Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Blood Curse, Preambolo

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view post Posted on 16/11/2013, 12:22

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BLOOD CURSE-Preambolo-

PoV Zero

Eccola: tanto maestosa quanto terrificane, glorioso monumento alla follia e alla depravazione di quella mente di cui solo tramite leggende narrate con timore avevo sentito parlare. RottenHaz, dimora e simbolo di quello che era conosciuto come il Beccaio, Viktor von Falkemberg, una delle tante nemesi del Goryo. La sera stava calando sopra il Midgard, ma i demoni che infestano solitamente i sogni dei bambini erano giunti prima del calare nella notte. Fuochi accendevano la piccola città di Bendorm, urla si levavano nell'aria fetida di sangue, e incombente come una spada di Damocle stava lì, RottenHaz, con i cancelli spalancati verso gli inferi. Camminavo per le strade cittadine, sguardo fisso al mio obiettivo, incurante delle urla e del sangue della gente dilaniata da quelli che un tempo erano un'eterogenea miscela di razze e popoli. Corrotti, Korps, Mostri: tanti erano i nomi che si attribuivano alla schiera del Beccaio, alle sue truppe, ai suoi servi, alle sue lunghe dita con le quali solcava e graffiava il continente. Un rumore secco, la forza della disperazione che era capace di instillarsi negli umani, una porta che si aprì di scatto e vide una donna dalla carnagione olivastra e dal vestito lacero uscire macchiata di sangue e lacrime. Strillava, le urla le si soffocavano a tratti nella gola mentre disperata con lo sguardo cercava la cosa più "umana" che potesse trovare. Mi vide. Si gettò ai miei piedi, inciampando nel cadavere di quello che un tempo era un compagno, abbracciandomi con tutte le sue forze il polpaccio e volgendo lo sguardo alla porta timorosa delle bestie che ne stavano uscendo. Due morti, la faccia sfigurata dalla maledizione della reggia, la muscolatura sovradimensionata e quasi sproporzionata uscirono finendo di distruggere l'uscio. Annusarono l'aria famelici, la cercarono con lo sguardo mentre tra singhiozzi e tentativi di far scaturire parola lei passava con lo sguardo dal mio volto al loro. "Salvami" singhiozzò in fine, "Salvami da quei mostri". Le sorrisi, compatendo quella povera creatura che tra tutti in quel villaggio, aveva forse chiesto aiuto al vero mostro. Guardai i due boia, estrassi la pistola e sparai un colpo. Nessuno si preoccupò del boato, nessuno lo sentì sopra tutte le altre urla. Scalciai il cadavere liberandomi la gamba, rimisi a posto l'arma e continuai per la mia strada.

Eccola, infine, spalancare i portoni a poche decine di metri da me:
Finalmente
RottenHaz

Due Orchi che furono, pelle nera e occhi iniettati di sangue sostavano lancia in mano ad ambo i lati dell'ingresso. Mi fermai, ero quasi affascinato dalla fisionomia di tali creature. Una fusione organica di carne e metallo, placche di quella che era un tempo l'armatura sporgevano da tessuto cicatriziale e masse sovradimensionate di muscoli e nervi. Saldi, Fedeli, Affidabili. Il marchio con il teschio alato spiccava anche sulla carnagione scura, e non un movimento scaturiva da quelle immense statue d'ebano messe a sorvegliare una fortezza che nessuno avrebbe mai voluto possedere. « Portatemi dal Beccaio, ho affari che vorrei trattare direttamente con lui. » La mia voce superba e ferma riecheggiò nell'aria satura delle grida di Bendorm, ma ero sicuro che anche in quelle condizioni sarebbe giunta alle orecchie di chi di dovere.

Note: Scena che funge da Preambolo al ciclo di quest Blood Curse.

 
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Lenny.
view post Posted on 16/11/2013, 19:44




Blood curse ~


Era estremamente raro, per non dire addirittura unico, che qualcuno giungesse ai cancelli di RottenHaz di sua spontanea volontà. Per giunta da solo. L'oscura nomea -più che meritata- della fortezza demoniaca bastava a tenere chiunque dotato di un minimo di buonsenso il più lontano possibile da quella fucina di aberrazioni deformi che si fregiavano del titolo di Korps, e che recavano la corruzione del loro signore nel corpo e nello spirito.
Fu per questo, per la singolarità dell'evento, che di fronte alla risoluta richiesta di Zero le due guardie si scambiarono un'occhiata perplessa. I loro ordini erano precisi: sorvegliare l'ingresso da eventuali nemici, e annunciare sempre l'arrivo di un ospite direttamente all'oberkommandierende. Abbassarono le picche a partigiana, e uno dei due partì subito a passo svelto sull'acciottolato oltre i cancelli, lasciandosi alle spalle l'altro soldato e Zero, in attesa.
Ma prima che per la loro disciplina, i Falkenberg Korps erano famosi per la loro ferocia. Ben presto i secondi di silenziosa attesa pesarono troppo sul soldato, che non seppe tenere a freno la propria prepotenza.

« Bell'arma che ci hai, straniero, mi ricorda quella di un mio vecchio sergente. »

Mentì, sogghignando.

« Chissà dov'è che l'hai presa. »

La guardia aveva la faccia butterata, la bocca sepolta da una barba incrostata e un accento gutturale da latrina. Aveva visto poche volte un'elsa come quella della spada di Zero: un fodero dalla fattura così pregiata, una lama leggermente ricurva, quella che gli intenditori chiamavano katana. Il soldato appoggiò l'asta della partigiana all'incavo del gomito. Tese una mano piena di calli corrosi a Zero.

« Fai vedere la spada? »

« Vuoi vedere la mia spada? Sai, ha un nome, si chiama Insanity, che nella lingua corrente vuol dire qualcosa come depravazione mentale. È stata forgiata da un antico uomo, grande costruttore di armi come questa, ma aveva un difetto: era iroso, violento, malato. Ad ogni colpo sull'acciaio, la sua anima penetrava nelle spade trasmettendo all'inanimato metallo la sua furia di sangue e di morte. Ogni volta che la lama viene estratta, esige un tributo di sangue, e qui nei paraggi non vedo molta gente. Ora dimmi, vuoi ancora vederla? »

Una corrente gelida scivolò tra i due. Il soldato serrò l'asta della partigiana. Non capiva. Non aveva alcuna idea di cosa l'altro volesse dire con la storiella sul costruttore d'armi, ma intese il velato senso di minaccia che traspariva dal suo modo di parlare. Quell'atteggiamento lo irritava. Fece un passo in avanti, la mano ancora tesa ad artiglio a mezz'aria.

« Non la estrai. Tu me la dai la spada, straniero. Adesso. »

 
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view post Posted on 20/11/2013, 16:10

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BLOOD CURSE-Zero's PoV-
Rimasi quasi stupito dalle parole della bestia, dalla mano sudicia che, tesa, aspettava di ricevere la lama maledetta della muramasa da guardare. Fissai gli occhi porcini di quella guardia ripugnante, poi passai lo sguardo alla lama che mi pendeva dal fianco. Sorrisi. « Vuoi vedere la mia spada? Sai, ha un nome, si chiama Insanity, che nella lingua corrente vuol dire qualcosa come depravazione mentale. » Attesi qualche secondo, accarezzandone il fodero, sentendone la lama vibrare come viva. « È stata forgiata da un antico uomo, grande costruttore di armi come questa, ma aveva un difetto: era iroso, violento, malato. Ad ogni colpo sull'acciaio, la sua anima penetrava nelle spade trasmettendo all'inanimato metallo la sua furia di sangue e di morte. » Strinsi l'elsa, le nocche sbiancarono, il fremito della spada vogliosa di sangue mi percorse il braccio come un brivido gelato. « Ogni volta che la lama viene estratta, esige un tributo di sangue, e qui nei paraggi non vedo molta gente. » Sorrisi sadico. « Ora dimmi, vuoi ancora vederla? » Tese nuovamente il braccio, insistente. Già in passato avevo colto tale espressione su volti di quella che fu la sua razza natia. Aggrottò la fronte, strinse i piccoli occhi dentro rughe di pelle fin quasi a farli scomparire. Mosse un piede, pestò prepotente il terreno: Non la estrai. « Tu me la dai la spada, straniero. Adesso. » Ci misi un'istante, la mancina scivolò sotto la giacca e prima che il cervello primitivo di quell'essere potesse reagire si trovò la canna di Ivory a trenta centimetri dalla faccia. Non esitai, non parlai, mi limitai a premere il grilletto e godere di quel suono sordo che per un istante sovrastò la caotica confusione della fortezza dannata. Il capo dell'orco si reclinò, lentamente iniziò a perdere l'equilibrio cadendo nel modo più strano che avessi mai visto; e forse perché non stava affatto cadendo. Tentennò, mosse qualche passo indietro ed infine ritrovò la stabilità. Un grugnito iniziò a gorgogliare dalle fauci della creatura, lentamente riportò lo sguardo a livello dell'orizzonte mostrando la pallottola conficcata direttamente in fronte, stretta tra la pelle scura solcata di sangue. Non l'aveva capito con la storiella, e nemmeno con il piombo sparato a bruciapelo. Rinfoderai l'arma, guardando stupito ed incuriosito il Korps, accennando ad una nota d'ironia. « Questo Viktor le cose ve le ha infilate di certo in culo, perché in testa si fa fatica. » Non penso capì l'ironia del messaggio, ne tanto meno il messaggio stesso. La mano tesa a ghermire la lama mutò in un palmo aperto, e qualche passo colmato d'impeto bastò a farlo arrivare a tiro. Un ruggito, un modo per contrarre l'addome, un altro nome di quello che i monaci chiamano forza interiore. Il palmo pesante della creatura mi spinse con una forza inaudita facendomi rotolare come sospinto da un vento continuo. Cielo e terra si confusero, le aspre rocce del Midgard si fecero sentire colpo dopo colpo, fino a quando in un esplosione di tenebra violacea richiamai Hypnos. Per l'agilità del demone ombra fu facile rovesciare quella rovinosa caduta in una atletica capriola ponendomi nuovamente faccia a faccia con l'oscuro guardiano di RottenHaz.

« Tsk, figlio di puttana » dissi a denti stretti passandomi la mano sulle labbra a levare lo strato di sporco. « Se è la spada che vuoi vedere, che gli dei mi fulminino se non la vedrai! » Strinsi il manico della muramasa, ne impugnai il fodero con la mancina e all'unisono con uno scatto degno della fama del demone ombra arrivai in meno di un battito di ciglia sotto il mento dell'orco nero. Un colpo in estrazione, una mezzaluna scagliata con l'abilità più sinistra e particolare della spada maledetta, un colpo che la trasmutava in quella che nemmeno pareva un'arma da combattimento. La lama rimase alta a prolungamento del braccio, assaporai quegli istanti di calma, quegli istanti in cui anche il suono era stato vittima della lama maledetta. Sfrigolava, tagliava la luce stessa in quello strano fenomeno d'eccitazione che portava il filo della spada a lasciarsi attraversare dall'aria, a diventare qualcosa che non apparteneva più a questo mondo, a cambiare piano d'esistenza per colpire ciò che non poteva essere nemmeno visto: lo spirito. Ruotai la spada: vibrò fendendo l'aria e riacquistando la sua normale consistenza. Il filo contro il fodero risuonò in una melodia che aveva segnato l'epilogo di molti scontri, un lungo suono ininterrotto di violini, grave, fino al sordo epilogo delle percussioni. Risollevai lentamente la schiena, rilasciai il demone e m'incamminai a fianco della montagna oscura. Era immobile, ancora spezzato da quell'attacco che era andato a minare la parte più debole di quelle creature: la mente. Non avevano storia, non avevano scopo, avevano solamente un sottile strato di menzogne e indottrinamento. Passi pesanti fecero riaffiorare dalle tenebre della rocca la seconda guardia. « Il Beccaio ti attend... » s'interruppe vedendo l'orrido teatrino che gli si spiegò innanzi: il suo nerboruto compagno immobile, statuario, visibilmente provato nello spirito tanto da non riuscire nemmeno a muoversi. Lo guardai con lo stesso sguardo omicida che mi si era disegnato poco prima in volto, e facendolo strinsi nuovamente l'arma del delitto. Imbracciò a due mani l'arma puntandomela contro e continuando a passare lo sguardo da me al guardiano immobile. « Tu...Tu ora vai dal Beccaio! Ti trascinerò da lui senza vita! » Sorrisi, camminando lentamente verso l'ingresso. Levai la mano sulla picca, puntando l'estremità acuminata a solleticarmi il petto. « Non aspettavo altro...fammi strada. »
 
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Lenny.
view post Posted on 21/11/2013, 14:37




Blood curse ~


Gli fecero strada.
Un reiter dinanzi a lui, a guidare il passo lungo il cortile interno. Altri due reitern ai suoi fianchi,, mani strette sull'elsa delle spade, pronti a estrarre. Un ultimo alle loro spalle, la punta della picca a partigiana che pungolava contro la schiena di Zero. Quattro Falkenberg Korps, armati di tutto punto, che avrebbero volentieri mangiato il fegato di quel bellimbusto che si era permesso di far fuori uno dei loro camerati, se non fosse stato appena annunciato alla presenza del Beccaio. Jecht era tornato ai cancelli quando ormai era troppo tardi..ma in fondo si trattava solo di questione di tempo. Il Beccaio non era mai stato famoso per la sua clemenza.
Rimasero in silenzio sino all'arrivo al mastio.
Nessuno chiese allo straniero di mostrargli la spada.

Procedettero lungo una serie di corridoi fatti d'ombra, un labirinto apparentemente infinito, nel quale riecheggiavano lamenti, sospiri e polvere. Salirono scale lorde di sangue nerastro, sino a giungere a una porta dai neri battenti istoriati. La attraversarono. Lunga non meno di una ventina di metri e larga la metà, la sala all'interno accolse i cinque con un gelo non dissimile da quello del cortile. Nella penombra era possibile distinguere quadri dalle cornici stilizzate raffiguranti deità ed eroi, battaglie e paesaggi morti. Pilastri di arenaria, debolmente illuminati dalla luce proveniente dai candelabri d'argento a tre bracci attraccati alle pareti scure. Lui era solo, lì dentro. Assiso su uno scranno di legno, non sembrò accorgersi dei nuovi arrivati, continuando noncurante a sorseggiare un calice di vino.

« Prima di fare un solo passo dentro la mia fortezza, metà dei miei uomini già muore dalla voglia di sgozzarti. »

Viktor fece oscillare placidamente il calice tenuto sulla mancina a coppa. Tono di voce calmo, pacato, quasi conciliante. Sembrava trovare il tutto molto umoristico. Uno sconosciuto che si presentava ai cancelli di RottenHaz chiedendo, o meglio, pretendendo udienza. Da solo. E che arrivava ad ammazzare una delle sue guardie con la stessa facilità con cui si tira il collo a una gallina. Un giovane forse privo degli strumenti intellettuali per comprendere la sua situazione. Quella ai cancelli era stata una evidente prova di forza, uno spettacolino di sangue volto a stuzzicare il suo interesse. E Viktor dovette concedere che il giovane c'era riuscito piuttosto bene. Bisognava vedere se il giovane avrebbe avuto la stessa abilità nell'uscire vivo da RottenHaz.

« L'altra metà non si limiterebbe a sgozzarti. Alcuni miei soldati ci tengono a fare sempre bella figura. »

Corrugò gli angoli della bocca. Quello del Beccaio non era un sorriso, non lo era mai stato. Solo la salma, di un sorriso. Rughe come crepacci scaleni si formarono ai lati del naso a becco.

« Mi porterebbero anche i tuoi testicoli. Come pegno di riconoscenza. »

I quattro soldati alle spalle di Zero sghignazzarono all'unisono. Ma si ricomposero all'istante non appena il loro signore levò in alto una mano tesa. Il silenzio che si frappose fra loro e il Beccaio si fece duro come granito, e carico di significati. Viktor aveva sempre provato una innata ammirazione per gli antichi valori che quel giovane a primo acchito sembrava incarnare. Forza, audacia, risolutezza. Avrebbe volentieri accolto quel giovane tra le sue file, se si fosse dimostrato abbastanza degno...ma in caso contrario, non avrebbe dispensato alcuna pietà. Puntò gli occhi, ridotti a fessure sanguigne, sullo sconosciuto, dentro lo sconosciuto. Percepiva la traccia di un'essenza oscura in lui, qualcosa che non lo rendeva molto dissimile dai suoi Korps. Aveva bisogno di tempo per studiarlo a fondo.
Si portò il calice alle labbra. Sorseggiò.

berserk-25233-2

« Dimmi il tuo nome, e un buon motivo per non lasciarglielo fare. »

Devi tenere in considerazione solo un paio di passive. La prima è psionica, e si tratta della razziale di presenza demoniaca ( forte disagio, timore reverenziale o roba simile) la seconda è magica e artefattosa, te la cito per intero. Ovviamente è di natura puramente scenica.
CITAZIONE
~ Oppressione Oscura__ _ Il Klarthagg è insieme un grande dono ed una altrettanto importante maledizione. Permette infatti al suo portatore di controllare - in un certo qual modo - l'andamento del tempo, eppure ne condiziona l'invecchiamento in maniera inevitabile. Gli effetti si manifestano sulla persona che possiede il ninnolo sotto forma di avvizzimento precoce delle carni: mentre lo spirito rimane forte e saldo, con l'andamento degli anni, il fisico si disfà più rapidamente di quanto non sarebbe in normali condizioni. E dunque colui o colei che recasse quest'artefatto apparirebbe gradualmente più anziano della sua propria età anagrafica. Tuttavia, qualora il ciondolo cambiasse proprietario ed il precedente rimanesse in vita, questi sarebbe magicamente riportato all'aspetto che gli conviene.
Altro grave fardello che il controllore del Klarthagg è costretto a sopportare è l'invecchiamento altrui, sotto varie forme. Per esempio, è la natura stessa nelle sue immediate vicinanze a piegarsi sotto l'incombenza dell'età: in un'area discreta attorno al ninnolo ogni cosa rinsecchisce, proporzionatamente alla distanza da esso, raggrinzendosi inesorabilmente. Le piante ingialliranno, gli animali saranno resi curvi e gli uomini persino sentiranno la pelle riempirsi di rughe leggere. I sensi perderanno un poco d'efficacia, le gambe e le braccia possiederanno meno forza; ogni cosa, indistintamente, avvizzirà . Ancor più grande di queste effettualità, v'è nel ninnolo dell'avvizzimento un potere che, se sfruttato, può rendere inerme qualunque forma di vita. Facendo leva sul contatto fisico tra il portatore e la vittima, il Klarthagg può concretamente agire sull'età dello sfortunato bersaglio. Ad esso verrà inferta la ferita più grave: l'umiliazione d'essere improvvisamente incapace di combattere e muoversi in libertà. Di fatto, tanto la velocità che la prestanza muscolare del malcapitato saranno drasticamente ridotte per un lasso di tempo sufficientemente ragionevole. Un malus totale di 8 CS per un turno o da suddividere in più turni a scelta del caster.
{Malus interpretativo - il personaggio invecchia esteticamente in fretta fintanto che ha il ninnolo} & {Passiva - aura venefica che rinsecchisce gli esseri viventi intorno al portatore} & {Tecnica Alta - riduzione di CS all'avversario}
 
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view post Posted on 22/11/2013, 09:39

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BLOOD CURSE-Zero's PoV-
Quattro demoni per scortarne altrettanti. Avevo un sorrisetto beffardo in volto, mi solleticavano le folli idee che in quel momento mi frullavano per la testa, mi dava una carica tutta l'adrenalina che scorreva mista al sangue delle bestie dentro le miei vene. Corridoi divorati dal tempo e dalle ombre quelli di RottenHaz, quei tipici luoghi dove non è solo l'immaginazione dei bambini che vede creature dagli occhi vitrei e color del sangue dietro ogni colonna, in ogni angolo, costantemente alle proprie spalle. Corridoio dopo corridoio, scala dopo svolta finalmente arrivammo nella stanza in cui il Beccaio m'attendeva. Accarezzato dalle ombre della magione come una donna che abbraccia il proprio amato, i lineamenti antichi e decisi scavati nel corso di mille e forse più lune sulla pelle stanca di vivere. Gli occhi assenti scrutavano il moto fluido e costante di una coppa di vino ondeggiata placidamente con la mancina, quasi per noia. Capivo ora perché il suo nome era temuto da molti, bandito per fino da certi altri. Quel vecchio ti opprimeva con la sola presenza, una sensazione di mille occhi che ti scrutavano da ogni direzione, una pesantezza fisica allo stomaco. Respirai a pieni polmoni, portandomi una mano al volto come per gettare quel velo innaturale che ci si sentiva addosso. Innaturale, la parola giusta da usare quando mi sentii nuove asperità sul volto, la pelle secca, principi di vecchie rughe. Mi guardai allarmato la mano, vedendo che la cute raggrinziva su se stessa come intimorita anch'essa dalla presenza del Beccaio; e la parte migliore è che non si era ancora mosso dallo scranno di legno. « Prima di fare un solo passo dentro la mia fortezza, metà dei miei uomini già muore dalla voglia di sgozzarti...L'altra metà non si limiterebbe a sgozzarti. Alcuni miei soldati ci tengono a fare sempre bella figura. » Inarcò lo sguardo in quello che una persona normale avrebbe chiamato sorriso, ma sul suo volto io leggevo solo una cosa: interesse. « Mi porterebbero anche i tuoi testicoli. Come pegno di riconoscenza. » Una risata appena accennata proruppe dai quattro che mi stavano scortando, e onestamente mi accodai a loro. Li guardai rapidamente tutti e quattro con ancora in sorriso sulle labbra sussurrai appena. « Heh...vi piacerebbe, amici del pene? » Una mano si levò da Viktor, stroncando ogni voce e ogni azione, richiamando a se il silenzio strillati tipico della magione. « Dimmi il tuo nome, e un buon motivo per non lasciarglielo fare. » Le parole del Beccaio si dispersero nella stanza, il suo sguardo filtrato dalla coppa come una quinta, una linea che spezzava gli occhi antichi e severi della creatura che, a detta del mondo, deteneva il primato di malvagità sul continente. Mi passai una mano sul volto, accarezzando la sottile barba che mai avevo avuto prima di quel momento. « Mi puoi chiamare Zero, e potrei presentarti almeno una decina di buoni motivi per lasciare le mie palle dove sono. Togli ad una donna il proprio giocattolo, e allora si che dovrai fronteggiare pene ben peggiori dell'inferno stesso. » Lo guardai con sfida, non avevo intenzione di sottomettermi a quell'uomo. Ero venuto fino alla magione errante con un unico scopo, con un unica fissazione in mente. « Sono qua per parlare di Shivian, di ciò che rappresenta, del Goryo stesso. » Indicai il petto, ripercorsi con l'indice la ferita che lo solcava da parte a parte. « Se c'è una cosa che odio più dei deboli, sono i deboli mascherati da Re. Chi non ha cura dei propri uomini, si guardi le spalle da essi, perché un giorno verranno a reclamare la propria vendetta. » Strinsi i pugni fino a farmi sbiancare le nocche. « Sono qua perché so delle tue faide contro il Goryo, e sono qua per proporti un'alleanza. »

Note: Eventi riguardanti la quest Transumanesimo e The Price of Vengence.

 
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Lenny.
view post Posted on 22/11/2013, 16:18




Blood curse ~


« Alleanza? »

All'udire quel termine, Viktor non riuscì a trattenersi. S'inarcò indietro, sbottando in una risata colma di rara e sincera allegria. Pareva un continuo raschiare di utensili arrugginiti. Il suo cuore era stato ben mosso dalle parole di Zero, ma la testa restava ben lucida: i Falkenberg Korps erano un esercito e Viktor era a capo di quell'esercito. La parola alleanza lasciava supporre che Zero fosse dotato di un potere militare addirittura pari a quello del generale...un'idea assolutamente improbabile.

« La tua è un'affermazione ardita, Zero. »

Viktor si rilassò contro lo schienale. Era parecchio incuriosito dal forte astio che Zero covava nei confronti del Goryo e di Shivian. Quest'ultimo si era rintanato in quel fetido buco di culo di nome Taanach sin da quando il Beccaio e i Korps avevano demolito la Purgatory. I suoi uomini nell'Akerat lo avevano informato dell'ascesa di Shivian in quella fogna infestata da topi. Non gli era mai andato giù che il vicecapitano avesse appoggiato Hyena durante lo stupro della Grassa Puttana. Per Viktor, Shivian non era altro che un topo un po' più grosso degli altri. Glielo aveva dimostrato a Pioggia di Sale, conquistando sotto i suoi occhi la Spada delle Origini che tutti bramavano nel profondo del cuore. E ancora nel Cimitero dei Mondi, piegandolo sotto il potere dell'Unbennenbar. Gli spiaceva soltanto non essere mai riuscito ad assestargli l'ultimo colpo fatale...un proposito ambizioso che invece Zero si proponeva volentieri di compiere al suo posto.
E se uno dei peggiori nemici di Shivian poteva divenire uno dei suoi migliori soldati..perché non approfittarne?

« Diciamo pure che potrei prestare il mio nome alla tua causa.
Non mi dispiacerebbe vedere le tue parole diventare realtà.
»

Tirò un lungo sospiro. Una pausa studiata, premeditata.

« Ma prima ho bisogno di una dimostrazione. »

Portò lo sguardo sui quattro Korps rimasti alle spalle di Zero. Semplici reitern, che pure portavano nel corpo e nello spirito la poderosa traccia che RottenHaz imprimeva in ogni essenza che ospitava. Non appena lo sguardo del Beccaio incrociò il loro, i soldati colsero al volo. Un ordine perentorio che tutti e quattro avrebbero seguito con estremo piacere.

« Schieratevi. »

Sogghignando, i Falkenberg Korps si disposero a cuneo attorno a Zero, così che almeno un paio di loro lo colpisse ai lati, mentre gli altri lo fronteggiavano. Gli occhi sanguigni ridotti a fessure, stretti sul loro unico avversario. Uno di loro era una delle guardie al cancello, armato della stessa picca di partigiana che aveva utilizzato durante il turno di scolta. Altri due sfoderarono le spade, presa a una mano, guardia alta. Il quarto, apparentemente disarmato, protese in avanti le braccia. Da entrambi gli avambracci spuntò subito un rostro acuminato, grigio come cenere e leggermente ricurvo verso l'alto. Una specie di osso retrattile che non avrebbe avuto alcuna difficoltà a farsi strada tra le budella di Zero.
L'attesa, silente e fremente, venne rotta da un singolo cenno del capo da parte del Beccaio.
Il segno d'inizio.

« Iniziate. »

Urlando, sbavando, i tre reiter armati d'acciaio si avventarono su Zero. Uno frontalmente, due ai lati. La picca del soldato lampeggiò sotto la luce dei candelabri mentre veniva sollevata a due mani, in un semplice e brutale affondo diretto alle viscere.
Subito seguito dall'assalto a distanza di un altro soldato: il reiter incrociò le lame retrattili dinanzi a sé, caricò quanta forza aveva in corpo, per poi scagliare contro Zero un meta-agglomerato di energia oscura. Un fendente aereo a forma di X che schizzò rapido contro il suo cranio, per devastare tutto ciò che vi era da devastare.
Gli altri due reitern armati di spada, infine, si avventarono da entrambi i lati, andando in falciata trasversa ascendente per una doppia eruzione simultanea di sangue dai fianchi di Zero.
Viktor von Falkenberg ingollò l'ultimo sorso di vino rimasto nel calice. Non si sarebbe perso quello spettacolo per nulla al mondo.
Nel nome del suo caro e non troppo segreto piacere per la violenza.

1-Tutti e quattro i soldati castano una attiva di power up a consumo Alto. Per due turni compreso questo, usufruiscono di un power up a Forza e Velocità di 2 CS
2-Uno dei quattro (quello con le ossa retrattili) scaglia contro zero un fendente aereo di elemento sacrilego a consumo Alto. Tecnica magica che causa danni da lacerazione e da istantanea necrosi tissutale se va a segno. A te!
 
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view post Posted on 22/11/2013, 18:07

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BLOOD CURSE-Zero's PoV-
Rise, il Beccaio. Una risata agghiacciante come poche ne avevo udite, il gracchiare di mille corvi unite alle voci soffocate di altrettante anime sulle quali banchettavano famelici. Pareva piacergli l'idea, colsi interesse nello sguardo tagliente del vecchio, nostalgia di eventi passati che riaffioravano alla mente, antiche ferite che non aveva cucito. S'inumidì le labbra secche con un altro sorso di vino. « Diciamo pure che potrei prestare il mio nome alla tua causa. Non mi dispiacerebbe vedere le tue parole diventare realtà. » Io sorrisi, lui respirò profondamente, attendendo. « Ma prima ho bisogno di una dimostrazione. » Uno sguardo ai quattro, un sorriso non mostrato ma che potevo percepire. Strinsi la spada sfoggiando un’espressione compiaciuta e divertita. Bastò un ordine, i quattro si schierarono estraendo chi una spada, chi armando la picca e chi facendo fuoriuscire orribili propaggini d'osso dai polsi.
« Iniziate. »
Sbavarono, furiosi, bramosi di compiacere il loro padrone e di affondare l'acciaio nelle mie carni. La rocca gli dava un vantaggio, li rendeva più pericolosi di quello fuori dalle porte, e soprattutto: erano quattro. Partì il primo, picca levata sopra in capo a fendere aria e luce mentre i due armati di spada scattarono ai lati per prendermi sui fianchi. Rimasi immobile a guardare l'ultimo, levatosi con un balzo sopra le spalle del picchiere in carica. Un'energia oscura e sinistra s'accumulò sulle ossa che gli prolungavano gli arti. Gridò posseduto facendo sfregare tra di loro le armi naturali come per liberarsi dell'energia che avevano accumulato. Una croce di energia oscura sferzò l'aria, superando la picca che ormai iniziava la calata verso la mia testa. Lanciai due rapide occhiate ai lati, una al soffitto immerso nell'ombra e tutto infine mi fu chiaro. L'aria tuonò, rotta dall'energia che si schiantava in un esplosione di suono e polvere accumulata negli anni. La lunga lama di ferro si abbatté con forza, mentre le due spade sferzarono dentro la nube di detriti. Solo l'acciaio che cozza con l'acciaio. Clangore di armi e niente più, solo quattro energumeni con l'espressione incredula da deficienti che cercavano il loro bersaglio. Mi sporsi da dietro uno dei Gargoyle che adornavano il cornicione in alto alla stanza. Quattro contro uno, ci stava, ma la mossa iniziale la volevo io. Sorrisi estraendo da sotto al cappotto le due pistole. « Strike from Above, Mothafucka! » Mi lanciai dal cornicione in un teatrale tuffo ad angelo, puntando le canne incrociate delle armi verso il quartetto che stava a una decina di metri sotto di me. Una salva di piombo, tre colpi per arma squarciarono il silenzio dell'arena ad annunciare che il duello era solo ora cominciato sul serio. In caduta libera lasciai le armi facendole scivolare lungo il corpo in un incrocio perfetto che le ricondussero nei rispettivi foderi. Raccolsi le ginocchia al petto ruotando di mezzo, richiamando una quantità di energia sconsiderata. Dagon, lo chiamai, mostriamo a questi pivelli cosa vuol dire Fare Casino! Un urlo primordiale mi squarciò le orecchie, un urlo che solo io potevo udire, l'urlo del demone che da solo ne aveva trucidati cento. Flussi neri e rosso sangue iniziarono ad accavallarsi l'uno sull'altro, stratificandosi attorno al braccio destro come a ricomporre in pochi istanti l'immenso arto armato del demone rosso. Sfolgorante di energia, carico di distruzione l'immensa palla chiodata scaricò al suolo tutta la sua potenza. Un'onda d'urto centrata esattamente dove le armi dei tre Reiter avevano fallito, esattamente dove sarei dovuto essere stato al momento dell'impatto del colpo a croce, esattamente dove ora aveva inizio la loro fine. Un boato assordante, l'energia primigenia di creazione e distruzione di irradio in ogni direzione sfocando i contorni delle figure, disintegrando le macerie più fine e scagliando ovunque per la sala le altre.
Ora, lo scontro era cominciato.

Fisico. Basso al Braccio dx
Mente. Illesa
Energia. 150% . 200 -10 -40

CS
Strenght 4 . W.M. 1

Attive
Transizione di Fase 10% . Dominio dell'energia 40%
Passive
Energia Pura . Ascensione
Contagio . Presenza Ancestrale

Riassunto:
Schivo tutti gli attacchi utilizzando fin da subito la difesa assoluta (Transizione di fase), per prendere il vantaggio sui quattro korps. Mi teletrasporto dunque sul cornicione del soffitto, dal quale mi tuffo sparando con le pistole un totale di sei colpi diretti contro i quattro. Prima di toccare terra mi trasformo in Dagon, guadagnando un'arma naturale che è il braccio destro: Una gigantesca palla chiodata sproporzionata per dimensioni al resto del corpo. Su tale arma vi incanalo un quantitativo Critico di energia (Dominio dell'energia), scaricandola a terra in un colpo Alto a 360* sotto forma di onda d'urto.

link alla vecchia scheda

 
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Lenny.
view post Posted on 23/11/2013, 10:30




Blood curse ~


I quattro reitern non si fecero cogliere impreparati. Le loro esistenze ormai conoscevano soltanto la fatica dell'addestramento, i piaceri della razzia, e la ferocia dei campi di sterminio. L'oscuro potere che RottenHaz aveva veicolato nei loro corpi aveva l'intrinseco vantaggio di cancellare ogni traccia di timore o paura che potesse in qualche modo contaminare il loro stile di combattimento.
Fu per questo che sotto la scarica di proiettili nessuno dei soldati batté ciglio, limitandosi a scartare ai lati o indietro, stringendo forte i denti quando uno dei proiettili scalfiva i loro corpi.
E fu ancora per questo che il reiter munito di alabarda decise di fronteggiare da solo l'immensa palla chiodata evocata da Zero, facendosi avanti in posizione di guardia. Caricò il colpo dietro la schiena, dopodiché sferrò una poderosa falciata contro la sfera di luce, con la ferma intenzione di tagliarla a metà. Un intento che molti avrebbero giudicato folle, ma che riuscì ad avere l'effetto sperato. Attorno alla lama si dipanò un riverbero energetico che bloccò la caduta della palla chiodata, disintegrando a mezz'aria l'offensiva lucente.

SBAAAAM

Lo scontro tra le due armi fu devastante: ragnatele di crepacci scaleni si aprirono sotto i piedi del reiter, le membra contratte nella più ferrea resistenza, come pilastri di granito. Si concentrò al massimo per respingere indietro l'onda d'urto senza che la sua guardia fosse scardinata. Ci riuscì, per poi crollare in ginocchio, boccheggiante e quasi sfinito. Aveva bisogno di tempo, per riprendersi dall'enorme sforzo. Ma per sua fortuna non era solo.

« Hai finito di fare il buffone? »

La voce ringhiata a denti stretti proveniva dietro Zero. Il reiter armato di rostri alle braccia aveva approfittato di quei secondi per aggirare il nemico, e sorprenderlo direttamente alle spalle. Puntò un indice accusatorio contro di lui, col preciso intento di colpire l'orgoglio del suo avversario, prima del suo corpo.

« Sei tu il debole mascherato da Re, altro che Shivian..
..altrimenti sfidalo a duello, anziché di venire a frignare alle nostre porte!
»

E in questo caso, la parola colpì dura quanto la spada. Subito dopo aver instillato quel veleno forse veritiero nelle orecchie del nemico, il reiter andò in spazzata diagonale discendente con il braccio, cercando di colpire con il piatto del rostro entrambe le gambe di Zero all'altezza delle ginocchia. Una offesa che avrebbe spezzato l'equilibrio del nemico, facendolo crollare direttamente a terra prima ancora che si potesse rendere conto di cosa fosse accaduto.
Nel frattempo i due reitern armati di spada caricarono ancora una volta, spade impugnate come randelli. Un doppio affondo diretto al busto. Le lame avrebbero trapassato il petto di Zero, lacerando carne, recidendo legamenti, sfondando ossa. Per poi emergere dalla parte opposta.
I cani di RottenHaz erano sempre affamati. E la carne di Zero sarebbe stata un ricco banchetto per ogni mastino.

-I reitern risecscono per la maggior parte a scansare i sei colpi di pistola forti del CS in velocit, anche se un paio si fanno colpire di striscio. (un danno Basso a testa)
-Il reiter armato di partigiana utilizza la pergamena sottostante per bloccare in toto l'offensiva ad area di zero. Semplicemente si scaglia contro la palla chiodata menando un forte colpo di partigiana, attorno la quale si è formato un riverbero di energia. Stanco per lo sforzo, il reiter cade in ginocchio e così passa l'intero turno. La tecnica utilizzata è la sottostante.

CITAZIONE
Impeto di sacrificio: il guerriero sacrifica la propria sicurezza per proteggere uno o più alleati.
La tecnica ha natura fisica. Il guerriero può attivare questa pergamena nel momento in cui uno o più alleati diventano bersagli di attacchi nemici. La tecnica permetterà al personaggio di immolarsi, con modalità a discrezione del giocatore e liberamente personalizzabili, per bloccare quelle offensive facendo scudo ai suoi compagni col proprio corpo, o con il proprio equipaggiamento. Gli effetti sono istantanei, e consentono una copertura totale di un'area limitata dal buonsenso e dalla sportività dell'utente. La tecnica ha di volta in volta potenza inferiore di un livello al consumo di energie speso per attivarla, come di norma per le difese a 360°.
Consumo di energia: Variabile Critico

-Il reiter con i rostri retrattili frattanto aggira Zero, per sorprenderlo alle spalle. Lo colpisce con una offensiva psionica e con una spazzata alle gambe volta ad atterrarlo. Le tecniche utilizzate sono le seguenti.

CITAZIONE
Oltraggio: il guerriero lancia una singola onta, un insulto imperdonabile all'indirizzo di un nemico, causandone la perdita di concentrazione.
La tecnica ha natura psionica. Il guerriero si rivolge aspramente al proprio avversario, apostrofandolo con parole poco lusinghiere o offensive, maledizioni e via dicendo. La tecnica può essere personalizzata o utilizzata anche per rafforzare l'onta di un gestaccio, ad esempio, e va contrastata come un'offensiva psionica Bassa che utilizza come tramite l'udito o la vista. Se non opportunamente bloccata da difese apposite, il danno cagionato da questa offesa sarà di entità Alta sulla psiche della singola vittima.
Consumo di energia: Medio

Abbattere: il cacciatore si avventa sull'avversario con un calcio alle gambe, atterrandolo e danneggiandolo.
La tecnica ha natura fisica. Questa costituisce un'offensiva con effetto di atterramento. Il cacciatore si avventerà sull'avversario, attaccandolo fisicamente con calcio basso alle gambe che, se non difeso, ne causerà l'atterramento. Tale offensiva sarà liberamente personalizzabile nella sua definizione specifica: potrà essere uno sgambetto vero e proprio, oppure una spinta all'indietro, una chiusura in una presa di arti marziali o qualunque altra movenza adatta allo scopo dell'atterramento. Inoltre, la tecnica causerà anche un totale di danno pari a medio. La durata è limitata ad un singolo attacco.
Consumo di energia: Alto

Infine, i due reitern armati di spada attaccano Zero con la tecnica sottostante.

CITAZIONE
Colpo duro: il guerriero esegue un attacco più potente del normale, in grado di ferire gravemente l'avversario.
La tecnica ha natura fisica. Consente al guerriero di eseguire una singola azione offensiva più pericolosa della norma. L'azione in questione potrà essere personalizzata con differenti stili o modalità di esecuzione, ma in ogni caso consisterà in uno ed un solo attacco - sia esso a mani nude o portato con un'arma bianca. La tecnica dura infatti solo il tempo necessario a portare a termine il colpo successivo al momento in cui è stata attivata. Andrà considerata come tecnica fisica di potenza Media e fronteggiata in quanto tale.
Consumo di energia: Medio

Ricordo che tutti quanti sono ancora forti del buff di 2 CS in Forza e Velocità castato il turno precedente. Intanto, ricapitolando:

Reiter-alabarda: 40% di energia; escoriazione superficiale alla spalla dx (Basso)
Reiter-rostri: 30% di energia; illeso
Reiter-spada:70% di energia; escoriazione superficiale alla gamba sx (Basso)
Reiter spada:70% di energia, illeso
 
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view post Posted on 24/11/2013, 18:44

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BLOOD CURSE-Zero's PoV-
Il suono sordo dei proiettili, il tempo che parve rallentare in quegli istanti e il fragore dell'impatto. Tutto era sfocato, la potenza del colpo aveva reso momentaneamente ciechi sensi: le orecchie fischiavano e la vista era annebbiata dalla luce sfolgorante dell'energia scaturita dal colpo. Attimi di silenzio, l'atmosfera tornò alla normalità mostrando il Korps munito di alabarda chino sulle ginocchia, brandendo sopra la testa l'arma a contrastare la possente mano di Dagon. Un sorriso incredulo, quasi compiaciuto da tale avversario, che da solo si era accollato tutta la furia distruttrice del demone. Richiamai la forma demoniaca, lanciando la mano a brandire la muramasa deciso a infliggere il colpo di grazia al nemico provato. « Hai finito di fare il buffone? » Una voce profonda e sinistra fermò la mia mano dall'estrarre l'arma. Mi voltai quasi scocciato a fronteggiare muso contro muso l'insolente reiter. « Sei tu il debole mascherato da Re, altro che Shivian....altrimenti sfidalo a duello, anziché di venire a frignare alle nostre porte! » Rimasi impassibile davanti a tali parole, o perlomeno è quello che feci nei primi tre secondi dopo che chiuse quella sudicia fogna. Lasciai la presa sull'arma sguarnendo la difesa, volevo affrontarlo di petto, prenderlo a pugni finché assomigliasse a qualcosa di vagamente meno informe. « Senti pezzo di merda, adesso usciamo da sto posto e ce la vediamo solo io e te hai capito!? » Alzai la voce, persi la testa, feci esattamente quello che Vaairo faceva ogni serata nelle locande a Taanach: rissa. Ghignò l'infame sudicio, ringhiò perché era riuscito nel suo intento e io, coglione, ci ero cascato. Mosse rapide le lame d'osso, colpì il ginocchio di piatto, piegandolo, facendomi volare rovinosamente al suolo. Rideva mentre la mia schiena impattava contro le dure pietre del maniero, mentre gli insulti mi si spezzavano in gola, mentre il senno tornava a far padrone nella mente. Rapidi come avvoltoi, i due armati di lama scavalcarono il picchiere scagliando simmetricamente due affondi pronti ad inchiodarmi a terra come un banale tappeto. Incrociai le braccia, la mancina si occupò di erigere una difesa frapponendo il palmo aperto ai due colpi d'arma, mentre la destra andava ad afferrare il manico della Maledetta. L'acciaio stridette contro la difesa di energia pura, una smorfia di rabbia si dipinse sui lineamenti informi delle creature. Ghignai sadico ritraendo la difesa in una falciata di energia con la Muramasa. Sentiva la furia della battaglia, bramava anche lei la sua fetta di sangue, ed era ora di accontentarla. Vibrava di una furia inumana, di un odio che a stento riuscivo a contenere. Ruggiva, scagliava colpi come se mossa da mani esterne, più forti, più veloci di quanto io le ordinassi di fare. Un taglio in estrazione ed un ritorno diagonale a falciarli entrambi. Caricai le gambe, richiamai lo spirito di Hypnos e con un movimento rapido e deciso scagliai un colpo secco diretto all'inguine due reiter. Stentavo a credere che la maledizione caduta sulle loro teste gli avesse consentito di preservare la propria mascolinità, ma quel colpo aveva ben altri fini che impedire la riproduzione dei cani del Falkemberg. Sfruttando la spinta caricai il peso sulla schiena per poi balzare in piedi in un colpo di reni assestando un Fendente diretto al capo del picchiere che ancora stava innanzi a me. Non badai al risultato, recuperai l'arma girandomi verso quello che mi aveva schernito. « Facciamogli vedere chi è che frigna! » urlai tra i denti alla lama maledetta, che alle miei parole iniziò a bagnarsi di sangue venefico. Un Tondo diretto agli artigli dei quali si faceva vanto, gli artigli che poco prima m'avevano messo in ridicolo, gli artigli senza i quali sarebbe stato lui l'unico a piangere come una puttanella.

Fisico. B. Braccio + M. Gambe
Mente. Alto
Energia. 110% . 150 -20 -10 -10

CS
Agility 4 . W.M. 1

Attive
Dominio dell'energia 20% . 誇り 10% + 10%
Passive
Energia Pura . Ascensione
Contagio . Presenza Ancestrale

Riassunto:
Cesso la trasformazione in Dagon e incasso l'offesa psion, distraendomi dal mio bersaglio e sguarnendomi verso la spazzata. Cado a terra, accorgendomi del doppio affondo che i due armati di spada stanno portando. Erigo una difesa Alta (Dominio Energia) per schermarmi da ambo i colpi, e successivamente estraggo la spada potenziata con la prima abilità di 誇り, ovvero ogni colpo fisico durante il turno attuale viene considerato di potenza Media. Attacco quindi due volte, la prima in estrazione con un Tondo (da sx a dx) e la seconda a tornare indietro con un colpo del tutto simile. Richiamo la forma demoniaca "Agile" e tiro una pedata all'inguine di ciascuno dei due che ho presumibilmente di fronte, sfruttando la spinta dal colpo per inarcarmi sulla schiena e risollevarmi da terra con un colpo di reni. Nel sollevarmi scaglio un fendente rivolto al picchiere (penso ancora inginocchiato) e senza badarvi oltre mi volto a sferrare l'ultimo colpo a quello che mi ha castato la psion, incantando la lama con la seconda abilità di 誇り, ovvero un colpo che provoca distruzione dell'arma e un danno basso da corrosione/infezione al fisico dell'avversario.


 
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Lenny.
view post Posted on 25/11/2013, 14:09




Blood curse ~


Viktor osservò con sguardo rapito lo scontro che infuriava sotto il suo tetto. Se prima del duello sospettava che Zero fosse l'ennesimo cialtrone illuso da manie di un potere inesistente, in quel momento dovette ricredersi: il giovane aveva del potenziale che trascendeva quello dell'umana specie. Tenere testa a ben quattro Korps -seppure di basso rango- era un'impresa che ben pochi nel tutto il continente avrebbero conseguito con la testa ancora attaccata sulle spalle. Si portò una mano al mento irto di barba. Ogni suo soldato possedeva la sicurezza e la ferocia che Zero ostentava con così tanta foga, ma solo uno su dieci di loro possedeva realmente la sua wille zur macht. Si chiese fino a che punto potesse spingersi il potere di Zero. Quanto avrebbe resistito prima che la superiorità numerica dei Korps avesse la meglio. Si sarebbe arreso, o avrebbe continuato a lottare fino all'ultima goccia di sangue rimasta in corpo?
Il Beccaio lo avrebbe osservato. Lo avrebbe studiato.
Come sempre, solo il sangue avrebbe portato la risposta.

I due spadaccini indietreggiarono sotto la furia dei colpi di Zero. Due fendenti, uno in estrazione ascendente e l'altro in ritorno calante. Il primo reiter fu troppo lento: l'acciaio di Zero si aprì strada all'altezza del diaframma, trapassando la giubba di cuoio bollito come burro. Il soldato ringhiò di dolore, portando la mancina a tamponare lo squarcio, inutile e patetica precauzione sul terreno di combattimento.
L'altro reiter non si lasciò cogliere di sorpresa: parò in diagonale trasversa. Le lame cozzarono una contro l'altra in una selva di scintille. Ma Zero fu più rapido, e con un calcio ai testicoli piegò l'avversario. Il reiter emise un gemito soffocato, tra rabbia e dolore. L'altro spadaccino riuscì a scansare il secondo calcio scartando di lato.

Una volta in piedi, Zero assestò un terzo fendente al reiter armato di picca, ridotto ancora in ginocchio per lo sforzo di poco prima. Il soldato seppe di non fare in tempo a bloccare il colpo con la partigiana ancora a terra, quindi si gettò indietro e levò in alto un braccio per schermarsi il viso. La lama lo colpì di striscio, lasciando un lungo solco rosso sull'avambraccio e sulla guancia, entrambi poco profondi.

L'ultimo reiter non si tirò indietro. Avanzò spavaldo contro Zero, gli occhi che seguivano i movimenti dell'altro per carpirne l'offensiva. Attaccarono insieme, simultaneamente. La spada di uno impattò dura contro il rostro ricurvo dell'altro. Per una manciata di istanti, nessuno sembrò avere la meglio. Poi sulla superficie dell' osso acuminato del reiter si tracciò una piccola crepa, e da quella una ragnatela di altri crepacci scaleni. In poco tempo la metà distale del rostro andò in frantumi sotto lo sguardo allibito del soldato, a cui non restò che indietreggiare, massaggiandosi l'arto corroso dall'energia misteriosa emanata da Zero.

« Non dovevi farlo. »

Sibilò, senza staccare lo sguardo dall'osso troncato. Nessun problema, ne aveva pur sempre un altro. E con quello giurò a se stesso che avrebbe sbudellato il ragazzino che aveva di fronte. Ingoiò fiele, e riportò su Zero due occhi carichi di odio.

« Ti mangio il fegato, figlio di baldracca! »

Ma prima che il soldato potesse mettere in pratica i suoi feroci propositi, il picchiere era tornato in posizione eretta, la metà sinistra del volto coperta da un ruscello di sangue scuro. Ferita non profonda quanto l'onta di dover portare un'altra cicatrice. Era fiancheggiato dallo spadaccino ferito al petto ( l'altro spadaccino si trovava in ginocchio, la mano disarmata premuta a fondo contro i genitali e in bocca una serie di maledizioni rivolte alla stirpe passata presente e futura di Zero).
Il picchiere impugnava stretta la partigiana, l'asta nuovamente ricoperta dal riverbero energetico presente poco prima. Scagliò l'impugnatura dell'asta dritta contro il tratto lombare alla spina dorsale di Zero, col preciso intento di spezzare la guardia e immobilizzare il nemico paralizzando all'istante ogni nervo che avesse in corpo. Subito dopo sarebbe giunto il colpo fatale: un fendente in diagonale calante all'altezza della spalla del braccio armato di Zero, col preciso intento di reciderlo via dal tronco.
Ma tutto questo non era abbastanza. Neanche lontanamente abbastanza, per i soldati. Subito dopo lo spadaccino scaricò contro Zero un calcio talmente violento da scaraventarlo indietro, contro uno dei tanti pilastri in arenaria presenti nella sala. Lo stivale in cuoio borchiato avrebbe fatto ingoiare a Zero i suoi stessi denti, prima di mandarlo a ruzzolare in quell'angolo buio.

« Questo è un calcio, ragazzino. »

-Il primo dei due spadaccini subisce il fendente di potenza media. Il secondo riesce a bloccarla con una parata di potenza media, ma subisce il calcio ai testicoli. Il primo invece riesce a scartare di lato (la tua tecnica fornisce danno medio a ogni attacco fisico, non potenza)
-Il reiter con l'alabarda si getta indietro, schermandosi con un braccio. Il fendente lo prende di striscio, causando danno basso al braccio e basso al viso.
-L'ultimo subisce in pieno l'offensiva. Uno dei due rostri si spezza (contano come due armi, stando ciascuno su un avambraccio braccio) e la mano viene corrosa con un danno basso.
-Il reiter picchiere e lo spadaccino che aveva scansato il calcio partono all'attacco. Il primo scaglia un colpo con l'impugnatura alla colonna vertebrale di Zero, con la tecnica seguente.

CITAZIONE
Colpo paralizzante: il cacciatore colpisce i centri nervosi dell'avversario, paralizzandolo parzialmente ed ostacolandone i movimenti.
La tecnica ha natura fisica. Ha effetto sull'attacco immediatamente successivo scagliato dal caster, potendo interessare sia armi da lancio che armi da mischia. Il caster, forte della sua ampia conoscenza dei punti nervosi del corpo, potrà paralizzare parzialmente l'avversario colpendolo in un centro nervoso. L'attacco, quindi, non si differenzierà in nessun modo da un qualunque attacco fisico, se non nella circostanza che sia diretto ad un punto particolare e, ove non difeso, causerà una parziale paralisi degli arti dell'avversario. Questi, infatti, sembreranno muoversi con difficoltà e non rispondere del tutto al comando. L'effetto paralizzante potrà essere applicato a qualunque attacco portato dal caster, anche attraverso altre tecniche, aggiungendosi ad esso e non sostituendosi. Questo può anche essere personalizzato con rimedi scenici che ne giustifichino la natura: l'importante è che tale colpo sia sempre riconoscibile come "speciale" e quindi "differente" dal suo stato normale, a patto che non venga ostacolata la riconoscibilità dell'attacco e del caster in quanto tali (quindi, una tecnica fisica utilizzata insieme a questo colpo, sarà riconoscibile sia in quanto tecnica fisica, sia in quanto aggiuntiva di un effetto "paralizzante", giacché - per esempio - il colpo viene indirizzato alla schiena dell'avversario). L'effetto subito dall'avversario dovrà consistere in un ostacolo ai suoi movimenti, potendo intorpidire i muscoli, ostacolare il movimento degli arti, o dilungare i tempi di reazione - azione dell'avversario. La durata è comunque istantanea, ma l'effetto durerà per tutto il combattimento e subirà anche un danno Basso dalla tecnica. La tecnica non implica automaticamente la conoscenza anatomica del corpo dell'avversario, rimettendosi alla sportività del giocatore, o ad altre tecniche a supporto, la capacità di conoscere il punto esatto in cui applicare la tecnica.
Consumo di energia: Medio

Subito seguito da un fendente calante diretto alla spalla armata.
-Il reiter spadaccino scaglia un calcio al viso con la seguente tecnica, per catapultare Zero contro uno dei pilastri portanti della sala.

CITAZIONE
Contraccolpo: il guerriero esegue un'offensiva diretta in grado di respingere violentemente il proprio avversario.
La tecnica ha natura fisica. Il guerriero può eseguire questa tecnica sia fronteggiando fisicamente con un impeto travolgente il proprio avversario, sia eseguendo una qualche forma di presa marziale che possa sortire il medesimo effetto: scagliare lontano, o respingere con violenza il nemico. Le dinamiche della tecnica sono liberamente personalizzabili a discrezione del giocatore, purché non autoconclusive. Va considerata come tecnica offensiva di potenza Alta, e come tale è necessario fronteggiarla.
Consumo di energia: Alto

Reiter-alabarda: 30% di energia; escoriazione superficiale alla spalla dx (Basso) taglio lungo ma non profondo sull'avambraccio (Basso) e sul viso (Basso)
Reiter-rostri: 30% di energia; uno dei due rostri spezzato, mano lievemente corrosa (Basso)
Reiter-spada: 60% di energia; escoriazione superficiale alla gamba sx (Basso), profondo dolore ai testicoli (Medio)
Reiter spada: 50% di energia, Squarcio lungo l'addome (Medio)


Edited by Lenny. - 25/11/2013, 15:20
 
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view post Posted on 28/11/2013, 12:49

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BLOOD CURSE-Zero's PoV-
Il sangue bagnò la lama, una striscia rossa si dipinse nell'aria come una pennellata, immobile in quell'istante di stasi dove le urla venivano distorte dal dilatarsi del tempo, dove i gesti parevano lenti. Fluttuava a mezz'aria il rigagnolo cremisi che la Muramasa aveva strappato dall'addome di uno dei Korps, ignara della gravità, dedita alla teatralità del momento. Ma una battaglia è dinamica, non è fatta per i singoli momenti, non è fatta per intrappolare gli attimi. Lo schizzo accelerò, il tempo riprese a scorrere e il fiotto di sangue andò ad imbrattare il pavimento, mascherato in alcuni punti dalle figure degli altri due maledetti. Uno stivale trovò l'appoggio, un singhiozzo soffocato ne fu la prova. Mi sollevai in piedi, scagliai un ultimo colpo a fronteggiare i tre che mi frapponevano al Beccaio. Mosse rapida la mano, contrasse i muscoli dell'addome e solo la punta della lama solcò la sua pelle. Poco importava. Ruotai il corpo, strisciai la gamba larga sul terreno come per danzare, fissai l'equilibrio per sostenere il peso di quel tondo. Acciaio e ossa mutate cozzarono come lama contro lama, ma la Muramasa era più che semplice metallo battuto dal mastro artigiano conosciuto per la sua Collera insaziabile. Acido, la forma liquida dell'astio e dell'invidia stessa, che tutto corrode e distrugge perché nulla deve esistere se non la spada stessa. Un ghigno malefico ad annunciare al nemico cosa stava accadendo, un sorriso compiaciuto e un ultimo scatto secco col busto. Un suono secco, sordo, riecheggiante nelle orecchia del Korps che si vide recisa l'arma destra. La linfa d'odio della spada schizzò eccitata anche sulla carne marcia di quello che fu una creatura del mondo, strappandogli una smorfia di dolore e costringendolo ad indietreggiare qualche passo. Ripresi la guardia, scaricai la lama dal sangue e dal veleno con un colpo secco rivolto al suolo. « Non dovevi farlo. » Sibilò tra i denti massaggiandosi l'arto e guardando senza capire il moncherino. « Ti mangio il fegato, figlio di baldracca! » Risi di gusto, davanti a quel patetico essere e alla sua spavalderia appena spazzata via da un semplice colpo di spada. Presi fiato per ribattere, quasi ricaddi due volte nello stesso errore di prima: ignorare gli altri tre avversari. Il suono della picca contro la pietra del pavimento mi riscosse, mi spezzò le parole in gola. « Solo un secondo... » dissi alzando l'indice sinistro un istante prima di caricare nuovamente di energia la Muramasa, girandomi in spazzata a deviare il colpo con il manico diretto alla zona lombare. Recuperai la lama disegnando una U orizzontale frapponendola al fendente consequenziale al primo colpo. Erano stremati, lo si sentiva dalla portata dei loro colpi: prevedibili, stanchi, ridotti ormai allo stremo. Peccato di Superbia, penso il più in sintonia con la mia persona e quello destinato a farmi morire sul campo. Me ne accorsi con la coda dell'occhio, il Reiter con l'addome dilaniato aveva raccolto anche le palle oltre che l'intestino, e con uno scatto di follia alzò il piede a caricare un pestone.

Spezzai la difesa con la lama, conscio ormai che non sarei riuscito ad evitarlo, ma come minimo volevo limitare i danni. Ruotai la spada puntando con la punta lo stomaco del picchiere, e frapponendo la spalla allo stivale dell'informe, affondai l'arma nella carne del nemico cercando di farne un punto fisso per non venir scaraventato via. Non funzionò gran che. Volai via ignorando addirittura se l'affondo avesse avuto effetto o meno, il colpo era stato portato con una potenza tale che avrebbe sradicato anche una colonna fissa al terreno. La spalla sinistra era intorpidita dal colpo, le gambe non toccavano il terreno ma la spada era salda nella destra, carica di energia dal colpo prima. Hypnos vegliava ancora su di me, prese il controllo delle mie membra come un burattinaio. Raccolsi le gambe al petto, ruotai su me stesso e piantai la spada nel pavimento puntellando il terreno retrostante con i piedi. Un rumore infernale squarciò la pietra di RottenHaz, un arabesco di crepe presero a diramarsi dal solco che stavo lentamente disegnando nel tentativo di arrestare la corsa verso la parete. L'idea era buona, la realizzazione pure, peccato per il finale. Pietra su pietra posate e maledette a formare quella che era la magione semovente del Beccaio accolsero con un fragore sordo la mia schiena, strappandomi un singhiozzo muto. Mi mancò il fiato per qualche istante, mi sorressi sulla spada conficcata alla fine del solco che avevo disegnato per qualche metro abbondante appoggiandovi entrambe le mani sopra e calando la testa tra le braccia. Dovevo ammazzarli, dovevo provare al Vecchio che stava li a sorseggiarsi quel suo merdosissimo vino che ero quello giusto con cui stringere un alleanza, quello giusto per portare avanti la crociata contro il Goryo, contro Shivian. Urlai in una progressiva escalation d'intensità. Dapprima mi udii da solo, un urlo straziato dal dolore e dal senso d'impotenza, ma man mano che questo cresceva, crescevano anche le emozioni che lo generavano: Odio, Violenza, Vendetta. Alzai lo sguardo, staccai la schiena dall'arabesco di crepe sul muro e impugnando la lama con entrambe le mani presi a correre a passi sempre più ampi e rapidi ripercorrendo il solco nel terreno. Ad ogni passo l'acciaio strideva, ad ogni passo scintille miste a saette di energia pura ricoprivano la lama, ad ogni passo la morte di quel Korps si avvicinava. Ancora un metro, ancora più carica, ancora più energia continuavo a ripetermi nella follia che ormai guidava la mia mano. Non arrivai a colpirlo, non ci arrivai nemmeno vicino a dire il vero, estrassi semplicemente la lama dal terreno conscio che qualcosa di più letale dell'acciaio avrebbe proseguito la corsa. Una lama di luce continuò il tragitto nel terreno, scavano il solco nella direzione opposta a quella nel quale era stato generato. Era follia, la furia della battaglia prese il sopravvento su ogni parte logica e razionale del mio cervello, lasciai la lama alla mancina, impugnando con la destra la pistola. Percepivo il flusso della battaglia, lo scorrere dell'energia che si era accumulato in quella sala, il sesto senso che guida i guerrieri. Puntai l'arma quasi senza mirare esplodendo gli ultimi due colpi prima di rilasciare al suolo il caricatore. Uno per ciascuno dei due ancora vivi, diretto alla testa, puntato a finirli una volta per tutte. Mi girai infine verso quello che più avrei voluto vedere morto, sorridendo con un'espressione che io stesso ignoravo. Follia mista a depravazione in un cocktail letale chiamato Zero. Inclinai la testa da un lato rivolgendomi a lui ad occhi sgranati.
« ...dicevi del mio fegato? »

Fisico. B. Braccio Dx + M. Gambe + A. Diffuso tra schiena e braccio Sx
Mente. A. Provocazione
Energia. 80% . 110 -10 -20

CS
Agility 4 . W.M. 1

Attive
誇り 10% . Dominio dell'energia 20%
Passive
Energia Pura . Ascensione
Contagio . Presenza Ancestrale

Riassunto:
Paro il colpo diretto alla schiena con la tecnica di powerup dei colpi fisici a Medio, descritta tramite energia sulla lama che spezza il colpo. Paro poi il Fendente senza problemi essendo un colpo fisico portato senza Pow.Up di CS (scadute al turno precedente). Incasso invece il pestone per intero, cercando di limitare i danni offrendo la spalla al posto del volto. Tento di affondare la lama nel ventre del Reiter Picchiere per frenare il colpo (lascio a te valutare il SE e il COME di danni ed efficacia), ma vengo comunque sbalzato via. Garante dei 4CS in Agilità recupero in volo la stabilità e ancora in possesso del potenziamento a Medio del colpi lo sfrutto per piantare e forare il terreno (altrimenti difficoltoso senza CS in forza e senza spada in possesso di passive di indistruttibilità). Nonostante tutto impatto contro il muro. Mi riprendo e corro verso gli avversari caricando la spada con un'alto della variabile offensiva, scagliandolo come una mezzaluna che solca il terreno e diretta a colpire il Reiter armato di spada che mi ha sferrato il calcio. Estraggo poi la pistola e sparo un colpo a testa sia al picchiare che a quello piegato a cercarsi le palle. Concludo con il rivolgere l'attenzione a quello con le la lama.


 
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Lenny.
view post Posted on 1/12/2013, 23:06




Blood curse ~


Il reiter menomato digrignò i denti, scrutando Zero con occhi assetati di sangue. Gli altri soldati si contorcevano al suolo, i corpi scossi da spasmi di dolore, sempre più lenti, sempre più stanchi. Ma non sarebbero morti, non così facilmente. Si stavano trasformando nella loro vera forma. Uno stato bestiale durante il quale avrebbero perso il senno, distruggendo ogni cosa capitasse loro a tiro. Ma non era questo il volere di Viktor von Falkenberg. Il Beccaio aveva sempre amato l'ordine e la disciplina. Quel bailamme caotico iniziato nella Sala stava sfuggendo al suo controllo. Andava fermato subito.

« Può bastare. »

La sua voce, dura e imperiosa, fece voltare di scatto il reiter rimasto in piedi. Di fronte a un comando impartito direttamente dall'oberkommandierende, un semplice soldato incursore non poté far altro che chinare il capo e arretrare in un angolo buio della stanza, non prima di aver scoccato una occhiata densa di veleno al giovane Zero. A dispetto di qualsiasi ordine, quel soldato non avrebbe dimenticato. E un giorno, presto o tardi, avrebbe avuto modo di regolare i conti con l'altro.
Ma quel giorno, il Beccaio aveva in mente ben altri piani per il futuro di Zero. Si alzò dallo scranno, fissando il guerriero tanto ardito dall'alto verso il basso, benché Zero fosse ben più alto e più grosso di lui. Ma entrambi sapevano quanto relativo fosse il potere del corpo. Specialmente all'interno della fortezza maledetta.

« Sei giovane e letale, Zero. Di questo devo rendertene merito.
L'unica cosa che mi chiedo è se tu sia anche sveglio.
»

Poteva percepire l'essenza di Zero, specchio di un'oscurità affine a quella del suo esercito. Zero possedeva al suo interno non una, bensì tre forme di un potere arcano e maligno, che di gran lunga trascendeva la miserabilità della stirpe umana. Eppure, anche quel potere poteva crescere, se diretto verso il giusto fine, e se rinfocolato dall'aura di RottenHaz. Viktor vedeva in Zero una spada brutale da forgiare nella sua fucina. Un elemento valido che, tra le sue file, avrebbe potuto fare la differenza in non poche circostanze.

« La tua forza ha un enorme valore, e sarebbe un terribile spreco abbandonarla a se stessa. Io ho bisogno di uomini come te tra le mie file, così come tu hai bisogno di veder crescere quella forza. »

Fece un gesto ampio con le braccia. A voler abbracciare tutta RottenHaz.
Sul viso un ampio sogghigno che andava da un orecchio all'altro.

« Riabbraccia la nobiltà della tua stirpe tra i miei Korps.
E aiutami a costruire un nuovo, glorioso mondo!
»

 
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view post Posted on 9/12/2013, 11:49

S c h e d aC o n t o


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BLOOD CURSE-Zero's PoV-
Uno dopo l'altro i Korps del beccaio caddero all'impietoso piombo, righe di sangue macchiavano i muri già lerci del maniero, rocce distrutte e macerie ne solcavano il pavimento e sudore misto a sputi ne insudiciavano le parti rimaste indenni. Strisciai la lama per terra con passi lenti e calibrati, respiravo affannosamente, le braccia erano pesanti e sul corpo mi gravava un peso che ancora per poco avrei retto. Cosa mi teneva ancora li? ritto davanti all'aborto partorito da RottenHaz stessa? Orgoglio, Volontà di non cadere, Cocciutaggine. Io non sarei caduto, io non sarei stato sconfitto. Già una volta ero morto, ma ero anche tornato dal mondo dell'eterno crepuscolo per saziare la mia vendetta, per sfogare l'ira del senzanome, per conquistare e distruggere. Levai la spada lentamente in guardia, sorridendo beffardo al menomato.
« Può bastare. »
Quelle parole giunsero come una secchiata d'acqua gelida lanciata sul fuoco. Un crepitio mi percosse tutti i muscoli, un'insaziabile voglia di disubbidire, una fiamma che ancora ardeva e voleva prendersi ciò che le spettava. Chiusi gli occhi e abbassai il capo, strinsi la spada con tutte le mie forze cercando di scaricare la tensione sull'elsa, di trasmetterle la mia volontà di sangue per lavarmela di dosso. Inspirai a pieni polmoni il fetore della morte, e simbolicamente lo lasciai andare attraverso le narici, calando l'arma nel fodero. Guardai con aria folle e carica d'odio la creatura, che più di chiunque altro in quel momento mi era vicina in quanto sentimenti. Ci potevamo leggere l'uno nell'animo dell'altro la volontà di sfida e di morte, e prima o dopo uno dei due sarebbe caduto.
« Sei giovane e letale, Zero. Di questo devo rendertene merito. L'unica cosa che mi chiedo è se tu sia anche sveglio. »
Mi voltai verso il beccaio assumendo un espressione più calma e contenuta. Avanzai verso di lui, e lentamente anch'egli si levò dallo scranno facendo per incontrarmi a metà di quel cammino disseminato di corpi.
« La tua forza ha un enorme valore, e sarebbe un terribile spreco abbandonarla a se stessa. Io ho bisogno di uomini come te tra le mie file, così come tu hai bisogno di veder crescere quella forza. »
Aprì le braccia a coprire idealmente tutte le sue creature, quello che ora era solamente un maniero mobile, e che prima o tardi sarebbe stato il mondo intero. Un solco sottile e infido gli si aprì sul volto sfregiato dal tempo, un'espressione sottile e malvagia di chi pregusta un vino ma ne sa attendere la stagionatura.
« Riabbraccia la nobiltà della tua stirpe tra i miei Korps. E aiutami a costruire un nuovo, glorioso mondo! »
Risposi al sorriso, rinvigorito da quell'odio che maturavo dentro da ormai troppo tempo, e che lentamente iniziava ad intravvedere la propria via d'uscita.
« Scusa se non ti abbraccio, sono più a mio agio a sentirmi addosso un paio di tette che un petto villoso. Convenevoli a parte, sono venuto qui per cercare un alleato, e me ne andrò avendo trovato un padre. » -alungai la detra verso Viktor- « Alla caduta del Goryo, ad un nuovo mondo. Al nostro mondo. »
Scusa l'immenso ritardo ma ho un botto di consegne per l'uni, ci sono parziali e aziende che vogliono Brief avvisando 10 giorni prima. T___T Chiedo ancora perdono.
 
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Lenny.
view post Posted on 15/12/2013, 12:05




Blood curse ~


Viktor von Falkenberg rispose energicamente alla stretta di Zero, sostenendo il suo sguardo a occhi stretti.

« Benvenuto a RottenHaz.. »

Sibilò, senza mollare la presa. Al contrario: la nodosa mano del Beccaio si serrò su quella del guerriero con un impeto tale da sembrare che volesse stritolarla, riducendola a un grumo di carne informe. Ma fu solo un istante, il frammento di un battito di ciglia, e sul dorso della destra di Zero si andarono formando una serie di striature circolari, piatte e oscure, che subito serpeggiarono lungo l'avambraccio, il braccio, la spalla, dilatandosi nel torso come esseri dotati di vita propria. E come serpi, infine, morsero la carne della loro vittima -o in questo caso, del loro ospite- chiudendosi tutte assieme in un preciso punto tra la spalla sinistra e la base del collo. La sensazione fu quella di mille aghi roventi infilati contemporaneamente in uno stesso punto del corpo.
Zero fu scosso da un dolore improvviso e lancinante, tanto da costringerlo in ginocchio, a portarsi le mani nella zona offesa. Non vi avrebbe trovato traccia di alcuna ferita, e il dolore sarebbe scemato presto. Lasciando il posto a un piccolo disegno nero. Il teschio alato, effigie dei prodi Falkenberg Korps, era stato marchiato a fuoco nella carne e nello spirito della sua nuova guardia scelta.

«..reitermajor Zero. »

~ Gebieter__ _ Egli sembra non avere rivali degni di lui, perché nessuno, in fondo, può comparare la forza dell'Asgradel insita in lui. Proprio per questo Viktor non si tira mai indietro verso una sfida, perché sa di poterla vincere. Sa bene di poter schiacciare il nemico, feccia immonda che non meriterebbe nemmeno di assistere alla grandiosità con la quale si destreggia il Beccaio. Viktor è però un uomo assai volubile, lunatico in alcuni casi. Spesso la tenacia e la voglia di combattere da parte dell'avversario può arrivare a stupirlo, a suscitare interesse nella sua persona. Per non lasciarsi scappare tale fonte di interesse, lo stesso Beccaio ha riservato a queste persone un posto speciale all'interno dei Korps, un posto ambito e allo stesso tempo temuto da tutti: la guardia reale. Una persona alle strettissime dipendenze di Viktor, il cui unico obiettivo è preservarne la figura, difenderlo ad ogni costo. Una posizione di rilievo, senza dubbio, ma che costa alcuni sacrifici al Beccaio e alle stesse guardie, legate da un vincolo indissolubile alla figura di Viktor. Per coloro ai quali Viktor non concederebbe nemmeno un secondo, invece, egli ha riservato un destino molto più crudele della morte: un obiettivo irragiungibile. Egli costringerà il suo avversario sconfitto a idealizzare come suo unico scopo nella vita quello di distruggere i Korps. Ma si sa, nessuno può distruggere l'armata infinita del Falkenberg.
{Nullo di PK; Viktor fregia del titolo di "Guardia Scelta" un bersaglio. Da quel momento in poi, la guardia avrà come unico scopo quello di difendere Viktor von Falkenberg, entrando a far parte a tutti gli effetti dei Korps. Le guardie scelte non sono soggette al vincolo di RottheNhaz, esse potranno infatti entrarvi e uscirvi quando vorranno, proprio come Viktor; Malus; Viktor può nominare al massimo tre guardie scelte. Per nominare una guardia, Viktor dovrà cancellare uno dei suoi ricordi. Se il numero delle guardie dovesse eccedere il massimo di tre, allora le tre guardie precedenti perderanno il titolo e subiranno un danno permanente che le renderà sorde; tale prezzo da pagare dovrà essere sempre rivelato nel momento in cui Viktor utilizzerà la tecnica; Nullo di PK; Viktor costringe un bersaglio a vagare all'infinito per cercare di distruggere i Falkenberg Korps}
 
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13 replies since 16/11/2013, 12:22   309 views
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