Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Un'ennesima scazzottata

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Emelianenko
view post Posted on 23/11/2013, 17:50




Sfidanti: Nergal vs Sergey Magomedov
Energia: Gialla vs Verde
Pericolosità: F vs E
Tempi di risposta: //
Durata: Un post di presentazione più cinque post di combattimento
Posta in palio: //
Pk: Off
Primo post: Nergal

 
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Tristàn
view post Posted on 30/11/2013, 20:16





Il solito schifo! O meglio il solito sciacquabudella, della solita città dell’Akerat, della peggiore, infame, schifosa bettola di tutto quell’infame deserto. Avventori ubriachi, gole sudice con denti marci sbraitavano accanto a lui in un misto di alcool, marciume e puzza di tabacco da quattro lire. I peggiori rifiuti umani erano lì tra tagliagole dalla lingua tagliente e dalla mano lenta, criminali, ricercati, mercenari, pazzi e chi un posto dove andare non cè l’aveva e il destino lo aveva fatto fermare in quel buco di culo…per sempre. Poveri loro e povero lui che si ritrovava in quell’inferno: Kagyr Khan aveva perso un ferro e una tormenta di sabbia lo aveva costretto a fermarsi da quelle parti – sfiga nella sfiga – non vi era neanche il fabbro! O meglio c’era ma era fuori paese per alcune commissioni e così, tra una bestemmia, un “Vaffa” e un respiro profondo non poteva fare nient’altro che attendere.
Quanto? Bella domanda e chi lo avrebbe mai saputo!

Quando la sfiga ci si mette! E che palle però…chissà quanto tempo dovrò aspettare… sospirò tra sé e sé mentre quel fuoco liquido gli faceva attorcigliare le budella come se qualcuno gliele stesse strappando di dosso.
E comunque odiava questo genere di situazioni oltre al fatto che non si lavava da una settimana e che una stanza non era nemmeno pensabile, visto che quel posto sembrava essere stato bombardato da Ray mentre ascendeva al rango di Dio!
Era lì e aspettare qualcuno – qualcuno che non sapeva neanche che avesse un cliente – era una cosa che lo faceva imbestialire e non poco: non amava dipendere dagli altri, aspettare gli altri o mettere il suo destino, il suo tempo e la sua vita nelle mani di chicchessia. Era una cosa che non sopportava e che non amava: lui decideva della sua vita ed ora doveva attendere: cause di forza maggiore lo tenevano inchiodato lì già da due giorni buoni e ormai la sua pazienza stava pian piano scemando.
Aveva affari urgenti e voleva sbrigarseli il più in fretta possibile e si maledì – coem maledì la sfortuna e il giorno che si era messo in viaggio – e sbattè forte il pugno ad ordinare quella brodaglia che facevano passare per liquore.
Sembrava petrolio e se gli avessero buttato un fiammifero in gola sarebbe andato a fuoco ed esploso come una bomba per quanto quella “cosa” fosse così lontana dall’essere un liquore: sembrava che la sua utilità fosse lo sgrassare pentole, cessi e sciogliere acciaio ma almeno, di buono, aveva che faceva ubriacare in fretta. Almeno il tempo sarebbe passato più in fretta…una notizia buona tra mille cattive. Ma se è vero che il postino bussa sempre due volte e non vi è due senza tre allora doveva immaginarselo che i guai – guidati da quella sfiga – erano solo all’inizio.

Tu sei un Toryu vero pezzo di merda?! Chi sei?! Arrivò prima l’olezzo di fogna di quella bocca che le parole, che non fecero altro che acuire il senso di schifo che aveva: i denti gialli, alcuni caduti, altri marci, barba sfatta e ispida da cui colavano gocce di birra e saliva; sputacchi e capelli oleosi attaccati su una testa di merda; occhi annacquati e gialli dal troppo alcool e una linea gialli su baffi mal curati. Mani callose, unghie nere e spezzate un corpo da belva, ispido pelo usciva da spalle che sembravano montagne e da un petto enorme che si gonfiava sempre più ritmico: quella mano sbattuta sul tavolo e la puzza di alcool e marciume invase le sue narici – dovette trattenere il fiato – prima di posare i suoi occhi bicolori in quegli dell’uomo.

Sto cazzo! Per la seconda domanda per la prima sono solo un viandante finite in questo cesso per cause non mie! E lo guardò profondamente negli occhi. Vide il movimento di altri suoi compagni mentre le puttane si facevano da parte, lampi argenti brillarono, movimenti che già sapeva: quante volte aveva visto quel movimento? Quante volte era stato tastato in quel modo? E quante volte il risultato era sempre lo stesso? Troppe volte…cambiavano solo i modi; i risultati quelli rimanevano sempre uguali.
Certo non che era importante combattere per il Toryu – a dirla tutta poco gli importava dei profumi e dei suoi intrighi – ma era una provocazione. Forse la sua sacca d’oro era stata notata, o forse era solo l’ennesimo straniero che pensavano portasse una spada per ornamento. Errore? E sorrise malevolo…mentre una mano andava a lisciarsi la barba incolta e la sinistra scese ad accarezzare Ixtlàn: il freddo metallo ruggì al tocco e gli occhi furono spostati, lenti, inesorabili, su quella botte di alcool e letame.

Se ti piacerebbe avere quella mano per farti una bella pippa toglila!

Toglierla uomo? Te puzzi di Toryu e io odio i Toryu: hanno preso mio fratello e si credono onnipotenti! Ti ho visto scendere dal tuo cavallo, con le tue armi e quella puzza sotto il naso tipica di ogni Toryu. Come a pensare che tutto vi sia dovuto...pezzi di merda sputo su di voi! Noi qui nella fogna voi a pulirvi il culo con la seta!

Uno sputo sul suo petto. Altri si avvicinarono e i suoi occhi viaggiarono su quelle sagome e fu un attimo: una mano posata sulla sua spada che tentavano di rubargliela; mani che lo afferrarono e lui rise. Rise perché almeno passava il tempo: le sue gambe erano affilate come lame un calcio ad uno nella milza e il sangue sgorgò , spruzzando dappertutto. Si rigirò e il suo pugno si schiantò sul naso di un altro. Che andò a sbattere contro un altro avventore.

Facciamola finita! Stronzate! Tu vuoi solo menare le mani e fregarmi l’oro e le armi. Per cui visto che voi feccia mi state bellamente sulle palle vi uccido tutti e vaffanculo!

Ed era serio quando lo disse: i suoi occhi e quel sorriso adornavano il suo volto duro e la lingua passò, malevola, su labbra umide e voluttuose.

Avanti feccia! Fatemi divertire! Ucciderò te e tutti quanti! E poi io non faccio parte del Toryu e il Toryu che fa parte di me! è diverso ma sticazzi...volete battervi?! Bene! le sue mani indicarono tutti lì dentro e i suoi occhi passarono, ruggenti come il magma, su ognuno di essi e la sua voce riecheggiò sicura e, con un calcio ad un tavolo – tanto per avere spazio di manovra – invitò chiunque a farsi avanti.

Avanti cojonazzi! Voglio divertirmi prima che mi ferrino il cavallo! Fatevi sotto e fatemi vedere i vostri intestini…






Nergal
Energia: Gialla Pericolosità: G CS: +1 Concentrazione; 1 Forza; 1 Costituzione
Status fisico:
Status Psichico: Consumi energetici in questo turno: %
Riserva energetica residua: 100%
Armi in uso: Anglachel Pistola 5/5; Araxe & Ixtlàn

_ ___ _____ ___ _

Abilità Passive:
Abilità razziale Autosufficienza ~ Di tutte le razze, i mezzi demoni sono senz'altro quelli più denigrati, allontanati e scacciati di tutti. Proprio per questo, quindi, hanno dovuto imparare a cavarsela da soli e non farsi mettere i piedi in testa da nessuno. Crescendo in questo modo, i mezzi demoni si sono abituati a gente che tenta di intimorirli, minacciarli o irretirli e hanno sviluppato quella che potrebbe definirsi una particolare "abilità razziale". Sono infatti parzialmente immuni alle influenze psicologiche. Non a tutte, si intende, altrimenti risulterebbero atoni e privi d'emozioni, ma senz'altro, a differenza di tutte le altre razze, si lasciano intimorire meno facilmente e persuadere con notevole difficoltà.
Il timore provocato dalla vista di demoni o angeli, ad esempio, non avrà su di loro effetto.
Sensazioni profonde come forti paure, o tanto grandi, però, avranno comunque effetto. Quest'abilità è una normale difesa psionica di livello passivo.
[Passiva Razziale].

Scaglie effimere; abilità passiva: conferisce due CS al fisico del personaggio che indossa l'armatura, da decidere al momento dell'acquisizione della stessa e non cambiabili dopo. Natura magica. Malus: la passiva cessa di funzionare non appena il totale delle ferite riportate sul proprio corpo raggiunge o supera il Critico.

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Abilità Attivate:


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Riassunto e Note:
I primi post sono un dramma per me. Ecco a te e buon duello ^^



 
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Emelianenko
view post Posted on 10/12/2013, 09:50




La locanda era stracolma di prostitute e bigotti. La feccia della società sbraitava gioiosa: ladri e furfanti urlavano e sghignazzavano quasi fossero in festa.
Come se avessero qualcosa da festeggiare.
Grida, risate, casino. Qualche piatto volava e di tanto in tanto si poteva udire il rumore d'un bicchiere fracassato a terra.
Il tutto era condito dal nauseante odore di alcol della peggiore qualità.
Eppure la locanda era piena. Piena di rifiuti, di scarti; piena di tutto ciò che era superfluo e non aveva ragione di esistere.
E forse Sergey era parte di questi avanzi.
Sedeva composto su uno sgabello, con lo sguardo fisso sul bicchiere di rum. Il baccano che lo circondava pareva essergli estraneo, come se non gli appartenesse: i suoi pensieri scorrevano veloci, per nulla infastiditi dalla feccia che lo circondava.
Era in pena: sua figlia era scomparsa ormai da troppo tempo e non sapeva cosa fare per ritrovarla; da più di qualche giorno frequentava quel posto ed ogni volta aveva finito per picchiare – e persino uccidere – qualcuno.
Quella sera, lo sapeva, le cose non sarebbero andate diversamente.
Fu un giovane dalla vermiglia armatura a fornirgli il pretesto per l'ennesima rissa. S'agitava sicuro invitando i presenti a sfidarlo in un duello; in nome di cosa, poi?
Un sorriso prese forma sul volto di Sergey: aveva trovato il modo di soddisfare il suo capriccio.
Uno spiraglio di vento alitò particolarmente forte, sbattendo la porta d'entrata e facendo ondeggiare il lampadario che già non pareva particolarmente stabile. Per un istante lo scricchiolio della lampara fu l'unico rumore udito, poi subito riprese il baccano di prima.

"Critichi la feccia, eppur non mi sembri così diverso da coloro che ne fanno parte."

Parlò a voce alta, sicuro che tutti avrebbero prestato attenzione a quanto aveva da dire. Ed in effetti molti zittirono nonappena Sergey cominciò a pronunciar parola. Questa volta il silenzio durò più di qualche secondo e fu seguito da un rapido brusio. Sì, perché praticamente tutti sapevano cosa sarebbe successo: l'ennesima rissa stava per avere inizio.

"Forza, sono qui, divertiti pure".

Disse infine, alzandosi e facendo segno all'uomo di accomodarsi.
I suoi modi erano semplici, eppure conditi da una sinistra eleganza; le braccia distese quasi in un insensato abbraccio, parevano invitare l'individuo in quello che sarebbe stato l'ultimo gioco della sua vita.
Un gioco. Sì, perché per Sergey era solo un gioco. Rischiava la vita in risse e scazzottate contro gli individui più improbabili solo per soddisfare un suo capriccio. E giustificava a se stesso queste azioni tentando di convincersi che gli uomini da lui eliminati non erano che la feccia della società.
Ma mentre coglieva la provocazione dell'uomo, un dubbio cominciò a farsi strada nella sua mente: era realmente diverso da loro?
Forse era più malvagio di ognuno di quei delinquenti; forse era solo l'ipocrisia a guidare i suoi comportamenti. Forse. Eppure per quanto Sergey si lambiccasse il cervello, sapeva che mai sarebbe riuscito ad evitare di cedere a questa tentazione; era sicuro – ed i sensi di colpa gliel'avevano fatta pagare con i più penosi sentimenti – che in lui esistesse qualcosa di sbagliato; era consapevole, per quanto non volesse ammetterlo neanche a se stesso, che nel profondo del suo essere albergava null'altro che mera malvagità.
E dunque procedeva in quel penoso circolo vizioso, dove la soddisfazione di un combattimento e la libidine di un'uccisione lasciavano presto il posto alle angosce dei sensi di colpa, in attesa di trovare lo sfidante che sarebbe stato in grado di porne fine.
Energia:
100%

Status fisico/Psicologico:
Illeso/Illeso
16/16 / 16/16

Cs:
2 Destrezza

Armi:
L'arto sinistro di Sergey pare appartenere più ad un demone che ad un umano. È composto da una sorta di corazza di colore nero, salvo alcune venature grigiastre che compongono un'illogica trama. L'uomo è solito coprire il braccio con delle bende. [Arma naturale]
L'arto destro è invece più simile a quello di un umano: l'unica anomalia consiste nello spessore esagerato delle vene, e nelle unghie estremamente affilate; esse sono infatti lunghe circa il doppio del normale ed in grado di tener testa persino alla lama più tagliente. Molto spesso indossa un guanto che ne cela malamente le anormalità. [Arma naturale]
L'intero corpo, in realtà, è estremamente resistente, al pari delle armature più leggere. Nonostante ciò, non presenta particolari anomalie. [Arma naturale]
Le uniche armi che in effetti possiede, sono una pistola antica dalla lunghezza di 37 cm e l'altezza di 11 cm [Pistola – 5 colpi disponibili a giocata], ed un archibugio della lunghezza di 70 cm, l'altezza di 15 cm ed il peso di 3,5 kg [Fucile – 3 colpi disponibili a giocata].

Consumi:
B:5 M:10 A:20 C:40

Abilità passive:
Ian Tao: Sergey ha sviluppato la capacità di muoversi senza far alcun rumore ed al contempo riesce a non emettere alcun odore, impedendo a chiunque di percepire la propria presenza attraverso l'udito o l'olfatto. Inoltre il suo passaggio non crea alcuna vibrazione, e non lascia traccia alcuna sul terreno.[I e II Effetto passivo del dominio Assassino]
Indifferenza: Fin da quando era piccolo, Sergey è sempre stato poco influenzabile dagli eventi esterni, forse per la sua natura, forse per il modo in cui è cresciuto. In termini tecnici, possiede una difesa psionica passiva. [Abilità razziale Autosufficienza]

Abilità attive:
//

Note:
Semplice post d'introduzione; a te la mossa e che vinca il migliore!

 
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Tristàn
view post Posted on 29/12/2013, 15:48





Era lì in mezzo a quel casino di gole, urla, nasi rotti e sedie che volavano. Passare il tempo poteva essere deleterio…vero ma alla fine lasciava sgombra la mente e il tempo correva più veloce. Era lontano da tutti e da tutto e per, una rarità, si sentiva stranamente libero e sgravo da un pesante fardello.
Il fardello di una scelta che pendeva sulla sua testa e che non poteva più essere rimandata: nere ali si aprirono contornate da una luce biancastra e occhi sempre vigilavano su di lui: in attesa di quel giorno. In attesa…e ogni giorno era una tentazione continua…ogni giorno poteva essere quello giusto: il Duca attendeva ad Eblys in una nera città, contornata da guglie che lambivano un cielo rosso in una terra nera che le leggende denominavano Inferno! Attendeva e spiava tramite Semyaza e i suoi accoliti e lamenti, voce e sospiri accompagnavano le sue cavalcate e la sua vita; sussurri e canti di sirena che lo accompagnavano e che irretivano la sua anima.
Quante volte? Quante volte li sentiva e doveva combattere contro un qualcosa che si agitava nel profondo della sua anima? Un mostro…come rinchiuso in una gabbia, legato da pesanti catene che si dibatteva furioso ogni qualvolta che quei sussurri si facevano più forti…più pressanti. Acquistava forza in quei momenti e la sua presenza era tangibile dentro di lui…in determinati momenti. Che la sua vita fosse solo un abbaglio? Un attimo di vivida parvenza per poi sparire? Per poi accorgersi che non aveva mai vissuto? Duale e cercato l’Ordo Draconis lo aveva protetto e istruito nei riguardi della Legge ma ormai il tempo era giunto: tempo di scelte e di presa di posizione. Ma per alcuni questo tempo non era mai giunto. Il tempo di dargli una scelta; alcuni nell’ombra tiravano già fili per portarlo a sé e solo in alcuni momenti sembrava vivo. Vivo come in quella scazzottata: i suoi occhi ridevano, un sorriso sardonico in volto e quei pugni come macigni che si abbattevano su chiunque. Poi una voce più chiara tra le altre; un sorriso come un taglio di spada.

Io mi stò già divertendo uomo….e poi uguale a loro non sono… disse calmo mentre lo guardava divertito come non mai.

Hai preferenze per l’osso che vuoi che ti rompa?!

Decine di spade attorno a lui saettarono verso il suo avversario; un tavolo lanciato e un colpo brutale saettò sul braccio sinistro del suo avversario per cercare di romperglielo del tutto. Il tavolo per coprire la sua offensiva, le spade per mascherare i suoi intenti; il colpo vero e proprio per rompere ossa e aumentare il suo divertimento. Si… si stava divertendo! E il suo braccio fu indirizzato verso il petto dell'avversario: in un movimento dall'alto al basso per tagliare e squarciare.
Forse un approccio un pò rude ma era meglio mettere subito in chiaro che lui non era un prezzolato cavaliere del Toryu tutti lustrini e paillette, lui era un guerriero forgiato nel fuoco della battaglia. nei miasmi della guerra dove i lamenti, i rantoli, l'odore di visceri e merda impregnava l'aria. Forse non lo avevano ancora capito...ma un esempio tangibile vale più di mille parole.






Nergal
Energia: Gialla Pericolosità: G CS: +1 Concentrazione; 1 Forza; 1 Costituzione
Status fisico:
Status Psichico: Consumi energetici in questo turno: 20%; 5%
Riserva energetica residua: 75%
Armi in uso: Anglachel Pistola 5/5; Araxe & Ixtlàn

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Abilità Passive:
Abilità razziale Autosufficienza ~ Di tutte le razze, i mezzi demoni sono senz'altro quelli più denigrati, allontanati e scacciati di tutti. Proprio per questo, quindi, hanno dovuto imparare a cavarsela da soli e non farsi mettere i piedi in testa da nessuno. Crescendo in questo modo, i mezzi demoni si sono abituati a gente che tenta di intimorirli, minacciarli o irretirli e hanno sviluppato quella che potrebbe definirsi una particolare "abilità razziale". Sono infatti parzialmente immuni alle influenze psicologiche. Non a tutte, si intende, altrimenti risulterebbero atoni e privi d'emozioni, ma senz'altro, a differenza di tutte le altre razze, si lasciano intimorire meno facilmente e persuadere con notevole difficoltà.
Il timore provocato dalla vista di demoni o angeli, ad esempio, non avrà su di loro effetto.
Sensazioni profonde come forti paure, o tanto grandi, però, avranno comunque effetto. Quest'abilità è una normale difesa psionica di livello passivo.
[Passiva Razziale].

Scaglie effimere; abilità passiva: conferisce due CS al fisico del personaggio che indossa l'armatura, da decidere al momento dell'acquisizione della stessa e non cambiabili dopo. Natura magica. Malus: la passiva cessa di funzionare non appena il totale delle ferite riportate sul proprio corpo raggiunge o supera il Critico.

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Abilità Attivate:
Schegge spirituali: il campione materializza il proprio armamentario dalle profondità dello spirito per scagliarlo su colui che potrà definire avversario.
La tecnica ha natura magica. Il caster ha la facoltà di evocare attorno a sé fino a dieci armi di pura e vitrea energia da poter manipolare telecineticamente e scagliare sull'avversario con gran rapidità; ognuna delle armi potrà seguire una sua personale traiettoria, potendo articolare assalti tanto imprevedibili quanto efficaci. E' possibile personalizzare le tipologie di armi a seconda della caratterizzazione del personaggio, così come le dimensioni, le fattezze o il semplice colore. Il danno complessivo inferto dalla tecnica ammonta ad Alto.
Consumo di energia: Alto

Infrangere: il campione stringe le proprie armi nel pugno ed assesta colpi tali da distruggere qualsiasi cosa ne divenga il bersaglio.
La tecnica ha natura fisica. Il campione fortifica il colpo seguente riuscendo, anche con le sole mani nude, a distruggere le armi, le armature o qualsiasi altro oggetto sia in possesso dell'avversario. La tecnica infligge un danno Basso all'oggetto divenuto bersaglio della tecnica, risultando inutilizzabile fino al termine della giocata.
Consumo di energia: Basso


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Riassunto e Note:
La prima parte è un po’ un preambolo del perché nergal si è gettato nella mischia, in questa scazzottata: non tanto per ma per cercare di scacciare le voci che da sempre ha in testa che cercano di irretirlo e portarlo dall’altra “parte”. Per cui si domanda se la sua vita sia davvero sua o solo un illusione messagli davanti e che sia già tutto scritto. Per cui si butta nella mischia un po’ per noia, un po’ per le offese ricevute, ma soprattutto per sentirsi vivo. Sentirsi totalmente ed esclusivamente solo di se stesso. Una rivendicazione della propria autonomia e libertà di scelta.

Per la fase d’attacco vera e propria:
Il primo attacco e un offensiva tanto per darmi tempo di avvicinarmi a te e preparare il colpo: uso una sedia per lanciartela addosso e coprire così il colpo per romperti il braccio sinistro. Finisco con un taglio verticale portato con il mio braccio sinistro, che è un arma naturale, indirizzato al petto. A te la tastiera.


 
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3 replies since 23/11/2013, 17:50   63 views
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