Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Marktplaz , Draconic Tournament

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view post Posted on 31/7/2013, 00:30

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Marktplatz
- Il regno dei mercanti -

u8do



Un torneo – ed è cosa risaputa – è l’occasione per i mercanti di tutta Asgradel di fare soldi, di alzare i propri banconi, chioschi e bancherelle ed attirare mal capitati nella propria ragnatela d’affari. Non importa se mercanti d’arme, di frutta, di carne, di cimeli d’oro, di piacere o di schiavi, l’importante, durante un torneo, è fare affari. Crescono addirittura città intere nei pressi dei tornei, sorgono nel nulla del deserto, nel freddo del ghiaccio o nel fitto della vegetazione, come parassiti si accalcano sotto gli spalti, diventano quasi più importanti dei combattenti. Anche al Draconic Tournament non sono da meno, giunti da ogni parte del continente i mercanti si sono accalcati intorno agli spalti creando una fitta rete di tende e banconi, lasciando solo un piccolo spazio per camminare. Dagli odori più disparati e dai colori più variopinti, il mercato che è sorto hai piedi dell’arena è dei più eterogenei che si possano trovare. Vi si può trovare praticamente ogni cosa del continente. Dalle spezie e dai profumi tipicamente orientali, alle armi naniche e del meridione, scudi, armature e vesti d’occidente passando per le pellicce del settentrione. Frutta e carne, liquori e birre. Si sentono le urla dei pescivendoli e il brusio sommesso degli avventori, chi chiede solo un panino chi altresì affila un’arma dal fabbro più bravo. In quel luogo sorgono tanti bazar e tante tende, non è raro trovare una donna che scosta lievemente la stoffa per far intravedere le bellezze naturali che vi sono al suo interno oppure dove finte cartomanti cercano di imbrogliare il prossimo. Queste tende sono l’ideale per chi non ha nulla da vendere ma vuole offrire un servizio, dai massaggi alla guarigione, dalla cartomanzia al semplice circo. Tuttavia un’unica tenda è adibita alla guarigione, dall’esterno appare come le altre, dal tetto spiovente e rosso e dalla stoffa marrone. Cinque lettini sono immediatamente vicini all’entrata, rialzati qualche piede da terra e dalle lenzuola bianche mentre – altri ancor più spartani, costituiti solo dalla paglia e ricoperti dal lenzuolo – sono adagiati a terra all’interno della tenda. Dentro, si possono trovare grosse dispense ricolme di medicine e pozione di vario colore, rosse e viola, blu e gialle, altresì grossi scaffali ricolmi di libri di magia e di alchimia, tutto ciò che potrebbe desiderare una guaritrice esperta. Difatti, tale tenda, era stata affidata da Morpheus a una giovane elfa che aveva risposto per prima al suo volantino. Il dragone, aspettando l’inizio dei tornei e terminata la cerimonia d’apertura, era fuori dalla tenda che l’aspettava per conoscerla meglio. Istintivamente si portò una mano sul naso a tastarsi la ferita. Aveva riportato quel taglio durante la battaglia con Ragnar, gli deturpava il viso, ma non aveva voluto provare niente per toglierla, infondo gli piaceva così com’era.


Come promesso, ovviamente i combattenti giungeranno al termine dei duelli, ma nel frattempo Fannie puoi ruolare un po' come, colgo l'occasione per conoscere il tuo pg. Il mercato è libero qualora, altri utenti non partecipanti, vogliano ruolare in questo spazio.
 
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Fanie Elberim
view post Posted on 31/7/2013, 02:19





Marktplaz - Tenda di Soccorso.


« No, non voglio vodka, non voglio cognac e nemmeno... co... cosè questa roba? Estratto di cincillà no, no ossignore no ti prego. » Mi ero fermata in una bancarella che vendeva alcolici alla ricerca del mio pranzo, ma pareva, il proprietario, essere tremendamente restio a vendermi del semplice sidro. « Sidro, ti prego, due bottiglie andranno benissimo. » dopo una mezz'ora buona di contrattazioni di dubbia natura si decise a vendermi la bevanda e la strada verso la tenda di soccorso del torneo tornò ad essere la mia priorità. Certo, non era ancora iniziato il massacro, ma a giudicare da draghi fiammeggianti, folla urlante e gente simpatica al pari di un assassino seriale, le cose avrebbero preso presto una piega discretamente interessante. Scientificamente e culturalmente parlando, beninteso, l'idea di vedere sedici uomini e donne picchiarsi all'ultimo sangue non rientrava nella mia entourage d'interesse mensile.

Schivando un paio di prostitute e ricacciando Vraal all'interno della tracolla un paio di volte, giunsi a quella che, a colpo d'occhio, pareva essere la locazione giusta. Non che la tenda avesse qualcosa di particolare, semplicemente c'era l'organizzatore del torneo immobile davanti, e a meno che non aspettasse il suo turno con qualcuna di quelle donne di bassa lega, era chiaro che fossi nella direzione giusta. Mi avvicinai agitando la mano destra per farmi notare, indossavo sempre quel mio bizzarro completo di pezzi di cuoio verdi e marroni cuciti a mano in maniera quasi totalmente casuale, la tracolla di canapa al cui interno spuntava la testa nera e pelosa di Vraal, la lancia elfica sistemata sulle spalle ed i capelli raccolti in un chignon, sia per la praticità e la sicurezza in caso di ferite, sia perché lo avevo visto alla ragazza accanto a me negli spalti e mi era venuto l'estro per vedere come risultavo acconciata in quella maniera. Il risultato ovvio furono due orecchie enormi che spuntavano ai lati del cranio evidenziate in maniera possente dall'assenza dei capelli. Nella sinistra stringevo due bottiglie di sidro di chissà quale marca, pagate poco o niente.



« Tu sei... quel ragazzo che ha presentato l'evento, l'organizzatore se non erro. » feci un piccolo inchino con testa. « Io sono Fanie e questa testa che vedi è Vraal, la mia pantera. Voglio ringraziarti enormemente per questa occasione, non capita tutti i giorni per una ricercatrice ed una studiosa poter vedere così da vicino creature come draghi e viverne. » Appoggiai la lancia alla tenda, iniziando a scaricare tutto quello che mi stavo portando dietro. Ero veramente felice di aver ottenuto quel posto come guaritrice, non capitava certo tutti i giorni di poter assistere ad un torneo di quella portata dove si erano riuniti i combattenti più interessanti dei regni e non solo, anche mercenari, indipendentisti e molti altri.

« Ti chiedo scusa per il mio disordine, è la prima volta che vengo in oriente e mi sono concessa di comperare qualche pensierino come ricordo. Ma... » Ora che riuscivo a fermarmi un secondo e fissare meglio il ragazzo che avevo davanti, mi venne praticamente automatico guardare la ferita che aveva ricevuto sul setto nasale. « ...Avevi già bisogno dei miei servizi? Quella ferita non mi pare molto sicura da lasciare così! » nel frattempo Vraal aveva iniziato ad esplorare l'interno della struttura senza salire sopra i letti: le avevo insegnato che in luoghi con odore di disinfettante doveva rimanere a terra e, da qualcuno dei flaconi, era evidente che avesse sentito tale odore.



Aye aye, commandant (per restare in tema). Eccomi qua pronta a far la conoscenza del Dragone Blu! Grazie ancora dell'opportunità di avere il centro di cura ^_^
 
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view post Posted on 6/8/2013, 08:28

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« Non ti preoccupare non credo tu possa fare molto. »


Morpheus si accarezzò con le dita la cicatrice sul naso, infondo, non aveva mai provato seriamente a farla scomparire, come se qualcosa, nel suo subconscio, gli facesse apprezzare quella piccola deformità sul viso. Morpheus puntò i suoi profondi occhi color ghiaccio sul viso dell’elfa, qualcosa in lei lo divertiva, aveva conosciuto, durante la sua vita, parecchi esemplari di quella razza e per la maggior parte erano tutti taciturni, studiosi che passavano le ore sopra i libri e perfino troppo calmi per una razza, quella draconica, che faceva della pazienza la loro virtù migliore. Gli elfi rifuggivano, tranne in rare occasioni, da ogni fonte di divertimento, parevano – ai suoi occhi – fin troppo distaccati dal piano materiale. Erano simili certo, ma profondamente diversi. Mentre quell’elfa dal nome Fanie, possedeva l’indubbia gioia di un giovane umano nel pieno della sua maturazione fisica. Osservò le forme voluttuose del suo corpo e discese il suo sguardo soffermandosi sull’abbigliamento oltremodo particolare. Sul viso del dragone si dipinse un sorriso di puro divertimento, Fanie pareva un calzino spaiato in un cassettone ricolmo di calzini tutti uguali. Sembrava del tutto estranea a quel contesto e per certi versi inadatta, le vie di quel mercato brulicavano di spietati mercanti e subdole mignotte, non v’era posto – o quasi – per innocenti elfe. « Il mio nome è Morpheus Ulhar, piacere mio. » A quelle parole, calme e calcolate, seguì un lieve inchino del capo, mentre la mano, leggera, si avvicinò a quella di lei sfiorandola appena. Con un movimento calcolato – né troppo lento né troppo brusco – portò la mano di lei alle sue labbra, sfiorando appena la sua pelle, un bacio leggero, dolce e a malapena abbozzato. Nelle narici penetrò il fresco odore di foresta, di erba carezzata dalla rugiada e della corteccia viva. Lentamente rialzò prima il capo e di seguito tutto il corpo, tornado a fissare gli occhi verde smeraldo della donna, con la mano destra scansò lievemente la tenda rosso porpora dell’ingresso. L’interno era illuminato da numerose candele che baluginavano di vivo fuoco; in un angolo un calderone bolliva adagiato su un ammasso di pezzi di legno accatastati l’uno sull’altro a formare una rozza piramide. Al centro era posto un enorme tavolo di legno di frassino, in cui erano adagiati tutti gli utensili utili al mestiere di guaritrice: pinze; forbici; bende; disinfettante e quant’altro potesse tornare utile all’elfa. Gli enormi scaffali brulicavano di libri e di pozioni, di ingredienti e di spezie; tutte cose raccolte dalla sua caverna e che rappresentava una porzione dei suoi averi. Tutto pareva molto più grande di quanto sembrasse da fuori, come se un sortilegio avesse allargato la stanza infrangendo le regole dello spazio.
« Prima tu. » Con la sinistra fece segno all’elfa di accomodarsi all’interno, Morpheus l’avrebbe seguita una volta entrata. Gli avrebbe mostrato la tenda e ciò che essa conteneva, e infine l’avrebbe conosciuta meglio, prima di lasciarla al suo lavoro.




Scusa per il ritardo, ecco il post.
 
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Fanie Elberim
view post Posted on 6/8/2013, 09:58





Marktplaz - Tenda di Soccorso.


Tutto si poteva dire di quel torneo: violento, mortale, pericoloso e persino poco civile per i canoni del mondo elfico. Ma di Morpheus c'era tutt'altra storia da poter raccontare. Era un ragazzo, dalla mia prospettiva, nemmeno troppo maturo eppure dalla gestualità e dal portamento avrei potuto giurare che rispecchiasse certi personaggi a me noti, molto più vecchi e saggi. Lasciai che mi facesse un elegante baciamano, sorridendo quasi inebetita per cotanta educazione in un posto sperduto e brutale come quello. « Non mi aspettavo tanta educazione in un luogo simile, è chiaro che sugli esseri umani io abbia ancora molte cose da imparare. Sono davvero lieta di fare la tua conoscenza. » con un altro piccolo cenno del capo accompagnai il baciamano, come mi avevano insegnato anni di letture e studi teorici sulla razza umana. Mi sentivo a mio agio, tutto di un tratto, non avevo più quella strana e opprimente sensazione di disorientamento mista a incertezza. Tutto grazie all'eleganza interiore di un uomo.

Entrai nella tenda: dall'interno pareva molto più spaziosa che dall'esterno, c'era tutto il necessario per tenere al sicuro e lontano dal dolore almeno una dozzina di uomini, giusto il necessario per il torneo, anche se a giudicare dalla quantità di medicinali Morpheus si aspettava una carneficina. « Incredibile, con questo equipaggiamento non avrò quasi problemi a prendermi cura dei feriti più gravi, anche senza ricorrere alla magia curativa. Sai, la cosa più difficile per un guaritore è saper scegliere quando è necessario usare la propria magia e quando lasciare che sia la natura e la medicina a guarire le ferite. » Mi avvicinai ad una delle dispense ricolma di pozioni iniziando ad osservarle per impararne la posizione in caso di bisogno. Mi sentivo come una bambina nel paese dei balocchi in mezzo a tante possibilità. « Visto l'andamento del torneo, direi che conserverò le mie energie per gli ultimi gironi: non ho mai visto una cosa del genere, ma se la logica non mi inganna più avanti andranno e peggio usciranno conciati, sono in errore? »



Vraal, finito di ispezionare a terra, tornò dentro la sua tracolla spiando il giovane che parlava con la sua proprietaria. Stranamente non si mise a soffiargli contro indiavolata, forse piacevano anche a lei quei modi gentili e cavallereschi non ancora riscontrai in nessun altro.

Poi, sempre per una galoppata di curiosità fanciullesca, tornai a guardare Morpheus domandandogli in maniera molo tranquilla « Hai organizzato tu l'evento? Cioè è una celebrazione ricorrente oppure è successo qualcosa di particolare? Devi scusarmi se faccio domande all'apparenza sciocche o insignificanti, è la prima volta che metto piede in oriente... » indicai la buffa acconciatura orientale che mi ero fatta. « ...e ancora manco delle necessarie consapevolezze per potermi gestire in queste ehm... cose da uomini. Si. » Annuii un paio di volte come a volermi convincere che, effettivamente, era quella la frase che stavo cercando. Ma non ne ero poi così sicura.

 
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view post Posted on 9/8/2013, 12:59

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Marktplatz
- Il regno dei mercanti -



Morpheus si avvicinò agli enormi scaffali di legno, con la mano scorse boccetta di vetro dopo boccetta di vetro, come se stesse cercando qualcosa in particolare, leggeva ogni singola etichetta bianca in cui a mano era stata scritta – con una calligrafia elegante, raffinata e lievemente inclinata – il nome dell’intruglio. Tra le più preziose ampolle figurava il Miruvor, bevanda elfica in grado di rinvigorire mente e fisico, essa era contenuta in un ampolla di cristallo con le rifiniture in oro, dal ventre largo e dal collo stretto. Tuttavia il suo sguardo, e di conseguenza la sua mano, si fermò su una bottiglietta di vetro abbastanza lunga e stretta, al suo interno era posto un denso liquido color d’oro: un idromele di miele d’eucalipto. Una bevanda prelibata dotata anche di proprietà curative minori. Afferrò la fragile bottiglia di vetro con le mani, prese due calici di vetro abbastanza ampi e tornò al tavolo. Tolse il tappo, anch’esso fatto di vetro con una forma piramidale e dalle sfaccettature cromatiche, e versò il liquido all’interno dei calici riempiendoli entrambi per metà, ne diede uno a Fanie e la invitò, con un gesto lento della mano, a sedersi su di una delle sedie in legno che circondavano il tavolo. « Idromele, so che è una delle vostre bevande preferite. » Per darle sicurezza si accomodò anche lui sulla sedia, incrociò le gambe, indosso aveva ancora la veste color indaco della cerimonia.« Questa è la prima edizione del torneo. » Poi, nel momento stesso in cui il primo sorso di idromele scorse nella gola di Fanie, nella sua mente si sarebbe illustrata parte della sua storia, come un sogno leggendario ed epico, di guerra e draghi, di cavalieri et armi. La pace fittizia, raggiunta con difficoltà, con il sacrificio del Princeps, del primo tra i primi del primo tra i pari. I ricordi si susseguirono vorticosi, taluni più nebulosi e quasi inaccessibili, altri vividi e freschi illustrati in scorci di luce come affreschi su una tela. Infine l’ultimo ricordo fu il recupero di Garto’ della sua influenza negativa e su come soltanto un guerriero forte potesse possederlo e controllarlo. La fine di Henry Goldeer era un monito per Morpheus, Garto’ semplicemente non poteva essere dato in mano a chiunque, solo e soltanto al più meritevole, a colui il quale si sarebbe innalzato sopra gli altri, come unico e più forte.« Perché un giorno scoppierà una nuova guerra, » le parole del drago si insediarono nella mente di Fanie come prosecuzione naturale di quella sequela di immagini, « non riguarderà soltanto draghi e umani, interesserà tutto l’Oriente. » Sospirò, « tutta Asgradel. » Morpheus agitò l’idromele all’interno, il tono conviviale e allegro era stato spezzato dal peso della storia e dall’incombenza del futuro. In lui si era spento il sorriso iniziale, della grandezza della sua opera. Il torneo voleva essere un momento di gioia e festa, di sfarzo e gloria, in verità dietro tutto quello vi era solo e soltanto il peso della realtà, come una maschera fragile di cristallo che cerca di mascherare un finto sorriso carico di tristezza.




Scusa per il ritardo, utilizzo il consumo nullo della variabile psionica che crea immagini nella mente per farti conoscere al tuo pg la storia di Morpheus, ma non tutta. In On gdr Fanie verrà a conoscenza, qualora non ti difendessi,della profezia a cui è legato Morpheus (la prima citazione dopo "Chronicles of Morpheus") del Prologo e degli ultimi post della quest Weldenvard ovvero i post in cui viene ucciso Henry Goldeer e recuperato l'anello di smeraldo. Termina il tuo post con Morpheus che se ne va - se hai altre domande una breve role in confronto altrimenti di soltanto che ti saluta con gentilezza dicendo che ha da fare - e con una parte finale ambientata dopo la fine dei duelli. Non è che mi sono stufato di ruolare con te, ma voglio dare l'opportunità, a chi a già finito lo scontro di continuare a ruolare qualora lo volesse nell'attesa.
 
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Fanie Elberim
view post Posted on 11/8/2013, 19:36





Marktplaz - Tenda di Soccorso.


Il significato di "immagine evocativa" pareva il bieco tentativo di dipingere di un uomo privo di talento al confronto di quello che apparve nella mia mente mentre, felicemente, gustavo quel sidro che pareva essere uscito dalla terra più dolce dell'intero mondo. Erano scene che rappresentavano una battaglia in un passato così remoto da non essere ricordato dai più, ma erano reali, era un qualcosa che era avvenuta sul serio e dopo averne preso consapevolezza, seppure incredula per quello che era appena successo, potevo sentire io stessa la terra ribollire del sangue e della rabbia di tutte quelle anime, umane o draconiche che fossero. Poggiai il bicchiere sul tavolo con lo sguardo assente, perplesso, fissando Morpehus con gli stessi occhi smeraldini di prima... eppure cercando di vedere oltre l'apparenza estetica, oltre la gentile parlata e la grande cortesia. Il vociare del mercato era diventato piccolo, insignificante, mentre nella mia mente continuavano a scorrere le immagini della battaglia, la pace fittizia, i tradimenti, i sotterfugi. L'umana virtù della sopravvivenza del più forte.

« Mi sono sempre chiesta come l'uomo abbia trovato posto in questo mondo, sgomitando e scalciando come un puledro imbizzarrito le altre razze per trovare un proprio equilibrio. Questo è solo l'ennesimo tassello che si aggiunge alle mie ricerche e ti ringrazio di avermene reso partecipe. » Non mi erano chiare le dinamiche con cui avevo appreso quella serie di eventi, conoscevo l'uso delle malie mentale, delle illusioni e di quant'altro potesse alterare la percezione ma... quello andava ben oltre un semplice episodio, quello era un qualcosa di più intenso, più vero. Un ricordo.

Improvvisamente le mie domande erano diventate infantili, ridondanti, inutili. Al cospetto di quello che avevo visto mi pareva del tutto inappropriato proseguire a chiedere cose al pari di un'infante troppo capricciosa per comprendere il valore del silenzio. Lasciai che Morpheus si congedasse cordialmente, ma non prima di avermi svelato una terribile premonizione, un presagio quasi, su una imminente e terribile guerra. Da spettatrice esterna di quegli eventi, come mi ero ripromessa di essere il più possibile, improvvisamente mi scoprii ad avere il cuore attanagliato dalla paura, da quel senso di abbandono tipico dei deboli e degli innocenti, mescolato però ad una curiosità immensa di capire ogni cosa, sapere, partecipare. Esserci.



« Parleremo ancora di questo, Morpheus. Almeno lo spero... io voglio essere pronta se dovesse mai succedere qualcosa del genere. Ma... forse è meglio augurarsi che le cose non prendano una piega così terribile anzitempo. Grazie della compagnia, mi preparo subito per i primi contendenti. » Mi congedai a mia volta con un piccolo inchino della testa, predisponendomi per l'arrivo dei primi feriti.

Grazie della giocata Lud! ^_^


 
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Malzhar
view post Posted on 11/8/2013, 20:01






Si sentiva semplicemente a pezzi. Aveva bisogno di dormire, di essere visitato da un bravo guaritore e non sapeva come e non sapeva perchè ma aveva la netta impressione che non sarebbe riuscito ad ottenere ne l'una ne l'altra cosa. Gli avevano detto che avrebbe potuto trovare una tenda del guaritore al mercato.
Malzhar storse il naso. Non aveva voglia di buttarsi in mezzo alla folla in quelle condizioni e non pensava che un mercato fosse il luogo adatto per farsi ricucire la pelle ed raddrizzare le ossa.
«Dannazione a me e al giorno in cui ho scelto di venire qui!»- borbottò lo Sciamano.
Il suo umore era ai minimi storici, probabilmente a causa della permanenza nell'arena. Ciononostante non poteva ignorare i suoi bisogni così si immerse nella massa festante e caotica del mercato, tentando di non farsi spingere e strattonare troppo e lanciando occhiatacce a chiunque gli fosse vicino.
Giunto alla tenda di soccorso dovette ricredersi. L'aspetto esteriore era di un luogo pulito e totalmente alieno rispetto al caos che dominava nella Marktplaz.
Entrò e dovette trattenere la mascella dal cadere a terra.
Fanie, l'elfa che aveva incontrato a Basiledra era li, probabilmente sarebbe stata lei a curarlo.
«Ora ci mescoliamo ad eventi mondani?»- chiese lo Sciamano con un sorriso. «Devi essere proprio un eccellente guaritrice se anche l'organizzatore del torneo richiede i tuoi servigi»- proseguì lasciando che il buon'umore risorgesse. Gli piaceva quella donna, sapeva mettere a suo agio gli altri ed era sempre avvolta da un aura di saggezza senza tempo. «Ben'incontrata Fanie»- la salutò poi mettendo da parte gli scherzi- «Se c'era qualcuno che avevo voglia di vedere oggi quella sei tu. Scusa il brutto aspetto ma...Oh vabbè vedrai sicuramente di peggio quindi bando alle ciance. Credo di avere bisogno di una bella bevuta e di una raddrizzata alle mie povere ossa...Puoi aiutarmi?»- chiese lo Sciamano.


Edited by Malzhar - 12/8/2013, 09:55
 
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Fanie Elberim
view post Posted on 12/8/2013, 15:08





Marktplaz - Tenda di Soccorso.


Qualcuno entrò nella tenda lentamente: erano diverse ore che aspettavo i primi contendenti, quindi quando la figura di Malzhar spuntò dall'ingresso non mi sorprese eccessivamente. Stavo armeggiando con una serie di bottiglie e flaconi di varie dimensioni, cercando di ordinarle in maniera tale da poterle raggiungere più facilmente in caso di bisogno. « Non so se sono una guaritrice eccellente, ma sono di sicuro l'unica che era più interessata a fare il suo lavoro che non a massacrare il prossimo a suon di incantesimi e stoccate. » sorrisi lievemente, seppure in quella frase ci avessi volutamente versato una puntina di gelida ironia. Del resto anche io avrei voluto partecipare, ma non conoscevo niente e nessuno e, sopratutto, non ero per niente preparata a scendere in campo e combattere contro il prossimo senza aver alcuna nozione di lotta. Gli feci cenno di avvicinarsi ad uno dei letti e di mettersi disteso, sebbene le ferite che aveva riportato fossero abbastanza ben visibili e facili da identificare anche per un profano del mestiere.

« A giudicare dalle ustioni che hai riportato devi avere combattuto con qualcuno a cui piace giocare col fuoco. Sbaglio? » nel frattempo iniziai a prendere unguenti contro le ustioni ed una bella scorta di bende pulite di cotone molto grosso. Come avevo già detto a Morpheus non avrei mai potuto sostenere guarigioni spirituali per tutti i partecipanti al torneo e, di volta in volta, mi sarei presa la briga di decidere quali ferite curare con la magia e quali con il buon vecchio metodo. « Per fortuna non ti ha bruciato eccessivamente in profondità, devo toglierti i vestiti in prossimità delle ustioni prima di poterle medicare, altrimenti rischi di infettartele con il sudiciume. » senza stare a cianciare troppo sul denudare o meno il prossimo cercai di togliere gli indumenti allo sciamano per poter lavorare al meglio sulle zone colpite dalle fiamme o dal gran calore che risultavano ustionate. Non c'era necrosi, ed era un bene, ma d'altro canto era abbastanza pericoloso lasciare il tutto così come era, aspettando che guarisse da solo. « Potrebbe bruciare un poco quando applicherò l'unguento, ma è normale, aiuterà a tenere la pelle sterile ed attenuare il dolore a lungo termine. Ovviamente non guarirai seduta stante, ma purtroppo devo mantenere le mie energie per i vincitori del torneo, per coloro che andranno avanti nei gironi e riporteranno ferite più gravi. »



Bagnai delicatamente le bende di cotone nell'unguento medicamentoso per poi applicarle sulle ferite di Malzhar senza comprimere, solo appoggiandole delicatamente sopra la zona interessata. La sola idea di ridurmi a quel modo per una giostra, un torneo, mi lasciava particolarmente interdetta. Era una grossa contraddizione per me radunare molti guerrieri e farli massacrare a vicenda per scoprire chi, tra tutti, era il migliore. Era come macellare tutto il bestiame di un fattore per scoprire quale mucca era più saporita: alla fine avrai scoperto ciò che cerchi, ma ad un prezzo insostenibile per la fattoria. Non c'era molta diversità, se non nel fatto che i contendenti non morivano sul colpo... speravo. « Ora pulisco questa bellissima abrasione sul braccio con un poco d'acqua fresca, e poi la lasciamo all'aria. Non è grave e qua l'ambiente è sicuro quindi non avrai problemi. » Completai rapidamente anche la pulizia della ferita da contatto sul braccio, usando una benda imbevuta di semplice acqua in maniera da evitare infezioni e simili. E dopo quella procedura, abbastanza veloce, l'unica cosa che poteva fare stare meglio lo sciamano era il riposo.

« Sono spiacente ma non è affatto una buona idea bere con le ferite aperte. L'alcol nel sangue aumenta il flusso sanguigno e finiresti per morire dissanguato anche da un piccolo taglio. Dammi retta. » Un'iperbole necessaria per tenere pazienti e alcolici in due punti diversi del globo. Certo, era chiaro che il bere come un ubriacone avrebbe peggiorato lo stato delle ferite di Malzhar e di chiunque altro al mondo, ma la mia paura più grande era di avere due rivali, malati e ubriachi, dentro la tenda di soccorso. E li non sarebbe andata a finire bene.



Le ferite le ho riprese dal tuo specchietto riassuntivo del torneo :sisi:
Benvenuto alla tenda di pronto soccorso.

 
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Malzhar
view post Posted on 13/8/2013, 12:52







«Un torneo serve almeno a tre scopi il primo è dare alla gente un bello spettacolo. Pane e circo distraggono i brutti e cattivi cittadini dell'idea di rivoltarsi contro il loro signore. Il secondo fine è incanalare l'aggressività in un attività tutto sommato priva di reali pericoli. Dopo un'intera giornata all'arena la gente si stanca a vedere il sangue scorrere ed eviterà di uccidersi o farsi saltare i denti a vicenda. I duellanti invece sfogheranno tutte le loro frustrazioni nella giostra. Infine un torneo serve a reclutare eroi, prodi combattenti in grado di difendere un Regno in caso di bisogno e in più danno una speranza. La speranza che un giorno il moccioso che guarda il suo eroe diventi come lui, che il vecchio alchimista dimenticato possa tornare utile, che la spia bandita dalla sua patria possa essere chiamata indietro dopo aver servito così bene la folla...»- tentò di difendersi lo Sciamano.- «Siamo umani, ormai avresti dovuto esserti abituata a vederci ragionare...Prendiamo una strada tortuosa per arrivare prima invece di seguire il sentiero dell'ovvio e del razionale. Amiamo i paradossi ed un torneo altro non è che questo. Il paradosso per cui propagandare la violenza serve a dissuadere dal compierla o comunque evitare che venga compiuta.»
Si sedette sul lettino «Le ustioni sono colpa mia. Ho preferito prendermi un pò della mia stessa medicina per dare una lezione al mio avversario. Certi poteri non si ottengono gratuitamente..» e mente lo diceva Malzhar non pensava al prezzo che aveva dovuto pagare per evocare il rituale della Cerimonia dell'Olio ma al riposo negato che l'alleanza con Bastet gli imponeva - «E questo è decisamente un bene. Non sarebbe logico ne giusto che la gente se ne andasse in giro scatenando cataclismi senza pagare un dazio..»
Quando Fanie gli chiese di spogliarsi Malzhar trattenne un sorriso vedendo che l'elfa cercava di evitargli l'imbarazzo «Sono un Uomo di Medicina...» - spiegò aiutandola a togliere l'abito delle preghiere - « ...la nudità non mi imbarazza. Ne la mia, ne quella altrui. Non mi devi dare giustificazioni »
Attese poi in silenzio, lasciando che la guaritrice facesse il suo mestiere e godendosi il sollievo morale e fisico prodotto dalle cure premurose di qualcuno. Annuì solo quando l'elfa gli parlava, aveva una domanda per lei ma il timore della sua risposta lo tratteneva dal farla.
«Cosa ne sai di maledizioni?» - chiese poi all'improvviso. Se Fanie avesse guardato gli occhi dell'Uomo-Spirito avrebbe visto paura e stanchezza.
Era stanco e peggio di ogni altra cosa vulnerabile.
 
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Fanie Elberim
view post Posted on 13/8/2013, 14:17





Marktplaz - Tenda di Soccorso.


Una risposta più confusa che logica arrivò da Malzhar in merito ai miei dubbi, ma non mi aspettavo nulla di diverso. L'essere umano non era una creatura razionale e logica per definizione, ma anche questa sua caratteristica ne aveva definito la grande espansione e la capacità di adattamento. Nel male c'era sempre un germoglio di positività, lo avevo oramai compreso e custodito nel cuore. « In realtà ti dico che il potere che usiamo, qualsiasi esso sia, ha una subordinazione diretta con qualcosa di più grande e spetta a noi essere abbastanza saggi da usarlo con moderazione. Sei stato fortunato a riportare solo ferite lievi e facilmente curabili. » Non voleva essere una cattiverai gratuita su un malato, ma un monito per il futuro. Del resto non ci sarebbe sempre stata la tenda del pronto soccorso di Fanie e proteggerlo, quindi era giusto che si sentisse un minimo in imbarazzo per essersi bruciato da solo in una maniera che, sfortunatamente, mi sfuggiva.

« Di maledizioni ne capisco abbastanza da tenermi lontana da esse e da poterne curare gli effetti a lungo termine. E ne so troppo poco per dire che non mi interessino affatto. Perchè questa domanda? » Malzhar doveva aver combattuto molto duramente al torneo, sembrava provato e stremato da ciò che gli era successo ma, non sapendo dove voleva andare a parare quel discorso, mi astenni dal commentare alcunché.


post piccolino per proseguire il discorso.
 
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Malzhar
view post Posted on 13/8/2013, 16:28






Raccontare tutto dal principio.
Di come scoprì il tradimento del suo maestro. Dell'esilio. Del dubbio. Lo Sciamano sapeva perfettamente che la cosa non sarebbe stata facile. Ma provarci era l'unica soluzione percorribile.
«Bastet è la rappresentazione delle vessazioni e delle crudeltà subite da un popolo.» - esordì- «La sua padrona era una regina crudele che viveva al solo scopo di infliggere sofferenze e spadroneggiare. Nessuno osava avvicinarsi a lei, nessuno la amava. Bella e crudele come il mare in tempesta aveva come unico fedele seguace il suo gatto. L'animale la amava senza volere nulla in cambio. Lasciato senza cibo per giorni interi non si allontanava dal trono, non la abbandonava mai. Miagolava, lamentandosi della sua magra esistenza, voce inascoltata delle ingiustizie subite da un popolo. Un giorno anche Bastet abbandonò la sua padrona, andò via da questo mondo e pose fine alle sue sofferenze. Ingrata, la regina usò i denti del povero animale per indire una giostra, il premio era un posto accanto a lei; il pegno da pagare in caso di fallimento, la morte. Lei nascose tutti i denti, tranne quello con cui era stato costruito il Morso, in una scatola sotto il suo letto. Inutile dire che nessuno dei contendenti ebbe salva la vita. Lo Spirito di Bastet però sopravvisse e nessuno sa il perché. Se dovessi giudicare dai poteri che il Morso mi concede, lo scopo della persistenza di Bastet direi che egli è qui per proteggere e non lasciare che quella triste storia venga dimenticata. Egli cammina intorno a me per infrangere le menzogne, erige le sue povere ossa in mia difesa, miagola sinistramente per ricordare ai miei nemici le sofferenze che lui e la sua gente subirono e raramente appare...Non come vecchio gatto maltrattato ma nella sua fulgente forma spirituale per difendermi. Egli non è uno spirito malvagio. » -sorrise lo Sciamano- «Come può essere malvagio un animale che ha dimostrato tanta gratuita dedizione in vita e che ora dal Mondo degli Spiriti protegge chi custodisce la sua ultima, dimenticata reliquia? »
Malzhar si alzò mettendosi seduto - «Gli incubi e l'insonnia sono legati all'artefatto, ho provato a capire come mai e perchè... Credo che uno spirito che ha sofferto così tanto in vita non riesca nemmeno nella morta ad evitare di dolersi. Io condivido con lui la sua sofferenza è il prezzo della sua lealtà. Sapevo a cosa andavo incontro quando recuperai l'artefatto, ma a me serviva. Ti ho raccontato della disgrazia che ha colpito la mia gente...»- lo sguardo dello Sciamano si perse nel vuoto per qualche istanti- «Io cercavo di evitare ciò che poi avvenne. Scacciato dalla mia terra, accusato di tradimento dal Traditore, privato dell'onore e del mio rango vagai alla ricerca del Morso di Bastet. » - si schiarì la gola e iniziò a cantare una filastrocca dal sapore antico - «Quando la menzogna svelare vorrai il buon vecchio Bastet cercare dovrai. Se un malvagio la tua gente tormenta cerca Bastet e la ribellione fomenta. Se in pericolo ti troverai, dal buon vecchio Bastet il tuo aiuto troverai. Zampettando ti avverte, con le unghia combatte, con le ossa protegge, con la voce distrugge. » - quando ebbe finito le orecchie dello Sciamano avevano assunto il colore acceso di un melograno maturo- « Cercai Bastet e lo trovai, ma invano. La mia Terra era ormai presa, il mio popolo perduto. » -detto questo allargò le braccia - «Questa è la storia...»


Edited by Malzhar - 14/8/2013, 09:40
 
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Fanie Elberim
view post Posted on 13/8/2013, 19:53





Marktplaz - Tenda di Soccorso.


« In molte culture, ho letto, il gatto è considerato un animale sacro ed oltremodo potente. Spesso è associato a divinità maligne o scaltre, altre volte è simbolo di sventura, non è facile definire il tipo di maledizione in cui ti sei imbattuto. » spostai una sedia vicino al letto di Malzhar per potermi sedere accanto a lui e proseguire a parlare. Non c'era nulla di cui vergognarsi a voler discutere un poco, mi sentivo anzi lusingata che avesse scelto me per affrontare per la prima volta quello che sembrava essere un discorso molto importante e toccante per lui. Decisi di fare appello a tutti i miei studi, per quanto privi di una base pratica dato che erano prevalentemente conoscenze tratte da libri, pur di aiutarlo.

« Bastet... non è un nome comune da queste parti. » conclusi il mio ragionamento con quella banalissima frase. Poi sorrisi con fare amichevole. « Anche a me a volta capita di avere degli incubi, è parte integrante della nostra psiche suppongo, però se questi ti creano disagio o turbamento c'è qualcosa che non va in te. Che sia una maledizione o altro è chiaro che necessiti di aiuto per venirne a capo ed io, nel mio piccolo, ti prometto di fare il possibile. » cercai di toccargli una spalla per confortarlo e rassicurarlo sul fatto che, almeno nella mia persona, avrebbe sempre trovato udienza. La cosa più intelligente che potevo fare per lui era lasciarlo parlare, in modo da capire quale problema si fosse creato e, di conseguenza, ideare una possibile soluzione. Per quanto ne sapevo poteva essersi fatto maledire dal più potente degli stregoni dell'universo e nessuna delle mie cure avrebbe mai potuto funzionare.



« Raccontami tutto dal principio, di Bastet e di come sei stato maledetto. Se te la senti, poi, sarebbe bello anche parlare dei tuoi incubi. La mia gente ritiene che sogni ed incubi siano in realtà una visione speculare della nostra realtà, filtrata attraverso eventi non ancora accaduti. Come una specie di premonizione che, tuttavia, non si avvera quasi mai in quanto "sporcata" con la fantasia. Ma il tuo caso temo sia un poco diverso... » buttai lo sguardo fuori dalla tenda, c'era calma. Presi in braccio Vraal e mi preparai ad ascoltare.
 
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genesis000
view post Posted on 13/8/2013, 22:28





Barcollavo.
Il duello era appena finito e io avevo tutta l'intenzione di farmi curare le ferite che lo sciamano mi aveva inferto.Non erano niente di insopportabile, almeno la maggior parte, ma la schiena aveva bisogno di cure urgenti, la botta e le schegge che Malzahar mi aveva gentilmente elargito erano particolarmente fastidiose.
Il mercato era pieno di gente, mercanti, urla, tutto quello che ci si aspetta da un torneo importante ma a me interessava davvero poco, ero andato li per cure, e cure avrei ricevuto e difatti, dopo alcuni minuti passati a camminare in quella bolgia di gente, avvistai la tenda di pronto soccorso e mi ci avvicinai.
Voci?
Udivo voci provenire dall'interno della tenda, di cui una conosciuta. Anche il mio avversario era venuto a farsi curare.
"Chiedo scusa, avrei bisogno di cure, posso entrare o attendo qui fuori?" - Lo chiesi educatamente, non avevo alcuna voglia di vedere un uomo nudo, e oltretutto nemmeno io volevo essere visto,i resti dell' ala che mi era stata strappata non erano affatto un bel vedere. Non invidiavo per niente lo spettacolo che sarebbe toccato alla guaritrice che sarebbe stata incaricata di curarmi.
Sospirai.
Almeno evitiamo fraintendimenti stavolta
Sganciai la spada dal fianco e la presi in mano dal fodero, cosi da evitare che il mio tic nervoso mi creasse più problemi di quanto non avesse già fatto, dopo il combattimento lo avevo capito, Malzahar lo sciamano non era qualcuno da volere come nemico, poco ma sicuro.


Mi aggiungo alla scena, spero non sia un problema :sisi:
Nota per fanie: Genesis ha i resti di un ala nera strappata sulla parte destra della schiena, davvero brutti a vedersi :sisi:
p.s Rispondetemi pure quando avete finito il discorso, se io entrassi come e' ovvio malzahar non si confiderebbe per cui fatr pure con calma, saro' un po impegnato in questi giorni ecco perche' ho deciso di non aspettare e di scrivere questo piccolo post per semplificarmi la vita dopo. Mi sono gia dilungato troppo, credo si sia capito cosa voglio dire e.e


Edited by genesis000 - 14/8/2013, 02:19
 
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Malzhar
view post Posted on 14/8/2013, 08:46






Raccontare tutto dal principio.
Di come scoprì il tradimento del suo maestro. Dell'esilio. Del dubbio. Lo Sciamano sapeva perfettamente che la cosa non sarebbe stata facile. Ma provarci era l'unica soluzione percorribile.
«Bastet è la rappresentazione delle vessazioni e delle crudeltà subite da un popolo.» - esordì- «La sua padrona era una regina crudele che viveva al solo scopo di infliggere sofferenze e spadroneggiare. Nessuno osava avvicinarsi a lei, nessuno la amava. Bella e crudele come il mare in tempesta aveva come unico fedele seguace il suo gatto. L'animale la amava senza volere nulla in cambio. Lasciato senza cibo per giorni interi non si allontanava dal trono, non la abbandonava mai. Miagolava, lamentandosi della sua magra esistenza, voce inascoltata delle ingiustizie subite da un popolo. Un giorno anche Bastet abbandonò la sua padrona, andò via da questo mondo e pose fine alle sue sofferenze. Ingrata, la regina usò i denti del povero animale per indire una giostra, il premio era un posto accanto a lei; il pegno da pagare in caso di fallimento, la morte. Lei nascose tutti i denti, tranne quello con cui era stato costruito il Morso, in una scatola sotto il suo letto. Inutile dire che nessuno dei contendenti ebbe salva la vita. Lo Spirito di Bastet però sopravvisse e nessuno sa il perché. Se dovessi giudicare dai poteri che il Morso mi concede, lo scopo della persistenza di Bastet direi che egli è qui per proteggere e non lasciare che quella triste storia venga dimenticata. Egli cammina intorno a me per infrangere le menzogne, erige le sue povere ossa in mia difesa, miagola sinistramente per ricordare ai miei nemici le sofferenze che lui e la sua gente subirono e raramente appare...Non come vecchio gatto maltrattato ma nella sua fulgente forma spirituale per difendermi. Egli non è uno spirito malvagio. » -sorrise lo Sciamano- «Come può essere malvagio un animale che ha dimostrato tanta gratuita dedizione in vita e che ora dal Mondo degli Spiriti protegge chi custodisce la sua ultima, dimenticata reliquia? »
Malzhar si alzò mettendosi seduto - «Gli incubi e l'insonnia sono legati all'artefatto, ho provato a capire come mai e perchè... Credo che uno spirito che ha sofferto così tanto in vita non riesca nemmeno nella morta ad evitare di dolersi. Io condivido con lui la sua sofferenza è il prezzo della sua lealtà. Sapevo a cosa andavo incontro quando recuperai l'artefatto, ma a me serviva. Ti ho raccontato della disgrazia che ha colpito la mia gente...»- lo sguardo dello Sciamano si perse nel vuoto per qualche istanti- «Io cercavo di evitare ciò che poi avvenne. Scacciato dalla mia terra, accusato di tradimento dal Traditore, privato dell'onore e del mio rango vagai alla ricerca del Morso di Bastet. » - si schiarì la gola e iniziò a cantare una filastrocca dal sapore antico - «Quando la menzogna svelare vorrai il buon vecchio Bastet cercare dovrai. Se un malvagio la tua gente tormenta cerca Bastet e la ribellione fomenta. Se in pericolo ti troverai, dal buon vecchio Bastet il tuo aiuto troverai. Zampettando ti avverte, con le unghia combatte, con le ossa protegge, con la voce distrugge. » - quando ebbe finito le orecchie dello Sciamano avevano assunto il colore acceso di un melograno maturo- « Cercai Bastet e lo trovai, ma invano. La mia Terra era ormai presa, il mio popolo perduto. » -detto questo allargò le braccia - «Questa è la storia...»
 
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Fanie Elberim
view post Posted on 14/8/2013, 14:20





Marktplaz - Tenda di Soccorso.


« Bastet non è un gatto più di quanto non lo sia io. » dissi dopo aver ascoltato tutto quel resoconto. « Bastet era un gatto probabilmente, ma non c'è niente che possa anche solo essere paragonato ad un felino in quello che ti sta succedendo: la sua anima si è maledetta da sola, perchè non è riuscita a sopportare il dolore della perdita e dell'abbandono. Non sto dicendo che sia una creatura malvagia, solo che non è più ciò che era, per questo non è tuo compagno ma un tuo parassita. Molte creature, in natura, riescono a vivere solo mediante la simbiosi con qualcosa di più forte che possa proteggerle e sostenerle donando loro energia vitale. La stessa cosa fa Bastet con te, per protrarre l'ultimo sprazzo di un'anima destinata ad ascendere si è legata ad un oggetto ed ora succhia la tua essenza come una zecca succhia il sangue. » Mi passai una mano sulla guancia, incerta su come quella situazione si sarebbe potuta risolvere. Non amavo non morti ed affini, tanto meno spiriti vendicatori o dolenti rimasti attaccati ad un briciolo di quello che erano, piangendo e gridando per quanto gli era successo in vita. Quelle anime dovevano essere aiutate a passare oltre, andare via dal piano materiale ed abbandonare per sempre quella loro tormentata esistenza. Il come aiutarli, però, era tutt'altro che semplice, soprattutto se c'era chi, come Malzhar, li aveva volutamente sfruttati a proprio uso e consumo in una sorta di arroganza non ricambiata.

« Non avresti dovuto cercare qualcosa del genere, ma distruggerla, invero. » proseguii nella discussione. « E' chiaro che la tua vita è subordinata a quella di uno spirito il cui tempo si è esaurito e non vuole accettare questo dato di fatto come verità. E' vero, potrei aiutarti a esorcizzare la sua anima e farlo sparire da questo piano di esistenza, ma sei stato tu a cercarlo, ad averne bisogno, saresti disposto a lasciarlo andare per sempre? » Non mi aspettavo una risposta positiva, affatto. Malzhar era umano e come tale serbava rancore per le vicissitudini del passato e, più di ogni altra cosa, desiderio di rivalsa su chi lo aveva così tanto denigrato. Ma la risposta non era Bastet, ne un qualsiasi altro Dio o spirito esistito o esistente. « Malzhar non è Bastet, ne il Sovrano o nessun altro che potrà aiutarti a fare ciò che desideri. Affidarsi a qualcosa di effimero che non puoi toccare o comprendere del tutto, come uno spirito, è stato un grosso errore. Comprendo che le tue motivazioni fossero nobili al tempo, ma esserti reso schiavo e succube di uno spirito non è stata una scelta saggia... anche perché nessuno potrà aiutarti, se non sarai tu il primo a voler lasciare andare Bastet. » Ero molto triste nel dover comunicare una simile notizia allo sciamano ma supponevo che si fosse fatto anche lui una idea simile della soluzione ai suoi problemi. Io avrei potuto ascoltarlo per giorni e non sarebbe stato un problema, ma nessuno dei suoi mali avrebbe mai trovato requie, quindi era necessario che fosse lui a fare il primo passo.



« Voglio raccontarti una cosa. Una vecchia leggenda del mio popolo racconta delle gesta di un cavaliere, un uomo devoto ai suoi padroni ed al suo Dio, che passò tutta la vita a cercare il modo per rendersi immortale, in maniera da poter proteggere in eterno il regno di Alabasto degli elfi. Vagò per secoli e secoli trovando artefatti di ogni tipo, e solo dopo quasi mille anni riuscì finalmente ad ottenere l'immortalità. Quando tornò in patria, però, si rese conto di essere stato dimenticato da tutti: era rimasto troppo a lungo via e troppo a lungo da solo. Preso dallo sconforto, tentò di togliersi la vita compiendo un ultimo sacrificio ma... era divenuto immortale, quindi non vi riuscì. Prese a vagare per i boschi del nord impazzito, sfidando chiunque lo vedesse ad un duello mortale, alla ricerca di qualcuno in grado di ucciderlo. » raccontai velocemente, con voce calma e rilassata, mi piaceva quella storia così come tante altre del mio popolo che aiutavano a capire il giusto e lo sbagliato dagli errori degli altri. « Quello che questa storia insegna è che non sono ninnoli, spiriti o artefatti a renderci quello che siamo o a permetterci di fare ciò che desideriamo. Siamo noi a decidere della nostra esistenza. Io non posso dirti cosa fare, ma posso consigliarti di non dimenticarti chi sei, e cosa vuoi diventare, e aggiungerei che non è Bastet che ti permetterà di adempiere al tuo destino. »


Appena finiamo il dialogo ti faccio entrare Genesis!
 
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37 replies since 31/7/2013, 00:30   720 views
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