Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Gioco dei Re, Re dei Giochi, combattimento contro mostri

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view post Posted on 15/2/2014, 00:42
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Gioco dei RE
RE dei Giochi








Apertura

Di Re e in fianchetto
o di Donna con gambetto




Scacchisti, udite! Un'immortal tenzone
In brevi tratti il verso mio dipinge;



-Scacco matto!-
Sospirò palesando una scocciatura mitigata dall'abitudine, -Tanto per cambiare. Quand'è che giochiamo a backgammon?-
-Eh no caro, non mi fido mica dei tuoi dadi.-
-Stai dicendo che sono un baro per caso?- disse ironizzando con un grande sorriso. -Sai benissimo cosa intendo. Quei tuoi... trucchetti.-
-Ora li chiami trucchetti?!- Sbottò sempre in tono scherzoso, da finto offeso.

Era bello passare le notti in quel modo, in una cantina umida e disordinata giocando a scacchi a lume di candela e sguazzando nella puzza di pesce. Irene era il suo nome, una ragazza mingherlina che viveva alla giornata nel piccolo porto di Lufoor, posto sconosciuto anche alla maggior parte degli abitanti del Perwaine. Baciata dalla bellezza e dotata di un' iniziativa sorprendente, riusciva a vivere con lavoretti e accumulando debiti a destra e a manca sempre sicura di saldare i conti con una parlantina fluida e un minimo di charme. Furba più di una volpe e bugiarda fino al midollo, non c' era giorno in cui non mentisse: Luisa, Carmen, Lena,... era conosciuta con decine di nomi fin nei porti vicini, e ogni identità aveva la sua storia ricca di dettagli. "Se menti sui dettagli è fatta, crederanno anche alla favola più bizzarra"; diceva sempre.
Quale fosse il motivo lo ignorava ma quella ragazza si era appassionata a lui, l' aveva preso sotto la sua ala protettrice e lo aveva inserito nel ritmo della vita di porto.
Ormai era passato un mese da quando si erano conosciuti, abbastanza da conoscerla e scavare più a fondo nella spessa scorza di menzogne che la rivestiva, cominciava a scorgere il nucleo di un animo tutt' altro che sicuro. Crescendo da sola dovette sopravvivere con doti oratorie e movenze ammalianti ma la sua vera natura la teneva nascosta, solo ora iniziava a mostrarla timidamente a Chaos. Era stranissimo vederla titubante nel parlare, quasi balbettare mentre raccontava la sua infanzia o i suoi pensieri intimi, ricordi teneri e per questo affascinanti.

-Comunque stai migliorando, direi che... mmm... fra circa una decina d' anni forse potresti ottenere una patta.-
-Spaccona che non sei altro!- Le gridò lui saltandole addosso con gentilezza e baciandole il collo mentre lei continuava a ridere. Ella lo acquietò dolcemente e aggiunse -Dai, è tardi. Domani ci dobbiamo svegliare presto e comincia a fare davvero freddo.-
-Potremmo svegliarci con calma.-
-E i soldi dove li troviamo? Io non voglio mangiare ancora sardine marinate.- disse con fermezza mentre si coricava sotto le coperte.
-Fedor Van Rutther- Disse soppesando le sillabe con solennità. Lei lo guardò tra l' interessata e la stupita. -Dunque?-
-So dov' è nascosto.-






Inoltra il Re dei Bianchi il suo pedone,
Quel del Re Nero contro a lui si stringe.



-Come lo sai?-
Ora erano seduti al tavolo uno davanti all'altra parlando con serietà e attenzione reciproca, nel silenzio della notte solo il rumore della risacca accompagnava il loro dialogo, rumore che può trasmettere sia calma e serenità che fastidio e angoscia, a seconda dello stato d' animo dell'ascoltatore.
-Ho pagato un informatore giù al molo, ho garanzia...-
-Cosa hai fatto!?- lo interruppe lei sbattendo i pugni sul tavolo con vigore, -e sentiamo, quanto gli ha regalato a quel barbone?!-
-50- rispose sicuro pur sapendo quale reazione avrebbe provocato.
-50... Beh in tutti i miei anni passati a vivere in questa baracca non ho mai sentito una menzogna così cara.- Mascherava col sarcasmo il suo nervosismo ma Chaos sapeva che ora doveva combattere per guadagnarsi l' appoggio di una donna molto testarda.

-Senti, fidati. Ti dico che l'informazione è buona. Cosa sono 50 gold in confronto a quello che potremmo guadagnare con la taglia di quel farabutto? Devo forse ricordarti che nelle ultime settimane ha saccheggiato i convogli commerciali dei più grandi mercanti della regione? Rifletti un secondo su cosa potremmo ottenere: la ricompensa per l' incasso della taglia e la fiducia della ceto più ricco del Perwaine, semplicemente riconsegnando loro la merce rubata saremo per sempre loro protetti. E naturalmente possiamo tenerci per noi i pezzi della collezione più preziosi, dicendo semplicemente che mancavano nel bottino di Van Rhutter. Tutto questo per soli 50 stupide monete, certo se preferisci continuare a vivere qui dentro...- spalancò le braccia per indicare la baracca in cui si trovavano -fai pure, pensavo ti fossi stufata di una vita da poveraccia.-
-Come cazzo ti permetti!- balzando in piedi e stringendogli una mano alla camicia, giusto sotto al collo. Con quella manina esile che nonostante fosse ricoperta di vene gonfie e pulsanti imprimeva una forza puerile faceva fatica a sembrare minacciosa, i suoi occhi invece compensavano pienamente la mancata espressività somatica. In quelle pozze verdi e profonde Chaos si specchiò vedendo il proprio sguardo serio a contorno di un' espressione indifferente, nel riflesso notò le sue iridi viola vorticare in un flusso caotico. Gli succedeva sempre nei momenti di tensione, era una reazione istintiva.
Entrambi si calmarono un poco dopo un lungo silenzio speso guardando un punto qualunque del tavolo spoglio.

-Sono morti per mano di pirati...- debuttò lei con la testa ancora bassa, -avevo solo sei anni.-
Chaos capì subito che parlava dei suoi genitori, ella aveva sempre taciuto sulle cause della loro morte e la notizia detta con tanta freddezza lo lasciò stranito nonostante avesse da tempo intuito l' accaduto tramite indizi disseminati nei suoi racconti.
-Non sapevo, ma lo sospettavo. Irene, non voglio che tu viva per sempre in queste condizioni. Devi lasciare questo buco e vedere il mondo, coltivare le tue passioni, diventare un' attrice. Puoi farlo, lo so. Se poi vorrai rimanere comunque a Lufoor io sarò contento lo stesso, ma devi essere nella condizione di poter scegliere il tuo futuro e, attualmente, non lo sei.-
Piccola pausa nella quale lei non si intromise, -sappiamo entrambi che non resteremo per sempre insieme, conosci il mio passato; vorrei poterti lasciare un giorno con la speranza di rincontrarti senza dover fare ritorno qui, passando serate insieme come queste ma parlando entrambi da persone libere. Felici.-
Tacquero nuovamente, ognuno con i pensieri propri e dell' altro nella testa. Irene consapevole della sua condizione di “prigionia” dettata dalla perdita dei cari e dalla situazione economica, vita che trovava unico scopo nel mentire spudoratamente a tutti e tutto.
Chaos in fuga dall' arcimago Marcus che lo voleva morto e in cerca di risposte sulla natura del potere che aveva ottenuto quel giorno all' accademia, bisognoso di protezione e di anonimato.
Storie molto diverse ma che avevano portato i due giovani allo stesso triste epilogo: l' isolamento.

-Avanti. Parla.- disse lei calma, -però promettimi, te ne prego Karl, non guardarmi mai più con quegli occhi.-
Karl. Solo lei poteva chiamarlo col suo vecchio nome senza destargli nervosismo, le strinse la mano con entrambi i palmi e con un filo di voce più penetrante di qualsiasi urlo la rassicurò, -Certo, Irene.-





Sviluppo

Verso il centro con i Cavalieri,
ad aprire la strada agli alti Alfieri




Erano passate poco meno di ventiquattro ore dalla discussione e ora i due si trovavano nei pressi della Grotta delle Murene, il nascondiglio dove il pirata Fedor Van Rhutter si era rifugiato dopo gli ultimi assalti. Una falce di luna aveva illuminato il loro cammino fino alle immediate vicinanze dell' ingresso della grotta, un percorso impervio percorso con non poche difficoltà: erano bagnati dalla spuma delle onde infrante sulla scogliera e infreddoliti dal vento che impediva al gelo di staccarsi dai loro corpi. L' ingresso della caverna seppur nascosto era ampio e lasciava spazio a piccole imbarcazioni di entravi seguendo il percorso che il mare aveva scavato nella roccia nell' arco dei secoli. L' antro era conosciuto solo da pochi fortunati e rappresentava un posto sicuro per dei poco di buono come i bucanieri che ora vi avevano trovato riparo.

Ammantati nell' oscurità i due si scaldarono a vicenda scrutando l' entrata in cerca di sentinelle. Non era la prima volta che davano la caccia a filibustieri sui quali pendeva una taglia e ormai avevano preso dimestichezza con le manovre da adottare in ogni situazione, questa volta però il loro obiettivo non era un pesce piccolo e si percepiva un filo di preoccupazione nelle loro movenze ma entrambi cercavano di sembrare calmi e rilassati per non infondere insicurezza nell' altro.

-Allora, ripassiamo brevemente il piano mentre recuperiamo un po' di tepore al riparo dietro questo masso.- Si appoggiò alla parete di roccia e fece cenno all' amica di sedersi vicino a lui, -sappiamo che la grotta si insinua sotto la scogliera per una centinaio di metri fino ad aprirsi in una grossa area dove presumibilmente Fedor e la sua ciurma si staranno riposando. Entreremo nascosti dall' oscurità, tu andrai avanti aprendo la via con la tua vista sensibile, non possiamo rischiare di farci scoprire utilizzando delle torce. Dovremmo fare molta attenzione in questo passaggio, potrebbero esserci trappole o guardie lungo la strada. Giunti in fondo alla caverna dovremmo vedere la caravella ormeggiata, daremo fuoco alla punta delle tue frecce con questo olio,- diede due colpetti alla fiala che portava legata al fianco, -e dovrai colpire le vele della nave. Mi raccomando, saranno ammainate in cima all' albero. Prendi bene la mira e non sbagliare. Così facendo le forze del nemico si dimezzeranno perché alcuni dovranno per forza occuparsi di spegnare l' incendio e noi ci concentreremo sui rimanenti.
Il nostro obiettivo è Fedor, solo lui. I suoi sottoposti sono mercenari da due soldi e non ci interessano, se lo uccidiamo probabilmente potremmo contrattare per il corpo e ottenere una facile fuga.-

Tacque qualche secondo ripensando a dettagli che poteva aver dimenticato, -Ah! Irene, se qualcosa va male. Fumogeno e gambe in spalla, come sempre.-

Lei lo aveva ascoltato senza interromperlo pur conoscendo alla perfezione il piano, lasciarlo parlare dava fiducia ad entrambi. Nel frattempo però aveva studiato con attenzione l' imboccatura della caverna e aveva individuato le sentinelle che si aspettavano di trovare.

-Si si, tutto chiaro. Comunque mentre tu parlavi ho notato due guardie proprio lì davanti, si stanno riscaldando intorno ad un piccolo focolare. Guarda.- le indicò con circospezione due sagome appena percepibili da un alone di luce. -Sono solo in due, ho osservato per bene ogni anfratto.- Aggiunse con un sussurro.

Chaos constatò la veridicità di quelle parole e la guardò con un sorriso di compiacimento. -E' per questo che ti adoro.-
-Se noti bene uno ha in mano una rivoltella particolare, dalla canna larga e corta. Più che un' arma mi sembra una pistola da avvertimento. Se la caverna è davvero così lunga delle semplici grida non basteranno a richiamare i compagni all' interno di essa. Utilizzerà sicuramente quell' arnese per allertare gli altri pirati. Il secondo invece è armato normalmente, il problema dunque rimane quello con la pistola.-
-Hai ragione non l' avevo notato.- Disse con un tono da bambino meravigliato, -Cosa proponi?-
-Distruggi la pistola del primo con i tuoi poteri in modo da star sicuri che non possa avvertire i suoi compari, io ucciderò il secondo con una freccia, prima lui, è troppo vicino all' entrata, e subito dopo farò fuori anche l' altro allo stesso modo.-
-Sicura di farcela da questa distanza? Non avrai molto tempo a disposizione.- Ella lo fulminò con uno sguardo che valeva più di mille parole. -Ok. Scusa, scusa...- si apprestò presto ad aggiungere.
-Bene allora... si va.-
Un solo cenno della testa da parte della ragazza mentre incoccava silenziosamente una freccia nel suo arco bastò ad acconsentire l' inizio della manovra.

Lei seppur distante dai bersagli si trovava in un punto rialzato e quindi ottimale come avamposto da dove far fuoco, Chaos invece doveva avvicinarsi ulteriormente per poter utilizzare le sue doti arcane. Con spostamenti felpati scavalcò rocce taglienti e scivolose, quando si trovò a una decina di metri dai nemici si concentrò con tutta calma lanciando la sua offensiva contro l' arma da fuoco della prima delle guardie. Non si voltò dietro per osservare la sua alleata, non ne aveva bisogno.
Dal palmo della sua mano si creò un sottile filamento di energia entropica, emanava una luminescenza viola fievolissima, simile per intensità a quella prodotta da una lucciola, il flusso arcano volò sinuoso e lentamente si apprestava ad avvolgere la materia che costituiva la pistola. Quando la guardia si accorse di quello che stava succedendo gridò parole in un dialetto strano per richiamare l' attenzione del compagno, subito dopo puntò l' arma al cielo e premette il grilletto. Nonostante il rumore intenso del mare, Chaos udì chiaramente il “clic” difettoso della rivoltella che a seguito della magia cominciava ad arrugginirsi e a perdere pezzi. L' altra sentinella si avvide del pericolo e tramite la scia lasciata dalla magia individuò Chaos.



L'assalta un Cavalier; ma gli si oppone
Quel della Donna e i colpi suoi respinge.



Sguainò la sciabola e si apprestò a lanciarsi con ferocia contro il giovane mago, la sua carica però si limitò a pochi goffi passi: non ebbe nemmeno il tempo di realizzare cosa stesse succedendo che un dardo sibilante, a rompere il suono cadenzato delle onde, gli si conficcò in pieno petto troncando sul nascere le sue urla guerrigliere.
Il primo dei due malcapitati, forse per comprensione di quello che stava succedendo, forse per semplice istinto, cercò di trovare rifugio nella caverna. Alzò il piede destro da terra ma quando esso tornò a toccare nuovamente il suolo un metro più avanti l' uomo era già morto, una freccia gli aveva trapassato il collo. Cadde a terra riscaldato dal suo stesso sangue.

-Un lavoro impeccabile- si complimentò Chaos, -guarda questo che espressione assurda che ha...-
-Non offendere i morti, Karl.- Lo rimproverò Irene. -Loro avrebbero fatto lo stesso.- Obiettò lui.
Lei intanto perquisiva i corpi in cerca di qualsiasi cosa potesse rivelarsi un' informazione ma non trovò nulla, solo poche monete e oggetti inutili.
-Avanti entriamo.- Esortì.
-Prima le donzelle.- Abbinando le parole ad un gesto teatrale del corpo per farla passare in testa. Si rendeva odioso con quel suo comportamento da imbecille e la cosa infastidiva Irene anche se ormai ci aveva fatto l' abitudine, lei non disse nulla perché sapeva che quello era il suo modo di esprimersi nonostante la serietà interiore che possedeva.

Entrarono nella grotta seguendo il sentiero che costeggiava l' insenatura di mare che fungeva da ingresso per i velieri, due corpi e quattro occhi che facevano affidamento solo su un paio di essi, più penetranti e infallibili però di qualsiasi altro senso della ragazza. Avanzando con movimenti lenti percorsero in un arco di tempo lunghissimo quei metri nell' oscurità, Chaos cieco affidava i suoi passi a quelli di lei trasportato dalla sua mano che mai aveva sentito così calda. La guardava con gli occhi della mente, delineando il suo corpo con l' aiuto delle sensazioni che provava nell' udire il rumore del suo leggero respiro, in quegli attimi si abbandonò a fugaci fantasticherie.

Pensò per un attimo di non essere mai stato maledetto dallo Spirito dell' Entropia, dimenticò il desiderio di scoprire cosa era mutato in lui dopo il rituale d' invocazione all' accademia di magia e immaginò la sua vita da uomo semplice in compagnia di Irene. Sognava la casa che si sarebbero potuti comprare col bottino di quella notte, le partite a scacchi della sera e i divertimenti del giorno. I viaggi in luoghi ameni e gli spettacoli teatrali dove avrebbe ammirato la sua preziosa compagna recitare da protagonista, magari in uno spettacolo epico che narrava le gesta di prodi eroi del passato. O perché no, la morte dello stolto pirata Van Rhutter, ucciso per mano di una coppia affiatata e intraprendente... Si rese conto presto di stare divagando con la mente, questo era un altro dei suoi mutamenti dopo che venne infuso col potere dell' entropia. Il suo nuovo modo di ragionare rispecchiava pienamente i canoni del caos: un mulinare di pensieri in continua trasformazione che rendevano la sua mente un labirinto a più dimensioni, dove ogni via scavava in profondità nel dedalo della psiche. Solo con uno sforzo di volontà costante poteva mettere un freno a quella attività cerebrale frenetica, unico modo per riuscire a convivere con sé stesso senza perdere il senno. Atto di volontà che esternava con la sua solita ironia e superficialità. Ma proprio l' ironia era l' unico modo per mostrare la pazzia celata in lui senza subire una mortale emarginazione.






Con sorpresa non incapparono in nessuna trappola e tanto meno in altre guardie lungo il percorso, giungendo infine nell' ampia area a conclusione della caverna. Qui anche gli occhi di Chaos potevano vedere distintamente: delle candide scie di luce lunare entravano da un' apertura sulla sommità della volta e si tuffavano nella placida acqua, la luce riflessa come da uno specchio opaco illuminava tutta la zona. I pirati stavano banchettando e tra urla e schiamazzi non celavano la loro presenza, erano riuniti in un capannone montato alla buona da dove proveniva una luce, probabilmente prodotta da un braciere, che proiettava sulle pareti di tela le ombre in movimento dei bucanieri. Di fronte a loro era ancorata l' imbarcazione di Fedor Van Rhutter: l' Onda Nera. Molti racconti erano stati narrati su quella nave e la sua fama infondeva più paura del suo aspetto: era una semplice caravella mercantile, armata con un paio di cannoni e con un teschio bianco su tela nera. Inoltre non era in ottimo stato, erano chiaramente visibili quei piccoli danni dettati da mesi di navigazione senza le dovute manutenzioni portuali.

-Ohhh... Sembrano essere tutti dentro quel tendone. Potremmo dar fuoco direttamente ad esso invece che alla nave.-
-No. Abbiamo un piano, seguiamolo.-
-Ma potremmo ucciderli tutti senza nemmeno combattere.- Disse quasi urlando senza accorgersene.
-Shhh! Parla piano. Senti, il tessuto di quella tenda è fine, una freccia pur se infuocata la attraverserebbe senza darle fuoco. Certo, così potrei uccidere qualcuno di loro ma i restanti saranno uniti. Noi non vogliamo questo, dobbiamo disperderli.-
Mentre parlava vide che Chaos acconsentiva con la testa ma poi si rese conto dal suo sguardo fin troppo fanciullesco quel che aveva in mente: voleva tirar fuori l' oggetto che tanto le faceva perdere la testa. -Non oserai mica giocare in questo momento!?-
Giocare era il termine corretto.
Chaos infilò una mano sotto il vestito e tirò fuori la moneta appesa al ciondolo che portava al collo, quanto teneva a quella moneta. La staccò e la mise in equilibrio tra l' indice e il pollice della mano destra. Poi guardando Irene con un sorriso da bambino contento, disse: -Testa per la nave, croce per la capanna.-

Adorava affidarsi al lancio di una moneta, avere completa fiducia nella casualità. Adoperava quel pezzo di metallo sempre per decisioni non banali, che avevano una certa importanza e proprio questo dava fastidio a Irene, che invece era abituata sì all' improvvisazione ma soprattutto alla pianificazione, che si trattasse di una caccia all' uomo o di un corteggiamento meschino ai danni di un ingenuo riccone, non lasciava mai nulla al caso.

Stava per lanciare la moneta quando ella sbottò seccata, -Fanculo tu! E fanculo quella moneta!- Gli strappò la fiala con l' olio infiammabile e lo cosparse sulle frecce che possedeva, poi estrasse l' acciarino e la pietra focaia. Nel frattempo Chaos aveva effettuato il lancio, moneta ferma sul palmo destro con la mano sinistra a coprire il risultato. Assaporava quegli attimi d' attesa come fosse un rituale religioso, aspettando solo che la curiosità prendesse il sopravvento.

-Karl, si parte. Finiscila e torna serio.- La voce di lei era calma e risoluta, parlava con il primo dei dardi fiammeggianti incoccato. La luce tremolante della punta della freccia le illuminava il volto in modo irregolare marcando le ombre del lato del viso non rivolto verso Chaos e facendola sembrare ancor più concentrata di quanto già fosse.
Chaos in realtà era serio, quel suo particolare rito non era affatto un gioco; certo, gli procurava un piacere puerile ma il suo significato andava oltre il semplice gesto infantile, era qualcosa che lo caratterizzava allo stesso modo dei suoi capelli, dei suoi occhi, del suo tono di voce, del suo passato.

Una freccia incandescente volò parabolica sfiorando il soffitto della caverna, con precisione si conficcò nella vela dell' albero maestro dando il via alle fiamme avide di combustibile di espandersi sul veliero.

Lei, già pronta a scagliare una seconda saetta di fuoco contro il bersaglio.
Lui, sorridente a fissare il palmo della mano.

-Guarda Irene! Testa!-





Mediogioco

Con l' arrocco entra la Torre in gioco
e finalmente anche la Donna può far fuoco




In pochi secondi la punta dell' albero maestro dell' Onda Nera era diventata un pinnacolo fiammeggiante impossibile da non notare anche per i più ubriachi bucanieri. Uscì una sagoma dal tendone, poi una seconda e poi tutte le altre. Tutti erano in fermento, disorganizzati e increduli.

-Ma che diavolo?! Yung, Sforz, Sgoth! Muovete i culi, andate a spegnere il fuoco!- Gridò una donna, l' unica della ciurma, -Sgoth quella non è acqua, è rum deficiente! Vorresti spegnere un fuoco con del rum!?- e gli strappò dalle mani la bottiglia di liquore. -Voialtri con me, ci deve essere un intruso.- Sguainò una lunga spada ricurva mentre con l' altra mano si portava la bottiglia di rum alla bocca, dissetata scandagliò il perimetro della grotta con i suoi occhi, i tre dell' equipaggio rimasti con lei fecero lo stesso. Del capitano Fedor nemmeno l' ombra ma quella donna sembrava a suo agio nella posizione di comando e gli altri le ubbidivano senza obiezioni.

Era giovane, probabilmente non oltre i trenta anni anche se aveva il viso marcato da rughe che testimoniavano una lunga vita da piratessa; era bassa, forse di solo qualche centimetro più alta di Irene, ma sicuramente più robusta, era vestita con abiti comodi e dai colori sgargianti che un po' ovunque erano macchiati da cibo e alcol.

Intanto Chaos e Irene rimanevano nascosti dietro le rocce, a una ventina di metri dai nemici, osservandoli e ragionando. -Fedor non si vede! Quel codardo sarà rimasto dentro il tendone, oppure nella nave... non possiamo saperlo.- Disse lei.
-Lo costringeremo allo scoperto.- Rispose lui sicuro, -avanti, vedi di farne fuori un altro ora che possiamo ancora contare sull' effetto sorpresa. Poi entrerò in gioco.-
La ragazza incoccò una freccia rimanendo al sicuro dietro un masso, si sporse subito dopo giusto un paio di secondi per prendere la mira e far fuoco.

-Lo vedo! Lo vedo!- Gridò uno dei pirati rimasti a terra, e con la punta della sua spada indicò in direzione di Irene. I suoi compagni si voltarono e videro chiaramente la giovane pronta a scagliare il suo dardo e con facilità il bersaglio dell' attacco, il pirata più avanzato, schivò la freccia gettandosi a terra. Si rialzò immediatamente e insieme agli atri due compagni caricò verso la ragazza gridando, la piratessa seguiva a pochi metri i suoi sottoposti con urla altrettanto guerrigliere.
Fu allora che Chaos uscì allo scoperto, frapponendosi tra la compagna e il manipolo di ladri. Calmo e rilassato come suo solito, fin troppo.

-Indietro Irene. Questi sono miei!-



Alla quarta d'Alfier l'Alfier si pone,



I nemici erano ormai a una manciata di metri da lui, con le spade già alte pronte a scendere con forza sul corpo del mago. Egli in risposta rimase impassibile, agitando solo una braccio animato da fiamme viole vorticose. Con un rapido movimento si chinò e picchiò il suolo con il palmo della mano aperta, le fiamme si espansero dal braccio al terreno circostante per circa quattro metri. Tutto intorno al lui, all' interno dell' area d' effetto, piccole fiamme del colore del caos bruciavano senza produrre calore e senza consumare oggetti o carni. La loro presenza non modificava la natura della grotta bensì le menti dei pirati nelle vicinanze.

-Mio dio! Cos' è?! Cos' è?!- Gridò uno dei tre, interrompendo la sua corsa e portandosi le mani al capo per il dolore provato. Scappò lontano tornando vicino alla donna loro comandante che essendo rimasta più indietro non aveva subito gli effetti delle fiamme. Gli altri due pirati fecero lo stesso. Avevano assaporato un assaggio della vastità del caos nelle loro menti, un' immensità tanto grande da terrorizzare le persone comuni. Chaos sorrise vedendo l' espressioni dei suoi nemici dinanzi ad una tale sconfinatezza, quando invece lui ammirava così tanto l' infinito territorio del caso.

-Signori miei, questo è un mare diverso da quello che siete soliti navigare. E' infinito, l' unico modo per non perdersi al suo interno... è volersi perdere.-

Approfittando dello scompiglio creato, Chaos manifestò il suo potere arcano in due fulmini serpeggianti. Partendo dalla punta degli indici le saette volarono veloci contro due dei nemici difronte a lui, uno si fece trovare pronto e deviò l' attacco magico con la lama della sua spada e la forza che animava l' arcano fulmine si spense lentamente nel terreno polveroso. L' altro pirata, ancora scosso per le capacità dell' avversario, tentò maldestramente una schivata ma venne colpito sul fianco dalla magia, urlando di dolore per le ustioni che nacquero nella parte lesa.
Il terzo bucaniere infuriato per il dolore del suo compagno si lanciò con nuova convinzione contro Chaos, ma dopo solo pochi passi la tensione mentale che il campo di entropia infondeva divenne ancora una volta esasperante e dovette tornare sui suoi passi per porre termine alla sua sofferenza.

-Non riesco Sarah. E' più forte di me...- Si scusò il pirata rivolgendosi alla donna sua alleata.
-Non durerà ancora molto, tenetevi pronti. Nel frattempo ci penso io a lui.- Disse lei mentre il suo ventre si gonfiava e sgonfiava in un respiro cadenzato e ritmico. Si stava concentrando.



La Donna il suo pedon d'un passo spinge.



La piratessa stava lanciando una magia psionica contro Chaos, troppo debole però per sortire qualche effetto. Con il controllo della psiche che solo il giovane mago possedeva, rese la propria mente un baluardo inattaccabile uscendo indenne dall' offensiva. Nel frattempo il campo di energia intorno a lui andava attenuandosi e la sua rivale non tardò ad accorgersene.

-Attaccate! Attaccate! Le sue difese si stanno indebolendo!-

Dei tre avversari solo due si lanciarono all' attacco, quello ferito rimase indietro per paura di essere colpito ancora. Chaos estrasse il suo pugnale e si piegò leggermente sulle ginocchia per essere più reattivo nella difesa, alzò la sua lama davanti al viso pronto a deviare i colpi in arrivo quando sentì un forte senso di confusione affliggerlo, seguito da una perdita dell' equilibrio. La donna aveva lanciato una seconda offensiva psionica mascherata dall' attacco dei suoi sottoposti; non avendo tempo necessario per difendersi efficacemente da entrambe gli attacchi, l' arcanista cercò di evitare i fendenti dei due individui davanti a lui nonostante stesse traballando vistosamente.
Si contorse e oppose la sua corta lama a quelle ben più lunghe dei pirati, intuiva facilmente i loro elementari movimenti ma nello stato confusionale nel quale si trovava ogni sua azione era notevolmente più impegnativa finché la spada di uno dei due gli aprì una ferita alla spalla sinistra tingendo di un caldo cremisi le sue vesti.

-Bastardo!- Urlò Chaos per la sofferenza mentre si toccava la parte colpita, in compenso il dolore gli scacciò la malia della donna dalla testa e ora poteva ragionare e muoversi con sicurezza. Il nemico che lo aveva ferito era molto sbilanciato per l' attacco e il giovane ne approfittò per piantarli il suo pugnale in pieno petto. Il colpito barcollò qualche istante prima di cadere a terra morto. Il suo compagno cercò di vendicare l' amico caduto, approfittando a sua volta dello sbilanciamento di Chaos: alzò la propria spada in aria e la face ricadere con forza verso il collo del giovane, nella sua traiettoria però incontrò la lama del pirata morto ancora sporca del sangue del mago. L' attaccante rimase letteralmente allibito vedendo che l' arma non era brandita da nessuno, levitava in aria mossa da una forza invisibile.

La sciabola era animata dai poteri telecinetici di Chaos che la brandiva con sicurezza con la forza del pensiero, dopo aver parato il colpo la lama librò veloce fendendo l' aria come un sottile velo di seta e tartassò di attacchi il bucaniere che fece del suo meglio per difendersi. Non avendo vincoli fisici, essendo un' arma non impugnata da nessuno, la spada poteva vorticare su se stessa, allontanarsi e avvicinarsi in continuazione e girare intorno all' avversario con estrema rapidità, rendendo i suoi affondi imprevedibili e letali.

Con il nemico più minaccioso impegnato con la lama danzante, Chaos poté concentrarsi sui rimanenti avversari, in particolare sulla donna che gli aveva annebbiato la mente poco prima. La fissò nelle palle degli occhi catturando il suo sguardo, doveva essere sicuro che ella avrebbe visto le sue iridi viola e vorticose prima di morire. Un secondo di silenzioso osservare reciproco interrotto dalle grida di dolore di lei, in preda al panico più puro. Si contorse in ginocchio, rotolando nel terreno per cercare di scacciare le visioni che l' affliggevano ma esse terminarono di esistere solo dopo aver spinto la loro vittima alla morte.
L' ultimo dei tre pirati, quello già ferito e rimasto affianco alla donna, tremava di paura. Impugnava passivamente la sua arma e balbettando tentò un disperato bluff.

-Arr... Arrenditi o... non avrò pietà...- Le sue parole erano una barzelletta, Chaos provava pena per quell' uomo. Forse non era nemmeno un mercenario, un semplice pescatore che aveva bisogno di qualche soldo in più per la propria famiglia e si era spinto fin a servire Van Rhutter. Ma questo pensiero non cancellava i fatti: quel poveraccio aveva un arma puntata contro Chaos, e per questo andava ucciso.

Nel frattempo lo scambio di colpi tra il pirata e la spada animata che lo stava fronteggiando era terminato, a sancirlo il cupo suono di un cadavere che cade rovinosamente al suolo seguito dall' acuto e fastidioso rumore metallico di una spada che si conficca nel terreno.

-Pivello, sono tutti morti... getta l' arma o sarò cos...-



L'altro Cavallo accorre. Al primo è sopra
l'Alfiere e il preme.



Chaos non ebbe modo di terminare la frase che una potente esplosione sconvolse il campo di battaglia. Fu buio e rumore, fu confusione e dolore.
Non sapeva dove si trovava, non sapeva nemmeno se aveva gli occhi aperti oppure meno, tutto era nero. Sentiva le ossa della schiena piegate, il sapore caldo e metallico del sangue tra i denti e non riusciva a muovere un muscolo.

Ora cominciava a scorgere qualcosa, un puntino nero fumante lontano, sopra ad una massa marrone e informe. Non sentiva niente, un lungo e spettrale fischio al posto dell' udito. Poi si rese conto di quello che era successo: affianco al puntino fumante un pirata rideva e saltava, non poteva udire le sue grida ma era come se le sentisse lo stesso come aghi nelle proprie carni. Quel bastardo aveva fatto fuoco con un cannone della nave. Ecco cosa era successo.
Cercava di rialzarsi ma non ci riusciva, era come se i propri nervi non funzionassero. Se cercava di muovere una gamba si contorceva un dito e se provava ad alzare il collo la gamba sinistra tremava leggermente. Buttò la testa all' indietro, nella polvere, e si rassegnò all' attesa di recuperare la lucidità, ma con essa cresceva anche il dolore mascherato dall' intorpidimento dei nervi.

Fissando in alto non vide la volta della grotta grigia spennellata dai riflessi turchesi dell' acqua increspata, vide il pirata, il fifone, per il quale il bluff e la paura erano solo un lontano ricordo; brandiva la sua spada con entrambe le mani pronto a conficcarla nel petto di Chaos. Muoveva le labbra sputando e slinguazzando come un rettile affamato ma il mago non poteva capire cosa stesse dicendo, le ultime parole della sua vita sarebbero davvero state pronunciate dall' essere più infido di tutto il Perwaine? Non voleva crederci ma era del tutto impotente, non riusciva a spostarsi ed era troppo disorientato per raccogliere la concentrazione necessaria al lancio di una magia. Poteva solo attendere.

Vide la bocca di quel ciarlatano chiudersi e non riaprirsi più, le vene del corpo si stavano gonfiando. Era arrivato il momento, il momento della morte. Chiuse gli occhi in un ultimo pensiero umano, lui che di umano ormai non aveva più nulla. Chiuse gli occhi, e pensò a Irene.



Ella il pedone uccide,
Benché al nemico acciar la Donna scopra.



Era ancora vivo, cos' era successo? Lentamente riacquistò l' udito e la mobilità perduta, era tutto un dolore e si rialzò a fatica. In quel momento vide l' uomo che poco prima stava per porre fine alla sua esistenza morto con una freccia conficcata in petto, un dardo così familiare.

-Irene...- Sussurrò.

Si voltò di scatto guardando l' Onda nera, come bruciava più intensamente ora l' albero maestro, si chiese per quale motivo gli altri pirati non avessero spento l' incendio, di tempo ne avevano avuto a sufficienza. La risposta gli fu subito chiara.

-Irene!!!- Questa volta non era un sussurro, erano grida di preoccupazione.

La giovane sua fedele alleata combatteva con fervore sul ponte della nave, fronteggiava i tre pirati che erano saliti a bordo del veliero su ordine della donna guerriera, lottava con virtuosismo ed eleganza alternando la coppia di pugnali affilati al suo amato arco ricurvo.
Chaos nonostante i dolori in ogni parte del corpo per la cannonata, scattò verso il pontile mobile che collegava l' imbarcazione alla terra ferma. Si dannò per averla trascurata, per non aver seguito i suoi spostamenti e maledì anche lei per essere stata così avventata da salire fin sopra la nave. Non aveva mai fatto sciocchezze del genere prima, era Chaos quello che si occupava di sconfiggere i nemici mentre lei rimaneva indietro a dar supporto quando fosse stato necessario. In realtà il mago sapeva perché si era spostata là sopra, da una posizione elevata come quella poteva diventare un cecchino formidabile.

Lei continuava a combattere contro i pirati spostandosi da una parte all' altra della nave, si destreggiava bene ma stava palesemente prendendo tempo.

-Resisti Irene! Arrivo!- Disse a pochi passi dal pontile inclinato che collegava la nave alla terra ferma e che l' avrebbe portato da lei, quando questo scivolò nel fondo delle acque. Chaos frenò di colpo per non cadere anche lui insieme al pontile e guardò in alto, verso il bordo della nave, per vedere cosa fosse successo.

Fedor Van Rhutter lo fissava mostrando un sorriso rozzo, sporcato dai suoi denti ingialliti.





Finale

La scacchiera non è più in confusione,
è l' ora che i Pedoni tentino la promozione




La caverna era irriconoscibile, poco prima era animata dalle urla di gioia di un manipolo di manigoldi ubriachi e sazi per gli ultimi bottini, ora invece l' atmosfera era più in fermento nonostante una apparente minor confusione. Il tendone dove i pirati avevano trovato tanto divertimento era diventato un fioco lume giallastro, completamente surclassato dal fuoco ardente dell' Onda Nera. Il suolo, prima privo di gente, ora riempito di cadaveri intorno ad un cratere ancora fumante. E sulla nave il silenzio veniva meno, tra respiri affannosi, per la fatica e per il fumo, e scontri di lame affilate. In quel calderone di azioni e rumori la risata del capitano Van Rhutter risuonava fragorosa, fissando dall' alto al basso l' impotente Chaos.






Per la prima volta poteva vedere il famoso pirata da vicino, era incredibile come la descrizione che aveva di lui fosse veritiera. “La prima cosa che noterai sarà la risata forte e fastidiosa”, aveva detto l' informatore al porto, e aveva dannatamente ragione. Una risata gutturale, che sapeva di muco e di fumo, invadente e ripugnate.
Il suo aspetto non sminuiva tali sensazioni: era sudato, con i capelli neri lunghi e unti attaccati alla fronte e parzialmente nascosti dal copricapo tipico dei capitani. Gli occhi di un nero grave, pesante come le sue vesti tutte rigorosamente in cuoio umido e consumato.
Se ne stava lì, affacciato a ridere e salutare beffardamente con la mano il mago, mentre la povera Irene combatteva per la propria vita.

-Bastardo affrontami! Vieni giù!- Gli inveì contro Chaos, frustrato per non poter essere d' aiuto alla donna che poco prima gli aveva salvato la vita.
-Un ospite alla volta... Bastardo- Gli sogghignò Fedor, pronunciando l' ultimo volgare appellativo con la stessa cadenza con la quale era stato pronunciato da Chaos, per canzonarlo.
E senza porre fine al quel snervante sorriso si voltò e sparì agli occhi dell' arcanista.

-Irene arrivo! Arrivo!-

Si guardò intorno, non c' era niente da poter usare come scala, vide una corda della nave avvolta sul bordo del veliero, la attirò a sé con i poteri telecinetici e la strattonò per assicurarsi che fosse legata a qualcosa di solido. -Resisti sto arrivando!- Continuava a ripetere, era una tortura essere così vicino a lei e non poterla aiutare, sentire i suoi passi che correvano da poppa a prua in un disperato tentativo di prendere tempo. -Ci sono quasi!- Mentre si tirava su con i piedi sullo scafo della nave e le mani attaccate alla corda, ma le ferite riportate rendevano il compito più arduo e lo rallentavano nella scalata. Maledì se stesso per non aver mai allenato il fisico, ogni centimetro conquistato era una fitta da qualche parte nel corpo ma non importava, questo e altro per Irene.



Ed essa muor...



Inconfondibile, echeggiante, uno sparo. Immediatamente i passi frenetici sul ponte della nave svanirono, non stavano più combattendo. Mai avrebbe pensato che il pensiero di sentire la sua amata non combattere gli facesse tanto male.
Si bloccò a mezz' aria, appeso alla corda a peso morto dondolando lentamente come un pendolo tra la preoccupazione e il terrore. Era dannatamente semplice comprendere i fatti ma si ostinava a non crederci, forse non avrebbe nemmeno creduto ai propri occhi.

-Ci sono quasi Irene, eccomi!- Continuava a gridare mentre a occhi chiusi arrampicava gli ultimi metri di corda, palpebre serrate per trattenere lacrime di menzogna, la verità gli faceva troppo male.
Poggiò una mano sul bordo della nave, un sforzo e avrebbe visto; quasi desiderò di morire in quell' istante per rimanere nel dubbio.
E finalmente vide ciò che non voleva vedere.

Irene giaceva lontana, sulla prua, senza vita e con la candida camicetta intrisa di sangue. Fedor era di spalle, tra Chaos e il corpo di lei, con il braccio teso ad impugnare una pistola dalla canna ancora fumante. Si voltò in quell' istante mostrando il suo cinico sorriso.

-Ops...-

Paralizzato, il suo corpo era paralizzato. Irene era morta. Gettata là lontano, con il volto nascosto dai capelli rossi in una posa aggraziata, era bellissima. Ma era morta.
Perché gli aveva salvato la vita? Perché si era spinta fin sopra la nave? Non doveva sacrificarsi così... Questi erano i pensieri che tormentavano la mente di Chaos.
Pianse senza freni, non aveva memoria dell' ultimo pianto.

-Oh... Che tenero, piange la morte della propria puttana.- Disse Fedor oscillando in modo teatrale per schernirlo.
Chaos percepì il proprio cuore spezzarsi sentendo quelle parole. Lo ricompose subito dopo, freddo e carico di vendetta.
-Fedor- Disse fermo, soppesando le sillabe, -morirai qui ed ora, da farabutto. Nessuno avrà memoria di te.-
-Farabutto!?- Gridò il pirata con tono serio, era la prima volta che assunse serietà, -Tu vieni nel mio rifugio, appicchi fuoco alla mia nave, uccidi la mia ciurma e osi chiamarmi farabutto!? Io sono Fedor Van Rhutter! Ex membro della ciurma di Morgan H. Leach, l' Occhio di Corvo.-
-So tutto di te, puoi raccontare le tue storie ai casinò, nei porti e nelle bettole che frequenti. Ma non qui, a me. Sei un ladro e ti staccherò la testa per questo, e riscuoterò la taglia che pende su di te.-
-Marmocchio finiscila! Non adottare quel tono da paladino della giustizia con me, mi hai chiamato farabutto ma guardati... Tu e la tua amica siete entrati di soppiatto in questa caverna, uccidendo tutti con l' unico scopo di rubare il mio tesoro. Io ho fatto i miei interessi, tu i tuoi. Non sei meno farabutto di me.-

Chaos tacque, infondo Fedor aveva ragione. Continuò -Tu hai ucciso Sarah, la mia puttana- indicò con un braccio la donna morta vicino al tendone, -e io ho ucciso la tua. Si combatte sempre per donne o per rum. Anche per soldi, ma alla fine li spendi in donne o in rum.- Rise di gusto, a occhi chiusi e con la testa all' indietro. -Quindi smettila di fare il moralista, qui nessuno di noi lo è. Combatti per la tua puttana, io combatterò per la mia.-
Estrasse la propria sciabola ricurva, chinandosi leggermente aspettando che Chaos facesse lo stesso.

Il mago rimase per un po' muto, pensando a quelle parole. Il pirata aveva ragione: mascherava l' odio animalesco che lo permeava con discorsi sulla giustizia, ma voleva solo vederlo morire soffrendo le pene più atroci ma al contempo non riusciva ad abbandonarsi a un sentimento così istintivo come la vendetta. Non aveva mai combattuto per vendicare qualcuno.

Erano rimasti solo loro due, gli altri tre pirati a bordo erano deceduti per mano di Irene prima che Fedor la freddasse con un colpo di pistola. Pezzi di vela fiammanti cadevano dall' alto espandendo l' incendio fin sul ponte, tutto il veliero, da prua a poppa, era disseminato di piccoli fuochi che in breve tempo avrebbero trasformato l' imbarcazione in un grande falò.

-Fedor... so che giocavi d' azzardo. Scegli...- Frugò nelle sue vesti con la mano poi completò la frase, -testa o croce?-



...ma non indarno. In fallo
Cadde il duce dei Neri



La mano uscì dalle vesti in un attimo, si aprì solo a braccio teso imprimendo così il massimo della forza nelle monete dentate che impugnava. Tre per la precisione. Semplici monete ma dai bordi seghettati che nelle mani dell' uomo giusto potevano diventare armi letali.
Le lame volarono con traiettorie paraboliche contro il pirata che per un attimo rimase immobile non potendo immaginare un' offensiva di quel tipo, poi con un secco movimento della spada deviò i tre dardi che si conficcarono nel legno sotto i suoi piedi.

-Impugna una vera arma e affrontami!-

Chaos aveva lasciato il suo pugnale conficcato nel petto del primo pirata ucciso e non possedeva altre armi per il combattimento ravvicinato, vicino a lui però vide il cadavere di uno dei bucanieri che stringeva ancora tra le mani una sciabola. La raccolse e la puntò contro il capitano, facendola oscillare lentamente. I due si fissavano come degli schermidori.
Fu il pirata a lanciarsi all' attacco accompagnando ogni fendente con urla e imprecazioni, il giovane gli teneva testa anche se debilitato per gli scontri precedenti. Le lame cozzarono l' una contro l' altra più e più volte, qualche volta quella del mago riusciva a vincere le difese nemiche ed a fendere superficialmente le carni ma in numero eguale Fedor sorprendeva il giovane con rapidi movimenti ledendo il suo corpo.
Per un minuto intero si diedero battaglia a suon di spade, senza particolari virtuosismi ma infondendo in ogni affondo il loro odio reciproco come se fosse un modo per entrambi di sfogarsi, per saziare la propria sete di vendetta. Uno assetato per la perdita dell' amata, l' altro per la perdita di tutti i suoi averi.

Fu Van Rhutter a dettare un nuovo ritmo, con un impeto di ferocia attaccò ripetutamente alternando gomitate e pugni al taglio della propria sciabola, Chaos indietreggiò cercando di vanificare il maggior numero di colpi ma finì per inciampare in un barile sbilanciandosi e venne raggiunto da un violento calcio al fianco che lo scaraventò a terra.
Gli veniva da vomitare, tossiva. Sicuramente la cannonata gli aveva procurato qualche costola inclinata, se non rotta, e quel calcio andava a colpire proprio quelle ossa lese.

-Vile...- Inveì il colpito.
Il pirata si preparò a decapitare il giovane ai suoi piedi ma questi con uno sforzo di reni rotolò indietro scampando alla morte. Si rialzò non mascherando la fatica e portò lentamente una mano su l' ultima ferita che il pirata gli aveva aperto, non profonda ma copiosa di sangue. Il palmo si tinse di rosso e allungò l' arto, con il pugno aperto, verso Fedor.
-Osserva attentamente questo sangue... Sarà il tuo.-

In principio Van Rhutter pensò che fosse solo una frase di ammonimento, una di quelle cose che si dicono solo per placare il proprio animo belligerante quando il fisico non riesce più a sostenere i ritmi che la mente bramosa di sangue impone. Osservò comunque, e vide il sangue sul palmo di Chaos fumare e lentamente cominciare a bollire.
Incredulo spostò il suo sguardo dalla mano agli occhi del mago e in quel momento vide i quelle iridi viola turbinare, era già troppo tardi.

Percepì le proprie carni riscaldarsi, passare velocemente da una sensazione di tepore piacevole a una di dolore crescente. Il sangue del pirata, sotto l' influenza di Chaos, si stava agitando, animato da una forza entropica. Si ruppero dapprima piccoli capillari poi anche la pelle si spaccò in fessure profonde e buie, come se il corpo fosse diventato un terreno arido. Da tali spaccature usciva a zampilli sangue seguito da urla di dolore disumane, Fedor si contorceva, si disperava ma non poteva nulla, il male veniva dall' interno e doveva aspettare che finisse. Per sua fortuna le poche energie dell' arcanista sancirono il termine della magia molto presto, Chaos avrebbe voluto torturarlo ancora per molto.

Entrambi ansimavano, o per la stanchezza o per la sofferenza. Non appena Van Rhutter si riprese caricò a testa bassa, senza dire nulla, non ne aveva la forza. Da parte sua Chaos rimase molto passivo, anche lui era allo stremo. Il pirata, dopo una leggera finta con la lama, gli colpì la tempia con il palmo aperto. Un colpo mirato e studiato, dove trovava ancora tanta concentrazione era un mistero.

Chaos traballò, il tocco gli stava risuonando nella testa e si sentiva tutto intorpidito. Gli sembrava addirittura di vedere male, ma vide benissimo la lama scintillante alzata dal pirata. Doveva fare qualcosa o sarebbe stata la fine.
Non sapendo che fare afferrò il collo del nemico come a volerlo strozzare ma senza forza, non ne aveva.



ei non previde
Scacco d'Alfiere...



-Cosa fai?... Stai per morire moccioso... Rassegnati.- Fedor voleva urlargli contro ma non aveva energie. In realtà faceva faticare a liberarsi dalla debole presa, ormai il combattimento era diventato uno scontro tra due esausti.

L' arcanista gli stringeva le vesti sotto al mento, cercava con tutte le forze di fare presa, di strappargli il respiro ma non ci riusciva. Era come la sera prima, quando Irene infuriata gli mise le mani al collo con grinta ma anche con delicatezza femminile, ma Chaos non voleva affatto essere delicato.
Raccolse gli ultimi frammenti di potere arcano e li concentrò nella mano a contatto con il pirata, lentamente le dita si caricarono di energia fino a che quella forza non si manifestò in una violenta esplosione.
I due vennero scaraventati lontani, uno verso poppa l' altro verso prua. Entrambi a terra ma uno solo gridava.

-Ahhhh! La mia faccia!- Fedor premeva con i palmi sulla pelle, quel che prima era un, seppur orrendo, viso umano ora era una maschera secca e decadente. L' esplosione gli aveva completamente bruciato il volto, strappandogli via barba e sopracciglia. Sembrava un demone dalla faccia scarlatta.
-Basta... Che tu sia dannato. Ti ammazzo qui, ora! Ti caverò gli occhi e li darò in pasto ai pesci... Dio solo sa quanto ti farò soffrire!- Urlava mentre a fatica cercava di recuperare la vista momentaneamente persa per le ustioni. Dal canto suo Chaos lottava per trovare la forza di rialzarsi, la volontà c' era ma il corpo sembrava non rispondergli.

A fatica tornarono in piedi contemporaneamente, tutto intorno a loro stava andando in pasto alle fiamme e il rumore scricchiolante del legno avvisava che la nave stava per crollare sotto il suo stesso peso. Ero un inferno galleggiante sull' acqua.
Chaos si apprestò ad armarsi, per terra vicino a lui c' era la solita spada ricurva piratesca di uno dei caduti e la impugnò ancora una volta saldamente per quanto il sudore e il sangue rendessero l' impugnatura sfuggente. Fedor estrasse la pistola, l' arma con cui aveva spezzato la vita di Irene, e la puntò contro il ragazzo. Oscillava vistosamente, una semplice pistola era un macigno pesantissimo in quelle condizioni.

-Non... Non ti sto regalando il tempo per le ultime parole... Sto solo prendendo la mira.- Disse con la sua voce morta in gola ancora prima di uscire dalla bocca.

Chaos vide ad un metro da lui un secchio d' acqua, probabilmente appartenuto a uno dei bucanieri che dovevano spegnere l' incendio prima che la nave stessa diventasse un' arena da combattimento. Non rifletté, istintivamente gli sembrò una buona idea. Lo raccolse con la mano libera.
Van Rhutter non si scompose, era davvero concentrato a prendere la mira e il resto non aveva la ben che minima importanza.

Chaos si gettò in una carica barcollante, disperato e senza pensieri per la testa, in uno stato di trans. Fedor era sicuro di vincere, stava per far fuoco. Nella corsa il ragazzo gettò il contenuto del secchio contro il pirata, per distrarlo, mentre l' altro braccio caricava l' affondo con cui voleva ucciderlo. Il capitano dell' Onda Nera non si preoccupò di un poco d' acqua, chiuse gli occhi ormai sicuro di non sbagliare dato che Chaos era a un solo metro da lui. Sparò.

Lo sparo precedente aveva mozzato la vita di una persona, un suono secco ma dall' eco lunga e penetrante. Questa volta quel rumore fu del tutto diverso, un “clic” metallico privo di terrore.

Quando il pirata riaprì gli occhi era sdraiato a terra con il giovane avversario seduto sopra di lui, sovrastato da un peso tanto più leggero del suo. Dietro a quel volto scavato dall' odio e colorato da occhi mutevoli, l' albero della nave si agitava come scosso da una tempesta in mare aperto, venti di fiamme erano quelli che lo inclinavano. Nel ventre sentiva una presenza esterna, fredda, tagliente. Tutto era confuso e solo l' udito sembrava rimanere ben funzionante fra i cinque sensi, aveva sentito chiaramente il rumore del cane che colpiva la zona di innesco della pistola ma nessuna deflagrazione era avvenuta. Guardò con la coda degli occhi l' arma e si accorse che era fradicia. La lasciò scivolare via dalla mano, sbatté la nuca al pavimento ed a occhi chiusi sussurrò.

-La pistola... Co... Come facevi ad essere sicuro che si sarebbe bagnata la polvere da sparo?-

Da vero giocatore d' azzardo rispose: -Non lo ero.-

Fedor Van Rhutter voleva sorridere ma non ne aveva le forze. Chaos frugò nelle tasche dello sconfitto cercando la polvere nera e le munizioni per l' arma da fuoco, quando le prese con calma si preoccupò di asciugarla e di ricaricarla.

-E' giusto.- Iniziò Fedor con aria melanconica, -è giusto che io muoia, forse non per mano tua, ma farò finta che tu sia la mano di qualcuno che vuole porre la parola fine alle mie torture. Cosa ho fatto di... bello nella mia vita? Non parlo di giusto o sbagliato, ma di bellezza. Se non...-

-Basta! Taci!- Gridò Chaos, tappandogli la bocca con la mano. -Non osare... Non osare trasformare la tua morte in una rassegnazione. Non osare trasformarmi in colui che ti donerà la pace eterna. Io sono il tuo assassino! Io sono un farabutto!-

-Non stai espiando nessuna colpa, stai morendo da solo, sofferente,- premette con il ginocchio la ferita all' addome con la spada ancora conficcata, -e senza ricordo. Nessuno parlerà di te, nemmeno le tue puttane e il tuo rum. Ora soffri e crepa!-

Gli puntò la canna della pistola in mezzo agli occhi, tremando al pensiero di poter placare la sete di vendetta ardente nel suo cuore. Si prese il giusto tempo per assaporare il momento, osservò attentamente l' arma che impugnava: era elegante, non adatta a un pirata come lui, l' impugnatura era decorata con immagini di figure equine che zampillavano da un mare in tempesta. Un' arma fin troppo bella per usarla contro quel pezzo di feccia.

Poco importava. Premette il grilletto e le cervella del pirata gli sporcarono le vesti.



...e matto di Cavallo.



Andò da lei, ora il cuore si era svuotato dell' odio verso il pirata e si era riempito nuovamente di tristezza. La vide circondata da fiamme bramose di consumarla, come se lo spirito del fuoco volesse quella bellezza tutta per sé. La raccolse, era fredda nonostante il calore nell' aria, e le scostò i capelli rossi dal viso. Non c' era più speranza nel verde dei suoi occhi, quello sguardo vuoto gli fece davvero capire che lei non ci sarebbe stata più. Ora che l' aveva persa una consapevolezza profonda cresceva in lui: la certezza dei sentimenti che provava per lei, quel che sia lui che Irene con ostinazione non avevano mai palesato: il loro amore. Perché non l' aveva mai chiamata così? Perché nemmeno lei lo aveva fatto? Eppure, si amavano. Entrambi avevano passato la vita da soli, erano esseri cresciuti senza amore e per questo risultava così difficile accettare tale sentimento. Farlo voleva dire negare la persona che erano stati in tutti quegli anni, non ci riuscivano.

Ma ora lei era morta, avrebbe gettato al vento tutto il suo passato e l' avrebbe chiamata amore, ripescando l' ultimo briciolo di umanità celato in lui. Soffrì a lungo, in silenzio. Solo nei racconti la dama morente ha sempre fiato per un ultimo addio affogato nel pianto, nella realtà questo non avviene mai. La morte è veloce, brutta, non da spazio ad addii.
Ripensò alle sue passioni, a quando la vedeva recitare uno dei suoi monologhi nella bettola umida di porto Lufoor, a tutte le partite di scacchi fatte insieme. Solo ieri sera aveva perso contro di lei, oggi aveva vinto.
Quanto era più dolce quella lontana sconfitta.



Scacchisti, udite! Un'immortal tenzone
In brevi tratti il verso mio dipinge;
Inoltra il Re dei Bianchi il suo pedone,
Quel del Re Nero contro a lui si stringe.
L'assalta un Cavalier; ma gli si oppone
Quel della Donna e i colpi suoi respinge.
Alla quarta d'Alfier l'Alfier si pone,
La Donna il suo pedon d'un passo spinge.
L'altro Cavallo accorre. Al primo è sopra
l'Alfiere e il preme. Egli il pedone uccide,
Benché al nemico acciar la Donna scopra.
Ed essa muor, ma non indarno. In fallo
Cadde il duce dei Neri: ei non previde
Scacco d'Alfiere e matto di Cavallo.




SPOILER (click to view)
Note:

Ho scritto tanto, forse troppo però vabbè... mi andava. Per prima cosa qualche dettaglio tecnico.

Combattimento contro mostri, “la feccia”, pericolosità G.

Tecniche utilizzate da me:
-attiva dominio arcanista I livello, consumo basso;
-terrorizzare, consumo medio;
-tecnica personale 1/10, difesa psionica variabile, consumo basso;
-sconvolgere l' animo, consumo alto;
-raffica telecinetica, consumo medio;
-tecnica personale 2/10, telecinesi scenica, consumo nullo;
-corruzione magica, consumo alto;
-fusione elementale, consumo medio.

Energia residua: 100-5-10-5-20-10-0-20-10=20%

Danni al corpo: basso alla spalla per taglio (fendente del primo pirata), alto su tutto il corpo per esplosione (cannonata), basso sparso sul corpo per tagli (duello di spade con Fedor), alto al fianco per contusione (Attacco “furia” di Fedor).

Danni alla mente: Medio (attacco mentale della piratessa) più basso (“colpo stordente” di Fedor) per confusione.

Irene non ha una vera e propria scheda (sinceramente non avevo voglia di crearla per non stare a perdere tempo nel regolamento), è considerata in possesso della passiva razziale dei mezz' elfi, naturalmente il senso sviluppato è la vista, e possiede delle capacità in linea con il concept della classe cacciatore.

Anche Fedor non è un vero e proprio personaggio, l' ho considerato un NPG in possesso delle seguenti abilità da guerriero ma privo di talento. Considerando lui più i quattro sottoposti affrontati direttamente e la cannonata subita, penso di far rientrare lo scontro nella fascia di pericolosità G.

Tecniche Fedor:

QUOTE
Furia: il guerriero riesce a scagliare fino ad otto fendenti in successione con la propria arma.
La tecnica ha natura fisica. Il guerriero riesce a scagliare fino ad otto attacchi in rapida successione a mani nude, o con la propria arma. La posizione delle varie offensive cambierà in base al movimento compiuto dal guerriero. Questa tecnica può essere utilizzata anche con le armi da lancio. Non aumenta la velocità di movimento del guerriero, ma solo quella con cui compie gli attacchi. La tecnica va contrastata come un'unica offensiva di portata complessiva Alta, avente natura fisica.
Consumo di energia: Alto

Colpo stordente: il guerriero colpisce il nemico con un attacco mirato a stordirlo, frastornandolo per il resto dello scontro.
La tecnica ha natura fisica. Il guerriero colpisce il nemico con un colpo poderoso e mirato, che può essere portato a sua scelta: a mani nude, con lo scudo, con il piatto della propria lama, o con altre armi contundenti a sua disposizione. Non è però un colpo volto ad infliggere danno fisico, bensì cagiona uno stordimento costante. Il colpo mira infatti ad infliggere al bersaglio un danno psionico di entità Bassa. Ciononostante la tecnica consiste in un'offensiva fisica di potenza Bassa e come tale va fronteggiata.
Consumo di energia: Basso

Parata: il guerriero, muovendo abilmente la propria arma o scudo davanti a sé, può proteggersi da un attacco nemico.
La tecnica ha natura fisica. Il guerriero potrà mulinare la propria arma, o sollevare il proprio scudo dinanzi a sé per bloccare, deflettere o intercettare un'offensiva fisica volta a danneggiarlo. La tecnica consiste in una difesa ampiamente personalizzabile, e può essere attuata anche a mani nude purché nei limiti di buonsenso e sportività. In nessun caso l'attacco parato potrà essere ritorto contro l'avversario. Può bloccare offensive di portata Media o inferiore.
Consumo di energia: Medio

Danni fisici subiti da Fedor: basso per tagli sparsi sul corpo (duello di spade), medio agli organi interni (tecnica “corruzione magica”, alto per ustioni al viso e collo (tecnica “fusione elementale”), medio da perforazione all' addome (ultimo attacco con la spada).

Danni mentali subiti da Fedor: medio (“corruzione magica”)


Riassunto azioni:

-Arrivati all' ingresso della grotta faccio fuori l' arma di avvertimento di una delle due sentinelle con l' attiva del dominio, Irene uccide le due guardie con l' arco.
-Dentro la grotta Irene da fuoco alla nave sempre con le sue frecce, poi cerca di colpire uno dei pirati usciti allo scoperto ma veniamo individuati e questi schiva l' attacco.
-Esco allo scoperto, a fronteggiarmi ci sono tre pirati e una piratessa loro comandante, utilizzo “terrorizzare” per difendermi da attacchi ravvicinati e lancio due attacchi semplici magici contro due dei pirati. Uno viene ferito leggermente, danno basso.
-La piratessa tenta una magia psionica di potenza bassa ma mi difendo con la personale di difesa psionica, nel frattempo incita i suoi sottoposti ad attaccarmi e mi lancia di nascosto una seconda magia psionica, questa volta di potenza media.
-Un po' sorpreso subisco l' attacco mentale (danno medio) e cerco di difendermi come posso dagli attacchi dei pirati, nello stato confusionale vengo ferito alla spalla, danno basso.
-Contrattacco immediatamente uccidendo un aggressore con il mio pugnale e fronteggio il secondo con la tecnica “raffica telecinetica” animando la sciabola del primo pirata morto.
-Attacco la piratessa con “sconvolgere l' animo” (tecnica di potenza alta perchè me le ha fatte girare!^^) e la uccido, muore anche il secondo pirata per mano della spada volante.
-Rimane solo un pirata, quello ferito, molto impaurito e mi appresto a farlo fuori ma vengo colpito dall' esplosione di una cannonata sparata dalla nave, danno alto su tutto il corpo.
-Mi riprendo ma il pirata fifone sta per uccidermi, sono troppo disorientato per difendermi. Viene in mio aiuto Irene che con un dardo uccide l' aggressore e mi salva la vita.
-La noto combattere contro tre pirati a bordo della nave e preoccupato corro da lei. Mentre sto per salire a bordo appare Fedor Van Rhutter che mi intralcia ritardando il mio salire a bordo.
-Quando finalmente salgo vedo Irene morta per mano di Fedor, ancora con la pistola fumante impugnata. Sconvolto mi carico di odio nei suoi confronti e voglio solo vederlo morire.
-Attacco con le monete da lancio, lui para con “parata”.
-Segue un confronto spada contro spada, come due schermidori, con i vari attacchi ci cagioniamo un danno basso al corpo a vicenda.
-Fedor usa “furia” surclassandomi sul lato fisico, subisco danno alto per via del calcio contro le costole già danneggiate.
-Tenta di uccidermi con la spada, schivo e utilizzo “corruzione magica” (lo ammetto con un po' di cinismo, se lo merita^^). Subisce medio al corpo e medio alla mente come descritto dalla tecnica.
-Fedor mi colpisce con “colpo stordente”, danni bassi alla mente e mi tiene in pugno pronto ad uccidermi con la spada. Io lo stringo al collo senza forze, in un disperato tentativo di difesa.
-Utilizzo “fusione elementale” convogliando tutte le energia nella mano a contatto con il pirata, l' effetto è un' esplosione che ci scaraventa lontani l' uno dall' altro. Fedor subisce danni alti da ustioni al volto.
-Ci rialziamo entrambi, lui impugna la sua pistola e mi minaccia. Io, quasi in trans, stringo in una mano la spada di un pirata e nell' altra un secchio d' acqua, corro verso di lui incurante del pericolo. Poco prima che faccia fuoco lancio la secchiata d' acqua contro di lui, Fedor preme il grilletto ma la pistola si inceppa per via della polvere da sparo bagnata. (in realtà qui volevo utilizzare “raffica telecinetica” controllando una grossa quantità d' acqua direttamente dal mare, solo che mi sono reso conto di non avere più energie^^).
-Con la pistola inceppata niente mi vieta di infilzarlo all' addome, danno medio.
-Rimango seduto sopra di lui, è rassegnato ma non gli do la soddisfazione di pronunciare le ultime volontà, lo uccido con la sua stessa pistola. Poi mi reco da Irene e piango la sua morte.



Note conclusive:

Ho voluto accostare questo racconto al gioco degli scacchi, per una pura passione personale.
Il testo è diviso in parti che rappresentano quattro momenti di una partita scacchistica.
Apertura: le prime mosse, solitamente si muovono i pedoni centrali. Come suggerisce il nome è l' inizio dell' avventura e una prima presentazione del nemico. Si riferisce anche all' apertura emotiva dei due personaggi che per la prima volta nella loro vita si legano ad un' altra persona.
Sviluppo: sviluppare i pezzi vuol dire portare (per primi i pezzi leggeri -alfieri e cavalli-) in partita, il loro posizionamento è fondamentale ai fini della costruzione di una strategia, cioè un piano a lungo termine. In questa parte infatti viene presentato il piano di infiltrazione nella caverna. Un giocatore strategico tende a non voler scambiare i pezzi in questa fase mantenendo un gioco chiuso, a differenza del giocatore tattico che preferisce avere meno pezzi sul campo per poter trovare combinazioni che portino un vantaggio immediato o a breve termine. In questa parte infatti le capacità di Irene, che rappresenta la giocatrice strategica, vengono messe maggiormente in mostra ed è lei a prendere l' iniziativa quando deve scagliare le frecce infiammate, seguendo il progetto iniziale e dando fuoco alla nave.
Mediogioco: ossia quando si combatte e si cambiano i pezzi ripulendo la scacchiera. Viene descritto il combattimento vero e proprio. Contrariamente alla fase precedente qui è Chaos, il giocatore tattico, che viene messo in risalto.
Finale: come dice il nome stesso è la parte terminale di una partita in cui il giocatore con più materiale cerca di concretizzare il vantaggio ottenuto durante il mediogioco. Momento dell' uccisione di Fedor (il Re Nero) e riflessioni conclusive. “Finale” riferito anche alla morte di Irene, che è la vera e propria fine.

Nel testo ho inserito anche, spezzettandolo, un sonetto che si riferisce ad una famosa partita di scacchi: il matto di Legal. Ho provato ad accompagnare le azioni dei personaggi con le mosse di tale partita. Ad esempio nell' inizio, quando i due pedoni si fronteggiano l' uno con l' altro, vuole riferirsi al diverbio verbale tra i due protagonisti. Le mosse successive sono gli attacchi e le difese dei due schieramenti fino al sacrificio di Irene, la Donna, che porta il Re Nero Fedor alla sconfitta.
Chiunque fosse interessato può trovare QUI le mosse del matto di Legal commentate e accompagnate dai versi del sonetto.


E' tutto!



 


Edited by Wanderer. - 15/2/2014, 20:07
 
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The Grim
view post Posted on 26/2/2014, 12:34




Gioco dei Re, Re dei Giochi - Wanderer

CITAZIONE

  • Interpretazione e Ragionamento
  • Presentare tanti personaggi e tante situazioni, come hai fatto tu in questa scena, è un'arma a doppio taglio. Una gran varietà di comprimari e situazioni garantisce una diversità che permette di non annoiare il lettore se a questo non va a genio un genere o un personaggio, d'altra parte si corre il rischio che non tutto riesca con la massima qualità. Nonostante i tanti pirati incontrati nello scontro possiamo ridurre a tre i protagonisti/antagonisti della storia: Chaos, Irene, e Fedor Van Rutther. Il tuo personaggio è sicuramente il più caratterizzato, avendo più spazio per esprimere sé stesso, ma non è quello che mi è piaciuto di più. Per la maggior parte del post infatti non mi ha colpito per niente, pur avendo dalla sua tante cose da esprimere, e una buona base in potenziale. Mi aspettavo che l'aspetto entropico - e come suggerisce il suo nome, l'aspetto caotico - lo rendessero più vivido, sopratutto nella seconda parte, dall'esplorazione della grotta in poi. Solo il finale, che hai caratterizzato davvero molto bene, mi ha colpito, rendendolo più interessante. L'odio che sviscera contro il finale mi ha colpito molto, e mi è sembrato una reazione molto realistica e vera; complimenti. Irene, purtroppo, è un personaggio che non riesce ad emergere, forse per la mancanza di un suo punto di vista. Benché non si presenti come un classico stereotipo femminile, rimane incastrata nel suo ruolo di comprimario al servizio della trama, e sopratutto di " musa " del personaggio; peccato. Fedor invece ha un gran carisma come antagonista, sfruttando più che sfuggendo ai cliché, usandoli per creare un carattere forte. La sua logica tagliente e il uso fatalismo mi han fatto ricordare un ché di shakesperiano - benché non sappiamo in realtà le origini del personaggio. E la scena in cui muore, ripeto, mi è piaciuta, sia dalla parte del pirata che da quella di Chaos. L'unica cosa che mi ha colpito molto negativamente è stato l'assalto vero e proprio. Mi aspettavo un combattimento contro il solo pirata, sopratutto per la scarsa pianificazione nell'attacco, invece Irene e Chaos si son dovuti infiltrare in un vero e proprio covo di pirati, organizzando il tutto alla bene e meglio; con un finale amaro molto coerente con questa ingenuità. Insomma, visto che li attendeva uno scontro con un'intera ciurma di pirati, mi aspettavo una preparazione migliore della scena da parte dei protagonisti, e non un " gettiamoci e vediamo cosa succede "; e non sto parlando del livello tecnico - che analizzerò dopo ma del livello narrativo.
    Voto: 5,50


  • Movenze e Descrizioni
  • Uno scritto pulito, con sorprendentemente pochi errori nonostante la grande mole del testo, ma per l'appunto non perfetto. Qualche distrazione può capitare, quindi non ti preoccupare per questo, visto che si tratta di piccolezze che possono sfuggire sia allo scrittore che al lettore stesso. La cosa più fastidiosa invece è quel Chaos ripetuto fin troppo spesso. Usa più sinonimi per indicare il tuo personaggio, magari utilizzando anche termini generici come " l'uomo ", " lo stregone ", " il mago " e così via. Nel resto del testo non incappi in quest'errore e anzi fai uno sfoggio più che vario di termini senza però cadere nell'eccesso di usare termini astrusi per non ripeterti. Mettendo su una bilancia i due aspetti di questo campo, posso dire che hai dato molto più spazio ed enfasi alle Movenze, che alle Descrizioni. Le prime sono sempre chiare, mai pesanti, esposte quasi in un film e con un buon risultato, le seconde invece son passate quasi in sordina e un poco anonime. Da questo punto di vista cerca di impegnarti sopratutto nel mostrare più che nel raccontare.
    CITAZIONE
    Di fronte a loro era ancorata l' imbarcazione di Fedor Van Rhutter: l' Onda Nera. Molti racconti erano stati narrati su quella nave e la sua fama infondeva più paura del suo aspetto: era una semplice caravella mercantile, armata con un paio di cannoni e con un teschio bianco su tela nera. Inoltre non era in ottimo stato, erano chiaramente visibili quei piccoli danni dettati da mesi di navigazione senza le dovute manutenzioni portuali.

    Non è una cattiva descrizione ma manca di mordente, sopratutto nelle parti sottolineate. Io non so come sia una caravella mercantile e mi sono immaginato una nave era lunga dieci metri, con due alberi e un castello a poppa; ma potrei tranquillamente essermi sbagliati. Inoltre non ho la minima idea di che danni subisca una nave durante mesi di navigazione, anzi pensavo non ne subisse, potevi magari dire che lo scafo era forato come se avesse subito dei colpi di cannone o da tagli verticali, forse causati dall'impatto coi rostri di un altro vascello; dettagli simili aiutano il lettore a immaginare la scena ben più di termini tecnici specifici.
    Voto: 5,00


  • Abilità e Lealtà
  • Uno scontro dal lato tecnico interessante ma inficiato da molti errori dovuti all'inesperienza più che da altro. Inizio dalla cosa meno grave: lo specchietto riassuntivo. Benché il riassunto vero e proprio, condito dalle tue note, sia corretto, avresti dovuto elencare le tecniche da te usate per esteso, anche con una semplice descrizione, per evitare al correttore di aprire la tua scheda a controllare le specifiche tecniche; niente di veramente penalizzante, più una nota che un vero errore. La seconda cosa che voglio segnalarti è che hai segnato un'utilizzo della tua nulla ma non sono ben riuscito a capire dove. Ho dedotto che tu l'abbia usata per finire il secondo pirata trafitto dalla sciabola e questo comporta un vero e proprio errore tecnico. La abilità di potenza nulla non possono essere usate in questa maniera, ma soltanto a livello scenico - ad esempio tenere il coltello fuori dal fodero mentre Chaos si arrampicava sulla nave così da avere entrambe la mani libere. Raffica telecinetica è un'abilità di danno diretto, estenderla con l'uso della tua nulla è scorretto, benché il modo in cui tu l'abbia romanzata per fronteggiare il pirata non lo so sia ed anzi l'ho trovato migliore di semplicemente sollevare l'arma e trafiggere l'altro. Sei molto bravo a giocare con l'ambiente, come hai fatto sia per la cannonata che per il secchio d'acqua. Avresti potuto usare in quel caso la tua prima attiva di Talento, senza ripercussioni - hai finito con il 20% di energia, non ti avrebbe portato a svenire o altro - ma non è nulla di penalizzante; solo un virtuosismo mancato. Infine la scorrettezza maggiore, a mio avviso, è stato l'uso di Irene. L'hai mossa come un vero e proprio compagno animale, che ti ha aiutato più volte in combattimento anche in maniera decisiva, salvandoti direttamente la vita. Se le avessi fatto affrontare pirati senza interferire direttamente con coloro i quali ti scontravi, avrei sorvolato su questa cosa, ma l'uso che ne hai fatto non me lo permette.
    Voto: 4,50

Voto finale: 5,00
media aritmetica






Come prima prova non posso che dire: niente male!
Con una maggiore esperienza sono convinto che saprai fare di meglio la prossima volta, ma il tuo scritto non è scarso, benché il voto sia sotto la sufficienza. Sei sulla buona strada, e l'impegno che metti nello scrivere è palese, un lavoro complesso e ben integrato di immagini, oltre che riferimenti ad altre opere/media, che benché non abbia segnalato nella correzione ho molto apprezzato.
Mi spiace che tu abbia dovuto attendere così tanto per la correzione ma la lunghezza del testo e i miei impegni in questo periodo han fatto sì che io abbia ritardato a postare oltre il dovuto. Ti assegno 250 G per lo scontro. Io invece mi assegno 125 G per la correzione.
 
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1 replies since 15/2/2014, 00:42   130 views
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