Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Rise of the Whisper ~ Il Tumulto del Sud, Capitolo VI

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view post Posted on 6/2/2014, 18:47
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Accampamento Sconosciuto




L'uomo a capo dell'accampamento osservava meravigliato quel foglio di pergamena. Lingue di inchiostro nero comparivano sulla carta formando parole di senso compiuto. Erano ordini da seguire alla lettera, uniti a consigli su come comportarsi in seguito agli ultimi avvenimenti. Nei Quattro Regni in pochi sapevano dell'esistenza di quegli strumenti prodigiosi usati dai Silenziosi Sussurri per comunicare, ma nessuno poteva immaginare che quelle parole erano scritte da un traditore fra le spie, ed erano lette da uno dei nemici del Regno.

L'uomo in rosso ripiegò accuratamente il foglio nella tasca interna del suo mantello senza scrivervi nulla. Il traditore lo aveva ammonito: comunicare tramite la Voce dei Sussurri era pericoloso, perchè i taccuini del Primo e del Secondo potevano leggere tutti gli altri, e nonostante quella pagina fosse stata strappata proprio da uno di quelli, rispondendo il messaggio rischiava di comparire su uno degli altri fogli rovinando completamente la base su cui si fondava il grande complotto.
Era appena stato aggiornato sugli ultimi avvenimenti avvenuti a Basiledra: il Sanguinario aveva scoperto la verità sul coinvolgimento della Guardia Insonne, ma il traditore era riuscito ad impedire la diffusione della notizia. Tutto stava procedendo secondo i piani, e adesso toccava a lui continuare a distrarre l'esercito del regno da quello che stava accadendo a Nord.

L'accampamento era illuminato dalle prime luci dell'alba, e mentre si muoveva fra le tende salutava con un cenno gli uomini che si inchinavano al suo passaggio. Lo chiamavano Il Maestro, e sapevano che avrebbe potuto ucciderli tutti con i suoi strabilianti poteri arcani. Avevano timore di lui, ma al contempo lo rispettavano più di ogni altro perchè era proprio grazie al suo operato che i loro nemici storici stavano attraversando quella profondissima crisi. Era l'uomo che aveva acceso la scintilla, grazie al quale era scoppiata la guerra del Leviatano. Lui aveva creato il veleno per uccidere i DeLacroix, lui aveva inviato gli uomini per assassinare Dalys Cavendish e Rekla Estgardel, lui aveva creato il gigantesco attacco di ghiaccio dall'accampamento dei Vaash. E lui era la mente dietro le numerose azioni di disturbo sotto copertura che impedivano agli eserciti dei Quattro Regni di ritirarsi.

Sigrund Lorch gli aveva affidato questo compito, e lui lo stava portando avanti al meglio delle sue forze. Il Maestro sapeva che la causa che portavano avanti era giusta, e che alcuni del popolo potevano condannare i loro metodi per portare la libertà agli uomini oppressi dal tiranno, ma non gli importava. Non era un idealista, e se combatteva per il Lord Comandante era solo per conquistare ruoli di potere all'interno della Guardia Insonne. Avrebbe continuato a distrarre i Toryu da quello che stava accadendo al nord, poi sarebbe stato ricompensato, e a quel punto avrebbe ottenuto quello che un incantatore del suo rango si meritava: il potere.
Il potere come mezzo per il potere.

« Signore, siamo pronti. »

Un uomo aveva attirato la sua attenzione, interrompendo il filo dei pensieri, tuttavia non poteva biasimarlo: tutti sapevano che era un perfezionista, e ci teneva personalmente a controllare che tutto fosse pronto prima di ogni missione. Si incamminarono insieme verso il limite esterno dell'accampamento, dove un gruppo di soldati sembrava pronto a partire. Le loro armature bianche riportavano il giglio dei Cavendish, le loro armi erano simili alle orientali katane, e il vessillo era candido come pochi potevano permettersi.

« Tu. » indicò uno degli uomini. « La fascia al braccio più in alto. »

Sistemato il piccolo difetto, li guardò soddisfatto. Erano perfettamente mimetizzati da uomini orientali, e presto avrebbero attaccato l'accampamento dei Vaash facendo l'ennesima rapida sortita. Anche se la Guerra era ufficialmente finita con la schiacciante vittoria dei Corvi, grazie al loro intervento erano riusciti a trattenere al sud il grosso dell'esercito dei due schieramenti. Fra le due famiglie non correva affatto buon sangue, e seppur negandolo a tutti i costi nessuna delle due avrebbe lasciato campo libero all'altra col pericolo di un attacco massiccio alle spalle. E finché loro avrebbero tenuti impegnati più della metà degli uomini dei Quattro Regni, il piano sarebbe andato a buon fine.

« Potete andare. Ricordatevi di non ingaggiare direttamente e non fatevi catturare: vi riconoscerebbero subito. »

« Tristan!
»

Chiamò uno degli uomini intenti a riempire un secchio d'acqua da un pozzo vicino. Pur essendo in mezzo al deserto grazie ai poteri di manipolazione del ghiaccio non avevano nessun bisogno di provvedere in altri modi al loro sostentamento. L'uomo arrivato si inginocchiò.

« Eccomi, Maestro. »

« Il Traditore che abbiamo all'interno del regno mi ha appena comunicato che alcuni Sussurri sono in viaggio verso Nord. Non possiamo permetterci rallentamenti di nessun genere. Voglio un'altra squadra entro oggi, addobbati come i vaash: attaccheranno al tramonto. »

« Sarà fatto. »

Tutto stava andando secondo i piani. Presto sarebbe finito tutto. Presto avrebbero vinto sui Quattro Regni e lui si sarebbe preso il merito di tutto. Ghignando tornò verso la propria tenda: aveva intrappolato le anime dei suoi uomini per limitarne il potere, ma ne avrebbe rilasciata una per insegnare le basi della negromanzia a Tristan. L'attacco della sera verso l'accampamento Cavendish sarebbe stato a dir poco eclatante.





CITAZIONE
Benvenuti a "Il Tumulto del Sud", la miniquest sperimentale autogestita da voi sotto le mie sagge linee guida! ^^
La scena descritta si svolge in un accampamento a voi sconosciuto, non vi rivelo nulla qui perchè uno dei punti focali dell'esperimento è lasciare che siate voi durante i turni da Qm a stabilire e scrivere tutto al meglio delle vostre capacità. L'unica cosa che mi sento di imporvi sono i turni di postaggio: essendo in tre e dovendo fare a turno il Co-QM, voglio evitare che uno di voi debba postare due volte consecutivamente, quindi l'ordine dei post da qui alla fine della quest sarà il seguente

Io - Ark (qm) - Shinodari - Ramses - Shinodari (qm) - Ramses - Ark - Ramses (qm) - Shinodari e Ark a piacere - Io

Provvederà già nei prossimi minuti ad inviare un MP ad Ark con le direttive. Ognuno di voi, per tutta la durata della quest, avrà 5 giorni di tempo dal post immediatamente precedente per postare!
Buon divertimento! ^^



Edited by Capitan_Kuro - 13/6/2014, 00:27
 
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<Ark>
view post Posted on 12/2/2014, 23:58




Legenda ~
Narrato
« Parlato »
« Parlato di Altri »
Pensato



     Shaoran a rapporto. Tra noi e l’accampamento dei Vaash per il momento c’è una situazione di stallo, con più azioni di disturbo che di combattimento vero e proprio, e siamo bloccati qui per timore di un attacco alle spalle. Attaccano i rifornimenti o durante la notte per poi fuggire, e noi facciamo altrettanto per rappresaglia. Non si conosce il motivo di questo nuovo inizio degli scontro dopo la pace del Leviathan. Abbiamo fatto diversi prigionieri, tuttavia interrogarli è stato inutile siccome alla prima domanda cadevano a terra, morti.

     Shaoran si rilassò stendendosi sulla branda, passandosi una mano tra i capelli castani, e poggiò il taccuino indugiando sulle lettere che fino a qualche tempo prima avrebbe ritenuto una serie di simboli indecifrabili, ma che ora riusciva a comprendere piuttosto bene. Aveva trovato gli insegnamenti di scrittura ancora più difficili rispetto l’imparare a combattere con la spada, cominciando alla mattina e concludendo fino a sera finché c’era abbastanza luce e gli occhi non gli bruciavano come fiamme.
     Ishaq, l’uomo che l’aveva fatto entrare nei Sussurri, era stato chiaro: doveva saper leggere e scrivere per poter far parte del gruppo ed utilizzare il Taccuino. Per il giovane era stata un’impresa estenuante, ma ce l’aveva fatta. Essendo cresciuto in una giungla senza conoscere nient’altro che guerriglia non aveva mai potuto conoscere cose che il resto del mondo dava per scontato, e da quando era giunto a Taanach ogni giorno era stato un imparare da zero. Ricordava le sopracciglia cespugliose di Ishaq che si arcuarono quando gli rivelò che non sapeva leggere né scrivere, ed il suo sorriso che mostrava denti ingialliti e storti. Bruttissimo, tuttavia rassicurante. « Ci penserò io » aveva detto, « Ma dovrai impegnarti. »
     Shaoran s’impegnò, non temeva lo sforzo ed era sempre desideroso di imparare cose nuove. Studiò sotto la guida attenta del Sussurro mentre viaggiavano verso i Territori Meridionali del Mondo Umano, verso la sua prima missione. Mentre cancellava le parole con la penna speciale ripensò al suo mentore, un uomo piuttosto vecchio, mezzo sdentato e dai radi capelli bianchi, di talmente magro da sembrare sempre denutrito e che si muoveva con l’agilità e la forza di qualcuno con quarant’anni di meno. Lo aveva portato in quell’accampamento spiegandogli la situazione attuale ed a grandi linee gli eserciti e le famiglie che comandavano i Quattro Regni, e nonostante fosse stato un riassunto la quantità di informazioni e nomi era talmente grande da far rendere conto sempre di più a Shaoran di quanto poco sapesse del mondo, di quanto grande fosse rispetto alla giungla dove aveva vissuto quel continuo incubo che era stata la sua vita.

     Sospirò, il suono coperto da tutti gli altri che provenivano dall’esterno della tenda. Si trovava nella parte più esterna del campo, quella riservata ai mercenari che si erano uniti ai Cavendish nella loro lotta. Oltre a quelli che in quel momento stavano riposando c’erano altri soldati che facevano tutte quelle manutenzioni necessarie per un esercito, come affilare e riparare armi, pulire armature, costruire frecce, preparare il cibo.
     Uscì dalla tenda, entrando nel caos organizzato dell’accampamento. Nella sabbia erano state piantate moltissime tende separate solo da piccoli spiazzi dove i soldati si riunivano a bere e giocare a dadi. Sembrava di essere in una città semovente, e vedere così tante persone riunite assieme continuava a mettere a disagio Shaoran, nonostante fosse lì ormai da un po’ di tempo. All’inizio era rimasto completamente disorientato dall’organizzazione del campo, ed aveva odiato fin da subito il dover obbedire ad un ufficiale che non faceva altro che urlargli contro ordini senza dare spiegazioni e trattandolo come se fosse un semplice fantoccio.
     Per un motivo o per l’altro era sempre stato lui a comandare, e le volte in cui aveva seguito le indicazioni di qualcuno era una persona che comunque conosceva e rispettava, non il primo che si presentava. Aveva collezionato punizioni per insubordinazione come un generale pluripremiato collezionava medaglie, a causa di una lingua tagliente e l’incapacità di starsene zitto quando uno degli ufficiali usava un tono che non gli piaceva. Almeno la metà delle latrine dell’accampamento le aveva scavate lui.
     Nonostante i problemi di adattamento, però, gli era stato affidato un compito che gli andava più che a genio: la sentinella. Aveva dimostrato di saper combattere – i nasi rotti di qualche ufficiale ed altri soldati testimoniavano per lui – inoltre era stato evidente che era difficile prenderlo di sorpresa nei primi tentativi di insegnargli la disciplina con la violenza. Che gli venissero addosso alle spalle o si nascondessero era sempre stato in grado di difendersi, e questo aveva sorpreso più di un Cavendish prima che i piani alti decidessero di sfruttare questa sua abilità. Sembrava il compromesso perfetto: lui aveva l’occasione di essere più a contatto col nemico che doveva sorvegliare, non aveva altra gente intorno e l’esercito aveva una testa calda in meno.
     Si stava avvicinando la sera, col sole implacabile del deserto che scendeva sempre di più verso le dune di sabbia. Non appena fosse scomparso il calore asfissiante sarebbe stato sostituito dal freddo della notte, tuttavia era uno sbalzo termico che erano preparati ad affrontare. Superò le tende dei mercenari per arrivare al limitare del campo, dove si trovavano mercanti che cercavano potenziali clienti nei soldati, artigiani e prostitute, o gheishe come venivano chiamate.
     Oltrepassò in silenzio dei soldati Cavendish che camminavano nella direzione opposta, spiccando tra i mercenari come un giglio sul fango. Chi combatteva per soldi aveva armature arrugginite o spaiate, con ammaccature evidenti, troppo grandi o troppo piccole e qualcuna con macchie di sangue del precedente possessore, ed armi varie come spade, mazze chiodate, martelli. I Cavendish invece avevano un'armatura candida e si muovevano in modo elegante e fiero, tutti con al fianco lame simili a quella che portava lo stesso Shaoran.
     Il ragazzo ignorò anche i mendicanti che gli chiedevano denaro e le donne che vendevano il loro corpo, non aveva tempo da perdere. Avrebbe dovuto pattugliare la zona a nord est, nella direzione che conduceva al punto in cui si trovava il campo dei Vaash e quindi quello potenzialmente più battuto dagli avversari, anche se le direzioni degli attacchi non sembravano seguire uno schema preciso, probabilmente per confondere i Cavendish. Se tutto fosse andato secondo i piani Shaoran avrebbe comunque percepito gli assalitori quand’erano partiti da poco dal loro accampamento, ben prima che fossero visibili in modo da poter reagire prontamente all’offensiva.

     La sabbia era diventata un oceano cremisi a causa dei raggi del sole morente, ed un vento costante gettava la sabbia negli occhi di Shaoran, che la bloccava con gli spessi occhiali dalle lenti circolari e fissati sul capo con una stringa di cuoio. Indossava un mantello leggero del colore della sabbia per proteggersi dal sole del giorno, e che presto avrebbe sostituito con quello nero più pesante per la notte. Sotto indossava i suoi normali abiti da viaggio, Hien al fianco e la maglia di ferro leggera a proteggergli il busto.
     Camminava lentamente salendo e scendendo le dune sempre in movimento, lo sguardo perso in avanti per concentrarsi meglio sulle forme di vita intorno a lui. Percepiva più che vedeva i piccoli scorpioni e serpenti che camminavano sotto la sabbia nei dintorni, od un piccolo gruppo di dromedari che brucavano la rara sterpaglia qua e là nelle vicinanze dell’oasi in cui l'esercito prendeva l'acqua per sostentarsi. Dietro di lui, a sud ovest, l’ammasso di uomini che formava l’esercito sembrava un enorme brace che ardeva a fuoco lento all’interno della sua mente, percepibile anche a grande distanza data la grande densità di persone.
     Mentre indugiava con la propria consapevolezza sull’esercitò percepì un lieve aumento nel lato sud, come se un refolo d’aria avesse sollevato la brace facendo alzare delle scintille e mostrando il fuoco vivo più interno. Rinforzi? Pensò. Non aveva percepito nulla avvicinarsi da dove si trovava il campo Vaash, quindi difficilmente potevano essere loro, ed era plausibile che i Cavendish cercassero di uscire dalla situazione di stallo richiedendo ulteriori truppe. Sarebbe tornato sui propri passi per continuare la ronda, se non avesse visto il fumo salire da lontano.
     Il suo cuore cominciò a battere più forte, sapeva che qualcosa era andato storto. Come avevano fatto ad aggirarlo? Dovevano aver fatto un giro lunghissimo per aggirare l’accampamento senza essere prima avvertiti da lui o dagli altri esploratori! Cominciò a correre verso l’esercito, la frescura della sera gli permetteva di poter sostenere simili sforzi senza finire disidratato, ma correre rapidamente sulla sabbia in continua salita e discesa era ben difficile.
     Mano a mano che si riavvicinava il vento gli portò alle orecchie il suono di urla ed il clangore di metallo contro metallo, ma era ancora lontano quando vide e sentì il gruppo di soldati disingaggiava dopo l’attacco lampo, esattamente come avevano fatto le volte precedenti. Sfruttarono l’oscurità ormai avanzata per scoraggiare eventuali inseguimenti in massa, per evitare trappole, dirigendosi verso sud est ed avvicinandosi alla catena rocciosa che si stagliava dietro l’accampamento Cavendish. Il terreno che collegava i due punti era di solida terra che poco a poco si trasformava in pietra, rendendo più facile muoversi. Shaoran sapeva che in quella zona non c’era altro che roccia e sabbia e morte, in nessun modo un esercito sarebbe riuscito a stanziarsi lì senza avere enormi problemi a recuperare l’essenziale acqua. Il ragazzo si distese sulla sabbia fredda dietro una duna per non essere avvistato, siccome stavano venendo all’incirca verso di lui, ed attese che gli passassero vicino in modo da poi poterli seguire. L’oscurità aiutava loro a nascondersi così come aiutava lui, solo che lui poteva percepirli mentre loro no. Per quanto fosse comunque rischioso non avrebbe avuto un’occasione migliore per poter cercare di scoprire di più sui suoi avversari.

     I Vaash si mossero verso sud ovest per un certo periodo, pedinati da Shaoran che si manteneva a buona distanza, tuttavia ad un certo punto invece di procedere verso Ovest come si sarebbe aspettato si diressero verso sud, dritti verso le montagne e le sue gole e caverne. Shaoran si fermò un attimo, cercando di rielaborare ciò che aveva appena visto, e decise che era il caso di informare immediatamente Ludmilla. Prese da una tasca il Taccuino e vi scrisse un rapido messaggio, la calligrafia ancora molto acerba ma comprensibile.

I soldati dei Vaash dopo una sortita si stanno ritirando nella direzione opposta al loro accampamento. La zona è rocciosa e totalmente priva di acqua o fonti di sostentamento e nessun esercito potrebbe mai stanziarsi laggiù, tuttavia non voglio dare nulla per scontato. Intendo seguirli per scoprire di più.
Una risposta apparve immediatamente, la calligrafia appariva ancora più curata dopo i segni sgraziati del guerriero che fece comunque un po' di difficoltà a decifrarli.
Fallo. Manderò due Sussurri in tuo aiuto.

~ ReportStato Fisico ~ Illeso.
Stato Mentale ~ Normale.
Mana ~ 100 %.
Consumi ~ [0 Bassi, 5% ~ 0 Medi, 10% ~ 0 Alti, 20% ~ 0 Critici, 40%]
Armi
» Hien ~ Nel fodero al fianco sinistro.

Armature
» Cotta di maglia ~ A protezione del busto.
» Armguards ~ Su ciascun avambraccio.

Abilità passive
» Duro A Morire ~ Capacità di difendersi in modo istantaneo, le sue difese ad area hanno potenza pari al consumo, non sviene se rimane a 10% di energie.
» Stratega ~ In qualsiasi tipologia di terreno Shaoran è in grado di elaborare la strategia migliore, durante un combattimento vince gli scontri a parità di CS.
» Sentinella ~ Auspex passivo basato sull'aura.


~ Qm Point
Eccoci qui xD Spero apprezzerete il post, creare la situazione mi ha messo un po' in difficoltà, non sono abituato xD Ho ricorso alla potente wikipedia per prendere qualche spunto, sfruttando la fauna che a quanto pare è tipica del Sahara :v: Utilizzando il potente Pain ho fatto una piccola mappa, che mi è stata di aiuto per poter completare la storia xD Lascio a voi intuire per cosa stanno le sigle degli accampamenti :v:
Facendo un piccolo riassunto, nel caso non vi fosse chiara la premessa, la situazione è questa: nel deserto c'è l'esercito dei Vaash e dei Cavendish che si fa la guerra, nonostante le ostilità sarebbero dovute finire dopo il Leviathan. Il motivo di tutto ciò è l'accampamento del Maestro che manda truppe camuffate per seminare zizzania, ed il mio ed il vostro personaggio sono stati chiamati là per indagare. Ho voluto mettere qualche dettaglio su come Shaoran è giunto fin lì e come se l'è cavata nei primi periodi, se volete arricchire ulteriormente la situazione che ho descritto sono piuttosto sicuro che non ci sarebbero problemi :v:

Ho concluso il mio post con Shaoran che comincia a sospettare un inganno e decide di investigare, ottenendo da Ludmilla l'aiuto di due Sussurri: voi due. Di fatto riceverete sul Taccuino il messaggio dove vi verrà detto di dirigervi a sud per incontrarmi, vedete voi se vi/ci conosciamo già di vista avendo stanziato nello stesso accampamento per un po'.
Di fatto quando vi avvicinerete il mio pg vi sentirà e vi verrà incontro, spiegandovi a grandi linee la situazione. Per allora avrà perso il contatto delle aure dei finti Vaash, quindi saremo costretti ad inoltrarci nelle montagne e cercare. Lascio a voi eventuali dettagli del paesaggio, l'unica nota è che per quanto continueremo a girare dopo un po' ci accorgeremo di passare sempre nello stesso punto del sentiero, come se stessimo percorrendo un cerchio: saremo vittima di un incantesimo circolare, come a me piace chiamarlo.
Questo è l'ostacolo di questo turno che dovrete risolvere, divertitevi :v:

P.S. Se avete problemi o rimostranze, date la colpa a Kuro che dà eccessiva libertà agli utenti :v:

Copio qui le specifiche tecniche del buon Kuro, giusto per completezza xD
"l'illusione circolare" è un'illusione di livello Critico ad area. Se riuscite a "dispellarla" utilizzando una difesa psionica di livello Alto riuscite a trovare l'accampamento. Per capire che si tratta di un'illusione vi serve almeno 1 CS in una capacità mentale.
SE non riuscite a rompere l'illusione, semplicemente rimanete a vagare per un po' di tempo nel deserto, e la disidratazione vi infliggerà un danno Alto diviso in un Medio come danno psionico, e la perdita di 2 CS per il resto della quest. (non potete scendere sotto 0 CS)



Edited by <Ark> - 13/2/2014, 18:51
 
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view post Posted on 18/2/2014, 23:52
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Suzushikei
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Dalle Cronache
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La via verso un Bene Superiore...


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Un diario in cambio di un altro diario...
Avevo suggellato un patto, quando ancora nei miei ricordi esisteva l'eco di un altro patto.
Sembrava che nonostante tutto non riuscissi a liberarmi dalle catene, che forse non era stata la Maledizione ad impormele a suo tempo.
Avevo la possibilità di essere quello che più desideravo, eppure qualcosa in me aveva scelto di barattare la mia indipendenza per un fine che sembrava fin troppo utopico.
Vivere e combattere per un bene superiore.
Parole allettanti per chi dopo aver vissuto intere esistenze guidato dall'egoismo, era rinato con il desiderio, no la volontà, di apprendere attraverso le proprie azioni il significato della parola “bontà”.
In un primo momento avevo creduto che lottare per quel luogo che avevo chiamato “Casa”, per la famiglia che mi ero creato, fosse un primo passo per capire, per comprendere se la mia parte umana esistesse ancora, se il mio cuore demoniaco potesse essere mondato da quel manto di oscurità che lo stringeva in una morsa opprimente, strappando quelle scintille di luce che faticavano ad ardere come fiamma purificatrice.
Bei discorsi, frasi poetiche per mascherare la realtà dei fatti: la mia bontà non era altro che un sentimento egoistico.
Mi ero legato ad una bambina ed un cucciolo di drago, ma potevo dire con la massima sincerità che il mio fosse un bene incondizionato? Volevo evitare altre sofferenze a quelle persone che vivevano ai confini, in luoghi degradati di una città che avrebbe dovuto garantire la prosperità non solo a pochi eletti.
Da solo non ero riuscito, in fondo non ero riuscito a salvare neanche me stesso.
Ed ora quel mio desiderio di dare una possibilità a chi non ne aveva si era trasformato in tradimento.
Per quanto potessi giustificare le mie motivazioni, avevo tradito il guardiano che mi aveva messo alla prova, che mi aveva dato la possibilità di creare il mio futuro all'interno del clan che serviva, che proteggeva.
Potevo dire che la mia decisione fosse il frutto di un gesto altruistico, presa allo scopo di comprendere il significato di parole a me sconosciute, ma da qualunque punto di vista mi guardassi non ero null'altro che una spia. Un agente di Qualcuno che non avrebbe esitato a sterminare quelle stesse persone, che avrei voluto proteggere, in nome di un bene superiore, in nome di un popolo a cui io non appartenevo.

Avevo giurato e mi ero incamminato lungo una via che non concedeva ripensamenti, consapevole che la mia morale sarebbe stata messa a dura prova nei giorni a seguire, perché il bene di molti non può coincidere con il bene del singolo o di pochi.

Le terre oltre il deserto erano un paesaggio che incantava il mio sguardo.
Lontano dalla desolazione del mio quartiere c'era tutto un mondo da conoscere, luoghi da esplorare.
Avevo promesso a Mariha e Sullivanyus che li avrei portati con me al mio prossimo viaggio verso oriente, ma non oggi, non il questa occasione.
Neanche loro potevano e dovevano sapere della mia doppia vita, non avrei condiviso con loro il peso del tradimento, né il pericolo di una morte prematura.

Mi trovavo nelle terre oltre il deserto, quelle stesse terre che erano state testimoni di una sanguinosa guerra, una guerra a cui sarebbe dovuto succedere un periodo di pace, in cui altre battaglie probabilmente si sarebbero combattute. Mi immaginavo di camminare in un mondo di intrighi, di mosse velate, una strategica partita a scacchi giocata dai più abili maestri; di certo non mi sarei mai aspettato di ritrovarmi in un accampamento militare in attesa di ordini.
Poche righe vergate sul diario mi avevano convocato, il resto sarebbe stato mio compito scoprirlo.

Ammetto che scoprire che la mia destinazione non fossero le verdeggianti colline, ma nuovamente una distesa sabbiosa, ornata da rocce, mi provocò una certa ilarità.
Sembrava destino che non riuscissi a liberarmi di un simile ambiente inospitale.
In un certo senso, però, era come essere a casa, ma una casa appartenente a qualcun altro.
Questo mio pensiero era un controsenso in termini, ma non me ne preoccupai più di tanto, non dopo che venni risucchiato dalla vita frenetica di quel campo nel cuore del nulla.
Non mi intendevo molto di politica interna, della loro politica interna. Da quanto avevo appreso quei territori dovevano trovarsi in un'epoca di pace, ma faticavo a crederlo, non vivendo in un campo in cui la vita militare scorreva frenetica. Non c'erano attimi di riposo, anche i novellini come me venivano trascinati in addestramenti estenuanti, che mi facevano rimpiangere il rudere che chiamavo casa a Taanach. Il sonno rapido presto, sollecitato dalla richiesta del mio corpo di recuperare le energie per un'alba che arrivava fin troppo presto.
E gli attacchi... C'erano state delle schermaglie tra Cavendish e Vaash, come fuochi ancora sopiti tra le ceneri calde della guerra che si era conclusa.
Più che di pace, tutta quella situazione mi ricordava una sorta di tregua armata, dove c'era rischio che la diplomazia potesse essere accompagnata solo dalle armi.

Era in uno di quei rari momenti di riposo in cui stavo sdraiato su una branda all'interno di una delle tende riservate ai mercenari, che ricevetti nuove istruzioni.
Lo ammetto quel metodo mi lasciava alquanto stranito. Non ero abituato a possedere un oggetto incantato, soprattutto non un diario in grado di scrivere da solo le sue pagine.
Per quanto comprendessi l'importanza di un simile artefatto, ero molto restio a farne io stesso uso.
Come studioso di arti arcane quel taccuino stuzzicava la mia curiosità, ma sapevo che una tale magia doveva essere utilizzata con cautela, con giudizio.

Avrei fatto di tutto pur di saltare un'altra di quelle esercitazioni di cui non comprendevo lo scopo. Tentare di inculcare ad un mago la maestria nelle arti combattive era come mischiare l'olio con l'acqua. Impossibile, a meno di non avere tanta pazienza e molto tempo a disposizione; peccato fosse proprio quello che più ci mancava.

Mi incamminai verso sud in attesa della persona che avrei dovuto incontrare. Sarebbe stato lui a fornire ulteriori dettagli sulla missione.
Mi venne incontro un ragazzo che in apparenza dimostrava qualche anno più di me. Capelli castani, occhi colore dell'ambra, altezza paragonabile alla mia, dall'aria di chi fosse cresciuto troppo in fretta.
Non era solo, c'era un terzo elemento nel gruppo appena costituito.
Alto, massiccio, carnagione abbronzata, un viso ornato da una cicatrice che correva dal sopracciglio destro fino alla guancia, aveva l'aspetto di chi avesse vissuto un'esistenza di battaglie e nel suo sguardo c'era qualcosa che mi ricordava la parte oscura del mio io demoniaco. Scacciai quella sensazione, per nulla adatta ad un gruppo che avrebbe dovuto collaborare... E poi chi ero io per giudicare qualcuno solo ad una prima occhiata?
Si, era pur vero che nei momenti di crisi saper discernere l'alleato dal traditore sarebbe stata questione di vita o di morte, ma al momento c'erano priorità più pressanti.
Shaoran, come lui stesso si presentò, mi diede tutti i dettagli della nostra missione, aggiornandomi su quanto successo e sui suoi sospetti.
Dopo le presentazioni di rito per non chiamarci in modi casuali del tipo “Ehi tu!”, ci incamminammo verso la zona dove il nostro compagno aveva avvertito le aure prima di perderne il contatto.
Non era la mia prima volta nel deserto.
Ricordavo ancora quando tempo prima avevo viaggiato in quella landa desolata battuta da piogge acide conosciuta con il nome di “Plakard”. In confronto a quel luogo, questo ambiente di sabbia e roccia era fin troppo popolato da creature potenzialmente letali.
Ma non era quello il vero pericolo in agguato.
Non potevo dire con certezza quanto tempo fosse trascorso da quando c'eravamo inoltrati in quella zona inospitale.
Per sicurezza avevo razionato la mia scorta d'acqua, ma ogni singola goccia che scivolava lungo la gola riarsa sembrava non dare alcun sollievo.
Per quanto avessi indosso abiti comodi adatti ad un clima desertico, il caldo stava cominciando ad erodere la mia resistenza fisica.
Il tempo passava ma non riuscivamo a trovare alcun indizio.
Possibile che si fossero volatilizzati?
Avevamo perso le tracce e i nostri tentativi di esplorare la zona non sembravano portare ad alcun risultato.
La nostra tempra veniva messa a dura propria e la volontà di proseguire... beh, quella fu sul punto di crollare quando Montu ci rivelò che stavamo girando in tondo.
Ci mostrò alcune rocce che aveva segnato, spiegandoci che stavamo camminando sui nostri passi, come se...

...se fossimo imprigionati in un loop.

A quella considerazione mi si gelò il sangue nelle vene.
Era un ricordo troppo recente il labirinto temporale che aveva causato la mia morte.
Il sangue defluì dalle gote, probabilmente impallidii, ma non avevo il tempo per preoccuparmene.
Fissai i segni poi diressi il mio sguardo verso l'uomo dalla pelle brunita dal sole.

«Siete sicuro di quanto affermate?» Sapevo cosa mi avrebbe risposto, ero conscio che la sua riposta avrebbe rafforzato la dura realtà dei fatti.

«Non mi sono nuove trappole di questo genere. E' molto probabile che siamo caduti vittima di una malia che ci impedisce di scorgere il vero cammino. Se non riusciamo a sciogliere la trama di questa illusione, questa sorta di velo che annebbia le nostre percezioni, rischiamo di non sopravvivere alla nostra ricerca.»

Rimasi in silenzio, rendendomi conto che non avrei potuto fuggire, che le maniere forti non sarebbero servite ora come allora.

«Purtroppo l'ultima volta che ho provato a combattere questo incanto non è andata bene. Qualcuno di voi ha la forza necessaria per liberarci?»

Fu il ragazzo dalle iridi ambra a sciogliere il velo dell'illusione mostrandoci una diversa realtà...

Edit: corretti alcuni errori di digitazione.
 
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Il tempo è la sostanza di cui sono fatto.
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Il Demone era a Basiledra, seduto al suo scrittoio, il Taccuino dei Sussurri aperto sul mobile. Le pagine di pergamena giallastra risaltavano sul colore scuro del ciliegio, e Montu le scrutava in attesa di un qualche segnale dai suoi superiori.
Da quando era diventato un Sussurro era venuto a conoscenza dei più grandi segreti celati dietro il sipario dei Quattro Regni. E ora, in quella tiepida serata nella Capitale, con la luce della Luna che, filtrando dalle finestre, gettava deboli riflessi nella stanza, Montu aspettava qualcosa... sentiva i secondi scorrergli addosso come l'acqua di un fiume sul suo letto.
Il non fare nulla uccideva l'animo guerriero dell'Eterno, e i suoi studi, i suoi allenamenti, poco lo distraevano.

Come in risposta alle sue preghiere delle lettere di nero inchiostro si andavano disegnando sulle pagine del Taccuino. La calligrafia era curata, e finalmente si prospettava una nuova missione.
-A Sud, nell'accampamento dei Cavendish nel deserto, un Sussurro ti sta aspettando. Vai.-
Il messaggio era cristallino, quasi telegrafico, e lui doveva solo obbedire.
Chiuse il taccuino e lo assicurò nella sua tunica, recuperò l'equipaggiamento e le armi, poi uscì in strada e rimase qualche secondo a godere della fresca brezza che gli accarezzava il viso. Poi chiuse la porta della casa, si tirò il cappuccio sul volto, e si incamminò vero l'accampamento dei Cavendish, che solo poco tempo prima aveva servito nella guerra contro i Vaash.



23xoC






Arrivato nel deserto trovò i fieri soldati d'Oriente ancora intenti a curare i feriti, tumuli di terra localizzavano i morti sepolti in fretta... Troppi morti, la guerra contro i Vaash doveva essere finita dopo la comparsa del Leviatano. Ricordava fin troppo bene quel giorno, quando la tempesta di sabbia sorprese tutti, e il Leviatano sterminò gran parte degli uomini impegnati in quella sanguinaria battaglia.
Vedendolo arrivare molti soldati fermarono il Demone, chiedendogli se non fosse il primo di molti rinforzi da Nord. Montu mentì, sapeva che mantenere alto il morale era fondamentale in una battaglia, e anche se quei rinforzi forse non sarebbero mai arrivati i soldati dovevano credere possibile una ripresa e una vendetta contro i Vaash.
Ottenne rapidamente informazioni su quanto accaduto, e qualche ora dopo il suo arrivo all'accampamento un guerriero gli si avvicinò.
Non indossava l'armatura dei Cavendish, ma una cotta di maglia sporca di fango misto a sangue rappreso, e resa opaca dalla sabbia del deserto. Chiaramente un mercenario.
-Ti stavo aspettando.-
Era il Sussurro per cui era stato chiamato.

Velocemente lo mise al corrente di quanto accaduto. Il guerriero aveva dei doni da auspex, e per questo era stato mandato a pattugliare il confine dell'accampamento. Per qualche misterioso motivo una truppa di Vaash era riuscita ad eludere perfino i suoi sensi, e aveva attaccato l'accampamento, per poi ritirarsi velocemente in una zona rocciosa dove seguirne le tracce sarebbe stato difficile.

Trovarono il terzo Sussurro, e dopo le presentazioni del caso, e dell'ultimo riepilogo dei fatti avvenuti, si incamminarono verso la loro meta.
Raggiunsero il deserto roccioso dopo aver camminato a fatica sulle dune, con i piedi che affondavano fin quasi alla caviglia nella sabbia rossastra e soffice. A fare compagnia alla loro traversata c'erano le numerose creature del deserto: cammelli, serpenti che si mimetizzavano sotto qualche centimetro di sabbia, e scorpioni.
L'ambiente era brullo, e l'unica vegetazione presente era costituita da sporadici ciuffi d'erba secca che sopravvivevano all'arsura del luogo, solo per essere poi brucata dai ruminanti che gli eserciti usavano come bestie da soma, o come cavalcature.
Le rocce dure sotto i piedi erano un sollievo per la camminata... E ora, secondo quando visto dal guerriero, Shaoran, dovevano essere vicini all'accampamento dei Vaash.

Un sentiero tra le rocce, senza alcun punto di riferimento, è arduo da affrontare anche per il più esperto degli esploratori. Così Montu, che era rimasto qualche metro più indietro rispetto ai suoi compagni di viaggio, estrasse la sua spada e incise una roccia, lasciando una sottile linea bianca che contrastava con la roccia nera.
Camminarono ancora a lungo, e ad intervalli regolari il Demone segnava le rocce, o i tronchi degli alberi secchi... Ma era quasi calata la notte, il sentiero sembrava essere infinito e dell'accampamento dei Vaash, o delle loro aure, non ve n'era traccia.
Poi l'Eterno si avvicinò per scalfire una roccia, e rimase qualche secondo immobile con la spada sollevata, e la punta affilata poggiata sul marmo. Aveva davanti agli occhi la traccia che lui stesso aveva lasciato poco prima.

Fermi. Guardate, ho segnato il sentiero graffiando delle rocce quando ci siamo messi in cammino... Non è solo una sensazione, stiamo girando in tondo!
Kirin impallidì a sentire le parole del Demone.
-Siete sicuro di quanto affermate?-
Sicuro, le rocce erano lisce quando siamo arrivati, e questo può essere solo il segno lasciato da una lama... La mia lama in questo caso.
Ci fu un attimo di silenzio, poi Kirin parlò di nuovo:
-Non mi sono nuove trappole di questo genere. E' molto probabile che siamo caduti vittima di una malia che ci impedisce di scorgere il vero cammino. Se non riusciamo a sciogliere la trama di questa illusione, di questa sorta di velo che annebbia le nostre percezioni, rischieremo di non sopravvivere alla nostra ricerca.-
I tre si guardarono preoccupati:
-Purtroppo l'ultima volta che ho provato a combattere questo incanto non è andata bene. Qualcuno di voi ha la forza necessaria per liberarci?-
Il Demone scosse la testa poi guardò Shaoran.
Il mercenario aveva gli occhi chiusi... e il sentiero intorno a loro vacillò. La sua effimera ed illusoria immagine stava cedendo sotto i potenti attacchi della mente di Shaoran.

Gli alberi tremarono per un istante, sembrava che le rocce si liquefacessero... Poi tutto fu più chiaro. E la strada si rivelò loro.



-Scritto sul Taccuino-
-Parlato Shaoran-
-Parlato Kirin-
Parlato Montu

Energia: 100%
Status Fisico: Illeso
Status Psicologico: Illeso
CS Forma Umana: +1 Intelligenza

Armi:
Shokan: Impugnata con la mano destra
Pistola: Riposta (5 colpi)

Oggetti:
Biglia Stordente: 1
Biglia Dissonante: 1
Biglia Deflagrante: 1
Rubino: Forma Umana: +1 Forza; +1 Velocità; +2 Maestria nell’uso delle Armi. Forma Demoniaca: +2 Forza; +1 Velocità; +1 Intelligenza.
Gemma della Trasformazione


Note: Nulla di particolare da segnalare; decido di segnare il sentiero aiutato dal +1 in Intelligenza, poi Kirin si rende conto dell'illusione, e Shaoran la disperde.
 
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view post Posted on 25/2/2014, 23:43
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Suzushikei
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Dalle nebbie del passato...

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Dalle Cronache
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In cerca di risposte...


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«Parlato (Umano)» «Parlato (Avatar)» Pensato Narrato



La malia che aveva ingannato i nostri sensi, accecando le nostre percezioni, fu sciolta da Shaoran.
Il velo si dissipò come nebbia che si diradava per lasciare il posto ad un ambiente diverso, rivelando alla vista una minaccia inaspettata.
In una piccola conca desertica nel mezzo del nulla, lontano dalle fonti d'acqua note, protetto da una serie di affioramenti rocciosi che formavano una sorta di recinzione naturale, era stato eretto un accampamento di origine sconosciuta.
Nessuna insegna visibile svettava tra le tende.
Rivolsi un'occhiata interrogativa ai miei compagni, cercando nei loro sguardi una risposta ad una domanda che probabilmente ognuno di noi si era posta.

Cosa stava succedendo?
Chi erano quelle persone che si nascondevano facendo uso di illusioni atte a confondere la mente altrui, celando ogni simbolo di riconoscimento circa la loro provenienza?

Non eravamo molto lontani dal campo nemico, come avevamo scoperto dopo lo scioglimento dell'illusione...
Eravamo stati dannatamente fortunati a non aver fatto scattare l'allarme durante i nostri erratici spostamenti.

Per non sfidare ulteriormente la buona sorte avevamo trovato riparo dietro una sporgenza rocciosa da cui era visibile l'accampamento, senza rischiare però di essere visti.

«Questa situazione non mi piace per niente...» avevo esordito mantenendo un tono di voce volutamente basso. «Si sono dati molto da fare per coprire le loro tracce. Prima attaccano mostrando la loro identità e poi scompaiono come fossero stati inghiottiti dalle sabbie. Uno strano atteggiamento il loro. Sinceramente se volessi mantenere segreta la mia esistenza, avrei compiuto una sortita celando la mia identità, a meno che...» In fondo era la spiegazione più ovvia «...non fosse quello il loro piano.» E seguendo il filo del ragionamento... «Non mi intendo di strategie militari, né diplomazia armata. Mi pare davvero assurdo che una pace, ottenuta con il sangue, venga spazzata via per il capriccio di pochi. Colpire per poi fuggire può essere una buona tattica durante la guerra, ma in tempi più pacifici avrebbe il solo scopo di far riaccendere gli animi... Per cui la domanda che uno si potrebbe porre è; chi avrebbe da guadagnarci nel compiere un gesto così insensato?»

Attesi una replica da parte dei miei compagni.
Ogni punto di vista sarebbe stato gradito ed utile per progettare la nostra mossa successiva.

Fu chiaro fin da subito che potevamo scegliere una tra le tre possibili linee d'azione, sulla base di quanto avevamo scoperto finora...
Informare attraverso il taccuino uno dei nostri superiori, tornare indietro a chiedere rinforzi oppure indagare sulla presenza di quel manipolo di persone nel cuore del nulla.
Ognuna di quelle scelte aveva pro e contro.
Informare la nostra organizzazione dell'esistenza dell'accampamento poteva sembrare una scelta ragionevole, ma questo comportava ammettere di non essere in grado di portare avanti la missione e la mancanza di fiducia nelle nostre capacità. E questo non era accettabile. Dovevamo contare solo su noi stessi; altrimenti che senso avrebbe avuto mandare noi due in rinforzo a Shaoran? Inviare un messaggio ai Sussurri era una decisione che andava presa con raziocinio. Non che non fosse importante avvisare della presenza dell'accampamento, ma sarebbe valso a poco se non avessimo scoperto cosa stava realmente accadendo. Un campo poteva essere sempre spostato e le prove scomparire nel nulla. Ed era questa una delle ragioni che mi trovava scettico sulla possibilità di rientrare e tornare con altri uomini. Le tende potevano essere levate prima del nostro ritorno. E lasciare uno di noi di sentinella mi sembrava un rischio inutile. Nessuno poteva garantire che uno di noi tre sarebbe riuscito a seguire un eventuale spostamento di truppe senza venire scoperto. Ero ben conscio che la nostra vita era spendibile, ma per quanto gli ideali di un bene superiore dovessero essere perseguiti a qualunque costo, mi sarei battuto per ottenere sia le informazioni sia evitare di morire nel conseguirle.
La terza scelta... Eravamo in missione, il nostro scopo era quello di indagare. Non c'erano reali opzioni se non quella di continuare.

La votazione fu solo un proforma...

Dalla nostra posizione sopraelevata avevamo una buona visuale del campo.
Ci concedemmo del tempo per studiare l'accampamento nemico. Un compromesso tra l'ottenere più informazioni possibili e il rischio che la nostra presenza venisse scoperta.

Sin da una prima occhiata fu chiaro che non fosse un semplice insieme di tende disposte come capitava. Era fin troppo organizzato, come se ogni singola cosa fosse stata studiata nei minimi dettagli.
Probabilmente il capo doveva essere un tipo meticoloso oppure... Erano dei veterani abituati a quello stile di vita. Uno dei mercenari nel nostro accampamento mi aveva detto che dopo anni di quell'esistenza sui campi di battaglia, poteva dormire con alcune parti dell'armatura senza ritrovarsi indolenzito il giorno dopo. Il vantaggio stava nell'essere pronto allo scontro in tempi brevi. Non che gli avessi creduto più di tanto, ma ora...

Accantonai quegli ultimi pensieri per concentrarmi sulle sentinelle.
Erano disposte a coppie su ognuno dei quattro vertici dell'accampamento di forma somigliante ad un quadrilatero, in piedi su una sorta di terrapieno in modo da restare in contatto visivo con le guardie dei vertici adiacenti. Non sembravano molto attente, forse troppo sicure della protezione mentale che avevamo sciolto. In particolare sia la coppia sul vertice a sud che quella ad est si notava facilmente che non fossero al loro massimo di attenzione.
Sfruttando quella debolezza avevamo buone possibilità di entrare senza farci notare.
Il vero problema era il riuscire a muoverci all'interno senza allarmarli. Non era un accampamento molto grande, ma in caso di combattimento avremmo dovuto affrontare un numero non ben definito di avversari che alla lunga avrebbe minato le nostre forze, nell'ipotesi più favorevole.

«Secondo il mio personale punto di vista possiamo scegliere un approccio furtivo o uno a più aggressivo. Nel primo caso una volta superate le sentinelle, potremmo dirigerci verso la tenda da cui abbiamo visto uscire dei soldati con delle vettovaglie. Ci sono buone possibilità che sia una sorta di magazzino. Non è troppo distante dalla posizione da cui entreremmo e se abbiamo fortuna potremmo trovare delle uniformi di ricambio per camuffarci e giare più liberamente all'interno per raccogliere indizi. Nel secondo caso potremmo creare un diversivo incendiando le tende oppure facendo fuggire le loro cavalcature. In questo caso si tratterrebbe di non farci scoprire fino al momento in cui si genererebbe il caos. Purtroppo un diversivo del genere metterebbe in allerta l'intero accampamento e potremmo ottenere l'effetto opposto. Nulla ci garantisce che non diventino più vigili e ci taglino ogni possibile via di fuga una volta completata la nostra ricerca. Per non contare in quel caso il rischio di doverci aprire la strada combattendo ogni singolo soldato fino ad arrivare al loro capo, sempre che non fugga prima assieme alle prove.» Osservai, mentre disegnavo con un rametto lo schema del campo sul terreno sabbioso. «Io propendei per la tenda degli approvvigionamenti; ci sono più probabilità di arrivare da chi li comanda senza farci scoprire. E alla peggio dovremmo vedercela solo con le sue guardie personali, sempre che ne abbia.» Sollevai lo sguardo verso di loro «A meno di non scegliere l'opzione: entriamo dalla porta principale e distruggiamo tutto, ma temo sia alquanto suicida. Voi cosa ne pensate?»

Eravamo un gruppo o così volevo credere.
In quel caso la maggioranza avrebbe deciso il piano da seguire.

CITAZIONE
QM Point

La situazione è abbastanza semplice: infiltrarsi per raggiungere la tenda del capo.
Il nostro gruppo ha due opzioni: creare un diversivo o raggiungere la tenda magazzino e camuffarci da soldati.
Il mio personaggio ha votato per quest'ultima opzione.
In confronto o per vie private potete decidere se essere d'accordo con Kirin o scegliere il diversivo.
Vi illustro le difficoltà a cui andrete incontro.

Camuffamento:
il gruppo riuscirà a raggiungere la tenda magazzino senza essere scoperta; purtroppo una volta dentro mentre ci staremo cambiando entrerà qualcuno. Forse non siamo stati furtivi come credevamo.
Ci troveremo contro un terzetto di mercenari, ognuno paragonabile a pericolosità G.
Ci toccherà metterli a tacere senza allarmare l'esterno. Non è necessario ucciderli.
Una volta fuori, nei panni dei soldati dovremmo raggiungere la tenda del capo, cercando di non risultare sospetti. Il capo avrà però attorno alla sua tenda parecchi soldati di guardia.

Diversivo:
A voi la scelta in questo caso se andare tutti a appiccare il fuoco alle tende, a far fuggire i cavalli oppure un'altra idea venuta in mente sul momento. In questo caso si genererà molta concitazione all'interno del campo che terrà occupata buona parte dei soldati; purtroppo dovremmo affrontare degli avversari di pericolosità più elevata: ognuno ha pericolosità F (a voi scegliere se combatterete uno o più avversari, purché la pericolosità complessiva resti immutata). Il capo verrà allertato del problema nel campo e manderà molte delle sue guardie a ristabilire l'ordine, restando quindi meno difeso o addirittura da solo.
 
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view post Posted on 3/3/2014, 21:30
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Il tempo è la sostanza di cui sono fatto.
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Il piano era semplice: sarebbe sceso fino ad un deposito poco distante dalla loro posizione per cercare delle uniformi con cui travestirsi. Con lui si sarebbe mosso Kirin, mentre Shaoran, aiutato dai suoi sensi, avrebbe creato un diversivo per allontanare l'attenzione dai movimenti dei tre Sussurri. Dovevano capire cosa stava succedendo, si capiva immediatamente che erano mercenari abituati alla vita nel deserto, ma non aveva senso voler mantenere vivo il fuoco di una guerra che avrebbe potuto estinguersi senza causare altre morti.

Si divisero augurandosi buona fortuna, poi si mossero verso i loro obiettivi, facendo attenzione a non rovinare tutto prima dell'inizio delle danze.
La notte li avvolgeva e copriva i loro passi... Solo poche coppie di mercenari facevano la ronda tra le tende degli altri soldati che riposavano, e bastava aspettare che le torce si allontanassero dai loro nascondigli per poter procedere in sicurezza verso la tenda più grande adibita a magazzino.
L'accampamento era spoglio, chiaramente provvisorio, salvo lo stretto necessario come barili d'acqua e di carne secca conservata sotto sale. Avevano di che sostentarsi durante le aride giornate desertiche, ma sembrava che potessero muoversi da un momento all'altro senza perdere tempo, e senza lasciare traccia. Avevano preso la decisione giusta sul crinale, quando avevano preferito cercare da soli informazioni sulla legione piuttosto che aspettare rinforzi.
Raggiunsero la tenda ed entrarono di soppiatto squarciando il tessuto lontano dall'ingresso sorvegliato da tre mercenari. L'interno era spazioso, erano stipate altre provviste, insieme ad alcune pergamene, e in un angolo erano raccolte divise pulite e armi arruginite.
Dovevano cambiarsi e tornare fuori, raggiungere la grande tenda degli ufficiali che avevano individuato dall'alto grazie agli stendardi degli alti ranghi, trovare informazioni ed andarsene. Tutto senza essere visti, e possibilimente senza scatenare un massacro all'interno del campo: per quanto addestrati i tre Sussurri non potevano tener testa a tutti i soldati presenti nell'accampamento.

Si cambiarono, e fecero appena in tempo ad assicurare la armi sulla nuova armatura quando fuori dalla tenda scoppiò il finimondo. Si udivano urla nella notte, e i capitani ordinavano ai mercani di lasciare le brande per difendere il campo. Il clangore del ferro riempì l'aria, e le tre sentinelle irruppero nella tenda armi alla mano.
Rimasero un secondo perplesse alla vista di Montu e Shaoran con indosso le loro stesse divise, ma non impiegarono molto a prendere una decisione: attaccare!

Due mercenari si scagliarono sul Demone urlando, e lasciarono partire il primo violento colpo. Montu schivò il primo fendente semplicemente piegando il corpo verso destra, accompagnando il movimento con il braccio sguainò la katana, per deviare l'altro colpo che si abbatteva su di lui dall'alto verso il basso. Fece due passi indietro per riportarsi a distanza e i soldati rimasero un attimo perplessi. Si era mosso con estrema fluiditità, inaspettata vista la stazza dell'Eterno. Il guerriero più a destra diede una leggera spinta all'altro per farsi spazio, caricò il colpo trasversalmente, da sinistra verso destra portandolo non solo con il braccio, ma con tutto il corpo, fino alle gambe. La spada si mosse velocissima, il rumore dell'aria tagliata raggiunse le orecchie di Montu, che più per istinto che per altro alzò la katana appoggiando il piatto della lama sul filo della scimitarra che si abbatteva su di lui e facendo scivolare il colpo lontano dal bersaglio. Girò su sè stesso con il corpo, e diresse il colpo alle gambe del secondo soldato con l'intenzione di metterlo fuori gioco con un solo attacco. La lama della katana era affilatissima, e non sarebbe stato un problema lacerare la carne fino a raggiungere l'osso, e se il colpo era portato con abbastanza potenza poteva tranquillamente tagliare di netto l'intera gamba, amputandola come se fosse fatta di carta.
Ma evidentemente doveva essere una sfida più ardua del previsto, non aveva di fronte due sprovveduti. Il colpo andò a vuoto perchè il mercenario spiccò un balzo così in alto che quasi sfiorò la parte superiore della tenda, ed atterrò circa cinque metri più distante.
L'attimo di stupore scoprì il Demone, che non vide la spada dell'altro abbattersi sul suo braccio sinistro fin quando non fu troppo tardi per evitare totalmente il colpo.
La lama lacerò il cuoio dell'armatura e raggiunse la carne, tagliando profondamente il bicipite di Montu. Il Demone si rialzò ed affondò rapido la spada verso l'addome del suo avversario, e sentì la lama penetrargli nel fianco. Il soldato sputò sangue ed indietreggiò premendo sulla ferita, e cadendo in ginocchio.
L'altro correva verso Montu e lo colpì violentemente con la spalla, mandandolo a sbattere contro una serie di mensole che si ruppero facendo cadere sul Demone alcuni boccali di vetro che lo ferirono alle mani. La katana era lontana, così estrasse la pistola e fece fuoco verso il soldato che stava per attaccare di nuovo. Il proiettile bucò gli addominali al centro preciso della cotta, e il soldato cadde a terra bagnando la terra con una larga pozza di sangue scuro. Il suo ultimo avversario non avrebbe mollato facilmente, era di nuovo in piedi e sembrava voler combattere fino alla morte. Il Demone corse fino alla sua spada scavalcando il cadavere del soldato, e poi tornò ad occuparsi del suo ultimo ostacolo.
La ferita al braccio sanguinava, e aveva accusato il colpo che lo aveva sbalzato contro la mensola. Ma il suo avversario era messo peggio di lui, glielo si leggeva negli occhi.
Il Demone affondò il colpo con quanta potenza aveva in corpo, dritto verso il cuore, ma con le ultime forze residue il mercenario alzò la mano verso la lama, che si piantò al centro del suo palmo senza riuscire a trapassarlo. La mano stessa aveva cambiato colore, sembrava quasi fatta di ferro, e il rumore dell'impatto era proprio quello di lama contro lama, acciaio contro acciaio.
-Chi... Chi diavolo siete?... Nessuno avrebbe dovuto trovarci, eravamo protetti!-
Credevate di poter mettere a ferro e fuoco il Regno senza che intervenisse qualcuno di più potente di voi?
-I... I Silenziosi Sussurri...?-
Senza aspettare una risposta tolse il palmo della mano dalla lama di Montu e tentò di colpire il collo del Demone con la spada stretta nell'altro pugno. Ma l'attacco era lento, il dolore al fianco era lancinante, ormai l'emorragia interna aveva fatto più danni del taglio stesso. L'Eterno fu più veloce e con un colpo secco tagliò la gola dell'uomo che aveva davanti, facendo cadere a terra il suo corpo già privo di vita.

Si voltò stanco verso Kirin, che aveva ucciso anche la terza guardia. Ora dovevano solo dirigersi verso la tenda degli ufficiali.
Quando uscirono capirono il motivo di tanto trambusto: c'erano moltissime tende in fiamme, appena sotto il crinale dove erano nascosti poco prima. I soldati correvano da ogni parte con secchi d'acqua, altri urlavano fra di loro.
-CATTURATE L'INTRUSO! NON DEVE USCIRE VIVO DA QUA!!!-

Montu iniziò a correre verso i vessilli degli alti ranghi seguito da Kirin, sperando che Shaoran fosse riuscito ad evitare di essere catturato. Quando lo vide sorridente davanti la tenda credette fermamente di avere la possibilità di portare a termine la missione. Loro tre potevano farcela, avrebbero evitato che scoppiasse il caos nel Regno.




-Parlato soldati-
Parlato Montu

Energia: 100 -20 =80%
Status Fisico: Ferita al braccio sinistro; Colpo alla schiena e varie escoriazioni da caduta (Alto)
Status Psicologico: Illeso
CS Forma Umana: +1 Intelligenza

Armi:
Shokan: Impugnata con la mano destra
Pistola: Riposta (4 colpi)

Oggetti:
Biglia Stordente: 1
Biglia Dissonante: 1
Biglia Deflagrante: 1
Rubino: Forma Umana: +1 Forza; +1 Velocità; +2 Maestria nell’uso delle Armi. Forma Demoniaca: +2 Forza; +1 Velocità; +1 Intelligenza.
Gemma della Trasformazione


Note: Questo è il mio primo "autoconclusivo", quindi perdonate gli errori che, sinceramente, non so se sono presenti.
Inserirò un Riassunto molto schematico del combattimento :) Riguardo il resto del post mi cambio insieme a Kirin e dopo aver sconfitto i nostri nemici ci dirigiamo verso la tenda del capo dove ritroviamo Shaoran che... Ha fatto un bel casino nell'accampamento :v:

Riassunto:
I soldati attaccano con due attacchi non tecnica; Montu li evita semplicemente schivando il primo e parando il secondo.

Uno dei due soldati attacca Montu con Colpo Duro (Medio); il Demone si difende con Parata (Medio) e non subisce danni.

Montu passa all'attacco e sferra un fendente non tecnica alle gambe del secondo soldato; che però evita utilizzando Balzo (Basso)

Di nuovo il primo soldato tenta l'affondo, che riesce in parte ferendo Montu; il Demone reagisce e trafigge all'altezza del fegato il soldato.

Il secondo soldato scaraventa lontano il Demone usando Contraccolpo (Alto); Montu dolorante tira fuori la pistola e gli spara alla bocca dello stomaco. Meno uno.

Montu recupera la katana cadutagli dopo il colpo precedente e utilizza Colpo Duro (Medio) sul soldato rimanente; che si difende con Tempra di Ferro (Medio).

Dopo una "chiacchierata" il soldato tenta di aggredire Montu che però è più veloce e gli taglia la gola. Game Over.

Ripeto: non so quanto possa andare bene perchè è il mio primo autoconclusivo, al di là del regolamento spero che almeno sia gradevole :lul:
 
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<Ark>
view post Posted on 4/3/2014, 00:37




Legenda ~
Narrato
« Parlato »
« Parlato di Altri »
Pensato



     Siamo perduti in un labirinto di roccia, pensò Shaoran.
     Camminavano in fila indiana lungo il sentiero che s’inerpicava tra le colonne pietrose, costretti a guardare attentamente a dove mettevano i piedi per non rischiare di scivolare sui sassi e lasciarci un piede. Fortunatamente la luna brillava alta nel cielo, illuminando la via quel tanto che bastava per avanzare. La via era stretta e piena di curve, tanto che intorno a loro non si vedeva altro che roccia liscia, erosa dal vento.
     Anche se non con gli occhi Shaoran contava di poter seguire i soldati con la mente, tuttavia non percepiva nulla: era come se si fossero volatilizzati una volta entrati in quella zona. Non avevano altra scelta che avanzare passo dopo passo, sperando di non perdersi in quella landa morta col rischio di finire la scorta d’acqua e cibo. Per quanto fosse notte la fatica della camminata ed il calore facevano sudare il gruppo, e presto il respiro del giovane divenne spezzato. Quel posto sembrava non cambiare mai: ad ogni curva non si vedeva altro che rocce intorno e sassi davanti, in una salita che sembrava non portare da nessuna parte. Dopo essere stato nel Plakard non pensava avrebbe rivisto un luogo altrettanto inospitale, tuttavia quella notte dovette ricredersi. Da quanto stavano camminando?
     « Fermi. » Shaoran si girò a guardare Montu, uno dei compagni che gli avevano inviato in supporto. Era un omone grande e grosso, vestito quasi completamente di nero rendendosi una cupa e minacciosa presenza. Non gli pareva completamente umano, teoria sostenuta dai suoi occhi che brillavano di una luce rossastra nella luce lunare, tuttavia Shaoran non ci faceva caso: non era certo il primo della sua razza che incontrava. « Guardate, ho segnato il sentiero graffiando delle rocce quando ci siamo messi in cammino... Non è solo una sensazione, stiamo girando in tondo! »
     L’ombra osservò con più attenzione la parete rocciosa che stava indicando e controllò anche quelle un po’ più avanti a loro, notando che v’erano marcati gli stessi segni. Kirin, un altro Sussurro poco più giovane di Shaoran, impallidì. Rivelò di essere già stato preda di una trappola simile e che non aveva idea di come ne sarebbero potuti uscire.
     Shaoran, fortunatamente, ce l’aveva.
     Comprendendo la situazione il giovane chiuse gli occhi, perdendosi nel suo mondo di concentrazione e silenzio. La stanchezza, i dubbi e le aspettative di quella missione svanirono, le voci dei suoi compagni scemarono fino a non esistere più. Era solo in un mondo di tenebra, la mente completamente svuotata da qualsiasi percezione se non un singolo oggetto: la sua spada. Era uno stratagemma che aveva sviluppato col tempo, quando troppi pensieri o influenze esterne gli impedivano di pensare chiaramente. Immaginò Hien in tutti i suoi particolari: la lucente lama affilata, il cui acciaio temprato mostrava una decorazione ondulata per tutta la sua lunghezza, le fiamme e le gemme rosse nell’impugnatura, il laccio di cuoio che pendeva dalla sua estremità. L’arma galleggiava nell’oscurità innanzi a lui, talmente dettagliata da sembrare quasi reale.
     Mosso dall’esperienza l’intero procedimento non richiese che pochi istanti, e quando Shaoran aprì gli occhi aveva la mente libera. Il mondo intorno a lui tremolò come se fosse stato un miraggio, ed ora nella pietra v’erano due sentieri. Con un mezzo sorriso soddisfatto, il giovane s’incamminò nella via che era stata nascosta ai loro occhi.

     Il trio giunse innanzi ad una valle nascosta nelle montagne, un vasto territorio piatto completamente circondato da una muraglia naturale. La luce dei fuochi da campo illuminava un grosso agglomerato di tende, senza alcun segno o stendardo visibile. Era chiaro che chiunque fossero non avevano assolutamente intenzione di svelare la loro identità, o non si avrebbero creato simili difese. I soldati sedevano davanti ai falò senza sembrare particolarmente all’erta, probabilmente erano sicuri che nessuno li avrebbe trovati laggiù, altrimenti i Sussurri non sarebbero riusciti ad avvicinarsi tanto.
     Nascosti dietro un’insenatura rocciosa i tre osservarono il campo, tutti con la stessa aria interrogativa sul volto. Kirin disse sussurrando la domanda principale: « Chi avrebbe da guadagnarci nel compiere un gesto così insensato? »
     « Siamo qui per scoprirlo » Rispose Shaoran.
     Successivamente ascoltò il suo compagno spiegare come avrebbero potuto procedere secondo lui, usando un rametto per disegnare una piccola mappa su una parte sabbiosa del terreno.
     « Per dire di non saperne molto di strategia hai spiegato la situazione piuttosto bene… » Disse Shaoran quando ebbe finito. Rimase per qualche attimo silenzioso, passandosi una mano tra i capelli cercando di rielaborare quanto aveva visto e quanto Kirin aveva suggerito. Osservò le sentinelle e la disposizione delle tende, concordando con le sue conclusioni. Se fossero entrati di nascosto cercando di mimetizzarsi probabilmente avrebbero comunque dovuto affrontare le guardie davanti alla tenda del capo, rischiando di attirare l’attenzione finendo circondati e senza alcuna possibilità di fuga. C’era bisogno di un diversivo, qualcuno che allontanasse il maggior numero di soldati possibile dal loro obiettivo: la tenda di colui che guidava quell’accampamento.
     « Al diversivo ci penserò io. » Disse risoluto.
     Era un compito pericolosissimo e non avrebbe mai chiesto a loro due di farlo al suo posto, inoltre riteneva di essere quello con più probabilità di sopravvivere in quel frangente. Aveva studiato quel territorio e sapeva che una persona sola aveva mille e più luoghi per nascondersi, l’oscurità lo avrebbe aiutato e lui poteva sfruttare le aure dei suoi avversari per definire sempre dove si trovassero e quindi evitare di finire intrappolato.
     Era buffo come non importa dove andasse o cosa facesse, alla fine si ritrovava sempre nelle stesse situazioni. La guerriglia era un concetto che ormai conosceva molto bene, per quanto in un contesto diverso, e di sicuro quell’esperienza gli sarebbe stata di aiuto per uscire vivo da quella situazione.
     « Voi restate qua ed aspettate. Attirerò l’attenzione delle guardie verso le montagne, così voi potrete andare verso la tenda del capo senza incontrare molta resistenza. Li depisterò per un po’ e poi cercherò di raggiungervi. » Osservò i suoi due compagni attendendo una reazione, ma nessuno dei due si oppose al suo piano. Deciso cosa fare Shaoran inspirò lentamente fino a riempirsi i polmoni per poi espellere piano l’aria, come per concentrarsi e prepararsi al duro compito che lo aspettava. Salutò i due compagni con un silenzioso cenno del capo, poi si allontanò verso l’accampamento.

     Rimasto solo, poteva sentire la tensione torcergli le budella ed il cuore che batteva come un tamburo nel petto. Ogni volta d’iniziare una battaglia si sentiva così, ma sapeva che una volta iniziato la paura e l’ansia sarebbero passate in secondo piano nella frenesia della battaglia. Stava correndo un grosso rischio, ma se tutto andava per il meglio ne sarebbe valsa la pena. Sfruttando la copertura delle rocce passò intorno al campo in modo da posizionarsi dal lato opposto rispetto a dove si trovava il magazzino, in modo da allontanare le guardie da quel punto e permettere ai due Sussurri di camuffarsi con meno problemi.
     Anche se non avesse avuto la capacità di percepire le aure non avrebbe mai avuto problemi a riconoscere le sentinelle: poste a coppie ai vertici dell’accampamento, entrambe impugnavano torce per vedere meglio nell’oscurità. Come le altre, anche queste non sembravano particolarmente attente nel loro dovere: erano in piedi a fissare senza troppa attenzione i dintorni, sicuri che nessuno avrebbe potuto trovarli in quel luogo. Chiacchieravano tra di loro a voce bassa, ma erano troppo distanti perché Shaoran potesse capire cosa stessero dicendo.
     Lentamente estrasse la spada, ancora accucciato dietro le rocce. Portò la lama orizzontale davanti alla fronte, toccando con la pelle il freddo acciaio. « Lama, non mi tradire oggi. » sussurrò.
     Si alzò in piedi e con la spada sguainata cominciò a correre verso le sentinelle poco distanti da lui. I due uomini lo videro e si paralizzarono, allarmati, sorpresi da un attacco così diretto da una persona sola. Non avevano archi a portata di mano e Shaoran non percepiva altri soldati nelle immediate vicinanze, quindi non temeva che una freccia potesse colpirlo mentre correva verso le guardie.
     I due uomini gridarono l’allarme con quanta voce avessero mentre estraevano le loro armi, tuttavia il giovane guerriero li uccise rapidamente con la sua spada senza indugiare un attimo. Eliminata la prima resistenza sapeva di aver pochissimo tempo prima che gli venissero addosso. Poteva già percepire la presenza di molte persone che si dirigevano verso l’origine del grido, così non perse tempo ed afferrò le due torce, tenendone una per mano, correndo al limitare del campo ed appiccando il fuoco alle tende più esterne. La totale assenza di umidità fece sì che la tela prendesse fuoco senza alcun problema. Il giovane non si aspettava comunque di riuscire ad incendiare l’intero accampamento: le tende erano disposte ordinatamente e non troppo vicine le une dalle altre, inoltre non aveva il tempo per bruciarne molte con le sue torce. Quando passò vicino ad un recinto con dei cavalli e cammelli non esitò un secondo a lanciare una delle torce addosso ad uno di loro, che impazzito dal terrore cominciò a scalciare agitando così tutti gli altri animali.
     Dove fino a poco prima regnava l’oscurità ed il silenzio ora v’era il caos. Soldati imprecavano cercando di calmare gli animali mentre correvano per il campo con il pelo lambito dalle fiamme, altri ancora assonnati cercavano di capire cosa stava succedendo mentre alcuni, i più svegli, avevano visto Shaoran correre per il limitare del campo con le torce in mano ed avevano cominciato ad inseguirlo gridando a tutti di stanare l’intruso.
     La parte più facile è andata, pensò il giovane. Lanciò l’ultima torcia verso uno dei soldati che gli stava correndo incontro, tuttavia questi la schivò con facilità. Lo stesso non si poteva dire della guardia immediatamente dietro, che non vide la torcia se non quando gli fu praticamente addosso. Imprecò ed urlò dal dolore, gettandosi a terra per spegnere le piccole fiamme che avevano cominciato ad attecchire sulla sua divisa.
     Shaoran nel frattempo s’era già voltato correndo il più velocemente possibile verso la protezione delle rocce, inerpicandosi in uno dei sentieri sassosi che formavano il labirinto di rocce che formava le montagne. La luna illuminava quel tanto che bastava la zona per vedere dove si mettevano i piedi, tuttavia non poteva andare troppo velocemente per timore di scivolare e cadere. Se inciampava era perduto.
     Poteva sentire dietro di lui gli uomini che lo inseguivano, senza riuscire a seminarli. Ad ogni sasso che spostava questo rotolava all’indietro portando con sé altri sassi, facendo rumore e rivelando la direzione presa dal giovane ad ogni curva che incontrava nel suo percorso. Sapeva che non poteva continuare a lungo in quel modo, così dopo l’ennesimo bivio ed aver interrotto la visuale ai suoi inseguitori spiccò un poderoso balzo, superiore a quello di qualsiasi persona normale, atterrando in cima ad una delle tante torri rocciose che caratterizzavano quell’ambiente.
     Sotto di lui i soldati continuavano a correre, mentre i primi cominciavano a guardarsi intorno cercando di capire dove lui fosse finito. Una biglia rossa apparve nella mano destra del giovane, che li osservava dall’alto mentre aspettava che il sentiero fosse transitato dal numero più alto possibile di soldati. Quando fu soddisfatto lanciò la biglia sul muro di roccia friabile davanti a lui, quello che formava il secondo muro del sentiero, e si accucciò per difendersi dai detriti generati dall’esplosione che seguì il contatto.
     Gli uomini sotto di lui invece furono schiacciati dalle rocce franate nel sentiero, finendo schiacciati. Ora il gruppo di inseguitori era diviso il due, tuttavia non si diedero per vinti: degli uomini ordinarono ai soldati di sparpagliarsi e perlustrare la zona, in modo da coprire una porzione più vasta dell’area. Non sapevano che le vere prede erano loro, ma lo avrebbero scoperto presto.
     Shaoran sarebbe potuto tornare all’accampamento già in quel momento, tuttavia temeva che le guardie abbandonassero la caccia e tornassero indietro, prendendo lui ed il suo gruppo alle spalle. Il suo obiettivo invece era farli arrabbiare, farli sanguinare, che non avessero pace finché non avrebbero trovato l’intruso e fargliela pagare per l’affronto subito.
     Tolte delle pietre da uno dei cadaveri e gli rubò la divisa, in modo da mimetizzarsi coi nemici. Successivamente sfruttando la sua capacità di auspex e l’oscurità stanò un soldato dopo l’altro, uccidendoli col pugnale rubato ad uno dei cadaveri morti schiacciati dalla frana. Trovò solo soldati semplici, tuttavia lui voleva uno degli ufficiali, colui che stava dando gli ordini in quell’operazione di ricerca. Se voleva causare abbastanza confusione da permettere loro di andarsene da lì, eliminare chi prendeva le decisioni poteva essere un buon modo per farlo. Lo trovò in un piccolo avvallamento roccioso a sbraitare ordini a due sottoposti.
     « Com’è possibile che sia sparito?! Un intruso nel nostro accampamento e voi ve lo lasciate sfuggire da sotto il naso? »
     Non poteva distinguere i lineamenti nell’oscurità, tuttavia poteva notare la naturalezza con cui portava la lama al fianco che tradiva un’esperienza ed abilità superiore al comune.
     Shaoran non prestò molta attenzione alla risposta farfugliata dal soldato, concentrato com’era sull’esaminare il posto in cui la sua preda s’era rintanata. Davano le spalle ad un muro di roccia e davanti a loro c’era una zona piatta e sassosa larga diversi metri, collegata ad altri due sentieri oltre quello dove si trovava il ragazzo. Non c’era alcun modo per arrivare loro alle spalle, quindi se voleva riuscire ad ucciderlo avrebbe dovuto farlo rivelandosi. Un vero peccato che non potesse catturarlo per poi interrogarlo, con decine di soldati alla sua ricerca non aveva modo di stare fermo a fargli domande senza il rischio di finire scoperto.

     Fece svanire la spada, in modo da apparire armato solo di coltello, e si avvicinò a passo rapido ai tre soldati fingendosi una semplice recluta, fermandosi a qualche metro di distanza sperando che l’oscurità bastasse perché non lo vedessero bene in volto.
     « Signore, l’abbiamo trovato! » Indicò il sentiero da cui era venuto con la mano sinistra « Lo stanno trattenendo da quella parte, ma sta opponendo resistenza! Fate in fretta! »
     L’ufficiale lo guardò per un attimo, mentre gli altri due soldati cominciarono già ad andare verso il sentiero da cui era venuto Shaoran. Il ragazzo non attese oltre e cercò di sfruttare l’elemento sorpresa, richiamando a sé la sua spada che gli apparve in mano con un lampo di luce e menando un fendente orizzontale cercando di decapitare l’ufficiale. L’uomo alzò un braccio protetto dall’armatura, tuttavia la lama invece di tagliare cuoio e carne si fermò si colpo, come se avesse colpito uno scudo d’acciaio.
     Shaoran liberò la lama e tentò di colpirlo con un secondo attacco, tuttavia il suo avversario scartò di lato evitando il colpo e sguainando la spada.
     « Almeno tu te la cavi. » disse Shaoran, mentre l’uomo lo guardava con un sorriso soddisfatto.
     « Così sei tu il pazzo che vuole morire. Sarai accontentato, ma non prima di divertirci un po’ con te. Abbiamo molte cose da chiederti… » mentre parlava i due sottoufficiali avevano sguainato la spada e si stavano spostando cercando di circondare completamente Shaoran.
     « L’unica cosa che saprete da me è che morirete tutti tra queste rocce. »
     Non aveva tempo da perdere, non era riuscito ad ucciderlo subito e dubitava di poterlo fare da solo contro tre, ormai doveva levare le tende prima che arrivassero tutti gli altri. Prima che potesse attaccare furono i suoi avversari a cominciare l’offensiva: lo attaccarono contemporaneamente da davanti e dal lato destro e da dietro, costringendo Shaoran a bloccare il colpo innanzi a lui con la spada scoprendo così i fianchi e la schiena. La lama che voleva conficcarsi sulla sua spalla fu bloccata da una brillante barriera azzurra, tuttavia non riuscì a schivare del tutto anche l’affondo alla schiena procurandosi una bruciante ferita al fianco sinistro.
     Digrignò i denti dal dolore e dallo sforzo, ma si fece forza per il contrattacco.
     Un rombo di tuono echeggiò tra i monti mentre il corpo del giovane veniva circondato da scariche elettriche. Sfruttò il proprio potere per intimidire l’uomo al suo fianco e fargli abbassare la guardia, per poi liberare la lama dal contatto con l’arma avversaria ed infilarsi in un’apertura tra i suoi avversari, sfuggendo al blocco. Senza fermarsi tagliò i legamenti della caviglia sinistra con un fendente ascendente per poi ricalarla di nuovo sul braccio armato del sottoufficiale, che cadde a terra urlando e tenendosi la spalla ormai inutilizzabile.
     Ora ne aveva due da affrontare, ma sapeva che presto quelle urla avrebbero attirato tutti i soldati in zona in quel punto. Il sottoufficiale rimasto impugnò l’arma a due mani e cerco di ferirlo con un affondo all’addome, tuttavia Shaoran deviò il colpo con la sua spada e scivolò di lato, lasciando che l’impeto del colpo sbilanciasse l’avversario che cadde in avanti.
     Intanto Shaoran passò all’offensiva menando decisi fendenti all’ufficiale, che però riuscì a pararli tutti tenendogli testa. Dopo due o tre rapidi scambi il ragazzo percepì che il sottoufficiale rimasto si era rialzato e lo stava attaccando di nuovo, così alzò la mano sinistra all’altezza del viso mentre sul palmo appariva una biglia bianca.
     Strinse il pugno rompendo la sfera come se fosse stata fatta di vetro, liberando un fascio di luce che illuminò a giorno tutta la piccola vallata. Gli occhi adeguatamente serrati per non finire accecato, Shaoran infuse il suo potere sulla lama che fu circondata da sfrigolanti scariche elettriche azzurrine. Facendosi guidare dalle aure dei suoi avversari scartò di lato per evitare il colpo alle spalle portato ormai alla cieca, per poi scattare in avanti verso uno dei sentieri che gli avrebbero permesso di nascondersi di nuovo.
     Nel movimento riuscì a sferrare un ultimo colpo verso l’ufficiale ora alla sua sinistra, la lama che compiva un arco ascendente che gli procurò un lungo taglio che gli percorreva il petto fino alla spalla sinistra, sfondando la resistenza che l’aveva fermata durante il primo attacco. L’uomo fu abbastanza abile da riuscire a seguire comunque il movimento di Shaoran ed affondare con la lama, l’acciaio sembrava fuoco mentre gli infliggeva un taglio orizzontale che gli percorreva la schiena all’altezza delle scapole.
     Abile davvero, per essere riuscito a colpirlo in quel frangente.
     Shaoran grugnì dal dolore e dalla frustrazione per non essere riuscito ad uccidere il suo avversario, tuttavia non poté far altro che correre via per non finire intrappolato da decine di soldati, sfruttando la momentanea cecità dei suoi avversari. Forse sarebbe anche riuscito a sconfiggere quei due, ma c’avrebbe messo del tempo e di tempo non ne aveva.

     Tornò all’accampamento muovendosi lentamente e con circospezione, nascondendosi nelle grotte quando qualcuno gli si avvicinava e non poteva aggirarlo. Qualche volta dovette lanciare un sasso per attirare l’attenzione dei soldati lontano da lui, ma in generale la tattica funzionò. La schiena ed il fianco sinistro non sanguinavano grazie all’armatura di cuoio che aveva rubato e la sua personale cotta di maglia, ma era sicuro fossero livide e respirare non gli era facile.
     Il campo era ancora in subbuglio, ma tutti i principi d’incendio erano stati spenti e la maggior parte degli animali erano stati recuperati. Tenne la testa bassa e cercò di evitare qualsiasi contatto coi soldati rimasti nel campo, dirigendosi rapido verso quella che doveva essere la tenda del capo. Riuscì ad intercettare i suoi compagni Sussurri davanti alla tenda e si avvicinò loro muovendosi col busto rigido ed una mano sul fianco, tradendo il dolore delle ferite subite durante quel diversivo, e parlò col fiato corto.
     « Dovrei aver attirato la loro attenzione tra i monti. Non ho potuto uccidere uno degli ufficiali purtroppo, ma dovremo farcelo bastare. »
     Guardò verso la tenda del capo, percependo una singola aura non troppo potente all’interno. Tutte le guardie se n’erano andate, a quanto pare, ed ora potevano avere le risposte che cercavano.


~ ReportStato Fisico ~ 4/16.
» Fianco sinistro, Medio.
» Schiena, Medio.
Stato Mentale ~ Normale.
Mana ~ 50 %.
Consumi ~ [2 Bassi, 5% ~ 0 Medi, 10% ~ 1 Alti, 20% ~ 0 Critici, 40%]
Armi
» Hien ~ Nel fodero al fianco sinistro.

Armature
» Cotta di maglia ~ A protezione del busto.
» Armguards ~ Su ciascun avambraccio.

Oggetti
» Biglia stordente ~ 1.
» Biglia oscura ~ 1.
» Biglia accecante ~ 0.
» Biglia deflagrante ~ 0.

Abilità passive
» Duro A Morire ~ Capacità di difendersi in modo istantaneo, le sue difese ad area hanno potenza pari al consumo, non sviene se rimane a 10% di energie.
» Stratega ~ In qualsiasi tipologia di terreno Shaoran è in grado di elaborare la strategia migliore, durante un combattimento vince gli scontri a parità di CS.
» Sentinella ~ Auspex passivo basato sull'aura.

Tecniche Usate
» Balzo ~ Perché scalare, quando si può raggiungere la cima con un semplice salto? Muoversi agilmente in una foresta o scalare un albero mentre le mani sono impegnate ad impugnare un'arma può essere difficile, dunque Shaoran ha allenato la forza delle gambe divenendo dunque in grado di raggiungere elevate altezze in un attimo. Tecnica utile anche per evitare attacchi di ampia portata, per quanto il tempo necessario per balzare non la renda ottimale nell'eludere tecniche particolarmente veloci.
Consumo ~ Basso.

» Barriera ~ Concentrando la sua energia magica innanzi a sé è in grado di evocare uno scudo, una patina azzurrognola sottile ma molto resistente, capace di tenere testa ad attacchi sia fisici che magici, purché non troppo potenti. La forma dello scudo è variabile, da un piatto dal raggio di mezzo metro ad un muro alto e largo quanto il caster. L'efficacia della difesa è pari al consumo speso per attivarla.
Consumo ~ Basso.

» Tempesta Di Spade ~ Anni di pratica con la lama hanno reso Shaoran un temibile spadaccino. Capace di sferrare insidiosi e potenti attacchi a comando, Shaoran è in grado di infondere il potere del fulmine nella sua arma, che si manifesterà all'occhio sotto forma di scariche azzurre che percorreranno la lama. Dopodiché il giovane potrà prodigarsi in una serie di attacchi notevolmente più forti e veloci del normale, rendendo difficoltosa la difesa. Gli attacchi potranno essere uno o molti di più, il danno effettivo della somma dei vari attacchi sarà pari al consumo speso.
Consumo ~ Alto.


 
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view post Posted on 10/3/2014, 23:47
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Il tempo è la sostanza di cui sono fatto.
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Tenda degli Ufficiali



Entrò con il fiato corto, le guardie all'entrata della tenda nemmeno lo fermarono, erano rimaste lì a proteggere il Generale nonostante fissassero con occhi sbarrati il fumo levarsi dall'altra parte dell'accampamento.
Scostò il velo della tenda e una morsa di gelo gli si strinse intorno al cuore... Odiava quel luogo, cercava di risolvere i problemi del campo senza richiedere il -suo- intervento.
Lo vide piegato sullo scrittoio istoriato, consultava una mappa dell'area circostante e non sembrava preoccuparsi di ciò che accadeva all'infuori della sua tenda.
Dava le spalle all'ingresso, sicuro che chiunque potesse entrare, non aveva nessuno da temere. Accanto allo scrittoio, in una giara alta poco più di un metro, erano riposti alcuni rotoli di pergamena e papiro, documenti di operazioni passate o future, in quella tenda si decidevano tutti i movimenti dell'intero accampamento. Alla sua sinistra c'era una branda, niente di particolare nonostante il suo grado, dovevano potersi muovere velocemente, e il lusso non era una cosa comoda per gli spostamenti. Un baule ai piedi del giaciglio conteneva gli effetti dell'ufficiale, come documenti personali, abiti leggeri e piccole armi. Dall'altra parte, sulla destra, un manichino indossava l'armatura cerimoniale, molto diversa da quella color del fango, quasi leggermente consumata e con molti segni di combattimenti passati, che indossava in quel momento. L'armatura era azzurra, sembrava vitrea nei suoi complicati fregi, il petto era rinforzato con due placche grigie quasi trasparenti, dalle spalle partivano lateralmente tre artigli bianchi affilati, sulla schiena una meravigliosa effige delineava la spina dorsale. Gli avambracci erano azzurri, così come gli stivali appoggiati ai piedi del manichino, solidi, pezzi unici nel Regno.
Una corazza bellissima, ma sicuramente poco adatta alla battaglia.

-Devi dirmi qualcosa o sei venuto solo per guardarti intorno?-
Si scosse dai suoi pensieri, tornò a guardare il suo Generale che aveva alzato la testa dalle carte, senza però voltarsi.
-Mio signore, l'accampamento è sotto attacco, le sentinelle hanno avvistato un intruso e le tende più esterne sono state incendiate. Alcuni uomini sono già intervenuti portando secchi d'acqua, ma l'incendio è esteso. Altri pattugliano il campo, non riusciamo a trovare l'intruso...-
Frederich Lorch si alzò dalla sedia, si voltò e rimase un secondo in silenzio scrutando il suo interlocutore. Il Generale Lorch era un uomo sulla quarantina, fisico atletico, possente, un guerriero provato dalle battaglie forse solo nello spirito. L'armatura calzava alla perfezione, non era l'accozzaglia di pezzi diveri messi insieme alla bell'e meglio tipico dei soldati prezzolati. I capelli erano lunghi fin sopra le spalle, ricci e brizzolati, la barba era appena accennata, curatissima come il resto della sua figura. Al collo portava un'affascinante perla che sembrava brillare di luce propria, e al pollice destro un anello d'argento.
Mosse qualche passo verso il soldato:
-Non riuscite a trovarlo? Un solo uomo riesce a nascondersi quando l'intero accampamento lo sta cercando?-
Un lieve fumo azzurrognolo si levò dalla punta delle dita.
-Esci, porta con te le guardie qui fuori, non ho bisogno di protezione. Andate a controllare il magazzino, e pregate che non manchi nulla. Se non siete voi in grado di trovare il nostro indesiderato ospite sono sicuro che si farà vivo lui.-
-Agli ordini, Generale Lorch.-
Frederich si sedette, sapeva che cercavano lui.



23xoC




I tre Sussurri attendevano fuori dalla tenda, li sorprese non trovare nessuno a proteggerla. Sopra di loro svettava il vessillo degli ufficiali, una brezza fredda nella notte desertica. Nell'accampamento risuonavano le urla dei soldati, e il fumo nero era ormai una colonna alta decine di metri nel cielo buio, fumo che nascondeva le stelle alla vista, e rendeva la notte più cupa. Shaoran sorrideva osservando il suo spettacolo, e gli altri due sorridevano quasi involontariamente di rimando.
Ma dentro quella tenda li attendeva un compito ben più difficile di appiccare un incendio o rubare delle armature. Dalla loro fermezza e capacità dipendeva la riuscita della missione.
Armi in pugno, senza esitare ancora, irruppero nella tenda.

Frederich Lorch li attendeva in piedi, appoggiato allo scrittoio, una mano sul mobile e una sull'elsa della spada, una bastarda che pendeva minacciosa al suo fianco.
-Dovrei farvi i complimenti per essere riusciti ad entrare nel mio campo, peccato che, qualunque sia il motivo, è stato inutile. Non so chi di voi ha dato fuoco alle tende, ma anche questa è un'informazione superflua... Morirete tutti indistintamente.-
Non sono venuto qui per sentire le tue chiacchiere, tanto meno per morire. Abbiamo una missione da portare a termine!

Il Demone scattò in avanti, la katana si abbattè dall'alto verso il basso su Lorch. La katana atterrò sul suolo sabbioso, e Montu vide alla sua sinistra il Generale sorridente... Si era spostato ad una velocità sovrumana. Con il dorso della mano schiaffeggiò l'Eterno facendogli perdere l'equilibrio. Montu si piegò sul ginocchio, appena in tempo per vedere il palmo del Generale teso verso di lui... Si materializzarono alcune schegge di ghiaccio che schizzarono verso il volto del Demone. Dalla sabbia fredda si levò un muro di ossa alto un metro e mezzo, come uno scudo davanti al Negromante, su cui si infransero in mille frammenti le lame di ghiaccio.
Si rialzò in piedi e affondò di nuovo la lama, con quanta forza aveva in corpo, questa volta la velocità non fu utile al Generale, che vide la katana aprirgli un profondo taglio sul fianco sinistro. Dietro a Lorch si materializzò una possente Manticora, che fece appena in tempo a balzare verso il suo obiettivo prima di ghiacciarsi completamente, e cadere rovinosamente al suolo spaccandosi a metà.
Frederich, visibilmente sorpreso, si sistemò i capelli togliendosi una ciocca da davanti gli occhi:
-A quanto pare vi avevo sottovalutati, vediamo cosa sapete fare tutti e tre! Ma aumentiamo la difficoltà, vi va?!-
Sorridendo si strappò la perla dal collo, e la infranse nella mano... D'un tratto l'aria si fece più pesante, un macigno crollò sulle anime dei Sussurri.



-Parlato Frederich Lorch-
-Parlato mercenario-
Parlato Montu

Energia: 80
Status Fisico: Ferita al braccio sinistro; Colpo alla schiena e varie escoriazioni da caduta (Alto); Contusioni varie
Status Psicologico: Aura di paura (Medio)
CS Forma Umana: +1 Intelligenza

Armi:
Shokan: Impugnata con due mani
Pistola: Riposta (4 colpi)

Oggetti:
Biglia Stordente: 1
Biglia Dissonante: 1
Biglia Deflagrante: 1
Rubino: Forma Umana: +1 Forza; +1 Velocità; +2 Maestria nell’uso delle Armi. Forma Demoniaca: +2 Forza; +1 Velocità; +1 Intelligenza.
Gemma della Trasformazione

Pergamene utilizzate:
Muro d'Ossa. Consumo: Medio (10%)
Il negromante richiama davanti a sé una barriera invalicabile composta dalle ossa dei suoi nemici, bloccando gli attacchi che gli sarebbero rivolti contro.
La tecnica ha natura magica. Il caster richiamerà un muro di ossa dal terreno per bloccare le offensive rivoltegli contro; a seconda della personalizzazione, la barriera potrà essere composta da ossa, carne, lame o qualsiasi altro materiale solido che possa essere utilizzato per la stessa funzione. La tecnica ha potenziale difensivo pari a Medio e nessun potenziale offensivo. Le dimensioni coperte dal muro potranno essere particolarmente grandi, permettendo di generare una difesa non solo potente, ma anche di grande portata.

Colpo Duro. Consumo: Medio (10%)
il guerriero esegue un attacco più potente del normale, in grado di ferire gravemente l'avversario.
La tecnica ha natura fisica. Consente al guerriero di eseguire una singola azione offensiva più pericolosa della norma. L'azione in questione potrà essere personalizzata con differenti stili o modalità di esecuzione, ma in ogni caso consisterà in uno ed un solo attacco - sia esso a mani nude o portato con un'arma bianca. La tecnica dura infatti solo il tempo necessario a portare a termine il colpo successivo al momento in cui è stata attivata. Andrà considerata come tecnica fisica di potenza Media e fronteggiata in quanto tale.

Abilità utilizzate:
>>Effetto attivo: spendendo un consumo pari a Medio, il personaggio è in grado di sfruttare la propria capacità per richiamare una creatura di esigua potenza, che avrà la funzione di suo spirito guardiano personale. La creatura richiamata, quindi, si genererà attorno a se, o comunque ad una breve distanza. Il suo aspetto potrà essere il più vario, ma confacente alla specie, o alla razza, prescelta al momento dell’inserimento del dominio in scheda. Pertanto, essa potrà rispecchiare la tipologia di creature fantastiche come fate, o creature mostruose come arpie e draghetti, sino ad animali reali, o esseri umanoidi. L’importante è che rappresenti un’entità di bassa potenza della specie, tipo o razza prescelta. Il numero delle creature evocate contemporaneamente dipenderà direttamente dalle dimensioni del guardiano – più l’evocazione sarà grande, meno di essa sarà possibile richiamare con uno stesso consumo; viceversa, più sarà piccola, più se ne potranno richiamare. La forza della somma degli spiriti evocati è pari a 2 CS, e resteranno sul campo per un totale di due turni compreso quello d’evocazione, svanendo al termine del secondo, se non richiamati in precedenza. Non vanno trattati auto conclusivamente. La tecnica ha natura di evocazione.
Una Manticora evocata avrà +1 CS in Velocità e +1 CS in Forza

Riassunto:
Quando iniziano le danze con il Generale Lorch Montu attacca con la katana, ma il nostro nemico è abbastanza agile da evitare il colpo, mi spara contro delle schegge di ghiaccio che paro con Muro d'Ossa e rispondo prima con Colpo Duro (che va a bersaglio) e poi con una Manticora evocata (attacco che non va a buon fine). Il Generale si altera leggermente e rompe la perla che porta al collo, scatenando un aura di paura (che conta come una tecnica ad area di potenziale Alto)

Note: Allora ragazzi, spero che il post vi piaccia, io ho iniziato la battaglia contro il nostro Generale Lorch, ma sarete voi a portarla avanti in confronto (facciamo un botta e risposta lì, e poi al mio -stop- avrete sei giorni per postare).
Il nostro avversario è un Mago del Ghiaccio, come avrete immaginato, e Ark tu non percepivi la sua aura perchè racchiusa nella perla. Ricordatevi della tecnica ad area con cui dovete fare i conti prima di iniziare a combattere, per altro... ci vediamo in confronto! :lul:

P.S. Grazie ragazzi, nonostante i problemi che ho avuto questo periodo mi sono divertito, spero di essere riuscito a rendervi la cosa piacevole :sisi: Perdonate il ritardo ma ieri era il mio compleanno :yeah:
 
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view post Posted on 18/3/2014, 21:56
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Suzushikei
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« Shaoran » -Generale Lorch-



« Al diversivo ci penserò io. »

« Voi restate qua ed aspettate. Attirerò l’attenzione delle guardie verso le montagne, così voi potrete andare verso la tenda del capo senza incontrare molta resistenza. Li depisterò per un po’ e poi cercherò di raggiungervi. »



Lo ammetto, rimasi sorpreso dalla proposta di Shaoran. In fondo me lo sarei dovuto aspettare. Non ero anche io quel tipo di persona che tra due opzioni ne cercava sempre una terza, soprattutto se portava a una soluzione migliore, pur implicando rischi maggiori nell'attuarla?

«E sia. Ci ritroveremo alla tenda del capo.» Non aggiunsi altro. Sarebbe stato superfluo raccomandargli di fare attenzione. Il nostro compagno conosceva i rischi a cui stava andando incontro.

Io e Montu entrammo nell'accampamento sfruttando le zone d'ombra, giocando a nascondino con i soldati che pattugliavano l'interno. Il nostro primo obiettivo era quello di dirigerci verso la tenda dove tenevano gli approvvigionamenti.
Dando un'occhiata in giro e osservando con attenzione il campo, con un po' di fortuna trovammo il “magazzino”.
Squarciammo il tessuto della tenda per aprirci un nuovo ingresso, approfittando di un momento in cui nessuno prestava attenzione.
All'interno era stipato in buon ordine tutto il necessario per sopravvivere in quella zona arida.
Frugando in una delle casse trovai una divisa che si adattava alla mia taglia.
La indossai il più rapidamente possibile, tenendo sempre d'occhio l'ingresso.
Fu una mossa saggia.

L'inferno si era scatenato anche nel cuore del campo; potevamo sentire le grida degli uomini provenire da oltre la tenda. Shaoran stava facendo un lavoro impeccabile.
Peccato, però, che non tutto fosse filato secondo i nostri progetti.
Un drappello di tre guardie fece irruzione nella tenda, pochi istanti dopo che avevamo terminato di indossare le divise.
Una manciata di secondi fu il tempo a noi concesso, prima che i soldati realizzassero di trovarsi davanti a dei nemici.
Non era difficile immaginare che si conoscessero almeno di vista. Il nostro piano di infiltrazione prevedeva che non restassimo fermi troppo a lungo da essere riconosciuti come estranei. Il camuffamento si basava solo su possibili sguardi di sfuggita alle nostre persone.
Per fortuna nessuno di loro ebbe la presenza d'animo di uscire dalla tenda per dare l'allarme.
Dopo quell'attimo di stupore, due di loro si lanciarono verso il mio compagno, probabilmente considerandolo più pericoloso.
L'ultima venne dritta nella mia direzione, sguainando la spada.
Portò un fendente in direzione del mio avambraccio destro nel tentativo di impedirmi di estrarre la lama dal fodero.
Azione che non andò a buon fine. Sollevando il braccio riuscii a sguainare in parte la schiavona, lasciando che le due lame si incontrassero sprigionando scintille, senza subire danni. Purtroppo rimasi esposto ad un affondo con la daga, estratta all'ultimo istante, che mi colse di sorpresa. Fu solo merito dei miei riflessi fulminei se riuscii a cavarmela con uno strappo nel vestito e una ferita superficiale all'altezza del fianco destro. Istintivamente feci appello alla mia energia arcana, riversando su di lui una spinta di pura forza telecinetica che lo mandò a sbattere contro delle casse. Approfittando di quell'attimo di respiro, terminai di sguainare l'arma e mi preparai al contrattacco, che sarebbe arrivato a momenti. Il soldato sembrava aver accusato fin troppo bene il colpo, o forse era bravo a tenere sotto controllo il dolore, riuscendo a restare in piedi. L'istante successivo vidi i suoi occhi dardeggiare di una luce oscura e il suo volto contrarsi in un ghigno irato.
La lama della spada improvvisamente si circondò di fiamme oscure e rapidamente me lo ritrovai addosso.
Feci appena in tempo a sollevare una barriera a mia difesa per proteggermi dall'affondo di quella lama fiammeggiante. Ma non era finita. Il muro di forza resse l'attacco magico della spada, ma l'uomo si era già mosso per aggirarmi, cercando un varco nella mia difesa per affondare ancora una volta la daga.
Questa volta mi colpì al braccio sinistro, provocando un taglio profondo che mi costrinse a mordere un labbro per non urlare dal dolore. Imprecando a denti stretti non gli concessi un'altra opportunità di andare a segno. Mi concentrai sulle sue armi e lasciai che il mio potere arcano le distruggesse. Ma non ero ancora soddisfatto. Fingendo un affondo in direzione del suo petto, lasciai che la flintlock si muovesse in un punto cieco e premetti il grilletto con la pura forza del pensiero, contando sulla concitazione all'esterno della tenda per mascherare il rumore del colpo. Un centro alla nuca e la guardia si accasciò contro di me, senza rendersi conto di cosa l'avesse uccisa.

Usciti dalla tenda ci dirigemmo in tutta fretta in direzione di quella del comandante, che in teoria doveva essere segnalata dai dei vessilli, approfittando del caos che si era generato nell'accampamento.

Ci riunimmo davanti la tenda del comandante.
Rimasi deluso di non trovare ad attenderci il picchetto d'onore, ma forse i danni provocati da Shaoran erano andati oltre le nostre più rosee aspettative.
Ovunque il mio sguardo si posasse, il fumo nero degli incendi non ancora domati faceva da padrone.
Sulle mie labbra affiorò un sorriso, quasi di rimando a quello dei miei compagni. Probabilmente la mia mente si stava concedendo un attimo di pace prima del vero scontro.

Ero conscio dell'importanza di questa missione. Non ci era permesso fallire. Oltre quella tenda ci aspettava il nemico che dovevamo debellare... ma non solo... Dovevamo recuperare tutte le informazioni possibili per aggiornare i nostri superiori. Le motivazioni potevano essere chiare, ma il mandante... chi era?

Entrammo...
L'uomo ci attendeva in piedi.
Non sembrava preoccupato dal trovarsi in inferiorità numerica.
La postura non tradiva alcuna insicurezza.

-Dovrei farvi i complimenti per essere riusciti ad entrare nel mio campo, peccato che, qualunque sia il motivo, è stato inutile. Non so chi di voi ha dato fuoco alle tende, ma anche questa è un'informazione superflua... Morirete tutti indistintamente.-



Una frase di rito. Parole scelte ad arte nel tentativo di intimorirci, ma che ebbero solo l'effetto di scatenare la furia di Montu.

Furono scambi rapidi di colpi di lama, schegge di ghiaccio magico, evocazioni e barriere di difesa, ma alla fine fu il nostro compagno ad avere la peggio.
Ne' io ne' Shaoran eravamo riusciti a intervenire.
Dubitavo che si fosse trattato solo del mio senso dell'onore, l'aver concesso a Montu di combattere uno contro uno.
Che stava succedendo?

-A quanto pare vi avevo sottovalutati, vediamo cosa sapete fare tutti e tre! Ma aumentiamo la difficoltà, vi va?!-



Avrei dovuto immaginarlo, ma non riuscii ad agire in tempo per evitare che la perla si frantumasse nella sua mano.
Un'ondata di puro terrore mi avvolse, lasciandomi boccheggiante in preda al panico.
Percepivo una morsa che mi stringeva il cuore, impedendomi di ragionare lucidamente.
Era come se catene invisibili avessero ancorato al suolo ogni mio arto.
Mi sentivo in trappola, inerme.
E in quei primi istanti potei solo assistere da spettatore alla battaglia che infuriava tra quell'uomo e Shaoran.
Il gelo che percepivo aveva ottenebrato la mia mente, ma sapevo che dovevo reagire a qualunque costo.
La paura... Qualunque fosse la natura che l'aveva prodotta, per me era fin troppo reale.
Bene, allora avrei dovuto combatterla considerandola fisica.
Non potevo, non dovevo, non volevo cedere.
Per i miei compagni, per me stesso,... No, per impedire a quell'uomo di continuare a minare una pace già di per sé fragile.
Strinsi i pugni così forte da conficcare le unghie nella carne, lasciando che il calore del sangue misto al dolore cancellasse anche solo in parte la paura.
Mi concentrai, lottai per aggrapparmi a quel briciolo di lucidità che si stava facendo strada nella mia coscienza.
Focalizzai la mia paura, il mio terrore in un unico urlo scaturito dall'anima. Un urlo che esplose come un'ondata psichica dirigendosi contro la causa dei miei timori: il comandante. Volevo minare la sua forza combattiva, colpirlo come lui aveva colpito me.
Mi mossi, strappando le catene che mi avevano bloccato fino a quel momento, un passo dopo l'altro fino a chiudere il cerchio con i miei compagni.
Mi posizionai alla sinistra dell'uomo, la flintlock in mano e sparai in direzione del suo braccio sinistro. Lo colpii, vidi il proiettile centrare il bersaglio, affondare nella carne, forse rompendogli l'osso, senza che lui tentasse di difendersi.
Probabilmente anche il mio attacco mentale era andato a segno.
Gli arti superiori danneggiati, la spada a terra, circondato da noi tre, possibile che avessimo già chiuso lì la questione?

Il comandante crollò a terra, urlando dal dolore, la mano rivolta verso l'alto... ma non era finita.
Qualcosa spazzò via con violenza la tenda e ci ritrovammo addosso un drago dalle scaglie azzurre e dall'alito ghiacciato.
La creatura non perse tempo e difese il suo evocatore attaccando me e Shaoran.
Mi protessi dal suo artiglio sollevando una barriera di forza.
«Al drago ci penso io!» mi rivolsi ai miei compagni, mentre concentravo la mia energia arcana in una spinta telecinetica contro il drago.
La creatura subì in pieno il colpo dissipandosi alla nostra vista in un tripudio di scintille azzurrine.
Perfetto! Non solo eravamo allo scoperto, ma avevamo acceso anche le luci di segnalazione.
Quasi mi venne da sorridere, ma avevamo altro a cui pensare.
Il comandante era ancora in grado di agire. In qualche modo aveva recuperato l'arma e sembrava meno affaticato di prima.

Sapevamo di non avere tempo, presto qualcuno si sarebbe accorto del combattimento.
Shaoran mi chiese di cercare dei documenti, mentre lui teneva a bada l'uomo.
Mi mossi rapidamente all'interno di quello che restava della tenda. Mappe, lettere, qualunque cosa potesse essere utile, ma prima...
...prima distrussi con il mio potere arcano la spada impugnata dal comandante, per dare più enfasi alla minaccia del mio compagno, che gli stava puntando la lama alla gola.
Ammetto che le forze mi stavano abbandonato, ero ferito nel fisico e nello spirito e non volevo pensare a quanto sarebbe stata complicata la nostra fuga dall'accampamento se quell'uomo fosse morto.
Avevamo bisogno del comandante vivo, sia per le informazioni in suo possesso sia perché era il nostro salvacondotto verso un luogo sicuro.

Lo vidi cadere in ginocchio, chiederci chi fossimo...
Davvero potevamo fidarci della sua resa?

D7g4Hgy
Kirin Rashelo

CS
[Riflessi 3, Intuito 1], «Kirin l'umano»
[Intuito 2, Intelligenza 2], «Zeross l'avatar demonico»


Energie Residue: 30%
[medio [Ondata Telecinetica] + medio [Muro di Forza] + medio [attiva Arcanista liv.II] + alto [Urlo dell'Anima] + basso [Muro di Forza] + medio [Ondata Telecinetica] + basso [attiva, Arcanista, liv.I]]

Danni: Basso [fianco destro] + Medio [braccio sinistro]

Danni Mentali: Medio [Paura]

Passive

Presenza Demoniaca
Kirin incute un lieve timore in chiunque gli stia accanto, purché questo non sia un demone stesso, e che sia di energia pari o inferiore a lui.

Arcanista I
Kirin è in grado di a manipolare la magia per creare delle pallottole di puro potere arcano.
In termini tecnici questi attacchi a distanza possono essere utilizzati liberamente,
ma rappresentano comunque dei semplici colpi non tecnica.


Arcanista II
Le abilità magiche possedute da Kirin saranno così elevate da superare qualsiasi processo che intercorre fra intenzione e azione,
permettendogli di utilizzare tutte le proprie tecniche di natura magica in tempi di concentrazione pressoché nulli,
generandole istantaneamente e in qualsiasi condizione psicologica.


Arcanista III
Affinando l'intelletto con l'aiuto della “Gemma della Sapienza”, Kirin ha raggiunto lo stadio ultimo dei suoi studi: la “Visione della Magia”.
Non importa come si definisca tale capacità, auspex, sesto senso, intuito, quello che conta è il poter “vedere” gli effetti arcani comprendendone la loro natura intrinseca.


Telecinesi
Taanach: quel giorno segnò la fine di quasi tutte le mie abilità "Esper".
L'unica capacità, che è sopravvissuta, consiste nel riuscire a muovere il mio equipaggiamento con la sola forza del pensiero,
senza alcun dispendio energetico, ma a distanze limitate rispetto alla mia posizione.


Attive:

Pergamena
◊ Ondata Telecinetica ◊

Raffica telecinetica, [iniziale]
L'incantesimo inscritto in questa pergamena permetterà al mago, una volta che l'abbia imparato, di lanciare una raffica di potere telecinetico verso un bersaglio con lo scopo di infliggere danni o difendersi.
La scarica telecinetica è in grado di scagliare o attirare verso di sé il bersaglio. La tecnica infligge danni da impatto o da contatto con l'oggetto scagliato. A seconda delle situazione è possibile utilizzare questa tecnica anche con una valenza offensiva o difensiva.
Note:Tecnica di Natura Magica.
Bersaglio: Avversario o Oggetto.
Consumo di energia: Medio.


Pergamena
◊ Urlo dell'Anima ◊

Squarciare l'anima,[iniziale]
Il mago attinge alle energie mentali per logorare l'avversario, attaccando la Psiche, limitandone le capacità.
Il mago, focalizzando lo sguardo sull'avversario, sarà in grado di infliggergli sia un danno Medio psionico che una diminuzione di 2 CS.
Note: Tecnica di Natura Psionica.
Consumo di energia: Alto

Muro di Forza
Variabile, Personale
Attraverso la manipolazione della arti arcane sono in grado di elevare a mia protezione una barriera di forza invisibile.
Note Tecniche: L'incantesimo è difensivo.
Tecnica di natura magica.
Consumo di energia: Variabile


Tecniche utilizzate dalla guardia nel magazzino

Accumulo di energie
La tecnica ha natura fisica. Consente al guerriero di ottenere le capacità per eseguire azioni al di là dell'ordinario, superando ostacoli che altrimenti gli bloccherebbero il cammino inesorabilmente o sconfiggendo avversari fino a quel momento troppo abili per lui. La tecnica fornirà al caster 4 CS in velocità fino al termine del turno.
Consumo di energia: Medio


Lingue d'ombra
personale
L'arma del caster di riveste di fiamme nere che infliggono un danno medio di natura necrotica.
Tecnica natura magica.
Consumo medio.


Note:
Kirin e Montu, approfittando del diversivo provocato da Shaoran, entrano nell'accampamento. Una volta raggiunto il magazzino, indossano le divise dei nemici per camuffarsi. Purtroppo vengono scoperti da tre guardie che fanno irruzione sul più bello. Due di loro attaccano Montu, mentre la terza si dirige verso Kirin. E' proprio l'avversario di Kirin che, accorgendosi di non aver incapacitato il ragazzo con il suo attacco, ritrovandosi scagliato via contro le casse, fa ricorso a sua volta alla magia circondando la spada con fiamme nere e velocizzando per un istante i suoi movimenti grazie al suo addestramento [4 CS in velocità, pergamena da guerriero "Accumulo di energie"]. L'attacco sortisce parte dell'effetto: la spada viene fermata dalla barriera magica di Kirin, ma la daga riesce a ferire il braccio sinistro del ragazzo. Non c'è tempo per la glorificazione, poichè il contrattacco di Kirin è letale. Distraendo l'avversario con una finta, il ragazzo muove con i suoi poteri telecinetici la flintlock fino a portarla dietro le spalle dell'uomo. Un colpo alla nuca e la guardia muore.

Riuniti davanti la tenda del Generale ha inzio la vera battaglia, che è ststa descritta come da confronto.

 
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<Ark>
view post Posted on 19/3/2014, 00:03




Legenda ~
Narrato
« Parlato »
« Parlato di Altri »
Pensato



     La brezza fredda del deserto notturno sollevava il fumo degli incendi, spargendo l’odore acre di tela e pece bruciata ed oscurando il cielo stellato. I soldati correvano ovunque per finire di spegnere tutti gli incendi ed organizzandosi per risistemare l’accampamento, ignorando che il loro generale stava per ricevere la visita dei tre Sussurri.
     Sollevarono il telo ed entrarono nella tenda, che per essere quella del capo era comunque arredata in modo semplice e funzionale, in modo da poter viaggiare rapidi e leggeri in caso di necessità. Lo sguardo di Shaoran registrò rapidamente la branda, il tavolo ed il manichino con riposta un’elegante armatura cerimoniale azzurra, talmente elaborata che difficilmente poteva essere considerata adatta ad un vero combattimento. Un uomo sulla quarantina li attendeva, con una mano appoggiata sullo scrittoio e l’altra sull’elsa della spada in un atteggiamento di rilassata sicurezza. Il fisico atletico era protetto da un’armatura che sembrava fosse stata creata apposta per lui, curatissima come i suoi capelli lunghi fino alle spalle e la barba poco folta.
     « Dovrei farvi i complimenti » disse l’uomo « per essere riusciti ad entrare nel mio campo, peccato che, qualunque sia il motivo, è stato inutile. Non so chi di voi ha dato fuoco alle tende, ma anche questa è un'informazione superflua... Morirete tutti indistintamente. »
     Shaoran non rispose alla provocazione, i fatti avrebbero testimoniato chi ne sarebbe uscito vincitore e chi no. Al contrario il grosso Demone che li accompagnava esplose di furia, scagliandosi con un grido di guerra addosso al generale, in un gesto che dimostrava coraggio o semplice avventatezza.
     Gli scambi tra i due furono rapidi, e fu subito evidente che era Lorch ad avere la meglio. Schivò con facilità il primo colpo per poi colpire con un semplice schiaffo, come a dimostrargli che non aveva nemmeno bisogno di sfoderare la spada per batterlo, con forza tale da far perdere l’equilibrio al Sussurro ben più grosso di lui. Dopodiché evocò dei cristalli di ghiaccio verso Montu, che fu difeso da un muro d’ossa apparso dal terreno. Un po’ macabro, ma non per questo inefficace. Il successivo attacco del Demone andò a segno e riuscì a ferire il generale, poi dal nulla apparve una creatura che Shaoran non aveva mai visto, un terribile leone con le ali da aquila e la coda di uno scorpione, ma che appena toccò terra fu trasformata in una statua di ghiaccio che si sgretolò, inoffensiva.
     La serie di attacchi fu talmente serrata e la tenda talmente stretta che il giovane preferì non interferire, non volendo rischiare di essere d’intralcio al suo compagno.
     « A quanto pare vi avevo sottovalutati, vediamo cosa sapete fare tutti e tre! Ma aumentiamo la difficoltà, vi va?! »
     Lorch strinse la collana che portava al collo e ruppe la pietra, scatenando un qualche genere di forza che appesantì il gruppo come se l’aria si fosse fatta più densa. Shaoran spalancò gli occhi dalla sorpresa, sentendo il cuore che batteva più forte come un tamburo. Il sangue gli si gelò e sentì un groppo in gola che gli impedì di respirare, mentre nella mente il tarlo della paura s’insinuava, instillando terrificanti pensieri di fallimento, inutilità, disperazione. Quello era un uomo veterano di mille battaglie, come potevano loro tre sperare di riuscire a sconfiggerlo quando si trovava circondato dai suoi stessi soldati? L’idea era talmente assurda da rasentare il suicidio. Sarebbero morti tutti e tre, lasciando quelle terre nelle mani di chi avrebbe portato solo disordine e distruzione.
     No, si disse.
     L’uomo davanti a loro era il responsabile della guerra che ancora imperversava. Per i suoi egoistici piani i popoli dei Quattro Regni vivevano con l’odio nel cuore, e solamente loro tre avevano il potere di fermarlo in quel momento. Le conseguenze del loro fallimento avrebbero significato innumerevoli morti inutili, e Shaoran non poteva permettersi di tentennare per la paura. Anche lui era sopravvissuto a più battaglie di quanto potesse ricordare, anche lui aveva seminato morte e distruzione ai propri nemici. Aveva già subito una sconfitta pesantissima nella sua vita, e non intendeva ripetere l'esperienza. Poteva vincere e l’avrebbe fatto.
     L’ondata di terrore s’infranse nella risolutezza di quest’ultimo pensiero, e la determinazione brillava negli occhi d’ambra del giovane mentre il sibilo di acciaio contro cuoio risuonava nella tenda, araldo dell’estrazione della sua spada adesso puntata verso Lorch.
     « Dicci perché stai fomentando la lotta tra Vaash e Cavendish, è la tua unica possibilità di uscire vivo da qui. » Avrebbe preferito non ucciderlo, ma il tempo era poco e non era un avversario dove potesse permettersi di andarci leggero. Avrebbe combattuto sul serio, ed una volta cominciato non si sarebbe trattenuto.
     « Perchè parlare di cose che non potete comprendere? Credete veramente di poter cambiare qualcosa?! Non siete NESSUNO! Ragazzo, ci sono fin troppe -certezze- che io esca vivo da questa tenda. »
     « Così sia » sussurrò. Gli era stata data la possibilità e lui aveva scelto: morte. Chiuse gli occhi un breve istante, preparandosi mentalmente al duello, e quando li riaprì essi brillarono di un azzurro intenso mentre il corpo del giovane veniva circondato da scariche elettriche blu, in una dimostrazione di potere mirata ad intimidire il suo avversario. Scattò in avanti, la lama che sibilava mentre compiva un arco verticale discendente, mirando alla spalla della mano armata. Il suo avversario stava barcollando e si preparò a sentire la sua arma recidere cuoio, muscoli ed ossa, tuttavia uno squarcio a mezz’aria si aprì dietro al generale, che indietreggiando appena in tempo svanì facendo andare gli attacchi di Shaoran a vuoto.
     Il giovane non si scompose, nella sua mente concentrata ora non c’era spazio per la sorpresa e l’indecisione. Percepì l’aura del suo avversario dietro di lui e la magia del ghiaccio che si concentrava in lastre di ghiaccio, ed ancora prima di girarsi concentrò il suo potere formando una barriera di pura energia, sottile ma durissima, che bloccò l’attacco.
     Si girò respirando affannosamente, pur avendo appena cominciato il duello quella mossa di distrazione lo aveva stancato più di quanto pensasse, e se non faceva attenzione rischiava di finire completamente le energie. Non aveva solo un duello da vincere, ma doveva rimanere abbastanza in forze per poter poi fuggire da lì.
     Strinse i denti ed impugnò l’arma a due mani per dare maggiore impeto ai suoi attacchi, sferrando un poderoso attacco orizzontale mirando al volto del generale, che subito alzò l’arma per difendersi da quell’offensiva. Shaoran dunque abbassò bruscamente la traiettoria, penetrando la guardia avversaria e ferendolo al braccio armato disarmandolo, com’era sempre stata sua intenzione all’inizio. La spada cadde a terra mentre l’uomo urlava dal dolore, e Shaoran si concesse un mezzo sorriso: era più abile di lui all’arma bianca.
     In quel momento anche Kirin, che era rimasto inizialmente stordito dal potere uscito dalla sfera, si riprese abbastanza da poter attaccare. Lorch sembrò sussultare, come se avesse subito un’offensiva invisibile, per poi venire colpito da un ben più tangibile proiettile sulla spalla sinistra. Un sonoro crack fece intuire che anche quel braccio era inutilizzabile, ed ormai il combattimento sembrava concluso.
     Pronto a dare il colpo di grazia, Shaoran notò che il fiato pesante si condensava in nuvolette di vapore e si allarmò. La sera poteva fare più freddo, ma un simile effetto… Guardò verso l’alto mentre un’ombra enorme squarciava la tenda del generale, e quando la tela volò via spazzata dal vento vide sopra di loro un enorme drago dalle scaglie di un azzurro che sembrava quasi un’armatura di ghiaccio. La creatura ruggì nella notte, il suo alito sembrava una bora implacabile, ed il giovane rimase per qualche attimo paralizzato nell’osservare le zanne lunghe quanto un braccio, gli occhi pieni d’intelligenza, le ali enormi e le zampe grosse quanto lui. Era la prima volta che vedeva un essere così elegante e terribile, e fece a malapena in tempo a riscuotersi quando vide la spessa coda calare sopra di lui.
     Nonostante lo stupore, i suoi riflessi non potevano venire elusi così facilmente: evocò una seconda barriera azzurra sopra di lui, che incassò il poderoso attacco della bestia. Il rimbombo dell’urto sembrò scuotere le ossa di Shaoran, che tuttavia rimase illeso dall’attacco.
     « Al drago ci penso io! » gridò Kirin, concentrando un qualche genere di attacco verso la bestia che esplose in migliaia di scintille blu elettrico che brillarono nella notte prima di svanire nel nulla.
     E tanti cari saluti al non farsi notare dal resto dell’esercito. Non c'è mai niente di facile, pensò.

     Coperto di sudore, ferito e dolorante, Shaoran aveva ancora le forze per alzare l’arma e puntarla alla gola del generale. Il suo avversario sembrava messo ancora peggio di lui, a dispetto della sicurezza ostentata quando erano arrivati.
     « Ultima chance. Dicci chi sei e chi c’è dietro tutto questo, o ci procureremo le prove dal tuo cadavere. »
     Potevano averlo sconfitto, ma c'era sempre meno tempo prima che arrivassero tutti gli altri. Come per rendergli ancora più chiara la sua impotenza, la spada che Lorch impugnava cominciò a creparsi fino ad infrangersi in mille pezzi, come se fosse stata fatta di vetro. Questo fu la goccia che fece traboccare il vaso ed il generale cadde in ginocchio con la mano tremante, mentre si guardava intorno in modo febbrile. Shaoran notò che aveva adocchiato la spada cerimoniale, e quell’uomo era un illuso se pensava di poterla afferrare in tempo per difendersi. Al primo movimento sbagliato avrebbe cercato di anticiparlo ferendogli di nuovo il braccio che usava per combattere, e probabilmente lo avrebbe tenuto in vita quel tanto che bastava per poterlo usare come ostaggio e non venire circondati dal resto dell'esercito.
     « Chi siete? » disse, una nota di paura poteva adesso udirsi nella sua voce.
     « Giustizia. »



~ ReportStato Fisico ~ 4/16.
» Fianco sinistro, Medio.
» Schiena, Medio.
Stato Mentale ~ Normale.
Mana ~ 20 %.
Consumi ~ [2 Bassi, 5% ~ 0 Medi, 10% ~ 0 Alti, 20% ~ 0 Critici, 40%]
Armi
» Hien ~ Nel fodero al fianco sinistro.

Armature
» Cotta di maglia ~ A protezione del busto.
» Armguards ~ Su ciascun avambraccio.

Oggetti
» Biglia stordente ~ 1.
» Biglia oscura ~ 1.
» Biglia accecante ~ 0.
» Biglia deflagrante ~ 0.

Abilità passive
» Duro A Morire ~ Capacità di difendersi in modo istantaneo, le sue difese ad area hanno potenza pari al consumo, non sviene se rimane a 10% di energie.
» Stratega ~ In qualsiasi tipologia di terreno Shaoran è in grado di elaborare la strategia migliore, durante un combattimento vince gli scontri a parità di CS.
» Sentinella ~ Auspex passivo basato sull'aura.

Tecniche Usate
» Incarnazione del Tuono ~ Prima di scagliare un qualsiasi genere di attacco fisico, Shaoran è in grado di concentrare l'energia del fulmine intorno a sé, circondando il proprio corpo di scariche elettriche azzurre. I capelli si rizzeranno leggermente per l'elettricità statica, e gli occhi emaneranno un bagliore azzurro, brillando di luce propria. Inoltre un forte rombo di tuono, che partirà piano per poi crescere sempre più, avvalorerà l'impressione che dentro al ragazzo si stia concentrando il potere di una tempesta intera. Tutto ciò non aumenterà di per sé la forza dell'attacco che seguirà, ma consisterà in un attacco psionico di livello Basso, atto a intimorire l'avversario rendendo più difficile la sua difesa.
Consumo ~ Basso.
[Pergamena Iniziale Guerriero, Intimorire.]


» Barriera ~ Concentrando la sua energia magica innanzi a sé è in grado di evocare uno scudo, una patina azzurrognola sottile ma molto resistente, capace di tenere testa ad attacchi sia fisici che magici, purché non troppo potenti. La forma dello scudo è variabile, da un piatto dal raggio di mezzo metro ad un muro alto e largo quanto il caster. L'efficacia della difesa è pari al consumo speso per attivarla.
Consumo ~ Basso.

 
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view post Posted on 24/3/2014, 21:20
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Accampamento della Guardia Insonne




Era quella la sensazione che si provava? Come alienato dal mondo, il generale Lorch dimenticò per un attimo i tre invasori che lo avevano costretto in ginocchio, spezzando la sua arma e ponendo fine alla sua missione. Non gli importava: era dentro di se che stava guardando, sforzandosi di comprendere quella sensazione che portava la sconfitta, mai conosciuta prima di quel momento. Aveva sempre manipolato, rischiato la vita in prima persona, si era esposto a mille e più pericoli per mostrare all'Altaloggia di essere degno di portare quel cognome. Lorch, come vengono conosciuti i bastardi del nord.
Frederich non era fratello di sangue di Sigrund, e sebbene non ne avesse prove probabilmente non avevano neppure lo stesso padre, ma fin dalla giovinezza avevano condiviso tutto, allenandosi insieme uniti dall'ambizioso progetto di controllare la Guardia Insonne. Ma con la crescita si sa, le persone si dividono, e mentre Sigrund fece propri gli ideali dell'ordine, Frederich pur rispettandoli si lasciò sopraffare dalla brama di potere, diventando l'uomo più fidato del fratello, ma rimanendo lontano dagli scranni del Consiglio.

« Giustizia? Dei vili assassini che parlano di giustizia? Ti hanno indottrinato bene se lo credi veramente... »

Era una situazione grottesca, ripetuta per l'ennesima volta quando un uomo dei Quattro Regni scambiava parole cariche di ideali con un membro della Guardia Insonne. Giustizia, Libertà, Democrazia... quelli erano i valori che gli uomini del nord stavano cercando di portare nelle terre che decenni addietro il Re che non perde Mai aveva cancellato con la forza della monarchia assoluta. Eppure i sudditi dei Corvi trattavano loro come uomini spietati, come invasori senza scrupoli. Si, "grottesca" era esattamente il termine giusto per descrivere quello scontro di idee.
Ma d'altronde era una guerra che stava arrivando, e una guerra si definisce tale proprio perchè entrambi gli schieramenti credono di avere ragione.

« Chi siete? Silenziosi Sussurri? Membri della Schiera del Drago Nero? O semplici mercenari al soldo del vile denaro? »
Colpi di tosse: la battaglia lo aveva sfiancato.
« Bah, poco importa: combattete per difendere un tiranno, spero che almeno ve ne rendiate conto... come spero vi rendiate conto che la vostra è una battaglia inutile. »
Sorrise, nonostante la palese sconfitta.
« A quest'ora, la vostra amata Basiledra sarà già sotto attacco da parte del nostro esercito. Siamo la Guardia Insonne, e abbiamo impedito che Vaash e Cavendish si trovassero pronti ad aiutare la capitale. Abbiamo già vinto, mentre voi tre siete impegnati a gongolare per questa piccola vittoria. »

Erano vere le sue parole? Si.
Le azioni dei tre Sussurri avevano senza dubbio fermato quella fastidiosa cellula della Guardia Insonne che impediva il ritiro delle truppe dei due eserciti, ma era ormai troppo tardi. Stroncati dalla guerra mai finita, non avrebbero mai avuto ne la forza per combattere, ne il tempo materiale per giungere in soccorso del Re prima dell'attacco. le due famiglie erano ormai fuori dai giochi, e presto sui taccuini dei Sussurri sarebbero comparse le preoccupanti parole del primo, che richiamava nella capitale tutte le spie del regno per combattere l'ultima, disperata battaglia.

« Senza considerare, naturalmente, che presto i miei uomini vi circonderanno. »
Un altro colpo di tosse, ma questa volta del sangue macchiò il pavimento. Il Maestro sentiva le forze che lo abbandonavano lentamente: forse i tre erano riusciti a ferirlo più gravemente del previsto, e senza l'aiuto di un guaritore non sarebbe riuscito a sopravvivere.
« Siete uomini morti, ma avete senza dubbio del talento. Perchè mettete la vostra forza nelle mani di un tiranno oppressore di popoli? E' questo che volete? E' questa la via che scegliete di percorrere? Non siate sciocchi... c'è un'alternativa, e lo sapete fin troppo bene. »

Tese una mano verso i tre, rendendo chiara la sua offerta. Gli uomini della Guardia Insonne avevano avuto delle precise disposizioni al riguardo: provare a reclutare fra le loro fila uomini valorosi del regno. Sigrund era stato molto chiaro al riguardo, e per primo si alleò con il Sussurro traditore che aveva permesso la nascita di quel grande complotto. Non avevano rancore alcuno verso gli uomini del Regno, perchè probabilmente la loro mente era stata plagiata dalle parole ingannatrici del Sovrano.
Se avessero abbracciato la loro causa, sarebbero stati perdonati per tutto.






CITAZIONE
Signori, e anche Il Tumulto del Sud è finita, ma con la possibilità per voi di fare un ulteriore post dopo questo! Frederich Lorch vi offre di entrare a far parte della Guardia Insonne, per aiutarli nella guerra imminente più volte citata anche ne Il Silenzio del Nord.
Potete postare per passare dalla sua parte, per ucciderlo, per fuggire, o anche evitare di postare e semplicemente considereremo il vostro pg come fuggito dall'accampamento nel tumulto scoppiato dopo la battaglia, non preoccupatevi assolutamente delle conseguenze.

Comunque, i miei ringraziamenti vanno a voi e alla vostra voglia di giocare, perchè solo grazie a questo sono riuscito ad aprire la quest in un momento in cui il tempo per scrivere mi manca. Veniamo ora ai giudizi, che data la natura particolare della quest saranno incentrati anche sul vostro comportamento come QM, e non solo come giocatori.

Ark: tu hai avuto l'onere di iniziare, e quindi di non trovare uno schema prestabilito su come impostare il tuo post da QM. Nel complesso è abbastanza buono, perchè riesci a gestire tutto ciò che accade oltre il tuo personaggio, inventando di sana pianta l'intero contesto. La lettura del tuo (dei tuoi) post viene però appesantita dal formato, presentato come un unico Wall of Text che fa perdere il segno non poco, aggiungendo confusione ad una "consegna" che ha abbastanza punti oscuri: hai posto gli utenti di fronte un'illusione, ma ti sei dimenticato di segnarne specifiche, o comunque di offrire un'alternativa nel caso in cui non ne riuscissero ad uscire. Ricordati sempre che situazioni simili possono portare gli utenti di fronte a vicoli ciechi, quindi O poni una situazione che la scheda/l'ingegno degli utenti è in grado di risolvere, O dai una seconda via, magari più difficile o alla quale si può arrivare con un ragionamento più elaborato.
Il mio consiglio come giocatore invece è semplice: snellisci i post. Scrivi veramente tanto, e i tuoi post sono veri e propri mattoni che sfidano il lettore ad una gara di resistenza. Sia chiaro, non scrivi male, meglio di molte gialle nel forum, ma questa pesantezza sia di testo che grafica è il passo che ti manca per salire di livello!
A te va l'artefatto "La Voce del Sussurro" dal valore di 1000 Gold, il titolo di "Silenzioso Sussurro" e la possibilità di giocare nelle quest del ciclo "Rise of the Whisper" ignorando ogni restrizione di clan.

Shinodari: a te vanno i miei complimenti, perchè senza dubbio ti sei dimostrata all'altezza del compito assegnato. Certo, entrambe le opzioni portavano ad un combattimento autoconclusivo, che forse era una scelta abbastanza semplicistica ma che al contempo poteva dare libertà totale su quello che poteva avvenire prima dello scontro. Così è stato, ma quello che ti fa spiccare sugli altri è stata la tua totale indipendenza durante il tuo turno. non un singolo MP di chiarimento, non un punto oscuro o una frazione in confronto in cui non sei stata in grado di dare agli utenti la risposta desiderata. Veramente nulla da eccepire.
Per quanto riguarda il tuo comportamento da giocatrice invece, mi piace innanzitutto il pretesto e la motivazione che spinge kirin a diventare un Sussurro. Come scrittura rimani nel tuo standard, con post che sarebbero scorrevoli da leggere senza quella serie infinita di "punti e a capo" che spezzano il ritmo dopo ogni frase. ogni tanto te ne esci con parole tipo "loop" che stonano col resto; ho notato anche che rispetto all'ultima volta che ti ho letto le tue frasi sono diventate leggermente più "colloquiali" e meno auliche, e questo a parer mio è solo un pregio. In ogni caso, la migliore del gruppo.
A te va l'artefatto "La Voce del Sussurro" dal valore di 1000 Gold, 200 Gold, il titolo di "Silenzioso Sussurro" e la possibilità di giocare nelle quest del ciclo "Rise of the Whisper" ignorando ogni restrizione di clan.

RamsesIII: la tua buona volontà nel metterti in gioco, la voglia di giocare, la premura nel segnalare con anticipo se e quando non potevi postare... tutto questo gioca incredibilmente a tuo vantaggio, perchè scrivere "da ispirati" è sempre cosa buona, e farti vedere con questo stato d'animo dai QM può fare solo bene!
Tuttavia, la sola volontà non basta a compensare le varie pecche che hai avuto durante il tuo turno da Qm: sulla carta eri il meno esperto del gruppo, e per questo ti ho voluto assegnare un compito abbastanza facile come gestire un duello, cosa che maggiormente si avvicina a quello che puoi compiere in prima persona con il tuo Pg. Tuttavia anche in una situazione simile mi sei sembrato abbastanza... confuso. Hai avuto bisogno di Mp di chiarimenti e conferme, indice della tua insicurezza in un ruolo che ti era totalmente estraneo, quando avresti dovuto agire in totale autonomia. la gestione del boss poi è stata troppo semplicistica: avevi a disposizione un Png estremamente potente, con la possibilità di inventare a tuo piacimento ogni possibile tecnica per effettuare combo devastanti, eppure sulla carta soccombi molto facilmente sotto i colpi dei due utenti; hai da migliorare quindi la tua capacità strategica, che è uno dei parametri fondamentali di ogni valutazione. in compenso non hai ceduto alla facile tentazione di sottovalutare il tuo avversario nel duello autoconclusivo, e questa è stata comunque una bella prova di sportività.
A livello stilistico invece noto un bel miglioramento con i tuoi duelli precedenti, e noto che stai pian piano seguendo gli appunti che ti sono stati fatti in altre sedi. Essendo questa una quest di soli tre turni però non me la sento di darti un punto promozione per la gialla, al quale sei comunque estremamente vicino.
A te va l'artefatto "La Voce del Sussurro" dal valore di 1000 Gold e il titolo di "Silenzioso Sussurro".

Per la gestione, io mi assegno 400 Gold.



Edited by Capitan_Kuro - 13/6/2014, 00:27
 
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