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Aper army ····· - Group:
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| Առաջին ~ I primi problemi ~ Խնդիրներ
(Vahram [pensato, lingua aramana], Omar) Due occhi vispi e cerulei sbirciavano curiosi fuori dal biroccio. «Dei beati... Non avrei mai pensato che esistesse un posto del genere.» Mormorò Omar, osservando dalla tenda l’immensa distesa di baraccopoli che si perdeva a vista d’occhio.
Lo squallore e la miseria erano radicati in ogni aspetto di quel posto come una piaga. Da tempo immemore quel luogo dimenticato dagli dei era stato eletto rifugio da reietti, fuggitivi, pendagli da forca e un’infinità di altre schiatte di canaglie ripudiate dalla civiltà; laggiù questo nuovo e improvvisato popolo si plasmò una propria civiltà.
«Invece purtroppo esiste.» Commentò Vahram in cassetta, particolarmente nervoso. Si era vestito in tenuta completa da combattimento: un piccolo accorgimento per scoraggiare eventuali assalti. Abbigliato in quel modo appariva decisamente più minaccioso, sempre meglio che girare vestito da mercante.
«Benvenuto a Dorham, yeritas.»
Montagne su montagne di baracche, selve di torri di legno svettanti su un mare d’immondizia, tenute in piedi con sistemi architettonici tra i più improbabili. Sebbene si scorgesse qualche nota di decoro nei quartieri più ricchi – o meglio dire meno disagiati –, a sovrastare ogni senso di apprezzamento ci pensava il perenne tanfo insopportabile che appestava l’aria, come un conglomerato dei peggiori odori che gli abitanti di una metropoli potessero produrre accumulando rifiuti per secoli e secoli, tanto penetrante da sembrare quasi palpabile. La puzza di lerciume si attaccava ai vestiti, dava giramenti di testa; la prima volta che si entra in quella regione – soprattutto se non si è familiari con gli ambienti dei bassifondi – è sempre un trauma, per non parlare della sua popolazione.
Le facce dure, sospette e sporche che incrociavano rispecchiavano perfettamente il paesaggio. Gente avvezza a vivere alla giornata, a sopravvivere alla giornata. Laggiù la legge del più forte era l’unica norma a tenere in piedi quella pericolante città.
Il paradiso della criminalità, l’inferno dell’essere umano.
Raffi sbuffava e si scrollava stizzito in continuazione: quel miasma pestilenziale e il cocente caldo estivo dell’Akerat tormentavano non poco anche lui.
«Mi chiedo cosa ci trovi Ydins in un letamaio come questo. Non vorrà usarlo come esempio per costruire la città di cui mi aveva parlato, spero...» Sbottò Vahram, per poi riabbassare gli occhi sulla cartina di quel maledetto labirinto. «Dovremmo essere arrivati al posto giusto. Cominciamo a chiedere informazioni, il nostro amico non dovrebbe essere lontano. Meglio non staccare mai gli occhi dal carro, in una città come questa potrebbe accadere di tutto...»
Il biroccio avanzava ondeggiando e cigolando stancamente sulla strada sterrata fiancheggiata da cadenti catapecchie. Il tanfo si era fatto più forte, più anomalo e peculiare. Svoltò un angolo e finalmente giunse in vista del luogo che gli avevano indicato: lo chiamavano “il solco”. Una grande spaccatura nel terreno da cui, a quanto sembrava, fuoriusciva lo strano miasma che impregnava l’aria di quella zona.
Lungo il ciglio di quella forra passeggiava una figura bassa e tozza, intenta a studiare il fondo del burrone. Un sorriso si aprì sul volto di Vahram: riconobbe immediatamente il suo amico.
«Ciao, mastro Ydins!» Gridò Omar, aprendo la tenda tenendosi in piedi attaccato alla traversa del carro e agitando gioioso la mano verso il nano che sei mesi prima lo aveva salvato.
Il medico fermò subito Raffi e balzò giù dalla cassetta, andando a braccia aperte verso l’Urbanista.
«Barev strukbayr! Quanto tempo! Cosa mi racconti?» Lo salutò allegro, felicissimo di rincontrare il suo caro compagno. «Non sapevo ti fossi dato alla geologia.» Disse scherzosamente, indicando la spaccatura.
«Hai visto chi ti ho portato?» Fece segno a Omar di scendere dal carro. Il ragazzo saltò giù sorridente e li raggiunse di corsa.
Solo in quel momento notò il giovane di fianco a Ydins. «Chi è il tuo amico?»
Ecco finalmente il mio post. In riassunto, Vahram arriva al posto dove sei tu col carro. E' in compagnia di Omar: lo sguattero che abbiamo salvato alla casa del conte. Nel frattempo il ragazzo è diventato il suo apprendista. Appena ti vedono, scendono dal carro e vengono a salutarti.
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