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Il Cimitero dei Mondi - Lama del Tempo, [Ciclo della Morte - Capitolo III]

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Fanie Elberim
view post Posted on 11/9/2013, 20:59





Il Cimitero dei Mondi - Lama del Tempo


« Ettul selli. »
« Inx maka'lle. Amin beth. »

A quelle parole un brivido freddo e intenso mi percorse la colonna vertebrale. Era davvero elfico puro quello che sentivano le mie orecchie? Da quando avevo lasciato la mia dimora, nelle foreste a nord, mi era capitato solo di sentire qualche spauracchio che a stento riusciva ad emulare una lingua armoniosa come la mia... ma quella voce, quella era tutta un'altra questione. Un'altra razza.
Lasciai che il mio sguardo scorresse sul mercenario che si era nascosto con me, gli feci cenno di prepararsi mostrandogli la salda presa che avevo sull'arma, e attesi che succedesse qualcosa. La voce proveniva da una donna, un'elfa chiaramente, dai lineamenti meravigliosi e delicati, coi capelli scuri e le vesti nere come la pace. Pareva essere uscita dalle foreste, come me, ma aveva qualcosa di diverso: non era qualcosa che potessi sentire, percepire o anche solo vedere, no, si trattava di qualcosa di più istintivo e naturale, come quel suo tono calmo e tranquillo mentre restava avvolta dalle ombre, o lo sguardo che trasmetteva solo un senso di profonda solitudine. Eppure lei mi ricordava... casa.
Per un breve istante il mio cuore sussultò, vagliando l'idea di assecondare le richieste di quella che doveva essere una mia consanguinea, una mia sorella.
Hella selli. *



Ma un lieve movimento di Cashka mi fece tornare coi piedi per terra: non avrei mai lasciato che qualcuno mettesse le mani su una bambina innocente ed indifesa, anche se questo avesse dovuto significare dire addio all'opportunità di ritrovare persone come me. Elfi.
Strinsi forte la fanciulla rimanendo in religioso silenzio mentre Mickey, molto più arrogante nei confronti della nostra nuova conoscenza, si rivelò uscendo dalle ombre e fronteggiando Eruvanyë a viso aperto.
Quell'uomo serbava in se un misto di grande coraggio, decisione ed eccezionale stupidità umana... e dovevo farmelo andare bene, alla svelta, visto che probabilmente sarebbe toccato a lui il compito di proteggere Cashka se avessi subito troppe ferite per proseguire.

Tra le tante cose che mi saltarono all'occhio, della sorella che avevo ritrovato, c'erano quelle fastidiose e aggressive lucciole. Sapevo che qualcosa in lei non andava e se quella roba era venuta dritta dalle sue mani, con grande probabilità, anche la sua anima era stata toccata dalla stessa oscurità che permeava quelle bestie. La sola idea di vedere una creatura naturale corrotta sino al punto di uccidere immotivatamente una bambina mi fece rabbrividire, speravo con tutto il cuore che ci fosse un modo per uscire da quella situazione surreale semplicemente spiegando un malinteso ma no, non c'era niente che potessi fare a parole.
Quando Mickey ed Eru iniziarono la loro diatriba verbale le cose degenerarono rapidamente, sentivo lo scontro sempre più vicino ed inevitabile e non volevo in alcuna maniera arrivare ad uccidere una mia simile, non senza essere stata aggredita per prima, almeno.
E mentre il mercenario si dilettava a burlarsi degli insetti che ci avevano quasi ucciso pochi minuti prima, a me venne spontanea una domanda:

« Servire è un concetto molto effimero nel mondo degli umani, sorella. Tu chi servi, per poterti arrogare il diritto di corrompere la natura? » io non servivo gli esseri umani, ma servivo la loro volontà di diventare migliori, di assumere un ruolo degno all'interno del mondo che avrebbe potuto accogliere tutti quanti noi. Ma non era semplice riuscire ad esprimere quel concetto a molti dei miei simili, ed Eruvanyë non faceva eccezione.
E quando pronunciò il nome di Viktor von Falkenberg, il Beccaio, trasalii. Non mi era mai capitato di incontrare qualcuno che fosse entrato a diretto contatto con quel mostro, solamente storie e dicerie di qualcuno che si era salvato fuggendo dai saccheggi e dagli scontri con le armate dei Korps, ma tanto bastava per farmi sentire terribilmente in pensiero per le sorti dei soldati alla carovana e, soprattutto, per Cashka.
Viktor era un abominio, quello che la mia gente chiama Asshil'El Deloth, l'abominio incarnato, ovvero qualcuno che si diletta a giocare come un Dio con le anime ed i corpi di coloro che, sfortunati, incespicano ai suoi piedi. Che tipo di evoluzione poteva mai portare, ad una creatura perfezionata dalla natura, un uomo come il Beccaio? La risposta, molto probabilmente, mi avrebbe sconvolta più del dubbio.
« Un uomo che gioca a fare Dio, non è esattamente il tipo di uomo che vorrei seguire. » certa che il mio compare si sarebbe buttato in uno scontro a capofitto, cercai di ammonirlo durante, sperando che riuscisse a limitare quel suo atteggiamento controproducente e rischioso. « Mickey smettila di fare lo stupido, questa donna lavora per l'uomo più infame dell'intero mondo, concentrati. » ma ero quasi certa che mi avrebbe ignorata.

Era il momento, per me, di uscire allo scoperto. Adagiai Cashka e Vraal a terra facendo una carezza alla piccola perché restasse tranquilla assieme alla pantera, poi mi rivelai alla debole luce notturna. « Cosa vuole il Beccaio da una ragazzina? »
La punta della lancia, finemente lavorata, brillava nonostante la poca luce lungo il bordo tagliente; l'atmosfera era tesa e per un lunghissimo secondo pensai che le cose, forse, non sarebbero degenerate eccessivamente sino a dover lottare per le nostre vite. Il calore dell'adrenalina che mi scorreva in corpo superava di gran lunga il freddo umido di quell'anfratto, eppure percepivo qualcosa, nell'aria, che mi diceva di stare attenta.
Troppe cose, quella notte, rischiavano di andare per il verso sbagliato.

« Quella non è una ragazzina. Non sta facendo altro che mentirvi. »

Era quello il sentore di pericolo che c'era nell'aria? Era la bugia di una creatura malevola o l'avvertimento di un demonio cinico quello che Eru mi stava donando? Nella mia vita avevo compreso a mie spese che non tutto ciò che veniva detto per il male doveva essere, necessariamente, falso e bugiardo. Spesso il dolore più grande che si possa infliggere a qualcuno è la dura verità, e non avevo prove che quell'elfa mi stesse mentendo... tranne la sua appartenenza ad una schiera di persone disgustose il cui unico scopo era quello di distruggere e corrompere ogni cosa. Mi voltai un istante a fissare il buio dove giaceva la piccola, poi tornai sulla mia interlocutrice.
Non avevo altra scelta che ignorare il suo monito e sperare che il mio cuore mi avesse fatto compiere la scelta più giusta: non mi sarei mai perdonata un errore del genere, né ora né mai, ma la vita di Cashka aveva un valore infinitamente superiore a quello del mio spirito e della mia coscienza: dovevo proteggerla.
« Hai ragione, io non posso essere sicura che quello che tu dici sia falso... ma sono invece molto sicura che il Beccaio sia dichiaratamente un uomo i cui scopi, per imperscrutabili che siano, debbano essere fermati. »
Portai la lancia in avanti, in posizione di guardia, osservando l'elfa da dietro l'asta dell'arma.
« Ragion per cui non credo che ascolterò le tue follie. Sorella.» finsi sicurezza, la ostentai in maniera tale che nessuno capisse da subito quale era il mio strazio interiore. Aggredire un mio simile era la cosa più dolorosa e orribile che la vita mi avesse mai messo davanti, eppure dovevo farlo, non c'era scelta, giacché l'alternativa era un prezzo troppo alto da pagare sia per me che per tutti quanti i miei compagni. Inspirai ed espirai lentamente, chiedendo scusa per qualsiasi cosa fossi andata a fare in futuro...
O noi o lei, questo era il mio strazio.

Impiegai qualche secondo a comprendere che Mickey aveva dato il via ad una aggressione in piena regola, e quando mi resi conto che non c'era più modo di tornare indietro, il dubbio abissale di colpire o meno quella donna mi assalì per un singolo istante, che bastò a impedirmi di sviluppare un'offensiva esaltante. Io lottavo, avrei lottato, perché dovevo e non perché volevo, e questo poteva essere l'ago della bilancia in mio sfavore a lungo andare.
Con la mano sinistra creai una piccola sfera di fiamme color blu elettrico, scagliandola con un gesto secco verso il viso della mia avversaria. Quella luce, nell'oscurità, irradiava più che mai rivelando particolari che prima mi erano totalmente sconosciuti: le rocce, il terreno accidentato, le vesti macabre e oscure di Eru, tutto apparve dettagliato e visibile per i brevi istanti che separarono la fiamma dalla mia mano sino al volto della donna.
In quel mentre, ancora incerta su cosa fare, non mirai a punti vitali e cercai di affondare con tutte le mie forze la punta della lancia nel ginocchio esposto dell'elfa. Piantai i piedi bene per terra in modo che l'impatto fosse più forte possibile, certa che di li a poco lo scontro avrebbe preso una brutta, bruttissima piega.



• Capacità Straordinarie:
» 2 Robustezza 2 Tenacia / 2 Agilità 2 Prontezza (Avatar)

• Status
Stato Fisico: Medio (Ustione/Contusione diffusa) Medio (Ustione alla schiena)
Stato Energetico: 80% - Basso (5%) = 75%
Stato Psicologico: Illesa
Stato Emotivo: Indecisa, timorosa.

• Equipaggiamento:
» Lancia Elfica: Lancia corta da combattimento (Impusnata)
» Unghie Affilate (Nekote): Guanti con piccole e taglienti unghie di metallo (Indossati)
» Corazza di Anelli: Corazza di anelli molto leggera indossata sotto alle vesti normali (Indossata)

• Abilità Passive:
» Driade: Passiva di timore reverenziale dovuta alla razza Avatar. Le persone provano generalmente una certa reverenza o un istinto particolare, di solito in positivo, nei confronti di Fanie.
» Riti Perenni - Kuile Voorum: Le magie di cura guariscono quanto il costo necessario al loro lancio, inoltre può scegliere se curare danni fisico/magici o psionici al momento del cast. Talento liv. I&II Guaritore.
» Immortalità: Fanie è legata spiritualmente a Vraal e godrà dell'immortalità fintanto che il cucciolo resterà in vita. Talento liv. III Guaritore

• Abilità Attive:
» Rito degli Elementi - Saa: Il fuoco è parte della natura, e come tale può essere manipolato da chi serve la stessa. Esistono molti modi per piegare le fiamme alla propria volontà, alcuni più potenti ed altri meno, Fanie è capace di creare fiamme dalle punte delle dita, di colore verde smeraldo molto intenso, che possono essere utili sia come arma, venendo lanciate e bruciando a contatto con la pelle oppure contrastare incantesimi di paritario potere. Possono inoltre fornire una breve distrazione agli avversari, forse per il colore stravagante, e creare luce abbastanza forte in caso di necessità per non andare a tentoni. [Basso] (Fuochi Fatui)

• Note:
» lancio la sfera a basso verso il volto di Ero e poi provo a colpirla con la lancia al ginocchio esposto più vicino.
» Riportato come al solito il confronto esprimendo meglio tutto quanto :sisi: spero che vi piaccia il post e le varie implicazioni che Fanie ha nell'affrontare una sua simile.
[Elfico] Hella selli. * = Mia sorella (Cara sorella sott.)
 
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DanT&
view post Posted on 12/9/2013, 20:04







Passeggiate notturne II


Mickey era pronto. Lo era già. Nato pronto in un mondo non pronto ad accoglierlo, da una madre pronta ad abbandonarlo nel primo vicolo buio e da un padre prontissimo a spargere il proprio seme per poi non assumersene le responsabilità. Pronto a scappare.
Un tic all'occhio sinistro gli squassò la faccia immobile, celato dal buio e dagli occhiali.
Così com'era cresciuto, sempre alle strette, aveva imparato ad odiare quando il libero arbitrio gli veniva sottratto. Essere in balia degli eventi senza averne il minimo controllo, lo metteva a disagio. Essere minacciato poi... Tsk
Fugaci apparizioni di strasichi del passato gli offuscarono la vista, la mano che faceva leva sulla pietra dell'anfratto per tirarsene fuori toccava freddo, ma luccicava per la sigaretta stretta tra le dita. Chiarore nelle tenebre.
Non il solo.
Inspirò a pieni polmoni l'aria fresca. La notte era tranquilla. Qui, rispetto all'accampamento poco prima, sembrava un altro mondo. Una dimensione parallela in cui altri avvenimenti mandavano avanti un Tutto di dimensioni colossali e praticamente inconcepibili.
I capelli della donna lampeggiarono violacei, così come le vesti nere che la ricoprivano. Una vista che di certo non poteva fare piacere.
Il Tuttofare piegò la testa da un lato, poi dall'altro, e prima di rispondere due piccoli crack risuonarono propagandosi nel silenzio teso, infrangendolo ancora. Un ghigno storto gli piegava le labbra, irritato. Denotava quanto poco apprezzasse, quell'uomo impulsivo, le compagne di cui la nuova venuta si faceva latrice.
E come faresti, di grazia, a farci del male? La indicò con la paglia accesa, ardente monito.


Falla Sorridere




L'epressione dell'elfa nera non poteva esprimere più di così quanto fosse disgustata dalla razza umana. Il fatto che lo ignorasse, che non si degnasse neppur di rivolgergli la parola, gli faceva torcere le budella come se una roncola girasse lentamente all'interno. Non riusciva a mandarlo giù, proprio no. Abituato a calcare il centro del palcoscenico com'era, non comprendeva come si facesse a non volergli dare retta anche solo per fatto stesso che lui esisteva, era lì di fronte, e ti stava parlando. Le allusioni alla razza gli scivolavano addosso come acqua pura. Erano sorsate fresche che gli regalavano speranza, oltre che un sorriso. Soltanto le creature dalla mente ristretta non riuscivano ad andare ad la del proprio naso, talmente tanto stupide da pensare che la fica che ti ha partorito ed il posto in cui sei nato determinino a prescindere il tipo d'uomo che sarai.
Era un piacere, ogni volta, dimostrare il contrario. Lo faceva da anni.
Era stupendo leggere sulle loro espressioni sconvolte l'enorme verità che gli presentava il conto. Era praticamente una delle sue ragioni di vita.
Non si dovette nemmeno sforzare per sventagliare la falce che in un baluginio rossastro spense il viola acceso delle lucciole che gli si erano avventate contro. Traiettoria e geometrie, distanza di sicurezza, forza ed equilibrio. Tutto troppo facile per una mente matematica come la sua.
Fanno un bel rumore sai? Parole di scherno che risuonavano insieme al sibilo dell'acciaio. Ironiche. Irritante. Presuntuose. Esattamente come chi le profferiva.
Quando le schiacci.

Assaggialo...il suo cosiddetto Sangue Puro



Fu come se un tuono squarciasse il silenzio di una Cattedrale in preghiera. L'ossigeno venne quasi a rarefarsi manco si trovasse ad alta quota ed i timpani si tapparono per un istante, come quando la pressione del mare rischia di farti scoppiare le vene.
Così Viktor von Falkenberg entrò in scena.
Tra di loro serpeggiò solo la sua presenza. Solamente il suo nome, ma ciò bastava.
Una goccia di sudore colò dalla tempia fin giù al mento, veloce, per poi lanciarsi in una caduta nel vuoto.
Lo conosciamo, lo conosciamo. Esalò il biondo.
Un uomo che si era fatto da sé. Era il genere che apprezzava di più, del resto. Spietato, senza scrupoli, mortale. Avrebbe fatto di tutto per esaudire ogni proprio desiderio. Esattamente come lui. Sotto sotto lo ammirava, difatto, seppur il nome stesso bastasse a terrorizzarlo.
L'occhiata di furore che partì in direzione della compagna fu decisamente mitigata da quel nuovo attore, ora divenuto principale nella farsa al chiar di luna che si stava inscenando. La domande che porgeva era lecita oltre ogni dire e la risposta che seguitò, criptica come l'espressione della nera aralda, lo stuzzicò oltre ogni dire.
Uno sguardo veloce guizzò alla bambina che rientrava persino nei piani del Beccaio. Cosa diavolo era? Ma soprattutto: quanto valeva?
Domande che gli si affollavano nella testa inondandolo di pensieri che silenziavano il discorso tra le due elfe. Troppo astratto per lui. Troppo lento. Troppo non gliene fregava un cazzo di tutte quelle parole. Si concludevano con Fanie che si metteva in guardia.
Ma va?
Bastava fare il conto per capire che il livello di sopportazione del Faccendiere era già andato ben oltre. Ultimatum, minacce, indifferenza, una scarpa rovinata. La sua fottuta scarpa rovinata. Era la cosa peggiore. Non riuscì neppure più a trattenersi.
Beh, se il tuo amico Viktor la desidera tanto - puntò la falce con il braccio destro, teso, verso Eru - che venga a prendersela da solo...
In ogni singola parola riversò la voglia che aveva di segare carne, muscoli e ossa con la lama ricurva che tendeva a ghermirla in un bacio mortale.
Colse persino l'elfa del Toryu di sorpresa, che non pensava di dover attaccare. Del resto si sà, però, che la miglior difesa è l'attacco. Ed erano già entrambi feriti, un poco acciaccati. Non potevano permettersi di tirarla per le lunghe. Superiorità numerica da sfruttare, ora o mai più.
Lo pensava mentre si avvicinava bruciando la distanza per cercare di entrarle nella guardia. Gittata compresa, provava con l'estremità affilata a cingere la portavoce all'altezza del collo con un colpo parallelo al terreno, caricato di tutto il proprio impeto in una torsione del busto controllata dal bilanciamento del braccio sinistro. Se Fanie aveva pensato di cogliere il ginocchio con la lancia, lui avrebbe mirato in alto, per rendere difficile una difesa lucida.
Il tempo delle chiacchere era terminato bruscamente.
Ma aveva ancora una sorpresa.



E adesso...baciala



QUOTE

q8qu


• Capacità Straordinarie:
» 1 Intelligenza

• Status
Stato Fisico: Danno Basso da ustione piede dx [Ignorato grazie alla passiva della Spaccaculi]
Stato Energetico: [100% - 5% (Basso) - 10% (Medio) = 85% Rimanente]
Stato Psicologico: Illeso
Stato Emotivo: Stuzzicato, deciso, intimorito dal nome del Beccaio
Brama di sangue: 3 [perde la facoltà di mercanteggiare e diventa incline alla violenza]

• Equipaggiamento:
» Spaccaculi: In uso

• Abilità Passive:
QUOTE
Tranquilli, tranquilli. Mickey è qui.
Ehi, gente, non preoccupatevi. Mickey è qui e adesso niente può andare storto. Ci pensa lui. Non intralciatelo, non interferite con quello che fa, semplicemente...fidatevi di lui. Tutelerà i vostri interessi in quantità direttamente proporzionale al prezzo che gli date.
In termini di gioco, l'aura del primo livello concessa dall'ammaliatore si traduce con un'innata simpatia, un sentimento di fiducia che chi circonda Mickey sarà naturalmente propenso a provare nei suoi confronti.

• Abilità Attive:
QUOTE
» Effetto attivo del Talento: spendendo un consumo pari a Basso il personaggio è in grado di sfruttare la sua penetrante personalità per infliggere una malia psionica ai danni di un singolo bersaglio. Tale malia sarà liberamente personalizzabile, potendo consistere in una grande fiducia, in un profondo senso di terrore, in un fascino puramente seduttivo, o altro, purché consegua l'effetto di piegare la volontà del nemico. Questo, quindi, ove non si difenda, subirà un danno alla mente pari al consumo, venendo assoggettato per il singolo turno di cast al possessore e ponendosi favorevolmente rispetto a questi. La tecnica ha natura psionica.

QUOTE
SHEER-BLOOD-BLOOM | Tecnica media. Consumo medio. Natura magica.
Il potere che risiedeva nell'acciaio formante la falce in origine era immenso, proprio come un'arma per Guerriero che si rispetti in fin dei conti. Qualcosa che, pur non trascendendo la sapienza del suo iniziale possessore nel manovrarla, era capace di rovesciare in poco tempo le sorti di un combattimento. È triste che questo sia andato perlopiù perdendosi, vuoi per i cambi repentini di padroni o per l'inettitudine di questi ultimi nel servirsi del reale potenziale della falce. Solo un frammento dell'antica magia infusa da Bayard esiste ancora, ma ciò non rende l'arma meno pericolosa. Si dice che l'arma sia lo specchio di un Guerriero, e il Sorrisone aveva uno Specchio perfetto: la lama ricurva risuonava spesso e volentieri con i sentimenti turbolenti che si agitavano sotto il suo sguardo indecifrabile, e questa capacità si è conservata. Spendendo un consumo Medio il possessore potrà animare l'estremità tagliente della falce di un'aura rossastra, che potrà accompagnare un attacco fisico oppure essere scagliata a distanza prendendo forma di una mezzaluna. Al suo passaggio, l'aura lascerà un taglio lungo -seppur superficiale- sul punto colpito. Dal taglio fuoriuscirà un unico violento fiotto di sangue, a cui poi seguirà una copiosa emorragia simile a quella provocata da un colpo tagliente. La tecnica è difendibile tramite un'apposita tecnica di potenza almeno media, e provoca danni Medi al corpo del bersaglio dovuti allo shock per la perdita immediata di sangue.

• Riassunto:
Mickey spara un'aura di terrore sull'avversaria e consuma l'altra slot per la tecnica della falce, immagazzinandola per il turno successivo. Completa con un attacco fisico al collo.
• Note: Spero risulti gradevole. Mi riservo l'edit per cambiamenti di codice ed eventuali errori estetici e di battitura, ma non di contenuto.
 
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view post Posted on 16/9/2013, 14:36
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« Tu non sai di cosa parli, povero illuso. È a te che conviene fuggire! Presto i Korps saranno qui e per voi sarà...eccoli infatti, eccoli lì che arrivano! »
Mi girai di scatto verso il punto indicato da Frink, nonostante nessuno dei miei sensi registrasse alcunché al di fuori dell’oscurità della notte e del rumore lontano dell’accampamento. Un trucco ovviamente, per distrarmi e confondermi, così come la densissima nube di fumo che aveva oscurato la tremolante luce del fuoco in via di estinzione. Imprecai a mezza voce il Sovrano, una bestemmia che detta nella capitale mi sarebbe costata la testa, e schivai la sensazione di ostilità che mi arrivava addosso dal lato indietreggiando con un paio di passi veloci, la katana sferzata a sinistra per spazzare via un’arma in arrivo.
Per noi sarà che cosa, miserabile creatura?
Gli chiesi infine troneggiando su di lui e fissandolo con il disprezzo che meritava, ustionato e con la morte negli occhi, per essere l’infima pedina di un padrone inumano che avevo solo sentito nominare e per il disgusto che mi facevano simili relitti umani, sterco da cui cercavo di tenermi lontano.
Avevo sentito parlare di questi Korps recentemente, le truppe prescelte di qualcuno che si faceva chiamare “il Beccaio” con macabro umorismo, e dalle voci che giravano mi aspettavo chissà quali temibili poteri e malefici. Si diceva che disponessero persino di un castello in grado di fluttuare e muoversi da un luogo ad un altro e che potessero ingannare la morte stessa; ben altra cosa tuttavia rispetto ai trucchi che avevo visto mettere in atto, neutralizzati da me con ben poca difficoltà.
Fino ad allora non avevo creduto a quelle voci, non più di quanto avessi mai dato importanza a simili credenze del volgo che si sviluppavano come piante infestanti e regolarmente bruciavano come fuochi di paglia al vento. Ora però ero costretto a ricredermi dall’evidenza dai fatti e di questo domandai al relitto umano che avevo davanti, conscio di un cavaliere che stava giungendo al galoppo dal campo con due cavalli, un’ombra scura contro il chiarore dei fuochi.
Credi che mi interessi in che modo creperai?
Sussurrai spietato prima che si avvicinasse, posando un ginocchio per terra ed avvicinando la mia faccia alla faccia di Frink prima di allontanarla e sferrargli un pugno in pieno volto. Così, gratuitamente, giusto per fargli capire quanto lo disprezzavo. Per quanto non conoscessi affatto il tipo di avversari che avrei avuto di fronte col proseguire della missione di scorta in quel momento mi sentivo colmo di una forza sovrumana e sapevo di essere in grado di compiere qualsiasi impresa.
Credi che me ne freghi qualcosa, se muori? Il mondo senza di te sarà certamente un posto migliore in cui stare. L’unica cosa che mi interessa è quella di portare quella fottuta carovana sana e salva dove deve arrivare e tu sei un noioso inconveniente in tutto questo. Brucerò te e i tuoi Korps se si metteranno sulla mia strada.
Un nervoso scalpiccio di zoccoli dietro di me mi avvertì intanto che il cavaliere era arrivato e nel rialzarmi, incurante della creatura che si contorceva a terra, lo riconobbi come uno dei tre a cui avevo ordinato di perlustrare i dintorni dell’accampamento, una smorfia decisa sul volto e il brillio di una spada nella mano destra. Provai gratitudine per lui nell’afferrare le redini del mio cavallo e la rivelai con una vigorosa pacca sulla spalla ed un sorriso feroce, il gesto più espansivo che avessi fatto con uno dei mercenari della scorta, indicandogli di tornare velocemente verso i carri. I Passo di Danza stancava parecchio se usato in maniera continuativa e quella bestia era una vera benedizione perché di li a poco il Drago avrebbe respirato una seconda volta in tutta l’area, eliminando definitivamente Frink in un inferno di fiamme ardenti, indolori per me ma certamente assai pericolose per il mio compagno che non desideravo affatto perdere dopo che si era dimostrato così affidabile e fedele. Avevo inoltre l’impressione che l’attacco fosse tutt’altro che finito, su questo sentivo istintivamente che le parole di quella creatura dei Korps potevano essere veritiere, e oltre a voler ritornare per proteggere gli altri da un attacco che poteva raggiungerli da un momento all’altro mi era venuto il sospetto che Morgon Ghessler avrebbe voluto essere messo al corrente di che cosa gli stessa dando la caccia …
Sempre che non lo sapesse già.
Pensai col vento della corsa che mi sferzava i capelli, risucchiato dall’ondata di calore che il mio potere sprigionava per la seconda volta fino al cielo.
In questo caso sarebbe stato interessante cercare di scoprire cos’era quel misterioso carico nascosto nel Grande Carro, visto che era tanto desiderabile.


<span align="center" style="display:block">CS: 1 Velocità e 1 Maestria
Danni fisici subiti: 0/16
Danni mentali subiti 0/16
Energia: 45%

Abilità passive
Danzerò in battaglia Con una quantità Variabile di energia può spostarsi in maniera tanto veloce da risultare invisibile agli occhi durante lo spostamento e può farlo con una prontezza di riflessi tale da rasentare le più banali capacità di precognizione, come se fosse impossibile coglierlo di sorpresa. (Personale 3°, difesa variabile + passiva dominio absolute difence) Resisterò alle ferite .... Inoltre un guerriero non cederà alle ferite, imparando a sopportare il dolore ed a spingere il suo corpo ad azioni che ad altri in quelle condizioni sarebbero impossibili. Potrà infatti combattere efficacemente anche se il suo corpo fosse danneggiato in maniara notevole, purchè non gli venga tagliato un arto, trafitto il cuore o qualcosa del genere anche se ovviamente questo non farà altro che aggravare ancora di più la ferita ... un prezzo equo comunque se l'alternativa è la morte. Infine grazie alla sua deternimazione è riuscito ad apprendere tecniche ben al di sopra del proprio livello, potendo godere dell'accesso a pergamene di un livello superore a quello normalmente consentito per la sua energia. (passiva personale 5° + passiva raziale orco + Cristallo del Potere) Agirò senza limiti ... Grazie al suo addestramentio Shimmen ha cominciato a trascendere i limiti umani per quanto riguarda le possibilità di disporre a piacimento del proprio corpo in fatto di movimento. Infine il corpo di Shimmen non sarà più soggetto alle normali leggi della fisica, potendo compiere prodezze di forza, equilibrio, coordinazione o agilità impossibili per un normale essere umano e potrà farlo con facilità, spingendo le limitazioni fisiche ben più lontano di quanto sia immaginabile. Questi effetti però varranno unicamente su di lui: ad esempio potrà effettuare un salto di una decina di metri ma non potrà mai riusicre a spingere via un avversario di altrettanto anche se apparentemente la forza richiesta è la stessa. (personale passiva di acrobazie impossibili). Vigilanza Gli occhi di un Frémalis non sono quelli nel cranio, ma quelli nel petto - lì dove dovrebbe trovarsi il cuore. Vigilanza è un termine che definisce perfettamente la primissima virtù che una sentinella deve possedere per poter diventare ciò che il suo popolo richiede. Questo è perché l'anziana Nazelèn non ha mai ceduto il posto ad altri, né altri hanno sentito il bisogno di rimpiazzarla: la ferita di Kvahn l'ha privata della vista, ma non dell'elasticità nei movimenti o tanto meno dell'istinto animale di chi sa combattere sia in duello che in battaglia. Shimmen potrà come fece a suo tempo la Foresta, percepire l'ostilità insita in chi lo circonda, stimando in pochi istanti se qualcuno rapprensenti un pericolo per la sua persona e nel caso quanto questo pericolo sia incombente. Potrà farlo anche se gli elementi ostili non sono entro il suo raggio visivo, individuandoli immediatamente. [Personale passiva data dalla quest Somnus Nemoris: Auspex basato sull'istinto e sulle intenzioni di chi lo circonda, potendo percepire quindi se è ostile o meno pur senza bisogno di contatto visivo - come un sesto senso + pergamena Sensi Sviluppati]

Abilità Attive
- Danzerò in battaglia ... Con una quantità Variabile di energia può spostarsi in maniera tanto veloce da risultare invisibile agli occhi durante lo spostamento e può farlo con una prontezza di riflessi tale da rasentare le più banali capacità di precognizione, come se fosse impossibile coglierlo di sorpresa. La tecnica comunque è una semplice variabile difensiva che può essere usata anche per gli spostamenti. (Personale 3°, difesa variabile + passiva dominio absolute difence)
- Risveglierò il drago dormiente ... Con un solo gesto Shimmen crea una sagoma di luce di dimensioni anche molto estese in qualsiasi punto del campo di battaglia, causando ustioni di livello Medio a chiunque permanga all'interno della stessa che non sia lui stesso. Per due turni infatti, svanendo nel secondo al termine delle azioni avversarie, l'animo infuocato del Kasumaki produrrà una colonna di fiamme che saliranno in aria, appiccando fuoco qualsiasi cosa di combustibile sia presente nell'area di effetto del suo potere in un inferno di calore che ha ben poco da invidiare al fiato ardente di un drago rosso. Consumo di energia: Alto. (pergamena Trappola Incandescente)

Note
Del contrattacco di Frink subisco la nuvola di fumo, riuscendo a schiavre il primo attacco fisico con una cobinazione di parata e schivata sfruttando i miei maggiori CS e la passiva di auspex per comprenderne le intenzioni e sentirne l'arrivo; schivo la tecnica di disarmo (bassa) con un pari consumo della variabile difensiva e nel portarmi a 6 metri di distanza dopo il suo uso schivo anche l'immediatamente successivo attacco fisico. A quel punto uso Risveglierò il drago dormiente all'interno del fumo, causando un danno Medio da ustione.
Ho cercato di ridurre al minimo la descrizione del combattimento in se, cercando di focalizzare sulle reazioni e sui pensieri di Shimmen.
Fcacio il mio bel monologo con Frink, avvicinandomi fino a sfiorarlo, e alla fine gli tiro un pugno in piena faccia e mi allontano a cavallo, tallonato dal mercenario che me l'ha portato, per andare ad avvisare il mercante di quello che ho scoperto. Lascio che sia la seconda fiammata (altro Medio) della mia tecnica ad occuparsi dello sconfitto.
Probabilmente l'altezza della fiammata (in grado di colpire creature volanti come da tecnica) farà si che si illumini anche una vasta porzione di territorio attorno e sarà visbile da una distanza notevole. Questo lo dico perchè potrebbe, a discrezione del QM, delle ripercussioni su quanto accadrà e potrebbe essere visibile anche gli altri due personaggi.

 
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Lenny.
view post Posted on 16/9/2013, 20:31




Il cimitero dei mondi ~ Lama del tempo


[pov: Eruvanyë]

Eru digrignò i denti. Non tentò neanche di difendersi.
La cuspide della lancia sfondò muscoli, perforò tessuti viventi, fuoriuscì dalla parte opposta. Nel mentre, la lama della falce scagliata da Mickey la colpì duramente alla base del collo, disperdendo una raggiera di sangue nero tutto intorno. La concatenazione dei due attacchi nel suo insieme spedì Eru al suolo. Rovinò di schiena a terra senza senza un lamento, apparentemente morta.
Passano i secondi, in una stasi di silenzio dura come il granito.

« Fanie. »

La voce di Cashka. Esitante. Quasi intimorita.
La fanciulla si era levata dal suo nascondiglio. Certa che il pericolo fosse oramai passato, sconfitto dai due prodi guerrieri Toryu. Era llì, in piedi, incerta sul da farsi, le braccine strette attorno al busto del suo orsetto di pezza.

« C'è..qualcosa che dovrei dirvi.. »

« AhAhAhAhAhAhAhAhAh! »

Ma qualsiasi cosa Cashka avesse intenzione di dire, dovette fermarsi. Fu costretta a fermarsi. Lo sguardo raggelato, inorridito puntato sulla sagoma di Eru riversa a terra, poco lontano, scossa da una innaturale risata priva di alcuna allegria. Una lunga risata raschiante, disumana. Come tutto il resto.
Lentamente, alla cadenza di ogni battito cardiaco, l'intero corpo di Eruvanyë pulsava, contraendosi e poi dilatandosi nello spazio, massa nera e deforme, arrivando a stracciare le vesti e crescendo, a ogni battito, sempre più. Le mani divennero lunghe zampe artigliate e i capelli dei tentacoli viscidi, gli occhi due bulbi infiammati e la lingua un cordone bulboso e serpentesco, i muscoli rigonfi solcati da venature profonde e la bocca una voragine irta di zanne ricurve. Il tatuaggio dei Falkenberg Korps brillò di una intensa luce purpurea mentre Eru si rialzava da terra, totalmente illesa e solo e soltanto ora pronta a combattere. E a uccidere.
Sfoggiando ai presenti tutto il potere di cui RotteNhaz le aveva fatto dono.

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« FoLlIa è TrAdIrE lA PrOpRiA GeNiE pEr UnA RaZzA InFeRiOrE! »

Ringhiò, lo sguardo velenoso puntato su Mickey, al di là di ogni ragionevole dubbio colpevole d'essere un uomo. Appartenente alla stirpe di coloro che avevano invaso, razziato, incatenato gli elfi dei boschi dell'Eden. Una voce in un angolo remoto della sua mente, le ricordò che gli uomini colpevoli di quella strage non erano uomini, ma Falkenberg Korps. ma Eru scacciò quel pensiero dalla testa, come sempre aveva fatto negli ultimi mesi. Ricordare era dolore. Cercare la verità era dolore.
Lei era un soldato.
Obbediva agli ordini.
E gli ordini erano di catturare Ghessler e sua figlia, sterminando tutti gli altri.
Ecco perché la prima cosa che fece fu piantare una mano artigliata al suolo. Gli artigli si conficcarono nella pietra traforandola come burro, mentre Eru imprimeva parte del suo potere nella terra. I presenti percepirono subito un brusco movimento in atto nel sottosuolo: la terra tremò sotto gli artigli di Eru.

« FoLlIa è SoTtOvAlUtArE La FoRzA DI NoI KoRpS!! »

Gridò, e subito da sotto i piedi di Fanie, Micky e Cashka spuntò una selva di radici grigiastre, contorte e avvolte su se stesse, scheletri di alberi morti che si diramarono lungo le gambe di tutti e tre come serpi maledette. Delle vere e proprie gabbie di legno chiusero i presenti sino all'altezza del busto, impedendo loro ogni movimento e scorticando la loro pelle con rami affilati come piccoli spuntoni. E non era finita lì. Eru ispirò a fondo per un istante lungo come un'eternità, prima di soffiare via un'altra nube. Questa volta non purpurea ma nera come ossidiana. Ci volle poco per comprendere che non si trattava di una vera e propria nube.
Ma di uno sciame.
Un vespaio di piccoli mostri alati alla vista, grossi e orridi il doppio rispetto alle lucciole di poco prima. Parevano quasi pipistrelli: lo sciame era dotato di sei zampette villose che terminavano in un rostro acuminato e velenoso. Armi naturali in grado di corrodere qualsiasi tessuto, di necrotizzare qualsiasi forma di vita.
Volarono contro Fanie , contro Mickey, contro Cashka.
Un ronzio profondo come una minaccia che venne soffocato solo dall'estastico giubilo di Eru.

« FoLlIa è CrEdErE Di PoTeR SoPrAvViVeRe!! »


__ _ __


[pov: Ghessler]

Un enorme uomo di ferro, dalle mani di ferro.
Emanava fetore. Un misto di sterco di cavallo, cuoio marcio, sudore rancido. Lo trascinò oltre i cadaveri sventrati di un paio di mercenari, i corpi riversi in pozze del loro stesso sangue.
Karl Ghessler tossì una boccata di sangue. Divenne una stria sul terreno duro. Sollevare il capo gli costò sofferenza. Dopo i colpi dell'uomo di ferro, qualsiasi cosa era sofferenza. Perfino tenere aperto un solo occhio. L'altro occhio era ridotto a un bulbo rigonfio, tumefatto.

« Non so cosa cercate. »

Karl non riconobbe la propria voce. Un rantolo spezzato, sibilante. Due soldati in giubba nera inanellata lo sbatterono contro i resti fumanti del suo Grande Carro. Dietro di loro, torreggiava il cavaliere più alto e feroce che Karl Ghessler avesse mai conosciuto. Armatura a piastre d'acciaio nero e alabarda in pugno. Lineamenti del viso scavati, naso adunco, cranio rasato a zero, sopracciglia marcate di un nero livido, simili a curve di metallo. E un labirinto di rughe attorno ai grigi occhi infossati, rughe sottili come ferite di pugnale.

« Cazzate. Sai cosa cerchiamo. La lama del tempo. Dimmi solo dov'è. »

L'uomo di ferro scaraventò a terra il suo scrigno in legno di mogano. Vuoto. Lo schiacciò con la stessa facilità con cui si può schiacciare uno scarafaggio. Lo scricchiolio del legno agonizzante dovette somigliare molto alla sua voce quando tentò di rispondere.

« Non..qui. »

La mano corazzata del cavaliere schizzò contro di lui, andò a serrarsi attorno al collo, le dita strette in una morsa dura come ferro. Fu sollevato da terra senza problemi. Tentò inutilmente di liberarsi dalla presa, si contorse su se stesso, quantomeno tentò. Tutto inutile.
L'unico occhio di Ghessler frugò tra i resti della carovana. Si fermò su due dei suoi mercenari nascosti dietro uno dei tre carri, gli sguardi preoccupati si incrociarono con il suo. Cercò di scuotere la testa, di avvertirli. Dire loro che quei sette soldati non avevano nulla di umano, né la forza né la pietà. Che da soli avevano fatto strage di una compagnia che contava tre volte il loro numero. Che per lui non c'era più niente da fare. Ma potevano salvare qualcuno e qualcosa di davvero importante.
Karl Ghessler si costrinse a dirlo, esalando l'ultimo frammento d'aria che gli restava in corpo.

« Mia...figlia. »

Montag de Villers non lasciò tornare Ghessler a terra. Né smise di strozzarlo.
Si limitò a snudare un sorriso al veleno, visibilmente soddisfatto.

« Spero non sia troppo lontana. »

Fanie, Mickey: Eru subisce in pieno i vostri attacchi, finendo a terra e -per una decina di secondi- sembrando fuori gioco. Quando si trasforma nella sua forma demoniaca (tutti i soldati di rottenhaz ne hanno una) attacca tutti i presenti (e quindi anche Cashka) con:
-Una offensiva di potenza Alta ad area (medio per ciascuno). Si tratta di una prigione gabbia di radici contorte che nascono sotto i piedi dei pg e si superavvolgono attorno alle gambe, fino al busto. Servono a tenerli fermi e non causano nessun danno. Muoversi o tentare di liberarsi con semplici spostamenti causerà lievi danni da taglio dovuti a spine. Ci si può liberare con qualsiasi abilità offensiva di natura fisica di livello Basso, o qualsiasi abilità offensiva magica di livello Alto. O difendersi con una apposita difesa di entità Media.
-Una evocazione di potenza Alta. Per 2 turni in campo saranno presenti sgherri alati dotati di armi in grado di corrodere/necrotizzare i tessuti viventi (passiva personale). Vanno trattati come normali evocazioni e quindi non autoconclusivamente. La forza della somma degli sgherri è di 4 CS. Quindi va divisa in tre parti (una per Fanie, una per Mickey, una per Cashka.)

Shimmen: Mentre tu e il mercenario siete ancora lontani sentite le urla di dolore di chi si trova alla carovana. Una volta tornati il mercenario ti fa segno di scendere da cavallo in silenzio e nascondervi dietro uno dei carri, per vedere cosa è successo. Assistete solo alla scena sopra descritta, mentre tutti gli altri mercenari -Anche Kagras- sono a terra, morti. Oltre a Ghessler (che sta venendo strozzato da QUESTO qui) sono presenti altri sei soldati. Di seguito la loro sommaria descrizione fisica.

CITAZIONE
Reiter incursore: Il grosso dell'esercito appartenente al Beccaio, costituito da coloro che un tempo erano uomini o orchi. Una volta passato abbastanza tempo, o superato una sanguinaria prova dettata dai superiori, sul corpo di ogni recluta viene impresso a fuoco un marchio raffigurante il teschio e le ali di corvo, considerato fregio d'onore da tutti i membri dei Korps: solo allora il soldato diviene a tutti gli effetti un reiter, un dragone. L'incursore è specializzato in tecniche di spada corta, scudo e tre lunghezze di lancia. L'aura oscura di RotteNhaz ha contribuito a rendere questi soldati ancora più forti e capaci. Le fattezze umane sono sfuggenti, sostituite da una carnagione olivastra chiazzata da tratti neri, occhi rossi capaci di scorgere nelle tenebre e muscoli potenti e rigonfi. Molti di loro presentano addirittura un lungo rostro retrattile che spunta a comando da ciascuno degli avambracci, donando al portatore una lama segreta estremamente sottile, lunga due piedi e mezzo e acuminata. Proprio per questa sua caratteristica è in grado di provocare ferite assai gravi e di difficile rimarginazione. Fregiandosi del titolo di "reiter", i soldati dei Korps spesso e volentieri risultano spocchiosi, superbi, tanto orgogliosi della loro forza (in realtà misera se confrontata con quella dei superiori) da attaccar briga con chiunque possa intaccare la loro dignità.

A te la scelta se cercare di salvare Ghessler (è ancora vivo, ma per poco) o, come hanno lasciato intendere le sue ultime parole, proteggere sua figlia. O fare qualsiasi altra cosa ti venga in mente (puoi continuare a sfruttare il mercenario al tuo fianco).

Rispondete in Confronto.


Edited by Lenny. - 17/9/2013, 00:53
 
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Fanie Elberim
view post Posted on 19/9/2013, 19:14





Il Cimitero dei Mondi - Lama del Tempo


Cadde. Per un solo istante credetti di aver appena privato della vita una mia consanguinea ed il pensiero mi attanagliò l'anima come una pinza rovente. Il sangue nero e lurido mi macchiò in parte la corazza oscurandone la lucentezza. Quel sangue, quella sensazione di lordura, mi sembrava quasi di poter sentire l'odore di marcio salire dalle vene di quella che, in passato, doveva essere stata una meravigliosa creatura dei boschi e che, adesso, altri non era che un mero fantoccio nelle mani di un burattinaio folle.
Mi avvicinai di mezzo passo, le mani ancora strette sulla lancia sporca di sangue, incredula. Era davvero morta così semplicemente? Un membro dei Korps sconfitto da un'arrogante mercenario ed un'inesperta guaritrice non sembrava una situazione realistica, ma quel corpo immobile e silenzioso a terra non lasciava spazio a dubbi di alcun tipo. Poi, come un frastuono devastante nel silenzio assoluto, la voce di Cashka attirò la mia attenzione facendomi voltare appena in sua direzione, mentre usciva dall'oscurità. C'erano altre verità, in quella trama, che meritavamo di conoscere. Non potevo credere di aver aggredito qualcuno che mi aveva effettivamente detto la verità, anche se con l'attenuante di essere al servizio di un mostro.
Cosa mai poteva nascondere quella creatura dolce ed innocente nel suo animo? Perché sentivo un inquietante crescendo di incertezza e timore ogni secondo che passavo a capacitarmi di quanto era appena successo? Ma prima che riuscissi a scoprire finalmente quel segreto che aleggiava attorno alla nostra spedizione da tempo, la voce distorta e maligna di Eru tornò a graffiare crudelmente le mie orecchie obbligandomi lo sguardo a fissarla.
O meglio a fissare quello che restava della sua figura.

Una massa informe ed oscura, qualcosa che avrebbe convinto anche il più fedele dei soldati ad abbandonare il campo di battaglia, un demonio immondo la cui aura crudele permeava l'aria quasi fosse una cappa umida e soffocante. Senza nemmeno volere, colta alla sprovvista e completamente disarmata dalla visione orripilante, rimasi a bocca aperta con gli occhi sbarrati a fissare il vuoto davanti a me. La mia mente non riusciva, per quanto mi sforzassi, a vedere in quell'aborto nessuna traccia di umanità, di quella perfetta naturalezza che amavo sopra ogni cosa. Mi sentivo persa, spaesata, persino la sua voce era qualcosa di insopportabile per le mie orecchie. Mi costrinsi a resistere immobile, più per la paura di nuocere a Cashka che per vero coraggio, affrontando come una piccola candela la tormenta che stava per scagliarsi su di noi.
Non avevo mai dubitato di nessun avversario prima di Eruvanyë, non mi era nemmeno mai capitato di dovermi confrontare con qualcosa di tanto orribile e raccapricciante, ed in quel momento compresi che chiunque fosse stata quella donna, in passato, in un'altra vita, adesso non lo era più. Ne avevo la certezza assoluta, sentivo la sua anima squarciata in mille pezzi e perduta oramai per sempre tra i meandri della dannazione. Per colpa del Beccaio.
Strinsi di denti in una amalgama emotiva in cui il desiderio di donare pace e riposo a mia sorella sormontava di gran lunga il terrore e la paura, onnipresenti, di affrontare l'ignoto.
Uno sguardo veloce a Mickey mi fece capire che anche lui, nella sua grande spavalderia, aveva compreso che la situazione non stava proseguendo nella maniera prevista e di li a pochi istanti la lotta sarebbe tornata ad infuriare in quella tetra distesa di nulla che era il Midgard.



Eru colpì il suolo con quella che, pochi istanti prima, doveva essere stata la sua mano. La terrà rimase silente e ferita, ma poi reagì spaccandosi sotto i nostri piedi e liberando dei rovi confusi e intricati che imprigionarono tutti noi in una morsa solida e resistente. Il contatto, anche se superficiale, con quelle piante mi dava i brividi, sentivo quasi le mie energie prosciugate verso il basso perché, al pari mio, anche mia sorella doveva aver ricevuto un tempo il dono di modellare la natura. Ed ora, che non era altro che un'anima dannata, si permetteva impunemente di distruggere tutto ciò in cui aveva creduto lei ed in cui credevo io, contaminando il suolo e le piante, gli animali e persino l'aria che le stava attorno. Quei rovi erano morti, morti e privi di qualsiasi sostanza, animati solo dall'odio e dalla rabbia che scorreva a fiumi nelle vene dell'oramai defunta elfa.

« Mickey i rovi! »
Resistetti all'impulso di urlare la mia rabbia, mantenni il controllo, e mi preparai al peggio, stringendo i denti.

Un secondo sciame di insetti, stavolta più grandi, disgustosi ed inquietanti, ci venne lanciato contro dall'abominio. Queste creature erano scure come la notte e si vedevano a stento nella poca luce notturna, confondendosi tra le ombre e spuntando all'improvviso come se arrivassero dalla tenebra stessa. Ma quel ronzio, inquietante monito e minaccia mortale, si diffuse nell'aria più veloce di qualsiasi altra cosa obbligandomi ad afferrare la lancia e rotearla con tutte le mie forze davanti a me.
Quelle creature erano troppe, sentivo il suono secco e netto delle loro zampe impattare contro il legno dell'asta, scheggiandolo nel tentativo vano di raggiungere la mia carne. Roteavo con tanta forza e rapidità quanto le mie ferite potevano permettermi, ma il dolore alla spalla dopo qualche secondo fu bastevole per farmi perdere un giro di lancia, lasciando l'accesso libero a due di quegli orrori. Impossibilitata a smettere di girare la lancia, per evitare che mi saltassero addosso tutti gli altri, li vidi lanciarsi sul mio corpo difeso solo da una misera corazza.
Uno aprì un taglio sulla parte alta della coscia, incuneandosi tra i rovi e ferendomi laddove non avrei potuto difendermi, nemmeno se avessi voluto, l'altro invece infilò una di quelle sue sporche zampe tra gli anelli della corazza, colpendomi il fianco indifeso.
Un dolore estremo, indescrivibile a parole, mi attraversò tutto il corpo. Era come se quei due piccoli esseri si fossero incuneati sotto la mia pelle iniziando a mangiarla pezzo per pezzo, tanto era forte il dolore. Strinsi i denti talmente forte che per poco non rischiai di spezzarmeli pur di resistere. Un corpo composto per metà da tessuti umani e per metà da linfe vegetali, come il mio, non temeva il dolore fisico se non come mera conseguenza di una ferita. Ma quei mostri, quei mostri avevano iniettato dentro di me parte della loro lordura e potevo sentirla diffondersi come un cancro, indurire la pelle e farla lentamente morire, soffocandola.
Non avrei retto ancora a lungo, pur cercando di conservare le mie energie per proteggere Cashka, avevo riportato ferite non indifferenti ed adesso ne stavo pagando lo scotto. Ma sarei guarita, sarei guarita da ogni male ed ogni dolore avrebbe trovato pace, una volta protetta quella creatura innocente.
Del suo segreto potevo anche non sapere niente, era la sua vita ad essere importante.


« Basta! »


Bloccai di scatto la lancia conficcandone la punta sul terreno ed estraendola subito dopo. Un petalo sottile e dal colore grigio pallido si sollevò dalla fessura aperta nel terreno, ondeggiando qualche istante a mezz'aria, prima che con un'altro veloce movimento della lancia ne accompagnassi il lancio contro Eruvanyë. Il petalo saettò veloce, pulsante d'energia vitale, quasi a sfidare con arroganza tutta quella morte che lo circondava. Si mosse rapido tra gli insetti creando una scia di vento nel tentativo di superarli e giungere a bersaglio in mezzo alle fauci di quel mostro. Lo vidi roteare su se stesso come una piccola freccia, riflettendo la luce, prima di venire inghiottito dall'oscurità.
Il mio compare sembrò ricevere la mia richiesta d'aiuto e frantumò con la falce le piante che ci intrappolavano. La sensazione di libertà fu indescrivibilmente bella, ma non sufficiente a contrastare l'opprimente aura di malevolenza ed orrore. Ferita e dolorante, decisa a resistere il più a lungo possibile, rimasi qualche passo indietro mentre Mickey si scagliava come una furia contro qualsiasi cosa si muovesse in quella massa informe ed oscura. Vedevo i suoi colpi saettare a destra e manca in cerca di mutilazioni, di sangue, pregni di rabbia ed odio. Ne rimasi quasi impaurita.

Poi, in lontananza, quasi come un'illusione nel bel mezzo del deserto, il rumore sordo e ritmato degli zoccoli di un cavallo. Alzai appena lo sguardo e, in rapido avvicinamento, due figure sul dorso di un destriero apparvero: alla luce della luna l'unica cosa che riuscii a distinguere dalla distanza furono i bagliori rossi dei capelli di Shimmen. Stava arrivando assieme a qualcuno... forse Eru non ci avrebbe sopraffatti. Forse, tutti assieme, l'avremo ricacciata negli abissi dai quali aveva osato emergere, donandogli finalmente la pace.
Tornai a fissarla, puntandola con la lancia pronta a scatenare tutta la mia forza non appena Shimmen fosse stato con noi.


• Capacità Straordinarie:
» 2 Robustezza 2 Tenacia / 2 Agilità 2 Prontezza (Avatar)

• Status
Stato Fisico: Medio (Ustione/Contusione diffusa) Medio (Ustione alla schiena) Basso (Da Necrosi, Busto e Gamba Dx)
Stato Energetico: 75% - 10% (medio) = 65%
Stato Psicologico: Illesa
Stato Emotivo: Atterrita, fiduciosa per l'arrivo di Shimmen.

• Equipaggiamento:
» Lancia Elfica: Lancia corta da combattimento (Impugnata)
» Unghie Affilate (Nekote): Guanti con piccole e taglienti unghie di metallo (Indossati)
» Corazza di Anelli: Corazza di anelli molto leggera indossata sotto alle vesti normali (Indossata)

• Abilità Passive:
» Driade: Passiva di timore reverenziale dovuta alla razza Avatar. Le persone provano generalmente una certa reverenza o un istinto particolare, di solito in positivo, nei confronti di Fanie.
» Riti Perenni - Kuile Voorum: Le magie di cura guariscono quanto il costo necessario al loro lancio, inoltre può scegliere se curare danni fisico/magici o psionici al momento del cast. Talento liv. I&II Guaritore.
» Immortalità: Fanie è legata spiritualmente a Vraal e godrà dell'immortalità fintanto che il cucciolo resterà in vita. Talento liv. III Guaritore

• Abilità Attive:
» Rito della Protezione - Bocciolo di Pietra: (Usata a Medio)
Vi sono piante che riescono a vivere in ambienti ostili grazie alla propria evoluzione e, nel caso di Fanie, alla capacità di mescolarsi abilmente con le altre creature con cui condividono l'habitat. Modellando la natura e quindi anche tutte le sue forme la druida è in grado di creare foglie, fiori o piante che assumano la consistenza della roccia ed il filo dell'acciaio per poter prevalere sui propri nemici e sulle avversità che essi potrebbero costringerla a sopportare.
[Varibile Offensiva e Difensiva]

• Note:
» Non potendo difendermi e intuendo che tipo di tecnica sia, avendola uguale in scheda, subisco i rovi. Roteo poi la lancia per bloccare gli insetti ma, nonostante tutto, sono ferita e non riesco a gestire bene le mie difese, subisco due danni superficiali che sommati alla necrosi mi causano un forte dolore ed un danno basso. Poi, desiderosa di farla finita, evoco dal terreno uno dei petali di pietra della mia variabile e lo scaglio contro il volto di Eru.
» Riportato come al solito il confronto, spero che sia riuscita a rendere bene l'emozione che Fanie prova in questo momento, misto di rabbia, paura, e speranza quando vede Shimmen. :sisi: quindi spero che sia una piacevole lettura. Scusate se il post è arrivato con un paio di giorni di delay rispetto al confronto ma il leviatano mi ha esageratamente sovraeccitata e sono andata in stallo :arross:
 
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view post Posted on 19/9/2013, 23:56
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Non c’è più niente da fare
Chi sono questi uomini? Cosa vogliono?
La Lama del Tempo, li hai sentiti … qualsiasi cosa sia. Non credo siano umani. Non più almeno.
Che facciamo Shimmen
Ghessler ci ha chiesto di salvare sua figlia, deve avere lei l’oggetto. E Fanie e l’uomo con la falce devono essere con lei, non li vedo tra i cadaveri … li avrà fatti allontanare approfittando della confusione, noi eravamo soltanto un diversivo.
Comunque non possiamo combatterli, lo sai anche tu.
Non lo faremo infatti: credo di poter creare un diversivo ma dovremo essere rapidi a montare a cavallo ed andarcene. Stai pronto.
Rapidi bisbigli passarono da un orecchio all’altro dietro il carro presso i cui resti fumanti si erano nascosti per osservare l’orrenda scena del massacro. Venti uomini trucidati con efficienza e spietata ferocia da sei creature, pelle olivastra chiazzata di nero, occhi rossi come la brace e muscoli rigonfi quasi al punto di strappare la pelle … trucidati, dicevo, in meno di un minuto.
La settima creatura, un uomo colossale dal naso adunco e dal cranio rasato, teneva il mercante sollevato con una sola mano, strozzandolo lentamente e sembrava con gioia perversa mentre lo interrogava e rideva.
Sono questi i Korps, dunque.
Dalla loro posizione Shimmen ed il mercenario non potevano vederlo chiaramente in volto ma avevano una visuale completa della faccia di Ghessler, sempre più pallida, devastata dal terrore della morte incombente eppure ancora in qualche modo capace di vederli. Di avvertirli che combattere contro quel particolare avversario sarebbe equivalso ad un suicidio e che sua figlia doveva essere salvata.
Shimmen trasse un respiro profondo, scosso in profondità dall’improvviso ribaltamento della situazione, scombinava i suoi piani per l’immediato futuro, e un sottile rimorso per quegli uomini che aveva promesso di salvare si mischiava con la consapevolezza che solo il caso aveva fatto in modo che lui non fosse morto con loro. Poteva essere spietato a volte e considerare la vita come un gioco, poteva essere anche crudele con coloro che a sua giudizio se lo meritavano come la feccia che aveva lasciato agonizzare tra le fiamme poc’anzi ma credeva che un nobile come lui, ancor più se dotato di potere, fosse in fondo responsabile delle persone che decideva di mettere sotto la sua protezione.
Scosse la testa e si passò le mani sugli occhi cercando di concentrarsi.
Sarebbe venuto a patti più tardi con quei pensieri, ora doveva agire.
Attinse quindi al nucleo profondo del proprio essere, cercando in se quel fuoco che sapeva essere parte anche dell’anima della sua spada e produsse una brillante sagoma circolare che racchiuse in se il perimetro dell’accampamento con l’idea di dar fuoco nuovamente a tutti i carri. Fumo e fiamme avrebbero coperto la loro fuga ed i neri cavalli su cui era giunto il nemico, anch’essi colmi di ostilità, sarebbero fuggiti in preda al dolore impedendo un rapido inseguimento.
Purtroppo aveva fatto male i suoi conti e se ne accorse prima con disappunto e poi con sgomento quando l’ampia sagoma luminosa si restrinse bruscamente ad incendiare il solo carro che li nascondeva alla vista del nemico: ecco cosa si otteneva a cercare di estendere oltre misura la portata di un potere troppo limitato.
Ma guarda..abbiamo lasciato due soldatini a cacarsi sotto dietro i carri."
Commentò sardonico il colosso rasato in una passabile imitazione del tono usato anni prima da Ser Bowlard Mormonth, anche lui uomo di enorme forza e brutalità, provocando un brivido freddo nel Kasumaki. Fecero eco gli sghignazzamenti delle altre creature mentre osservano il capo portare in alto l'alabarda ancora lorda del sangue dei mercenari, per poi scagliarla al suolo con una violenza immane. Dal movimento, si originò un'onda d'urto che rapida si scagliò contro Shimmen, il più vicino tra i due, sgretolando in linea retta il terreno interposto tra loro.
"Fateli fuori."
Due Korps si fecero avanti a quell’ordine, sfoderando dagli avambracci le lame retrattili e balzando loro incontro con intenzioni omicide tali per cui non serviva neanche la capacità di leggere il cuore delle persone: bastava guardare i loro occhi rossi e sfavillanti per comprendere che era meglio tagliare la corda il più rapidamente possibile.
Un rapido balzo di lato, uno scatto rapido come il pensiero, non fu sufficiente ad evitare del tutto il contatto con quella invisibile forza distruttiva scatenata dall’alabarda e Shimmen si ritrovò a rotolare all’indietro, dolorosamente ammaccato ma non ferito gravemente, mentre il mercenario saltava a cavallo con un grido di terrore.
Quando il Kasumaki si rialzò, dopo pochi istanti sfruttando lo stesso impeto della rotazione, fu subito chiaro che per il suo animale non c’era nulla da fare: esso giaceva infatti a terra nitrendo a più non posso, una zampa piegata in modo innaturale, una schiuma sanguigna alla bocca.
Irrompendo di nuovo in una sonora imprecazione al Sovrano ed alla fortuna avversa, l’adrenalina che gli scorreva pura nella vene cancellando per un attimo la stanchezza che ormai gli invadeva il corpo, corse verso il suo compagno gridandogli di aspettare con un tono in cui vi era una nota di supplica ben evidente ed insolita per l’orgoglioso guerriero. Montò in groppa dietro di lui, i due Korps sempre più vicini.
Di comune accordo spronarono poi il cavallo al galoppo, perdendosi nella notte in direzione del promontorio roccioso che si poteva scorgere ad una certa distanza: un buon posto dove opporre una difesa e da cui osservare i dintorni. Un buon posto in cui iniziare a cercare Fanie e la bambina.



<span align="center" style="display:block">CS: 1 Velocità e 1 Maestria
Danni fisici subiti: 2/16
Danni mentali subiti 0/16
Energia: 15%

Abilità passive
Danzerò in battaglia Con una quantità Variabile di energia può spostarsi in maniera tanto veloce da risultare invisibile agli occhi durante lo spostamento e può farlo con una prontezza di riflessi tale da rasentare le più banali capacità di precognizione, come se fosse impossibile coglierlo di sorpresa. (Personale 3°, difesa variabile + passiva dominio absolute difence) Resisterò alle ferite .... Inoltre un guerriero non cederà alle ferite, imparando a sopportare il dolore ed a spingere il suo corpo ad azioni che ad altri in quelle condizioni sarebbero impossibili. Potrà infatti combattere efficacemente anche se il suo corpo fosse danneggiato in maniara notevole, purchè non gli venga tagliato un arto, trafitto il cuore o qualcosa del genere anche se ovviamente questo non farà altro che aggravare ancora di più la ferita ... un prezzo equo comunque se l'alternativa è la morte. Infine grazie alla sua deternimazione è riuscito ad apprendere tecniche ben al di sopra del proprio livello, potendo godere dell'accesso a pergamene di un livello superore a quello normalmente consentito per la sua energia. (passiva personale 5° + passiva raziale orco + Cristallo del Potere) Agirò senza limiti ... Grazie al suo addestramentio Shimmen ha cominciato a trascendere i limiti umani per quanto riguarda le possibilità di disporre a piacimento del proprio corpo in fatto di movimento. Infine il corpo di Shimmen non sarà più soggetto alle normali leggi della fisica, potendo compiere prodezze di forza, equilibrio, coordinazione o agilità impossibili per un normale essere umano e potrà farlo con facilità, spingendo le limitazioni fisiche ben più lontano di quanto sia immaginabile. Questi effetti però varranno unicamente su di lui: ad esempio potrà effettuare un salto di una decina di metri ma non potrà mai riusicre a spingere via un avversario di altrettanto anche se apparentemente la forza richiesta è la stessa. (personale passiva di acrobazie impossibili). Vigilanza Gli occhi di un Frémalis non sono quelli nel cranio, ma quelli nel petto - lì dove dovrebbe trovarsi il cuore. Vigilanza è un termine che definisce perfettamente la primissima virtù che una sentinella deve possedere per poter diventare ciò che il suo popolo richiede. Questo è perché l'anziana Nazelèn non ha mai ceduto il posto ad altri, né altri hanno sentito il bisogno di rimpiazzarla: la ferita di Kvahn l'ha privata della vista, ma non dell'elasticità nei movimenti o tanto meno dell'istinto animale di chi sa combattere sia in duello che in battaglia. Shimmen potrà come fece a suo tempo la Foresta, percepire l'ostilità insita in chi lo circonda, stimando in pochi istanti se qualcuno rapprensenti un pericolo per la sua persona e nel caso quanto questo pericolo sia incombente. Potrà farlo anche se gli elementi ostili non sono entro il suo raggio visivo, individuandoli immediatamente. [Personale passiva data dalla quest Somnus Nemoris: Auspex basato sull'istinto e sulle intenzioni di chi lo circonda, potendo percepire quindi se è ostile o meno pur senza bisogno di contatto visivo - come un sesto senso + pergamena Sensi Sviluppati]

Abilità Attive
- Danzerò in battaglia ... Con una quantità Variabile di energia può spostarsi in maniera tanto veloce da risultare invisibile agli occhi durante lo spostamento e può farlo con una prontezza di riflessi tale da rasentare le più banali capacità di precognizione, come se fosse impossibile coglierlo di sorpresa. La tecnica comunque è una semplice variabile difensiva che può essere usata anche per gli spostamenti. (Personale 3°, difesa variabile + passiva dominio absolute difence)
- Risveglierò il drago dormiente ... Consumo Alto, danno medio da fuoco per due turni.

Note
Uso la variabile a costo Medio.
Buona fortuna se sperate in un mio aiuto consistente ... il massimo che posso fare adesso è una bassa ed attacchi fisici prima di svenire. A ricordarmene avrei potuto subire del tutto l'Alto e tenermi qualcosa in più per il seguito ma del resto in quella particolare situazione, memore dell'esperienza degli avvenmenti accaduti a Nord nella mia prima quest, Shimmen non era propenso a prendersi idanni da qualcuno di così grosso.

 
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DanT&
view post Posted on 24/9/2013, 21:46







Nero d’inchiostro dipinse la notte che divenne quasi più scura. Una mezzaluna che ne tinteggiò l’atmosfera, schizzo di una pennellata degna di qualsiasi artista. Le gocce quasi si cristallizzarono nel tempo mentre lo sguardo ne indagava la sostanza, una per una, prima che si disperdessero nelle tenebre del promontorio. Fu come se qualcuno avesse spento l’audio. Tutto diventò immobile mentre l’unico moto era il corpo dell’elfa nera che toccava terra quasi senza un suono. Neppure la polvere fece rumore al contatto, quando si sollevò.
Patetico…
Mickey sputò in terra un grumo di saliva mista a muco. Certe situazioni gli smovevano il catarro che il fumo continuava a far accumulare. Liberarsene era…liberatorio. Anche se era come sputare fuori una parte di sé, e lo sapeva bene. Cashka mormorò qualcosa. Cosa? Che ha detto? Non aveva capito, tanto la voglia di continuare a martoriare il corpo immoto gli martellava le orecchie distraendolo.
Immoto.
Immoto, aveva detto?


Si ritrovò di fronte allo spettacolo più terrificante della vita. Avete presente i vostri incubi peggiori? Bene, dimenticateli. Quelli sono niente –niente!- confronto ad un morto che torna in vita. Non contento, il cadavere, scegliendo di terrorizzare ancora di più gli spettatori che attoniti assistono alla scena a bocca aperta, decide di deformarsi, allungarsi, sformarsi, dare vita a zanne, artigli, tentacoli, insomma…un delirio!
Un delirio che a dire la verità era iniziato neanche troppo tempo fa quando qualcuno –che adesso aveva davanti- aveva mandato degli insetti viola a portare il caos in quella che era una fottutamente semplice scorta per una normalissima carovana.
Avrebbe dovuto capire che c’era qualcosa sotto. Troppi uomini per un miserabile scrigno. TROPPI. Che adesso chissà dov’erano, poi, a tentare di spegnere qualche fiamma che lui –accidentalmente, sia chiaro- aveva provocato mentre loro, un miserabile umano, un’elfa ed una bambina, si ritrovavano di fronte ad un abominio che pareva vomitato dalle viscere più profonde dell’inferno che si era adoperato per crearlo.
La risata non poteva che essere il degno contorno della già ben fin troppo abbondante portata.
Un tocco che da quel sapore in più.
Quello della morte.

Portami la sua testa
.
.
.
Ci vuoi anche i tentacoli?



Non ascoltò neanche il blaterare di quel mostro. Era troppo occupato ad essere terrorizzato. Pensava che ad entrare nel Toryu la sua vita avrebbe preso una piega decisamente più facile, invece quello in cui continuava ad incappare erano situazioni persino più astruse di quelle con cui di solito aveva a che fare.
Non riuscì nemmeno a concludere il pensiero.
Forse avrebbe dovuto ascoltarla, magari avrebbe intuito qualcosa, magari prevenire quei dannati rovi bianchi che lo (li) intrappolavano fino al busto impedendo qualsiasi cosa di saggio. Tipo la fuga. Possibilità, quella di scappare, che si era subito fatto largo nella mente del Tuttofare. Lasciare lì tutto e tutti, Fanie, bambina, compagnia, Toryu, amici, parenti, cambiare vita, casa, città, continente, mondo, universo. ODDIO! Qualsiasi cosa pur di trovarsi in questo momento il più lontano possibile da quello che aveva di fronte.
Certo, avrebbe dovuto correre tanto. Tanto forse è poco, probabilmente molto sarebbe più appropriato.
Eh, arrivo! Non è che fosse propriamente stizzito. Gli pareva semplicemente inopportuno, forse indelicato chiedere aiuto a qualcuno che si trovava esattamente nella medesima situazione di merda. Il tono di voce, però, non riuscì proprio a trattenerlo.
Con una sferzata fu libero dalla prigione di legno morto che gli impediva i movimenti più elementari.
Ecco adesso posso…
Posso, si. Potere, poteva fare poco. Vi sfido pubblicamente a difendervi da uno sciame di simili pipistrelli alati, pelosi e grossi tanto da far rimpiangere le simpatiche lucciole viola che, volendo, sarebbero state persino comode quando le candele terminavano.
Ebbe appena il tempo di cogliere Fanie che si difendeva roteando la lancia in fronte a sé.
Bene, figo, lo faccio pure io.
Trattenne il respiro, gonfiò i muscoli, passò la mano velocemente da una mano all’altra creando un vortice che di fronte risucchiava ogni singolo maledettissimo mostriciattolo che si scagliava su di lui come un topo sul formaggio.
Uno, due, tre.
Spalla, petto, gamba.
Dai, non era andata male. Non troppo almeno, pensava peggio. Il dolore non l’aveva quasi nemmeno sentito. Quasi però, perché l’occhio cadde su una delle ferite e pareva che da lì una specie di livido neroviolaceo si ingrandisse a vista d’occhio corrompendo carne e muscoli, tessuti e sangue.
Boccheggiò, sputando un un grumo di sangue. La vista gli si annebbiò.
Che cazzo è? Mormorò più tra sé che altro.
Mosse due passi all’indirizzo dell’elfa mentre due lacrime gli imperlavano gli occhi agli angoli, ma restò concentrato quel tanto che bastava per impedire alla falce di non rompere persino il corpo intrappolato, già martoriato abbastanza dal destino di una nottata avversa.


Sangue
Sangue
Sangue
Sangue



Sapete com’è quando ci si abbandona totalmente all’ira? No? Allora non potete capire come ci si sente. E’ come essere immersi in un vortice, un qualcosa di talmente tanto grande e profondo che ti spinge sempre più in basso provocando al sistema nervoso una scarica di piacere immenso. Di rabbia ci si bea, ci si inebria, ci si ubriaca e la si desidera sempre di più, minuto dopo minuto si cerca di prolungarla, se ne cerca di assaporare ogni goccia come se preziosa quasi quanto l’acqua nel deserto. Il desiderio di cadervi è così ardente da sopraffare ogni senso, ogni altro, e ti rende cieco spingendoti alla ricerca di quello, e quello soltanto, per il resto della vita.
Ecco, questo ragionamento, però, quando sei incazzato mica puoi farlo.
Adesso Mickey si lanciava come un ossesso su quello che aveva davanti mulinando la falce come se non ci fosse un domani. Attaccava con foga, grugnendo, impazzito di una bestialità che ancora per poco gli permetteva di discernere il giusto da sbagliato, confine che tra l’altro per lui era stato sempre molto labile.
Il mostro non sarebbe caduto, si sarebbe difeso, ma il Tuttofare non poteva che cedere al suo istinto, non chiedeva che affondare la lama ricurva nella carne mutata che già una volta aveva assaggiato e di cui, ancora, non era sazia.
In lontananza zoccoli?
Non li sentiva.

QUOTE
q8qu
Narrato
Pensato
Parlato
Nome: Mickey
Stato Fisico: Danno Basso da ustione piede dx, Danno Basso al corpo dovuto agli insetti che lo hanno colpito a Gamba sx, Pettorale sx, Braccio dx (+ danno necrotico) [Ignorati grazie alla passiva della Spaccaculi]
Stato Psicologico: Illeso [Infuriato, quasi totalmente accecato dalla rabbia]
Armi: Spaccaculi [Equipaggiata, in uso]
Energia: Gialla [85% - 30 = 55% Rimanente]
Pericolosità: F
Brama: 5 [Mickey è quasi totalmente accecato dal furore]
Riassunto: Subisco la tecnica dei rovi, mi lascio imprigionare. Mi libero scaricando la tecnica immagazzinata prima, mi potenzio le CS, subisco l’attacco, libero Fanie, attacco Eru come un pazzo con attacchi fisici sfruttando le CS in Potenza.
Note: Mi riservo l’edit per qualche fix. Sto postando da un burger king o.o


Abilità:
Tranquilli, tranquilli. Mickey è qui. [Abilità Passiva]
Ehi, gente, non preoccupatevi. Mickey è qui e adesso niente può andare storto. Ci pensa lui. Non intralciatelo, non interferite con quello che fa, semplicemente...fidatevi di lui. Tutelerà i vostri interessi in quantità direttamente proporzionale al prezzo che gli date.
In termini di gioco, l'aura del primo livello concessa dall'ammaliatore si traduce con un'innata simpatia, un sentimento di fiducia che chi circonda Mickey sarà naturalmente propenso a provare nei suoi confronti. Fa leva sulle lusinghe accennando alla sua esperienza e promettendo guadagni extra. Abilità passiva + simpatia e rapporto che già erano alla base del viaggio precedente.

Abilità attive:

Non dovevi farmi incazzare: Consumo Alto +4 CS a Potenza Fisica e Resistenza spalmati su due turni per un totale di +2 e +2 alle CS.

BLEAK-BLINKING-BLADE | Tecnica media. Consumo medio. Natura fisica.
Esistono voci e dicerie secondo le quali la falce del Sorrisone fu trafugata dalla sua tomba, e da allora sia passata di mano in mano, sequestrata da mercanti e poi ancora una volta derubata e messa all'asta illecitamente, o presa con la forza da uomini desiderosi del potere in essa intrinseco. Ma da ormai tempo immemore si è persa traccia della stessa, come è peraltro comprensibile: diversi secoli sono passati, e il fatto stesso che sia ancora integra e funzionante nelle mani di qualcuno sarebbe un miracolo - persino un individuo qualunque potrebbe averci messo le mani, probabilmente senza nemmeno avere idea della storia che v'è dietro e chiamandola in modo diverso. Ben poche armi vantavano, tra l'altro, una lama tanto affilata quanto quella della fu-Vermiglia: il suo taglio era capace di ferire profondamente e recidere nervi e tendini in un singolo colpo, pur mantenendo una maneggiabilità stupenda che permetteva di sferrare assalti ripetuti. Il possessore ad un certo punto della giocata può spendere un consumo Medio e sacrificare uno slot tecnica, e da quel momento in poi potrà sferrare (anche in un qualsiasi turno successivo) un attacco turbinante e rabbioso in cui ruoterà assieme alla falce, tagliando tutto ciò che si trova sulla propria traiettoria in un singolo colpo deciso o una grandinata. L'attacco nella sua interezza va difeso sempre come una tecnica di potenza Bassa. Ma qualora l'attacco, più brutale che preciso, andasse a segno, il bersaglio subirebbe un danno Medio al corpo per i tagli e la perdita di 2 delle CS a propria disposizione, dovute alla menomazione dei colpi spietati. Solo la preparazione della tecnica, non il suo utilizzo effettivo, consumano uno slot tecnica. Finché il possessore tiene pronta la tecnica senza utilizzarla, non potrà utilizzare le altre sue tecniche, dovendo sempre reggere l'arma. Come spiegato, però, questa potenza irruente ha lo svantaggio di essere poco precisa: e basterebbe una tecnica bassa a schermare interamente dai danni al corpo e a quelli delle CS.


 
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Lenny.
view post Posted on 25/9/2013, 14:57




Il cimitero dei mondi ~ Lama del tempo


[pov: Eruvanyë]

Fu uno spettacolo oltre il concepibile vedere il mostruoso corpo di Eru torcersi sotto l'attacco combinato di Mickey eFanie come una corda di pianoforte colpita all'infinito. La soldatessa demoniaca cominciò a urlare dalla profondità di ciò che restava della propria anima. E continuò a urlare, una moltitudine di grida stridule e acute che stracciarono il silenzio della notte, riecheggiando nel vuoto del Midgard come un peana infernale.

Eru indietreggiò, incassando duramente tutto ciò che le avevano scagliato contro. Dalla bocca irta di fauci ruscellava vivido sangue nero, dopo l'attacco a distanza di Fanie. Incassò duramente ogni rabbioso fendente menato dalla falce di Mickey, senza stramazzare a terra, senza cadere. La trasformazione aveva reso la pelle dell'elfa dura e resistente come granito, una corazza naturale nera e coriacea contro la quale l'acciaio della lama dell'umano poteva fare ben poco. Graffi, squarci di lieve entità, ma non molto di più.
Era stata la magia. La bianca, pura magia dell'elfa dei boschi a scuotere l'animo di Eru, dilaniandola dentro, nel profondo.

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Eru tornò in sé in un sussulto, dopo aver vomitato una boccata di bava, sangue, e fiele. Per prima cosa si occupò dell'umano: caricò il colpo indietro, una manciata di secondi, per poi scagliare contro Mickey quelli che erano stati i suoi capelli, e adesso erano tentacoli, viscidi viluppi nerastri coperti di ventose ovoidali grondanti sangue. Sembrò l'esplosione da incubo di un kraken in arrivo dalle viscere più profonde della terra. I tentacoli si sarebbero attorcigliati lungo gli arti inferiori e superiori dell'uomo, serpi striscianti sino al busto, dove le ventose avrebbero aderito sigillando il corpo della vittima in una morsa indistricabile. Solo allora avrebbero succhiato la sua linfa vitale, assorbendo ogni residuo di forza che dominava il suo essere e per veicolarlo all'essenza oscura di Eruvanyë.

Nel frattempo, il viso e la mente del Korps erano rivolti verso un soggetto differente. La sua antica sorella di sangue, bianca e pura come solo gli elfi dei boschi potevano essere. Si accorse di odiarla, dal profondo del cuore. Lei simboleggiava tutto ciò che Eru sarebbe potuto diventare, tutto ciò in cui un tempo aveva creduto. Prima del Beccaio, prima della distruzione del suo villaggio. I suoi occhi lampeggiarono d'odio allo stato puro mentre si incastravano in quelli di Fanie. Cercando di inghiottirla nella sofferenza. Nel memento della sofferenza.
La mente degli esseri viventi, nella sua enorme fragilità, precipitando nel sonno della ragione, generava mostri. Bastava trovare il punto di rottura, il limite critico. Eru volle spingere Fanie oltre quel limite, in una connessione con una realtà alienata che avrebbe scatenato in lei la sua stessa furia di annientamento.
Fanie avrebbe visto strascichi della propria infanzia mescolati a quella di Eru. Tempi, luoghi, nomi. Il ricordo di un villaggio nei boschi assalito nel cuore della notte, messo a ferro e fuoco da soldati in armature nere. Il ricordo di un elegante vecchio avvolto in un manto color della tenebra. Viktor von Falkenberg. Era stato proprio lui a salvarla. Lei che era di un'altra razza. L'aveva condotta al riparo da tutta quella morte, da tutta quella distruzione, l'aveva accolta tra le mura del suo castello. Le aveva dato un motivo per continuare a vivere.

La loro storia dopo tutto non era molto dissimile. Un cupio dissolvi che avrebbe portato al medesimo concetto univoco e inequivocabile. Gli esseri umani, il Toryu, il Sorya, il Goryo, tutti non erano altro che fantocci dominati da una insulsa follia di sterminio. Tutti loro erano i fautori delle tragedie che le due elfe avevano subito nel corso della loro esistenza.
Cosa avrebbe colmato il vuoto che i loro cari avevano lasciato? Solo una cosa. La fede.
La fede avrebbe guarito il loro dolore e illuminato la via verso il futuro.
Viktor von Falkenberg portava speranza.
Il sogno del suo impero, il loro grande destino.
Incamminandosi verso una grande unificazione di tutti i popoli sotto il suo vessillo, il Beccaio avrebbe condotto tutti verso un solo grande futuro. Ecco a cosa portava l'interminabile marcia di RotteNhaz. Ecco a cosa miravano i Falkenberg Korps.

« Khila amin. Nef aear, si nef aearon gurthaya ten’lle.* »

Solo allora il contatto tra le menti di Eru e Fanie si dissolse, lasciando in quest'ultima la vivida impronta di un odio primevo e innato, una sete di vendetta totalmente giustificata da ciò che aveva visto, che aveva sentito sino a quel momento. Una avversione così forte verso gli esseri umani che l'avrebbe spinta a contrastare Shimmen e Mickey con tutte le sue forze, prima di ricongiungersi ad Eru, per essere accolta tra le fila dei Korps. Adesso anche Fanie poteva sentire ciò che l'altra sentiva. Poteva avvertire quella sensazione bruciarle nelle viscere. Chissà se avrebbe udito l'urlo disperato di una bambina di nome Cashka mentre si schermava il volto con le braccia, inutile e patetica difesa contro l'assalto di uno stormo di insetti oscuri. Di certo avrebbe visto Mickey, ubriaco di sangue e violenza, tenuto fermo dalla creatura che diceva di essere sua sorella. Era un'occasione buona per punire un essere che aveva fatto dell'ira e della violenza il proprio credo. Era un'occasione perfetta per dimostrare a tutti, persino a se stessa, chi realmente fosse Fanie.

« Gurth gothrimlye!** »


QM POINT: Eru subisce in pieno i vostri attacchi, ma la sua particolare costituzione in forma demoniaca l'ha resa particolarmente resistente, donandole una certa resistenza in più agli attacchi di natura fisica, a fronte di una medesima debolezza contro attacchi di natura magica. Quindi incassa, indietreggia, e contrattacca.

Lo scorso turno nessuno ha difeso Cashka dall'assalto degli insetti, che ovviamente l'hanno ferita come hanno ferito i vostri pg. Ma in compenso questo turno gli sgherri si concentreranno solo su di lei, lasciando i vostri pg in pace (più o meno). La percentuale della sua salute quindi è scesa al 75%. Arrivata allo 0%, ovviamente, morirà.

Mickey: Il tuo pg viene attaccato da una tecnica di potenza Alta. L'offensiva viene condotta con i lunghissimi capelli -tentacoli- di Eru che si avvolgeranno attorno a braccia e gambe del pg, stritolandolo e causando un danno totale medio a gambe e braccia. Le ventose risucchieranno energia dal suo corpo, quantificabile come un danno psionico di entità media, accusabile come una elevata spossatezza fisica e mentale, offuscamento dei sensi, calo della vista. Si tratta di una offensiva di natura fisica, quindi, che oltre a tenere fermo il pg per l'intero turno (causandogli un danno medio al fisico) risucchierà energia dal pg (danno medio psionico). Ci si può difendere totalmente con una difesa fisica alta o parzialmente con difese fisiche/psioniche medie.

Fanie: Mentre Mickey viene colpito dai tentacoli, Eru rivolge ancora una volta tutto il suo affetto verso il tuo pg. Ti colpisce con una abilità psionica di entità Alta con lo scopo di portare il tuo pg ad attaccare Shimmen e/o Mickey. Per quelli che saranno pochi secondi nella realtà, Fanie verrà catapultata in un sogno in cui rivivrà i momenti più importanti della sua vita mischiati e confusi a quelli della vita di Eru (sei liberissima di inventare, tenendo ovviamente fede a quanto io e te abbiamo già scritto in precedenza). Volendo Fanie potrebbe arrivare addirittura a confondere la propria identità con quella di Eru, ma sta a te scegliere come gestire la cosa. In ogni caso, rivivrebbe gli ultimi momenti vissuti nei boschi dell'Eden, per poi essere salvata da un misterioso vecchio (il mio caro pg :v:).
La cosa importante è che il sogno e le parole di Eru scatenino in Fanie una avversione totale contro la stirpe di Shimmen e Mickey, e contro il Toryu. Ovviamente tale odio artificioso è temporaneo e andrà scemando già il prossimo turno, per poi svanire totalmente quello successivo.
Ah, ovviamente Eru non può immaginare che i soldati che hanno assalito il suo villaggio sono gli stessi Korps. La convinzione che i colpevoli sono esseri umani è stata ovviamente inculcata da Viktor e dall'aura di RotteNhaz :sese: Ti puoi difendere dall'offensiva con una qualsiasi difesa psionica di entità pari o superiore.

*Seguimi. Sei troppo remota, troppo sola nel loro mondo.
**Porta la morte ai nostri nemici!

Shimmen:ora che il tuo pg e il mercenario sono giunti nel luogo dell'azione, puoi agire come meglio desideri. Durante la corsa a cavallo comunque guadagni qualche attimo di respiro, che si traduce in un recupero energetico del 5%.

Rispondete in Confronto.


Edited by Lenny. - 25/9/2013, 17:47
 
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view post Posted on 22/10/2013, 09:03
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Era bastata quella cavalcata per fargli riacquistare parte del suo sangue freddo, il semplice allontanarsi da quel che restava dell’accampamento distrutto dal fuoco e dalla furia dei Korps. Sentiva persino di aver recuperato almeno un briciolo di forze anche se la stanchezza iniziava a pesare sul Kasumaki provato da quella lunga notte di orrori.
Mentre il cavallo correva a perdifiato attraverso l’oscura pianura, rischiarata appena dalla luce lunare, lui continuava a rivivere gli ultimi istanti prima della fuga, a chiedersi come e dove avevano sbagliato nel reagire e nel predisporre le loro difese.
Ghessler lo sapeva, chi gli stava dando la caccia? E se si, perché non li aveva avvertiti? Se si perché aveva chiesto, e pagato, tre costosi mercenari come loro? Ma Ghessler era morto ed il suo ultimo pensiero non era stato per l’oggetto misterioso, la Lama del Tempo, che quelle creature cercavano con tanto accanimento. No … era stato per sua figlia, per una bambina indifesa contro i mostri che le stavano dando la caccia.
Erano a metà strada dal promontorio ed il cavallo sudato rallentò per superare un terreno che si prospettava pieno di insidie cosparso com’era da rocce frantumate, instabili sotto le zampe. Fiutava l’aria notturna la povera bestia, soprattutto quando il vento soffiava contro di loro, scuotendo talora il capo come a scacciare inesistenti mosche e nitriva piano, prontamente calmata da una carezza ed un sussurro del mercenario che evidentemente con gli animali ci sapeva fare. Shimmen tornò ai suoi pensieri, alle sue domande.
Aveva avuto paura di morire e nonostante il suo immenso orgoglio, ed il professato disprezzo per coloro che considerava inferiori, non aveva potuto evitare una nota evidente di supplica nel chiamare a sé il compagno quando il suo cavallo era stramazzato a terra con una zampa spezzata dall’attacco.
Si rendeva conto che Roskan, ecco qual’era il suo nome, lo aveva salvato. Sarebbe stato molto più semplice ignorare i suoi richiami e non aspettarlo, fuggire via lasciandogli come ultimo compito quello di trattenere la rabbia dei Korps onde avere le migliori possibilità di scamparla. Anche lui doveva essere confuso e terrorizzato. E allora perché non l’aveva fatto?
La domanda si perse nel vento della corsa mentre Shimmen immaginava una situazione al contrario, lui a cavallo e Roskan a terra. Si sarebbe fermato anche lui a soccorrerlo, dominando la propria paura? Oppure sarebbe fuggito come un vigliacco in spregio ai doveri che si era preso ed alla pietà che gli avrebbe suggerito di intervenire?
Decise che si sarebbe fermato, probabilmente. Non tanto per la pietà, confrontandosi con l’uomo che era una volta si accorgeva di quanto cinico fosse diventato, quanto piuttosto per un senso di responsabilità che si era addossato nei confronti di tutti loro quando aveva preso l’impegno di scortarli attraverso quella terra desolata, ancor più forte per lui e la bambina sapendo che erano gli unici sopravvissuti.
Lo confortava sapere che almeno una briciola di onore gli era rimasta. Lo faceva sentire un po’ meno in colpa, meno perduto di quello che intimamente si sentiva.
Grida e strilli inumani, alcuni di rabbia altri di paura e dolore, squarciarono la notte ed i due cavalieri videro ombre confuse e luci violastre che ben conoscevano muoversi all’ingresso di una caverna scavata nel promontorio roccioso. Da quel poco che si riusciva a comprendere erano Fanie e Mickey, piante di roccia e falce, che lottavano contro qualcosa: un mostro tutto tentacoli, fauci e zanne affilate, bianche come ossa alla luce della luna. Spronarono il cavallo e gridando si lanciarono in quella direzione.
Quando furono vicini il mostro avanzò verso di loro, lasciando la presa con cui stava soffocando Mickey, sorprendendoli con una voce melodiosa e femminile, niente affatto adatta al corpo che stava indossando. Il cavallo a quella vista si impennò, quasi sbalzando di sella Shimmen ed il suo compagno intento a cercare di controllarlo.
"E voi che volete?"
Disse intanto quell’essere disgustoso che parlava con lo stesso accento di Fanie, menando un fendente con uno dei suoi tentacoli contro il mercenario al fianco di Shimmen, riuscendo ad afferrarlo per il collo senza che l’uomo sorpreso ed intento a controllare l’animale innervosito da quella presenza, potesse opporsi in alcun modo. Lo alzò da cavallo, trascinandolo al suolo verso di sé, ridendo dei sui tentativi di spezzare la presa, di divincolarsi, finché un sonoro crack proveniente dalle sue vertebre, ed un’ultima risata talmente pervasa di odio e veleno, non mise fine ad ogni movimento. Il mostro sogghignò, menando un altro fendente contro il collo di Shimmen che nel frattempo era riuscito non si sa come a riprendere il controllo dell’animale e persino a liberare dal fodero la sua lunga katana.
"Non importa. Non dovevate intromettervi."
Sempre quella voce così ingannevolmente dolce.
Non possiamo ….
Ribattè Shimmen, sarcastico nella sventura, rispondendo alla sferzata del tentacolo con una parata dal basso che oppose alla carne la lama, deviandola con rabbia n modo che passasse al si sopra della propria testa.
Anche Roskan era andato adesso.
Cosa gli era rimasto a quel punto da proteggere?
Non possiamo certo lasciarvi carta bianca se decidete di assalirci ed uccidere i miei uomini.
La situazione era chiara infatti, regredita ad un livello più primitivo delle parole che uno poteva usare per giustificarsi: Korps, perché di questo doveva ancora trattarsi, avevano ucciso Roskan come avevano ucciso Ghessler e gli altri. I Korps stavano minacciando la bimba che il padre aveva chiesto loro di proteggere. I Korps avrebbero ucciso anche lui se non si fosse difeso, se non avesse a sua volta attaccato. Non c’era bisogno di tante altre motivazioni per essere nemici mortali.
Per Roskan non c’era più niente da fare, tranne vendicarlo (quello almeno glielo doveva per avergli salvato la vita) ma la bambina era circondata da un nugolo di piccole creature e piangeva di dolore, riparandosi alla meglio il volto con le mani. Non aveva ancora molto da combattere, molte energie da dare. Non se la sentiva di impegnare di nuovo qualcuno di grande e forte come l’abominio che aveva dinnanzi. Focalizzò quindi su di loro, su quelle creature la sua rabbia ed il suo dolore per la morte di un uomo a cui doveva la vita, smontando da cavallo e precipitandosi verso di loro con entrambe le spade in mano.
Uccidendole avrebbe dato il suo contributo a quella battaglia.
Uccidendole avrebbe protetto la bambina.
Uccidendole avrebbe sfogato il proprio dolore ed ottenuto una giusta vendetta.
Corse, aggirando Eru e mulinando dappertutto le spade per deviare i tentacoli, e vide Fanie con un'espressione sconvolta sul volto solitamente composto. Ne percepì intensamente l’odio e ne ebbe paura. Da lei non si sarebbe mai aspettato una simile veemenza. Seppe infine con assoluta certezza che c’era qualcosa che non andava quando la vide protendersi ad attaccare il suo compagno intrappolato all’interno di una specie di gabbia vegetale, impossibilitato a muoversi.
Esitò nella sua corsa, spostando lo sguardo dall’elfa alla bambina, e si chiese quale delle due doveva salvare. Fanie, la dolce Fanie che solo il giorno prima aveva dimostrato un sincero interesse per la bellezza espressa dalla poesia, Fanie la coraggiosa che si era gettata entro un carro in fiamme per salvare la figlia di Ghessler da una morte orribile. Non poteva naturalmente provare un odio di tale intensità per i suoi compagni, al punto di attaccarli. Ma cosa poteva fare per fermarla senza farle troppo male, per impedire che straziasse Mickey dandogli il tempo di salvare la bambina?
La risposta giunse da un suo ricordo della volta in cui aveva aiutato Shakan a fare ancora una volta i conti col suo passato, nella speranza di apprendere qualcosa di più da quell’uomo così riservato: entrando nella casa in cui si nascondevano coloro che avevano tentato di assassinarlo aveva coperto la visuale di uno degli avversari con il proprio mantello, lo stesso mantello marrone che ancora adesso gli cadeva dalle spalle. Ne tagliò il laccio che lo fermava, usando la spada corta per lacerare il cuoio, e con un abile volteggio avvolse l’indumento attorno alla testa dell’elfa, accecandola temporaneamente.
Sei impazzita Fanie!? Le gridò all’orecchio mentre già riprendeva la corsa.
Non siamo noi i tuoi nemici ma quelli che hanno ucciso il padre di quella bambina per avere la Lama del Tempo!
Infine piombò sul gruppo di sgherri menando colpi all'impazzata, sfondando il gruppo col peso del proprio corpo, incurante per il momento della sua salvezza personale, mulinando le spade in ampi cerchi concentrici per allontanare le creature da se e dalla piccola che ora giaceva raggomitolata a terra, gli occhi spalancati fissi sullo spettacolo selvaggio del guerriero dai capelli rossi che si precipitava a salvarla.



<span align="center" style="display:block">CS: 1 Velocità e 1 Maestria
Danni fisici subiti: 2/16
Danni mentali subiti 0/16
Energia: 15%

Abilità passive
Danzerò in battaglia Con una quantità Variabile di energia può spostarsi in maniera tanto veloce da risultare invisibile agli occhi durante lo spostamento e può farlo con una prontezza di riflessi tale da rasentare le più banali capacità di precognizione, come se fosse impossibile coglierlo di sorpresa. (Personale 3°, difesa variabile + passiva dominio absolute difence) Resisterò alle ferite .... Inoltre un guerriero non cederà alle ferite, imparando a sopportare il dolore ed a spingere il suo corpo ad azioni che ad altri in quelle condizioni sarebbero impossibili. Potrà infatti combattere efficacemente anche se il suo corpo fosse danneggiato in maniara notevole, purchè non gli venga tagliato un arto, trafitto il cuore o qualcosa del genere anche se ovviamente questo non farà altro che aggravare ancora di più la ferita ... un prezzo equo comunque se l'alternativa è la morte. Infine grazie alla sua deternimazione è riuscito ad apprendere tecniche ben al di sopra del proprio livello, potendo godere dell'accesso a pergamene di un livello superore a quello normalmente consentito per la sua energia. (passiva personale 5° + passiva raziale orco + Cristallo del Potere) Agirò senza limiti ... Grazie al suo addestramentio Shimmen ha cominciato a trascendere i limiti umani per quanto riguarda le possibilità di disporre a piacimento del proprio corpo in fatto di movimento. Infine il corpo di Shimmen non sarà più soggetto alle normali leggi della fisica, potendo compiere prodezze di forza, equilibrio, coordinazione o agilità impossibili per un normale essere umano e potrà farlo con facilità, spingendo le limitazioni fisiche ben più lontano di quanto sia immaginabile. Questi effetti però varranno unicamente su di lui: ad esempio potrà effettuare un salto di una decina di metri ma non potrà mai riusicre a spingere via un avversario di altrettanto anche se apparentemente la forza richiesta è la stessa. (personale passiva di acrobazie impossibili). Vigilanza Gli occhi di un Frémalis non sono quelli nel cranio, ma quelli nel petto - lì dove dovrebbe trovarsi il cuore. Vigilanza è un termine che definisce perfettamente la primissima virtù che una sentinella deve possedere per poter diventare ciò che il suo popolo richiede. Questo è perché l'anziana Nazelèn non ha mai ceduto il posto ad altri, né altri hanno sentito il bisogno di rimpiazzarla: la ferita di Kvahn l'ha privata della vista, ma non dell'elasticità nei movimenti o tanto meno dell'istinto animale di chi sa combattere sia in duello che in battaglia. Shimmen potrà come fece a suo tempo la Foresta, percepire l'ostilità insita in chi lo circonda, stimando in pochi istanti se qualcuno rapprensenti un pericolo per la sua persona e nel caso quanto questo pericolo sia incombente. Potrà farlo anche se gli elementi ostili non sono entro il suo raggio visivo, individuandoli immediatamente. [Personale passiva data dalla quest Somnus Nemoris: Auspex basato sull'istinto e sulle intenzioni di chi lo circonda, potendo percepire quindi se è ostile o meno pur senza bisogno di contatto visivo - come un sesto senso + pergamena Sensi Sviluppati]

Abilità Attive
- Sfrutterò la tua distrazione: la tecnica ha natura fisica e costo Basso e consisterà nel mettere in pratica un qualunque espediente che possa temporaneamente accecare l'avversario, dal lanciargli una manciata di polvere in faccia al coprirlo con il mantello al semplice posargli una mano suglio occhi. La tecnica, comunque, non arrecherà mai altri danni che non siano l'accecamento e durerà soltanto per il singolo attacco o al massimo per qualche secondo dopo di esso, il tempo necessario per liberarsi dall'impedimento in questione. A seconda delle circostanze però e dell'espediente impiegato può lasciare l'avversario alquanto confuso, facendogli perdere attimi preziosi e distraendolo in un momento cruciale dello scontro. (perga "Cieco" cacciatore).

Note
- Uso la pergamena Cieco su Fanie, sperando che sia sufficente ad impedirle di far male a se stessa ed agli altri. A trattenerla in qualche modo insomma.
- Serie di attacchi fisici random per tenere gli sgherri lontani dalla bambina.

 
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Fanie Elberim
view post Posted on 22/10/2013, 18:30





Il Cimitero dei Mondi - Lama del Tempo


Se era successo davvero? Non lo ricordavo. Ma quella sensazione di rabbia ed odio ribollente mi avvolse come un abbraccio, dandomi la sensazione che qualsiasi cosa avessi fatto mai e poi mai sarei riuscita a sfuggirgli. I miei pensieri sussultarono nel tentativo di restare divisi dall'ondata di quelli di Eru, ma non ero preparata a qualcosa del genere e le mie difese a poco servirono per rimanere lucida.
Il bracciale rilasciò le sue spore tentando di proteggermi, ma nella mia mente si erano già formate immagini distorte, frutto di un sogno e di una illusione allo stesso tempo. Non mi rendevo conto che a produrle era stata quell'elfa, quell'abominio per meglio dire, perchè le sentivo così mie da prevalicare qualsiasi buon senso e ragione. Che fosse vero o falso, ciò che mi aleggiava nell'animo, a provarlo erano comunque i miei sentimenti, nudi e crudi, e a quelli non potevo comandare nulla. Solo sperare di non lasciarmi troppo andare.
Guidata come da una sorta di illuminato automatismo, dove la mia unica luce erano frammenti di pensiero, dei ricordi che pur non essendo miei apparivano così vividi da confondermi lasciai cadere dalle mani la lancia. Ricordai...

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...ricordai i boschi della mia gente messi a ferro e fuoco da figure indistinte, dapprima le streghe che cercavano di uccidere mia madre e le sue simili, poi da uomini con corazze nere che gridavano e uccidevano senza pietà tutta la mia famiglia. Era come fare un tuffo in un passato dimenticato, come se quegli eventi non fossero mai accaduti ma, nonostante tutto, fossero reali. Io avevo visto la mia famiglia fuggire dal mio villaggio quel giorno, cacciati dalle streghe dopo mesi di scaramucce nei boschi, ed ora la vedevo di nuovo massacrata da esseri umani, senza motivo. Non riuscivo a capacitarmi di cosa fosse successo realmente, se mi fossi solo fatta scudo delle mie convinzioni, se il mio desiderio di sapere papà e mamma vivi, lontano da tutto, altro non fosse che l'ennesima difesa inventata dalla mia fantasia per tenermi al sicuro da quel mondo orribile.
E di nuovo altre scene che non ricordavo, ma che nel mio cuore sentivo di aver vissuto, della mia figura che correva all'impazzata, inseguita da decine di fiaccole ardenti e voci nemiche, come una densa e melmosa marea nera che stava per ghermirmi, al pari di un'onda contro un misero fiammifero. Quella sensazione di impotenza, quel ricordo sfocato di voci e di suoni che si assecondavano come strilli di animali nella notte, mi riempivano il cuore di paura e di ansia, mescolandosi alle immagini macabre di una vita meravigliosa rasa al suolo dalla furia cieca di uomini senza padrone.
E poi, quando i miei ricordi iniziarono a sovrapporsi definitivamente a quelli di Eru, qualcosa si spezzò e la mia testa iniziò a generare ricordi completamente falsati pur di non sfaldarsi completamente sotto al peso di quella devastante malia... e Fanie scomparve nell'oblio per quelli che mi sembrarono anni.
Iniziai a vedere me stessa da giovane, schernita dagli umani e abbandonata ad una vita di solitudine, iniziai a figurare Fal come un vecchio uomo ammantato caritatevole, che mi aveva insegnato l'onestà e la giustizia, vidi per qualche istante la sua figura mutare nell'immagine sconosciuta di un signore distinto, dall'aria quasi malinconica, che mai avevo visto in vita mia. Era una visione filtrata, fittizia, che nulla aveva da condividere con la realtà, ma che mi legava indissolubilmente a quel ricordo, come se da esso fosse dipesa la mia vita.
E la confusione di tutte le cose, tutti gli eventi incastrati l'uno sull'altro, i nomi dimenticati e cambiati, i luoghi che modificavano il loro aspetto facendomi quasi uscire di testa. Iniziai a chiamare mia madre Tylia, mio padre Ullen, ma non era quella la verità! Io li amavo, sentivo di amarli perché erano i miei genitori ed allo stesso tempo non lo erano! Il cuore mi andò in mille pezzi, non capivo più nemmeno quale fosse il mio nome.
In quei brevi istanti, nella mia anima, convivevano due passati, entrambi veri, ma solamente uno mi apparteneva ed in quel momento era stato eclissato dalla furia dell'altro. Eruvanyë, era quello il mio nome? No... non lo era, ma se qualcuno mi avesse chiesto quale fosse il mio nome, Eruvanyë avrei risposto. Mi guardai le mani, strette a pugno con rabbia come pronte ad abbattersi su chiunque mi fosse capitato a tiro. Fanie non c'era, Fanie non conosceva l'odio illimitato, la furia vendicatrice ed il desiderio di rivalsa che invece pompava adesso nelle mie vene. Eruvanyë, io, avevo perso tutto per colpa degli esseri umani, della loro arroganza, avevano ucciso Fal per il solo desiderio di privarmi della mia sola via d'uscita da quel mondo orribile che LORO avevano creato per me! Come poteva essere successo? Come potevo aver dimenticato il corpo senza vita del mio maestro adagiato al suolo e martoriato da decine di ferite, picchiato a morte tra le risate generali di uomini meschini? Come potevo essere stata così stupida, cretina, illusa e bastarda da abbandonare la mia gente per sottostare a quei mostri... avrei dovuto strapparmi gli occhi e tagliarmi la gola da sola per aver anche solo provato a fidarmi di un uomo.
Fissai l'abominio e non vidi l'oscura massa deforme e ripugnante, ma vidi Fanie, vidi la mia immagine riflessa, come se ci fossimo scambiate per qualche breve istante l'anima, e la mia rabbia non trovò limite.
Digrignai i denti tanto forte da farmi male, mentre una lacrima di rabbia iniziava a rigarmi il volto. Mi girai verso Mickey, debole ed intrappolato a quel modo, conscia di volerlo uccidere.

« Gurth gothrim tel’quessir... sella. *»

Mi scagliai su di lui mentre un frastuono di voci mi riempiva la testa, urlando e sussurrando, assediando anche il mio ultimo barlume di lucidità.
Era colpa loro, di tutti loro! Ogni male che è stato, che è e che sarà, saranno gli umani a compierlo. Sono folli, stupidi sciocchi, sono immaturi, ridicoli ed amano la guerra oltre ogni ragionevole dubbio. E non meritano la vita, perchè non sono in grado di apprezzarne appieno i frutti, vivono il tempo di un nostro battito di ciglia, la loro esistenza è effimera, il loro ruolo insignificante! Le loro istituzioni sono fondate sui falsi Dei, sulle leggende infondante, sulla paura e sul solo desiderio di piangere i propri morti, massacrando le vite degli altri! Gli esseri umani sono imprevedibili, come un animale impaurito che scappa dalle fiamme di una conoscenza troppo grande per la sua insulsa mente.
Gli uomini sono volubili, sono reietti, sono la feccia di una società in continua decadenza che mai raggiungerà i fasti e gli splendori delle metropoli elfiche, dei regni di diamante e di alabastro, solo il Beccaio è degno di essere ascoltato, perchè egli conosce.
E quando le mie mani iniziarono ad avventarsi sul giovane mercenario, qualcosa mi calò sul volto facendomi perdere completamente il bersaglio e costringendomi a fermarmi. Era stato Shimmen, mi aveva gettato in testa il suo mantello, e questo forse mi aveva impedito di compiere il gesto più folle della mia misera esistenza. Ansimavo, ma non per fatica o per sforzo, ansimavo nel tentativo di riprendere coscienza di me, di riprendermi da tutto quello che provavo nei confronti degli uomini. Io non odiavo gli uomini, io non avrei mai odiato nessuno a quella maniera solo per gli errori di altri. Non potevo fare di tutta l'erba un fascio, non potevo maledire il genere umano per gli errori di pochi! Sentivo i miei muscoli tesi nello sforzo, pronti a balzare addosso ai miei compagni per farli a brandelli, ma resistetti a quell'impulso distruttivo.
Lentamente, nella mia testa, le cose iniziarono a tornare in un ordine più chiaro, ma erano ancora così mescolate che non riuscivo a togliermi dalla testa quelle immagini drammatiche, quelle sensazioni disgustose di morte e abbandono. Avrei voluto correre verso Eru e abbracciarla, dirle che condividevo con lei quel dolore e che mai nessuno al mondo le avrebbe più nuociuto... volevo dirle che avrei accettato il dono del Beccaio, mi sarei elevata a qualcosa di superiore per abbattere chiunque ci avesse sbarrato la strada ma...
...non ero io quella che parlava.


Era solo il fantasma di una giovane elfa dei boschi dall'anima innocente e nobile, dal fisico meraviglioso e dalla maestria immensa nella musica, che non esisteva più, corrotta sino al midollo dal male. L'ultima parte di Eru buona, la parte che amava ancora la vita, si era instillata in me riversando nella mia anima tutto la sua rabbia repressa e la frustrazione per una fine tanto orribile.
Mi chinai a raccogliere la mia lancia, evitando anche solo di guardare i miei compagni per non sentire l'impulso di ucciderli.

La voce di Cashka mi fece ricordare. No, dovevo reindirizzare quell'odio verso chi realmente lo meritava! Serrai le mani sulla lancia urlando a squarciagola.
« TU, TU SEI LA PARTE DI ME CHE ODIO, LA PARTE DI NOI CHE DOVRA' MORIRE, SORELLA! »
Riposerai in pace, sorella, quando la mia furia si abbatterà su di te, donandoti l'eterno riposo.


• Capacità Straordinarie:
» 2 Robustezza 2 Tenacia / 2 Agilità 2 Prontezza (Avatar)

• Status
Stato Fisico: Medio (Ustione/Contusione diffusa) Medio (Ustione alla schiena) Basso (Da Necrosi, Busto e Gamba Dx)
Stato Energetico: 65% - 10%(Medio) = 55%
Stato Psicologico: Medio (Confusione)
Stato Emotivo: Furiosa.

• Equipaggiamento:
» Lancia Elfica: Lancia corta da combattimento (Impugnata)
» Unghie Affilate (Nekote): Guanti con piccole e taglienti unghie di metallo (Indossati)
» Corazza di Anelli: Corazza di anelli molto leggera indossata sotto alle vesti normali (Indossata)

• Abilità Passive:
» Driade: Passiva di timore reverenziale dovuta alla razza Avatar. Le persone provano generalmente una certa reverenza o un istinto particolare, di solito in positivo, nei confronti di Fanie.
» Riti Perenni - Kuile Voorum: Le magie di cura guariscono quanto il costo necessario al loro lancio, inoltre può scegliere se curare danni fisico/magici o psionici al momento del cast. Talento liv. I&II Guaritore.
» Immortalità: Fanie è legata spiritualmente a Vraal e godrà dell'immortalità fintanto che il cucciolo resterà in vita. Talento liv. III Guaritore

• Abilità Attive:
» ~ Tendril of Sanity.
Questo bracciale, sottile e intrecciato, viene portato a contatto con la pelle sotto l'armatura. E' costituito in larga parte di materiale naturale, come viticci, ma la sua resistenza rivaleggia quella del normale metallo. Non ha decorazioni di alcun tipo ma si innesta direttamente dentro la pelle di Fanie ed è in grado, all'occorrenza, di rilasciare un particolare fluido nell'organismo capace di proteggere chiunque ne entri in contatto da malie, influenze di tipo mentale e altre insidiose amenità spioniche. Seppur parte integrante, o quasi, dell'organismo che lo ospita, il braccialetto richiede una certa energia per poter assolvere alla sua funzione primaria e non agisce in maniera indipendente. Quando viene utilizzato gli occhi di Fanie diventano completamente verdi per alcuni istanti, luminosi quasi, risultando persino un poco inquietanti per i più timidi. [Oggetto Bracciale Protettivo, difesa psionica Media]

• Note:
» Eccoci qua di nuovo in carreggiata, ho cercato di rendere al meglio la confusione mentale e spero di esserci riuscita! ^^
» Riportato come al solito il confronto :sisi:
[Elfico] * Morte ai nemici degli elfi... sorella.
 
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Lenny.
view post Posted on 28/10/2013, 22:16




Il cimitero dei mondi ~ Lama del tempo


[pov: Eruvanyë]

Eru non riuscì a trattenere una risata. Ne uscì un gorgoglio raschiante salito direttamente dalle sue viscere, artigliando la gola. Scrutò i tre guerrieri con occhi sbarrati, vitrei, una singola lacrima purpurea cristallizzata sulla guancia scarna. Bava purpure disseccata sul mento scuro, colata sugli arti rigonfi. Non cessava di scrutare. Lo sguardo della morte.
Movimento.
Uno dei tentacoli si erse dal cranio di Eru, sulla cuspide non presentava più una ventosa, maaculei affilati come coltelli. Il tentacolo scattò nel vento nero. Mickey arretrò, tentò di scansare di lato. Lento, troppo lento. Il tentacolo simile a una serpe schizzò in avanti, sfondò il braccio sinistro del Tuttofare, all'altezza del bicipite. Esplose dalla sua spalla in un'eruzione rossa.

« Il primo aculeo ti squarcia, umano. Il secondo aculeo.. »

Un altro tentacolo flagellò il vento nero. Vorticò attorno all'avambraccio sinistro di Mickey. Eru contrasse i due deformi capelli, impresse la torsione conclusiva. Mandò il corpo di Mickey a ruzzolare oltre il pendio, a perdersi nel Mare Roccioso del Midgard. Il suo braccio sinistro invece rimase lì, la mano ancora stretta sull'arma, il sangue che sprizzava a ventaglio. Spruzzi sempre più deboli, sempre più stanchi.

« ..TI SPROFONDA ALL'INFERNO! »

Visibilmente soddisfatta, Eru mosse un passo verso gli ultimi due rimasti. Un altro uomo, le mani strette sull'elsa del suo ridicolo pungolo d'acciaio. Fanie, colei che nonostante tutto restava così ostinata da difendere una razza inferiore e dannosa. Mosse un passo verso quest'ultima, gli artigli come chele pronti a scattare verso la sua gola. Aveva offerto così tanto all'elfa che avrebbe dovuto essere sua compagna, per ricevere in cambio soltanto altro odio.
Le si avventò contro, a fauci spalancate. La mole gigantesca e scultorea del mostro fu sufficiente a sbalzare l'elfa indietro, inchiodandola di spalle a terra. Eru torreggiò sopra di lei, gli occhi stretti e folli, uno stillicidio di bava rossa che le colava sul viso. Pronta a divorarle la faccia. Letteralmente.

« Addio, sorellAAAAAAH!! »

Come se fosse stata improvvisamente spezzata da qualcosa, Eru si piegò indietro, la schiena inarcata in uno spasmo di dolore lancinante. Emise un grido sbigottito al cielo e ricadde indietro, contorcendosi affannosamente nell'inutile tentativo di toccarsi la schiena. Impossibile, arti troppo grossi, troppo deformi. Ritta dalla porzione lombare della sua colonna vertebrale spuntava una l'elsa di una lama scura, tanto sottile da sembrare vetro, ossidiana. Un pugnale a sezione triangolare il cui nome si vociferava tra gli avventurieri che avevano partecipato a quella missione. Come se tutto questo non fosse abbastanza, sotto gli occhi dei Toryu il corpo di Eru mutò forma, ancora una volta. Ma non si trasformò in un altra aberrazione, né tornò a essere l'oscura elfa di poco prima. La sua sagoma si rimpicciolì fino ad assumere delle fattezze molto simili a quelle di Fanie. Un corpo sinuoso, lineamenti raffinati, aggraziati, la pelle argentea rischiarata dal chiarore della luna, le labbra dischiuse sospiravano dal dolore, i capelli rossi come una cascata di fuoco. Lo sguardo di Eru vagò in ogni direzione, fatto di paura e incredulità. Potevano ucciderla e porre fine alle sue sofferenze, sarebbe stato semplice come gettare un foglio di carta al vento. Ucciderla sarebbe stato distruggere qualcosa di strano e meraviglioso. Un mondo senza un'elfa dei boschi sarebbe stato un mondo più povero.

Alle spalle del corpo ritorto a terra, era inginocchiata una vecchia, il braccio destro proteso in avanti. Era stata lei a pugnalare Eruvanyë alle spalle. Una anziana signora dalla pelle a chiazze e i capelli candidi. Ma a una occhiata più attenta, le sue vesti sarebbero parse famigliari. E anche i suoi occhi azzurro pallidi. Appartenevano alla ragazzina di cui tutti si erano dimenticati.
Cashka.

QM POINT: Mickey è stato menomato e, privo di sensi, è stato gettato giù dal pendio. (ovviamente è fuori quest dopo un intervento di PK, la perdita di tre quarti del braccio sinistro dovrà essere inserita in scheda). Eru giace a terra agonizzante, con la Lama del Tempo infilata nella schiena. Sembra ovvio che il pugnale ha ringiovanito incredibilmente quest'ultima, facendo tornare le sue sembianze tali e quali a com'erano prima dell'influenza di RotteNhaz. Al contrario, quelle di Cashka sono tornate quelle originarie, ovvero quelle di...una vecchia.

Rispondete in Confronto.
 
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Fanie Elberim
view post Posted on 31/10/2013, 19:29





Il Cimitero dei Mondi - Lama del Tempo


Gli elfi sono lenti a farsi degli amici e dei nemici...
...e sono ancora più lenti a dimenticarsi di loro.


Mickey non era abbastanza forte. Nessuno di noi era abbastanza forte da poter sopportare tutto quel dolore. Gli arti deformi dell'elfa si erano avventati come cani rabbiosi contro il giovane mercenario, riducendolo ad un burattino disarticolato e mutilato, prima di lanciarlo dentro uno dei profondi crepacci, probabilmente privo di vita. Non potevo fare niente, mi sentivo così impotente e debole che solamente alzare lo sguardo dal moncherino sanguinante rimasto per terra mi costava un tremendo sforzo. Nel mio cuore percepivo la fine vicina, sapevo che la prossima nella lista nera di quell'abominio ero io e non mi tirai indietro.
Mi saltò letteralmente addosso cercando di bloccarmi e, nonostante mi stessi dimenando come un animale ferito, la sua mole mi schiacciò al suolo, pronta a ghermire la mia anima.
Socchiusi gli occhi, certa che la fine sarebbe giunta rapida e veloce, che il dolore non sarebbe stato poi lungo e, alla fine, quelle emozioni che mi assediavano il cuore sarebbero sparite, lasciando il posto alla pace. Ma non fu così. Inaspettatamente, forse frutto di una interdizione divina o forse solo della disperazione di una donna, qualcosa colpì Eru tanto forte da farla urlare di dolore e rantolare al suolo come in preda alla più atroce delle sofferenze.
Nel mio volto si dipinse un'espressione di pura meraviglia e stupore quando vidi una donna anziana, con splendidi e profondi occhi uguali a quelli di Cashka, ergersi davanti a me. Quei gesti, quelle movenze, persino le vesti mi ricordavano in tutto e per tutto la piccola bambina che avevo tenuto stretta al mio petto nel disperato tentativo di proteggerla dai Korps e da chiunque altro le stesse dando la caccia. Era quello il suo segreto? Una mera illusione, un cambio di età, una magia che trascendeva la mia competenza e la mia comprensione? Io non l'avrei biasimata per ciò che aveva fatto, era stata forse poco sincera e ci aveva spinto a seguire una strada pericolosa... erano morte delle persone per difendere lei e suo padre... eppure, in cuor mio, sentivo che la ragione di tutto quel segreto era molto più grande di ogni cosa potessi riuscire ad immaginare. « Chi... » continuai a fissarla per qualche istante, incredula. « Cashka?... »

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Il mio sguardo si spostò su Eru che, ferita quasi mortalmente dalla lama, si era lentamente trasformata in una creatura di immensa bellezza, una creatura così simile a me che l'avrei potuta chiamare sorella senza alcun problema. Mi gettai al suo fianco, prendendole delicatamente la testa tra le mani per poterla guardare negli occhi. Un sussulto scosse il mio cuore, il dolore delle ferite sembrava così distante mentre, per quei brevi attimi, mi specchiavo negli occhi puri ed innocenti di quell'elfa. C'era una speranza per lei? Potevo ancora salvarle la vita, farla tornare a casa con me, tornare a parlare con qualcuno che comprendesse il mondo come me, attraverso i miei stessi occhi? Un singhiozzo soffocato mi morì dentro le labbra mentre, sottovoce, le parlavo nella nostra lingua natia.
« Seler, nat'il ech?... amin val'il kraiten!* »
Le parole mi uscivano a stento dalle labbra, in una sorta di incomprensibile miscuglio di paura e felicità. Se solo fossi stata più forte, se il mio potere fosse stato sufficiente a salvarla... ma non era così. Sentivo la sua vita scivolare via tra le mie dita, come una perdita impossibile da bloccare, ed il desiderio di scoppiare in lacrime tornò a bussare con forza alle porte della mia anima. Non mi ero mai sentita in quel modo, perduta e felice al medesimo tempo, consapevole della fine quasi inevitabile della mia ritrovata sorella ed allo stesso tempo lieta che finisse i suoi giorni nel corpo che le aveva donato la natura.
Mi guardò con gli occhi stremati di qualcuno che, finalmente, si appresta a trovare la pace, sussurrandomi faticosamente parole che mi sfiorarono il cuore rimanendovi impresse per sempre. Mi carezzò il viso, sporco di polvere, con un tocco così delicato che quasi pareva essere inconsistente... e quella parte di anima che ci eravamo scambiate, d'improvvisò, sussultò. Iniziai a piangere involontariamente, una piccola lacrima dopo l'altra, mentre ascoltavo le ultime frasi di un'anima in procinto di lasciare per sempre questo mondo.
Non mi dette nemmeno il tempo di risponderle, nemmeno un istante per concederle il beneficio di un'ultima carezza sul viso pallido. Shimmen decretò la morte di quella giovane creatura come se niente fosse, con una leggerezza tale che il mio intero essere sprofondò nell'oblio alla sola visione del sangue caldo che schizzava ovunque dalla gola senza vita di Eru. Mi macchiò il volto, gli occhi, le labbra... l'odore ferroso e pungente mi arrivò sin dentro le narici, soffocando ogni mio altro senso. Riuscivo a provare nient'altro che dolore, paura, sofferenza... nemmeno rabbia per quella situazione, ma solo profonda incredulità. Non avevo, forse, ancora imparato tutto sul mondo degli uomini se mi meravigliavo e stupivo della loro crudeltà e della loro poca lungimiranza? Mai avrei creduto, in verità, di ritrovarmi a passare le palme delle mani sugli occhi per liberarli dal sangue di un'altra elfa... eppure era così, tremando e singhiozzando, con lo sguardo sbarrato a fissare gli ultimi fiotti scarlatti che le uscivano dalla ferita mortale.
Mi gettai sul corpo oramai privo di vita, stringendolo forte al mio, noncurante dal sangue. Le poggiai la testa sulla spalla piangendo e singhiozzando così forte che non riuscivo nemmeno a respirare. Perché il mondo doveva essere così crudele? Cosa aveva fatto di tanto brutto quell'essere meraviglioso per meritare una fine tanto misera, nel bel mezzo del nulla tra le braccia tremanti e deboli di una sua consanguinea? Le domande si susseguivano come un fiume in piena nella mia mente, mentre io incapace di contenere le mie emozioni continuavo a piangere e singhiozzare quasi avessi perso una parte importante di me. E, forse, era proprio così.
Mi rivolsi allo spadaccino senza muovermi da quella posizione, riuscendo appena a biascicare le parole oltre il sangue e le lacrime. « Perché l'hai fatto!? » Un piccolo germoglio di rabbia tentò di fiorire in me. « Stupido, sei solo uno stupido. »
Ma lo soffocai. Non era quello il giorno in cui mi sarei lasciata guidare dalle emozioni. Il dolore straziante che mi dilaniava dovevo riuscire a sopportarlo, solamente così avrei permesso alla parte migliore di Eru di continuare a vivere, immacolata, in me. In quei brevi istanti, seppure in maniera forzata, una parte di me era entrata in contatto diretto con lei, ricevendo un'immagine indelebile che avrei tenuto per sempre.
Lei poteva continuare a vivere, nel mio cuore, in eterno.
« La tua idiozia mi ha privato di una sorella... potrei vendicarmi e sventrarti qui, seduta stante, ma non sarebbe quello che LEI vuole. » Shimmen era un ragazzino al mio cospetto, non v'era dubbio, e quando le sue ossa altro non sarebbero state che mera polvere, io avrei dovuto soffrire ancora per quella perdita. Non mi piaceva augurare la sofferenza a nessuno, eppure lui meritava di provare le emozioni che stavo provando io, meritava di capire sino a che punto due elfi possono essere legati anche senza mai essersi conosciuti. Emozioni che andavano ben oltre le possibilità di un piccolo, impaurito ed aggressivo, spadaccino d'oriente. « Tu conviverai per ancora pochi anni con il ricordo di ciò che hai fatto, io in eterno, spero che il male che hai causato oggi ti tormenti come tormenterà me. »
E tornai a singhiozzare, incontrollabile, sul corpo esanime.

[ ... ]

La voce della oramai non più piccola Cashka mi riportò alla realtà. Col viso ancora sporco di sangue adagiai lentamente la testa di Eru a terra, dirigendomi verso l'anziana con uno sguardo che lasciava intendere tutt'altro che buone intenzioni. Shimmen ci aveva avvertite dell'arrivo di altri Korps e, se erano forti anche un decimo di quello che avevamo visto in Eru, la situazione non si sarebbe risolta in positivo. « Andiamo... » le lacrime si mescolavano al sangue dando la brutta impressione che stessi piangendo scarlatto. « Non so cosa ti sia successo... in questo momento non capisco sin troppe cose. Puoi tornare bambina? Possiamo proteggerti meglio e muoverci più velocemente. »
Io non riuscivo a capire il perché Cashka volesse morire, volesse farsi corrompere in quella maniera ed avere l'anima dannata per il resto dell'eternità. Il Beccaio avrebbe pagato cara ogni vita presa da lui o dai suoi scagnozzi, un giorno, ed al suo giudizio ci sarei stata anche io.
Non potevo accettare di perdere, in un solo giorno, venti uomini, un compagno, una sorella e una ragazzina o meglio una donna... Cashka. Semplicemente la mia mente non riusciva a interiorizzare tanta morte e tanta distruzione gratuita in così poco tempo, i miei sentimenti erano stati presi letteralmente a calci e mi sentivo come un sacco svuotato e abbandonato sul ciglio di una strada. Mi sentivo perduta ed avevo il terrore che quel vuoto potesse essere colmato dalla rabbia e dal desiderio di vendetta: non potevo permettermelo, avrei infangato e rovinato per sempre ogni anima caduta quel giorno.
« Ho già visto troppi morti in una sola giornata. Tu non morirai oggi, non puoi essere così arrogante. » sbottai, continuando a parlare subito dopo col medesimo tono quasi alterato. « Qualsiasi cosa tu abbia fatto NON e' morendo che ne pagherai il prezzo. E' una via d'uscita troppo facile dalle proprie colpe. Sono morte quasi due dozzine di persone per proteggerti... non essere sciocca. »
concentrai tutte le mie energie per tentare, a dir poco inutilmente, di guarire le profonde ferite necrotiche sulle gambe della donna. la verità, dura e cruda, era che per quanto potessi ripristinare la carne il dolore sarebbe rimasto e non solo, avevamo solamente un cavallo per fuggire da quella landa brulla e desertica, che chiaramente non poteva portare tutti e tre. Strinsi i denti sforzandomi di non cedere alla disperazione, concentrandomi solamente sul futuro e sul come arrivare viva a portare giustizia sui responsabili di quel massacro. Era l'unica cosa in grado di tenermi lucida il pensiero, un giorno, di avere giustizia.
Guardai Shimmen con gli occhi ancora gonfi e arrossati, lorda di sangue e con le guance rigate dalle lacrime scarlatte. « Non posso più fare niente per lei Shimmen... è una sua scelta. Il cavallo non può portarci tutti e tre... » nel dire quelle parole sentii come una mano lunga e fredda che mi cingeva la gola occludendomi ogni modo per respirare; una sensazione orribile che a stento non mi fece davvero smettere di parlare.
« Spero che tu sappia ciò che fai, Cashka. »
Ero devastata. Non esistevano più termini per descrivere la pessima situazione in cui ero e non esistevano nemmeno modi per dire a parole quello che mi aleggiava dentro. Era un qualcosa di indistinto, non dissimile dalla paura, ma che non riguardava me in prima persona ma tutti coloro che, in qualche modo, sentivo di aver deluso. Il termine più vicino a ciò che sentivo era vergogna; non vergogna nel vero senso della parola, ma una vergogna dovuta alla mia incapacità di fare di più, al mio non essere adeguata a ciò che avevo dovuto affrontare, al non essere stata... abbastanza. In tutti i sensi.
Mi sentivo in parte responsabile, ma non colpevole, di quanto era successo pur essendo conscia che mai e poi mai avrei potuto prevedere quel disastro. Mi posizionai a lato del cavallo pronta a salire in groppa, volevo che fosse Shimmen a guidare la bestia, desiderosa solo di tornare a casa ed avere un'altra possibilità per fare ciò che non ero riuscita a compiere quel giorno.

Se esiste un paradiso, sorella mia
esso è quello dove alberga la tua anima e da dove essa è nata.
Non esistono peccati troppo grandi per creature nate dalla luce,
esiste solo una grande redenzione ed un radioso paradiso....

Eruvanyë elvanui
Elleth alfirin edhelhael
O hon ring finnil fuinui
A renc gelebrin thiliol. **


• Capacità Straordinarie:
» 2 Robustezza 2 Tenacia / 2 Agilità 2 Prontezza (Avatar)

• Status
Stato Fisico: Medio (Ustione/Contusione diffusa) Medio (Ustione alla schiena) Basso (Da Necrosi, Busto e Gamba Dx)
Stato Energetico: 55% - 20% (Alto) = 35%
Stato Psicologico: Medio (Confusione)
Stato Emotivo: Emotivamente distrutta.

• Equipaggiamento:
» Lancia Elfica: Lancia corta da combattimento (Impugnata)
» Unghie Affilate (Nekote): Guanti con piccole e taglienti unghie di metallo (Indossati)
» Corazza di Anelli: Corazza di anelli molto leggera indossata sotto alle vesti normali (Indossata)

• Abilità Passive:
» Driade: Passiva di timore reverenziale dovuta alla razza Avatar. Le persone provano generalmente una certa reverenza o un istinto particolare, di solito in positivo, nei confronti di Fanie.
» Riti Perenni - Kuile Voorum: Le magie di cura guariscono quanto il costo necessario al loro lancio, inoltre può scegliere se curare danni fisico/magici o psionici al momento del cast. Talento liv. I&II Guaritore.
» Immortalità: Fanie è legata spiritualmente a Vraal e godrà dell'immortalità fintanto che il cucciolo resterà in vita. Talento liv. III Guaritore

• Abilità Attive:
» Tra molteplici riti quelli più potenti e complessi sono sicuramente riservati alla guarigione. Essi richiedono una preparazione eccelsa e solo quando si ottiene il loro totale controllo risultano efficaci e utili. Fanie ha appreso da tempo la capacità di rigenerare le proprie ferite mediante l'uso di questi poteri sciamanici, ma durante i suoi lunghi studi ha potuto scoprire a sue spese come vi sia sempre qualcosa di inarrivabile o di incurabile. Nel tentativo, piuttosto estremo, di alleviare il proprio dolore interiore, si è spinta laddove le normali guarigioni non riescono ad arrivare, ottenendo il privilegio di risanare anche i danni causati da disastrose malie e illusionisti. Le sue cure sono frutto unico e solo della natura, quando vengono usate sono inconfondibili e non è raro che si sviluppino piccole piante o rampicanti che scompaiono dopo aver richiuso le lacerazioni. Abusare di tale potere, però, può essere estremamente pericoloso giacché il costo in termini di concentrazione e fatica è tanto maggiore quanto più grave è il danno da rimediare, sia esso al corpo o alla mente, e Fanie conosce bene quali siano i rischi di superare le proprie possibilità durante la battaglia. [Cura del talento di guarigione, fisica e psion, usabile a Basso, Medio o Alto]

• Note:
» Non credo ci sia molto da dire, Fanie è distrutta da quello che è successo e prova ad aiutare Cashka consapevole che, però, non la potrà realmente salvare non essendo abbastanza forte. Tuttavia prova a curarle le gambe se non altro per indole di guaritrice, ma quando si rende conto che non potranno scappare tutti mangia già il boccone più amaro della sua vita sino ad ora e si prepara a fuggire.
» Riportato come al solito il confronto, evitando il quote di tutto i messaggi per evitare un wallpost infinito!
[Elfico] * Sorella(sorellina), cosa ti hanno fatto?... io posso aiutarti!
[Elfico] ** Riadattamento di un canto in lingua Sidnarin che suona così:
Eruvanyë la bella elfa
Immortale fanciulla di elfica saggezza
Per lei [la morte] prese i suoi capelli neri come la notte
E le braccia come argento scintillante..
» La canzone è Bloody Tears... l'ho trovata azzeccata.
 
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view post Posted on 8/11/2013, 23:47
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I Korps vanno uccisi.
Non mentirai ancora, mostro.
Benishigo esce dalla gola di quell’elfa così simile a Fanie, e sangue cremisi zampilla, macchiando intorno di un rosso intenso quanto le fiamme dei falò che basse ardono ancora sui carri lontani.
Non c’è pietà in quello sguardo rivolto alla morente Eru dal figlio dei Kasumaki, ci sono solo sospetto e paura. Paura che inganno mascheri inganno, che il mostro appena abbattuto dalla lama sottile possa risorgere una volta di più, prevalendo infine contro le scarse energie dell’uomo dopo quella lunga notte di scontri. Non c’è tempo per la pietà in una terra dove vige la legge del più forte, non c’è pietà ma necessità di sopravvivere, nel cuore di un predatore.
La battaglia degli istinti primordiali, la vendetta pronunciata in silenzio sul cadavere di Roskan, hanno infine il loro termine con quell’ultimo spruzzo di vita rubata.
Ribatte all’elfa, irritato da ciò che lei gli dice e dalla velata minaccia che vi si cela, mentre all’apparenza indifferente gira sui tacchi e si allontana a grandi passi verso l’uscita della caverna. Per cercare di trovare il corpo dell’altro suo compagno dice. In realtà è turbato, turbato da quanto la morte di quel mostro in forma umana possa sconvolgere l’elfa gentile: quell’essere, quegli esseri, quelle cose immonde sono chiaramente loro nemiche. Come può provare pietà per loro? Dovrebbe forse provarne anche lui? Sarebbe giusto? Così approfitta di un pretesto per allontanarsi da quelle lacrime che Fanie versa sul tiepido corpo ai suoi piedi, ultima vittima della sua spada. Lo scuotono nel profondo, quelle lacrime. Gli mettono il dubbio di essersi lasciato trascinare dalla sua sete di battaglia e sangue, di aver avuto la colpa di essere regredito al bestiale livello di preda e predatore, uccidere per non essere uccisi, trascinato dai suoi istinti più bassi. Indegno per un figlio di nobili samurai come è lui ma forse espressione più vera di ciò che sente nascondersi dietro di lui. Non vuole sentirle, non vuole provare vergogna, rifiuta nettamente di sentirsi in colpa e non accetta i rimproveri dell’elfa.
Come può piangere la perdita di una sorella che non ha mai avuto? Si chiede per giustificarsi, per rassicurare se stesso. Hanno assaltato la carovana, mi hanno quasi ucciso, hanno ucciso Roskan che mi ha salvato. Dovevo salvarmi e dovevo vendicarlo. Ecco tutto.
Era una Korps … e non mi tormenterò per aver fatto ciò che era necessario.

Un minuto dopo.

Ha ragione.
La voce dell’anziana esce nella notte incontro a Shimmen. Timorosa, esitante a contraddire la veemenza della protesta che probabilmente si aspetta da parte dell’elfa.
Era una nostra nemica Fanie. Voleva ucciderci
E non è la sola a volerlo fare: ci sono altri Korps in avvicinamento.
Interloquisce Shimmen in tono pratico, sbrigativo, ma con una evidente nota di panico di sottofondo mentre entra di nuovo nella caverna, il volto leggermente pallido e gli occhi appena più spalancati. Il corpo di Mickey giace alla base dell’altura, immobile e senza più un braccio. Coperto di sangue. Una vista orribile anche per lui, abituato alle mattanze della campagna per la riconquista dell’Altaroggia in cui gli dita e piedi congelati per il freddo glaciale si staccavano e rimanevano li, preda degli uccelli e delle bestie. Probabilmente è già morto per lo shock o lo sarà ben presto, per la perdita di sangue o per la lama immonda di uno dei cavalieri in rapido avvicinamento, coperti da metalliche armature nere il cui tintinnio risuona dalla pianura.
Per lui non c’è più nulla da fare salvo sopravvivere per non vanificare i suoi sforzi e recitare una preghiera al Kami dell’oltretomba perché accolga la sua anima senza problemi. Non gli dispiace troppo tuttavia, lo conosceva appena e non gli era mai andato particolarmente a genio.
Dobbiamo andarcene in fretta da qui.
O moriremo tutti. Io non voglio morire.
Le parole scorrono in fretta, come il tempo. Fanie vorrebbe salvare l’anziana donna, si prodiga in cure e preghiere. Ordina infine, imperativa, ma non c’è nulla da fare per contrastare la dura realtà dei fatti: con quella gambe coperte da bubboni purulenti, ulcere violacee e lacerate in più punti da artigli selvaggi alzarsi in piedi da sola le sarebbe stato difficile, camminare un’agonia, fuggire a cavallo un suicidio dolorosissimo.
Shimmen assiste in silenzio teso alla scena, volgendo di frequente lo sguardo alla notte, tendendo l’orecchio fino allo spasmo per sentire il temuto tintinnare del metallo che si avvicina. Cosa importa ora il passato di Cashka e Morgon il mercante quando la sua vita, e la vita di Fanie, sono in estremo pericolo? Perché si attarda a parlare? Se è una scelta libera della vecchia-che-era-bambina non ci vede difficoltà lui. Non avrà compiuto la sua missione di proteggere la carovana ma l’oggetto segreto che tanto aveva incuriosito tutti è li davanti a lui, potente e pericoloso ma non ancora nelle mani dei Korps. Poteva essere ancora salvato, anzi, era quello che Cashka stava chiedendo loro. Li stava implorando di salvarsi, di scappare lasciandola al suo destino.
Perché non farlo?
Alla fine Fanie cede alla realtà congedandosi a fatica dall’anziana, aspettandolo a lato del cavallo affinché sia lui a guidare la bestia. Si vede che è desolata e devastata, prosciugata dagli eventi come del resto lo è anche lui. Ma in lei scorre la vita, la speranza di un futuro migliore per lei e per gli altri e ciò le impone un più pesante fardello da portare rispetto alla necessità ed alla paura che a Shimmen rendono facile l’egoismo mascherato da sagge intenzioni.
E’ questo che guida le sue azioni mentre conduce il cavallo dalla parte opposta a quella da cui stanno arrivando i neri cavalieri Korps.
E’ un essere più semplice lui; fuoco che avvampa splendente e che quando languisce, una volta consumato tutto il consumabile, semplicemente si sposta altrove alla ricerca di altra legna, altra carne da bruciare per sostentarsi.



<span align="center" style="display:block">CS: 1 Velocità e 1 Maestria
Danni fisici subiti: 2/16
Danni mentali subiti 0/16
Energia: 15%

Abilità passive
Danzerò in battaglia Con una quantità Variabile di energia può spostarsi in maniera tanto veloce da risultare invisibile agli occhi durante lo spostamento e può farlo con una prontezza di riflessi tale da rasentare le più banali capacità di precognizione, come se fosse impossibile coglierlo di sorpresa. (Personale 3°, difesa variabile + passiva dominio absolute difence) Resisterò alle ferite .... Inoltre un guerriero non cederà alle ferite, imparando a sopportare il dolore ed a spingere il suo corpo ad azioni che ad altri in quelle condizioni sarebbero impossibili. Potrà infatti combattere efficacemente anche se il suo corpo fosse danneggiato in maniara notevole, purchè non gli venga tagliato un arto, trafitto il cuore o qualcosa del genere anche se ovviamente questo non farà altro che aggravare ancora di più la ferita ... un prezzo equo comunque se l'alternativa è la morte. Infine grazie alla sua deternimazione è riuscito ad apprendere tecniche ben al di sopra del proprio livello, potendo godere dell'accesso a pergamene di un livello superore a quello normalmente consentito per la sua energia. (passiva personale 5° + passiva raziale orco + Cristallo del Potere) Agirò senza limiti ... Grazie al suo addestramentio Shimmen ha cominciato a trascendere i limiti umani per quanto riguarda le possibilità di disporre a piacimento del proprio corpo in fatto di movimento. Infine il corpo di Shimmen non sarà più soggetto alle normali leggi della fisica, potendo compiere prodezze di forza, equilibrio, coordinazione o agilità impossibili per un normale essere umano e potrà farlo con facilità, spingendo le limitazioni fisiche ben più lontano di quanto sia immaginabile. Questi effetti però varranno unicamente su di lui: ad esempio potrà effettuare un salto di una decina di metri ma non potrà mai riusicre a spingere via un avversario di altrettanto anche se apparentemente la forza richiesta è la stessa. (personale passiva di acrobazie impossibili). Vigilanza Gli occhi di un Frémalis non sono quelli nel cranio, ma quelli nel petto - lì dove dovrebbe trovarsi il cuore. Vigilanza è un termine che definisce perfettamente la primissima virtù che una sentinella deve possedere per poter diventare ciò che il suo popolo richiede. Questo è perché l'anziana Nazelèn non ha mai ceduto il posto ad altri, né altri hanno sentito il bisogno di rimpiazzarla: la ferita di Kvahn l'ha privata della vista, ma non dell'elasticità nei movimenti o tanto meno dell'istinto animale di chi sa combattere sia in duello che in battaglia. Shimmen potrà come fece a suo tempo la Foresta, percepire l'ostilità insita in chi lo circonda, stimando in pochi istanti se qualcuno rapprensenti un pericolo per la sua persona e nel caso quanto questo pericolo sia incombente. Potrà farlo anche se gli elementi ostili non sono entro il suo raggio visivo, individuandoli immediatamente. [Personale passiva data dalla quest Somnus Nemoris: Auspex basato sull'istinto e sulle intenzioni di chi lo circonda, potendo percepire quindi se è ostile o meno pur senza bisogno di contatto visivo - come un sesto senso + pergamena Sensi Sviluppati]

Abilità Attive
Note
- Colpo fisico alla gola di Eru



Edited by vulcano1 - 9/11/2013, 14:26
 
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Lenny.
view post Posted on 9/11/2013, 19:34




Il cimitero dei mondi ~ Lama del tempo




Il momento in cui l'incubo sembra finalmente essere giunto alla sua fine.
In cui la notte più buia si appresta finalmente a lasciar posto a un roseo albore da levante.
Il momento in cui Fanie e Shimmen potevano lasciarsi quella scia di morte e sangue alle spalle. Per tornare a casa.
In quel preciso momento, dei guizzi scuri danzarono al limite delle loro percezioni, tanto che riuscrono a malapena a coglierli con la coda dell’occhio: è questione di un attimo, e mentre il destriero sotto i loro corpi continuava il trotto a nord, in qualsiasi luogo che non fosse quel luogo, i due Toryu si ritrovarono a contemplare da fin troppo vicino la dura terra grigiastra del Midgard, con la sensazione sgradevole di essere stati colpiti da qualcosa di piccolo all’altezza delle articolazioni... e con quella ancora peggiore di non riuscire a muoversi. Ciliegina su questa torta di disperazione, i loro poteri sembravano fuori uso.

Effettivamente, quella era più di un’impressione: quando provarono a rialzarsi o a rigirarsi scoprirono che le proprie membra erano intorpidite e non rispondevano più ad alcun comando; con grande sforzo poterono spostare il collo indietro verso chi li aveva colpiti alle spalle, ma -per il resto- la mobilità volontaria era limitata solamente all’apparato fonatorio -erano ancora in grado di parlare- e a quello audio-visivo... e ciò voleva dire che potevano ancora vedere e ascoltare cosa accadeva intorno. E gli stimoli che riceverono dal mondo esterno non ispiravano granché fiducia. Ci volle qualche attimo perché i due poterono riconoscere le forme e i lineamenti di chi li aveva colpiti: un uomo tozzo e robusto in armatura completa, completamente calvo, gli occhi color antracite e le mani chiuse ad artiglio puntate contro di loro . Da entrambi gli arti, filari di energia oscura si disperdevano sulla terra di nessuno che dividevano l'enorme cavaliere dal punto in cui Fanie e Shimmen erano caduti da cavallo, come bambole disarticolate.
Le labbra del cavaliere si distorsero in un sogghigno.

« Vi devo ringraziare, feccia. Non fosse stato per tutta la cagnara che avete fatto quassù, non l'avremmo ritrovata così facilmente. »

Montag si accostò al corpo di Eru, senza reprimere un moto di disgusto per com'era conciato. Lo rivoltò con una pedata, fece per afferrare la lama del tempo. Si bloccò, come ricordando qualcosa che gli era stato detto. Strappò un lembo di cotone dalle vesti di Eru, per poi avvolgerlo sull'elsa del pugnale e tirarlo via, ancora intriso di sangue. Mai toccare l'artefatto con la propria pelle. Mai.

« Non mi era mai piaciuta questa baldracca elfica. Quindi i favori che mi avete fatto salgono a due.
Vediamo..come posso sdebitarmi?
»

Un manipolo di sagome scure si avvicinò a Shimmen, Fanie e Cashka. Carnagioni cineree, occhi sanguigni, giubbe di cuoio nero inanellate, armi semi arrugginite alla cinghia. Falkenberg Korps. Si adoperarono a legare i tre a polsi e caviglie, e prenderli di peso gettarli senza tanti complimenti sul dorso di un nero destriero di RotteNhaz come sacchi di patate.

« Una vacanza, ecco come.
Niente di meglio di una allegra, lunga vacanza nelle Fosse Grigie.
»

QM POINT: Plot-twist :8D: e fine della mini-quest del ciclo del Cimitero dei Mondi. Credo che sia piuttosto semplice arrivare alle giuste conclusioni, ma il confronto è aperto alle vostre domande in ogni caso; l’attacco che avete subito è stato scagliato direttamente da Montag, e si tratta di un forte dardo elementale (elemento Sacrilego) che -come si evince dal narrato- vi ha completamente immobilizzati (ad eccezione della testa) e temporaneamente privati dei vostri poteri, lasciandovi un po' di tempo prima di farvi perdere i sensi dalla spossatezza. Vi starete chiedendo se non sia impazzito, e fareste bene...ma vi dico solo che la fine di questa avventura non è altro che il plot iniziale che vi porterà nella quest masterata da Lud (e me) di Azure's whisper alla quale entrambi siete iscritti. E quale modo migliore di iniziare una quest che come prigionieri disarmati diretti alle Fosse Grigie? è_é
Ovviamente quando inizierà la quest sarà passato un po' di tempo, sarete refullati di energie e sarebbe plausibile che Fanie abbia impiegato i suoi poteri per curarsi a dovere -e magari curare anche Shimmen-. Ovviamente prima di iniziare lì potrete sfruttare al meglio i gold di ricompensa. Dato che le due quest sono croologicamente collegate, mi riservo di redarre un giudizio finale al termine di entrambe, limitandomi ad assegnare solo le ricompense a ciascuno di voi al termine di questa.


Fanie - 1500 Gold + un punto promozione per l'energia rossa
Vulcano1 - 800 Gold
Dant& - 0 gold causa abbandono

Lenny - 800 Gold

Se volete potete lasciare un post finale (senza limiti di tempo) o sfruttarlo come post iniziale della prossima quest...a voi la scelta :zxc: .


Edited by Lenny. - 10/11/2013, 11:30
 
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