed incedere, arma alla mano, con la punta verso il suo petto.
Un balzo che vide quasi a rallentatore, mentre divagava sulle presunzioni e la retorica di ciò che dietro quell'agire si celava. Non poteva, però, morire senza sapere. Né si sarebbe arreso a quel dubbio senza lottare per esso; lottare per Lithien e per quel riscatto che, finalmente, aveva deciso di meritare.
Eppure Kreisler era potente: aveva dimostrato di rifuggire dalle amenità della sua mente e discernere i suoi inganni con facilità, quasi si fosse preparato per quel giorno. Per questo, fu persuaso da un piano diverso: distinto e più reale di ciò che era solito condurre. Avrebbe colpito il corpo del suo nemico con l'unica arma che non si sarebbe mai aspettato di affrontare: un inganno non illusorio.
Vide l'arma raggiungerlo e, istintivamente, mosse l'artiglio in direzione di essa, deviandola dal suo petto. Tentò, a fatica, di difendersi con destrezza e, al tempo stesso, incastrare l'arma del nemico tra le lastre di pietra del pavimento alle sue spalle.

Contemporaneamente, però, portò il suo occhio lontano.
Lampi di disambigua visione lo fecero scindere in due psicologie distinte. L'una, infatti, era quella di Shakan, vinto e disteso sul fondo della villa. L'altra, invece, era quella del suo spettro. L'entità traslucida che ne riproduceva le fattezze, infatti, era ancora accovacciato sul bordo del ballatoio, fissando il suo padrone lottare senza ciglio battere. D'un tratto l'animò e lo persuase a fissare il suo destino lungo il baratro che lo divideva da Shakan. Vi si lanciò in caduta libera, pronto e desideroso di richiamare la furia della vendetta per mezzo della potenza che la caduta stessa avrebbe dato al suo attacco. Contemporaneamente, però, lo spettro - mentre cadeva - richiamò altri spettri, fantasmi o paure. Queste assunsero la forma di neri pipistrelli; pur sempre sfocati, traslucidi all'apparenza, ma scuri ed opachi. Si sarebbero, così, confusi nel buio del sottosuolo ed avrebbero accompagnato la discesa del fantasma in un turbine confuso. Uno stormo caotico che confondeva lo spettro e ne alterava ulteriormente la percezione di se. Un infame connubio che si volse giù, in direzione del baratro, con la furia di un tuono. Un'ira che si abbatteva, caparbia, sull'ignaro straniero. Ignaro del suo destino; ignaro di dover ancora vincere contro il battuto fantasma.

Ignaro di quanto Shakan il fantasma potesse desiderar la vita, ormai.
Lo stesso, infatti, non si arrese a quell'unica vendetta. Dal basso della sua condizione, ancora prona e sottomessa allo straniero, Shakan profuse contro il nemico il suo potere. Una nebbia fitta, illusoria e perentoria unicamente nella mente dello straniero, ne avrebbe offuscato la visione. Una condizione avara di significato, propria di un'insana inutilità che ne avrebbe riequilibrato la disarmante arrendevolezza al destino prossimo.
Infine, Shakan attese che il suo cavaliere fosse prossimo alla schiena di Kreisler. Lo vide, dunque, sfrecciare nel buio del sotterraneo ed approcciarsi al corpo del suo obiettivo con insana ira. Lo stormo avrebbe avvolto Kreisler, lacerandone la carne in più punti delle braccia e del viso; il fantasma, invece, avrebbe terminato la propria caduta con la spada tesa innanzi a se, infilzandola dietro la schiena dello Straniero con la potenza aumentata dall'accelerazione della caduta.
Dal fondo, infine, Shakan - quello vero - avrebbe, afferrato repentinamente la katana, tentato di trapassare il nemico nel centro del suo torace.

« Mi costringerai a chieder la verità al tuo cadavere, Kreisler! »
urlò infine, preda di cieca furia « mi costringerai a versar il tuo sangue! »



immyspecchietto
Consumi: 32% / 16% / 8% / 4%
CS: 6 ~ Intelligenza

Corpo: Lacerazioni plurime alla schiena di entità media + bassa; contusioni sparse da caduta di entità media (danno totale: alto+basso; condizioni generali 68,75%)
Mente: Illeso (100%)
Energia: 56% - 8 - 16 = 32%

Attive:

CITAZIONE
Il fantasma siamo noi. Shakan può richiamare in battaglia una somma di creature che può andare da uno a una ventina circa. Tali creature avranno tratti eterei, come fossero fantasmi, traslucidi ed opachi, con l'aspetto di volti, teste, fluttuanti a mezz'aria, rassomiglianti a Shakan stesso. La loro potenza sarà ugualmente ripartita nel numero, che ne sia stata chiamata una o una decina. Le creature verranno gestite dall'evocatore e non andranno trattate autoconclusivamente. La somma delle creature evocate avrà potenza Bassa e potranno rimanere in campo per un massimo di due turni, svanendo al termine del secondo o prima. Inoltre, le creature evocate saranno distrutte dopo aver subito un danno complessivo pari a Basso. La potenza dell'evocazione sarà pari a 2 CS. [Pergamena necromante "Servitori oscuri", Iniziale, Attiva, consumo Medio]. Il potere che dimora in Shakan, però, l'ha plasmato anche per sfruttarne la tediosità: concentrandosi per qualche secondo - infatti - Shakan potrà generare dei veri e propri "guerrieri" di dimensioni umane. Egli, dunque, richiamerà sul campo uno o due fantasmi del tutto simili a lui ed equipaggiati esattamente come lo spettro al momento del cast. Saranno gestiti dal caster e non andranno trattati autoconclusivamente. La potenza totale dello scheletro o degli scheletri evocati richiamato sarà pari a Medio, ripartita per il numero. Resterà sul campo di battaglia per un totale di due turni, svanendo al termine del secondo o prima, al desiderio del caster, oppure dopo aver subito un danno complessivo Medio. La sua potenza totale sarà pari a 4 CS. [Pergamena da necromante "Scheletro", Comune, Attiva, consumo Alto] Infine, Shakan, allo stremo delle proprie capacità, potrà richiamare sul campo di battaglia la più terribile delle sue evocazioni, ovvero il Drago Fantasma. L'evocazione avrà l'aspetto, infatti, di un maestoso Dragone Antico di tipo occidentale, dalle grandi ali e le fauci enormi. Il Drago si leverà in volo all'istante e potrà volare e sputare fiamme di fuoco azzurro per due turni, se non eliminato o richiamato da Shakan prima. Le fiamme del drago andranno considerate al pari di un attacco fisico, e lo stesso non potrà essere trattato autoconclusivamente. Il Drago sarà particolarmente potente: egli disporrà, infatti, di 16 CS totali (di cui 8 alla Destrezza ed 8 alla Potenza Fisica), per un totale offensivo pari a Critico. Suo punto debole, però, sarà la resistenza: sarà sufficiente un danno pari a Medio, infatti, per dissolverlo in una nuvola di nebbia. [Pergamena da necromante "Dracolich", Ultima, Attiva, consumo Critico]

CITAZIONE
L'illusione è incubo. Shakan può plasmare ormai le paure a suo piacimento. Massima espressione del suo potere infido, è il male che può insinuare nella mente nemica. Toccando un suo avversario, infatti, Shakan potrà infliggergli un'illusione potente, potendo decidere una qualunque visione, di qualunque genere, da fargli vivere mentalmente. La visione opererà come un incubo ad occhi aperti che potrà durare anche giorni o ore fittizi, giacché nella realtà avrà durata comunque solo di pochi istanti. La tecnica ha natura psionica ed infligge un danno Critico alla mente. [Pergamena da negromante "Incubo", Ultima, attiva, Consumo Critico] Inoltre, con lo stesso mezzo, Shakan potrà indurre nell'avversario l'illusione di una fitta tenebra, impedendogli la vista come se fosse stato chiuso in una stanza buia. La tecnica dura due turni, ed ha potenza media per ogni turno di durata, causando, però, anche un danno Basso alla mente della vittima per ciascun turno. [Pergamena da negromante "Tenebre Illusorie", Comune, attiva, Consumo Alto]

Passive:

CITAZIONE
La Solitudine - Difesa psionica passiva. [Passiva razziale del Mezzo-Demone]

CITAZIONE
L'illusione è complicità. illusioni castate senza vincoli fisici, tono e natura della voce modificata se illusione in campo, aspetto di Shakan modificato se illusioni in campo; [I, II e III livello del Dominio Illusionista, Passive] Illusioni non riconoscibili o distinguibili con tecniche passive. [Personale 1/10, Passiva]

CITAZIONE
Il fantasma è eterno. Tutte le evocazioni guadagnano +1 CS alla velocità; inoltre Shakan può castare tecniche per mezzo delle sue evocazioni, pagando slot e consumo normalmente. [Personale 3/10 e 6/10, Passiva]

CITAZIONE
Il fantasma è vita. Shakan può vedere con gli occhi dei suoi fantasmi ed udire con le loro orecchie; Shakan potrà modificare l'aspetto delle sue evocazioni, rendendole - al momento del cast - diverse dalle forme ordinarie, pur non potendone cambiare troppo le dimensioni e rendendole sempre distinte in quanto tali [Personale 8/10 e 9/10, Passiva]

CITAZIONE
Il potere mi ha maledetto. Permette utilizzo di pergamene da negromante. [Abilità passiva di metagame derivata da oggetto "Tomo nero"]

CITAZIONE
Il potere è oscurità. Shakan è invisibile nelle ombre [Pergamena "Favore delle Tenebre", Comune da Ladro]

CITAZIONE
L'Abiezione. Passiva che induce timore nei confronti di coloro che si avvicinano a Shakan. [Personale 5/10, Passiva]

CITAZIONE
Il cuore dell'imperatrice.Visione di auree nemiche; permette di vedere in luci fortissime, tenebre più oscure, ma non illusorie, fumi e nebbie. [Amuleto della visione, Bracciale dell'Auspex]

Armi:

CITAZIONE

spadajanzcopy

Cupiditas - [Malus - la spada può sempre comunicare col portatore ignorando eventuali difese psioniche; Passiva - l'arma è legata a Shakan e non può essergli sottratta].
Cruciatus ~ Infinito tormento del giusto castigo. [Passiva - i ricordi dell'episodio che ha prodotto Cupiditas tormenteranno Shakan e non potranno essere dimenticati o alterati; Media, psionica - Shakan può condividere quei ricordi o le sensazioni ad essi collegate con un bersaglio singolo].

Washi, la carezza del fantasma: equipaggiata braccio sinistro, artigli non estratti;

Riassunto:

• Subisco lo sgambetto, provocando un ulteriore danno Basso da contusione;
• Ancora prono a terra, dunque, paro il tuo attacco dall'alto col guanto, deviandolo verso il pavimento e sperando di farlo incastrare tra le pietre del pavimento;
• Allo stesso tempo, il fantasma - ancora sul ballatoio - si cala giù con la spada tesa ed, attraverso di esso, Shakan evoca uno stormo di teste fluttuanti che assumono la forma di pipistrelli neri;
• La combo evocatoria si abbatte su Kreisler, lo spettro con la spada tesa, cercando di infilzarla nella schiena, e lo stormo provando a colpirlo al volto ed alle braccia;
• Contemporaneamente Shakan usa "tenebre illusorie" per offuscarti la vista e farti danno, oltre che per distrarti dall'attacco;
• Shakan, inoltre, tenta di attaccare dal fondo, provando a colpire Kreisler nel petto (presupponendo che questo abbia terminato il suo attacco praticamente di fronte a lui).
• Tramite le passive posso vedere ed udire attraverso occhi/orecchie dell'evocazione, quindi miro alla mano aggrappata all'angelo cercando di distruggere, con la media, sia la mano che l'angelo e farti precipitare.

Delle Note:

Per prima cosa, una correzione: per qualche motivo avevo settato un consumo pari a 15% per un alto precedentemente castato, quando il consumo è 16%. Mi sono autosottratto il singolo punto percentuale, quindi, per risolvere la cosa.
Detto questo, mi son trovato nella condizione di dover "sfruttare" il baratro che divideva il fantasma da Shakan. Spero il post ti sia piaciuto e penso stia venendo fuori un gran duello; a te, caro.

 
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Bastard de la Nuit
view post Posted on 21/9/2013, 19:20




Chiudi gli occhi, ascolta, comprendi.
Allora… allora sì, vedrai.


E il cerchio di luce sulla sua testa vibrava di diecimila ali nere, e si restringeva, e si restringeva.

Chiudi gli occhi e pensa. Nessuno ha mai governato una città con i soli muscoli.

La lancia ormai non era più che il duro suono dell'asta conficcata tra i lastroni del pavimento, e il bruciore sui palmi da cui era sfuggita, e nell'orgoglio.

Vedrai che come i petali di un fiore anche la società segue un ordine matematico precisissimo senza che questo ne intacchi la poesia del divenire.

E Kreisler chiuse davvero gli occhi sul nero che era tutt'intorno a lui. e rivide suo padre guardarlo dall'alto in basso con quel fare perennemente serio.
Padre, Lithien non avrà la sua cura. Ti ho deluso ancora una volta?
Sapeva che stava pronunciando quelle parole, percepiva il fiato fuori dalle sue labbra, anche se non udiva alcun suono, e si chiese quale fosse in quel momento il limite tra sogno e realtà.
Deluso? Tu non mi hai mai deluso, Kreisler. A volte ho pensato che il tuo cuore fosse troppo tenero per la vita di corte, ma niente più. Nella vita devi fare il cuore duro a volte.
Il cuore duro. Facile a dirsi.
Le ali nere erano dappertutto, le accoglieva nei polmoni e ne respirava la tenebra. E si ritrovava a invocare il nome di suo padre e le sue parole avevano il suono ovattato delle stelle che si spengono.

E dal buio emergevano parole sepolte nella polvere.
Morte. Verità. Sangue.
L'urlo dell'ultimo dei Valrafkan, o degli Alastor.
Chiudi gli occhi.
Verità.

g9cx

Qualcosa solleticava l'aria intorno a lui, non avrebbe saputo dire cosa.

Verità?

Quasi in dubbio, quasi una domanda a se stesso, o a suo padre che era lì sul confine tra sogno e realtà, o allo spazio vuoto di quel destino contrario.

La verità fa male, Lucian. A entrambi.

E quasi percepì cadere dall'alto quello scampolo nero nel nero, farsi strada pesante verso l'abisso, verso di lui.
Lambirne il braccio offeso, infine, pochi istanti prima che si posasse per terra.
Poteva sentirlo avvicinarsi come una pianta sente il bruco sulle sue foglie, come un uomo sente il proprio cuore battere: Il suo stendardo, la sua bandiera, la sua missione.

L'unico, vero Dottore ha trovato una cura per Lithien. E l'ingrediente principale sei tu.

Erano lacrime quei solchi freddi e salati che sentiva sulle guance? Perché stava piangendo? Non doveva mostrare debolezza, non in quel momento. Eppure…
Le tenebre espansero le loro ali come una farfalla che esce dal bozzolo. Non le ali di prima, però. Erano altre ombre, segni più calcati nell'oceano nero in cui lo Straniero s'era ritrovato a vagare.

Chiudi gli occhi, Kreisler. Fai il cuore duro.

Era determinazione, forse. O commutatività dei rapporti, una specie di distorta teoria di corsi e ricorsi. O un contrappasso ironico ai limiti della crudelta.
O forse era qualcosa che non apparteneva ai mortali, qualcosa di troppo grande.
Forse era la stessa formula che dispone i petali di un fiore attorno alla corolla.
La matematica perfetta sottesa al cosmo.



[Destrezza: 4] [Intuito: 2]

Stato Fisico:
Stiramento ai muscoli del braccio sinistro (danno Basso), contusione da urto ai muscoli della schiena (danno Basso). Totale: danno Medio.
Illeso


Stato Psichico:
Disorientato, allucinato, accecato (Danno Basso).
Illeso


Energia:
45% -9% -18% = 18%

Armi e Alleati:
Lancia
Conficcata nel pavimento.
Reliquie della Città d'Argento (4x Spada lunga)
Una caduta sul pavimento sottostante al ballatoio, tre alla cintura di Kreisler
Corazza
Indossata
Stendardo di Lithien (Mantello)
Caduto nel sotterraneo tra Kreisler e Shakan.
Wyvern
Al piano superiore.



Abilità passive in uso:

[...] Se una notte d'inverno un viaggiatore [...]

[Abilità Passive di dominio Assassino lvl. I, II, III, Cristallo della Conoscenza.]

[...] Fuori dall'abitato di Malbork [...]

[Abilità Passiva razziale Umano, 2x Occhio d'Avorio.]

[...] Senza temere il vento e la vertigine [...]

[Pergamene 'Occhio Notturno', 'Favore delle tenebre' + Pergamena Vuota, Bracciale dell'Auspex, Bonus di 2 CS in Intuito quando un avversario usa una tecnica magica.]

[...] In una rete di linee che si allacciano [...]

[Amuleto Servitore 'Wyvern', Collana Elfica.]

[...] Sul tappeto di foglie illuminate dalla luna [...]

[Ragionamento analitico ed elaborazione di strategie in tempi prossimi allo zero, discernimento di illusioni e tecniche psioniche, pergamena 'Mente impenetrabile'.]

[...] Intorno a una fossa vuota [...]

[Effetto boomerang sulle proprie armi da mischia.]

[...] Wyvern [...] (Artefatto)

- La Viverna possiede un'armatura naturale che la rende molto resistente agli attacchi fisici.
- La Viverna può subire danni fino all'equivalente di due tecniche Mortali prima di morire. Fanno eccezione attacchi come decapitazioni o perforazione del cuore.

[...] Stendardo di Lithien [...] (Artefatto)

- Kreisler può scagliare attacchi e tecniche dagli oggetti in suo possesso.

Abilità/Pergamene usate:
CITAZIONE
E se la necessità sarà invece contraria, ossia quella di respingere armi e colpi avversari, egli non dovrà fare altro che spendere un quantitativo di energie Medio per ottenere la completa protezione dagli attacchi non tecnica, che saranno deviati come da una forza irresistibile che le respinga dal corpo dello Straniero, che per tutta la durata della tecnica assumerà una leggera trasparenza. [tecnica di potenza Media]

CITAZIONE
Oppure ancora sarà l'ombra stessa a decretare la fine del nemico, plasmata e tessuta in rostri e lame di impalpabile nero e potente quanto sia necessario, richiedendo un consumo energetico ancora Variabile. Letali saranno, tanto da infliggere danni molto più massicci del normale qualora vadano a segno; eppure fragili come un fruscio nella bruma, effimere come il fumo di una falena che si avvicina alla fiamma e brucia, al punto da poter essere bloccate con barriere di potenza ad esse inferiore. Armi pericolose, sì, ma armi che non hanno altro senso se non quello di scrivere col sangue la parola fine ad una storia iniziata nel sangue tanto tempo prima. [Tecnica di potenza Variabile. Consumo usato: Alto]

Note:
Post breve ma laborioso. Volevo dare qualcosa che potesse incidere psicologicamente sul duello, che non fosse un mero botta e risposta strategico, e spero di esserci riuscito. Piccola precisazione: le parole in grassetto corsivo sono pronunciate da Kreisler nel suo stato allucinato, puoi scegliere tu quali di esse egli pronuncia per davvero ad alta voce e quali siano solo frutto della sua fantasia.

Kreisler subisce la tecnica psionica mentre scorge dall'alto la nuvola di evocazioni che lo attacca, e nel flashback-lampo che ne segue usa inconsciamente la sua abilità personale che a conti fatti è una difesa a 360° contro gli attacchi fisici per due turni, anche se mi sono accorto solo ora che la ridescrizione dell'abilità non è esplicita a riguardo.
Sia le evocazioni che Shakan stesso attaccano senza tecniche, quindi dovrebbe essere legittimo che la difesa di Kreisler nullifichi l'offensiva incrociata.
Un tocco di velluto sul braccio suggerisce a Kreisler che il suo mantello è caduto di sotto mentre le evocazioni attraversavano la voragine nel soffitto: da esso, dunque, il guerriero fa partire una bordata di ombre di potenza Alta ad area, minacciando dunque sia il Fantasma che le sue evocazioni. E nella sua condizione di temporanea cecità mi sembrerebbe poco probabile andare anche per un attacco fisico. Dunque passo la palla.

Edit: corretto un typo.


Edited by Bastard de la Nuit - 24/9/2013, 13:16
 
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view post Posted on 27/9/2013, 13:13
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Quando la risposta arrivò, Shakan non era pronto.
L'aveva attesa tanto, forse in un connubio di gretto rimorso e patetico livore verso quel guerriero tanto ligio al dovere, che col suo stesso rancore gli ricordava - ogni volta - la bieca viltà del suo passato. La sua vita significava un dovere mancato, un trasceso gorgo di disvalori che anche lui aveva contribuito a generare, a partorire ed alimentare. Ed era per questo che, alla fine, quasi sperava non ci fosse proprio una risposta da parte dello Straniero. Quasi sperava che la sua rabbia fosse ingiustificata come fondamento, che fosse tutta una scusa amorfa e disillusa per menar le mani contro di lui, per scaraventargli contro tutta la frustrazione per ciò che c'era stato e che - probabilmente - non ci sarebbe stato più. Sperava che Kreisler fosse divenuto ancor più turpe di lui; sperava di poterlo giudicare peggiore e sollevarsi dalla coscienza il peso della ragione.

Quando la risposta arrivò, però, capì che così non era.
Per niente.

Kresiler gli parve immobile, fermo. Oggetto delle sue invettive, fantoccio ormai cieco alla virtù del sangue che il fantasma gli aveva imposto, benché ad un duro prezzo. Il suo colpo più mortale, però, glielo rinfacciò con la tensione di poche parole strette tra denti serrati. Acuminate come lame infuocate, penetrarono nell'animo col la potenza di un nugolo di spilli. Ed il vento stesso che ne circondavano la comprensione, si strinse intorno alla gola dello spettro per strozzarlo nella suo stesso scetticismo.
Per convincerlo che tutto ciò che credeva, era sbagliato. Che, questa volta, non aveva capito niente.

Verità?
Gli occhi si bagnano di rabbia.
La verità fa male, Lucian. A entrambi.
Molto male: quando la stringi a te, credendo sia tua. E poi la scopri nemica.
L'unico, vero Dottore ha trovato una cura per Lithien. E l'ingrediente principale sei tu.
Sono... io?

La verità che si schiude in un secondo.
Che si spande come un raggio di luce, apparendo bianca ed avvolgente. Ma si rivela fredda e severa.
Si rivela gelida, come mai l'avrebbe immaginata Shakan. L'eroe del Regno, la vittoria sul Re che non perde mai.
Ridotto a mero ingrediente di una cura improbabile.

Cosa farai - Shakan - ora che sai che il tuo mondo non lo salverai con la tua spada, ma con te stesso?

Lo spettro rimase immobile, fissando il volto di Kresiler, che gli parve contorto e quasi dispiaciuto. Lo Straniero si era dipinto indosso una maschera fatta di inedia, di avara emozione verso quell'amico - nemico che tanto sangue e peccato aveva condiviso con lui. Forse pensava sarebbe stato semplice apparire così rabbioso: dar sfoga alla furia e far credere che non gli importava proprio nulla, che il suo sangue non valeva tanto la perdita di un fiato di conforto, bensì la scomparsa di un nemico giurato.
Di qualcuno che, comunque, avrebbe dovuto pagare caro, prima o poi, il prezzo della sua colpa.
Tanto valeva farlo per un buon motivo, dunque.
Eppure quella rabbia gli sembrò sciogliersi in un'avara consapevolezza; nella disdicevole sensazione di dover portare a compimento un compito ingrato, e di esser stati costretti ad ammetterlo, per giunta. Perché non dirlo forse avrebbe reso davvero il compito più facile. Shakan che si sente odiato: Shakan che reagisce e soccombe, da odiato. Facile.
Ed invece la verità rompeva l'idillio. Al tempo stesso, però, piegava la consapevolezza del fantasma, che rimaneva immobile - circondato da mille volti attoniti delle sue ombre, che seguitavano a fissarlo con la gretta inabilità di servitori che perdono il faro del comando. E, quando ancora si interrogavano gli uni con gli altri della velleità del proprio sovrano, ovvero di come la sua caparbietà si fosse sciolta con poche - semplici - parole, qualcosa li investì. Un'onda scura, un nero fascio di oscurità che risalì da un punto imprecisato del pavimento, investendo loro ed il fantasma.
Shakan attese un altro istante, prima di rispondere. Lasciò che lo stupore si trasformasse in frustrazione e che, da questa, ne derivasse un radicato bisogno comprensione.
Capire. Capire perché.

La malattia che aveva piegato il suo mondo l'aveva generata qualche oscuro laboratorio, su richiesta del Conte Nero che aveva cacciato da anni.
Ora, però, il Conte sembrava averlo trovato. I ricordi affioravano rapidamente e - più gli tornavano alla memoria - più si convinceva che quella sua redenzione era rimasta serrata dietro i portoni di Lithien. E che, quindi, l'avrebbe ritrovata ancora là: ora, come allora. Benché fosse passato così tanto tempo.
Ma la malattia sarebbe rimasta. La piaga del suo passato avrebbe continuato ad affliggere quella regione, così come lui stesso. Non l'avrebbe lasciato mai, semmai nessuno avesse trovato un modo per liberarsene. Che quella malattia andava sradicata allo stesso modo in cui lui avrebbe fatto col suo passato, con le sue colpe e le sue viltà, era ovvio. E se qualcuno avesse mai trovato una cura, lui non avrebbe potuto che esserne felice. Qualunque fosse stato il prezzo.

Anche per questo non poteva piegarsi a Kreisler. Non poteva lasciare che quel compito infame ricadesse soltanto sulla finta rabbia dello Straniero.
Che la sua morte fosse nient'altro che una sfortunata coincidenza con la pretesa che il suo corpo asservisse le cause della cura dalla malattia. Avrebbe preso coscienza e volontà di qualunque fosse il suo ruolo in quella speranza. Perché la sua redenzione sarebbe passata anche per quella cura: lui che aveva creato la malattia, avrebbe creato anche la sua guarigione.
Si scosse in un istante, cercando di riguadagnare la lucidità necessaria. In quel momento, mirò appena in tempo la massa informe e buia che lo accerchiava, indugiando in prossimità delle sue carni stanche come una minaccia inevitabile. D'istinto, quindi, lasciò che le nebbie dello spirito lo avvolgessero a sua volta, quasi a protezione, ergendo uno scudo che deviò l'oscurità con efficacia, dirottandone il percorso sui suoi lati e facendo in modo che lo aggirassero.
Attorno a lui, però, fisso le ombre lasciarsi andare alla valanga di violenza che le colse, scomparendo con occhi poco truci, amorfi, quasi consapevoli del destino di sacrificio che le avrebbe interessate.
Non mi servite più. Shakan parve dir loro, mentre restituiva uno sguardo per ciascuna.

Poi, estese la propria attenzione al guerriero. Ancora cieco, apparentemente: ancora vinto.
Non aveva, però, rinunciato alla sua missione, benché costretto a rivelarne qualcosa. Un dettaglio fondamentale. Ed al fantasma quel dettaglio non sarebbe comunque potuto bastare.
Benché fosse certo che la sua morte non fosse propriamente il suo obiettivo principale, non avrebbe comunque accettato di offrirgliela tanto facilmente.
Prima avrebbe dovuto capire perché era così necessaria.
Ed era certo, ormai, che Kresiler non avrebbe più esitato a rivelargli tutto.

« Dimmi la verità, Kreisler » ribatté, fissandone i tratti del volto.
Al tempo stesso, però, Shakan allungò una mano in direzione del suo avversario. Fece in modo che la forza fluisse via dal guerriero con la disinvoltura di una lacrima che lascia l'occhio arrossato, o di una goccia di mare che si distacca dal fato dell'onda. Lasciò che la rabbia, pure, gli scorresse via, senza l'inibizione di alcuna resistenza pronta ad ostacolarla. Un fiume che avrebbe fluito rapido ed indomito con la violenza di un tumulto: un fiume basso e corrotto.
« Non avrai la forza di resistermi; aprirai le tue emozione a me, come facesti la notte in cui ti rivelai la mia identità »
asserì, freddo, addivenendo a dei riferimenti che lo Straniero non avrebbe potuto ignorare.
Infine, pose la sua arma orizzontale, diritta verso il suo nemico e con la punta rivolta a poca distanza dal suo capo.
« Non lascerò che la morte mia o tua sopraggiunga senza che io comprenda » disse ancora, tenendo la spada con fermezza « ...mi dirai la verità »
« tutta la verità, questa volta » concluse.



immyspecchietto
Consumi: 32% / 16% / 8% / 4%
CS: 6 ~ Intelligenza

Corpo: Lacerazioni plurime alla schiena di entità media + bassa; contusioni sparse da caduta di entità media (danno totale: alto+basso; condizioni generali 68,75%)
Mente: Illeso (100%)
Energia: 32% - 8 - 8 = 16%

Attive:

CITAZIONE
Il potere è densa nebbia. Concentrando la propria aura demoniaca Shakan sarà in grado di generare una densa nube di nebbia in combattimento, da sfruttare per scopi difensivi. Infatti, chiudendo gli occhi e concentrandosi per qualche secondo, Shakan potrà generare la nebbia innanzi a se in pochi istanti, sfruttandola come protezione: la nebbia sembrerà inizialmente piuttosto leggera, diventando - però - rapidamente molto densa, tanto da risultare - alla fine - incredibilmente solida e robusta, anche se per pochi attimi. L'effetto che ne risulterà sarà quello di uno "scudo" protettivo, duro come la roccia, ma poco meno dell'acciaio. Shakan potrà crearla a pochi passi di distanza da se e queste dureranno pochi istanti, il tempo di incassare il colpo, ma potranno essere plasmate con qualunque forma o dimensione, a seconda delle necessità. La difesa potrà avere natura singola o generarsi ad area intorno allo spettro, nel qual caso avrà un potenziale difensivo pari ad un livello inferiore rispetto al costo. [Pergamena da negromante, "Dominio delle ossa", Ultima, Attiva, consumo Variabile Medio]

CITAZIONE
L’Eredità della morte. In ultimo, vi è la potente capacità di tramandare quella sensazione di corruzione tramite la quale Ray riusciva a condizionare gli altri al termine di ogni turno del torneo dell'abiezione. Consciamente o inconsciamente, il possessore dell'eredità del sovrano riuscirà a influenzare i propri avversari con quel fiume basso e corrotto di energie che ha pervaso i loro corpi in passato ben più di una volta. Tramite una tecnica psionica di consumo Variabile, infatti, il nemico si sentirà pervadere da un flusso sfiancante, che finirà col disperdere le sue energie e lo indebolirà in grande quantità. Spendendo un consumo basso, il nemico perderà il 5% della sua riserva energetica totale. Spendendo un medio, il personaggio farà disperdere al nemico il 10% delle energie. Spendendo un alto, il 20%. Spendendo un Critico, il 40%. Questa tecnica può essere combattuta come una normale tecnica psionica e non provoca danni alla mente di chi la subisce { abilità Variabile Medio }.

Passive:

CITAZIONE
La Solitudine - Difesa psionica passiva. [Passiva razziale del Mezzo-Demone]

CITAZIONE
L'illusione è complicità. illusioni castate senza vincoli fisici, tono e natura della voce modificata se illusione in campo, aspetto di Shakan modificato se illusioni in campo; [I, II e III livello del Dominio Illusionista, Passive] Illusioni non riconoscibili o distinguibili con tecniche passive. [Personale 1/10, Passiva]

CITAZIONE
Il fantasma è eterno. Tutte le evocazioni guadagnano +1 CS alla velocità; inoltre Shakan può castare tecniche per mezzo delle sue evocazioni, pagando slot e consumo normalmente. [Personale 3/10 e 6/10, Passiva]

CITAZIONE
Il fantasma è vita. Shakan può vedere con gli occhi dei suoi fantasmi ed udire con le loro orecchie; Shakan potrà modificare l'aspetto delle sue evocazioni, rendendole - al momento del cast - diverse dalle forme ordinarie, pur non potendone cambiare troppo le dimensioni e rendendole sempre distinte in quanto tali [Personale 8/10 e 9/10, Passiva]

CITAZIONE
Il potere mi ha maledetto. Permette utilizzo di pergamene da negromante. [Abilità passiva di metagame derivata da oggetto "Tomo nero"]

CITAZIONE
Il potere è oscurità. Shakan è invisibile nelle ombre [Pergamena "Favore delle Tenebre", Comune da Ladro]

CITAZIONE
L'Abiezione. Passiva che induce timore nei confronti di coloro che si avvicinano a Shakan. [Personale 5/10, Passiva]

CITAZIONE
Il cuore dell'imperatrice.Visione di auree nemiche; permette di vedere in luci fortissime, tenebre più oscure, ma non illusorie, fumi e nebbie. [Amuleto della visione, Bracciale dell'Auspex]

Armi:

CITAZIONE

spadajanzcopy

Cupiditas - [Malus - la spada può sempre comunicare col portatore ignorando eventuali difese psioniche; Passiva - l'arma è legata a Shakan e non può essergli sottratta].
Cruciatus ~ Infinito tormento del giusto castigo. [Passiva - i ricordi dell'episodio che ha prodotto Cupiditas tormenteranno Shakan e non potranno essere dimenticati o alterati; Media, psionica - Shakan può condividere quei ricordi o le sensazioni ad essi collegate con un bersaglio singolo].

Washi, la carezza del fantasma: equipaggiata braccio sinistro, artigli non estratti;

Riassunto:

• Paro il medio diretto verso Shakan con una difesa variabile a consumo medio, lasciando, invece, che le evocazioni muoiano orribilmente;
• Uso la seconda variabile a consumo medio, per toglierti il 10% delle energie residue e provare a "fiaccarti".

Delle Note:

Siamo ad un passo dalla fine, quindi ho fatto un post più semplice per dirigerci verso l'esito finale. Shakan capisce in parte la situazione e non ha più interesse ad uccidere Kreisler, quanto più a farsi dire la verità. Mi scuso del ritardo, ho avuto - come credo anche tu - una settimana intensa. A te caro, per l'ultimo turno ^ ^

 
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Bastard de la Nuit
view post Posted on 28/10/2013, 13:49






E dunque…

Il pensiero sfiorava la coscienza come una ciocca di capelli si arricciola intorno a un dito nervoso.
Cos'era questa calma? Questa pace che non aveva voluto, che non desiderava. Non ancora.
Fino a pochi istanti prima l'aria era satura delle urla di creature non di questo mondo che tornavano all'oscura realtà dalla quale erano state richiamate.
Ora, invece, silenzio.
Raccapricciante silenzio.

E dunque è questa...

La domanda fluiva oziosa nel flusso di pensieri, circondata da immagini della città dell'infanzia e della giovinezza. Come in un valzer lento ogni visione piroettava e scompariva nella melodia struggente e malinconica, di una monotonia struggente perché non c'è molto da dire al cospetto della morte.

È così che ci si sente prima di varcare le soglie della vita?

Il buio scintillava di frammenti di storia, della sua storia. Paesaggi onirici e pulviscolari schiudevano porte che non si sarebbero mai aperte del tutto.

Verità, una voce lontana scandiva come una campana..

Ma che peso aveva più la verità?
Era tutto così leggero e ovattato, era bellissimo.
Correva con un sorriso beato sulle labbra per i lunghi viali di estati senza fine.

Verità, echeggiava nei chiaroscuri di giorni che non sarebbero tornati.

La consapevolezza della linea sottile tra realtà e ricordo arrivò come il primo brivido dell'autunno. Fu la stretta al cuore che si prova allo scoprire che la gioia vissuta non era che un inganno, un'illusione.
Non poteva permettersi di sorridere, non ancora. E non poteva permettersi di indulgere alla stanchezza di cui solo ora si rendeva conto: una sonnolenza dei pensieri e dei sensi che spesso portava la gente ad affermare di aver vissuto dal vivo i sogni più strani.

Verità, chiedeva Lucian Alastor dalle tenebre della sua magione.
Ora la voce non era più lontana, suonava anzi quasi prossima allo Straniero. Ed egli si voltò in quella direzione, un baluginare di determinazione negli occhi ciechi, un improvviso raddrizzarsi della schiena prostrata dalla fatica della lotta.
Lo Spettro desiderava spiegazioni, spiegazioni avrebbe avuto. Potesse conservarsele in eterno nella tomba.

- Mio padre… il Dottore… Eyden Valrafkan ha trovato una cura alla Gullhiw. -

Lo disse con la noncuranza di chi non ha più nulla da perdere. Aveva sperato di poter serbare il segreto, ma ora non aveva più importanza: così come non aveva più importanza la sua vita una volta terminata la missione.

- E l'unica cosa che può rendere questa cura il rimedio più potente è il cuore di chi vi è stato a contatto per più tempo. Il cuore della persona più vicina alla Triade degli Obliati.

Il tuo cuore, Lucian.
-

Portò il peso in avanti e leggermente di lato, come se stesse cadendo. Solo all'ultimo si proiettò in direzione della voce con l'ultimo barlume di forza rimastogli, riponendo ogni sua speranza nell'antico acciaio di Lithien. Senza un suono fu tratto dal fodero, silenzioso e degno come la fine che forse aspettava il Cavaliere della Viverna di lì a pochi istanti, per essere piantato nel petto di un Fantasma che non voleva morire.

Un gelido bacio di ferro saettò sulla sua guancia.



[Destrezza: 4] [Intuito: 2 + 2 = 4]

Stato Fisico:
Stiramento ai muscoli del braccio sinistro (danno Basso), contusione da urto ai muscoli della schiena (danno Basso), taglio sulla guancia (danno Basso). Totale: danno Medio+Basso.
Illeso


Stato Psichico:
Disorientato, allucinato, accecato (Danno Basso).
Illeso


Energia:
18% -9% -5% = 4%

Armi e Alleati:
Lancia
Conficcata nel pavimento.
Reliquie della Città d'Argento (4x Spada lunga)
Una caduta sul pavimento sottostante al ballatoio, due alla cintura di Kreisler, una sfoderata e brandita.
Corazza
Indossata
Stendardo di Lithien (Mantello)
Caduto nel sotterraneo tra Kreisler e Shakan.
Wyvern
Al piano superiore.



Abilità passive in uso:

[...] Se una notte d'inverno un viaggiatore [...]

[Abilità Passive di dominio Assassino lvl. I, II, III, Cristallo della Conoscenza.]

[...] Fuori dall'abitato di Malbork [...]

[Abilità Passiva razziale Umano, 2x Occhio d'Avorio.]

[...] Senza temere il vento e la vertigine [...]

[Pergamene 'Occhio Notturno', 'Favore delle tenebre' + Pergamena Vuota, Bracciale dell'Auspex, Bonus di 2 CS in Intuito quando un avversario usa una tecnica magica.]

[...] In una rete di linee che si allacciano [...]

[Amuleto Servitore 'Wyvern', Collana Elfica.]

[...] Sul tappeto di foglie illuminate dalla luna [...]

[Ragionamento analitico ed elaborazione di strategie in tempi prossimi allo zero, discernimento di illusioni e tecniche psioniche, pergamena 'Mente impenetrabile'.]

[...] Intorno a una fossa vuota [...]

[Effetto boomerang sulle proprie armi da mischia.]

[...] Wyvern [...] (Artefatto)

- La Viverna possiede un'armatura naturale che la rende molto resistente agli attacchi fisici.
- La Viverna può subire danni fino all'equivalente di due tecniche Mortali prima di morire. Fanno eccezione attacchi come decapitazioni o perforazione del cuore.

[...] Stendardo di Lithien [...] (Artefatto)

- Kreisler può scagliare attacchi e tecniche dagli oggetti in suo possesso.

Abilità/Pergamene usate:
CITAZIONE
E tanto più Kreisler riconoscerà per tali le mere sembianze indotte da artifici contro la natura, ad esempio dalle subdole arti degli illusionisti o le malie psioniche dirette contro la sua mente, sia quelle passive alle quali sarà costantemente immune, che le più potenti illusioni lanciategli contro, contro le quali potrà difendersi spendendo un pari consumo.
[Pergamena 'Autocontrollo'. Consumo usato: Medio]

CITAZIONE
Dunque ora il Nulla coesiste con la Vita, e rende il corpo del guerriero leggero come una piuma modificando quasi lo stesso agire della gravità su di lui e attorno a lui. Basta che Kreisler concentri la forza nei propri arti per imprimere loro una velocità fuori da qualsiasi logica. Con un consumo Alto di energie, ad esempio, egli disporrà di un aumento di ben 8 CS alla Velocità che potrà sfruttare per difendersi da attacchi particolarmente insidiosi o per portarsi in posizione di vantaggio e tallonare i propri avversari. Basterà invece un consumo Basso per lanciarsi in una finta che confonderà un avversario con un danno Basso alla mente, da cui egli potrà difendersi con opportune difese psioniche.. [Tecnica di potenza Bassae]

Note:
Sono imperdonabile. Potrei darti centinaia di ragioni per la real life, ma preferisco farlo in privato.

Kreisler incassa il secondo turno di danni psionici e cecità ma blocca la tecnica psionica non per una reale necessità dato che risparmia solo un 1% di energia, è solo un modo per affermare la propria dignità e la volontà di essere artefice del proprio destino. Successivamente individua Shakan grazie alla combinazione di CS in Intuito (aumentate perché hai usato una tecnica magica nel turno precedente), passiva di ragionamento e auspex, e lo attacca con una Finta e una stoccata frontale a bruciapelo da una distanza molto ridotta. Il "gelido bacio di ferro" è il contatto del viso di Kreisler con Cupiditas, che non provoca danni dal momento che è ancora attiva la difesa a 360° lanciata il turno precedente.

La soundtrack è il movimento lento di una delle ultime sonate di Schubert, che credo si ricolleghi molto bene all'intero spirito di Winterreise.
Comunque vada sono davvero soddisfatto di questo duello, ritardi a parte, e ti faccio i miei complimenti per come l'hai gestito ^^

EDIT: refuso.


Edited by Bastard de la Nuit - 30/10/2013, 04:08
 
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view post Posted on 7/11/2013, 13:34
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Il momento in cui accade qualcosa è come il ritmo di un campanello che rintocca pian piano.
Il mondo si ferma e si spande; lo spazio si distende attorno agli occhi lambiti dalla stanchezza, mentre scrutano nell'ombra la verità che si palesa con fatica. La realtà arriva senza fretta, rimbomba come un acuto senza suoni, riempiendo la testa e rifrangendosi contro le pareti del cranio più e più volte.
Ma la verità non vuole arrivare, mai. E' l'amenità di una concretezza che si fonda unicamente sulla coscienza di chi la riceve. Di chi l'ha attesa, di chi la vuole e la sogna con tutte le conseguenze che ciò implica.
Quando arriva, però, è più tremenda di come la si era immaginata.

Shakan se l'era immaginata brutta. L'empietà di un fato ameno che aveva voluto con tutto se stesso.
Aveva costretto il suo avversario a sputarla fuori; l'aveva minacciato, ghermito ed ingannato - fin quasi al limite dell'insulto - per quel verso di boria che aveva preteso come uno spaccone di borgata, un bullo poco avvezzo alla pazienza che aveva preteso per se quella realtà che credeva di poter sopportare.
E confidava in essa come in un pugno che arriva in direzione del proprio stomaco. La contemplava come un insulto, come una realtà fatta di inganno e petulante offesa: come si contempla un colpo di spada e si conosce la risposta ad esso.
Nient'altro, dunque, che l'ingiuria alla sua persona. Quella facile ed infantile convinzione che alle offese si possa rispondere con altrettante offese, più grosse e più pesanti. In un rapido e poco edificante scambio di battute che distanzia il cuore ed i sentimenti, per lasciar spazio all'irruenza dell'improvvisazione.
L'improvvisazione di un guerriero è come la bestemmia in una taverna del porto: un canto evocativo che riecheggia tra le parti, quasi come un intercalare di circostanza.

Fino all'ultimo il fantasma aveva sperato di vedersi rispondere con qualcosa di simile ad un vilipendio della sua persona, o della sua memoria.
Raccapricciante e gretta come il passato che gli aveva dato i natali e l'aveva cresciuto per l'assassino che era.
Invece, non fu così. La verità fu dolcemente fredda, emozionalmente livida di pietà.
La verità fu la più profonda delle pietà che potesse immaginare.

« L'unica cosa che può rendere questa cura il rimedio più potente è il cuore di chi vi è stato a contatto per più tempo. »
« Il cuore della persona più vicina alla Triade degli Obliati. »

Il respiro mancò un fiato. Lo tenne stretto dentro la bocca, entro la gola,
mentre a respirare fu il mondo in un lungo gemito di sconforto.

« Il tuo cuore, Lucian »

Il cuore di Lucian.
La vita di Shakan.
La sempiterna lotta contro il suo ego più profondo, quindi, volgeva al termine.
Ovunque il fantasma avesse ricercato il proprio riscatto, nella penombra che il passato gli aveva lasciato indietro, aveva fallito. Quel suo passato gli era sempre crollato addosso, come una colata di fango difficile da lavar via. Ovunque aveva fallito: un nome, un credo che - nonostante tutto quello che avesse fatto per se stesso e per il regno - non accennava a sparire. Sarebbe sempre rimasto lì quel marchio a fuoco di vergogna, quell'avvilente consapevolezza di peccato che non sarebbe mai sparito.
Ora, però, il cerchio si chiudeva: la sua redenzione si sarebbe materializzata nella più ovvia delle conclusioni. Dalla sua morte sarebbe derivata la vita della sua terre, in un ciclico ritorno dell'eguale che vedeva la sua colpa divenire speranza e redimere il suo nome ai posteri.
D'altronde, era proprio quello che voleva.

Quella realtà gli balenò nella mente all'istante, quasi l'avesse sempre attesa.
Ed a nulla valsero le finte o i giochi in cui Kreisler ancor si dimenava, ricercando la propria dignità ed il proprio scopo.
Il suo scopo era compiuto e, incredibilmente, quel suo dono vincente di vita e guarigione glielo avrebbe servito lui stesso, su un piatto d'argento e senza altro colpo ferire.
La consapevolezza di tanta verità lo rese immune a qualunque giogo di abilità e, con un rapido gesto delle mani, si limitò a scostare la lama di Cupiditas nel punto esatto in cui quella del suo avversario avrebbe ricercato la sua carne. Deviandola lontano da se e lontano da un confronto che, ormai, non aveva più senso di esistere.
Sorrideva, mentre lo fissava agitarsi ancora. Era sereno e calmo, nonostante un brivido di paura ne scuotesse le membra al pensiero della sua fine prossima.
Eppure, era sereno nell'accettarla come la naturale conclusione della sua tormentata vita. La migliore che potesse chiedere.

« E' questo che non potevi dirmi? » disse Shakan, guardandolo con compassione.
« Provo vergogna per non averlo compreso e - allo stesso tempo - pietà per te, che hai dovuto sopportare un così greve fardello. »
Fece pochi passi in sua direzione, fissando il buio della sala. Per la prima volta, dopo tanto tempo, si sentiva sereno: appagato.
« La verità, Kreisler - amico mio - è che tanta grazia non avrei mai sperato di riceverla »
« ...conosco le mie colpe, conosco le mie responsabilità; invero, se la mia redenzione passa per un dono di vita fatto alla mia terra... »
attese un secondo, poi cercò il suo sguardo stanco nell'oscurità « ...beh, allora non vedo l'ora di pagarlo. »

La ragione di quel gesto se la chiedeva ancora, così come il motivo.
Che il suo cuore fosse la cura era una certezza che gli derivava da innumerevoli indizi. Era come se l'avesse sempre saputo, in fondo.
Aveva toccato l'orizzonte dell'onirico più volte nella torre di Velta e tra le braccia di Ray; aveva versato con le sue mani il veleno alla fonte della città.
Aveva respirato e sofferto la malattia attraverso gli occhi, le mani e le ferite degli abitanti di Gefahrdorf; aveva contratto il morbo più e più volte.
Ed era sempre sopravvissuto. Forse il potere arcano tramandatogli durante la Guerra del Crepuscolo; forse l'ironico volgersi del destino, che aveva reso l'untore della malattia l'unico essere naturalmente immune ad essa. Forse, qualunque cosa fosse accaduta, si compiva semplicemente il destino scritto all'origine del tempo.
Era così e basta: lui era la cura, ed il suo desiderio di assecondare tale realtà gli rendeva grazie del bisogno profondo di riscattare ogni sua colpa.

Prima, però, aveva un dovere da compiere.
Il cerchio si chiudeva, stringendosi sulla sua vita. Quella stessa vita, però, avrebbe dovuto prima chieder conto ad Irwing Ravelon - ovvero al Conte Nero che aveva mosso le fila di quella trama immonda. Non poteva morire senza fargli pagare il prezzo di quell'empietà. Non poteva scomparire senza esserci accertato che quanto accaduto non si sarebbe mai ripetuto.
Doveva scendere in campo un'ultima volta, prima di lasciare quel mondo a coloro che l'avrebbero reso migliore.
« Donerò il mio cuore di mia volontà, Kreisler, quindi non hai bisogno di strapparmelo con la forza » disse pacato, indicandogli con la mano di abbassare l'arma
« prima, però, dobbiamo fare qualcosa; l'uomo che mi ha costretto a versare il veleno, infatti, vive ancora »
« si chiama Irwing Ravelon e si erge a signore della guerra sulle macerie di Lithien, ignaro che il suo destino si compirà molto presto » parlò con voce greve, ma sicura
« Aiutami, dunque, Kresiler - aiutami, amico mio »
mzjk
« Combattiamo di nuovo per Lithien, insieme questa volta »
concluse, tendendogli la mano.



immyspecchietto
Consumi: 32% / 16% / 8% / 4%
CS: 6 ~ Intelligenza

Corpo: Lacerazioni plurime alla schiena di entità media + bassa; contusioni sparse da caduta di entità media (danno totale: alto+basso; condizioni generali 68,75%)
Mente: Illeso (100%)
Energia: 16% - 4 = 12%

Attive:

CITAZIONE
L'illusione è resistenza. Le illusioni hanno fatto preda del corpo e, sopratutto, della mente di Shakan, permettendogli di difendersi adeguatamente da ogni tentativo psionico di dominarla. Spendendo un consumo pari alla forza dell'illusione/ammaliamento/attacco psionico che gli è stato scagliato contro, infatti, Shakan sarà in grado di liberarsene, anche se prima dovrà necessariamente capire di esser stato colpito da un'illusione. [Pergamena da ladro "Autocontrollo", Blu, Ultima, Consumo Variabile Basso] Inoltre, all'apice della condivisione di Shakan con i principi del suo potere, egli può riconvertire il procedimento al contrario. E' plasmare il mondo; è la visione degli elementi che si piega, nella sua composizione fisica, alla volontà del fantasma che risiede il segreto della sua capacità. Qualunque manifestazione magica, di ogni genere, può essere infatti convertita in un'illusione. Come tale, la manifestazione diventerà prima etera e traslucida; poi cambierà fattezze divenendo sempre più opaca, poi trasparente e, infine, scomparirà totalmente, non arrecando alcun danno al fantasma. Tale principio è proporzionale all'entità della manifestazione e si rapporta alla potenza di essa. [Personale 7/10, Attiva, Consumo Variabile]

Passive:

CITAZIONE
La Solitudine - Difesa psionica passiva. [Passiva razziale del Mezzo-Demone]

CITAZIONE
L'illusione è complicità. illusioni castate senza vincoli fisici, tono e natura della voce modificata se illusione in campo, aspetto di Shakan modificato se illusioni in campo; [I, II e III livello del Dominio Illusionista, Passive] Illusioni non riconoscibili o distinguibili con tecniche passive. [Personale 1/10, Passiva]

CITAZIONE
Il fantasma è eterno. Tutte le evocazioni guadagnano +1 CS alla velocità; inoltre Shakan può castare tecniche per mezzo delle sue evocazioni, pagando slot e consumo normalmente. [Personale 3/10 e 6/10, Passiva]

CITAZIONE
Il fantasma è vita. Shakan può vedere con gli occhi dei suoi fantasmi ed udire con le loro orecchie; Shakan potrà modificare l'aspetto delle sue evocazioni, rendendole - al momento del cast - diverse dalle forme ordinarie, pur non potendone cambiare troppo le dimensioni e rendendole sempre distinte in quanto tali [Personale 8/10 e 9/10, Passiva]

CITAZIONE
Il potere mi ha maledetto. Permette utilizzo di pergamene da negromante. [Abilità passiva di metagame derivata da oggetto "Tomo nero"]

CITAZIONE
Il potere è oscurità. Shakan è invisibile nelle ombre [Pergamena "Favore delle Tenebre", Comune da Ladro]

CITAZIONE
L'Abiezione. Passiva che induce timore nei confronti di coloro che si avvicinano a Shakan. [Personale 5/10, Passiva]

CITAZIONE
Il cuore dell'imperatrice.Visione di auree nemiche; permette di vedere in luci fortissime, tenebre più oscure, ma non illusorie, fumi e nebbie. [Amuleto della visione, Bracciale dell'Auspex]

Armi:

CITAZIONE

spadajanzcopy

Cupiditas - [Malus - la spada può sempre comunicare col portatore ignorando eventuali difese psioniche; Passiva - l'arma è legata a Shakan e non può essergli sottratta].
Cruciatus ~ Infinito tormento del giusto castigo. [Passiva - i ricordi dell'episodio che ha prodotto Cupiditas tormenteranno Shakan e non potranno essere dimenticati o alterati; Media, psionica - Shakan può condividere quei ricordi o le sensazioni ad essi collegate con un bersaglio singolo].

Washi, la carezza del fantasma: equipaggiata braccio sinistro, artigli non estratti;

Riassunto:

• Paro la malia psionica con la variabile usata a consumo basso;
• Paro l'attacco fisico con cupiditas;
• Visto il volgersi dello scontro, non contrattacco.

Delle Note:

Eccoci alla fine. Sono molto soddisfatto dello scontro in generale, contando che si è sviluppato tra i tuoi comprensibili impegni, sopratutto. Anzi, ti ringrazio per la passione che ci metti nonostante non sia facile, immagino, ritagliarti il tempo per Asgra. Circa il duello: sono soddisfatto dello svolgimento e dell'interpretazione, ma impressionato dalla difficoltà in cui mi hai messo spesso e volentieri, tanto che credo avrei potuto giocarmela molto meglio sotto il profilo della strategia. La scelta di non usare l'ultimo slot è dovuta principalmente al fatto che il duello, per Shakan, si è concluso e sarebbe stato inutile contrattaccare; essendo poi al limite delle energie, non volevo rischiare di svenire. Detto questo, ci sentiamo privatamente per il prosieguo della campagna ;)

 
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view post Posted on 2/1/2014, 22:47
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Bastard de la Nuit



Scrittura: Molto buona, soprattutto nei post iniziali. Mi sono piaciuti molto la scelta dei termini e l’accostamento delle frasi. Trovo che tu sia riuscito a rendere molto bene l’atmosfera del luogo in cui ti trovavi e al tempo stesso le sensazioni del tuo personaggio senza mai rendere il testo pesante o poco scorrevole. Le emozioni del pg emergono sempre chiaramente, condizionando a volte il suo modo di percepire ciò che lo circonda (altro elemento che ho apprezzato) e mescolandosi ai ricordi. Ogni tanto c’è qualche errore, ma penso si tratti di distrazioni nella battitura e non di veri e propri errori grammaticali.
L’unico appunto che posso fare, e che ti costa una lieve penalizzazione, è il fatto che nel proseguire dello scontro la qualità del post cali un poco. Forse paghi la preziosità dei tuoi primi post, che mi avevano portato ad aspettarmi un crescendo o quanto meno un mantenimento. Invece verso la fine scrivi di meno, e nell’insieme i post mi paiono un po’ meno sentiti. Tutto sommato, comunque, la valutazione è più che positiva.
Voto: 7.50

Strategia: Mi è piaciuta molto la strategia che hai scelto, soprattutto per il fatto che sin dai momenti iniziali riesci a mettere il tuo avversario alle strette e a costringerlo a sfruttare tutte le sue armi per poterti attaccare. Sfrutti sempre le CS in modo corretto, subisci un numero contenuto di danni e riesci a non esaurire completamente le energie nonostante ti trovi contro un avversario di energia superiore. Non ho particolari appunti da farti.
Voto: 7.50

Sportività: Non ho niente di particolare da segnalare. Non commetti antisportività e sei rispettoso con il tuo avversario in e off GdR. Non ho particolari appunti da fare.
Voto: 7.50

Voto Finale: 7.50

Janz



Scrittura: Anche in questo caso, come per il tuo avversario, non posso che farti i complimenti. Mi è piaciuto molto il modo in cui hai interpretato il personaggio. Anche se non ho seguito tutte le quest del tuo ciclo, mi appare chiaro anche da questi post come la personalità di Shakan sia cambiato. Le sue riflessioni, l’oscurità che si porta dentro, si mescolano con l’ambiente che lo circonda e con i ricordi che evoca. Riesci sempre a mescolare le tue azioni alle impressioni del tuo personaggio, ai suoi ragionamenti, giustificando il combattimento e rendendolo coerente anche quando il tuo avversario ti mette alle strette.
Voto: 8.25

Strategia: Come tu stesso hai ammesso, il tuo avversario più di una volta riesce a metterti alle strette. Non subisci una percentuale esagerata di danni, ma ugualmente molto superiore a quella che riesci a infliggere. La strategia nemica riesce talvolta (almeno a me è parso) a metterti in difficoltà anche dal punto di vista interpretativo (sebbene te la cavi sempre in modo magistrale). Gestisci lo scontro in modo da non esaurire le tue energie e da contenere i danni, ma non riesci a prevalere.
Voto: 7.00

Sportività: Su questo punto non ho nulla da segnalare. Non commetti antisportività e sei rispettoso del tuo avversario.
Voto: 7.50

Voto Finale: 7.6

La vittoria va a janz.
Non è stato facile valutare questo scontro. Entrambi mi siete piaciuti moltissimo e altrettanto mi ha entusiasmato il risultato dei vostri post, la trama che si è delineata, le sue implicazioni. Più di una volta ho dovuto sforzarmi per concentrarmi sugli aspetti tecnici anziché lasciarmi prendere dalla storia. Complimenti ad entrambi e buon proseguimento ^^
 
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Bastard de la Nuit
view post Posted on 14/1/2014, 08:16




Villa Luna Nuova sanguinava.

Due martiri del passato, due eroi di un giorno che non era ancora sorto si erano affrontati tra le ombre e i misteri del maniero lambito dai venti.
Sarebbe stato argomento per un canto epico, se solo i bardi ne avessero assistito anche solo ad una parte. Ma il destino aveva voluto che il canto dell'ultimo inverno di Lithien dovesse essere vissuto nel silenzio desolato delle nevi dell'Erydlyss, senza nessuno ad ascoltarne la purezza.
Si guardò le mani: mani che avevano infranto, ucciso, tradito. Mani che si erano ribellate e avevano eseguito ordini, e che altri compiti non erano riuscite a portare a termine. E si rese conto che non ce la faceva a uccidere Shakan come gli aveva chiesto Doctor, suo padre.
Non ce la faceva perché era stanco. Ogni colpo scambiato in quell'inferno di lotta gli aveva portato via una parte dell'anima. Non perché Shakan fosse imbattibile come si favoleggiava nei lontani Quattro Regni, ma perché il nemico era tutto ciò che egli rappresentava.
Il sudore scintillava tra le linee avvallate dei palmi, la polvere anneriva le dita e le unghie. Erano mani di una persona che aveva faticato per tutta la vita per raggiungere un obiettivo, anche se non sapeva per certo quale fosse. E ora che quell'obiettivo veniva meno, ora che la persona che doveva uccidere decideva spontaneamente di dare la propria vita per la propria patria, cosa gli rimaneva?
Non la vittoria.
Non l'orgoglio.
Non l'onore di una morte in guerra.

Rialzò lo sguardo, un filo di nebbia gli danzava davanti agli occhi. E lo Spettro era ancora lì, e non voleva più continuare, e si arrendeva. E per un fugace istante si immaginò come quella storia fosse andata avanti senza di lui, con Lithien che sarebbe risorta indipendentemente dai suoi sforzi.
Si chiese se Lithien avesse davvero bisogno di lui.
Ma la risposta a tale quesito arrivò subito, per bocca dello stesso Spettro, dell'abietta creatura la cui stessa vita costituiva un ostacolo alla resurrezione della patria.

- L'uomo che mi ha costretto a versare il veleno, infatti, vive ancora. Si chiama Irwing Ravelon e si erge a signore della guerra sulle macerie di Lithien, ignaro che il suo destino si compirà molto presto. -

Ravelon. Di tutti i nomi di nobili e mercanti della città, di tutti i guerrieri e i cortigiani il cui nome era marchiato a fuoco nella memoria, Kreisler non riusciva a ricordare un Ravelon. Ma era tardi, troppo tardi per le bugie e i trucchetti: ormai non gli rimaneva che credere a Shakan, volente o nolente.
Ravelon… un nome nuovo, un'aura di sventura che accompagnava il suono di quelle sillabe. Ma anche un barlume di speranza, un'opportunità di essere ancora utile a Lithien. Non poteva lasciare che la vita gli scorresse dalle mani, aveva ancora bisogno di un obiettivo. E il Fantasma gliel'aveva tolto e ridato in un batter d'ali.

- Aiutami, dunque, Kresiler - aiutami, amico mio. -

Tale fu la richiesta che fece inarcare le labbra dello Straniero in un debole sorriso. Le spade giacevano disseminate per il sotterraneo, la lancia ancora svettava incastrata tra le lastre del pavimento, la Viverna non avrebbe avuto accesso alle profondità del maniero. Ma l'arma più potente di Kreisler era ancora al suo posto: la volontà incrollabile di un uomo che non di poteri sovrannaturali, ma di coraggio e abnegazione si fregiava per aspirare al titolo di eroe.

- Ti seguirò, Shakan. Sconfiggeremo questo Irwing Ravelon e poi pagherai i tuoi debiti. -

E afferrò la mano che gli veniva offerta in segno di tregua.


CITAZIONE
Post conclusivo concordato con Janz.
 
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14 replies since 30/7/2013, 14:27   426 views
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