Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Il Cimitero dei Mondi - Lama del Tempo, [Ciclo della Morte - Capitolo III]

« Older   Newer »
  Share  
Lenny.
view post Posted on 20/8/2013, 23:08




Il cimitero dei mondi ~ Lama del tempo


[pov: Montag] poche miglia a sud di Gerico

« Penso che per prima cosa sfonderò il culo a tua moglie. »

Montag de Villers, ufficiale di Viktor von Falkenberg, reitermajor dei Falkenberg Korps, si cacciò in bocca una mezza cicca di oppio già mezza viscida. Inspirò, fino a farsi arrivare l'effetto stordente dritto al cervello. Soffiò fumo putrido in faccia all'uomo seduto.

« Quanti anni avrà quella vecchia puttana? Quaranta? Cinquanta? Per i miei soldati non farà alcuna differenza. »

L'oste seduto sulla sedia sputò con tutta la sua forza. Sputò dalle labbra spaccate in più punti. Sputò un grumo misto di saliva viscida e sangue scuro, con dentro schegge di denti. Ma quell'uomo era troppo debole, troppo martoriato. Il grumo cadde a terra, a un palmo dallo stivale di Montag, ancora perfettamente lucido.

« Non..so..cosa.. »

L'oste non riuscì ad arrotare bene la seconda metà della frase. Ansava a pieni polmoni, lo sguardo sgranato che vagava per la locanda, per la sua locanda messa a soqquadro e ridotta a uno scatafascio. Si trattava di un punto di ristoro abbastanza isolato a sud di Gerico, poco lontano dal confine con le terre meridionali. Per Montag e gli altri non era stato difficile fare incursione durante la notte senza incontrare la benché minima resistenza.

« Non so..neanche...cosa volete.. »

« Difatti, verme.. »
Montag fece ondeggiare il manico della sua alabarda. Una lunga verga istoriata, grondante di sangue. Gocce rossastre colarono a terra.
« Dobbiamo ancora iniziare a farti le nostre domande. »

Da qualche parte, nella penombra della locanda, qualcuno tossicchiò, qualcun altro ridacchiò. L'oste si curvò su se stesso, disperato. Non abbastanza disperato, dovette pensare l'orso di ferro.

« Tuo cugino Ghessler. E una ventina di uomini, con lui. Sappiamo che sono passati per questa latrina, stamane. »

L'oste tentennò, incerto su cosa formulare. Balbettò qualcosa di inintelligibile. Una esitazione che non sfuggì all'orso di ferro. Montag per tutta risposta caricò dalla spalla, impugnatura dell'alabarda serrata tra le mani. Pestò l'oste in faccia con il manico, in ascendente sinistra/destra. Altro sangue si disperse in un ventaglio purpureo. Un arco di gocce rosse schizzò a sfrigolare sulla lanterna ad olio. Montag pestò di nuovo, ritorno in calante destra/sinistra. All'impatto, l'oste andò giù sul fianco, sedia e tutto.

« Non hai per nulla l'aria d'essere un eroe del cazzo. »

Molte informazioni di non indifferente utilità gli erano state date un paio di giorni prima dalla loro spia al seguito di Ghessler. Aveva saputo dove lui e i suoi ventitré uomini erano diretti -Taanach- e che il giorno della partenza sarebbero passati per la locanda Mare e monti, poche miglia a sud di Gerico, per salutare il cugino di Ghessler. Ciò che Montag non sapeva, era quale percorso avrebbero scelto. Avrebbero vagato città per città? Villaggio per villaggio? O avrebbero sfidato la grigia desolazione del Midgard? Per acciuffare la sua preda, un buon segugio deve sapere precisamente dove essa sarebbe passata.
Piantò la suola di uno stivale in faccia all'oste, gli inchiodò la testa sul pavimento. Poi, con un secco movimento del braccio, piantò la lama dell'alabarda contro la lanterna ad olio, in una piccola esplosione di cocci di vetro. Per una manciata di secondi tenne la lama dell'arma ferma lì sopra la fiamma, sino a portarla al calor rosso.

« Quindi dimmi che sai quale strada hanno preso. Dimmi che Ghessler ti ha confidato qualcosa di utile. Dimmelo, ti conviene. »

Aveva parlato con calma, quasi con tedio. Poi con la medesima calma, il medesimo tedio, gli portò l'impugnatura incandescente dell'alabarda all'altezza della cintola, slacciandogli le brache. Premette la lama in acciaio brunito contro il sesso. Carne umana fumò, ribollì. Un paio di reitern alle sue spalle si massaggiarono in mezzo alle gambe. Un altro si passò la lingua sulle labbra. Montag spinse più a fondo, ignorando i zampilli di sangue e i gemiti dell'oste. Per un attimo, temette che la schiena dell'uomo si spezzasse in due per quanto si contorceva. Così pensò bene di puntellare un ginocchio sul ventre della vittima, scossa da sussulti spasmici.

« Non vuoi che questo duri tutta la notte, vero? »


__ _ __


[pov: Shimmen, Mickey, Fanie ] Midgard centrale, Mare Roccioso

qnsl1t

Erano in viaggio da più di tre giorni, e il quarto ormai volgeva al tramonto. La carovana di Ghessler era composta da sette carri delle medesime dimensioni disposti in un rudimentale cerchio al cui centro vi era posto uno più grande, il Grande Carro, occupato dal ricco mercante che aveva finanziato la spedizione, Morgon Ghessler, e dalla sua piccola figlia appena dodicenne, Cashka Ghessler. La carovana procedeva lentamente per l'aspra e brulla terra del Midgard, snodandosi per una decina di metri.

La compagnia era formata da ventitré uomini a cavallo, dieci in avanguardia e dieci in retroguardia. Mercenari di Gerico, feccia male armata capitanata da un grassone baffuto di nome Kragas. A guardia stretta del Grande Carro, inoltre, tre esponenti del clan Toryu: Shimmen Kasumaki, Mickey, Fanie Elberim. Ghessler aveva mandato a chiamare tre Toryu direttamente da Basiledra, senza badare a spese per avere a disposizione i migliori servigi in un viaggio così lungo e pericoloso. Ciononostante li aveva incontrati poco, rivolgendo loro la parola soltanto quando strettamente necessario. Era un uomo schivo, alto e mingherlino, con un lungo naso a becco e una spelacchiata barbetta grigia che nascondeva le labbra sottili. Sua figlia Cashka e il suo carico personale non erano mai usciti dal Grande Carro. Si diceva che facesse personalmente guardia al suo prezioso scrigno il cui contenuto restava, per mercenari e Toryu, avvolto nel mistero.

A un certo punto della marcia Kragas intimò l'alt, dando ordine di preparare il campo per la notte. L'escursione termica in uno spazio vasto -apparentemente infinito- come il Midgard era notevolissima, e se durante il giorno gli uomini cuocevano dal caldo sotto le loro giubbe di cuoio, di notte avrebbero avuto bisogno di allestire almeno un paio di falò per non raggelare. Ma creature selvatiche e tribù di orchi e bugbear nel Midgard erano una minaccia sin troppo costante, quindi meglio stringere i denti e far passare la notte, in un modo o nell'altro.

« Hey Toryu, come va? »

Un certo Hank, un uomo tozzo e robusto tra i trenta e i quarant'anni che gli si era presentato il primo giorno, fece con la mano segno ai tre -posti vicino al Grande Carro- di avvicinarsi. Al momento sedeva su un rilievo roccioso tondeggiante, affiancato da altri quattro suoi compagni con i quali sembrava discutere amichevolmente.

24ydcwg

« Venite, tra un po' distribuiscono quelle vecchie suole di stivali che spacciano per carne salata! »



Spero che come inizio sia abbastanza ricco di spunti. I vostri pg vengono assunti da un ricco mercante di Gerico che ha pagato profumatamente il Toryu per spedirvi lì e proteggere lui e sua figlia durante il viaggio che li porterà a Taanach. Ciascuno di voi ha a disposizione un cavallo come compagno animale -da utilizzare solo per questa quest-. Il punto di ritrovo con Ghessler e i suoi venti mercenari è stato alla locanda Mari e Monti, un paio di miglia a sud di Gerico (proprio il luogo dove poco dopo si è svolto l'incipit sopra descritto). In seguito viaggiate per tre giorni, sino a raggiungere la distesa del Mare Roccioso, e al termine del quarto vi accampate per la notte (potete sfruttare il post per allestire la vostra tenda, prendendo tutto il materiale da uno dei carri). Terminate il post avvicinandovi ad Hank o facendo qualsiasi altra cosa vi passa per la testa, se preferite. Potete sfruttare il dialogo con Hank per fare eventuali domande, minacce, pernacchie o altro. Siete liberi di caratterizzare i vari mercenari ed Hank -nei limiti della credibilità e di quanto già scritto da me-. Avete tempo una settimana, quindi la scadenza è fissata per le 00.10 del 28 agosto. Turnazione sempre libera, fino a quando non vi avvertirò io (se preferite potete postare anche due volte nello stesso giro, no problem).

Detto questo, per eventuali dubbi potete contattarmi in privato o usare il topic in confronto. Buon divertimento a tutti ^^
 
Top
Fanie Elberim
view post Posted on 21/8/2013, 01:15





Il Cimitero dei Mondi - Lama del Tempo


« Che bello... » L'ennesimo fiore era sbocciato tra i miei capelli. Era piccolo, di un colore blu acceso, e mi era finito davanti agli occhi per puro caso mentre, cercando di scorgere qualcosa dall'interno del carro principale, avevo inclinato la testa in maniera un pò troppo brusca. Tutto quel sole stava avendo uno strano effetto sul mio particolarissimo metabolismo, spingendolo a produrre molte più energie di quanto effettivamente avessi bisogno, facendole sfociare in quei fiorellini variopinti che comparivano sulle punte dei capelli. Non doveva essere uno spettacolo troppo canonico per mercenari di bassa lega come quelli. Essere per tre quarti pianta aveva anche i suoi vantaggi. La fotosintesi rientrava tra questi, così come l'assenza di sudorazione troppo evidente. Al contrario, Vraal, dentro la sua sacca soffriva troppo il calore ed alla fine decisi di metterla sulla sella del cavallo, tra me e la parte terminale dell'arco dell'arcione, in modo che stesse comoda, ventilata ed all'ombra prodotta dal mio corpo. Sembrò andargli bene e tanto bastò per rendermi una persona serena.

In quel bizzarro viaggio, a cui mi ero unita prevalentemente per curiosità, figurava un elemento a me già noto, quel tizio sgarbato e maleducato che si era "portato via" Raymond durante la veglia funebre di Re Sennar. Alla fine decisi che non valeva la pena serbare rancore ad una persona del genere, praticamente sconosciuta, quindi mi presentai prima della partenza, pur senza stare a fare strani e lunghi monologhi che, a giudicare dalle facce dei mercenari che erano con noi, avrebbero solo attirato risate e sbeffeggiamenti vari. « Io sono Fanie, guaritrice e studiosa, lieta di fare la vostra conoscenza. » una frase di circostanza, una cosa veloce che non avrebbe attirato strane idee sulla mia persona. Per il viaggio non avevo nulla di particolare rispetto al solito, se non che la veste di pelle che solitamente portavo sopra la finissima corazza di maglia elfica, restava arrotolata sul fianco dell'equino che montavo a causa del calore. La maglia scintillava molto alla luce del sole, sembrava essere fatta quasi di cristallo, quando in realtà era solo una semplice, ma eccelsa, lavorazione del metallo. L'equipaggiamento degli altri lasciava oltremodo a desiderare, era un qualcosa di orribile dal mio punto di vista: rozzo, sporco e volgare. Ma erano parte integrante del mio studio sugli esseri umani e non potevo ritirarmi da tale ricerca. Inoltre l'occasione di esplorare un territorio come il Midgard non capitava tutti i giorni, specialmente spesata e pagata. Con cavalcatura inclusa.



Dopo aver raccolto il piccolo fiore lo mostrai agli altri miei compagni avvicinandomi lentamente a cavallo. Speravo davvero di instaurare con loro un rapporto di amicizia, quei soldati erano troppo distanti dalla mia idea di dialogo per confidarsi con me. Eppure ero irrimediabilmente attratta da quel mondo un poco macilento e confuso, quasi come una malia. Gli opposti si attraggono, avrebbe detto Fal.

« Vi piace? » Mostrai quel piccolo bocciolo cobalto.



cQLkx



La temperatura, di sera, era scesa velocemente. L'escursione termica era notevole e dovetti rimettere la mia veste di pezze di pelle per evitare di sentire freddo lungo la schiena. Portai da mangiare al mio cavallo, un palomino dal manto bruno, molto robusto, che mangiò senza troppo badare alla mia presenza: probabilmente era abituato a ricevere cure molto meno delicate ed amorevoli, ed alla fine non riusciva più ad instaurare un dialogo con una persona come me. L'uomo sapeva anche corrompere, peggio di una malattia, talvolta. Avevo da poco finito di allestire la mia tenda, una cosa spartana che conteneva solo un giaciglio ed una stuoia a fare da pavimento, quando la voce di Hank mi arrivò alle orecchie, attirando la mia attenzione e quella dei miei compagni. Non sapevo definire quell'uomo, non era una figura positiva per me, questo no, ma non faceva certo del male a nessuno col suo aspetto poco invitante. « Io sto bene, grazie. L'aria cambia velocemente in questo posto... » risposi, cercando di lanciare un discorso un pochino più ampio, ma l'idea del mercenario sembrava quella di offrirci del cibo.

Avevo mangiato tutto il giorno con quel sole, la carne tra l'altro non poteva nemmeno sfamare un organismo come il mio, ma per puro cameratismo presi Vraal in braccio avvicinandomi ad Hank. La spedizione, di per se, non sembrava essere un incarico troppo complesso, non vedevo l'aria tesa e opprimente di qualcuno che si aspetta brutte sorprese ed io, da brava ignorante in materia, ero perfettamente a mio agio in quella situazione. Non sapevo cosa stavamo effettivamente scortando, oltre a quel Ghessler e sua figlia, ma non necessitavo per forza di impicciarmi in qualcosa che non mi riguardava direttamente: finché non nuocevamo a nessuno per me era tutta esperienza irrinunciabile di vita.

« C'è del Sidro per caso?... »



• Capacità Straordinarie:
» 2 Robustezza 2 Tenacia / 2 Agilità 2 Prontezza (Avatar)

• Status
Stato Fisico: Illesa
Stato Energetico: 100%
Stato Psicologico: Illesa
Stato Emotivo: Preoccupata

• Equipaggiamento:
» Lancia Elfica: Lancia corta da combattimento (Riposta)
» Unghie Affilate (Nekote): Guanti con piccole e taglienti unghie di metallo (Indossati)
» Corazza di Anelli: Corazza di anelli molto leggera indossata sotto alle vesti normali (Indossata)

• Abilità Passive:
» Driade: Passiva di timore reverenziale dovuta alla razza Avatar. Le persone provano generalmente una certa reverenza o un istinto particolare, di solito in positivo, nei confronti di Fanie.

• Note:
» Ho cercato di riassumere brevemente perché mi piaceva andare al vivo del post, spero piaccia! Due note doverose: Fanie è una... pianta, si quindi fa la fotosintesi, è molto imbarazzante perché diciamo che questo provoca qualche crescita inopportuna di boccioli vari, solitamente presenti solo nella sua forma di avatar. Era da un poco che volevo ruolare questa sua particolarità, spero che sia piaciuta! (il fiore che vi mostra è un piccolo Iris, se vi interessa saperlo!)

 
Top
view post Posted on 21/8/2013, 21:08
Avatar

Competitore
·····

Group:
Member
Posts:
2,234

Status:


Passai la maggior parte del tempo in silenzio, curvo sul cavallo contro il vento perenne delle pianure, ad studiare i ventisette personaggi che figuravano intorno a me e che per la maggior parte parevano niente di più che bravacci male armati e malvestiti agli ordini di un grassone baffuto noto come Kragas. C’erano si delle eccezioni alla feccia vomitata dai vicoli della città di Gerico e tra queste erano sicuramente lui stesso, un fiero nobile orientale di antiche discendenze; Morgon e Cashka Ghessler, il mercante smilzo con il naso a becco che pagava la spedizione, sua figlia che nessuno aveva mai visto fin dall’inizio e Faine, un’elfa guaritrice e studiosa che si era detta lieta di fare la mia conoscenza ma che non riusciva a nascondermi una certa ostilità, probabilmente dovuta a certi spiacevoli ricordi di me che trascinavo via a forza il Lancaster prima della veglia funebre di Re Sennar.
Pazienza, non ero tenuto a farci caso e ad ogni modo non capivo in che modo quello che avevo fatto potesse essere visto come una scortesia dato che l’unico che avrebbe potuto dispiacersene era quello che tra tutti aveva dimostrato alla fine di capire le ragioni per cui avevo agito in quel modo così diretto e l’avevo allontanato da quella discussione attorno ad una stupida candela.
L’ultima eccezione era il terzo appartenente al clan Toryu che però non conoscevo. Doveva essere un duro comunque, se lo mandavano insieme con noi a scortare una carovana in un territorio così ostile.
Già … a proposito di ostilità.
Mi girai verso uno dei mercenari che ci accompagnavano, un uomo sulla trentina dai capelli brizzolati e dallo sguardo attento, ben distinguibile dagli altri a merito di una lunga cicatrice sul mento.
Da lui sentivo un flusso continuo di sospetto ed inimicizia e questa sensazione non si era arrestata dal primo momento in cui avevo posato il mio sguardo su di lui, tre giorni e due notti prima, davanti alla locanda Mari e Monti.
Che ci fosse di me qualcosa che proprio non gli andava genio o che ciò che provava fosse diretto indifferentemente a tutti coloro che lo circondavano e mi colpisse di riflesso non avrei saputo dirlo; comunque ero sicuro di potergli dare una bella lezione in qualsiasi momento avesse agito nei confronti di chiunque con brutte intenzioni. Per ora mi bastava che stesse al suo posto, venti guardie nel Midgard erano anche troppo poche vista la numerosa presenza di draghi, viverne e tribù di Pelleverde ostili … al cibo per corvi ed avvoltoi ci si poteva pensare in seguito. Nessuno ne avrebbe sentito la mancanza.

Vi piace?

Venni strappato alle mie meditazioni dalla voce di Fanie che mostrava tra le mani delicate un piccolo fiore del colore del cielo, uno dei molti che in quei tre giorni di viaggio le erano apparsi tra i capelli quasi vi crescessero nutriti dalla luce implacabile del sole.
Era molto bello nonostante la sua piccolezza, un segno di vita in un luogo dove la vita veniva quotidianamente messa alla prova per sopravvivere e consumata se non ritenuta abbastanza forte da trascinarsi avanti dalla luce rovente fino alla gelida notte successiva e mi faceva tornare alla mente uno degli haiku di un famoso poeta della mia terra.

In questo mondo
contempliamo i fiori;
sotto, l'inferno
.

Continuai dopo un istante di meditazione nel quale chiusi gli occhi per ripararli dal bagliore del sole e mi lasciai cullare dai movimenti dell’animale.

Mi piace questo fiore e mi ricorda casa mia, il palazzo della mia famiglia e le terre boscose dell’est dove sono nato e cresciuto.

Poi la guardai fisso, prima sui capelli e poi dritto negli occhi con uno sguardo che era ora assai intento ed un poco allarmato dalla constatazione che effettivamente quei fiori crescevano tra i capelli della donna e non vi erano soltanto infilati come avevo in un primo tempo supposto.
Sorrisi per dissipare la tensione che si era venuta a creare, meditando di chiedere più avanti spiegazioni in merito a quello strano e vagamente inquietante fenomeno. Meglio conoscere con chi si aveva a che fare anche se per ora non sembrava pericolosa in nessun modo, così presi il discorso alla larga ed iniziai con una domanda banale per avviare una conversazione.

Ditemi un po’ Fanie, cosa sono esattamente questi fiori? Non credo di averli mai visti prima d’ora.

solebw


Sera, all’interno del cerchio di carri.

Buono Hana (fiore), buono
Accarezzai il muso del robusto cavallo marrone che mi era stato dato per attraversare il deserto e gli offrii una manciata di zucchero mentre con l’altra mano toglievo veloce redini e finimenti. L’avevo soprannominato così in onore ed in ricordo del piccolo fiore azzurro che Fanie ci aveva mostrato durante il viaggio, visto che nessuno si era preoccupato di dirmi il vero nome di quell’animale. Mi sembrava un bel nome, adatto a quell’animale tranquillo.
Faceva freddo a quell’ora ma ero ben protetto da un lungo mantello di lana marrone scuro che mi aveva egregiamente protetto contro i rigori del clima settentrionale, quando quattro anni prima mi ero recato insieme al Fantasma, Aang e Sherat a sedare la ribellione della Guardia Insonne.
Era tutto molto più semplice allora, allontanatosi volontariamente dalla sua famiglia dopo aver incomprensibilmente ucciso la donna che amavo non avevo avuto più ragione di vivere fino a quando Shakan Anter Deus mi aveva dato uno scopo, un ideale in cui credere.

Che importa se ora non è più lo stesso, o meglio se si è evoluto e modificato quand’anche fino ad essere altro da quello da cui ero partito?
L’importante è che allora mi abbia salvato, il che costituisce anche il motivo per cui ora mi trovo qui: per ritrovare almeno in parte quell’ideale di comprendere i bisogni delle persone e …
Oh, per tutti i demoni! Non mentire a te stesso Shimmen Kasumaki
!

Mi ammonì severamente strattonando un nodo che si era formato sulle redini mentre le sfilavo al cavallo.

Se sei qui è perché te l’hanno ordinato e perché pagano bene per disporre dei tuoi servizi come guardia. Le tue imprese ed il titolo di Spadaccino Rosso non sono certo passate inosservate, esattamente come volevi: questo è un altro passo verso l’essere riconosciuto in tutto il Toryu come la spada più veloce che ci sia mai stata ed ora sciogli questo dannato nodo e vai a vedere cosa vuole quel bravaccio di Hank che ti stà chiamando da un pò.

« Hey Toryu, come va? »
« Venite, tra un po' distribuiscono quelle vecchie suole di stivali che spacciano per carne salata! »


Finto di slegare il nodo con un ultimo sospiro di esasperazione mi recai presso il quartetto, poco contento nell’avvertire la solita aura di ostilità ed inimicizia proveniente dall’uomo alla sinistra di Hank. Che diavolo aveva nei miei confronti? Non aveva fatto alcuna mossa ostile in tre giorni eppure era chiaro che in qualche modo gli ero particolarmente avverso, forse era il caso di chiarire la questione ma era meglio farlo dopo mangiato, la sazietà notoriamente rende più concilianti le persone oppure le rende lente ed impacciate nell’evitare una spada diretta alla gola, per me non faceva differenza. C’era anche l’elfa, Fanie con me e così ne approfittai per legarmi al suo discorso.

« Io sto bene, grazie. L'aria cambia velocemente in questo posto... »


Non quanto cambiava su al nord quattro anni fa quando lo ripulivamo dai rivoltosi della Guardia Insonne, quel freddo si che era in grado di congelare gli uccelli in volo come raccontano certe storie.
Comunque non mi sono nemmeno presentato a voi,
il mio nome è Shimmen Kasumaki ma sono conosciuto come Aki no Kenshi, lo Spadaccino Rosso nei territori orientali a causa del colore dei miei capelli.



Edited by vulcano1 - 24/8/2013, 02:34
 
Top
Fanie Elberim
view post Posted on 23/8/2013, 18:37





Il Cimitero dei Mondi - Lama del Tempo


« E' una poesia molto profonda, l'hai scritta tu? » domandai al rosso in risposta alla sua piccola poesia. Era raro trovare qualcuno che fosse poeta e combattente al medesimo tempo, soprattutto in un mondo dove la longevità non permetteva di specializzarsi in più di una cosa senza ritrovarsi a metà della propria esistenza. Quel ragazzo doveva venire da molto lontano: la sua famiglia possedeva un palazzo e quindi le sue liquidità non avrebbero dovuto costringerlo a venire in una spedizione tanto rischiosa. Quindi le cose erano solo due: o era un uomo come me, studioso e alla ricerca di avventure da raccontare... oppure era caduto in disgrazia. Qualunque fosse la verità non spettava a me indagare eccessivamente o, peggio ancora, turbarlo con domande inopportune sulla sua famiglia. Se non altro la sua cortesia mi fece sospettare che quel giorno, a Basiledra, il suo modo di fare fosse dovuto ad una qualche circostanza particolarmente complicata che richiedeva tutta la sua attenzione. Sorrisi leggermente quasi senza volerlo.

« Questo è un fiore di Iris... noi elfi lo chiamiamo "Il fiore dell'arcobaleno", perché assume moltissime sfumature diverse durante il suo sviluppo. » Lo lasciai cadere lentamente al suolo. « Magari tra dieci anni qui ci sarà un meraviglioso campo di fiori color porpora e cobalto. » chiaramente il mio tono era scherzoso, per quanto l'idea di avere un prato enorme al posto di quell'ambiente brullo mi sarebbe piaciuta, ero consapevole che non ci sarebbe mai cresciuto niente di troppo rigoglioso in quelle terre. Non in così pochi anni.

 
Top
DanT&
view post Posted on 25/8/2013, 10:39




Che rottura di coglioni...
Il viaggio sembrava interminabile. Guardandosi intorno, l'infinita distesa del Midgard che circondava tutto lo opprimeva con la sua vastità. Sentirsi un puntino che continua a rotolare senza accorgersi dello scorrere del tempo non era piacevole.
Quando aveva ricevuto la missiva che lo incaricava di scortare la carovana di Ghessler era stato contento. Da Gerico era un bel po' di strada e di sicuro si sarebbero imbattuti in qualcosa che avrebbe potuto alleviare la noia.
Se, come no...
Borbottò a bassa voce, assecondando l'incedere del cavallo.
Alla locanda Mari e Monti aveva fatto la conoscenza del resto della compagnia. Tale Ghessler si era presentato lì, ma era stato di poche parole. Dritto e conciso, era arrivato al punto con poche, semplici, direttive. Oltre a Mickey, da Basiledra erano stati convocati altri tre Toryu che però il Tuttofare non conosceva. Fanie, una strana creatura che continuava a sbocciare e verso cui Mickey provava una grande curiosità mista a rispetto -anche se per quale motivo, poi, ancora non lo sapeva- e Shimmen, un uomo dai lunghi capelli rossi e lo sguardo perso in una contemplazione di chissà quale mistero profondo dell'animo umano. Non li aveva mai visti prima, ma era stimolato di fare amicizia con nuova gente. Da quando era entrato a far parte del Clan aveva avuto ancora poco modo di interagire con gli altri componenti. Di fatto, Zeno era ancora l'unico con cui avesse intessuto un qualsivoglia tipo di rapporto.
Durante i primi giorni di marcia, nonostante il suo zelo, una sorta di timidezza pareva bloccarlo. Si era limitato a cavalcare accanto ai suoi compagni, ascoltandoli più che altro e seguendo il resto della compagnia cercando di registrare ogni informazione utile. Il suo rimanere costantemente in guardia sugli eventi che li circondavano, poco dopo però, lo aveva deluso facendolo sprofondare in una sorta di apatia annoiata in cui non desiderava altro che arrivare a destinazione il prima possibile. Soldi facili, va bene, ma un po' d'azione non avrebbe guastato. Era anche curioso di vedere come se la cavavano gli altri. Il resto della compagnia era fatta da mercenari dall'aspetto e l'equipaggiamento raffazzonato. Gente qualunque che contava di guadagnare qualcosa con il minimo sforzo mettendo il gioco l'indispensabile. Loro tre non erano di quella pasta, si distinguevano anche solo alla vista, ma si era convinto che fino alla fine niente avrebbe turbato la quiete di quel cammino. Persino il mistero della fantomatica figlia di Ghessler, Cashka, guardiana e custode dello scrigno contenente indicibili tesori, dopo un po' lo aveva abbandonato, perdendo l'aura di fascino con cui uno dei mercenari che gli aveva raccontato la storia l'aveva tinto. Calma piatta, insomma.
Bello...
Il bocciolo blu cobalto che Fanie mostrava e su cui chiedeva un parere le era letteralmente cresciuto tra i capelli. Assieme a molti altri, aveva tinteggiato la strada di fiorellini che le sbocciavano addosso per chissà quale arcano motivo. Il tutto era bellissimo, la rendeva una creatura cinta da una sorta d'angelica bellezza, ma vagamente buffo. Shimmen se ne venne fuori con qualcosa di profondo con cui Mickey non avrebbe mai potuto competere. I ragionamenti del Tuttofare, sempre incentrati sul sopravvivere ed occupati a pensare a come arrivare al giorno dopo con lo stomaco pieno, erano troppo terraterra per poter raggiungere livelli di qualsiasi tipo di contemplazione, artistica o filosofica che sia.
Beato te. Ribattè con una vena di sarcasmo nella voce. Nel fondo dove sono cresciuto io sarebbero finiti in padella come condimento per i girini. Si sa mai che portino sapore all'acqua calda. Detto questo tacque. Ascoltare di Iris ed usanze elfiche lo interessava relativamente, ma non voleva essere scortese. Non questa volta.

*

Hank si fece notare con il suo solito fare rozzo. Robusto, probabilmente di poco più vecchio di Mickey, li invitava ad avvicinarsi a lui ed al suo gruppetto. Va bene, Hank, va bene. Va tutto, fottutamente bene. Si lamentò ad alta voce con un sorriso storto sulla bocca. Di questo passo moriremo di noia. Pensavo sarebbe stato tutto più divertente. Con lui si sentiva decisamente più a suo agio. Sembrava un uomo come un altro, uno di quelli con cui era abituato a trattare. Spalancando le fauci e mostrando i candidi denti in un ghigno sardonico, accolse l'ultima frase del mercenario che li avvertiva che di lì a poco sarebbero state distribuite le razioni.
Beh era ora. L'ora della sbobba è quella che preferisco. Scherzò passandosi la lingua sulle labbra, cercando un posto in mezzo agli uomini. Poi guardò Fanie, fintamente sconvolto dalla sua domanda, quasi inorridito. Sidro? Cara -la punzecchiò faceto- qui deve essere tutto innaffiato da densa, alcolicissima, pessima birra scura! Il Sidro è per le signorine. Non è così Spadaccino? Sperava di coinvolgerli in una discussione per entrare un po' più in confidenza. Magari si sarebbero lasciati andare un attimo, favoriti dalla gradazione alcolica delle bevande servite. In fondo, un clima disteso e di compagnia era quello che ci voleva per far passare più in fretta il tempo. La noia sarebbe scomparsa e la leggerezza si sarebbe impadronita dei loro animi. Fare festa, baldoria, mangiare, bere, godere dei piaceri della vita. Perchè in fondo, è questo che si fa per poter dire di aver vissuto veramente. No?



CITAZIONE
• Capacità Straordinarie:
» 1 Intelligenza

• Status
Stato Fisico: Illeso
Stato Energetico: 100%
Stato Psicologico: Illeso
Stato Emotivo: Rilassato

• Equipaggiamento:
» Spaccaculi: Agganciata alla schiena

• Abilità Passive:
Tranquilli, tranquilli. Mickey è qui.
Ehi, gente, non preoccupatevi. Mickey è qui e adesso niente può andare storto. Ci pensa lui. Non intralciatelo, non interferite con quello che fa, semplicemente...fidatevi di lui. Tutelerà i vostri interessi in quantità direttamente proporzionale al prezzo che gli date.
In termini di gioco, l'aura del primo livello concessa dall'ammaliatore si traduce con un'innata simpatia, un sentimento di fiducia che chi circonda Mickey sarà naturalmente propenso a provare nei suoi confronti.


• Note:
Mickey vuole semplicemente provare a distendere l'ambiente. E' annoiato, ma curioso di socializzare con voi perchè siete tra i primi esponenti del Clan che conosce. I discorsi di Shimmen lo abbattono un po', perchè lui è proprio un poveraccio che non ha mai avuto tempo per soffermarsi ad analizzare la bellezza della natura, sempre impegnato a procacciarsi il cibo da mettersi in pancia.
Scusate per avervi fatto aspettare, con il pochissimo tempo a disposizione dati impegni imprevisti ho provato a fare del mio meglio. Spero in ogni caso sia anche solo vagamente piacevole. Critiche e consigli saranno apprezzatissimi, volendo. Buon gioco.
 
Top
view post Posted on 25/8/2013, 16:13
Avatar

Competitore
·····

Group:
Member
Posts:
2,234

Status:


Iris … iris ...

Quel nome lo sussurrai più volte per essere sicuro di imprimermelo nella memoria come un ricordo prezioso. Troppo poco in quegli ultimi tempi mi ero soffermato a riflettere sulla bellezza delle piccole cose … un fiore, un gesto, una poesia. Per quanto assurdo in quel momento, e in quel luogo, avevo una mezza intenzione di rifarmi del tempo perduto e quel rancore che stava scomparendo nell’elfa accanto a me faceva ben sperare che forse, oltre alle magnifiche armi che portavo alla cintura, forse ci potesse essere altro di incantevole nella mia vita.
Desideroso di continuare quella conversazione che sapeva di acqua fresca su un terreno riarso risposi quindi che no, non era una mia opera nonostante io stesso a volte mi dilettassi a comporre versi ma era un’opera di Yosa Buson, un celebre poeta vissuto quasi cent’anni prima nella provincia di Settsu e che personalmente ammiravo per l’innata capacità di sintetizzare interi paesaggi e sensazioni ad essi associate in pochissime parole essenziali e, per questo, eterne.
Accarezzai con dolcezza l’impugnatura di Benishigo, la katana a due fili che portavo al fianco sinistro, ricordando l’eleganza impareggiabile di quel prezioso manufatto forgiato con la forza della mia anima e perciò riflesso del mio Io se solo avevo la volontà di perdere il mio sguardo nelle profondità del metallo che la costituiva.

In fondo non è tutta qui anche l’arte della spada? Sintetizzare il movimento all’estrema eleganza, essere tutt’uno con la lama e con l’avversario e pensare come pensano il vento ed il fuoco?

Scossi la testa con noncuranza dopo quelle riflessioni a voce alta, erano questioni troppo complesse per pensare di comprenderle con la logica e la razionalità o con le seppur calzanti parole che a suo tempo i miei Maestri mi avevano ficcato in testa a forza di bastonate onde coprire le lacune della mia memoria … facevano parte di quella categoria di esperienze che bisognava vivere e sentire per comprendere appieno. Chissà perché mi erano venute in mente proprio in quel momento?
solebw
Preferendo personalmente l’acqua non posso dare ragione a nessuno in questa faccenda.
Risposi diplomaticamente seppur riservando uno sguardo obliquo di vago disprezzo e sopportazione ai modi del tale con biondi capelli a spazzola e con la pelle olivastra: già solo l’aspetto, con quell’abito grigio ricamato di teschi, e quegli strani aggeggi che portava davanti agli occhi avevano il potere di renderlo un elemento di disturbo anche tra quei bifolchi e bravacci da mezza lega tanto gli sembravano innaturali e scomodi da indossare … figuriamoci poi quando a questo si aggiungeva un lessico che non avrebbe sfigurato nei quartieri più degradati di Gerico, utilizzato ben poco per fortuna in quei primi tra giorni dato che a quanto pareva anche lui era uno silenzioso e restio a fare conversazioni inutili.
L’unica cosa che stemperava la mia antipatia per lui e che anzi me lo rendeva adatto a quel viaggio era l’interesse per l’enorme falce inguainata che in quel momento pendeva dall’arancione del baio che gli era stato dato prima della partenza: un’arma notevole che a volte sembrava risplendere di un bagliore rossastro, subito svanito come mai esistito una volta che l’occhio cercasse di soffermarsi su esso e coglierlo nella sua interezza. Se la sapeva usare con destrezza sarebbe stato certamente un utile alleato in caso di problemi.
Però una sensazione di sensazione proveniva da quella lama, lo percepivo coll’istinto e lo temevo senza sapere bene il perché ma avevo l’impressione che quell’uomo non avesse la benché minima idea di cosa stava tenendo tra le mani.

Tuttavia è una buona cosa non avere finora incontrato ostacoli, questa terra è piena di insidie ben peggiori del caldo e della fame. Dovremmo tutti esserne grati … qualunque sia il dio che veglia su di noi.

Non il Sovrano tuttavia. Non merita la mia gratitudine.


Suvvia non abbatterti ... stai ruolando bene secondo me la condizione umile dalla quale Mickey proviene. D'altro canto io stò cercando di enfatizzare invece il più elevato livello culturale e sociale di Shimmen dato che dovrbbe in teoria venire da un'ambiente di nobili raffinati e "civilissimi". Ecco perchè gli da fastido la "mediocrità" che lo circonda ed invece è affascinato da Faine che è qualcosa di eccezionale per la sua esperienza e che a quanto sembra ha un certo interesse per la poesia.
Ah, a proposito della poesia: è di Yoda Buson (credo sia lui, ora non ricordo esatamente), uno dei poeti più famosi nella letteratura giapponese e noto per essere uno dei quattro più grandi poeti di Haiku degli ultimi anni. Quando l'ho letta mi è piaciuta così tanto che ho cercato assolutamente un modo per inserirla nel mio post. Ed è vero anche che io stesso scrivo poesie, quindi in questo Shimmen mi ricalca ed ho voluto dargli qualcosa di "mio", personale oltre alla "sua" storia.
Per ultimo ciò che sento dalla falce è una combinazione della mia passiva che mi fa recepire l'ostilità nelle persone che mi circondano e la passiva (malus) di quell'artefatto che sembra desideroso di sangue, in qualsiasi modo si possa procurare. Siccome non è una persona e le abilità non sono attivate l'ho messa come "sensazione di sensazione", quindi estremamente fiebile come sotilità e quasi a livello intuitivo.
 
Top
Lenny.
view post Posted on 25/8/2013, 19:00




Il cimitero dei mondi ~ Lama del tempo


[pov: Montag] Midgard centrale, ???

« Riesci a vederli? »

Montag si sporse in avanti, stringendo forte le palpebre. Niente da fare: anche se riusciva a scrutare bene nelle tenebre della notte, i suoi occhi non erano così forti da sondare distanze così lunghe. Una lieve lacuna che Eruvanyë, fortunatamente, riusciva a sopperire. In lei i poteri di RotteNhaz si erano combinati con quelli che già i suoi natali elfici le avevano fornito, donandole un occhio straordinario e un ineguagliabile posto di esploratrice tra i ranghi dei Korps.

« Si sono attestati sul crinale est del Mare Roccioso. Si preparano a passare lì la notte. »

« Non la passeranno, la notte. »

Una vena di acida ironia, nella voce di Montag. La spedizione di cui il Beccaio lo aveva messo a capo era composta da sei elementi, sette contando anche quello nascosto tra gli uomini di Ghessler. Dovevano essere pochi per non attirare troppa attenzione, e perché il loro compito consisteva solo nel recupero della lama del tempo. Eppure quei sette soldati di RotteNhaz sarebbero bastati a schiacciare come scarafaggi i ventitré soldatini delle terre degli uomini, l'orso di ferro non aveva alcun dubbio a riguardo. L'importante era procedere secondo i piani senza commettere alcun errore, neanche il più effimero. Come gli aveva detto una volta l'oberkommandierende, basta perdere un chiodo per perdere un ferro di cavallo, e quindi il cavallo, e quindi il messaggio, e quindi la battaglia.

« Sei pronta? »

Berciò rivolgendosi a Eruvanyë. L'elfa teneva lo sguardo assottigliato fisso dinanzi a sé, verso gli accampamenti di Ghessler. Con un lieve sbuffo si scostò una ciocca argentea di capelli dal volto, mostrando al superiore la rara bellezza dei lineamenti di una elfa delle foreste. Una beltà che RotteNhaz non le aveva portato via, seppure aveva reso corrotta e malvagia. Una beltà che Eruvanyë aveva imparato a sfruttare come arma. L'elfa si portò le mani a coppa di fronte alla bocca.

« Si. »

Soffiò.
E dalle sue labbra si dipanò una fitta, viva nube viola.

__ _ __


[pov: Shimmen, Mickey, Fanie ] Midgard centrale, Mare Roccioso

La carne salata arrivò poco dopo, distribuita dagli uomini di Ghessler assieme a una mezza pagnotta di pane raffermo e brocche di vino e acqua. La particolare richiesta di Fanie, inoltrata agli altri da Hank, aveva inizialmente lasciato perplessi i mercenari, ma dopo un po' uno di loro (quello che si trovava alla sinistra di Hank) trovò il coraggio di sfruttare la scusa per farsi avanti e offrirne un po' all'elfa, rosso in viso. Era un ragazzo sui vent'anni, con una barba ancora rada sul viso immaturo. Occhi grigi acquosi, naso a punta, e un bizzarro tatuaggio sul dorso del polso mano sinistra. Una nera ala di corvo che continuava sul braccio, anche se celata dalla manica.

« So che hai chies-chiesto del sidro. Ecc-eccolo qui. »
Balbettò, versandone un bicchiere a Fanie e mezzo per se stesso.
Aveva intenzione di restare lucido.
« Il mio nome è Frink. Tu sei Fanie, giusto? »

Intanto Hank, gli altri mercenari e i due Toryu avevano preferito mandare giù la carne salata -peraltro dura come cuoio- con un paio di sorsate della densa, alcolicissima, pessima birra scura suggerita da Mickey. Hank aveva appena finito di lamentarsi per non essere riuscito ancora a digerire la carne di due giorni prima, che gli pesava sullo stomaco come un cumulo di mattoni, quando si dovette interrompere. Per poco non gli andò di traverso la birra mentre puntava il cielo con l'indice teso.

« E tu che ti annoiavi Mickey! Guarda lì! »

Lo sguardo preoccupato di Hank era rivolto a quella che a prima vista sembrava una fitta nube violacea in avvicinamento. Solo dopo pochi istanti -il tempo per strofinarsi bene le palpebre- e tutti i presenti avrebbero distinto bene uno stormo di insetti, precisamente di <i>lucciole</i. Incredibile vedere uno sciame di lucciole, tra l'altro di quella entità, in una regione deserta e priva di vegetazione come il Midgard. Ancora più incredibile -forse addirittura inquietante- il fatto che gli insetti producessero una intensa luce viola anziché biancastra, come di norma. Eppure nonostante tutto lo sciame sembrava innocuo: nessuno dei presenti fu leso o danneggiato mentre gli insetti, uno dopo l'altro, uno assieme a l'altro, si posavano sul terreno o ronzavano attorno ai mercenari. Un paio di soldati, passato lo stupore, le lasciarono persino zampettare sul dorso delle proprie mani.

wccsj6

« Non so a voi, ma a me non piacciono. »

Dopo un po' Hank sembrava l'unico a prendere quella faccenda sul serio, e rivolse la sua preoccupazione a Mickey e Shimmen Kasumaki. Se anche lo sciame di lucciole viola non fosse pericoloso, di certo avrebbe rivelato la posizione della carovana agli occhi di altri eventuali nemici.

« Non mi piacciono per niente. »

Fanie viene avvicinata da Aggro, il quale le offre cordialmente un bicchiere di sidro. Poco dopo, il campo viene invaso da uno sciame di lucciole viola che svolazzano un po' ovunque, posandosi su cose e persone. Fanie, essendo il tuo pg un elfo -e quindi a stretto contatto con la natura- è l'unico ad avvertire che quegli animali sono circondati da un'aura corrotta e oscura, mai incontrata prima.

Decidete liberamente cosa dire/fare (non siate autoconclusivi) e postate in confronto. Non avete limiti di tempo ma il vostro post in confronto deve contenere solo il necessario per dialoghi e descrizioni, quindi circa 2-3 righe che prima postate meglio è =D Faremo un po' di giri lì, dopodiché vi avviserò io quando potrete postare qui.


Edited by Lenny. - 28/8/2013, 18:48
 
Top
Fanie Elberim
view post Posted on 26/8/2013, 19:12





Il Cimitero dei Mondi - Lama del Tempo


Per quanto i miei due compagni di avventura differissero per comportamento e modo di fare, tralasciando la totale mancanza di profondità del biondo coi capelli a spazzola, l'atmosfera era piuttosto rilassata e serena. Cosa assai rara temevo, per quella gente, ma non mi ero minimamente preoccupata di qualcosa, essendo completamente estranea sia a quella vita che al Midgard che stavamo attraversando. Accettai di buon grado un bicchiere di sidro al posto di quella birra odorosa e poco salubre che veniva versata a fiumi nei boccali dei soldati, chiaramente rifiutai persino la carne, essendo totalmente inutile per me mangiarla. Sorrisi cordialmente al ragazzino che mi portò da bere, pareva un pochino messo in soggezione da me e non riuscivo a capire in toto il motivo ma, iniziando a conoscere vagamente gli esseri umani, immaginavo che fosse colpa del mio essere femmina. Ridacchiai mentalmente, divertita dall'idea che qualcuno potesse trovare attrazione fisica per me, non conoscendo la mia vera natura e, di conseguenza, la grossa delusione che avrebbe avuto nello scoprirla. « Rilassati Frink, questa sembra una notte tranquilla... » le mie ultime parole famose.

Pochi istanti dopo Hank indicò qualcosa che proveniva dall'oscurità tutta intorno: era uno gigantesco sciame di lucciole, il più grande che avessi mai visto in vita mia, nemmeno negli acquitrini e nei laghi dove viveva la mia gente c'erano così tanti insetti! In mezzo ad un luogo semi desertico la loro presenza era assolutamente impossibile, a meno che non ci fosse un'oasi gigantesca nascosta alla nostra vista. Alzai una mano lentamente, raccogliendone una nel palmo, e subito una forte sensazione negativa mi attraversò la schiena come una una carezza fredda sulla pelle umida. Vraal, da dentro la sacca, aveva messo la testa fuori turbata quanto me da quella bruttissima sensazione di innaturale, sporco. Guardai Frink con espressione preoccupata e scattai verso Hank per riferire a lui e agli altri quanto avevo percepito. « Non sono lucciole normali, sono entrate in contatto con una forte energia negativa. Se posso suggerire qualcosa direi di far fumo con i nostri fuochi, dovrebbe confonderle e spingerle lontano. » Giustamente Shimmen obiettò che non v'erano molte cose per poter fare fumo e, proprio mentre stavo per suggerire di usare qualche coperta o telone per creare un minimo di fuliggine, Mickey decise di porre fine ad una di quelle piccole creature schiacciandola col piede e non prestando attenzione né alle mie parole né a quelle dello spadaccino. Trattenni il fiato per qualche secondo, sicura che sarebbe successo qualcosa di brutto, ma nulla poteva prepararmi a ciò che quelle creature erano in grado di fare. Nulla.



Si scatenò il finimondo: le lucciole presero a scoppiare una dopo l'altra addosso a persone e cose, un folto gruppo di animali andò a impattare in massa sul carro principale causandone il ribaltamento ed appiccandovi quasi subito fuoco. Abbandonai il boccale di sidro lasciandolo cadere per terra, mentre gli uomini urlavano e cercavano di menare fendenti allo sciame con le spade, sortendo il medesimo effetto di punire il mare lanciandovi dei sassi all'interno. Avevo persino perso di vista Frink e la mia attenzione si era focalizzata sul carro col mercante e sua figlia intrappolati all'interno. Gli uomini non sarebbero riusciti a spegnere le fiamme in tempo utile ad evitare terribili ustioni, o la morte, di entrambi gli occupanti, era chiaro. Iniziai a correre verso il carro, ordinando a Vraal di saltare e nascondersi sotto il carro che portava l'acqua. La panterina saltò fuori schizzando come un fulmine a nascondersi, impaurita come non mai. Un paio di quelle creature esplosero a pochi centimetri dalle mie gambe rischiando di farmi inciampare per lo spavento ed alla fine, arrivata vicino alla carrozza ribaltata, mi resi conto che da sola sarebbe stato impossibile tirarla su... ed essendo in fiamme nemmeno i soldati ci sarebbero riusciti senza prima domare il fuoco. Poggiai una mano per terra, conficcando le dita nel suolo arido e sterile. Il treant uscì dal terreno sollevandosi e liberando le sue membra rapidamente dei residui polverosi rimasti incastrati. Anche nella notte, con le fiamme, la sua presenza possente mi rasserenava l'animo, ero sicura che lui sarebbe riuscito dove altri avrebbero miseramente fallito. Inizia a gridare, indicando il carro con la mano destra, in direzione dell'albero vivente.

« Tyrn ut'pel! TYRN UT'PEL! * »



Il grosso albero si gettò tra le fiamme senza paura, afferrando il carro ed iniziando a rimetterlo in posizione. Ogni movimento potevo sentire il suono quasi doloroso del legno che cedeva sempre di più dilaniato dalle fiamme, il treant non sentiva ancora dolore ma il fuoco si stava rapidamente diffondendo anche alla sua viva corteccia, iniziando a minarne la potenza e la vitalità. Stoicamente, senza nemmeno gemere per il dolore di quegli insetti che esplodevano sulla sua chioma, ribaltò lentamente la carrozza in modo che gli occupanti all'interno non venissero sbalzati violentemente. La porta era avvolta dal fuoco, non potevo entrare e l'albero rischiava di uccidere gli occupanti sfondando la porta con un pugno: dovevo pensarci io. Mi avvicinai velocemente, mentre la mia evocazione mi faceva scudo col suo corpo per evitare di essere distratta dallo scoppio degli insetti. Mi concentrai pochi istanti, convogliando le mie energie nel palmo della mancina, fino a formare cinque piccole sfere d'acqua vorticanti. Senza indugio le lanciai contro la porta, sui cardini e sulla serratura, riuscendo ad abbatterla in maniera relativamente sicura. Quando la porta venne meno il pianto della ragazzina all'interno mi fece gelare il sangue. Erano probabilmente rimasti bloccati a causa del ribaltamento, speravo non gravemente feriti, ed ora il fumo aveva invaso completamente la carrozza impedendomi persino di vedere dove fossero ubicati all'interno della stessa. Senza esitare saltai all'interno cercando di evitare le fiamme. Il calore era elevatissimo, numerose suppellettili avevano preso fuoco minando definitivamente il legname della struttura, oro e gioielli erano riversi a terra e il pianto della piccola era l'unica cosa a farmi da guida in quell'inferno. Mi mancava l'aria, sentivo gli occhi bruciare colpiti dalla pesante fuliggine e, pur usando una manica per proteggere le vie respiratorie dal fumo, nel giro di pochi istanti la gola mi si era trasformata in un'arsura unica e dolente. « Sto arrivando piccola! Continua a piangere, non ti fermare, sono qui! » Qualche passo dopo, in mezzo al disastro, riuscii a vedere il corpo privo di conoscenza di Ghessler e la piccola, al fianco, con in braccio un orsacchiotto di pezza che urlava disperata. Mi inginocchiai subito accanto a lei, accertandomi che non avesse ferite gravi od ossa fratturate e, per sua fortuna, sembrava non avere problemi così gravi. Al contrario, il padre, era incosciente e temevo avesse battuto la testa durante l'esplosione. Stringeva a se uno scrigno di mogano quasi come se fosse più importante della sua stessa vita e, visto che potevo facilmente metterlo nella tracolla, lo raccolsi per evitare che le fiamme distruggessero tutti gli averi di quel disgraziato. Ora dovevo portare fuori la piccola e Ghessler, il tempo stringeva e sentivo il legno sfrigolare così intensamente da dare l'impressione di scoppiare in mille pezzi da un momento all'altro. Pur ignorando il rischio per me, ancora troppo sciocca per rendermi conto della fragilità del corpo rispetto a quella dell'anima, ero terrorizzata dall'idea di perdere la piccola in mezzo alle fiamme. Sentivo il cuore dilaniato da mille pensieri orribili su quello che sarebbe potuto succedere e solo con un gigantesco sforzo mentale riuscii a cacciare via l'orrore e prendere il controllo delle mie azioni. Potevo, dovevo, farcela. Tornai sulla piccola cercando di rassicurarla con un sorriso, anche se oramai il mio volto era sporco di fuliggine ed arrossato dal calore. « Usa questo piccola... » gli afferrai un lembo del vestito, portandoglielo sul naso e sulla bocca. « ...tienilo qui e respiraci attraverso, va bene? Ora andiamo via da qui non ti preoccupare. » La presi in braccio dalla parte sinistra, facendo in modo che tenesse la testa più bassa possibile e si aggrappasse al mio collo con una mano. In questa maniera se fosse caduto qualcosa avrebbe impattato su di me e non direttamente sulla piccola. Per il padre la questione fu diversa, non potendolo prendere come la figlia dovetti passagli il braccio sotto le ascelle, girarlo e fare in modo di sollevarlo da terra facendo forza sulla spalla destra. Sentivo i muscoli tendersi all'inverosimile sotto lo sforzo, non tanto quello di sostenere i due, quanto quello di resistere al calore che iniziava a tormentare la pelle sotto le vesti ed a surriscaldare la cotta di maglia. In quelle condizioni non potevo nemmeno proteggermi il viso, avendo le mani occupate, e lacrimavo copiosamente tanto che, in pochi istanti, persi quasi del tutto la capacità di orientarmi visivamente. Iniziai ad urlare all'albero di infilare una mano dentro il carro in modo che potessi vedere dove andare.



« SERMO, A'TIKSE! ** »



L'albero, oramai in fin di vita per le fiamme, iniziò ad agitare uno dei suoi rami all'interno della porta e subito mi resi conto di quale direzione prendere. Nell'uscire, tuttavia, il carro iniziò a cedere del tutto, una trave cadde colpendomi sopra la spalla con cui reggevo la piccola causandomi una brutta escoriazione ed un forte dolore. sentivo il braccio tremare ed il volto, sferzato da frammenti di legno incandescenti, si era riempito di piccoli tagli e bruciature. Alla fine riuscii a trovare la mano dell'albero e a trascinare fuori dal carro me stessa ed i due passeggeri. Mentre mi allontanavo di qualche metro dal rogo persi forza nelle gambe ma venni sostenuta da uno dei rami dell'evocazione. Ad una decina di metri dal carro appoggiai a terra Ghessler, badando bene che respirasse, e poi la piccola. L'albero si chinò sopra di noi per proteggerci con il suo ultimo barlume di energia. « Non ti preoccupare il tuo papà starà bene, tu sei... » non riuscivo a parlare, mi mancava il respiro e sentivo la lingua impastata da una coltre di cenere e fumo denso. « ... respira, piano, non piangere... ora sei... al sicu... ro. » mi veniva persino da vomitare, mi ero ustionata in vari punti del corpo, la spalla doleva notevolmente così come il viso ed il petto. L'aria fredda all'esterno stava lentamente alleviando il dolore, ma le lacrime dagli occhi non volevano saperne di smettere. Sentivo ancora tutti i suoni e le urla dei soldati, lo scoppio degli insetti, ogni cosa. Caddi bocconi sputando grumi di cenere e saliva, tornando a poter respirare solo qualche secondo dopo. Era una sensazione orribile, come se qualcuno mi avesse presa per la gola stringendo all'impazzata per non far entrare nemmeno un briciolo d'aria, e quella sezione mi aveva attraversata svariate volte lasciandomi ad ogni passaggio più impaurita ed indebolita. Era una cosa nuova, strana, una paura irrazionale che fino ad allora non avevo mai provato così tanto da vicino. Forse avevo conosciuto la paura del dolore e della morte. E mi avevano quasi ghermita.

Tornai in me, non avevo tempo di perdermi in pensieri nichilistici, non sarei morta in mezzo al nulla e, anzi, avrei cercato di aiutare tutti, a partire dalla piccola: dovevo subito darle da bere dell'acqua e dovevo farlo anche io per evitare danni a lungo termine, ma muoversi in quel caos era pressoché impossibile. Strizzando le palpebre provai a cercare con lo sguardo gli altri del mio gruppo e, poco a poco, la vista iniziò a tornare.



• Capacità Straordinarie:
» 2 Robustezza 2 Tenacia / 2 Agilità 2 Prontezza (Avatar)

• Status
Stato Fisico: Medio (Ustione/Contusione diffusa)
Stato Energetico: 100% - 10% (medio) - 10% (medio) = 80%
Stato Psicologico: Illesa
Stato Emotivo: Molto preoccupata, impaurita.

• Equipaggiamento:
» Lancia Elfica: Lancia corta da combattimento (Riposta)
» Unghie Affilate (Nekote): Guanti con piccole e taglienti unghie di metallo (Indossati)
» Corazza di Anelli: Corazza di anelli molto leggera indossata sotto alle vesti normali (Indossata)

• Abilità Passive:
» Driade: Passiva di timore reverenziale dovuta alla razza Avatar. Le persone provano generalmente una certa reverenza o un istinto particolare, di solito in positivo, nei confronti di Fanie.

• Abilità Attive:
» Orecchino di Amon Annon: Evoca un treant, un albero vivente, delle dimensioni di un uomo molto robusto di circa 2 metri con grossi tronchi al posto delle braccia. La creatura avrà 2 CS in Costituzione e perdurerà sul campo per due turni, con potenza Bassa. [Medio] (Oggetto "Sfera dell'Evocazione")
» Rito degli Elementi - Belah: Attiva a consumo medio che permette di lanciare un proiettile di elemento acqua in grado di causare danni interni senza lasciare traccia all'esterno. [Medio] (Proiettile Acquatico)

• Note:
» Come da confronto! Il fuoco nuoce gravemente alle piante, Driadi incluse. I treant rispondo quasi solo esclusivamente a comandi in elfico per questo ci sono le traduzioni qui sotto ^^" Spero che non crei problemi.
* Gira il carro! (Elfico)
** Amico, fammi un segno! (Elfico)
 
Top
view post Posted on 28/8/2013, 13:41
Avatar

Competitore
·····

Group:
Member
Posts:
2,234

Status:


Nell’accampamento fu il caos tra insetti che esplodevano ovunque, carri rovesciati, uomini confusi e terrorizzati che stentavano a seguire gli ordini e le esortazioni di Kragas il quale invano cercava di organizzare il trasporto d’acqua per spegnere gli incendi.

Mancano di disciplina, mancano totalmente di disciplina

Pensai meccanicamente mentre il mio istinto aveva la meglio e mi faceva accucciare a terra accanto alla roccia per offrire meno bersaglio, non che potessi aspettarmi qualcosa di meglio da una banda di mercenari raffazzonati alla meno peggio.
Mi rialzai subito tuttavia, le lucciole sembravano più interessate ai carri che agli uomini, e scrutai i dintorni alla luce rossastra: vidi subito che la situazione stava degenerando: un paio di uomini correvano in giro avvolti dalle fiamme ed altrettanti cercavano vanamente di colpire gli insetti con proprie spade, fallendo miseramente una volta su due e generando altre esplosioni quando invece riuscivano a colpire nel segno … il resto degli uomini invece cercava solo di ripararsi, o fuggiva qua e la senza scopo. Vidi Hank, il tozzo e robusto uomo di Gerico, cadere a terra pugnalato alle spalle da Frink e sentii in me risvegliarsi appena appena il furore del fuoco, le mille lame che chiedevano di essere risvegliate e scagliate contro quella persona ma le dominai saldamente sotto la spinta di altre esigenze.
Avrei tanto voluto star li a guardare con studiata indifferenza, a vedere se la sarebbero cavata e se avrebbero imparato in tempo dai loro errori, oppure avrei voluto scagliarmi al seguito di Frink ed ucciderlo come sapevo di essere in grado di fare …. ma purtroppo per me non potevo: mi avevano affidato il compito di proteggere questa carovana e dovevo quindi fare del mio meglio per evitare un disastro che poteva essere di ben più vasta portata della singola uccisione a cui avevo assistito.
Hank dopotutto non era più importante della vita di tutti, o del carico misterioso per cui Ghessler pagava così bene anche se un po’ doveva ammettere che gli dispiaceva per lui, a suo modo poteva essere anche apprezzabile purché restasse al suo posto.
Faine l’elfa invece aveva avuto il buonsenso di precipitarsi all’istante alla volta del carro rovesciato per cercare di salvare il mercante e sua figlia, le vere persone che contavano, intrappolati tra le fiamme e la porta schiacciata sul terreno. Lasciai a lei quell’incombenza, sicuro che avrebbe fatto del suo meglio, e salii in piedi sulla roccia sotto cui mi ero riparato.

MUOVETEVI UOMINI!

Gridai sovrastando il ruggito del fuoco con una voce che pareva la frusta inflessibile di un sorvegliante pronto a riscuotere gli schiavi dal loro riposo.
Avevo scoperto nell’anno passato al servizio degli eserciti del Re sotto la guida del Fantasma che in una situazione di crisi le persone tendevano ad ascoltare chiunque mostrasse sicurezza nel dare ordini, che volevano che ci fosse qualcuno che li guidasse, che dicesse loro cosa fare perché altrimenti si sentivano perduti e molto spesso lo erano. Avevo scoperto che avevo il potere di convincere la gente di quello che pensavo, se davvero lo volevo, e di imporre la sensatezza delle mie opinioni con la forza delle parole oltre che con quella della spada. Avevo scoperto quale gioia perversa mi desse questo potere e quale responsabilità morale fosse ad esso connessa: avrei potuto facilmente convincerli che fosse sensato gettarsi nudi tra quelle fiamme che avevano l’ordine di soffocare. In quel momento sfruttai completamente questa mia capacità per portare un po’ d’ordine nel caos.

Metà di voi formino delle catene e spengano gli incendi, gli altri diano aiuto a Fanie per trarre in salvo i passeggeri del Grande Carro. Tre uomini, quelli più bravi a combattere, facciano un giro intorno al campo e controllino da che parte arriva il pericolo.
Restate a portata di voce e tenete le armi pronte! Non lasciate fuggire nessuno dal campo. Voglio essere avvisato se ci sono nemici qui intorno prima che ci arrivino addosso, chiaro?

Frasi secche, chiare e concise. Destinate a scolpirsi nelle menti di quegli uomini come in lettere di fuoco. Rimasi sulla roccia, ben visibile, fino a che non fui sicuro che i miei ordini sarebbero stati eseguiti e poi ne discesi con un balzo, impugnando le mie armi e correndo verso il punto dove avevo visto per l’ultima volta Frink, cercando di percepire l’ostilità che emanava, l’odore della sua paura.
Se aveva intenzione di causare altri danni avrebbe dovuto vedersela con me.
Giurai a me stesso.



CS: 1 Velocità e 1 Maestria.
Danni fisici subiti: nessuno 16/16.
Danni mentali subiti: nessuno 16/16
Energia:80%%


Abilità passive
Danzerò in battaglia Con una quantità Variabile di energia può spostarsi in maniera tanto veloce da risultare invisibile agli occhi durante lo spostamento e può farlo con una prontezza di riflessi tale da rasentare le più banali capacità di precognizione, come se fosse impossibile coglierlo di sorpresa. (Personale 3°, difesa variabile + passiva dominio absolute difence) Resisterò alle ferite .... Inoltre un guerriero non cederà alle ferite, imparando a sopportare il dolore ed a spingere il suo corpo ad azioni che ad altri in quelle condizioni sarebbero impossibili. Potrà infatti combattere efficacemente anche se il suo corpo fosse danneggiato in maniara notevole, purchè non gli venga tagliato un arto, trafitto il cuore o qualcosa del genere anche se ovviamente questo non farà altro che aggravare ancora di più la ferita ... un prezzo equo comunque se l'alternativa è la morte. Infine grazie alla sua deternimazione è riuscito ad apprendere tecniche ben al di sopra del proprio livello, potendo godere dell'accesso a pergamene di un livello superore a quello normalmente consentito per la sua energia. (passiva personale 5° + passiva raziale orco + Cristallo del Potere) Agirò senza limiti ... Grazie al suo addestramentio Shimmen ha cominciato a trascendere i limiti umani per quanto riguarda le possibilità di disporre a piacimento del proprio corpo in fatto di movimento. Infine il corpo di Shimmen non sarà più soggetto alle normali leggi della fisica, potendo compiere prodezze di forza, equilibrio, coordinazione o agilità impossibili per un normale essere umano e potrà farlo con facilità, spingendo le limitazioni fisiche ben più lontano di quanto sia immaginabile. Questi effetti però varranno unicamente su di lui: ad esempio potrà effettuare un salto di una decina di metri ma non potrà mai riusicre a spingere via un avversario di altrettanto anche se apparentemente la forza richiesta è la stessa. (personale passiva di che dona 1cs a Maestria). Vigilanza Gli occhi di un Frémalis non sono quelli nel cranio, ma quelli nel petto - lì dove dovrebbe trovarsi il cuore. Vigilanza è un termine che definisce perfettamente la primissima virtù che una sentinella deve possedere per poter diventare ciò che il suo popolo richiede. Questo è perché l'anziana Nazelèn non ha mai ceduto il posto ad altri, né altri hanno sentito il bisogno di rimpiazzarla: la ferita di Kvahn l'ha privata della vista, ma non dell'elasticità nei movimenti o tanto meno dell'istinto animale di chi sa combattere sia in duello che in battaglia. Shimmen potrà come fece a suo tempo la Foresta, percepire l'ostilità insita in chi lo circonda, stimando in pochi istanti se qualcuno rapprensenti un pericolo per la sua persona e nel caso quanto questo pericolo sia incombente. Potrà farlo anche se gli elementi ostili non sono entro il suo raggio visivo, individuandoli immediatamente. [Personale passiva data dalla quest Somnus Nemoris: Auspex basato sull'istinto e sulle intenzioni di chi lo circonda, potendo percepire quindi se è ostile o meno pur senza bisogno di contatto visivo - come un sesto senso + pergamena Sensi Sviluppati]

Abilità Attive
- Risveglierò il drago dormiente: E come un drago anche Shimmen potrà essere di volta in volta glorioso spettacolo in battaglia o sudaente creatura pregna di sapienza ed esperienza oltre ogni immaginazione. Spendendo un consumo Alto di energie infatti, le sue parole aquisiranno la proprietà di risultare estremamente convincenti, venendo sempre percepite come giuste e sensate indipendentemente dall'allineamento o dalla propensione di chi le stà ascoltando. Un'arma questa altrettanto letale talvolta di una spada affilata. (personale Alta psionica con effetto Medio a 360°)

Note:



Edited by vulcano1 - 28/8/2013, 19:17
 
Top
DanT&
view post Posted on 29/8/2013, 13:19






Mai contraddire una Lucciola



Shimmen lo guardò come si guarda uno di quei grossi scarafaggi, neri e lenti, che quando pesti viene fuori un liquido marroncino dalla puzza pazzesca. Oltre alla risposta talmente tanto neutrale ed apatica da lasciarlo, incredibilmente, senza parole, l'uomo dai capelli rossi aveva riservato al suo tentativo di fare conversazione uno sguardo di disprezzo che gli ricordava come i nobili adocchiano i mendicanti che chiedono l'elemosina, disturbando il loro cammino. Stronzo... Scosse la testa. Era grato a qualcuno, quel tizio, che il viaggio fosse tanto tranquillo, almeno fino adesso. Beato lui. Mickey si sarebbe volentieri preso a martellate le palle, tanto per spezzare la monotonia. Si, grazie Dio. ribatté sarcastico piegando indice e medio di entrambe le mani quando la parola dio gli uscì dalle labbra come uno sputo. Divinità? Ne aveva sentito parlare, ma pareva nessuna avesse voglia di entrare a contatto con un semplice Tuttofare. Se c'erano degli dei, si erano fino adesso tenuti ben alla larga da un miserabile della sua stazza. Beh, tanto meglio. Per fortuna c'era Hank.

Addentare la carne era stato come piantare i denti nella sella che aveva cavalcato con le chiappe fino adesso. La consistenza e l'odore erano praticamente talmente tanto uguali che si dovette trattenere dal controllare che la bardatura del cavallo fosse ancora al suo posto. Risa, chiacchere, compagnia, una pagnotta dura e granulosa come sabbia, una striscia di carne salata che lasciava sul palato un'arsura da placare immediatamente, un grosso boccale in cui stemperare il tutto pieno di un liquido scuro che dava leggermente alla testa. Cosa si voleva di più dalla vita? Mickey guardava Fanie, osservava Shimmen. La ragazza si era già attirata le attenzioni di un giovanotto che non sembrava aver mai avuto a che fare con una donna e lo spadaccino era a suo agio quanto una pecora in mezzo a un branco di lupi. La sensazione di inferiorità che provava nei confronti di quei due si attutì mentre li osservava. Perché mai? Perché non sanno godersi le cose semplici, che sono il sale ed il pepe della vita. Non sanno farlo come me, un sempliciotto. Semplice no? Sorrise trangugiando un'ennesima sorsata. Il contenitore era quasi vuoto e lui era ancora lucidissimo. Molto male.
Stava per chiederne un'altra razione quando sentì Hank interrompere la sua solita tiritera sulla poca digeribilità del rancio. Non riusciva ad andare al cesso e faceva partecipe l'intera carovana dei suoi problemi intestinali.
Prova a bere più acqua anziché riempirti di vino e...ti procurerò qualche prugna una volta giunti a- Dovette anche lui bloccare a metà la risposta seguendo l'indice del mercenario. Una grossa nube viola si avvicinava a velocità sostenuta. La sua vista era buona, ma ci mise qualche istante a capire che non era una nuvola, ma un bagliore violaceo che illuminava il cielo stellato. Niente gas quindi, che era il primo pensiero che l'aveva assalito, ma solo una miriade sterminata di Lucciole! Nel Midgard? Chiese qualcuno perplesso. E che ne so io? Ti sembro uno che si intende si insetti?
Lo sciame arrivò ronzando ed invase tutto l'accampamento. Gli animaletti zampettavano da un posto all'altro svolazzando vicino al fuoco, attorno agli uomini, posandosi sui cavalli, sui carri, sulle mani di qualcuno tanto poco schizzinoso da raccoglierle. Ad Hank non piacevano e sembravano preoccuparlo parecchio. Mickey lo guardava sorpreso, gli veniva quasi da ridere. Non udì le parole di avvertimento di Fanie. Il suo cervello lavorava troppo in fretta, ma decisamente male però. Fu proprio contemporaneamente alla donna fiorita, infatti, che urlò le sue all'indirizzo del rozzo, simpatico, mercenario sovrapponendole. Che sarà mai Hank?
Il piede destro scattò verso la più vicina. Pestarle gli pareva la cosa più immediata. Non ce l'avrebbe fatta a dormire con quegli orrori che gli zampettavano attorno.
Sono solo bagarozzi. Non ne hai mai visto? Non ci aveva neanche pensato che le lucciole solitamente emettono una luce biancastra e non viola, come queste. Non ci aveva pensato. Come al solito.


Una fiammata di ritorno gli bruciò la pianta del piede destro. La scarpa andò quasi a farsi fottere ed un dolore più che fastidioso lo assalì. Caldo, prurito, irritazione. Contrarlo per saggiarne la mobilità gli fece storcere la faccia in una smorfia di dolore. Saltellò sul piede sano tenendosi stretto quello appena ferito e toccare la parte ustionata non fece altro che peggiorare la situazione. Una serie di imprecazioni si levarono e vennero soffocate dal contemporaneo ronzio che assordò l'intero accampamento. Mai toccare il compagno di una lucciola. Forse era una specie di regola naturale. Dovevano essere molto solidali per reagire così. Magari aveva ucciso il loro re e non lo sapeva. La solita sfiga!
In men che non si dica fu il Caos.
Le lucciole, impazzite, cominciarono a fiondarsi su qualsiasi cosa fosse un palpabile bersaglio. Esplosioni e fiammate interruppero la quiete del viaggio e sciami ronzanti kamikaze impazzivano da una parte all'altra bersagliando cose e persone indifferentemente. Gente totalmente avvolta dalle fiamme corse via urlando in maniera ossessa, alcuni cercavano di rotolarsi in terra per attutire il fuoco che però non voleva saperne di spegnersi. In tutto quel trambusto, Mickey restò lì, immobile.

OH MERDA!



Un rumore assordante annunciò, in seguito all'esplosione più forte, che il carro dove c'erano Cahska e Ghessler si era rovesciato. Incendi, pericolo, uomini che scompaginavano e senza alcuna disciplina correvano impazziti. Era il delirio.
Per fortuna gli uomini del Toryu non erano da poco. Gli altri almeno, non lui. Vide Fanie infilare due dita nel terreno ed un grosso uomo albero ergersi ed accorrere in suo aiuto. Mettendo a repentaglio la sua stessa vita, l'evocazione riuscì a ribaltare il carro dentro cui la ragazza scomparve per provare a mettere in salvo il capo della spedizione. Al contempo, Shimmen aveva guadagnato una piccola altura e con voce tonante coordinava le operazioni per sedare gli incendi. Pareva un condottiero nato ed il Tuttofare per un attimo fu abbagliato da tanta sicurezza. Sembrava un leader navigato.


E lui?



Fanie uscì dal carro, ferita, e trascinarsi dietro la bambina e Ghessler. Anche quella donna era sorprendete. Gli uomini del Toryu si stavano distinguendo per abilità e coraggio, ma lui era ancora immobile indeciso sul da farsi. Come diamine poteva aiutare tutti? Il bagliore rosso della falce gli fece comprendere che doveva cercare di aiutare il più possibile. Avrebbe difeso lei e sarebbe accorso dagli uomini mettendo al loro servizio la sua forza, le braccia, le energie, qualunque cosa pur di rimettere in sesto e rettificare la situazione che stava sconvolgendo il campo. Le parole dello spadaccino erano sensate. Non le avrebbe seguite perché era lui a comandarle, ma perchè aveva bisogno di aggiustare quell'immane casino che lui stesso aveva provocato.
Lanciò la Spaccaculi all'indirizzo di Fanie e delle persone che aveva tirato fuori dall'incendio. L'enorme arma, come mossa da vita propria, volteggiò nell'aria fino, e poi attorno, ai tre creando una linea invisibile e circolare tracciata dai movimenti di grosse mani impercettibili che la governavano. Nessuna lucciola si sarebbe avvicinata, nessun altro pericolo avrebbe minacciato la sua compagna. Come l'arma che abbandonava le proprie mani, anche il dolore al piede scompariva lasciando corpo e mente sani e leggermente deliziati. Fu con un sorriso di piacere, quindi, che Mickey si lanciò nella prima catena umana formata dagli uomini. Il sudore ben presto lo ricoprì mentre i fuochi vicini provavano ad essere spenti dalle instancabili mani dei mercenari che si erano ripresi dalla confusione iniziale.
Piano piano, tutto cercava di essere riportato alla normalità, tutti cercavano di risolvere il problema.
Tutti, lui compreso, che quel problema l'aveva creato.

Sangue







CITAZIONE
• Capacità Straordinarie:
» 1 Intelligenza

• Status
Stato Fisico: Danno Basso da ustione piede dx
Stato Energetico: [100% - 0% (Nullo) = 100% Rimanente]
Stato Psicologico: Illeso
Stato Emotivo: Deliziato dal dolore, deciso a far tornare tutto alla normalità
Brama di sangue: 1

• Equipaggiamento:
» Spaccaculi: Intorno a Fanie, Cashka e Ghessler per difenderle da altri attacchi di lucciole

• Abilità Passive:
CITAZIONE
Tranquilli, tranquilli. Mickey è qui.
Ehi, gente, non preoccupatevi. Mickey è qui e adesso niente può andare storto. Ci pensa lui. Non intralciatelo, non interferite con quello che fa, semplicemente...fidatevi di lui. Tutelerà i vostri interessi in quantità direttamente proporzionale al prezzo che gli date.
In termini di gioco, l'aura del primo livello concessa dall'ammaliatore si traduce con un'innata simpatia, un sentimento di fiducia che chi circonda Mickey sarà naturalmente propenso a provare nei suoi confronti.

RED-RIVERS-REVERIE | Abilità passiva. Natura psionica. Malus annesso.
E ancora si staglia l'ombra di quello stesso potere, allacciato alla volontà di Sorrisone di tornare in campo a versare sangue, in preda ai tormenti di chi non riusciva in alcuna maniera ad andare d'accordo con coloro che lo circondavano. Un'ombra che avvolge inconsapevolmente tutti coloro che hanno impugnato, impugnano e impugneranno quest'arma maledetta. Si dice che la falce, per rilasciare la propria devastazione, si nutra della sofferenza del portatore: e tanto più il suo padrone la brandirà per assassinare il prossimo, tanto più egli si sentirà a suo agio nel farlo. Un senso macabro e perverso di rivalsa, che ad ogni suo palpitare di cuore ed assalto si intensifica. Cosa seduce di più? Il potere contenuto nell'acciaio, o quello contenuto nella nozione di poter controllare tutto - persino la vita e la morte delle proprie vittime? "Tutto è suo di diritto, per colui che si solleva per afferrarlo", forse può valere anche per la stessa anima di coloro che si parano di fronte al cammino per la propria gloria? Ogni volta che il possessore utilizzerà le precedenti abilità attive, nel turno in cui lo fa -e solo quello- egli non soffrirà né dolore dovuto a ferite fisiche né quello derivato da ferite psioniche - anzi ne sarà quasi deliziato.
In cambio, però, ogni volta che utilizza dette tecniche in lui/lei si instillerà una brama di sangue. Prima è poco significante, simile al languirono provocato da un odore invitante, ma dal terzo utilizzo in poi il possessore perderà ogni inclinazione a trovare soluzioni diplomatiche, perdonare o cessare le proprie ostilità. Dal sesto utilizzo in poi, diventerà inoltre incapace di distinguere gli amici dai nemici. È possibile, solo una volta per giocata però, purificarsi della brama di sangue accumulata, senza slot tecnica di sorta: questo però provoca un contraccolpo alla sua psiche, che viene logorata per un totale di un danno basso per ogni tecnica utilizzata. Ad esempio, dopo quattro utilizzi delle tecniche precedenti, la purificazione provocherà un danno alto alla psiche. Il danno va interpretato come stanchezza mentale, prezzo per trattenere i propri istinti. Con o senza purificazione, al termine della giocata la brama di sangue si spegnerà comunque del tutto.

• Abilità Attive:
CITAZIONE
FULFILLING - PHANTOM - FEAR | Tecnica nulla. Consumo nullo. Natura magica.
Leggende infine dicono che in realtà Bayard non sia affatto morto. A dirla tutta, diverse leggende allacciate alle figure del passato narrano una lunga vita prosperosa per i Guerrieri, perché in fin dei conti: come si può rovinare una buona storia con un finale triste? Aiuta molti a distrarsi dal dettaglio che -dopotutto- persino gli eroi prima o poi cadono. In battaglia contro un degno avversario o una canaglia, o contro le mani fredde del tempo. Sorrisone? Lui non si sa come morì. Semplicemente accadde, ed è nel suo mausoleo che fu riposta la Vermiglia, finché qualcuno non la portò via di lì. In tutto ciò, non sarebbe del tutto errato suggerire che Bayard sia ancora vivo. Magari non lui, quanto la sua essenza riverberante nella falce - nulla più che una memoria sbiadita del Guerriero che fu. E nulla meno. Niente meno che un semplice slot tecnica speso, consumo Nullo e la falce si muoverà da sola per l'intera durata del turno come se fosse impugnata da un fantasma invisibile, secondo la volontà libera e assoluta del possessore. Attacchi o azioni portate con questa tecnica non avranno valenza di tecniche di sorta, e sono contrastabili come attacchi fisici. Parimenti, l'efficacia delle azioni portate con questa tecnica sarà determinata dalle CS a disposizione del personaggio. Con il consenso del Qm o in un post autoconclusivo, è possibile utilizzare questa abilità come nulla di PK per scagliare la falce contro l'avversario, inseguendolo se necessario fino a lasciargli una ferita inguaribile o - qualora il possessore lo volesse - ucciderlo. Si è da soli, nella vita. Ed è meglio non dimenticarlo.
Ma, anche da soli dinanzi alla morte improrogabile, è possibile sorridere.

• Riassunto:
Mickey è stupito dal casino combinato. Vede le vostre abilità e resta per un momento strabiliato -e leggermente intimorito- dalla vostra forza. Cerca di capire come rendersi utile ed alla fine opta per provare ad aiutare tutti seguendo il vostro esempio e facendosi in quattro per sistemare il macello. Si sente un idiota. Manda la falce -che si muove da sola- a volteggiare intorno a Fanie per difenderla da ulteriori attacchi e poi si dirige dagli uomini secondo il suggerimento di Shimmen per spegnere gli incendi.
• Note:
Ho provato a cambiare un po' il format, spero sia gradevole la lettura.


Edited by DanT& - 29/8/2013, 15:32
 
Top
Lenny.
view post Posted on 30/8/2013, 15:56




Il cimitero dei mondi ~ Lama del tempo


[pov: Ghessler]

« Gra..grazie. Ti sono debitore. »

Ghessler non ricordava il nome della donna dalle orecchie a punta che li aveva salvati dalle fiamme. Ma era troppo sorpreso, e si sentiva ancora troppa paura addosso per riuscire a dirle qualcosa d'altro, qualsiasi cosa. Sembrava di trovarsi all'inferno. Era pieno di immagini distorte, l'inferno. Pieno di esseri mostruosi. Insetti che emanavano strane luci viola, uomini che urlavano e correvano per i carri, alcuni ridotti a cumuli di legna che si contorcevano, simili ad artigli.
Però anche all'inferno poteva accadere qualcosa di piacevole. In quel frangente Cashka, gli occhi ancora lucidi per il pianto, gli gettò le braccia al collo, stringendolo forte.

« Papà! Papà! »

Ghessler chiuse gli occhi, li riaprì. Sperò che nel frattempo fosse tutto svanito, tutto risucchiato nei suoi incubi. Invece nulla, l'inferno continuava a bruciare tutto attorno a loro, e l'abbraccio di Cashka non bastava a sorreggerlo. Ricominciò a tremare, a battere i denti. Era la febbre. Però sentire il calore della piccola bastò a rinfocolare il suo spirito, seppure di poco. Aveva ancora qualcosa, e qualcuno per cui rialzarsi e combattere.

« Sono qui, non avere paura. »

Ma il tono calmo e rassicurante di Ghessler lasciò presto il posto a un'espressione grave e preoccupata. Pian piano riuscì ad alzarsi in piedi, per avvicinarsi alla donna che li aveva salvati. Era una dei tre Toryu, adesso che ricordava meglio. Una dei pochi di cui poteva fidarsi.

« Devi portarla al sicuro, il più lontano possibile da qui. Devi farlo ora, te ne prego. »

Cashka rispose scoppiando nuovamente in lacrime, ma Ghessler si costrinse ad ignorarla. Teneva a Cashka più della sua stessa vita, e non poteva permetterle di restare in quel posto così pericoloso. Anche perché teneva molto anche alla Lama del Tempo. E nessuno nel campo poteva sapere quanto le due fossero collegate..

« Ah, dimenticavo. Avevo qualcosa vicino a me, nella carrozza, un piccolo scrigno in mogano nero. Ne sai niente? »

Cashka si guardò attorno, chiedendosi dove lei e la donna dalle orecchie a punta sarebbero potuti fuggire, nel buio della notte. Non riuscì a distinguere altro che la cima di una collina. Non aveva importanza quale, in quei posti sembravano tutte uguali. Eppure, su quella collina, qualcosa si ergeva sul margine del nulla.
Una sagoma vagamente umana. Completamente circondata da miriadi di quei lucenti esserini viola.
Cashka si strofinò le palpebre, incredula.
La figura era svanita.

__ _ __


[pov: Frink ]

Tutto procedeva secondo i piani.
Le lucciole di Eru erano il segnale che lui attendeva, indicava che presto i suoi fratelli sarebbero calati sull'accampamento umano come un branco di lupi affamati su un gregge di pecore. Frink non avrebbe dovuto aspettare ancora molto. Lo sapeva, riusciva a sentirlo nell'aria.
La morte, la grande morte, era vicina.
Il suo aspetto umano gli aveva permesso di confondersi tra gli altri, sin dalla prima spedizione tra le Montagne Maledette. Era stato bravo, aveva addirittura finto di essere un umano idiota. Gli era riuscita bene. Dopotutto, un genio può liberamente fingersi un idiota, mica il contrario.
Adesso non restava che sfruttare l'incursione delle lucciole di Eru per seminare ancora più disordine e caos tra gli uomini di Ghessler. Per prima cosa aveva eliminato Hank, uno dei pochi che non si era lasciato intimorire dagli insetti esplosivi. E poi non era mai riuscito a digerirlo, quel vecchio pallone gonfiato. Comunque, subito dopo di lui sarebbe toccato a Kragas, il capo della guardia. Così avrebbe preparato alla perfezione il campo di sterminio per i suoi fratelli.
Ma le direttive lanciate da quello spadaccino, Shimmen Kasumaki, riuscirono a rimettere in riga alcuni uomini e assieme agli ordini di Kragas poterono coordinarsi per allestire una difesa sin troppo valida. Frink era ancora da solo, e aveva avuto la netta sensazione che gli occhi di Shimmen si fossero posati su di lui, mentre aveva colpito Hank. Da solo non poteva farcela. Doveva nascondersi, in attesa dell'arrivo dei Korps.
Così senza tanti fronzoli si portò dietro uno dei carri ancora in piedi e da lì, gambe in spalla, si lanciò nell'oscurità del Mare Roccioso del Midgard.

Fanie: Ghessler riprende i sensi, e dopo poco ti chiede di portare sua figlia al sicuro in un posto abbastanza lontano dall'accampamento. Oltre a ciò, ti chiede che fine ha fatto il suo scrigno.

Shimmen: L'organizzazione riesce pian piano a prevalere sugli incendi -anche se resta ancora del lavoro da fare. Le lucciole sono ridotte a una ventina circa. Uno dei mercenari si avvicina a Shimmen per avvertirlo, come richiesto, della fuga di uno dei suoi compagni. Indica Frink, lontano quasi una ventina di metri, intento a correre verso la distesa del Mare Roccioso. Scegli se inseguirlo personalmente o fare qualsiasi altra cosa.

Mickey Scegli se accompagnare Fanie , aiutare Shimmen o Kragas a sedare gli incendi.

Rispondete in Confronto.


Edited by Lenny. - 12/9/2013, 15:36
 
Top
Fanie Elberim
view post Posted on 1/9/2013, 01:06





Il Cimitero dei Mondi - Lama del Tempo


Ghessler stava bene e ciò mi rincuorava molto. Non avevo capito chi ci avesse protetto mediante una falce animata volteggiante ed, in quel momento, era anche l'ultimo dei miei bisogno saperlo. Il mercante pareva più interessato a sapere se avevo recuperato la piccola scatola che portava con se della sua stessa incolumità, una cosa abbastanza ridicola sotto diversi aspetti per me, ma senza indugio gli risposi. « Quella scatola si, l'ho presa dalle fiamme perché credevo fosse importante visto che la tenevi così stretta, l'ho messa proprio qui. » lasciai che la riprendesse senza alcun problema e poi, a metà tra l'incredulo ed il perplesso, lo ascoltai chiedermi di potare la piccola Cashka lontano dalla carovana. Quello attorno a noi era un luogo apparentemente disabitato, brullo, privo di fonti d'approvvigionamento di qualsiasi tipo e con possenti escursioni termiche tra il giorno e la notte: il posto peggiore sulla faccia del pianeta dove portare una bambina indifesa ed impaurita. Cercai di far desistere Ghessler. « Ma dove possiamo andare? Siamo nel metto di un territorio sconosciuto, non è più sicuro restare con gli altri? ». Ero decisamente sorpresa, stupita e allibita al tempo stesso. Dall'espressione del mercante qualcosa mi diceva che non c'era tempo da perdere, era rimasto inflessibile sulla sua idea e temevo che se fossi rimasta li troppo a lungo avrei pagato il prezzo della mia negligenza. Anzi, sarebbe stata la piccola a pagarlo, e non potevo permettermelo. « Non se "gli altri" sono sotto attacco. Ti prego, non mi perdonerei mai se mia figlia venisse ferita da uno di quei mostri. Trova un posto più sicuro e resta con lei fino a quando la situazione non migliora. » poi sospirò ed aggiunse una semplice frase.
« Fate presto. »



Mi abbassai perché la piccola potesse guardarmi in volto senza doversi sforzare, le passai delicatamente una mano sulla testa dicendole con voce tranquilla. « Ti va di andare un poco in giro con me? Guarda, ti presento Vraal, è la mia pantera, credo che gli piacerai. » la panterina, nel frattempo, era sgusciata furtivamente tra le gambe dei soldati correndo all'impazzata verso la sua sacca da viaggio e, una volta arrivata, aveva iniziato a scalare la mia veste. Decisi di prendere in braccio Cashka per evitare che inciampasse o si ferisse nel caso avessi dovuto correre ed a lei non parve dispiacere. Si presentò come si conviene ad una signorina della società borghese ed io feci altrettanto, lasciando che si distraesse facendo una carezza a Vraal. Sentivo il tempo sempre più corto, dovevo muovermi ed eseguire il compito che mi era stato assegnato, era come se nell'aria fosse in arrivo una tempesta e più tempo passavo li senza fare nulla, maggiore era il rischio che mi colpisse in pieno con la piccola in braccio. Di cosa fosse fatta questa tempesta, tuttavia, non riuscivo a definirlo ed era questo il dettaglio che mi inquietava maggiormente, attanagliandomi il cuore.

Nonostante le ferite ero consapevole che sia io sia la piccola, senza acqua, non saremo sopravvissute tre ore durante il giorno, quindi feci per andare verso il carro cisterna da cui gli uomini stavano attingendo per spegnere gli incendi. C'erano abbastanza otri e borracce in bella vista, ma quando tentai di avvicinarmi abbastanza due lucciole si gettarono a capofitto sulla piccola costringendomi a farle scudo col mio corpo. Entrambe gli insetti esplosero nella mia schiena, bruciando la corazza e danneggiando non poco il tessuto cutaneo nascosto dalla cotta di maglia. Il dolore mi fece stringere i denti e non urlai solo per evitare che la piccola si spaventasse troppo. Nella sua innocente dolcezza mi chiese se stessi bene e, con uno sforzo indicibile nonostante la mia costituzione coriacea, le sorrisi.
« Non ti... preoccupare, sono forte! »
Il lato positivo di tutte quelle ferite, a parte l'essere lontane dalle gambe e quindi non intralciarmi nei movimenti, era la loro natura di ustione: in quel modo non avevo perso sangue e non rischiavo di svenire a lungo termine o di spaventare a morte Cashka con brutte immagine sanguinolente. Nondimeno, però, facevano male, molto male, e dovevo prestare la massima attenzione a dove mettevo i piedi in quel luogo tanto inospitale. Se fossi caduta per la piccola non ci sarebbero state speranze. Cacciai via questi pensieri negativi afferrando di prepotenza due borracce d'acqua e, nel farlo, spintonai ferocemente uno dei mercenari che si agitava come un forsennato per afferrare un secchio. Gettai le borracce nella sacca, col disappunto di Vraal, iniziando a guardarmi intorno per decidere dove andare. Ogni luogo mi sembrava una trappola mortale, sconosciuto e solitario, dove poteva esserci un problema o un nemico dietro ogni angolo ed ero praticamente certa che la mia nemesi in quel posto sarebbe stato il clima avverso. Poteva essere un luogo adatto a far la fine del topo, schiacciato nella propria tana, ma decisi di andare verso il promontorio per trovare rifugio in una grotta. Era una situazione pessima, lontano dai fuochi la temperatura era calata drasticamente e Cashka rischiava di avere grossi problemi visto che indossava solamente il misero vestito con la quale l'avevo salvata dentro il carro in fiamme. Arrivata sulla cima del promontorio, oramai prossima a trovare un rifugio, ci raggiunse anche il biondo coi capelli a spazzola, Mickey, che silenzioso trovò posto assieme a noi in un anfratto. I rumori del campo erano lontani, le urla dei mercenari non si sentivano praticamente più, ed in quel silenzio totale potevo ascoltare il battito ritmico del cuore della fanciulla che stringevo tra le braccia. Era così che doveva sentirsi una madre, pensavo, tenendo in braccio il frutto del suo amore. Mi sfilai la giacca di pelle un poco bruciacchiata dalle fiamme, avvolgendovi la piccola per difenderla dal freddo e lasciando che Vraal le si accoccolasse in grembo per riscaldarla. Non potevo accendere un fuoco, altrimenti esserci nascosti sarebbe stato inutile, e non potevo nemmeno usare la magia per illuminare l'ambiente. Mi sentivo impotente più di ogni altra cosa ed ogni istante il mio pensiero saettava sul benessere di lei. Scambiai una serie di sguardi silenziosi con Mickey, incerta, per poi attendere.

Udii dei passi, dapprima credetti che fosse solo un'allucinazione uditiva creata dalla soggezione e dal timore, ma poi mi parve di capire che anche il mio compagno avesse udito qualcosa e mi portai istintivamente l'indice della mano destra sulle labbra per dirgli di fare silenzio assoluto e, almeno stavolta, parve voler dare ascolto alle mie raccomandazioni. Abbassai di nuovo la mano, stringendola sulla lancia e tenendo stretta a me la piccola col braccio sinistro. Ero pronta a tutto pur di difenderla, ma le sue parole mi colpirono nel profondo, come una pugnalata gelida in una giornata torrida, come un dolore improvviso, lancinante.
« Non lasciarmi da sola..ho paura. » ed il cuore mi si strinse fino quasi a smettere di battere. Un nodo stretto all'inverosimile mi si formò in gola, impedendomi di rispondere subito... avevo paura. Paura di non riuscire ad adempiere a quella richiesta. « Non ti lascio. »



Serrai la mano sulla lancia, chiunque fosse non mi avrebbe trovata impreparata.

• Capacità Straordinarie:
» 2 Robustezza 2 Tenacia / 2 Agilità 2 Prontezza (Avatar)

• Status
Stato Fisico: Medio (Ustione/Contusione diffusa) Medio (Ustione alla schiena)
Stato Energetico: 80%
Stato Psicologico: Illesa
Stato Emotivo: Impaurita, decisa però a proteggere Cashka.

• Equipaggiamento:
» Lancia Elfica: Lancia corta da combattimento (Mano Dx)
» Unghie Affilate (Nekote): Guanti con piccole e taglienti unghie di metallo (Indossati)
» Corazza di Anelli: Corazza di anelli molto leggera indossata sotto alle vesti normali (Indossata)

• Abilità Passive:
» Driade: Passiva di timore reverenziale dovuta alla razza Avatar. Le persone provano generalmente una certa reverenza o un istinto particolare, di solito in positivo, nei confronti di Fanie.

• Abilità Attive:
///

• Note:
» Riportato dal confronto aggiungendo le parti emotive e tagliando alcuni dialoghi per rendere meno segmentato il testo (I dialoghi sono comunque riportati nel testo sotto forma di narrazione continuativa chiaramente)
 
Top
DanT&
view post Posted on 1/9/2013, 21:58






Passeggiate notturne



Il sudore colava veloce in rivoli. Dalle tempie, dalla fronte, si gettava sul volto inondandogli gli occhi di salato e costringendolo a strizzare le palpebre più del normale generando lacrime involontarie. Il fumo acre gli pungeva le narici e ritmicamente il corpo era scosso da una tosse che non gli dava tregua, ma che comunque non era in grado di fermarlo. Mickey, mercenario appartenente al Toryu, pareva instancabile. Sembrava indemoniato. Muoveva le braccia come un forsennato continuando a svuotare secchi di legno colmi d'acqua sulle fiamme che piano piano cominciavano ad essere domate dalle azioni dell'uomo. Le catene di persone che si erano organizzate dopo gli ordini impetuosi di Shimmen stavano dando i loro frutti e la scorta della carovana, solamente adesso, stavo riportando ordine nel campo che si era organizzato in tutta tranquillità per superare una notte difficile da dimenticare. Concentrato nel suo compito, il Tuttofare non riusciva a pensare a niente. Una muta risposta gli arrivava ad ogni domanda che inviava al cervello al contrario del solito, quando di risposte gliene arrivavano persino troppe e non richieste. Senza una parola, quindi, cercava di dimostrare coi fatti che era lì, pronto ad aiutare, ma dubitava che il resto della compagnia sorvolasse sul fatto che il responsabile di tutto quel casino era, semplicemente, lui. La stupidità con cui aveva agito aveva generato la situazione in cui si trovavano, ed anche se qualcuno di accorto avrebbe potuto obiettare che era solo una questione di tempo prima che uno qualunque uccidesse una lucciola assassina esplosiva viola, il Faccendiere non si illudeva essendo perfettamente conscio che la massa non avrebbe esitato ad additarlo. Cazzi loro. Protestò ad alta voce.
Non si poteva tornare indietro nel tempo. E allora? Tanto valeva darsi da fare per calmare gli animi mostrando un bel po' di buona volontà.

Brama


L'ultima fiamma ribelle si placò, estinguendosi in uno sbuffo di vapore che si nebulizzò verso l'alto, raggiungendo le stelle. Deterse il sudore dalla fronte, sospirando. Quella era andata.
Le parole dello spadaccino rosso, intanto, lo avevano raggiunto.
Sollevò il capo. Fanie stava bene, o quasi. Era con Ghessler, che si era ripreso, e con la figlia Cahska. I tre confabulavano e non riusciva a sentirli con tutto il trambusto che ancora animava il campo. In ogni caso, non sembravano aver più bisogno della Spaccaculi. Come richiesto, quindi, la falce si mosse lontano da loro, tenendo a distanza di sicurezza le poche altre lucciole sopravvissute.
Non ne erano rimaste molte, a dire il vero, ma era meglio non facessero altri danni. Si diede da fare aiutando due uomini a spostare un ferito su una barella improvvisata, a portarlo lontano dalle ultime fiamme. Avanti, poggiamolo qui. Probabilmente era meglio organizzare una postazione di prima medicazione per i più gravi. Era quasi sicuro, chissà perchè, che l'elfa conoscesse un qualche rimedio naturale per curare qualuno e prestargli soccorso. Fu per questo che, cercandola nuovamente con lo sguardo, la vide fargli un cenno che lo spronò a raggiungerla.
Si stava allontando da Ghessler portando Cashka in braccio con sè. La vide dirigersi verso il carro cisterna, forse per abbeverarsi. Ciò che successe lì fu tanto veloce da non dargli neanche un istante per reagire. Due delle lucciole sopravvissute si levarono ronzando sonoramente e puntarono in direzione della bambina mirando ad esplodere addosso alla piccola senza tanti complimenti.
Mickey stese il braccio destro. Sentiva la fresca aria della notte battergli sulla faccia ancora accaldata mentre correva in direzione della compagna che, eroicamente, si frapponeva con la schiena tra le attentatrici e la figlia del capo della spedizione. Due fiammate la colpirono lasciando sicuramente delle brutte ustioni che comunque l'elfa non diede a vedere. Porca puttana! Il Tuttofare la guardò con un misto di stupore ed ammirazione. Tra i tre componenti inviati da Basiledra, pensava fosse più un peso che altro, forse per il fatto che era una donna, ma fino adesso era quella che si era rivelata più utile, più dotata e decisamente più forte sia fisicamente che moralmente. Persino ferita, non vacillava probabilmente per non spaventare Cashka. Lui al posto suo avrebbe tirato giù ogni divinità del cielo con ogni sorta di bestemmia. La falce tornò in mano al suo proprietario, scivolandogli nel pugno aperto e trasmettendogli un brivido di piacere che gli fece, per un attimo, dimenticare ogni pensiero.

Uccidi


Le raggiunse mentre erano ormai quasi giunte in cima ad un promontorio che si trovava a Nord dell'accampamento. Non aveva idea del perchè Fanie stesse portando la bambina lontano da tutto e tutti. Il silenzio della notte era ovattato interrotto solamente dai loro passi, ed il biondo non era granchè in vena di fare discussioni. Senza contare il fatto che vedere la compagna ferita lo faceva sentire una merda, visto che era tutta colpa sua. La seguiva, quindi, senza fare domande. Avrà le sue ragioni. Che sicuramente in seguito gli avrebbe spiegato. Si sistemarono tutti e tre in un anfratto, silenziosi. Gli sguardi che i due adulti scambiavano frequentemente erano carichi di apprensione mentre l'elfa si sfilava la giacca e ci avvolgeva dentro la bambina.
Totalmente al buio, rintanati e nascosti come dei ladri, rizzarono le orecchie appena il rumore di alcuni passi interruppe il silenzio immoto che li circondava. Fanie si premette un dito sulle labbra e Mickey stavoltà la ascoltò. Un cenno di assenso. Ricevuto.
Si trattava di un solo individuo. Loro erano in due, stanchi, feriti, ma pronti a tutti. Notò l'elfa stringere la lancia col pugno.
Un brivido lo percorse come una scarica elettrica d'adrenalina. Era pronto a tutto pur di impedire che la donna si ferisse nuovamente per colpa sua. L'acciaio della falce gli rimandava una sensazione di gelo che mai aveva sentito prima. Pareva fremere anche lei dall'eccitazione.
Ti aspettiamo...




CITAZIONE

q8qu


• Capacità Straordinarie:
» 1 Intelligenza

• Status
Stato Fisico: Danno Basso da ustione piede dx
Stato Energetico: [100% - 0% (Nullo) = 100% Rimanente]
Stato Psicologico: Illeso
Stato Emotivo: Teso, pronto a reagire con violenza
Brama di sangue: 2

• Equipaggiamento:
» Spaccaculi: In mano, equipaggiata e pronta all'uso

• Abilità Passive:
CITAZIONE
Tranquilli, tranquilli. Mickey è qui.
Ehi, gente, non preoccupatevi. Mickey è qui e adesso niente può andare storto. Ci pensa lui. Non intralciatelo, non interferite con quello che fa, semplicemente...fidatevi di lui. Tutelerà i vostri interessi in quantità direttamente proporzionale al prezzo che gli date.
In termini di gioco, l'aura del primo livello concessa dall'ammaliatore si traduce con un'innata simpatia, un sentimento di fiducia che chi circonda Mickey sarà naturalmente propenso a provare nei suoi confronti.

RED-RIVERS-REVERIE | Abilità passiva. Natura psionica. Malus annesso.
E ancora si staglia l'ombra di quello stesso potere, allacciato alla volontà di Sorrisone di tornare in campo a versare sangue, in preda ai tormenti di chi non riusciva in alcuna maniera ad andare d'accordo con coloro che lo circondavano. Un'ombra che avvolge inconsapevolmente tutti coloro che hanno impugnato, impugnano e impugneranno quest'arma maledetta. Si dice che la falce, per rilasciare la propria devastazione, si nutra della sofferenza del portatore: e tanto più il suo padrone la brandirà per assassinare il prossimo, tanto più egli si sentirà a suo agio nel farlo. Un senso macabro e perverso di rivalsa, che ad ogni suo palpitare di cuore ed assalto si intensifica. Cosa seduce di più? Il potere contenuto nell'acciaio, o quello contenuto nella nozione di poter controllare tutto - persino la vita e la morte delle proprie vittime? "Tutto è suo di diritto, per colui che si solleva per afferrarlo", forse può valere anche per la stessa anima di coloro che si parano di fronte al cammino per la propria gloria? Ogni volta che il possessore utilizzerà le precedenti abilità attive, nel turno in cui lo fa -e solo quello- egli non soffrirà né dolore dovuto a ferite fisiche né quello derivato da ferite psioniche - anzi ne sarà quasi deliziato.
In cambio, però, ogni volta che utilizza dette tecniche in lui/lei si instillerà una brama di sangue. Prima è poco significante, simile al languirono provocato da un odore invitante, ma dal terzo utilizzo in poi il possessore perderà ogni inclinazione a trovare soluzioni diplomatiche, perdonare o cessare le proprie ostilità. Dal sesto utilizzo in poi, diventerà inoltre incapace di distinguere gli amici dai nemici. È possibile, solo una volta per giocata però, purificarsi della brama di sangue accumulata, senza slot tecnica di sorta: questo però provoca un contraccolpo alla sua psiche, che viene logorata per un totale di un danno basso per ogni tecnica utilizzata. Ad esempio, dopo quattro utilizzi delle tecniche precedenti, la purificazione provocherà un danno alto alla psiche. Il danno va interpretato come stanchezza mentale, prezzo per trattenere i propri istinti. Con o senza purificazione, al termine della giocata la brama di sangue si spegnerà comunque del tutto.

• Abilità Attive:
CITAZIONE
FULFILLING - PHANTOM - FEAR | Tecnica nulla. Consumo nullo. Natura magica.
Leggende infine dicono che in realtà Bayard non sia affatto morto. A dirla tutta, diverse leggende allacciate alle figure del passato narrano una lunga vita prosperosa per i Guerrieri, perché in fin dei conti: come si può rovinare una buona storia con un finale triste? Aiuta molti a distrarsi dal dettaglio che -dopotutto- persino gli eroi prima o poi cadono. In battaglia contro un degno avversario o una canaglia, o contro le mani fredde del tempo. Sorrisone? Lui non si sa come morì. Semplicemente accadde, ed è nel suo mausoleo che fu riposta la Vermiglia, finché qualcuno non la portò via di lì. In tutto ciò, non sarebbe del tutto errato suggerire che Bayard sia ancora vivo. Magari non lui, quanto la sua essenza riverberante nella falce - nulla più che una memoria sbiadita del Guerriero che fu. E nulla meno. Niente meno che un semplice slot tecnica speso, consumo Nullo e la falce si muoverà da sola per l'intera durata del turno come se fosse impugnata da un fantasma invisibile, secondo la volontà libera e assoluta del possessore. Attacchi o azioni portate con questa tecnica non avranno valenza di tecniche di sorta, e sono contrastabili come attacchi fisici. Parimenti, l'efficacia delle azioni portate con questa tecnica sarà determinata dalle CS a disposizione del personaggio. Con il consenso del Qm o in un post autoconclusivo, è possibile utilizzare questa abilità come nulla di PK per scagliare la falce contro l'avversario, inseguendolo se necessario fino a lasciargli una ferita inguaribile o - qualora il possessore lo volesse - ucciderlo. Si è da soli, nella vita. Ed è meglio non dimenticarlo.
Ma, anche da soli dinanzi alla morte improrogabile, è possibile sorridere.

• Riassunto:
Mickey aiuta gli altri a spegnere gli incendi, sente Shimmen e gli invia la falce. Poco dopo nota il cenno di Fanie e cerca di raggiungerle quando si accorge che la bambina è sotto attacco. Richiama la falce e si unisce alle due al promontorio, nascondendosi con loro e facendo silenzio. Adesso è pronto ad accogliere in maniera calda i passi che si stanno avvicinando.
• Note:
Post un po' piatto. Spero di riscattarmi nei prossimi turni con qualcosa di più movimentato per Mickey. Mi riservo l'edit per cambiamenti di stile, battitura e fix di errori di codice, ma non di contenuto.


Edited by DanT& - 2/9/2013, 01:12
 
Top
view post Posted on 6/9/2013, 12:21
Avatar

Competitore
·····

Group:
Member
Posts:
2,234

Status:


Parlato mercenario

pensato mercenario

Capo laggiù!
Il dito del mercenario indicò la chiara figura di un uomo in fuga stagliarsi a quasi venti metri di distanza, nitida contro lo sfondo scuro della notte non illuminata dai fuochi. Lo riconobbi subito, quell’uomo, per le vesti scure e strette, impresse a fuoco nella mia memoria da ore di sorveglianza di quella fonte costante di ostilità e stoltezza: Frink ovviamente e una domanda a cui dare risposta.
Dove crede di andare?
Non esistevano molti posti sicuri nel Midgard, soprattutto di notte, soprattutto durante un attacco … occorreva far luce su quella faccenda per conoscere un nemico che, a quanto pareva, aveva insinuato i suoi tentacoli fin tra le nostre fila e non intendevo comunque permettere che riuscisse a cavarsela così facilmente dopo aver provocato tutto.
Poteva essere un notevole problema.
Mi guardai attorno alla luce rossastra e tremolante delle fiamme, scorgendo il l’uomo con la falce pochi metri più in là come una scura figura di contrasto al chiarore. L’accampamento era decisamente più sotto controllo ora e grazie agli ordini combinati miei e di Kragas era persino ricomparsa una parvenza di ordine nelle azioni della scorta.
Tuttavia rimanevano ancora lucciole e fuochi da spegnere, una cosa di cui pensai che Falce Volante potesse benissimo occuparsi in mia assenza: avvicinatomi scambiai quindi con lui poche rapide frasi, ordinandogli di provvedere in mia assenza alla sicurezza dei soldati impegnati a domare gli incendi e poi mi mossi in un attimo come era costume del mio clan quando andava di fretta, ricomparendo per un istante una quindicina di metri più in la.

Il mercenario che un istante prima si trovava al mio fianco, un uomo il cui nome mi ero dimenticato ben presto dopo la presentazione all’inizio del viaggio, strabuzzò gli occhi e mosse le labbra cercando di esprimere a parole il suo stupore … erano tutti così quelli del clan Toryu? In cosa era finito lui tra lucciole che esplodevano, falci che volavano e uomini che sembravano uguagliare la velocità del lampo?
Per un attimo non seppe che fare, sconvolto dalla subitaneità dell’azione, se corrergli dietro o aiutare gli altri con i fuochi ma fu veramente il pensiero di un momento; bastò un ordine perentorio di Kragas che diceva di avercela quasi fatta a spegnere le fiamme per riportarlo di corsa verso i suoi due compagni che pattugliavano ancora il perimetro dell’accampamento. Anche se il Toryan era dotato di quelle capacità incredibili era pur sempre vero che non era invincibile e che non si sapeva chi, o che cosa, li stesse attaccando.
Due uomini combattono meglio di uno e non mi va di lasciare qualcuno da solo se si aggira al di fuori dell’accampamento.
Pensò, decidendo in fretta una strategia da seguire: era ovvio infatti che corrergli dietro era decisamente improponibile vista la velocità con cui quello Shimmen Kasumaki era in grado di spostarsi.
Prendo un cavallo e lo seguo!
Gridò alle altre vedette correndo poi a rotta di collo verso il recinto dove sapeva trovarsi il suo animale, sellandolo velocemente.
Voi continuate fare attenzione qui.
Seguite gli ordini.

Nel frattempo, ricomparso con secondo balzo al limitare della luce dei fuochi in via di estinzione, proprio dietro il fuggitivo, sferrai un gran colpo di katana verso il basso, mirando a ferire la gamba di Frink al tendine del ginocchio, un punto vulnerabile, affinché non potesse proseguire.
La tua fuga finisce qui, assassino e traditore.
Ringhiai vibrandogli fulmineamente un secondo colpo, un rapido montante al polso destro con la wakisashi per disarmarlo dal pugnale che ancora teneva in mano.
Non si scappa. Dopo quel che è successo a Shakan non perdonerò mai un traditore dei propri compagni ... ma prima dovrai parlare. Oh si, parlerai carogna che non sai altro!
Poi gli puntai addosso entrambe le armi e continuai la mia frase sullo stesso tono ringhiante.
Ora mi dirai dove stavi fuggendo e perché e mi dirai anche chi ti ha dato l’incarico di impedirci di arrivare a destinazione. Sono opera tua le lucciole vero? O di qualche tuo compagno nascosto qui in giro? Parla, o sei un uomo morto!

<span align="center" style="display:block">CS: 1 Velocità e 1 Maestria
Danni fisici subiti: 0/16
Danni mentali subiti 0/16
Energia: 70%

Abilità passive
Danzerò in battaglia Con una quantità Variabile di energia può spostarsi in maniera tanto veloce da risultare invisibile agli occhi durante lo spostamento e può farlo con una prontezza di riflessi tale da rasentare le più banali capacità di precognizione, come se fosse impossibile coglierlo di sorpresa. (Personale 3°, difesa variabile + passiva dominio absolute difence) Resisterò alle ferite .... Inoltre un guerriero non cederà alle ferite, imparando a sopportare il dolore ed a spingere il suo corpo ad azioni che ad altri in quelle condizioni sarebbero impossibili. Potrà infatti combattere efficacemente anche se il suo corpo fosse danneggiato in maniara notevole, purchè non gli venga tagliato un arto, trafitto il cuore o qualcosa del genere anche se ovviamente questo non farà altro che aggravare ancora di più la ferita ... un prezzo equo comunque se l'alternativa è la morte. Infine grazie alla sua deternimazione è riuscito ad apprendere tecniche ben al di sopra del proprio livello, potendo godere dell'accesso a pergamene di un livello superore a quello normalmente consentito per la sua energia. (passiva personale 5° + passiva raziale orco + Cristallo del Potere) Agirò senza limiti ... Grazie al suo addestramentio Shimmen ha cominciato a trascendere i limiti umani per quanto riguarda le possibilità di disporre a piacimento del proprio corpo in fatto di movimento. Infine il corpo di Shimmen non sarà più soggetto alle normali leggi della fisica, potendo compiere prodezze di forza, equilibrio, coordinazione o agilità impossibili per un normale essere umano e potrà farlo con facilità, spingendo le limitazioni fisiche ben più lontano di quanto sia immaginabile. Questi effetti però varranno unicamente su di lui: ad esempio potrà effettuare un salto di una decina di metri ma non potrà mai riusicre a spingere via un avversario di altrettanto anche se apparentemente la forza richiesta è la stessa. (personale passiva di acrobazie impossibili). Vigilanza Gli occhi di un Frémalis non sono quelli nel cranio, ma quelli nel petto - lì dove dovrebbe trovarsi il cuore. Vigilanza è un termine che definisce perfettamente la primissima virtù che una sentinella deve possedere per poter diventare ciò che il suo popolo richiede. Questo è perché l'anziana Nazelèn non ha mai ceduto il posto ad altri, né altri hanno sentito il bisogno di rimpiazzarla: la ferita di Kvahn l'ha privata della vista, ma non dell'elasticità nei movimenti o tanto meno dell'istinto animale di chi sa combattere sia in duello che in battaglia. Shimmen potrà come fece a suo tempo la Foresta, percepire l'ostilità insita in chi lo circonda, stimando in pochi istanti se qualcuno rapprensenti un pericolo per la sua persona e nel caso quanto questo pericolo sia incombente. Potrà farlo anche se gli elementi ostili non sono entro il suo raggio visivo, individuandoli immediatamente. [Personale passiva data dalla quest Somnus Nemoris: Auspex basato sull'istinto e sulle intenzioni di chi lo circonda, potendo percepire quindi se è ostile o meno pur senza bisogno di contatto visivo - come un sesto senso + pergamena Sensi Sviluppati]

Abilità Attive
- Danzerò in battaglia ... Con una quantità Variabile di energia può spostarsi in maniera tanto veloce da risultare invisibile agli occhi durante lo spostamento e può farlo con una prontezza di riflessi tale da rasentare le più banali capacità di precognizione, come se fosse impossibile coglierlo di sorpresa. La tecnica comunque è una semplice variabile difensiva che può essere usata anche per gli spostamenti. (Personale 3°, difesa variabile + passiva dominio absolute difence)

Note
Inseguo Frink usando 2 volte la mia variabile difensiva a costo Basso e sfero 2 colpi fisici uno alla gamba destra e l'altro al polso che tiene il pugnale.

 
Top
Lenny.
view post Posted on 7/9/2013, 11:16




Il cimitero dei mondi ~ Lama del tempo


[pov: Eruvanyë]

Un vento tagliente e gelido dilagò nella desolazione del Midgard, trascinando grovigli di rovi. Urlò attraverso l'estensione del Mare Roccioso, ammassando silice color della cenere, andò a disgregare i detriti dell'accampamento umano.
Eruvanyë emerse nel vento nero. Si allontanò di tre, quattro passi dall'anfratto scavato nella terra dove erano nascosti due umani, una piccola fiera e lei. Aveva riconosciuto da lontano le loro essenze vitali, aveva percepito sin dall'inizio la presenza di una sua simile mischiata tra quei patetici feticci degli uomini. Tra i poteri che le aveva donato la Fortezza Errante, vi era quello di riconoscere le pulsanti essenze delle creature viventi, e dei manufatti magici nelle vicinanze. Ecco perché lei si trovava lì, mentre gli altri avevano assalito la carovana. Gli altri semplicemente non potevano sapere.

« Ettul selli.* »

Non si voltò. Sapeva quello che avrebbe visto, e sapeva di essere vista, a sua volta. Eru avanzò nel granito, e il vento la seguì come un sospiro maligno. Refoli di polvere scivolarono sule sue gambe nude, dalla muscolatura modellata. Un tempo appartenevano a un'elfa delle foreste, e adesso appartenevano a un soldato di RotteNhaz. L'armata del Beccaio aveva messo a ferro e fuoco il suo villaggio nelle terre del nord, anni prima. Molti erano morti. Altri erano fuggiti. Pochi erano rimasti. Tra le file dei Korps.
Eru guardò dentro la notte.

« Inx maka'lle. Amin beth.* »

Aveva parlato con voce calma, pacata, in una lingua che solo l'altra avrebbe potuto comprendere. L'altro umano era solo una mal tollerata seccatura. Eru trovava inconcepibile che un altro esponente della sua antica razza fosse caduta così in basso da prestare servizio a un'altra così degenere, così inferiore. Di certo non erano due elfe comuni, nessuna delle due. Da quando Eru portava su di sé il marchio del Beccaio, e il suo corpo e il suo spirito erano mutati, si erano evoluti in qualcosa di più forte e più fiero di prima. L'altra..poteva percepire in lei l'essenza di una razza molto più antica, molto più sacra.
Si voltò, ombra nera messa in luce dagli incendi lontani. Solo allora lungo le vesti scure e tra i capelli i quattro avrebbero potuto scorgere lo zampettare e lo svolazzare frenetico di insetti sin troppo familiari. Un piccolo turbinare di luci violacee avrebbe finalmente fatto comprendere da chi, le oscure lucciole, fossero state evocate.

2wbyo1c

« Il mio nome è Eruvanyë. Consegnatemi la bambina, e non vi sarà fatto alcun male. »


__ _ __


[pov: Frink ]

Frink rovinò malamente a terra, senza riuscire a trattenere una acutissima smorfia di dolore. Lo spadaccino rosso lo aveva raggiunto con una rapidità sorprendente, per poi ferirlo e disarmarlo senza alcuna esitazione. Fring non era un uomo di guerra, né uno abbastanza potente da fronteggiare una tale ferocia. Era solo una recluta dei Korps con l'elementare compito di seguire osservare, comunicare. Non sarebbe riuscito a far fuori Shimmen pugnalandolo alle spalle con la stessa facilità con cui aveva eliminato Hank, questo ormai era chiaro. tutto ciò che gli restava da fare era prendere tempo. Finché gli altri non fossero arrivati. Montag, SkinMan, Eru, i veri Korps avrebbero schiacciato lo spadaccino rosso con la stessa noncuranza con cui si schiaccia un insetto.

« Tu non sai di cosa parli, povero illuso. »

Ridacchiò nervosamente, facendo leva sulla gamba sana per portarsi in ginocchio. Lentamente, cautamente, riuscì a rialzarsi, a fissare Shimmen Kasumaki dritto negli occhi. Lentamente, la mancina scivolò in una falda della giubba, stringendosi attorno qualcosa. Non poteva permettersi di combattere con una mano sola -dato che la destra era ferita- ma, forse, avrebbe potuto combinare qualcosa grazie al suo ingegno.

« È a te che conviene fuggire! Presto i Korps saranno qui e per voi sarà...eccoli infatti, eccoli lì che arrivano! »

Esclamò frenetico, puntando l'indice verso un imprecisato punto del paesaggio alle spalle dello spadaccino rosso. Ovviamente Shimmen, voltandosi, non avrebbe scorto nulla di differente nell'infinita desolazione del Mare Roccioso, ma avrebbe perso quel preciso istante, quel battito di ciglia così importante per Frink da poter ribaltare le sorti dello scontro. Il giovane assassino infatti sfruttò subito l'occasione -che l'inganno fosse andato a segno o meno- per gettare una piccola sfera grigiastra ai piedi dello spadaccino. Una volta frantumato, l'ordigno liberò una voluta di fumo così copioso e soffocante da dipanarsi per intero nelle vicinanze, avvolgendo tra le sue volute la sagoma di Shimmen senza lasciargli alcuna possibilità di vedere, di percepire l'avversario.
Pochi, preziosissimi istanti in cui Frink poté riaversi. Sogghignò malevolo, estrasse con la mancina il suo secondo pugnale e scivolò alle spalle del suo nemico, lento e cauto come una vipera pronta ad azzannare un topo in trappola, silenzioso come la lama che, in un batter d'occhio, avrebbe infilato di traverso nei lombi di Shimmen Kasumaki.
Almeno su una delle cose pronunziate, il giovane Frink sapeva bene di non aver mentito.
Era Shimmen che sarebbe dovuto fuggire, se ci teneva alla pelle.

Fanie, Mickey: Eru riesce a percepire le essenze vitali degli esseri viventi nelle vicinanze, seppure non può cogliere l'esatta ubicazione di queste. Cammina presso la vostra postazione e parla a voi -che riuscite a vederla, senza essere visti- un po' in elfico
(riferendosi a Fanie:
*Vieni fuori, sorella
**Non ti farò alcun male. Hai la mia parola. ) e infine in lingua comune. Scegliere pure come reagire, se reagire, o restare nascosti ancora.

Shimmen: Riesci a ferire e disarmare quella povera inutile spia di Frink che, rialzatosi lentamente in piedi, improvvisa un disperato tranello per tentare un ultimo attacco. Getta a terra un fumogeno (cfr: Erboristeria) per poi approfittare della tua mancanza di visione per estrarre un secondo pugnale, aggirarti e colpirti alle spalle con la tecnica sottostante. Non usufruisce di alcuna passiva, solo di 1 CS in Velocità.

CITAZIONE
Attacco alle spalle: Il ladro compie un gesto veloce e furtivo, colpendo l'avversario alle spalle.
La tecnica ha natura fisica. Il caster compie un unico, rapido movimento con cui colpire il proprio nemico rimanendo nascosto alla sua vista. Il colpo potrà essere portato a mani nude o tramite armi, purché siano da mischia, e la ferita inferta sarà di livello Medio. La tecnica sarà utilizzabile per colpire solamente alle spalle, o in un punto laterale del nemico, mai frontalmente.
Consumo di energia: Medio

Ovviamente non siate autoconclusivi. Rispondete in Confronto.
 
Top
28 replies since 20/8/2013, 23:08   719 views
  Share