Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Fall of Or'Zack'Thral, scontro vs mostri

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view post Posted on 10/9/2013, 16:22

S c h e d aC o n t o


······

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Fall of Or'Zack'Thral-ork assault-
« Non sarà facile Spettro. Sei sicuro di farcela questa volta? » Lo sguardo dell'uomo era carico di dubbi, occhi negli occhi nel tentativo di sondare cosa la mia mente stesse pensando e non cosa le labbra avrebbero detto. Abbassai lo sguardo srotolando per l'ultima volta la pergamena incisa da una mano tremula, macchiata del sangue di chi l'aveva vergata. Or'Zack'Thral, orco che presiedeva un accampamento di strategica importanza per gli eventi che stavano scuotendo le sabbie del meridione si stava facendo più audace, aveva attaccato e distrutto più di un presidio umano e il posto era fin troppo difeso per un attacco frontale. Mancavano gli uomini e le forze per affrontare anche questo problema. Passai rapidamente gli occhi di riga in riga, riconducendo il tutto sempre ad un’unica soluzione: andava eliminato. Riavvolsi la pergamena rimettendola sgraziatamente in mano a Valkor, guardandolo poi dritto in volto: « È già morto. »
Mi voltai senza aggiungere altro, uscendo dalla tenda e lasciando che il lembo di tessuto mettesse la parola fine alla discussione. Sentii i passi pesanti del comandante affannarsi sulla sabbia, scostare frettolosamente il tessuto per chiedermi maggiori dettagli, ma ormai ero lontano, invisibile ai suo occhi.

Deserto dei See- forte di Or'Zack'Thral
Pancia distesa sulla sabbia ancora tiepida, sebbene il sole fosse ormai tramontato da diverse ore. Una duna più alta delle altre forniva una visuale di vantaggio, ma le alte torri di legno e roccia poste ai quattro angoli del forte superavano in altezza la mia postazione di almeno qualche metro. Abbassai più volte la testa per sfuggire allo sguardo delle sentinelle, e quando ci fu il cambio di guardia entrai in azione. Rapido scattai lungo il versante scosceso della duna, planando sulla sabbia fino ad appiattirmi contro i tronchi di legno legati a formare alte mura. Tastai la superficie ruvida del materiale strofinando poi il pollice con indice e medio. Era un legno secco, morto, e facilmente spezzabile da un colpo ben assestato. Avrei potuto irrompere, certo, ma non era per quello che mi avevano assoldato. Dove cento militari armate ed addestrati avevano desistito, solo un assassino poteva riuscire. Mi mossi rapido sotto una delle torri, controllando che la guardia su quella opposta non stesse guardando nella mia direzione. Afferrai il tronco d'angolo con il palmo, e appoggiando prima un piede e poi l'altro salii agilmente lungo lo spigolo del bastione. Il fetido respiro dell'orco scandiva ritmico i secondi, facendomi storcere più di una volta il naso. Attesi il momento, quando il suono e il fetore del respiro testimoniarono una distrazione della bestia. Scattai con le mani sul parapetto, sollevandomi fino a mezzo busto sulla torre di guardia per poi afferrare la faccia dell'orco per la nuca e lasciarmi cadere nel vuoto, trascinandogli inevitabilmente la faccia contro il duro legno. Un sonoro Crack incrinò la tavola che fungeva da parapetto e il sangue rossastro prese a defluire lungo il legno. Rimasi attaccato all'asse con una mano, aspettando qualche secondo prima di risalire, in attesa di capire se qualcuno avesse notato o meno la mia azione. Tutto tacque e quello bastò per farmi scavalcare l'asse di legno e mettere piede dentro al forte. La notte era ormai calata da ore, e anche gli ultimi barlumi di sole erano definitivamente spariti dietro l'ultima duna. Una capanne più adorna delle altre attirò la mia attenzione; pelli di animali e teste di nemici decoravano la macabra dimora di quello che doveva essere il reggente dell'accampamento. Un grugnito sordo echeggiò tra le baracche, facendomi abbassare sulle ginocchia più per istinto che per altro. Parole gutturali nella lingua orchesca precedettero lo sguainarsi del metallo e il suono truce della carne lacerata. Non avevo una visuale dell'accaduto dalla mia posizione, ma potevo ben immaginare che c'entrasse qualcosa il mio obiettivo. Saltai giù dal bastione in un tonfo sordo ed impercettibile, scattando col favore delle ombre da tenda a baracca sempre costeggiando il perimetro murario. Presi lo slancio appoggiando un piede alle assi di legno e saltando poi contro la parete di una casa scalandola per due metri buoni prima di aggrapparmi con la mancina al davanzale di una finestra. Altre urla e altro sangue, questa volta seguite dal cadavere di un pelleverde lanciato contro la cinta muraria proprio a qualche metro dalla mia posizione. Rimasi immobile dall'alto del mio riparo a fissare quel corpo senza vita. Un ennesimo gorgoglio di parole, e i pesanti passi di Or'Zack'Thral si allontanarono dal luogo. Due possenti braccia afferrarono per le caviglie l'ormai fu orco, e con un colpo secco lo trascinarono sulla sabbia in un rivolo di sangue.

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Scavalcai la finestra sicuro che non vi fosse nessuno, e appoggiatomi al muro opposto sbirciai sulla piazza dell'esecuzione. L'immensa figura del capoguerra con ancora l'arma grondante in mano troneggiava di spalle in quel trambusto tipico di un'assemblea appena sciolta. Processi di guerra o semplici baruffe, poco differivano come concetti per la cultura degli orchi. Come previsto, la possente figura scostò il lembo della tenda adornata di morte con una mano, chinando il capo e sparendo al suo interno. Raccolsi le energie, sparendo lentamente dall'ambiente circostante e sfoggiando la tecnica che mi aveva fatto affibbiare lo pseudonimo di Spettro. In un attimo il mio intero corpo scomparve nel nulla, lasciando soltanto il dubbio della mia presenza. Saltai dalla finestra direttamente nella piazza, sotto lo sguardo ignaro di una decina di pelleverde. Mi mossi rapidamente raggiungendo il retro della tenda e affinando il mio sesto senso nel tentativo di percepire il mio bersaglio. Era solo. Un sorriso sadico mi rigò il volto etereo, ed estratta la Zanna aprii silenzioso un taglio nel pesante tessuto. Una dimora degna di un feroce mastino della guerra: un giaciglio appena abbozzato adornava un lato della grande sala, mentre un fuoco scoppiettava vivido al centro. Rastrelliere colme d'armi e armature gettate disordinatamente ad ogni angolo finivano di arredare una delle più spartane dimore di un comandante che avessi mai visto. Non si poteva certo dire che Or'Zack'Thral era alla stregua dei nobiluomini pomposi che erano secondi anche al più misero dei loro fanti, i quali sapevano meglio tirar di parole che di spada. Lui no, possente nella sua stazza e nella corporatura: le fibre muscolari si disegnavano una ad una sulla pelle nuda e olivastra del colosso che rasentava i tre metri d'altezza. Era chino su un tavolo grezzo di legno, una lama dall'aspetto irregolare brillava del suo scuro colore zaffiro, mentre le nodose e possenti mani del capoguerra pulivano dal sangue un'arma gemella alla prima ma rossa come gli occhi della morte. Mi mossi rapido, ben conscio del fatto che avrei avuto un'unica possibilità e non sarei dovuto finire tra le sue grinfie per nessuna ragione al mondo.

Scattai rapido stringendo la daga, la punta rivolta verso il basso con un obiettivo ben preciso: lacerare il femorale della creatura. Un movimento rapido e la lama squarciò la pelle dell'orco strappandogli un sordo grugnito e costringendolo in ginocchio. Abbandonai la lama appoggiando il piede sul tallone del nemico, e dandomi la spinta per raggiungergli il collo. Affondai le dita gelide nel trapezio tornito e rigido dell'orco mentre con la destra estrassi e feci calare con la grazia di un macellaio Bjørn verso l'altro lato del collo. Uno spruzzo cremisi bagnò le pareti della tenda, mentre la lama di freddo inverno cominciava a gelare la ferita. Pensavo fosse ormai finita, che la lama avesse posto fine alla vita dell'orco una volta inciso il tronco della testa, ma la temerarietà e la resistenza di quella razza aveva ancora molto da mostrarmi. Incurante delle ferite, e apparentemente senza una spiegazione anatomica, tirò indietro il gomito destro con una violenza inaudita colpendomi al fianco e facendomi volare al suolo. Un colpo tanto azzardato che nella sua situazione finì di spezzare l'ormai inciso muscolo del trapezio che si sfibrò in un suono di corda spezzata. Non un urlo, un un grido, la tenacia di quelle creature superava la concezione dell'uomo e la loro testardaggine non lo spinse nemmeno a chiamare i suoi uomini. Si sfilò la cinquedea dalla gamba lanciandola al suolo e girandosi poi ringhiante verso di me, ormai smascherato e non più soggetto al mio velo di invisibilità. Snudò le zanne bavose, cercando di muovere il braccio destro senza successo. Si guardò scocciato l'arto inutile, e non ne sarei di certo rimasto sorpreso se avesse deciso di amputarselo seduta stante. Con un gesto rapido e impulsivo ruotò il busto andando a cogliere la lama rossa che stava pulendo fino ad un istante prima il mio assalto. Forte di una rapidità che non gli avrei mai attribuito scattò in avanti menando un colpo dritto a terra con l'intento di dividermi a metà. Battei un colpo con la mancina al suolo, rotolando a destra un istante prima dell'impatto. Raccolsi le gambe al petto e convogliai tutto il peso sulle spalle, sollevandomi in verticale e dandomi infine lo slancio verso l'alto per schivare una spazzata e rimettermi in piedi. La furia dell'orco era inarrestabile, continuando a vibrare colpi uno dietro l'altro. Mi abbassi sulle ginocchia, rotolai di lato e invertendo la direzione saltai in una capriola. Lo sguardo furibondo dell'orco eruttò in un nuovo fetido grido concludendosi con un altro attacco verso il basso. Scattai in avanti lanciandomi in una scivolata sotto le sue gambe, esattamente all'unisono con il metallo che si conficcava nel terreno. Dalla posizione supina in cui ero, prima di rialzarmi per raccogliere la daga, scagliai un pugno ai genitali dell'essere facendogli perdere i secondi preziosi che mi consentirono di recuperare la cinquedea.

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Falciai l'ambiente con lo sguardo, soffermandomi sulle rastrelliere in cerca di un'arma più efficace che un mero stuzzicadenti per uno di quella stazza. Nulla di qualità tale da fare la differenza, tranne un'arma. Lo sguardo si posò magnetico verso la gemella cobalto dell'arma che stava brandendo Thral. L'afferrai, e quella che in mano sua pareva poco più di un pugnale tra le mie sembrava una spada corta, perfettamente bilanciata nonostante l'apparente fattura grezza. Ruotai l'arma attorno al polso, pronto giusto in tempo per la ripresa del colosso. Colsi l'iniziativa, deciso a porre la parola fine a quello scontro. Scattai basso alla sua desta, verso l'arto ormai reso inutilizzabile, preparando una finta con la Zahn, dritta a colpire tra le costole. Garante dell'istinto che governava quelle colossali macchine da guerra, tese il collo a guardare l'attacco, preparandosi ad una difesa con la sinistra. Ogni vena, ogni fibra muscolare, ogni tendine si tese sotto la grossa scorza verde, preparando il terreno per il vero colpo. Ritrassi d'impeto la cinquedea, sfruttando lo slancio per affondare la destra nel collo avversario. Un movimento rapido che fece a malapena in tempo ad elaborare. La lama seghettata squarciò la carne come burro e gli effetti del gelo presero a scorrere anche lungo il filo dell'orchesca. Un nuovo grugnito proruppe dalle fauci fetide dell'orco e un tonfo sordo della sabbia accolse la lama Cremisi tra le sue braccia. Reso impossibilitato ad usare gli arti, il colosso irrigidì la schiena sollevandosi in tutta la sua altezza. Con uno sforzo muscolare rimasi attaccato all'arma e sfruttando lo slancio appoggiai un piede alla tonica muscolatura, liberando la sinistra dall'arma e preparandomi ad afferrare una delle zanne sporgenti. Strinsi la presa, raddoppiai con la destra e puntai i piedi uno sulla spada conficcata a sinistra e l'altro sul torace. Spostando il baricentro sulla gamba mancina liberai la presa a destra scagliando un colpo a mano aperta in pieno volto. Non voleva di certo avere la presunzione di sortire danno, ma invocando il potere dell'inverno ben presto da quel singolo tocco prese a sprigionarsi un arabesco intricato di cristalli di ghiaccio che si spanderono lungo tutto il volto della creatura. Come una macchia d'olio, la lastra di ghiaccio congelò all'istante ogni parte del volto, entrando nelle fauci aperte e scendendo lungo la gola, insinuandosi nelle narici fino a prendere il cervello. Lentamente il colorito della creatura si spense, assunse toni freddi e la sua postura dapprima rigida per la tonicità muscolare, presto lo divenne per il freddo. Una statua che ritraeva un capoguerra con le braccia mutilate dalle ferite, inerti lungo i fianchi e il grugno rivolto al cielo in un ultimo disperato grido.

Scesi dal mio trono di ghiaccio, tastandomi il fianco che aveva subito il colpo. Per mia fortuna non era grave, non aveva avuto il tempo di caricare il colpo ed era stato preso alla sprovvista. Il chiasso che regnava solitamente sugli accampamenti pelleverde sovrastò quello del combattimento, e la cocciuta fierezza di quelle bestie non indusse Or'Zack'Thral a chiamare rinforzi. Mi soffermai a guardare quell'immobile ed immortale cimelio di ghiaccio brillare alla luce del fuoco, giocare con la luce ad ogni sfaccettatura e catturare il colore stesso delle fiamme come a volerlo fare proprio, come se l'immortale furia dell'orco rivendicasse la fiamma anche nella morte. Era stata una morte importante, un avversario che non avrei mai potuto fronteggiare senza l'effetto sorpresa e come tale andava onorato. Scalai la montagna afferrando saldamente una delle zanne e spezzandone la punta. La misi in bisaccia e con un colpo secco estrassi dalla carne gelata anche le armi: Bjørn e la mannaia zaffiro.
Rimisi nel fodero la spada e raccolsi Zahn, trovandomi infine a guardare le gemelle lasciate orfane dopo la morte del capoguerra. Raccolsi dalle sabbie la lama rubino e soppesai quella zaffiro. Le rigirai più volte, menando fendenti a vuoto e apprezzandone la meravigliosa quanto sorprendente fattura. Seppur ad una prima occhiata potevano sembrare grezze e sbozzate, ad un attento occhio erano qualcosa di molto più profondo, qualcosa toccato da uno spirito guerriero, forgiate non dal semplice fuoco e dal comune metallo. Passai un dito sul piatto dell'arma apprezzandone la decorazione orchesca ricavata con una tecnica a me sconosciuta. Quelle armi dovevano passare di mano in mano, da guerriero a guerriero, questo era il loro destino. Accorpai le gemelle lama contro lama, infilandole in una fondina da fianco trovata tra le rastrelliere. Quel giorno Or'Zack'Thral era morto, ma la sua eredità e la sua forza avrebbe continuato a vivere nelle sue armi e nelle mie gesta.
Note.
Primo autoconclusivo di Ed, giustificazione per l'acquisto delle armi Gork e Mork e un futuro occhio d'avorio. È la prima volta che uso un assassino, e mi sono trovato parecchio spiazzato per il fatto che, esattamente come dice il nome, non dovrebbe farsi vedere uccidendo la preda di soppiatto. Non ho infatti gran abilità e pergamene per fronteggiare a brutto muso un avversario, vedendomi costretto a subire pochi danni e farne molti. Un assassino che le prende e combatte faccia a faccia uscendo ridotto male con un guerriero non me la sento proprio di giocarlo, sarebbe innaturale. :v
Nota a margine, questo evento è del BG di Edward, pertanto non ha ancora acquistato gli oggetti come fumogeni, stordenti e sonici...quelli verranno dopo in un evento che narrerò forse in separata sede.
Riassunto Tecnico: Una volta giunto al forte utilizzo a consumo medio l'attiva di secondo livello del talento -wild- che per un periodo prolungato mi permette di scalare e muovermi agilmente su ogni terreno. Abbatto una guardia (puramente a scopo narrativo, non da contare come avversario) e mi dirigo dentro l'insediamento. Identifico il mio obiettivo, e facendo uso dell'attiva di terzo livello ad alto del talento -spectrum- divento invisibile agli occhi e raggiungo indisturbato la tenda nel quale si è ritirato l'orco. Entro di soppiatto e uso la pergamena sgambetto -knock out- a basso giustificandola con un pugnale nel femorale, sfruttando la postura e l'effetto sorpresa mi arrampico sul bersaglio piantandogli la spada sul trapezio. Di tutta risposta l'orco mi attacca con un colpo fisico di gomito, scaraventandomi via ma spezzandosi definitivamente il muscolo già inciso dalla spada. Avendo perso l'uso del braccio destro impugna una delle due armi con la sinistra usando la pergamena del guerriero Furia ed esibendosi in dieci attacchi. Dalla mia parte utilizzo la variabile difensiva -swift- ad alto schivando acrobaticamente i suoi colpi e riuscendo infine a liberarmi dall'assalto recuperando sia la daga che la seconda arma del nemico. Prendo l'iniziativa attaccandolo e sfruttando la attiva a basso -Feint- per esibirmi in una finta e farli incassare il vero colpo portato al trapezio dell'altro braccio. Privato di entrambe le braccia il nemico si solleva bruscamente, dandomi lo slancio per arrampicami fino al suo volto e finirlo con un attacco elementale ad alto della variabile offensiva -Frost- che andrà a congelare completamente l'avversario uccidendolo.

Tecniche usate da Edward:
1. WILD Adattarsi all'ambiente, orientarsi alla perfezione in luoghi sconosciuti, scalare mura e pareti impraticabili come se fossero piane. Questo è l'istinto Selvaggio del Nord. Spendendo un consumo Medio, per due turni sarò in grado di asservire l'ambiente ai miei bisogni, seppure questo risulti completamente sconosciuto. Saprò sempre dove andare e come muovermi, e non vi saranno luoghi inaccessibili per altezza o posizione. Le pareti verticali e addirittura i soffitti non saranno un problema da scalare, per quanto ciò possa essere surreale e impossibile ad un normale umano. L'istinto mi guiderà sempre verso la mia preda, perché nessuno scappa quando sono io a dargli la Caccia.
2. SPECTRUM Dopo anni di addestramento, spendendo un consumo pari ad Alto, sono riuscito a spezzare anche il vincolo della vista. Per due turni, il mio intero corpo e tutto ciò che indosso si vedranno mutare nel colore fino a sparire completamente dall'ambiente. In tale forma non avrò alcun limite di movimento: potrò infatti attaccare, parare e compiere qualunque azione, con l'unica limitazione di non essere colpito. Se infatti accuserò un qualunque tipo di danno, la tecnica si vedrà infranta prima del tempo.
3. KNOCK OUT Un colpo ben assestato alle gambe è la chiave per una vittoria rapida: una spazzata col piatto della spada, un colpo articolare col ginocchio o una presa. Spendendo un consumo pari a Basso, potrò portare un colpo deciso e mirato con lo scopo primario di far cadere a terra il mio avversario; in balia della mia lama.
4. SWIFT Sfuggire al nemico, scappare dai branchi famelici di Bradi, procacciarsi il cibo. Nulla rende più acuto l'istinto che l'autoconservazione. Vivere tra le selvagge montagne del Nord fin da quando si è giovani spinge tutto il corpo, tutti i sensi a svilupparsi oltre i limiti umani fino a plasmare una memoria motoria superiore a qualunque predatore. Gli esseri umani non sono in cima alla catena alimentare solo per le loro dimensioni, era solito ripetermi Irthal. Con il passare degli anni, schivare le fauci dei lupi è diventato schivare lame degli avversari, e districarsi dai rovi togliersi pesanti catene dai polsi. Focalizzando un quantitativo Variabile di energia sullo scorrere dell'azione, nulla risulterà inschivabile, troppo veloce o ben articolato, consentendomi di cogliere il flusso stesso della battaglia districandomi da offensive di qualunque genere. Inoltre nessun nodo o lucchetto avrà più segreti per le mia mani, costretto inesorabilmente a cedermi il passo.
5. FEINT Far credere all'avversario che il colpo provenga da una direzione e attaccarlo da un'altra: un trucco vecchio come il mondo ma sempre il migliore. Spendendo un consumo Basso potrò illudere la mente avversaria che il prossimo colpo sarà decisivo, portando la sua attenzione a focalizzarsi inevitabilmente su quell'attacco. Lo percepirà come potenzialmente letale, pericoloso e in ogni modo indispensabile da parare prima di ogni altra offensiva. [Tecnica Fisica con valenza Psion]
6. FROST Padroneggiare la magia del gelo non è stato semplice, ma Irthal è stato un maestro severo. Anno dopo anno ho imparato a controllare la pura essenza dei ghiacci, quella che solo i draghi forgiati da tale elemento sono in grado di padroneggiare. Oramai il sangue stesso che mi circola nelle vene è intriso di tale potere, proprio come avviene per i Draghi. Con un semplice gesto e un dispendio Variabile di energia, potrò plasmare nelle mie mani o ovunque sul terreno la manifestazione dell'prorompente e distruttivo potere del Nord: che esso sia il respiro del Drago, stalagmiti dal terreno o più banalmente bordate elementali.

Or'Zack'Thral
Pericolosità E
Barbaro.
CS: 2 Forza

Tecniche usate da Or'Zack'Thral:
1. Furia: il guerriero riesce a scagliare fino ad otto fendenti in successione con la propria arma.
La tecnica ha natura fisica. Il guerriero riesce a scagliare fino ad otto attacchi in rapida successione a mani nude, o con la propria arma. La posizione delle varie offensive cambierà in base al movimento compiuto dal guerriero. Questa tecnica può essere utilizzata anche con le armi da lancio. Non aumenta la velocità di movimento del guerriero, ma solo quella con cui compie gli attacchi. La tecnica va contrastata come un'unica offensiva di portata complessiva Alta, avente natura fisica.
Consumo di energia: Alto
2. Passiva di annullamento del dolore.
3. Passiva che consente di combattere anche con arti lesionati, nel limite della logica.
 
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Alb†raum
view post Posted on 22/9/2013, 09:56




CITAZIONE

Valutazioni




Ragionamenti e Introspezione: 5.0


Superficiale. La figura di Edward è appena abbozzata nella scena, così come quella del suo avversario. Quasi tutti i pensieri del tuo personaggio, infatti, si rivolgono all'obiettivo, alla missione che deve svolgere e allo scontro fisico. Sebbene in scene di foga e in quelle di combattimento ciò non sia eccessivamente sbagliato, l'assenza di una caratterizzazione ben definita e di una personalità ben espressa risulta sgradevole. Non sono riuscito a farmi un'idea di chi sia veramente Edward Frost, di che carattere abbia, di cosa lo spinga ad agire. Posso intuire che sia una persona laconica e fredda dall'introduzione, posso capire che è un individuo estremamente concentrato sui compiti che gli sono affidati, ma nulla di più.
Potresti pensare che sono ingiusto perché il tuo personaggio è un assassino, ed è ovvio che un assassino non pensi agli affari propri durante le missioni ma sia completamente concentrato sull'uccisione che deve compiere. Io ti potrei rispondere che Edward è a malapena umano. Non prova, ma neanche tenta di reprimere, la paura o la tensione mentre entra in un accampamento nemico fittamente sorvegliato, semplicemente ignora qualsiasi sensazione; non fa commenti sullo stato delle forze nemiche né sulle loro tende; e poi la tendenza a scrivere tutto ciò che vede il tuo personaggio in maniera quasi completamente oggettiva risulta poco gradevole. Quando scrivi in prima persona, tutto ciò Edward vede è filtrato dai suoi occhi, e così deve apparire nel testo. Non è possibile che non abbia un'opinione sulla giustizia degli orchi, che non provi ammirazione/timore per la loro testardaggine, che sia completamente inerte di fronte a qualsiasi cosa. E se lo fosse per caratterizzazione dovresti perlomeno farlo intuire (e in ogni caso si potrebbe discutere della giocabilità di un personaggio freddo di fronte a qualsiasi cosa).
Io non riesco a capire se questa quasi completa oggettività (effettivamente un esiguo numero di commenti e introspezioni del personaggio ci sono) sia il frutto di una precisa scelta stilistica o una mancanza di affinità col tuo nuovo personaggio, quindi non posso sapere quanto duro sarà per te questo giudizio. Questi sono comunque i miei consigli:

-Ogni tua scena deve far vedere il tuo personaggio nella sua completezza. Deve esporne la psiche, il background, la caratterizzazione, il carattere e tutto quello che contribuisce a rendere Edward Frost unico. Non dare per scontato che qualcuno abbia già letto queste cose nella tua scheda, perché non puoi pretendere che qualcuno per capire il tuo personaggio si debba leggere non solo un tuo post ma anche il tuo background in scheda.

-Guarda il mondo dagli occhi del tuo pg. E ciò è particolarmente importante perché scrivi in prima persona, come ho già detto. Potevi inserire commenti del tuo pg in molte parti del testo in cui invece hai preferito farlo tacere. Anche a un assassino professionista scappano commenti. Magari poi si impone di rimanere concentrato, ma è un essere umano anche un killer, e di certo non è una macchina analitica come hai fatto apparire Edward. Se farlo apparire come un robot era il tuo scopo, ti consiglio comunque di non farlo in questa maniera.

-Dialoghi. I dialoghi sono una parte importantissima perché permettono di capire non solo come pensa il pg ma anche come si rapporta con gli altri. Inoltre hanno l'innegabile vantaggio di essere condotti a due persone, con la possibilità di esporre anche la psiche di un altro personaggio. Se avessi anche solo scritto un qualche scambio di battute fra Edward e l'orco, forse entrambi sarebbero risultati molto meno anonimi.

-Caratterizza il nemico. L'orco qui è una punching ball senza personalità, scusami la rudezza. A parte il valore e la testardaggine, niente lo differenzia da un sacco da boxe: non particolari abilità, non stile di combattimento, non un background anche solo abbozzato, non dialoghi, visto che non ce ne sono.

Spero di essere stato esaustivo.


Descrizioni e movenze: 6.5

Minuziose. Dopo la breve introduzione, riesci a descrivere in maniera efficace e fluida lo scenario e le varie azioni del pg, con alcune imperfezioni non comunque gravissime. Vi sono alcuni errori dovuti a una rilettura poco attenta e uno “spanderono” di gusto arcaico che tuttavia non pregiudicano la valutazione. Vi è invece una mancanza di fluidità e comprensibilità durante lo scontro vero e proprio, in cui alcune sequenze risultano poco chiare.

CITAZIONE
Raccolsi le gambe al petto e convogliai tutto il peso sulle spalle, sollevandomi in verticale e dandomi infine lo slancio verso l'alto per schivare una spazzata e rimettermi in piedi.

Probabilmente avevi in mente qualcosa di estremamente semplice da visualizzare, ma io trovo questa descrizione prolissa e vaga.

CITAZIONE
Scattai basso alla sua desta, verso l'arto ormai reso inutilizzabile, preparando una finta con la Zahn, dritta a colpire tra le costole. Garante dell'istinto che governava quelle colossali macchine da guerra, tese il collo a guardare l'attacco, preparandosi ad una difesa con la sinistra. Ogni vena, ogni fibra muscolare, ogni tendine si tese sotto la grossa scorza verde, preparando il terreno per il vero colpo. Ritrassi d'impeto la cinquedea, sfruttando lo slancio per affondare la destra nel collo avversario.

Un tantino eccessiva come descrizione per dire che Edward distrae l'avversario con una finta per poi recidere il collo al nemico.

Per il resto, riesci a far vedere bene tutto e fai prevalere le parti “mostrate” a quelle “raccontate”. Vi sono anche anche alcuni virtuosismi stilistici che rendono il testo gradevole e non anonimo. Riusciresti a coinvolgere il lettore di più, però se alle descrizioni aggiungessi un po' di psicologia e introspezione.
Devo farti presente che il tuo layout è particolarmente sgradevole. Prova un carattere più grande. Io stesso mi sono dovuto rendere conto di quanto fosse difficile leggere un size 1 e mi sono adeguato di conseguenza.


Strategia e sportività: 3.0

Non ci siamo. È vero che il tuo personaggio è un assassino e che ti pare impossibile che subisca tanti danni durante uno scontro, ma il barbaro nemmeno ci prova a ferire a Edward. Avrei potuto capire se il tuo pg avesse schivato la maggior parte degli attacchi e si fosse difeso dalle tecniche, ma è lo stesso barbaro che in tutto lo scontro usa UNA SOLA abilità. Non è plausibile, minimamente. In una situazione di vita o di morte l'orco (barbaro, per di più) avrebbe usato tutte le proprie energie anche a costo di svenire, soprattutto se è troppo cocciuto per chiamare i propri alleati persino con il trapezio tranciato di netto. Tu hai usato una varietà di tecniche amplissima per metterlo fuori combattimento, mentre lui nulla. Capisci ora perché nella prima parte della valutazione ti ho detto che per me era una punching ball. Non soffre il dolore, non schiva, non usa tecniche, non parla...
In secondo luogo, l'attacco a sorpresa. Non è così grave, ma devi renderti conto che se inizi lo scontro con un nemico più debole di te tranciandogli di netto il trapezio e rendendogli inerte un braccio (e quindi infliggendogli un danno pari a critico) tu non stai affrontando un nemico, tu lo stai uccidendo senza nemmeno combatterlo. Io questo espediente lo avrei potuto comprendere se avessi dipinto l'orco come una figura molto potente, ma che a causa di quella ferita fosse costretto a limitare la propria forza. Invece è una pericolosità E che a causa di quel taglio scende al di sotto della G. È vero che hai usato l'invisibilità, ma io trovo personalmente eccessivo infliggere un critico in quella maniera.
Infine, lo specchietto. Il riassunto c'è, mancano completamente i consumi energetici e le ferite. Il ruolo di un correttore è quello di stabilire la qualità del tuo testo e dell'autoconclusivo in generale, non quello di calcolarti consumi e ferite. Anche perché avresti potuto benissimo barare.


Media (non aritmetica): 4.5



Io credo che i tuoi errori siano dovuti in primo luogo alla mancanza di affinità con il tuo nuovo pg, in secondo al fatto che non scrivi spesso autoconclusivi. Spero di averti fatto capire dove sbagli e come migliorarti. Tieni a mente di inserire più personalità e background del pg nelle giocate e sono sicuro che correggerai i tuoi errori in tempi brevi.
Guadagni 225 gold. A me 125 gold quando ritirerò lo stipendio.
Ti aggiorno il conto.
 
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