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La Via per Atlantide - Incroci fra Artefici, [Contest Mensile Dicembre 2013 - Plenilunio]

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The Grim
view post Posted on 31/12/2013, 19:47





Il pendolo imperiale annunciò il cambio dell'ora con rintocchi gravi e pesanti, che facevano tremare l'aria immobile del palazzo. Sotto la sua armatura di noce rinforzato si agitavano ingranaggi scricchiolanti che ruotavano l'uno sull'altro, laboriosi e senza attimi di pausa. In quel momento si erano fatti più frenetici, avvitandosi, cambiandosi di posto l'uno con l'altro, attivando leve, alzando e abbassando pesi diversi, e tutto ciò per attivare l'armonioso scoccare dei dodici rintocchi di mezzanotte. La lancetta dei secondi si spostava in avanti, il primo secondo del giorno nuovo dava il cambio all'ultimo di quello ormai trascorso, una staffetta quotidiana che durava da sempre. Eppure erano tanto simili che a non sapere chi fossero li si sarebbe scambiati l'uno per l'altro e senza quel richiamo del pendolo li si poteva confondere e non farci nemmeno caso, attraversare quel momento così significativo e farselo scivolare addosso senza prestargli la dovuta attenzione. Si era in quella soglia dove tutto poteva accadere, o così si diceva. L'ora delle streghe e dei folletti, dei morti che si rigiravano nella tomba, dei diavoli coi loro contratti fraudolenti e dei cospiratori che si riunivano a confabulare fino al primo raggio di sole. L'ora in cui non potevano essere commessi che crimini e inganni, al sicuro dietro al cadavere del giorno precedente che si accasciava, prima che il nuovo dì si facesse largo a reclamare il proprio posto nel tempo. Il momento peggiore per un incontro onesto.

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L'eco dell'ultimo rintocco era ormai svanita, il compito dell'orologio eseguito con la sua solita e impeccabile efficienza, la lancetta dei minuti che compiva il primo dei suoi sessanta passi. Il pendolo era puntuale, il suo ospite, colui che tanto aveva insistito per quell'incontro, no. Non un rumore o un segno anche minimo del suo arrivo. Di norma Tezzeret si sarebbe alzato e avrebbe lasciato il tavolo stizzito da una simile mancanza di rispetto: un minuto di ritardo era concesso ai servi o ai sottoposti inferiori che non brillavano per qualità, da un suo pari, da un arcimago indaffarato proprio come era anche lui, non lo tollerava e anzi lo innervosiva e indisponeva. Dopotutto era stato pregato fino all'esasperazione per accettare questo conciliabolo, che aveva rifiutato un paio di volte. Invece lasciò perdere e alzò lo sguardo alla volta celeste che si estendeva al di là del lucernario sotto il quale aspettava. L'arazzo blu scuro tempestato di luci come fossero diamanti si dipanava limpido, privo di nubi o foschie che ne oscurassero la magnificenza. Quell'enigma era lì alla sua portata eppure indecifrabile, gli sfuggivano i meccanismi che regolavano l'accensione delle stelle e il loro moto per il firmamento, la loro stessa natura. Avrebbe voluto squarciare quel telo oscuro per scoprirne ingranaggi e leve che gestivano quel complicato marchingegno. Ma l'astro che più di tutti attirava il suo interesse non era una stella, ma qualcosa di una natura completamente diverso, la Luna che campeggiava tonda e bianca al massimo del suo splendore. Era a metà del suo ciclo, il plenilunio, e dalla sera successiva sarebbe divenuta meno intensa, meno piena, sempre più oscura fino a farsi completamente nera e assente; e da lì avrebbe preso a crescere. Aveva passato notti e giorni a studiarne il moto con il telescopio, a scambiarsi osservazioni e irregolarità con studiosi da tutte le parti del mondo. E benché al variare delle stagioni la Luna impiegasse tempi diversi per la sua corsa notturna, la durata del suo ciclo rimaneva sempre la medesima, sempre quattordici giorni fra il nero più scuro e il bianco più brillante, sempre ventotto giorni per una vita intensa ma varia.



" Ventotto giorni, uno strano periodo di tempo, meno di uno mese ma quasi quanto esso. Quanto il ciclo di una donna. Per questo spesso è considerata la loro guardiana e madrina. O forse per questa stramberia, pazzo si dice anche lunatico, e in quei giorni di sangue le donne sono così inclini alla follia. Divertente, nevvero? "


Cancro era entrato senza alcun rumore ad accompagnarlo, silenzioso come un gatto e dieci volte più maleducato. Si era subito accomodato dall'altra parte del tavolino intrecciato, senza un saluto o il minimo cenno di decoro o cortesia. Tezzeret si permise un piccolo gesto irrispettoso e prese a scrutarlo prima di rispondere. L'arcistregone era un individuo non molto alto e nonostante la lunga tunica dai motivi violacei si avvertiva subito che fosse un uomo dal fisico gracile di chi era poco avvezzo all'attività fisica, le sue mani candide e ben curate dalle lunghe dita affusolate dicevano di lui quanto poco lavorasse e quanto tempo impiegava invece a curarsi. Sul viso imberbe e affilato non mancavano altri segni della sua dissolutezza: le borse gonfie sotto gli occhi infossati, lucidi e iniettati di sangue per via di chissà quale droga, un herpes arrossato che sporgeva sotto al naso; soltanto le sottili rughe da quarantenne gli conferivano un minimo di rispettabilità. Era la perfetta rappresentazione di un vizioso capo malavitoso, una persona inaffidabile e losca, quello che ci si aspettava quando si immaginava il sovrano dei Mastigos, i signori degli inganni. E questo lo metteva sul chi vive, era fin troppo sfacciato e palese, si mostrava proprio come si ci aspettava da lui. Tezzeret era molto diverso da quel che ci si aspettava da un signore della magia: era un uomo tarchiato, dal fisico molto muscoloso e le mani callose. Il suo viso, sebbene dalla barba e l'acconciatura curata, era abbronzato e pieno di piccoli segni e scottature; dopotutto lavorava per molte ore in una fucina.


" Su, non è bellissima?
Lassù come una regina al centro di un'immensa corte, la più grande dell'universo.
Nonché la più capricciosa.
"

" Beh Arcistregone, sono lieto che nulla di serio vi abbia trattenuto e che siate giunto al mio cospetto sano e salvo. L'ora è tarda e i miei impegni molteplici e pressanti, come i vostri immagino, dunque saltare convenevoli e frivolezze e passare direttamente a quanto più ci preme. Volevate incontrarmi poiché possedevate qualcosa capace di interessarmi e riguardante noi Obrimos della Torre della chiave dorata. E infine una proposta da farmi, a quanto mi è stato detto. "

" No, no, no.
Per prima cosa dovete rilassarvi e lasciar correre via questa orrida maschera gelida che portate ed essere semplicemente voi stesso, come si confà tra amici. Infatti fra poco lo diventeremo, e non bisogna nascondersi niente fra amici e sopratutto, essere schietti e sinceri.
"
" Non mi pare di essere stato insincero con voi. "

" Voi mi temete, non riuscite a fidarvi di me poiché io sono il terribile signore dei Mastigos, stregoni e assassini, manipolatori di mente e illusionisti. Dunque io devo essere il peggiore di loro essendone colui che li guida, e non forse il più saggio visto che impedisco loro di essere solo pazzi scellerati?

Io dovrei invece pensare che voi siate, come primo fra i teurghi Obrimos, un bacchettone interessato solamente a oziose ricerche sull'origine della magia?
Eppure so che preferite una calda fucina a una polverosa libreria, benché condividiate coi vostri colleghi l'amore per gli enigmi e la loro soluzione.
"

" Io, capisco cosa vogliate dire. È vero, sono diffidente nei vostri confronti, e innervosito dalle vostre frivolezze e dal vostro ritardo.
Ancora non mi avete detto cosa volete e perché eravate tanto interessato a questo incontro.
"

" Non sono frivolezze, proprio perché siete diffidente mi era necessario per me parlarvi della luna, sopratutto oggi che è piena. I Mastigos nell'antichità non erano forse conosciuti come Figli di Oneiros?
Il padre dei sogni conosce tutti i pensieri e le paure degli uomini, la loro più intima natura nascosta nell'inconscio. Chi vegli sui dormienti mentre le loro palpebre sono chiuse e i loro involucri indifesi?

Lei, alta nel cielo, la più sacra delle guardiane. Se un Mastigos vuole essere malevolo deve farlo quando il suo sguardo è chiuso, se invece cerca sincerità sa che bisogna attendere quando la sua luce è più intensa per prestare giuramento o firmare un trattato. Non è a lei che gli amanti pronunciano i più sinceri desideri e le preghiere più disperate?

Come tutte le donne, è materna e amorevole, ma sa anche essere vendicativa e infida, basta rispettarla. Puoi stuprare una giovincella o non pagare una baldracca, puoi mentire a tua madre o circuire una regina, ma tutte sapranno come farti del male. Se proprio devi ingannarle, devi farle innamorare di te, perdutamente. Sotto la sua luce allora non avete nulla da temere, Tezzeret, soltanto da guadagnare.
"

" Belle parole, peccato che essa non sia altro che una roccia appesa molto distante da noi. Siete un poeta e capisco come siate giunto in alto fra i ranghi degli ingannatori, ma anche loro sono furbi. Da bravo politico quale siete, ora che la vostra parlantina e i vostri vezzeggi sono finiti, passerete alle minaccie immagino. "

" Di meglio: passerò ai fatti. "

Le sue mani pallide passarono sul tavolino e poi dal nulla apparve, come il migliore dei giochi di prestigio, uno strano artefatto: dei bracciali dorati con tubi che partivano dalle sue estremità, parecchio ammaccati e bruciati in più punti, con fori che si aprivano da una parte all'altra. Gli occhi di Tezzeret si spalancarono di colpo, colti di sorpresa e dallo stupore.

" Ma questi sono.. "
" Ciò che resta del vostro pupillo, di Ral Zarek. Un ragazzo ambizioso che ha fatto il passo più lungo della gamba, troppo impaziente. Lo sapete io come lo sapete voi, ma mi era simpatico poiché perseguivamo la medesima ambizione. Entrambi cerchiamo il potere, per scopi piuttosto personali, lui non è riuscito a sopportarne il fardello, si è messo contro qualcuno più potente di lui; qualcuno che presto vorrà morto anche me. "
" E immagino che voi sappiate chi sia e che chiediate il mio aiuto per schiacciarlo. Cercavate forse un aguzzino? "

" Per uccidere Chandra Nalaar?
Beh una mano non mi spiacerebbe, ma quella è una cosa che io potrei far da solo. Ditemi Tezzeret,

voi cosa sapete di Atlantide?
"

Sorse il sole e quella discussione non era ancora finita, ma un'alleanza era stata forgiata.




Finito in tempo, per fortuna.
Per conoscere gli eventi di cui parla Cancro, si riferisce alla quest Il Lascito di Chandra.
 
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