Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

L'arrivo a Taanach

« Older   Newer »
  Share  
Shinryu
view post Posted on 13/7/2013, 10:26




La gola era secca, bruciava braciere della sua angoscia.
Le gambe stanche, il fiato corto, gli occhi chiusi.
Paura che s’insinua sotto la pelle e si mescola al sangue.
Paura che arriva al cuore e paralizza la mente.
Paura di ciò che non si vede.
Attorno a lui soltanto il nero del nulla, nessun dettaglio, nessun difetto. Una tela nera avvolgeva il mondo e sembrava stritolarlo. Ora gattonava, i suoi arti erano pesati come macigni. Ricordava coloro che venivano buttati a mare incatenati ed era sicuro che fosse quella la sensazione. Immobile, riverso ormai con il volto a terra, sentiva quell'oscurità avvolgerlo, stritolarlo. Le sue interiora si cozzavano dolendo, i suoi occhi sembravano schizzare dalle orbite in un ultimo tentativo di fuga, trattenuti dalle palpebre serrate dal terrore. Nessun pensiero era abbastanza forte, nemmeno quello della vita stessa, tutto veniva inghiottito dalla paura diventando sempre più insignificante e lasciando posto soltanto al nero.
Morì, ma fu soltanto per un istante. Davanti a lui, negli occhi serrati, passarono delle immagini tanto veloci e incomprensibili, lampi di luce colorata che per un solo istante squarciarono il nero.
Comparve il vero terrore.

Gli occhi di Joshua si spalancarono d’un tratto. Il collo madido di sudore bagnava la coperta su cui dormiva, occhi innaturalmente aperti fissavano il cielo buio e coperto, nessuna stella ad illuminare il suo sguardo, nessuna luce. In quei lunghi istanti il giovane non comprendeva nulla, rimanendo paralizzato come se i suoi occhi guardassero alla realtà ma la sua mente fosse prigioniera ancora dell’Incubo. La sua figura si vedeva appena in quella piccola radura, il fuoco ormai era poco più di una fiammella e questa illuminava la figura distesa e avvolta nella coperta leggera.
Un lungo sospiro come chi emerge dall'acqua e finalmente si riprese, sbigottito e stordito da qualcosa che nemmeno sapeva e comprendeva e ricordava. Respiro affannoso e mente che lentamente riprendeva contatto con la realtà. I pensieri ricominciavano i loro normale flusso e soltanto una domanda riusci a formulare nella sua mente di Joshua. Cos'era successo?
Chiuse gli occhi e si addormentò per sfinimento, era inquieto. Forse la presenza della foresta, egli infatti riposava al suo limitare. Oppure la stessa vicinanza a Taanach, chi poteva dirlo. Gli incubi mai avevano turbato il sonno del giovane ma dalla sua partenza da Minrot qualcosa di strano era cominciato. Ciò che più spaventava Joshua non erano tanto i contenuti dei sogni, quanto l’assoluta certezza che ciò che vedeva, non era soltanto frutto della sua immaginazione ma era qualcosa di Reale.
Sentiva di vivere ogni singolo orrore di quello che sognava.

₪ L'arrivo a Taanach
"Nessun quartiere, nessun vicolo, nessun ciottolo
ogni più piccola parte di Taanach era pregna di malessere,
menzogna e vizio.
Il tempo l'aveva cambiata, era forse stato un bene?"


L’Orbrun si trovava nell’entroterra di Asgradel, il mare e l’afoso caldo erano ormai lontani lasciando spazio ad un clima assai diverso. Le vesti zuppe dall’umidità, le ossa scricchiolanti e lo sguardo che nel suo più lungo si perde in una foschia antica ma ormai decaduta come l’Orbrun stesso.
Joshua camminava osservando curioso l’ambiente. La foresta che nella notte precedente aveva soltanto intravisto, in realtà non era formata da comune vegetazione bensì da piante fitte e pietrificate o almeno così sembravano. Alte e spoglie di ogni foglia, all’orizzonte parevano aghi che seviziavano il cielo con le loro spoglie punte, condanna della loro stessa esistenza. Che fosse quel luogo a farlo sognare?
Non riusciva a dimenticare il terrore e non appena socchiudeva gli occhi poteva sentire quel nero ricominciare la sua tortura. Non comprendeva, e per questo temeva. Che qualche demone di quelle terre avesse soggiogato la sua mente? Lo escludeva, sarebbe già stato inghiottito dalla demoniaca ingordigia. Allora cosa lo tormentava rendendo inquieto il suo viaggio? Continuava a camminare senza più guardare gli alberi o l’ambiente ma immergendosi nei ragionamenti più strampalati per cercare un motivo e più scendeva in profondità più sentiva di allontanarsi dalla soluzione e questo lo infastidiva terribilmente.

Il suo atteggiamento verso quel luogo era forse troppo leggero, infatti attraversò la foresta mostrando poca attenzione nonostante l’orrore che si annidava –e tutt’ora persiste- in quel luogo fosse narrato nei racconti più bui e spesso venisse usato per spaventare i bambini disobbedienti. La sua ricerca mentale fu interrotta quando il suo piede cominciò a calpestare non più la nuda terra ma l’antica roccia. I suoi occhi tornarono a vedere perdendo quell’espressione inebetita di chi cammina senza guardare dove va e videro la città.
Taanach.
Il solo nome evocava miriadi di leggende e fatti storici avvolti nella stessa nebbia che un tempo dominava la zona. Ormai era soltanto un pallido ricordo ma si poteva osservare ancora una parte dell’antica foschia, guardiana e boia del luogo. Dopo la caduta dei Kaledran si aprì un lieve spiraglio su quella terra mostrando cosa si celasse dietro la nebbia, ma come dicono molti, sarebbe stato molto più saggio non scoprire cosa si trovava in quel luogo.
Si addentrò nella città e cominciò a vederne la vita. Sebbene a tratti pareva una città abbandonata, in alcuni vicoli si poteva sentire sbraitare e urlare o più semplicemente lo schiocco di frusta atto ad istruire le bestia, siano questi animali o umani. Qualcuno si era insediato in quel luogo e lo aveva reso una capitale dei vizi, dove ogni uomo viveva governato da un'unica legge: la sopravvivenza. E più s’inoltrava nei vicoli più gli spettacoli diventavano diversi e spesso grotteschi e macabri. Persone che fornicavano negli angoli più scuri della città, giocatori d’azzardo e ogni sorta di crimine e immoralità conosciuta dall’uomo.
Ad un certo punto Joshua si fermò. Nessuna scena di particolare rilievo aveva attirato la sua attenzione anzi, da un po’ nessuno aveva più popolato i vicoli in cui camminava, nessun rumore, nulla. Quelle strade erano praticamente tutte uguali e non riusciva a comprendere se avesse seguito un percorso definito oppure se fosse ancora dove si trovava prima, tutto era confuso e un solo pensiero arrivò alla mente.
Qualcuno voleva che lui si perdesse in quei vicoli e ci era anche riuscito.

Post Edit!
Aggiunta passiva di influenza psionica e difesa psionica passiva del personaggio, queste non erano state menzionate precedentemente. Attendo ad aggiungere lo specchietto vero e proprio considerato che ancora non è in corso nessun combattimento.

Cantore del Mondo ~ L'intreccio della Trama
Ciò che diviene fondamentale per poter avvolgere il proprio pubblico, che sia di uno o di una moltitudine, è l'ascendente che si riesce a ricreare su chi sta ad ascoltare il cantore. La voce, le parole, la mimica facciale e altre mille sfaccettature rendono i cantori uomini in parte di spettacolo ma capaci di impersonare anche parti serie e cupe, andando a rappresentare qui personaggi che si desidera denigrare e mettere in cattiva luce. Per tanto le parole di Joshua verranno riconosciute come vere e tratte da una fonte affidabile, suscitando grande fiducia verso la sua figura semplicemente presenziando -a meno che l'interlocutore non possieda artifici o abilità per resistere a questa incondizionata fiducia-. Qualsiasi persona potrebbe essere colpita dal carisma di Joshua, anche se appena incontrata. Va da se che più saranno stati i rapporti con il giovane più questo effetto si rafforzerà (ipoteticamente) considerati i ricordi dei precedenti colloqui con egli.
In secondo luogo, ma non per questo meno importante, diviene essenziale comprendere se le fonti da cui si attingono le storie siano veritiere o meno, senza cadere in tranelli simili a quelli manifestati dallo stesso Cantore. Influenze legate alla fiducia, alla paura o all'attrazione fisica, dovute alla presenza di altre persone, saranno infatti inefficaci su Joshua, il quale nemmeno si accorgerà che qualcuno cerca di imporre una visione differente, sia questa benigna o terrificante. La lucidità nel ascoltare ciò che altri dicono permetterà di poter vedere chi ha di fronte senza costrizioni fuorvianti.
[Passiva x2 | Passiva I (Ammaliatore) - Abilità Razziale (Mezzo demone)]


Edited by Shinryu - 13/7/2013, 15:50
 
Top
view post Posted on 18/7/2013, 18:45

Esperto
······

Group:
Member
Posts:
4,411

Status:


- fuochi nelle tenebre -


La notte calava lentamente su Vecchia Taanach come l'alternarsi della marea, recando con sè un soffuso buio crepuscolare carico di vizi e turpitudini. Una strana calma regnava sui bassifondi della città, una quiete di cristallo destinata a infrangersi entro breve, quando le ultimi luci del giorno fossero sparite sotto l'orizzonte infuocato dell'Orbrun e le creature della notte avessero fatto la loro apparizione nei vicoli fangosi della metropoli. Criminali, ubriaconi, stupratori, feccia d'ogni genere - ma anche qualcuno di diverso, questo Roberto aveva avvertito dal suo luogo di preghiera in una vecchia chiesa diroccata. La città aveva chiamato a sè una nuova anima in pena, un altro vagabondo del mondo perduto fra i peccati della sua vita terrena che abbisognava di guida e redenzione. Lui, emissario del Signore, era lì per quello.
Sollevò gli occhi neri e profondi al cielo ormai oscurato. Gli piaceva, la notte: al buio, le fiamme della purificazione bruciavano ancora più vivide, incendiando l'aria di bagliori cremisi, arancio e scarlatti. Sentiva nelle ossa che quella notte ci sarebbe stato spazio per un grande rogo, guizzanti fuochi nelle tenebre.

Roberto si lisciò il lungo abito talare, sistemò il colletto inamidato, aggiustò gli occhiali leggeri sul naso e si avviò per le vie di Taanach. Non impiegò molto per sboccare in una piazzola semi abbandonata cinta da un fitto schieramento di case fatiscenti. Sulle loro facciate di legno marcio e gonfio d'acqua porte e finestre sventrate si aprivano come tante bocche nere dell'Inferno. Per terra, nella polvere, erano disseminati detriti e calcinacci. Lontano, dalla periferia, si udivano arrivare i primi versi della notte: urla, grida, clangori metallici, ma in quel luogo regnava ancora la quiete, e il prete era solo - solo con il suo nuovo arrivato. Lo osservò con attenzione prima di parlare: un giovane di bell'aspetto, dal fisico proporzionato, con folti capelli rosso carminio e occhi verde smeraldo.

Benvenuto a Taanach, straniero.

Esordì, accompagnando le parole con un gesto delle braccia, che allargò attorno a sè.

Il mio nome è Roberto, e sono un umile servitore del Signore Onnipotente.

Indugiò un attimo, come a lasciare intendere che si aspettava un eguale presentazione da parte del forestiero, e riprese:

Hai perduto la retta via, lo vedo, e ora vaghi senza meta. Io ti offro una possibilità di riscatto, per il tuo corpo e per la tua anima: entrare nel Clan Goryo, che domina sulla città, e abbracciare una nuova vita, purgando tutte le tue colpe.

Una cantilena ripetuta innumerevoli volte, ma proprio quello era il segno della misericordia del Signore: a chiunque era offerta una possibilità di redenzione, perfino ai peggiori criminali. Ma ovviamente, non potevano aspettarsi che essa arrivasse senza fatica e sofferenza: bisognava che dimostrassero il proprio pentimento e conquistassero il perdono con fatica e sofferenza. Era quella la parte che Roberto preferiva.

Prima però dovrai affrontarmi per mostrarmi il tuo valore e la tua buona fede, e per permettermi di bruciare nel fuoco ogni tuo peccato.

Un'ultima pausa, e infine chise in tono perentorio:

Allora, cosa scegli?



CITAZIONE
Benvenuto al tuo arrivo e scusa per il ritardo; al termine di questa scena, composta da un numero a tuo piacere di post di presentazione più alcuni di combattimento, riceverai una valutazione sulla base dei criteri di Scrittura, Strategia e Sportività. Se ti sarai comportato bene potrai essere promosso ad energia Gialla o Verde, altrimenti rimarrai Bianca. Non fare caso ai miei post scarni, l'importante è che sia tu a dare il massimo. Il Guardiano che uso è Roberto, l'ultimo a questo link.
Per dubbi, domande e quant'altro, puoi contattarmi per Mp.

 
Top
Shinryu
view post Posted on 19/7/2013, 12:37




Fu come trovare un agnello nel mezzo di un branco di lupi. Questa fu la prima –e parecchio errata- impressione quando vide sopraggiungere Roberto, un uomo sulla ventina, vestito da predicatore sul cui naso poggiavano un paio di occhiali ben inforcati, capelli raccolti in una coda ordinata poggiata sulla parte più alta della schiena ed un collare candido al collo simbolo del suo grado. Avanzava lento e con sguardo fisso a Joshua, come se lo attendesse. Lo stesso luogo in cui avvenne l’incontro pareva selezionato, in quella foresta di case che seppur sull’orlo del declino conservavano ancora una sfumatura degli antichi fasti della città, trovò un radura, una piccola piazzetta deserta divenuta teatro di quell’incontro. Era ormai tempo che camminava per le vie della città, ma ancora non aveva incrociato nessuno o quasi, da un lato era un sollievo che qualcuno si rivolgesse a lui. Immerso nel suo pastrano verde, soltanto il capo si poteva scorgere di Joshua,attendeva la conclusione da parte del prete.
Sin da subito comprese che quella cortesia era pericolosa, tutto in quella città poteva essere una minaccia, la paura traspirava dai ciottoli che calpestava ed ogni eco generato dai loro passi era un urlo straziante. Che fosse l’antica presenza dei costruttori di Taanach o l’orrore portato dai nuovi dominatori, l’atmosfera che si respirava in quelle vie era straziante tanto quanto le urla che in lontananza si sentivano sopraggiungere. La notte era cominciata e questo era il tempo in cui i nuovi padroni compivano i loro interessi.

«Sono contento di fare la sua conoscenza padre Roberto, incontrare un servitore dell’Onnipotente non è cosa di tutti i giorni di questi tempi»


La voce sottile si espanse nell’aria denotando la pacata educazione di Joshua. I suoi occhi osservavano il suo “benefattore”, intravedendone una lucida follia tipica dei fanatici religiosi. Il fuoco che ardeva dentro di lui, era da ammirare seppur insano . Infondo credere a qualcosa che non esiste e che non puoi vedere a tal punto da riuscire a convincere molti era una dote che non si vedeva spesso. Ma qualcosa di più traspariva dal suo fare, dalle sue movenze. Ha confermare quella sensazione furono le ultime parole, che seguivano la solita vendita d’indulgenza.

«Prima però dovrai affrontarmi per mostrarmi il tuo valore e la tua buona fede, e per permettermi di bruciare nel fuoco ogni tuo peccato.»


Le intenzioni del prete non era sicuramente recitare rosari o redimersi moralmente da ogni peccato, costui voleva bruciare e il corpo di Joshua era la legna che egli aveva scelto per il suo rogo. Gli ricordava terribilmente gli uomini visti nella sfera di Cāra, l’immagine del fervente spirito con cui accusavano Nau fregiandosi di principi del Dio pur essendo i primi a infrangerli ammorbava anche costui. Lo stesso pathos, la stessa cantilena nauseante, gli stessi occhi corrotti o dall’illusione o dalla carne stessa. I religiosi infondo erano tutti uguali e tutti prometteva la salvezza del corpo e dello spirito ma di fatto si assicuravano soltanto la loro salvezza terrena. Provò un senso di ribrezzo, non sopportava di essersi imbattuto in uno dei tanti sacerdoti che profetizzano la pace con la spada. Ma non tradì la sua maschera, infondo non era quello il luogo in cui permetterselo.
I grandi occhi verdi puntarono il loro tiro incrociandosi con quelli di Roberto, scuri e invasati erano i suoi tanto da confondersi con la notte che avanzava nascondendone la sclera. Non aveva tempo per la “purificazione”, ma più che il tempo era la situazione che rendeva restio al confronto. Non voleva attirare l’attenzione in quella città assassina, il motivo della sua venuta era già abbastanza contorto di suo e aggravare la situazione non gli sembrava il caso.

«Mi sono smarrito per queste vie»


Un sorriso cordiale si fece largo sul volto di Joshua, le sue parole avevano acquisito uno strano suono ipnotico, molto più della cantilena di Roberto. Non c’era variazione di timbro nelle sue parole, era più una sensazione che una realtà. Con la mano, in un elegante virtuosismo, scosto una ciocca scarlatta che occludeva la sua vista. Un polso sottile e dalla carnagione candida ma sana. Con tale gesto venne a mostrarsi un orecchio e la sua forma puntuta appena abbozzata

«E sono sicuro che la sua guida mi condurrà alla mia meta ultima. L’Onnipotente e i suoi servitori, paladini del bene e persecutori dei più nobili principi, sicuramente prenderanno per mano questa mia anima parva conducendola nel luogo verso cui marcia. E io sarò ben lieto di tendere la mano e assaporare anche soltanto per un istante la grandezza dell’Onnipotente» Le sue parole avrebbero potuto suonare tanto vere quanto fasulle a seconda di colui che le sapeva ascoltare. Certo era che le lusinghe erano pure menzogne, ma il tono e la convinzione, erano qualcosa che si poteva vedere anche con occhi liberi da illusioni. «La mia destinazione ultima è la nave che dal cielo domina questa città. Entro di essa un uomo mi attende per colloquiare con me e son sicuro che la grandezza dell’Onnipotente e il grande senso di sacrificio dei suoi servitori, in particolare il suo padre Roberto che mi accoglie in questa Bolgia infernale, mi aiuteranno a raggiungere la mia meta»


Per un lungo momento aveva scordato il motivo per cui stava vivendo tutto questo. Ancora la sua mente era turbata dall’oscurità onirica che lo opprimeva la notte precedente, ma le parole appena pronunciate fecero riemergere la motivazione principe del suo pellegrinaggio a Taanach.
Nau.
Quel nome lo inquietava, il solo suono gli ricordava le parole del vecchio il giorno prima di partire. Voleva che lo incontrasse ma non era stato chiaro sul motivo, la sua era stata un imposizione e con queste cose il maestro ci sapeva fare. Ma ciò che ancora più sembrava strano era la seconda richiesta.


«Trovalo e fatti portare a Ardona» Tuonò il vecchio. La sua solita pacatezza stava scomparendo davanti all’insistenza di Joshua. Il ragazzo dal canto suo replicò con voce irata «Perché? Mi vuoi a mandare a cercare un certo Nau che deve portarmi ad Argona-arbona-arc…quello che è! E tutto senza nemmeno spiegarmi la motivazione»


Il ragazzo era in collera, fissava il vecchio notevolmente seccato della sua richiesta.
Il vecchio si alzò nuovamente di scatto in un gesto di stizza. Questa si spense immediatamente e il suo passo era tornò lento e cadenzato come al solito. Il suo sguardo fissava la piccola finestra opaca cercando di guardar fuori, non era più
seccato. Le profonde rughe della fronte mostravano la sua preoccupazione.

«Credimi Joshua, è importante che tu faccia ciò che ti dico. Le motivazioni le comprenderai da te, spiegartele ora potrebbe soltanto confonderti e portarti in errore. Fidati delle mie parole e segui le indicazioni, soltanto così anche tu potrai divenire maestro e imparare ancora»


Raro era vedere Cāra così. Tutti gli eventi che circondavano il mondo erano sempre stati spiegati dalle sue parole, nulla lo poteva sorprendere ne tanto meno preoccupare. Lo aveva imparato negli anni passati con lui. L’uomo lo aveva cresciuto diventandone il padre più che il padrone, come voleva far credere. I servigi di Joshua valevano ben meno dei tre pezzi d’argento che il vecchio gli dava e l’insegnamento che ne riceveva era gratuito. Vedere il maestro assorto in profondi pensieri lo fece arrivare ad una sola conclusione. Nemmeno lui aveva ben chiare le motivazioni della partenza forzata del giovane, la sua unica certezza era che Joshua doveva partire.

«Mi accogliesti nella tua casa e mi istruisti, mi parlasti del mondo fuori da questa fogna facendomi sognare di poterlo vedere e narrare. Le tue parole sono per me sante più di ogni scritto divino e se la partenza è la mia strada quella menerò» si fermò soltanto un istante e i suoi occhi fissarono ancora quelli del vecchio, lo sguardo maturo del giovane e consapevole sorprese per un momento il maestro. «La mia storia continua nel buio del mondo, e le tue indicazioni saranno luce. Troverò il Folle e mi farò guidare».




Abilità passive
- Influenza psionica passiva (fiducia verso l'utilizzatore)
Abilità Attive
CITAZIONE
Parola d'Oro ~ Poesia e maledizione
I lunghi monologhi di coloro che raccontano, possono rimanere impressi non solo nell'udito ma pure nella mente di chi ha la fortuna di poterli ascoltare. Le parole escono dalle labbra del Cantore diventando miele per l'interlocutore il quale godrà di esse prendendole per vere e incidendo un immagine candida, quasi angelico di colui che li pronuncia. Chi le pronuncia viene visto come una persona di indubbia fiducia, come quelle di un caro amico, di una persona fidata e persino di un fratello o di un genitore amato. Il suono della sua voce e la sua sola presenza, rendono Joshua una persona ben voluta al solo suo volere. Questa fiducia nasce nella persona a cui il ragazzo si rivolge o a chi è si suo interesse e questa avverrà in modo talmente spontaneo da sembrare naturale -a meno che l'interlocutore non sia in possesso di abilità per difendersi dalla malia-.
[Basso | Attiva I (Ammaliatore)]

Note: ancora una volta non posto lo specchietto intero per il mio tentativo di evitare il combattimento

 
Top
view post Posted on 27/7/2013, 17:19

Esperto
······

Group:
Member
Posts:
4,411

Status:


- fuochi nelle tenebre -


Lo straniero reagì piuttosto bene alle parole di Roberto, almeno per i canoni a cui il prete era abituato. Vecchia Taanach non era posto per sorrisi e cortesia, nè le orazioni del prelato che promettevano fiamme e sofferenza aiutavano a ben disporre i deprecabili peccatori che infestavano quelle vie fangose. Eppure l'ultimo arrivato sembrava non preoccuparsi della sorte che lo attendeva, anzi si dimostrava ben contento dell'aiuto offerto da Roberto.

Il Signore l'ha illuminato con la luce della Sua Verità.

Meditò il prete, ma nel frattempo una strana sensazione si era impossessata di lui. Il suo giovane interlocutore era come ammantato da un'aura invisibile, un'eco di strane sensazioni, che evocava un insolito sentimento di fiducia. In qualche modo, Roberto era portato a credergli, qualunque cosa facesse o dicesse. Per contrasto, tutto ciò suscitava in lui una reazione di rifiuto: non era normale che provasse simili sentimenti dinnanzi a completi sconosciuti. Si concentrò con maggiore attenzione sull'altro: il largo sorriso che illuminava il suo volto, il gesto leggero con cui si era scostato i capelli, rivelando al di sotto un orecchio dalla vaga forma appuntita, i verdi occhi penetranti. Quando riprese a parlare la sensazione di fiducia si acuì, divenendo quasi una necessità - il che mise Roberto in guardia.
Un sospetto lo attanagliò. La persuasione era uno dei mezzi più subdoli e pericolosi del Maligno; spesso si era indotti a pensare di fare la cosa giusta, mentre invece si andava incontro al peccato. Di una cosa Roberto era certo: quelle parole impregnate di verità e sicurezza celavano un'insidia, nascoste dietro un illusorio velo di fiducia. Tuttavia, non era ancora abbastanza sicuro al punto da attaccare il forestiero: in fondo, poteva davvero trattarsi soltanto di un bravo e onesto giovane in cerca di una guida da seguire.

Soltanto le fiamme dell'Onnipotente conoscono la risposta!

Avrebbe lasciato che a decidere fosse il sacro fuoco del Divino.

Lo riconosco, sei dotato di un'abile favella, ma non mi inganni. Per quanto tu tenti di confondermi con i tuoi giri di parole, non riuscirai a proseguire senza prima aver scontato le tue colpe .

Sorrise: anche lui sapeva essere convincente, quando lo voleva. La sua voce era intrisa di persuasione, le parole scorrevano veloci, e Roberto salmodiava la sua cantilena:

Non vedo motivo perchè tu debba tirarti indietro: se sei innocente, non hai nulla da temere. Se invece sei lordato di qualsivoglia colpa, la Sua Grazia monderà ogni peccato. E' giunto il momento di affrontare il tuo passato, per rinascere a un nuovo futuro. Non esitare, adesso: attaccami, e che a parlare sia solo il fuoco.

Così concluse, in attesa della sua prima mossa.



- BREVIARIO -

C S 1 x c o s t i t u z i o n e

Basso 5 | Medio 10 | Alto 20 | Critico 40 |

Umano | Mago | Gialla | E | CM



Status Fisico: Illeso
Status Mentale: Basso
Energie: 95% (100-5)
Passive Influenti:
CITAZIONE
UNBURNABLE Colui che diffonde la parola del Signore sarà benedetto. Benedetto il suo nome e quello dei suoi figli. Benedetto il suo cammino tra i peccatori e le fiamme della giustizia. Egli non potrà bruciare, né soffrire, poiché il suo cuore è puro e senza peccato. Non avrà timore nel portare agli indifesi il sostegno di Dio, negando al Demonio la possibilità di avere il sopravvento. Sarà dunque ben protetto da quello stesso fuoco che egli appiccherà nei luoghi della perdizione; potrà innalzarsi nel mezzo dell'incendio e dire ai miscredenti: "Ecco. Ecco la volontà del Signore Iddio che si manifesta attraverso di me. Chiedete perdono al Suo cospetto, poiché voi avete gravemente peccato. Amen.". Avrà il dono di resistere al Diavolo, forte di una grande tempra. Il suo viso non mostrerà mai dolore o sofferenza, pur patendola egli immensamente nel cuore per ogni uomo, donna e bambino che intraprendono la via del Male. Ancora si ergerà, testardo e combattivo, al cospetto dei servitori del Maligno; poiché rappresenta l'ultimo baluardo degli indifesi ed è suo dovere preservarli dal peccato, con ogni mezzo necessario: avvalendosi di maggiore energia e potenza del normale ed evocando istantaneamente qualsiasi difesa. [Razziale umana, resistenza passiva all'elemento fuoco, resistenza passiva al dolore, passiva del Dominio "Absolute Defence" Liv. I, Cristallo del Potere.]

Attive Usate:
CITAZIONE
BRIGHT ORATION L'omelia è un momento importante della funzione domenicale. Il prelato deve avere dunque tra le sue caratteristiche una buona dote oratoria; dev'essere in grado di farsi ascoltare con attenzione da coloro ai quali si rivolge, mai annoiandoli e - soprattutto - aprendo loro gli occhi sulle infinite vie del Signore. Luminoso come in tutto ciò che fa, Roberto eccelle persino in quest'antica arte del discorso, con la quale si diletta ad illustrare e decantare (sinceramente rapito) le bibliche parabole, e non solo. Quando si fa portavoce di Dio le sue labbra scivolano veloci, serene sulle parole che pronunciano; la voce gli sale di tono pur non incutendo timore, anzi! acquisisce il fascino reverenziale che è dovuto ai più alti rappresentanti della romana Chiesa. Vocabolo dopo vocabolo, frase dopo frase, il prete sa incantare intere folle con i suoi impeccabili ragionamenti teologici. Sono pochi gli individui in grado di resistergli, o contrariarlo. E sicuramente - direbbe lui - si tratta di ignobili peccatori degni soltanto d'essere arsi vivi. [Influenza psionica media]

Note: Eccomi. Me la sono presa comoda, visto che mi hai scritto di essere in vacanza, adesso però possiamo proseguire. Roberto è confuso dalla tua malia, per cui non ti attacca direttamente. Allo stesso tempo percepisce che qualcosa non va, e cerca di influenzarti a sua volta per dare via al duello. Ricordati di segnalare i consumi: anche se non siamo in fase di combattimento vero e proprio, per ora, hai comunque usato un'abilità attiva.

 
Top
Shinryu
view post Posted on 29/7/2013, 19:27




₪ La Danza dei Peccati
"Verrà il tempo in cui l’Angelo e
il Diavolo danzeranno insieme nella notte più scura
uno nel peccato e l’altro nella pena.
A voi la scelta del ruolo."


Le parole di Joshua per un istante fecero esitare Roberto, infondo poteva risultare convincente il giovane quando il suo obbiettivo era di suo particolare interesse. Ma ciò non fu sufficiente, nulla più di un dubbio si fece largo nel prelato che subito lo scacciò. Forse per via della città, bolgia d’inganno e menzogna, tanto marcia da darne il puzzo alle vie, o forse per il fervente spirito religioso, di cui l’uomo era ebbro, egli tornò a professare il suo credo conducendo quel colloquio ad uno scontro. Qual’era il senso di tutto ciò? Joshua non lo comprendeva, non comprendeva quell’inutile accozzarsi, nulla dovevano contendersi i due, nessun interesse comune, eppure si ritrovò nella notte di Taanach con un montante desiderio di combattere. Le parole delle prete erano un chiara sfida alla sua integrità e questo lo urtò, la voce penetrò nella sua mente e gli fece desiderare il confronto, ma perché? Questa domanda scombussolò l’animo del rosso, pronto a combattere ma non trovandone un motivo valido.
Lo sguardo rimaneva fisso sull’avversario, ormai questo era Roberto, non più una guida o forse l’unico che poteva condurlo nei reconditi antri di Taanach e verso la nave volante. Gli occhi di smeraldo parevano brillare nella notte, complici i lucignoli che malamente illuminavano la piazzetta, restava immobile mentre dentro di lui le parole riecheggiavano come in otre vuoto, era dunque l’unica via per la Purgatory, il sangue. Molte voci giravano sui nuovi arrivati in quella città maledetta, questi si smarrivano nelle vie oscure, inghiottiti dall’enorme mostro ingordo che era Taanach. Dal suo stomaco rigurgitava ogni tipo di essere, umano o meno, e le fattezze di questi erano molteplici, essi impersonavano ciò che già la città aveva corrotto. Giudici e boia, nessuna differenza in questa legge, la città sceglieva chi doveva valutare il nuovo “cibo”, selezionandolo se di gusto e scartandolo alla minima ammaccatura. Ed ecco Roberto, profeta di dubbio credo pronto a giudicare l’operato di Joshua, investito di un potere fittizio che in molti si poteva vedere, senza che essi fossero toccati dal dio. Il giovane guardava il prete serrandolo ad unico bersaglio.

«Mai la menzogna fuoriuscì dalla mia bocca, di una guida necessito e se il suo prezzo è la lotta che sia, nulla ho da nascondere» Per un solo istante chiuse gli occhi mantenendo il volto rivolto al prete. Attorno a lui una tenue aura verde prese ad agitarsi diventando sempre più densa, palpabile con lo sguardo. «Il suo intendo è ammirevole Padre Roberto, ma la nostra unica colpa…» L’aura cominciò a distaccarsi dal corpo di Joshua e a costruire al suo fianco un corpo. Durò un battito di ciglia e vicino a lui comparve un’esatta copia del suo corpo. Uguale in ogni particolare e soltanto occhi esperti avrebbero potuto notarne la differenza. Entrambi i corpi sorrisero e aprirono gli occhi simultaneamente rivolgendoli a Roberto.

…è di aver perso la via a Taanach
…è di aver perso la via a Taanach


Il suono all’unisono dilagò nello spazio circostante, con eco perfetto e simmetrico in ogni suo suono. In queste parole Joshua richiedeva nuovamente la fiducia del religioso, ma ne architettava l’offesa. Che le sue parole sortissero l’effetto di desistere o meno l’avversario, la copia di Joshua e lui stesso avanzarono alla volta di Roberto nel momento esatto in cui le parole terminarono. Le movenze sincronizzate avevano dell’incredibile come se entrambi sapessero in anticipo come equilibrarsi con l’altro. Quello a sinistra –la copia- proseguiva dritto caricando frontalmente il prete, la sua mano destra andò sul retro del corpo afferrando l’elsa della daga e stringendola, bramosa di fendere. L’altro -Joshua- virò leggermente verso destra di qualche metro, la distanza tra i due non era eccessiva aggirandosi sui dieci metri, per questo lo spostamento avvenne pochi passi dopo aver cominciato al carica. Il rosso mise le mani nella veste impugnandone due coltelli da lancio ma non estrendoli subito.
La copia sfoderò la daga impugnandola saldamente con la destra e puntandola verso il ventre di Roberto che lo invitava al combattimento. I suoi movimenti furono pochi ma leggiadri, l’intenzione era colpire. La copia avrebbe eseguito una serie di colpi utilizzando l’arma portando prima un affondo rivolto al ventre e tentandone un secondo e un terzo in caso di insuccesso. L’arma partì come una serpe davanti alla preda, corta nel suo essere spada ma maneggevole per il suo peso ridotto, era necessaria una distanza piuttosto esigua per sfruttare i settanta centimetri della sua lama d’acciaio e per far si che il braccio si estendesse efficaciamente. Il volto freddo e privo di emozioni era simmetrico a quello del reale, i suoi occhi guizzavano però di una luce nuova, dovuto forse a quell’insensato desiderio di combattere che in lui era dilagato.Non era mai stato un tipo tanto orgoglioso da offendersi o attaccar briga, eppure sentiva questo desiderio fervente di colpire. Anche se il primo colpo fosse andato a segno, i tentativi sarebbero proseguiti cercando di infliggere più danni possibili, pervaso dal desiderio di concludere il combattimento.
Joshua, distanziatosi da Roberto proseguendo in direzione diversa avrebbe lasciato due pugnali -uno con la destra e l’altro con mancina- mirando a due punti diversi. Il primo era diretto alla tempia destra del prete, mentre il secondo mirava la sua gola poco sotto. Quando scagliò le armi si trovava a circa tre metri di distanza dall’avversario, da qui poteva osservarne meglio il volto. Mentalmente instabile, nonostante avesse assunto uno sguardo più severo e la sua figura fosse di tutt’altra impressione, nel prete la lucida follia della sua mente trasudava in ogni suo sguardo, anche il più comune. L’istinto era difendersi ma perché farlo se nemmeno l’altro aveva attaccato? Entrambi i coltelli scivolarono dalle mani del giovane sapientemente orientati dalle sue mani.
La mano di Joshua era salda della convinzione di combattere, ma allo stesso tempo confusa da quello che stava succedendo. Sia la spada che i pugnali vennero mossi con il dubbio della motivazione, che fosse necessario o meno, entrambe erano già partite nella loro traiettoria diretta al corpo di Roberto. Il primo ballo di Taanach era cominciato, la melodia era ancora muta ma da li a poco, si sarebbe unita ai rumori che avanzano, predatori nelle vie. I movimenti rozzi e d’offesa erano i primi, le strade si sarebbero ancora tinte del sangue e nuovamente la città avrebbe bevuto di esso. I corpi del rosso avevano la prima, così come le sue parole e i suoi sguardi che sempre incrociavano quelli del prete, ormai ubriaco del suo ruolo e pronto ad ardere ciò che riteneva male. Il nuovo inizio era cominciato nella lotta, unica vera legge nella città dove i Goryo erano sovrani.

- Trama -



Basso 5 | Medio 10 | Alto 20 | Critico 40 |

Mezzodemone | Ninja | Bianca | ? | NutraleBuono

Intelligenza 1



Status Fisico: Illeso
Status Mentale: Confuso e pervaso da una strana voglia di combattere (Danno Medio)
Energie: 80% (100-5-5-10)
Abilità Passive:
CITAZIONE
Cantore del Mondo: Influenza psionica passiva di fiducia + Resistenza alle influenze psioniche passive.

Abilità Attive:
CITAZIONE
Parola d’Oro: Malia psionica bassa di fiducia.

Copia: Il ninja genera temporaneamente accanto a sé un proprio doppione, il quale sferrerà un attacco e poi svanirà.
La tecnica ha natura magica. Richiama in campo una copia esatta del caster e del suo equipaggiamento, la quale sarà in grado di parlare, emetterà gli stessi odori e avrà la stessa aura del caster. E' possibile dotarla di minime variazioni nell'aspetto, purché queste non la rendano irriconoscibile (ad esempio ferite profonde o leggeri tratti demoniaci). La copia potrà eseguire un singolo attacco (o una rapida serie) che avrà una potenza effettiva pari al consumo della tecnica -Medio- infliggendo un danno dello stesso livello. La copia rimane attiva solamente nella fase di attacco, svanendo dopo aver compiuto l'azione offensiva nei confronti dell'avversario o chi per lui.
[Medio | Pergamena "Copia"]

Note: mi scuso per la mancanza nel riportare i consumi (ne ho riportati 3 in merito a quello utilizzato nel precedente post). Evito di scrivere i miei movimenti perché credo sia sufficientemente chiaro, in caso di azioni complesse vedrò di specificare qui.
Edit: aggiunte le CS nello specchietto :sisi:
 
Top
view post Posted on 3/8/2013, 17:41

Esperto
······

Group:
Member
Posts:
4,411

Status:


- fuochi nelle tenebre -


Infine, Roberto ebbe conferma della vera natura dello straniero. Per quanto infatti cercasse di persuaderlo e indurlo a fidarsi di lui - e in una certa misura, con quei discorsi imbevuti di convincimento, ci stava anche riuscendo - ogni suo gesto contraddiceva le sue affermazioni. Si proclamava esente da ogni bugia e menzogna, come se l'onestà e la rettitudine fossero i fari della sua vita, e nello stesso tempo un'ingannevole copia prendeva forma nella penombra della piazza abbandonata, affianco a lui. Un'illusione dei sensi, uno sfregio alla realtà e alla verità - non era forse una menzogna materialmente concretizzatasi, quella?
Turbato dalle parole dell'ultimo arrivato, il prete si accinse a difendersi, senza riuscire bene a riconoscere fra sosia e versione reale. Solo di una cosa era certo: entrambi erano pericolosi e potenzialmente letali. Il primo gli si avventò contro frontalmente, sfoderando una lunga daga dalla lama scintillante che guizzò nel buio verso il ventre di Roberto. Qualcosa, una luce particolare negli occhi dell'avversario, gli diceva che non si sarebbe fermato lì. Prima che la lama lo raggiungesse, evocò nell'aria un piatto scudo circolare, ampio abbastanza da proteggerlo dal primo colpo e dai successivi. Nel silenzio del loro solitario campo di combattimento, l'urto dell'arma sulla barriera risuonò cristallino nella notte, e l'eco rimbalzò da una casa all'altra fra quelle che serravano il piazzale.
Non ebbe tempo di esultare per la minaccia sventata: mentre il primo attaccante, terminato il suo compito, si dissolveva nel nulla, il secondo - l'originale - lo raggiunse lateralmente. Giunto a pochi passi di distanza scagliò una coppia di pugnali indirizzati a capo e gola; Roberto tentò di scansarsi, sollevando nel contempo un braccio per difendersi la tempia: il primo coltello lo raggiunse poco sotto il gomito, il secondo lo ferì di striscio al collo e gli strappò un sorriso rosso che si trascinò dietro nella sua corsa verso il buio. Soffocò un grugnito di dolore.

Figliolo, tu hai perso una strada ben più importante di quella per Taanach.

Lo osservò per un istante, gli occhi fissi sul suo volto.

Hai smarrito la Via del Signore, ma non temere...

Allungò le braccia verso l'avversario, congiungendo le mani con i palmi rivolti verso di lui, e proruppe in un ultimo grido prima dell'attacco:

TI AIUTERO' IO A RITROVARLA!

Fiamme scarlatte e incandescenti scaturirono da essi e si precipitarono contro il peccatore. Al loro passaggio illuminarono l'oscurità di riflessi rossi e arancio, ondeggiando come serpenti inferociti.
I fuochi incendiarono la notte.



- BREVIARIO -

C S 1 x c o s t i t u z i o n e

Basso 5 | Medio 10 | Alto 20 | Critico 40 |

Umano | Mago | Gialla | E | CM



Status Fisico: Ferita al braccio e lieve taglio alla gola
Status Mentale: Danni medi
Energie: 60% (90-20-10)
Passive Influenti:
CITAZIONE
UNBURNABLE Razziale umana, resistenza passiva all'elemento fuoco, resistenza passiva al dolore, passiva del Dominio "Absolute Defence" Liv. I, Cristallo del Potere.

Attive Usate:
CITAZIONE
TO ABHOR THE UNFAITHFUL I deprecabili raggiri ed intrighi del Maligno non saranno ostacolo per il giusto. Chi percorre la via della rettitudine e persegue il volere divino ha sempre facoltà di discernere l'empio dal puro, sciogliendo i vincoli imposti dal Demonio per il suo losco tornaconto. E dunque anche Don Roberto, come lo chiamavano i parrocchiani - oramai arsi tra le fiamme degli innumerevoli incendi da lui causati - è dotato di questa giusta forza: con il solo potere decisionale sarà in grado di creare potenti scudi difensivi tutt'attorno a se. Potrà così bloccare qualsiasi offensiva da parte delle forze del male; in un istante soltanto, sia tramite scudi energetici che piegando lo spazio al suo volere. [Attiva del Dominio "Absolute Defence" Liv. I, pergamena "Barriera", pergamena "Air Door".]

CITAZIONE
SHREDS OF INFERNO Immense lingue di fiamma inestinguibile che si levano a comando; puri fuochi innescati dalla sola volontà del Signore, allo scopo di ardere nella punizione ultima i vizi dei peccatori. Il meraviglioso spettacolo delle fauci infernali che danzano, animate e sincere, attorno ai corpi di coloro che - peccando - hanno gravemente mancato di rispetto ai precetti di Dio. Questo è, per Roberto, il più alto manifestarsi del volere divino: un potere che ha fin da quand'è nato, ma che solo dopo l'assunzione della sua carica da prelato ha iniziato ad esercitare frequentemente. Egli ha difatti facoltà di far scaturire il fuoco da sé, nemmeno arrischiandosi a bruciare; può generare fiamme, sfere ardenti o incendiare le proprie mani senza patire alcun male. Lo considera un dono, atto a consentirgli di epurare il mondo intero dal Maligno e - paradossalmente - con le sue stesse armi fiammeggianti. Nella sua cieca follia, il prete si costringe costantemente a cercare il vizio, l'ingiustizia e la malvagità là dove non ve n'è alcuna traccia. Per il solo gusto di bruciare ancora, e ancora. Ha talmente tanto abusato di questa sua potenzialità da portarsi appresso, inevitabilmente, un olezzo di bruciato piuttosto acre e forte. Non se ne rende nemmeno conto, nel continuo circolo vizioso che lo spinge a punire ad oltranza gli sventurati che incontra. [Dominio elementale del fuoco - offensivo; consumo Alto.]

Note: Sistemato il consumo errato del precedente post, come su segnalazione. Per quanto riguarda il combattimento, mi difendo dagli attacchi della Copia con la pergamena Barriera, mentre non posso molto contro il lancio dei pugnali, per i quali riesco solo a contenere i danni. In seguito, ti riverso addosso una scarica di fiamme grazie alla Variabile, usata a consumo Alto. A te.

 
Top
Shinryu
view post Posted on 17/8/2013, 17:43





Non voltarti, qualsiasi cosa succeda non voltarti.
Continua a camminare anche se dietro nascerà l’inferno.
Continua a camminare anche urla strazieranno la tua anima.
Non voltarti, il passato brucia e il futuro fiorisce.


Non l’aveva ascoltato. Ancora un volta Joshua aveva ignorato le parole di Cāra. Sentiva un calore indescrivibile colpirlo alle spalle, l’esplosione iniziale e il successivo suono delle fiamme voraci che tutto divoravano lo impietrirono, tutto veniva sovrastato da quel suono terribile tanto che nemmeno le urla di chi ancora abitava quei ruderi era silenzio.
Non voltarti, prosegui, si ripeteva inutilmente. Nemmeno riuscì a fare un passo dopo l’esplosione, era immobile, il suo corpo rigido la sua mente inghiottita nell’abisso più nero della paura, aveva paura a girarsi ma doveva girarsi, doveva farlo perché forse era soltanto un incubo, nulla di più. Voltandosi soltanto una cosa videro i suoi occhi. Il demone rosso, boia della anime che senza giustizia o ragione arde il mondo ad ogni suo passo. La sua forma è non forma, il suo corpo copriva tutta la città, le fiamme come edera s’arrampicavano su ogni incenerendola. Era abbastanza vicino da poter sentire la faccia bruciare e gli occhi rinsecchire dal calore e dal terrore, ma non abbastanza per potersi muovere verso Minrot, terra degradata ma pur sempre l’unico porto di Joshua. La disperazione del giovane era patetica, nemmeno un passo, nemmeno un urlo, una bambola che si contorceva cadendo sul suo peso.
E poi fu luce. Una luce che squarciò le fiamme stesse senza lederle. Una luce d’altro mondo.
Questa proveniva dalla bocca e dagli occhi di Joshua, posseduto da questa luce che fuoriusciva da egli. Durò un istante, nulla di più. Nessuno vide e il corpo del giovane ricadde per terra privo di sensi, morto forse. Non seppe mai esattamente quanto durò e cosa fosse successo, nemmeno quanto tempo restò con il volto riverso al suolo. Il primo ricordo fu soltanto il puzzo della carne carbonizzata che riconobbe soltanto dopo qualche istante. Ma una cosa era cambiato quel giorno, il suo sguardo verso quel cumolo di ceneri non era più spaventato o impaurito. Nella sua scompostezza era fiero e osservando le piccole fiamme rimaste comprese. Non aveva più paura
Lo stesso sguardo ora guardava Roberto mentre imbevuto della sua logica sadica e perversa scagliava contro di lui una processione di fuochi che si riversarono su Joshua. Le osservava rivedendo le fiamme di Minrot, le sue labbra sottili si mossero, già sentiva il calore che rendeva l’aria irrespirabile, ma le parole uscirono sopite da troppo tempo. Un sussurro, nulla di più.

«Brucerò qui i miei peccati»


2zZYCG3


Il fuoco flagello del mondo s’infranse sul corpo di Joshua ardendone in parte le carni, le lingue di fuoco lo colpirono in pieno senza che nemmeno potesse spostarsi. Ma così era la sua scelta. Rivedendo Minrot mentre era in fiamme nel fuoco del Prete, capì che la sua colpa era stata quella della paura e doveva scontarla. Le scelte non erano molte visto quanto i due erano vicino, ma riuscì comunque ad avere una sorta di pacificazione sua interna, conclusasi nell’istante in cui le fiamme presero il suo corpo. Bruciava, ardeva e rotolandosi per terra tentò di spegnare le fiamme. Su gran parte del suo corpo si erano formate scottature, anche se nessuna lo sfigurava in volto, il resto del corpo era invaso da macchie rossastre, fin tanto che da alcune fuoriuscì una sorta di sague molto più liquido, vaporizzato in parte appena colpito dal calore. Riuscì a fermarsi nel suo vorticare frenetico e faticosamente si rizzò in piedi visibilmente dolorante. Fissò Roberto ma il dolore rendeva leggermente opaca la sua vista. Lo sguardo sembrava perso nel nulla e le pupille avevano assunto la forma di una piccola croce a bracci obliqui. Gli occhi riprendevano la messa a fuoco e quella strana forma regredì tornando normale. Un violento colpo di tosse sorprese Joshua che trattenne il secondo per riprendere fiato, arretrando di qualche passo per distanziarsi ulteriormente, s’impediva di toccarsi per aggravare maggiormente le ferite. Attorno a lui il fuoco bruciava ancora parte delle vesti abbandonate lasciando soltanto la cotta di maglia sul corpo. Rovente in alcuni punti aveva segnato anch’essa il corpo con la sua trama ma il Rosso non l’aveva abbandonata. Seppur coperto dalla fitta maglia, si poteva intravedere sul suo petto un vistoso tatuaggio che rappresentava un fiore, grande come il corpo stesso.
Mentre le fiamme svanivano lasciando soltanto le bruciature, il fumo che ne era derivato persisteva. Nel suo strano moto, si accumulava intorno ai piedi di Joshua come se fosse richiamato dallo stesso, avvolgendolo in parte e nascondendone la vista e salendo sempre più sul corpo.

«Le fiamme del tuo dio hanno mondato ogni mio peccato, Roberto»Nuovamente un colpo di tosse, meno violento stavolta ma che gli lasciò un poco di fiato. Omise volutamente il nominativo “Padre”, la considerazione per quell’uomo dapprima considerato soltanto un folle era decaduto fino a giungere a feccia. Il suo desiderio di uccidere era chiaro e la sua pazzia era l’erigersi ad araldo di questo suo peccato e la provocazione un puro vezzo. «Ma ugualmente non cederai il passo, povera mente, persa nelle nebbie della città che ti ha reso schiavo del suo vizio»


Attorno a Joshua quello che era fumo cambiò la sua consistenza divenendo ancora più denso e candido. Non era più fumo ma qualcosa di più denso come la più disgustosa delle melme ma da un colore grigio tenue, quasi bianco. Prese possesso dell’intera piazzetta inglobandola in pochi momenti, la nebbia fluiva senza fatica riempiendo tutto il suo stomaco di quell’angolo di Taanach. Una sorta di vanaglorioso essere che reclamava un antico possedimento, come lo ora la città per i Kaledran.

«Se il fuoco è la tua via, estinguerò il tuo cammino ora»


Un piccolo cono d’aria ancora libera dalla nebbia faceva da tramite tra i due mostrando soltanto il volto e nascondendo tutto il resto. Le ultime parole di Joshua decretavano la sua scelta di continuare lo scontro verso un esito ben preciso. Tutto venne coperto e la nebbia tornò padrona della città.
La vista era difficile al suo interno quasi inservibile, definire i contorni di una qualsiasi cosa all’interno di essa era impresa assai ardua. Gli occhi immobili del Rosso puntavano ancora Roberto, lui poteva leggere ogni cosa all’interno di quel micro cosmo e i suoi occhi potevano vedere oltre. Forse anche l’avversario poteva scrutarvene, abituato ai rimasugli sparsi per la città, ma la concentrazione di essa lo avrebbe preso in contro piede. Decise di allontanarsi di un passo evitando eventuali attacchi ravvicinati, portando la mano destra alla veste ne estrasse un pugnale che prontamente venne scagliato in direzione del collo. Il movimento non fu del tutto preciso, Joshua sentiva il dolore vivo del fuoco, ed a ogni movimento le bruciature si contraevano e distendevano procurandogli un dolore non indifferente ma ancora l’energia scorreva grande in lui. Non c’era più spazio per i buonismi o la volontà di evitare lo scontro, ora nella sua mente si delineava una motivazione valida, o meglio necessaria. Per procedere e arrivare nella Purgatory avrebbe dovuto seguire determinate regole e la prima era combattere. Questo riusciva a comprendere da ogni suono e ogni olezzo di quella città, li non vi regnava il Male, vi regnava il Forte e lui doveva esserlo per poter proseguire. Il vecchio lo aveva indirizzato in luogo interessante ma allo stesso tempo disprezzava, come Minrot dopo tutto.
Mentre la nebbia aveva invaso ogni cosa, dal corpo del Rosso si era nuovamente distaccata una sua copia identica, presumibilmente all’oscuro del Prete. Dopo aver scagliato il pugnale la copia si era formata del tutto, quel potere era impressionante anche per lui, ogni volta che generava un suo doppione si meravigliava della perfezione con cui si era formato. Eppure stavolta aveva modificato la sua copia, anche questo lo sorprendeva. Il fasullo infatti appariva meno ferito rispetto a lui, erano ben visibili le bruciature sul suo corpo ma non apparivano così gravi, doveva sembrare che l’offensiva precedente non lo avesse leso così profondamente e soprattutto convincere che fosse la copia l’originale. Entrambi di trovavano di fronte a Roberto, si divisero, la copia andò verso destra mentre Joshua nella posizione opposta. L’idea era creare una formazione a tenaglia, infatti quando i due riuscirono a raggiungere i lati partirono le offensive, a differenza della copia che partì nuovamente in una affondo come il precedente, Joshua scagliò due pugnali volti al fianco sinistro nella zona delle costole, prima di raggiungere la posizione e quindi prima che l’attacco della copia potesse entrare nel ristretto campo visivo avversario, se questo ne avesse avuto. Continuò la sua corsa spostandosi di qualche passo oltre in modo da spostarsi dalla posizione di lancio, il motivo di questi movimenti risultava ben chiaro, tentare un assalto alle spalle. L’originale si teneva comunque ad una distanza di circa cinque metri, la perdita della vista e il conseguente disagio avrebbe potuto innescare nell’uomo una massiccia volontà di voler inondare con le sue fiamme tutta la zona, cosa che sicuramente non sarebbe giocata a suo favore. Restando a distanza avrebbe anche potuto vedere le varie mosse dell’uomo e poter analizzare la meglio cosa la sua mente malata poteva generare.

- Trama -



Basso 5 | Medio 10 | Alto 20 | Critico 40 |

Mezzodemone | Ninja | Bianca | ? | NutraleBuono



Status Fisico: Scottature e piaghe su buona parte del corpo (Danni: Alto)
Status Mentale: Deciso seppur affaticato (Danni: Medio)
Energie: 60% (80 -10-10)
Abilità Passive:
CITAZIONE
Cantore del Mondo: Influenza psionica passiva di fiducia + Resistenza alle influenze psioniche passive.

Abilità Attive:
CITAZIONE
Favore della Nebbia: Il ninja infrange un fumogeno che si disperde in una vasta area, impedendo al nemico di orientarsi o di determinare la sua posizione.
La tecnica è una illusione di natura fisica. Il caster scaglia una biglia fumogena che una volta infranta rilascerà una nube fitta che permeerà il campo di battaglia o un'aria parecchio ampia. Questa impedirà a qualsiasi avversario di scorgere poco oltre il proprio naso, anche coloro che possiedono particolari abilità passive per vedere oltre la nebbia. Il caster non avrà alcuna difficoltà a vedere attraverso la nebbia. A seconda della personalizzazione, è possibile far sì che quest'ultima divenga fumo, gas o simili - purché essa non risulti in alcuna maniera nociva. La nube resta sul campo di battaglia per un totale di due turni compreso quello d'attivazione, potendo essere richiamata prima del secondo al desiderio dell'utilizzatore.
[Medio | Pergamena "Favore della Nebbia"]
Copia: Il ninja genera temporaneamente accanto a sé un proprio doppione, il quale sferrerà un attacco e poi svanirà.
La tecnica ha natura magica. Richiama in campo una copia esatta del caster e del suo equipaggiamento, la quale sarà in grado di parlare, emetterà gli stessi odori e avrà la stessa aura del caster. E' possibile dotarla di minime variazioni nell'aspetto, purché queste non la rendano irriconoscibile (ad esempio ferite profonde o leggeri tratti demoniaci). La copia potrà eseguire un singolo attacco (o una rapida serie) che avrà una potenza effettiva pari al consumo della tecnica -Medio- infliggendo un danno dello stesso livello. La copia rimane attiva solamente nella fase di attacco, svanendo dopo aver compiuto l'azione offensiva nei confronti dell'avversario o chi per lui.
[Medio | Pergamena "Copia"]

Note: mi scuso per il ritardo accumulato, ma tra ferie e ritorno è stato davvero un calvario. Da adesso ricomincia la routine quindi sarò presente costantemente.
Ho voluto giocare un poco sulla nebbia che aleggia per tutta la città facendola “Mia” almeno in parte per motivi di BG (non tanto sull’evoluzione della storia ma per spiegare alcuni poteri del PG). Se non è possibile Cambierò direzione.
Unico appunto che faccio sulla giocata (l’azione è di per se semplice quindi spiegarla mi pare inutile) sta nelle varie “intuizioni” che Joshua ha. Lo stare distante con il suo corpo originale (cito questa perché è la più interessante) sono dati dal mio punticino in Intuito, spero di aver compreso il suo utilizzo.
Edit: ringrazio l'utente ~Coldest.Heaven per ilvider usato.
 
Top
view post Posted on 28/8/2013, 13:15

Esperto
······

Group:
Member
Posts:
4,411

Status:


- fuochi nelle tenebre -


L'ondata di fuoco si riversò sul peccatore senza concedergli il tempo per difendersi. Le fiamme lo avvolsero e lo bruciarono, appiccando il rogo alle vesti quanto alle carni, incenerendo ogni cosa che trovavano sul loro passaggio. Barbagli luminosi danzavano sulle lenti di Roberto, e dietro gli occhiali i suoi occhi erano illuminati dalla luce dell'esaltazione. Mentre lo sventurato si contorceva a terra nel tentativo di estinguere il fuoco e sottili volute di fumo si alzavano dal suo corpo martoriato, un sorriso di compiacimento si delineò sul volto del prete: la bellezza di quello spettacolo, mista all'infallibilità della punizione e redenzione divina.
Il giovane si rialzò, visibilmente provato. Roberto quasi non prestò attenzione alle sue parole: nascevano dal dolore e non erano affidabili; il fuoco del Signore era ardente, ma la sofferenza era l'unico modo per espiare una volta per tutte i propri peccati. Un lembo lattiginoso gli sfiorò il braccio e il contatto lo riscosse dalle sue meditazioni. Il fumo che prima pareva spirare verso l'alto, adesso si stava addensando tutto attorno allo straniero dai capelli rossi. Interdetto, il prete notò che non si trattava solo di quello scaturito dalle sue fiamme: da ogni direzione confluivano verso di loro tentacoli di nebbia fitta e umida che solcavano la piazza come onde sul mare, sommergendo le macerie e i calcinacci sparsi per terra. Ormai la marea opaca aveva raggiunto il livello delle ginocchia e soltanto i due combattenti emergevano da essa. Ben presto la cortina si chiuse del tutto attorno a Roberto, oscurando il mondo circostante

Questa nebbia non basterà a nasconderti dal Giudizio del Signore, peccatore.

Roteò gli occhi a destra e a sinistra, nel vano tentativo di ritrovare il proprio bersaglio.

Però è più che sufficiente a celarlo alla mia vista!

Avvertì un leggero rumore, giunto ovattato attraverso i tendaggi grigiastri che lo avvolgevano, e un attimo dopo un luccichio argenteo sibilò nella bruma; sollevò il braccio ancora sano per ripararsi il collo, e il pugnale si conficcò a fondo nella carne, poco sotto il gomito. Con un grugnito di dolore lo strappò e lo gettò lontano. Non riusciva a individuare il suo avversario, ma era certo che la nebbia nascondeva ben altre insidie che un semplice coltello lanciato dalla distanza, così si mise all'erta. Altre due lame fendettero la coltre, questa volta diretti al fianco sinistro, ma il Guardiano era già pronto: uno squarcio dai margini frastagliati lacerò lo spazio accanto a Roberto, che vi si gettò senza esitare. All'ultimo istante vide anche una forma scura emergere dalla cortina vaporosa, pronta a colpirlo, ma non avrebbe saputo dire se si trattava del vero avversario o dell'ennesima copia. Riemerse un attimo dopo a pochi metri di distanza, sempre immerso nella nebbia. Era difficile orientarsi in quella situazione, e pensare di individuare il nemico del tutto impossibile. C'era una sola cosa da fare.

Non ho ancora finito con te!

Le fiamme avvamparono attorno a lui, si restrinsero fino a cingergli la vita e poi esplosero con un impulso in un fronte circolare che si allargò in ogni direzione.
L'anello di fuoco si propagò come un muraglione inarrestabile, con Roberto al suo centro esatto, creando spettri danzanti nella nebbia dai riflessi vermigli e scarlatti.



- BREVIARIO -

C S 1 x c o s t i t u z i o n e

Basso 5 | Medio 10 | Alto 20 | Critico 40 |

Umano | Mago | Gialla | E | CM



Status Fisico: Ferite a entrambe le braccia e lieve taglio alla gola
Status Mentale: Danni medi
Energie: 30% (60-20-10)
Passive Influenti:
CITAZIONE
UNBURNABLE Razziale umana, resistenza passiva all'elemento fuoco, resistenza passiva al dolore, passiva del Dominio "Absolute Defence" Liv. I, Cristallo del Potere.

Attive Usate:
CITAZIONE
TO ABHOR THE UNFAITHFUL I deprecabili raggiri ed intrighi del Maligno non saranno ostacolo per il giusto. Chi percorre la via della rettitudine e persegue il volere divino ha sempre facoltà di discernere l'empio dal puro, sciogliendo i vincoli imposti dal Demonio per il suo losco tornaconto. E dunque anche Don Roberto, come lo chiamavano i parrocchiani - oramai arsi tra le fiamme degli innumerevoli incendi da lui causati - è dotato di questa giusta forza: con il solo potere decisionale sarà in grado di creare potenti scudi difensivi tutt'attorno a se. Potrà così bloccare qualsiasi offensiva da parte delle forze del male; in un istante soltanto, sia tramite scudi energetici che piegando lo spazio al suo volere. [Attiva del Dominio "Absolute Defence" Liv. I, pergamena "Barriera", pergamena "Air Door".]

CITAZIONE
SHREDS OF INFERNO Immense lingue di fiamma inestinguibile che si levano a comando; puri fuochi innescati dalla sola volontà del Signore, allo scopo di ardere nella punizione ultima i vizi dei peccatori. Il meraviglioso spettacolo delle fauci infernali che danzano, animate e sincere, attorno ai corpi di coloro che - peccando - hanno gravemente mancato di rispetto ai precetti di Dio. Questo è, per Roberto, il più alto manifestarsi del volere divino: un potere che ha fin da quand'è nato, ma che solo dopo l'assunzione della sua carica da prelato ha iniziato ad esercitare frequentemente. Egli ha difatti facoltà di far scaturire il fuoco da sé, nemmeno arrischiandosi a bruciare; può generare fiamme, sfere ardenti o incendiare le proprie mani senza patire alcun male. Lo considera un dono, atto a consentirgli di epurare il mondo intero dal Maligno e - paradossalmente - con le sue stesse armi fiammeggianti. Nella sua cieca follia, il prete si costringe costantemente a cercare il vizio, l'ingiustizia e la malvagità là dove non ve n'è alcuna traccia. Per il solo gusto di bruciare ancora, e ancora. Ha talmente tanto abusato di questa sua potenzialità da portarsi appresso, inevitabilmente, un olezzo di bruciato piuttosto acre e forte. Non se ne rende nemmeno conto, nel continuo circolo vizioso che lo spinge a punire ad oltranza gli sventurati che incontra. [Dominio elementale del fuoco - offensivo; consumo Alto a 360°.]

Note: Per via della nebbia, vedo solo all'ultimo il primo pugnale e faccio appena in tempo a proteggermi sollevando il braccio, venendo nuovamente ferito. Subito dopo casto la difesa assoluta - fra le pergamene la trovi col nuovo nome di Sparizione - e (grazie anche alla passiva di dominio) riesco a evitare i successivi attacchi. Ricompaio a pochi metri di distanza: non conoscendo la tua esatta posizione, emano un'ondata circolare di fuoco con la variabile usata sempre a consumo Alto, questa volta però a 360° .

 
Top
Shinryu
view post Posted on 28/8/2013, 18:28




₪ La Lezione del Fuoco
"Fratello Fuoco,
perché ardi le messi che con tanta fatica abbiamo coltivato?
Fratello Fuoco,
perché bruci innocenti considerati ingiuriosi dagli uomini?
Fratello Fuoco,
perché non prendi anche me nelle tue fiamme per sanare la mia pena?"



Aveva imparato.
Era strano come in un luogo del genere si potesse apprendere qualcosa, un luogo dove il declino e la violenza erano l’unica legge. Dove l’unica lezione impartibile era quella della sconfitta o della vittoria. Eppure il suo corpo, la sua mente, la sua anima –se mai una ne esistesse- avevano imparato a non temere più quel fuoco che mieteva i suoi ricordi. Aveva imparato a contrastarlo.
La nebbia non occludeva la sua vista, poteva sentirne la presenza e a suo volere anche vederla ma il suo occhio vigile osservava tutto ciò che al suo interno succedeva. Il prete con un virtuosismo magico e un solo movimento del braccio squarciò lo spazio attorno a se in solo taglio, una tasca in quella realtà in cui prontamente s’infilò lasciando che sia i pugnali che la copia di Joshua scivolassero colpendo il vuoto. Quasi goffamente, l’offensiva del reale Rosso andò a colpire la copia in pieno volto, la quale non accusò alcun danno e semplicemente scomparve riunendosi alla nebbia circostante. Lo spettacolo lo lasciò basito, era tanto grande il potere della magia da permettere ciò? Oppure era soltanto uno scherzo della mente architettato da Roberto per affossarlo ancor di più? La risposta si formulò nelle azioni successive del Prete. Ricomparso da quella fenditura nello spazio, risultava ancora spaesato dalla nebbia circostante, tanto potente era la sua magia eppure in quella coltre nulla poteva se non andare per tentativi.
Che fosse per isteria o per una strategia definita, l’avversario imbastì un’offesa ad ampio raggio. Attorno a lui le fiamme roteavano sempre più veloci formando un anello igneo. Né gioiello né vezzo il suo, ma un nuovo attacco “purificatore” si sarebbe abbattuto sulla zona. Probabilmente l’intento era trovarlo, o quando meno colpirlo. Le fiamme che ora danzavano nella nebbia, spiriti d’oltremondo in cerca di carne da incenerire, creavano un gioco di luci sinistro, il vermiglio andava a specchiarsi nel bianco della coltre quasi riflettendosi in essa e lanciando raggi luminosi che annunciavano l’arrivo della fiammata. In ordine, come un esercito, gli spiriti avanzavano velocemente caricando il nulla e attendendo d’incontrare un qualsiasi bersaglio da ardere. Come si poteva definire sacro questo spettacolo? Come la violenza era diventata la parola degli dei? Quell’uomo era sul bordo di un profondo baratro fiammeggiante e il suo volto sembrava soddisfatto della sua decadenza.
Forse per questo Cāra lo aveva inviato li. Voleva mostrargli come la natura umana che aveva ridotto Minrot in cenere ancor prima di bruciare, non era altro che un morbo, un parassita che lo stesso uomo accoglieva dentro di se e alimentava. Un ospite silenzioso, ben voluto e che una volta insediato non avrebbe mai più lasciato il suo posto.

Ira, violenza, rabbia, ingordigia, vanagloria.
Molti erano i nomi del Vizio. Troppi forse, in ogni suo più variegata sfaccettatura.


E allora perché condurlo dove sta il ventre di questo male? Perché mandarlo alla ricerca di un uomo che di questo ha fatto la sua condanna? Dubbi che attanagliavano la mente del giovane sin dalla sua partenza, dubbi che ancora non trovavano risposte nemmeno davanti a quello spettacolo. E in quella miscela una sola certezza: proseguire per avere le risposte.

La temperatura aumentava più l’esercito fiammeggiante avanzava, visioni distorte e corpi incandescenti e in perenne mutazione lo formavano, spiriti immortali dediti alla guerra. La pelle di Joshua già conosceva quel dolore, ancora lo pativa, e più il tempo passava e più si univa alla stanchezza, nonostante si sentisse ancora abbastanza in forze per proseguire. Il suo occhio spaziava sulla zona, negli angoli più estremi la nebbia cominciava a diradarsi tornando alla densità normale, doveva incalzare perché la sua copertura sarebbe durata ancora poco. Mise mano dalla daga estraendola e impugnandola con la destra, la punta era rivolta al terreno. Portò entrambe le mani verso l’avanti, aprendo il palmo della sinistra e direzionandola verso le fiamme che avanzavano, l’altra restava dietro reggendo saldamente l’arma. Dalla sinistra cominciò a formarsi un globo cremisi, il fuoco era la materia di cui era formato, questo accumulo di distese rapidamente su di una superficie immaginaria che formò una sorta di porzione di sfera, meno della metà. Questa si frappose tra il Giovane i l’offesa del Prete che semplicemente si unirono estinguendosi al contempo e generando un varco all’interno di quella carica.
Nuovamente si meravigliò di tale sua capacità, ma non ebbe il tempo di formulare pensieri. Infatti appena si venne a creare l’apertura sgattaiolò dentro. I suoi passi erano veloci e il dolore provato gli impediva un incedere silenzioso. Il frastuono generato dalla massa di fuoco che lo aveva attaccato però avrebbe coperto gran parte del suo rumore, era ironico come questa continuasse la sua carica cercando ancora vittime da ardere, mentre l’unico bersaglio di Roberto era già oltre. In parte rappresentavano il loro evocatore, niente più che una bestia in continua cerca di carne, incapace di vedere oltre il suo l’ingordo desiderio di sadismo. Senza alcuna esitazione proseguì la sua carica lanciandosi verso Roberto. La nebbia avrebbe coperto i suoi movimenti e il fuoco –in parte- i suoi rumori. Lasciò andare la destra lungo il fianco, con un elegante gioco di polso impugnò l’arma nel verso corretto, ora il suo apice puntava direttamente il prete.

Non fu ben chiaro ciò che successe in quell’istante. Joshua preso nel suo avanzare bellicoso e con la mente centrata sul bersaglio nemmeno se ne accorse tanta era la foga. Attorno alla sua lama la nebbia cominciò a divenire di un colore diverso, ancor più bianco e luminoso rispetto a ciò ammorbava la zona. Quando fu a meno di un metro di distanza, allungò la gamba destra e portò un affondo direzionato al ventre del prete. La lama sfrigolò leggermente in quella sua nuova luce, il suo candore tracciò il suo percorso senza però passare la nebbia che coprì le sue movenze sino al consentito della vista avversaria. Era tremolante il gesto, infondo risentiva delle bruciature che ad ogni suo movimento richiedevano un pegno per la loro presenza. Di nulla si accorse il Giovane, il quale continuava la sua azione non curante delle mutazioni della sua arma. Compiuto l’attacco, l’innaturale candore sarebbe svanito generando però uno strano fenomeno, infatti quando tale aura si sarebbe dissolta, anche la piccola porzione di nebbia che la contornata si sarebbe dissolta a sua volta, soltanto quella nelle immediate vicinanze dell’arma.

Indipendentemente dall’esito dell’assalto, l’azione del Rosso non si sarebbe interrotta. Infatti ritraendo l’arma –a meno di impedimenti- avrebbe proseguito il suo attacco. Lungo nella posizione dell’affondo, avrebbe portato la gamba sinistra di lato, posizionandola dove stavano i piedi dell’avversario avversario sul fianco destro. Tenendo l’arma bassa sotto la cintura e leggermente indietro rispetto al corpo pronta a menare un nuovo colpo. La sua gamba destra avrebbe tentato una lieve spazzata diretta alla parte interna del ginocchio destro avversario, il suo intento era sbilanciarlo e prenderlo di sorpresa. Un istante dopo che il calcio partì, sfruttando la rotazione dovuta al colpo al ginocchio ed aiutandosi con il busto, avrebbe tentato uno ridoppio dritto, con obbiettivo il fianco sinistro avversario cercando di concludersi sulla spalla opposta, il colpo seppur deciso non contava tanto sulla precisione ma più sulla forza, difficile era ragionare i movimenti e la stanchezza cominciava ad avanzare. L’idea di Joshua era interrompere Il movimento rotatorio, o con l’impatto con Roberto oppure, nel caso in cui il colpo fosse andato a vuoto, poggiando nuovamente la destra a terra e permettendo a Joshua di poter avere davanti agli occhi l’avversario evitando di trovarselo alle spalle.
Era li ormai, a contatto con chi aveva etichettato come vizio e vizioso. Poteva sentirne il respiro, poteva vederne il ghigno, poteva quasi percepire le intenzioni malvagie. Era dunque questa la strada per la conoscenza? Nessun libro, nessuna lezione, soltanto dolore e sangue, soltanto a questo si riduceva ciò che andava cercando?

No.


La risposta era ben delineata nella mente del Rosso ora. Vi era dell’altro, altro che poteva essere più spaventoso che il semplice squarciare carni. Qualcosa che infettava quell’uomo sino all’anima stessa. Ebbene si, questa esisteva, ed era volubile e corruttibile. Questa era la lezione di Tanaach, questa era la lezione del Fuoco.

- Trama -

Basso 5 | Medio 10 | Alto 20 | Critico 40 |

Mezzodemone | Ninja | Bianca | ? | NutraleBuono



Status Fisico: Scottature e piaghe su buona parte del corpo, affaticato (Danni: Alto)
Status Mentale: Determinato pur accusando dolore e stanchezza (Danno Medio)
Energie:40 % (60 -10-10)
Abilità Passive:
CITAZIONE
Cantore del Mondo: Influenza psionica passiva di fiducia + Resistenza alle influenze psioniche passive.

Abilità Attive:
CITAZIONE
Favore della Nebbia: Il ninja infrange un fumogeno che si disperde in una vasta area, impedendo al nemico di orientarsi o di determinare la sua posizione.
[Medio | Pergamena "Favore della Nebbia" | Turno 2/2]

Janma ~ Il Fuoco della Vita
Primo dei petali manifestati sul corpo di Joshua, esso si allunga sul pettorale destro. Comparve ancora quando si trovava a Minrot poco dopo che il vecchio maestro lo tatuasse. La forma di questo petalo è particolare, infatti i suoi contorni sono sinuosi, simili ad una fiamma ardente che sta a simboleggiare l'ardore della vita e in particola modo l'atto della nascita stessa -o rinascita per essere precisi-. Questo era il primo compito di Samtae, far si che vi fosse l'esatto svolgimento del passaggio dalla vita precedente a quella successiva.
Tale forma rappresenta anche il potere stesso che viene conferito a Joshua ovvero quello di poter controllare le fiamme a suo piacimento e assecondando il più possibile le situazioni che affronta. Tale controllo del fuoco verrà utilizzato esclusivamente per ergere difese di tipo fisico e magico tramite la creazione di scudi, muri, cupole e ogni manifestazione difensiva dell'elemento. La potenza della difesa verrà decisa dal caster in base alle sue volontà, se questa sarà una difesa a 360° il suo potere diminuirà di un livello rispetto al consumo, in caso contrario resterà uguale al consumo. Ciò che verrà plasmato con le fiamme potrò essere generato da Joshua o nelle sue immediate vicinanze.
[Variabile Media magica difensiva - Abilità personale]

Affondo: Il ninja affonda la propria arma nel corpo del nemico, causandogli una ferita perfettamente circolare e molto profonda, seppur di diametro ristretto.
La tecnica ha natura fisica. Il caster compie un unico, rapido movimento per affondare la propria mano, un proprio dito o una propria arma da mischia nel corpo del nemico, nel tentativo di provocargli una ferita molto profonda, ma estremamente localizzata alla zona colpita - a seconda della personalizzazione è possibile utilizzare qualsiasi parte del corpo e qualsiasi arma, purché queste ultime siano da mischia. La tecnica ha potenza Media e provoca un danno Medio; la sua efficacia si basa sulla rapidità con la quale viene eseguita il gesto, tramite la quale è possibile penetrare più o meno in profondità.
[Medio | Pergamena "Affondo"]

Note: Alcuni chiarimenti.
L’alone o energia bianca che viene a formarsi attorno all’arma durante il primo affondo sta ad indicare l’utilizzo della tecnica e anche quando si parla di “[…] non curante delle mutazioni della sua arma.[…]” è sempre riferito alla tecnica e non ad una vera e propria mutazione (considerando che di artefatti non ne ho nemmeno mezzo). Mentre la “dissolvenza” della nebbia finita la tecnica è puro effetto scenografico.
Altro punto è l’ultima combo fisica. Inizia con una tecnica (Affondo), proseguendo con uno spostamento sulla sinistra (destra avversaria), un calcio diretto al ginocchio (il termine spazzata non è corretto ma è voluto per far comprendere l’intento dell’azione, ovvero quello di sbilanciare) e infine conclusa con un ridoppio dritto (colpo portato dal fianco sinistro avversario alla spalla destra). Le ultime due azioni sono successive di pochi istanti, ancor prima che il calcio colpisca il colpo di spada parte, sfruttando la rotazione iniziata e implementata con quella del busto. Penso che anche nel post sia chiaro, o almeno spero, ho voluto fare delle precisazioni onde evitare disguidi riguardo alle tempistiche :)

 
Top
view post Posted on 5/9/2013, 20:28

Esperto
······

Group:
Member
Posts:
4,411

Status:


- fuochi nelle tenebre -


Le fiamme incendiarono la nebbia e avvamparono nell'oscurità. Immerso nella cortina vaporosa, Roberto potè a malapena scorgere la difesa dell'avversario; mentre l'anello incandescente si espandeva in ogni direzione senza incontrare ostacoli, in un punto da qualche parte davanti a lui esplose un fugace brillamento che illuminò per un attimo la coltre, salvo poi svanire lasciando spazio a una pozza di buio ancora più denso dell'area circostante. Il prete ne dedusse che il suo avversario era riuscito in qualche modo a opporsi all'offensiva, frapponendo al suo fuoco un altro genere di fuoco, simile ma allo stesso tempo contrario: per un secondo si erano alimentati a vicenda, prima di annientarsi. Ormai i ruggiti delle fiamme andavano spegnendosi verso i margini della piazza, mentre altri rumori, pur flebili, prendevano il loro posto: respiri affannosi, passi in avvicinamento, un incedere doloroso.

Sta per arrivare!

Un concentrato di pura luce fendette la tenebra proprio davanti al prete, quando la lama emerse dalla nebbia diretta al suo ventre. Prima che potesse raggiungere la carne, uno scudo lucido e leggermente concavo si materializzò a mezz'aria, fermando l'avanzata della daga. Non ebbe però il tempo di riprendersi dall'attacco che un nuovo colpo lo raggiunse, questa volta un calcio al ginocchio: barcollò, sbilanciato, e fu quasi preso di sorpresa dal successivo affondo, ma anche quest'ultimo fu intercettato all'ultimo dall'ennesima barriera formatasi dal nulla.

La nebbia, intanto, andava diradandosi. Roberto adesso era in grado di vedere chiaramente il giovane davanti a lui, passando in rassegna i vestiti bruciati, la carne ustionata e le ferite della battaglia. Lo scrutò con attenzione. Continuare a combattere era ormai superfluo: entrambi erano affaticati, lo scontro non sarebbe durato ancora molto, e cosa più importante quel peccatore aveva avuto modo di sperimentare sulla propria pelle la potenza purificatrice del fuoco del Signore. Se l'ultima offensiva del prete non aveva avuto effetto, forse era un Suo messaggio col quale fargli intendere che era sufficiente, almeno per il momento. La sua missione era conclusa.

Può bastare così. Hai superato la prova, ma ricorda: l'occhio dell'Onnipotente vigila sempre su di te.

Si voltò con un fruscio della lunga toga.
Pochi passi, e fu avviluppato dall'oscurità.



CITAZIONE
Tralascio lo specchietto per quest'ultimo turno in modo da passare subito ai Giudizi. Mi difendo comunque dai due attacchi all'arma bianca prima con la pergamena Barriera (Medio) e poi con l'attiva di Dominio (Basso).

Scrittura
Fra luci e ombre. Senza dubbio scrivi bene e hai uno stile apprezzabile e anche abbastanza personale, con un ritmo particolare che deriva dal tipo di costruzioni sintattiche con cui componi i tuoi post; da questo punto di vista sei sopra la media dei nuovi arrivandi, e anche per quanto riguarda l'interpretazione te la cavi bene: per essere un personaggio nuovo, Joshua è presente a sufficienza con la sua psiche e i suoi pensieri nel corso della giocata e quest'ultimi ne influenzano concretamente le azioni già fin dall'inizio, quando per mantenerti coerente alla sua indole eviti di farlo attaccare per primo appena se ne offre l'occasione ma cerchi un'altra strada. I flussi di ricordi e i flashback si integrano bene alla scena, aiutato anche dalla presenza dell'elemento fuoco, fattore importante tanto per Roberto quanto per il tuo personaggio. Anche nelle fasi di combattimento vero e proprio riesci a evitare di ridurre il tutto a una mera descrizione oggettiva, mantenendo sempre un occhio su quello che avviene nella mente di Joshua. Di contro ho dovuto riscontrare la presenza di molti errori di vario genere, in tutti i post. Non si tratta solo di qualche refuso sfuggito al controllo, ma si va dai tipici errori di battitura a frequenti ripetizioni (a volte con parole riscritte due volte una di seguito all'altra), da termini mancanti (anche se rimane possibile ricostruire il significato della proposizione, ugualmente infastidisce notare l'assenza di una parola) e frasi un po' troppo contorte e criptiche per una combinazione di questi difetti e del tuo stile non sempre linearissimo. Insomma, sembra quasi che certi post siano scritti di fretta e inviati senza neanche essere stati riletti. Non so se sia in effetti così, però ti consiglio davvero di prestare maggiore attenzione a questo aspetto che ti penalizza, ed è un peccato vista la bontà del resto.

Strategia
Una buona prova in questo campo, tenuto conto della limitatezza del parco tecniche di un personaggio appena creato. Ti destreggi bene fra fase offensiva e difensiva, riuscendo a elaborare combinazioni apprezzabili e a mettere abbastanza in difficoltà Roberto, a tratti. Bene l'utilizzo delle psioniche per minare le certezze del Guardiano, anche se dopo il primo tentativo non proprio riuscitissimo avrei rivolto gli sforzi, più che a convincerlo della propria rettitudine, a condizionarlo nella fase del combattimento (del tipo, esortarlo a non difendersi e lasciare agire Joshua). L'utilizzo di Favore della Nebbia nel cuore del duello ti fornisce un vantaggio strategico indiscutibile nei turni cruciali, che sfrutti anche con pergamene adatte alla situazione come Copia - se già rappresenta un attacco insidioso per chi deve difendersi in situazioni normali, diventa ancor più difficile quando non si possono ben individuare e distinguere i due attaccanti in mezzo alla coltre. Giusto un appunto, col passare dei turni si nota una certa ripetitività negli attacchi (in particolare la combo creazione della copia più uso di pugnali/daga), ma niente di grave alla luce di quanto detto all'inizio del paragrafo.

Sportività
Anche qui non ho praticamente niente da rimproverarti, per cui è inutile spenderci troppo tempo. Ti comporti bene nel corso del combattimento, non commetti infrazioni notevoli, e dimostri di possedere già una buona conoscenza del regolamento. Hai subito quando dovevi (il mio primo attacco con la Variabile) perchè era effettivamente difficile riuscire a scamparla in quella circostanza, e ti sei difeso quando la situazione te lo permetteva (l'offensiva a 360° di Roberto). L'utilizzo scenico della nebbia di cui chiedevi nelle note non rappresenta affatto un problema, anzi l'ho apprezzato ai fini della "atmosfera" della giocata, così com'è adatta l'interpretazione delle tue CS. Tutto bene, insomma.

-----------

Sono stato molto indeciso e combattuto nel corso della scena sul grado energetico da assegnarti. Mi è piaciuto come ti sei comportato e sei bravo a scrivere, però davvero i tuoi post erano infarciti da un po' troppi errori, che risaltano ancora di più paragonati ai pregi della tua giocata. Per cui alla fine ho scelto per un'energia Gialla col relativo compenso di 500 Gold. Vedila come un'esortazione a migliorarti, perchè non ti manca molto al passo successivo: leggi più attentamente i post e cerca di arginare il quantitativo di errori. A me spettano 400 Gold per la gestione dell'arrivo. Se hai qualsiasi domanda o richiesta di chiarimento, puoi contattarmi per Mp.

 
Top
9 replies since 13/7/2013, 10:26   287 views
  Share