Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Il canto dell'Abisso - risalita, b. in f diesis minore.

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view post Posted on 6/8/2013, 20:47
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······

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« Πήγα στο σκοτάδι έκλεισε στις σπηλιές
ήταν η θέση μου εδώ, έχασε μεταξύ των ανθρώπων,
γαμώτο μεταξύ τους
εξαφάνιση ύπαρξη
»

Un movimento.
Un sussulto improvviso.

Le parole - i pensieri - emozioni abbandonate - riecheggiavano tra le pareti della tua realtà.
Sei ancora lì, immobile, fermo nell'oblio senza uscita che porti con te.

« μέχρι ο κόσμος δεν αλλάζει την πορεία του
και το χαμένο δεν μπορεί να εξαγοραστεί
και να έρθουν πίσω στη ζωή
μέχρι την αιωνιότητα
»

L'acqua della vita che scorre, il fiume delle anime. La morte, la rinascita.
Fino all'oblio della mente e dei sensi, tramite per l'eternità anelata, raggiunta, posseduta.
(adesso)

Eppure è solo un fremito, un'immagine sbiadita, un ricordo svanito. È in te, ma non ti appartiene, neppure ora. Neppure ora che esso acquista una forma, si modella nel tuo sogno e nella tua mente come pensiero di eterna continuità del rapido fluire d'esistenza.

I graffiti dell'infinito acquistano un senso e un nesso che li collega dal primo all'ultimo, ognuno di essi appartiene ad una storia senza fine, un'esistenza protratta all'estremo, alla fine dei tempi. Fino all'irraggiungibile termine della tua anima.
Adesso
ne capisci l'importanza.
Grazie ad essi ... L'involucro della vita ... Vita e morte, e tutto ciò che vi è attraverso ...
È tutto qui.
(appartieni ad una tua irrealtà)

è tutto qui

---

Le tenebre erano calate sul suo corpo e la sua mente da tempo, ma egli stesso si era abituato a quello stato. In fondo, aveva sempre vissuto in mezzo all'oscurità (c'era mai stato altro?). Né nulla di diverso avrebbe potuto desiderare - sensazioni dimenticate da tempo - oblio della rinascita - e adesso - era tutto ciò che conosceva - nulla che poteva dimenticare -

Eitinel ...
(il nome della distruzione rimbomba sulle pareti)

Ed è un blocco di terrore oscuro che fa pressione sul corpo del senzavita mentre la sua esistenza è compressa in fondo all'oblio della rinascita di cui lui era stato il fautore, lui era stata la vittima - non c'è scampo alla propria colpa - esistenza - sogno - rintocchi di melodie abbandonate in un luogo dove il suono non si propaga e non si sente (non si percepisce) - guardando il mondo attraverso biglie di vetro e coltelli - c'è un'altra possibilità? (non ci sarà mai scampo) -
Il suo occhio inizia a bruciare, come spesso aveva fatto, come spesso era successo, mentre il suo corpo perdeva gradualmente consistenza, forza, vita --- morte, distruzione dell'animo da parte di una forza che non ti appartiene, non riesci a controllare, non puoi, eppure fa parte completamente e solamente alla tua realtà, nascosta da quella altrui, celata in un campo di esistenza intermedio e parallelo tra ciò che esiste e ciò che non esiste - guardi il vuoto davanti ai tuoi passi che ti dirigono verso il nulla - non puoi uscire da lì - non puoi - (e nessuno può farlo per te) -

NON
puoi
...


ne sorridi

4jmcbZy

(davanti a te immagini di morte)

e nulla ---

-

Abbandonò la testa priva di forze reclinarsi davanti al petto.
Gli venne in mente in modo improvviso, forse per la condizione che doveva apprestarsi ad affrontare. Aveva bisogno di lei, ora, aveva bisogno di ciò che ella gli aveva lasciato per continuare ciò che stava facendo. E quello stesso nome era una parola lontana, che tuttavia evocò in lui sentimenti contrastanti, come era sempre stato. Aveva per la maggior parte perduto ciò che un tempo lo distingueva, ma non per questo poteva dimenticare ciò che era successo. Si mosse, piano, in direzione delle mura che lo circondavano. L'oscurità era fittissima, eppure la sentiva come propria, la sentiva su di sé quasi con piacere. Gli apparteneva.
(o era lui che ne faceva parte?)
(con essa per l'eternità)

Camminava verso le mura. Pareti rocciose che avevano preso il colore delle incisioni sbiadite dall'umidità. Graffiti di altre ere, di altre epoche. Sapeva di essere continuamente osservato, ma ciò non gli dava fastidio. Non temeva per la propria incolumità, perché non apparteneva alla vita, né ne aveva desiderio (non potevi e non avresti potuto). E forse, chi lo spiava ne era conscio. Lo sapeva e - lo temeva? Posò una mano su quelle scritte che aveva osservato fin troppo bene, tendendo la mano, con un leggero tremore. Poteva comprenderle, ormai, ma ora aveva bisogno ...

Si staccò d'improvviso da esse, dirigendosi dalla parte opposta della piccola apertura rocciosa all'interno della quale si trovava. Sapeva cosa doveva fare, sapeva verso quale direzione era giunto il momento di andare. E perché. Anche se era rischioso, ormai, uscire allo scoperto, quando tutte le principali figure del Clan non aspettavano che lui, per ottenere
(spiegazioni?)
Ma non sarebbe andato lontano e, per di più, non si sarebbe esposto più del necessario. Quelle grotte erano parte di ciò che lo costituiva, e non le avrebbe lasciate facilmente. L'unica cosa che poteva sentire vicina, dopo che ogni cosa, ogni persona, l'aveva abbandonato nella sua esistenza.

Sorrise, nel guardarsi.

« - »

Non era ormai molto diverso da un'ombra.
Non era invero niente di più.
Ombra di quello che era stato, e di ciò che aveva provato.
...
Gli unici tratti umani che gli rimanevano appartenevano al suo corpo. L'involucro della sua realtà, mentre la sua mente era fusa con l'oblio. Ma ora ...
Era arrivato il momento di separarsi dalle nere pareti di roccia.

Tenebre del suo corpo
l'oblio dell'animo
morte e vita
nell'esistenza eterna

« ξυπνήστε »

-





Note.
Biglie di vetro e coltelli: riferimento al Ba Xian e all'ultimo atto di Anarchy Eden, in cui, prima di sprofondare nell'oblio, Hoc si ritrova colpito da numerosi pugnali.

Scena autoconclusiva che avviene dopo lo sprofondamento per un certo periodo di tempo da parte di Hoc nelle profondità del Clan. Seconda lettura e -questa volta- migliore comprensione dei graffiti che destano in lui parecchio interesse. Quindi inizia la risalita, alla ricerca di ciò che ha perduto.
Scena privata.



Edited by Goth' - 1/12/2013, 18:59
 
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