Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Il canto dell'Abisso - Arc-en-ciel

« Older   Newer »
  Share  
Bastard de la Nuit
view post Posted on 14/8/2013, 13:11






Carezzava con le dita la pietra sotto di sé, rorida di umidità e di silenzio antico:
il gesto pareva dargli una sensazione piacevole ai polpastrelli, e su questa sensazione si concentrava per far sè che un altro giorno di prigionia trascorresse in fretta.
Sì, doveva ignorare il senso di angoscia che lo attanagliava; non pensare alla solenne cappa nera che velava i suoi occhi. Doveva cercare di non pensare a tutto ciò che potesse far affiorare alla sua mente quella parola maledetta.

Perché?

Come si trovava lì, in un buio che non riconosceva, seduto su di una pietra a lui non famiiare, aspettando che la Minaccia passasse? L'aveva chiesto all'Uomo, ma lui non aveva saputo rispondergli: gentile come sempre, si era seduto accanto a lui come ogni giorno quando gli portava il suo pasto e gli aveva raccontato di quando l'aveva trovato mesi prima, svenuto nelle steppe ventose dell'Eden, con la sua benda nera e la sua tunica rossa. Quei colori gli avevano ricordato un uccellino che popolava quelle regioni, aveva proseguito l'Uomo, e dal momento che il ragazzo stesso stesso non si ricordava il suo nome l'aveva cominciato a chiamare con il nome del volatile: Cardinale.
Una volta ne aveva addirittura portato uno in gabbia fin lì, nel silenzio di pietra fredda, per farne sentire il canto al ragazzo che non sapeva chi fosse. Ed egli sentì solo un frullare di ali contro barre metalliche e frammenti convulsi di un canto struggente di libertà perduta.

- È questo un Cardinale? Com'è? -

Un tintinnio di metallo, altri cinguettii spaventati. L'Uomo aveva forse scosso la gabbia con un sorriso sulle labbra, come se fosse divertente dover spiegare a un cieco come fosse il mondo. , aveva risposto, era quello un Cardinale. Le piume rosse, il ciuffo alto sulla testa e una mascherina nera attorno al becco. Vedi? Ti somiglia, aveva aggiunto quasi bonario.
Il ragazzo senza nome rimase un momento in silenzio, poi alzò il capo e chiese:

- Cos'è il rosso? -

Silenzio, poi una risatina nervosa. Come cos'è il rosso? Il rosso è rosso. È il colore del sole quando tramonta, delle guance quando sei arrabbiato o innamorato. Il sangue è rosso, il papavero è rosso. Mi dici come faccio a spiegartelo? Cardinale non aveva mai sentito parole come "sole" o "papavero". Ma conosceva la rabbia ed era stato innamorato, e a volte aveva provato il dolore di quando il sangue sgorga. Mosse le braccia stanche a stropicciare la fronte con le dita, come ad aiutare i pensieri a districarsi. Ogni cosa rossa era collegata ad un'emozione forte, dunque rosso poteva essere la passione. Un accesso d'ira era rosso, una crisi di pianto magari era un rosso tenue, più dolce, come un suono forte ma lontano. Cominciava a costruire dentro di sé una scala di sfumature. L'idea non tardò ad arrivare.

- Mi insegni i colori? -

. . .

I giorni e le settimane passavano, e ora il ragazzo poteva nominare i colori che illuminavano la notte eterna dei suoi occhi. La serenità era un celeste che poteva scurirsi fino in tristezza blu profondo, la felicità un giallo che da paglierino poteva infiammarsi in un arancio più vivido, il dubbio era viola come le ombre del dormiveglia.
Ogni colore ora vortivava intorno al ragazzo senza nome, e lui li vedeva, macchie grandi dov'era l'Uomo, schegge piccole e fuggevoli attorno a sé: come se tanti amici fossero sempre con lui senza abbandonarlo. E così Cardinale passava i suoi giorni, strisciando i polpastrelli sulla pietra fredda del pavimento dov'era seduto, in attesa che un giorno l'Uomo si avvicinasse trascinando i piedi come sempre per annunciargli che la Minaccia da cui lo stava proteggendo era passata, e che lui era libero di nascere alla sua nuova vita.

Q0AtsMX



Edited by Bastard de la Nuit - 24/10/2013, 04:47
 
Top
0 replies since 14/8/2013, 13:11   92 views
  Share