Dalle Cronache
della Fenice
La Fine dei Giochi?!
«Parlato (Umano)» «Parlato (Avatar)» Pensato Narrato
« Shaoran » -Generale Lorch-
« Al diversivo ci penserò io. »
« Voi restate qua ed aspettate. Attirerò l’attenzione delle guardie verso le montagne, così voi potrete andare verso la tenda del capo senza incontrare molta resistenza. Li depisterò per un po’ e poi cercherò di raggiungervi. »
Lo ammetto, rimasi sorpreso dalla proposta di Shaoran. In fondo me lo sarei dovuto aspettare. Non ero anche io quel tipo di persona che tra due opzioni ne cercava sempre una terza, soprattutto se portava a una soluzione migliore, pur implicando rischi maggiori nell'attuarla?
«E sia. Ci ritroveremo alla tenda del capo.» Non aggiunsi altro. Sarebbe stato superfluo raccomandargli di fare attenzione. Il nostro compagno conosceva i rischi a cui stava andando incontro.
Io e Montu entrammo nell'accampamento sfruttando le zone d'ombra, giocando a nascondino con i soldati che pattugliavano l'interno. Il nostro primo obiettivo era quello di dirigerci verso la tenda dove tenevano gli approvvigionamenti.
Dando un'occhiata in giro e osservando con attenzione il campo, con un po' di fortuna trovammo il “magazzino”.
Squarciammo il tessuto della tenda per aprirci un nuovo ingresso, approfittando di un momento in cui nessuno prestava attenzione.
All'interno era stipato in buon ordine tutto il necessario per sopravvivere in quella zona arida.
Frugando in una delle casse trovai una divisa che si adattava alla mia taglia.
La indossai il più rapidamente possibile, tenendo sempre d'occhio l'ingresso.
Fu una mossa saggia.
L'inferno si era scatenato anche nel cuore del campo; potevamo sentire le grida degli uomini provenire da oltre la tenda. Shaoran stava facendo un lavoro impeccabile.
Peccato, però, che non tutto fosse filato secondo i nostri progetti.
Un drappello di tre guardie fece irruzione nella tenda, pochi istanti dopo che avevamo terminato di indossare le divise.
Una manciata di secondi fu il tempo a noi concesso, prima che i soldati realizzassero di trovarsi davanti a dei nemici.
Non era difficile immaginare che si conoscessero almeno di vista. Il nostro piano di infiltrazione prevedeva che non restassimo fermi troppo a lungo da essere riconosciuti come estranei. Il camuffamento si basava solo su possibili sguardi di sfuggita alle nostre persone.
Per fortuna nessuno di loro ebbe la presenza d'animo di uscire dalla tenda per dare l'allarme.
Dopo quell'attimo di stupore, due di loro si lanciarono verso il mio compagno, probabilmente considerandolo più pericoloso.
L'ultima venne dritta nella mia direzione, sguainando la spada.
Portò un fendente in direzione del mio avambraccio destro nel tentativo di impedirmi di estrarre la lama dal fodero.
Azione che non andò a buon fine. Sollevando il braccio riuscii a sguainare in parte la schiavona, lasciando che le due lame si incontrassero sprigionando scintille, senza subire danni. Purtroppo rimasi esposto ad un affondo con la daga, estratta all'ultimo istante, che mi colse di sorpresa. Fu solo merito dei miei riflessi fulminei se riuscii a cavarmela con uno strappo nel vestito e una ferita superficiale all'altezza del fianco destro. Istintivamente feci appello alla mia energia arcana, riversando su di lui una spinta di pura forza telecinetica che lo mandò a sbattere contro delle casse. Approfittando di quell'attimo di respiro, terminai di sguainare l'arma e mi preparai al contrattacco, che sarebbe arrivato a momenti. Il soldato sembrava aver accusato fin troppo bene il colpo, o forse era bravo a tenere sotto controllo il dolore, riuscendo a restare in piedi. L'istante successivo vidi i suoi occhi dardeggiare di una luce oscura e il suo volto contrarsi in un ghigno irato.
La lama della spada improvvisamente si circondò di fiamme oscure e rapidamente me lo ritrovai addosso.
Feci appena in tempo a sollevare una barriera a mia difesa per proteggermi dall'affondo di quella lama fiammeggiante. Ma non era finita. Il muro di forza resse l'attacco magico della spada, ma l'uomo si era già mosso per aggirarmi, cercando un varco nella mia difesa per affondare ancora una volta la daga.
Questa volta mi colpì al braccio sinistro, provocando un taglio profondo che mi costrinse a mordere un labbro per non urlare dal dolore. Imprecando a denti stretti non gli concessi un'altra opportunità di andare a segno. Mi concentrai sulle sue armi e lasciai che il mio potere arcano le distruggesse. Ma non ero ancora soddisfatto. Fingendo un affondo in direzione del suo petto, lasciai che la flintlock si muovesse in un punto cieco e premetti il grilletto con la pura forza del pensiero, contando sulla concitazione all'esterno della tenda per mascherare il rumore del colpo. Un centro alla nuca e la guardia si accasciò contro di me, senza rendersi conto di cosa l'avesse uccisa.
Usciti dalla tenda ci dirigemmo in tutta fretta in direzione di quella del comandante, che in teoria doveva essere segnalata dai dei vessilli, approfittando del caos che si era generato nell'accampamento.
Ci riunimmo davanti la tenda del comandante.
Rimasi deluso di non trovare ad attenderci il picchetto d'onore, ma forse i danni provocati da Shaoran erano andati oltre le nostre più rosee aspettative.
Ovunque il mio sguardo si posasse, il fumo nero degli incendi non ancora domati faceva da padrone.
Sulle mie labbra affiorò un sorriso, quasi di rimando a quello dei miei compagni. Probabilmente la mia mente si stava concedendo un attimo di pace prima del vero scontro.
Ero conscio dell'importanza di questa missione. Non ci era permesso fallire. Oltre quella tenda ci aspettava il nemico che dovevamo debellare... ma non solo... Dovevamo recuperare tutte le informazioni possibili per aggiornare i nostri superiori. Le motivazioni potevano essere chiare, ma il mandante... chi era?
Entrammo...
L'uomo ci attendeva in piedi.
Non sembrava preoccupato dal trovarsi in inferiorità numerica.
La postura non tradiva alcuna insicurezza.
-Dovrei farvi i complimenti per essere riusciti ad entrare nel mio campo, peccato che, qualunque sia il motivo, è stato inutile. Non so chi di voi ha dato fuoco alle tende, ma anche questa è un'informazione superflua... Morirete tutti indistintamente.-
Una frase di rito. Parole scelte ad arte nel tentativo di intimorirci, ma che ebbero solo l'effetto di scatenare la furia di Montu.
Furono scambi rapidi di colpi di lama, schegge di ghiaccio magico, evocazioni e barriere di difesa, ma alla fine fu il nostro compagno ad avere la peggio.
Ne' io ne' Shaoran eravamo riusciti a intervenire.
Dubitavo che si fosse trattato solo del mio senso dell'onore, l'aver concesso a Montu di combattere uno contro uno.
Che stava succedendo?
-A quanto pare vi avevo sottovalutati, vediamo cosa sapete fare tutti e tre! Ma aumentiamo la difficoltà, vi va?!-
Avrei dovuto immaginarlo, ma non riuscii ad agire in tempo per evitare che la perla si frantumasse nella sua mano.
Un'ondata di puro terrore mi avvolse, lasciandomi boccheggiante in preda al panico.
Percepivo una morsa che mi stringeva il cuore, impedendomi di ragionare lucidamente.
Era come se catene invisibili avessero ancorato al suolo ogni mio arto.
Mi sentivo in trappola, inerme.
E in quei primi istanti potei solo assistere da spettatore alla battaglia che infuriava tra quell'uomo e Shaoran.
Il gelo che percepivo aveva ottenebrato la mia mente, ma sapevo che dovevo reagire a qualunque costo.
La paura... Qualunque fosse la natura che l'aveva prodotta, per me era fin troppo reale.
Bene, allora avrei dovuto combatterla considerandola fisica.
Non potevo, non dovevo, non volevo cedere.
Per i miei compagni, per me stesso,... No, per impedire a quell'uomo di continuare a minare una pace già di per sé fragile.
Strinsi i pugni così forte da conficcare le unghie nella carne, lasciando che il calore del sangue misto al dolore cancellasse anche solo in parte la paura.
Mi concentrai, lottai per aggrapparmi a quel briciolo di lucidità che si stava facendo strada nella mia coscienza.
Focalizzai la mia paura, il mio terrore in un unico urlo scaturito dall'anima. Un urlo che esplose come un'ondata psichica dirigendosi contro la causa dei miei timori: il comandante. Volevo minare la sua forza combattiva, colpirlo come lui aveva colpito me.
Mi mossi, strappando le catene che mi avevano bloccato fino a quel momento, un passo dopo l'altro fino a chiudere il cerchio con i miei compagni.
Mi posizionai alla sinistra dell'uomo, la flintlock in mano e sparai in direzione del suo braccio sinistro. Lo colpii, vidi il proiettile centrare il bersaglio, affondare nella carne, forse rompendogli l'osso, senza che lui tentasse di difendersi.
Probabilmente anche il mio attacco mentale era andato a segno.
Gli arti superiori danneggiati, la spada a terra, circondato da noi tre, possibile che avessimo già chiuso lì la questione?
Il comandante crollò a terra, urlando dal dolore, la mano rivolta verso l'alto... ma non era finita.
Qualcosa spazzò via con violenza la tenda e ci ritrovammo addosso un drago dalle scaglie azzurre e dall'alito ghiacciato.
La creatura non perse tempo e difese il suo evocatore attaccando me e Shaoran.
Mi protessi dal suo artiglio sollevando una barriera di forza.
«Al drago ci penso io!» mi rivolsi ai miei compagni, mentre concentravo la mia energia arcana in una spinta telecinetica contro il drago.
La creatura subì in pieno il colpo dissipandosi alla nostra vista in un tripudio di scintille azzurrine.
Perfetto! Non solo eravamo allo scoperto, ma avevamo acceso anche le luci di segnalazione.
Quasi mi venne da sorridere, ma avevamo altro a cui pensare.
Il comandante era ancora in grado di agire. In qualche modo aveva recuperato l'arma e sembrava meno affaticato di prima.
Sapevamo di non avere tempo, presto qualcuno si sarebbe accorto del combattimento.
Shaoran mi chiese di cercare dei documenti, mentre lui teneva a bada l'uomo.
Mi mossi rapidamente all'interno di quello che restava della tenda. Mappe, lettere, qualunque cosa potesse essere utile, ma prima...
...prima distrussi con il mio potere arcano la spada impugnata dal comandante, per dare più enfasi alla minaccia del mio compagno, che gli stava puntando la lama alla gola.
Ammetto che le forze mi stavano abbandonato, ero ferito nel fisico e nello spirito e non volevo pensare a quanto sarebbe stata complicata la nostra fuga dall'accampamento se quell'uomo fosse morto.
Avevamo bisogno del comandante vivo, sia per le informazioni in suo possesso sia perché era il nostro salvacondotto verso un luogo sicuro.
Lo vidi cadere in ginocchio, chiederci chi fossimo...
Davvero potevamo fidarci della sua resa?
Kirin Rashelo
CS
[Riflessi 3, Intuito 1], «Kirin l'umano»
[Intuito 2, Intelligenza 2], «Zeross l'avatar demonico»
Energie Residue: 30%
[medio [Ondata Telecinetica] + medio [Muro di Forza] + medio [attiva Arcanista liv.II] + alto [Urlo dell'Anima] + basso [Muro di Forza] + medio [Ondata Telecinetica] + basso [attiva, Arcanista, liv.I]]
Danni: Basso [fianco destro] + Medio [braccio sinistro]
Danni Mentali: Medio [Paura]
Passive
Presenza Demoniaca
Kirin incute un lieve timore in chiunque gli stia accanto, purché questo non sia un demone stesso, e che sia di energia pari o inferiore a lui.
Arcanista I
Kirin è in grado di a manipolare la magia per creare delle pallottole di puro potere arcano.
In termini tecnici questi attacchi a distanza possono essere utilizzati liberamente,
ma rappresentano comunque dei semplici colpi non tecnica.
Arcanista II
Le abilità magiche possedute da Kirin saranno così elevate da superare qualsiasi processo che intercorre fra intenzione e azione,
permettendogli di utilizzare tutte le proprie tecniche di natura magica in tempi di concentrazione pressoché nulli,
generandole istantaneamente e in qualsiasi condizione psicologica.
Arcanista III
Affinando l'intelletto con l'aiuto della “Gemma della Sapienza”, Kirin ha raggiunto lo stadio ultimo dei suoi studi: la “Visione della Magia”.
Non importa come si definisca tale capacità, auspex, sesto senso, intuito, quello che conta è il poter “vedere” gli effetti arcani comprendendone la loro natura intrinseca.
Telecinesi
Taanach: quel giorno segnò la fine di quasi tutte le mie abilità "Esper".
L'unica capacità, che è sopravvissuta, consiste nel riuscire a muovere il mio equipaggiamento con la sola forza del pensiero,
senza alcun dispendio energetico, ma a distanze limitate rispetto alla mia posizione.
Attive:
Pergamena
◊ Ondata Telecinetica ◊
Raffica telecinetica, [iniziale]
L'incantesimo inscritto in questa pergamena permetterà al mago, una volta che l'abbia imparato, di lanciare una raffica di potere telecinetico verso un bersaglio con lo scopo di infliggere danni o difendersi.
La scarica telecinetica è in grado di scagliare o attirare verso di sé il bersaglio. La tecnica infligge danni da impatto o da contatto con l'oggetto scagliato. A seconda delle situazione è possibile utilizzare questa tecnica anche con una valenza offensiva o difensiva.
Note:Tecnica di Natura Magica.
Bersaglio: Avversario o Oggetto.
Consumo di energia: Medio.
Pergamena
◊ Urlo dell'Anima ◊
Squarciare l'anima,[iniziale]
Il mago attinge alle energie mentali per logorare l'avversario, attaccando la Psiche, limitandone le capacità.
Il mago, focalizzando lo sguardo sull'avversario, sarà in grado di infliggergli sia un danno Medio psionico che una diminuzione di 2 CS.
Note: Tecnica di Natura Psionica.
Consumo di energia: Alto
Muro di Forza
Variabile, Personale
Attraverso la manipolazione della arti arcane sono in grado di elevare a mia protezione una barriera di forza invisibile.
Note Tecniche: L'incantesimo è difensivo.
Tecnica di natura magica.
Consumo di energia: Variabile
Tecniche utilizzate dalla guardia nel magazzino
Accumulo di energie
La tecnica ha natura fisica. Consente al guerriero di ottenere le capacità per eseguire azioni al di là dell'ordinario, superando ostacoli che altrimenti gli bloccherebbero il cammino inesorabilmente o sconfiggendo avversari fino a quel momento troppo abili per lui. La tecnica fornirà al caster 4 CS in velocità fino al termine del turno.
Consumo di energia: Medio
Lingue d'ombra
personale
L'arma del caster di riveste di fiamme nere che infliggono un danno medio di natura necrotica.
Tecnica natura magica.
Consumo medio.
Note:
Kirin e Montu, approfittando del diversivo provocato da Shaoran, entrano nell'accampamento. Una volta raggiunto il magazzino, indossano le divise dei nemici per camuffarsi. Purtroppo vengono scoperti da tre guardie che fanno irruzione sul più bello. Due di loro attaccano Montu, mentre la terza si dirige verso Kirin. E' proprio l'avversario di Kirin che, accorgendosi di non aver incapacitato il ragazzo con il suo attacco, ritrovandosi scagliato via contro le casse, fa ricorso a sua volta alla magia circondando la spada con fiamme nere e velocizzando per un istante i suoi movimenti grazie al suo addestramento [4 CS in velocità, pergamena da guerriero "Accumulo di energie"]. L'attacco sortisce parte dell'effetto: la spada viene fermata dalla barriera magica di Kirin, ma la daga riesce a ferire il braccio sinistro del ragazzo. Non c'è tempo per la glorificazione, poichè il contrattacco di Kirin è letale. Distraendo l'avversario con una finta, il ragazzo muove con i suoi poteri telecinetici la flintlock fino a portarla dietro le spalle dell'uomo. Un colpo alla nuca e la guardia muore.
Riuniti davanti la tenda del Generale ha inzio la vera battaglia, che è ststa descritta come da confronto.