Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Terreno Impervio

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Vorgas
view post Posted on 21/2/2014, 16:24




Sentì il suo corpo stringersi in quel ventre d’ombra, le costole premevano forte l’una contro le altre provocandogli un dolore mai provato. Sentì le viscere mescolarsi più volte, e ad ogni movimento la sensazione di nausea diventava più forte. Avrebbe voluto chiudere gli occhi, non sopportava più di vedere quell’abominio, ma non ci riusciva. Era come se le sue palpebre non ci fossero e un movimento così naturale fosse impossibile. Si sforzò. I suoi occhi pulsarono più forte e sentì un capillare rompersi, ma il suo sguardo restò immobile su quelle iridi infuocate che nel buio lo osservavano, compiacendosi della sua pena.

Non resistermi, sai di non potere far altro che soffrire di questo male. Tu lo hai accolto nella tua anima, nella tua mente, nel tuo corpo, e ben sai che io sono ciò che desideri.

Il volto di Jethro era una machera di terrore, il tono abissale e oscuro cominciò a battere nella sua mente acuendo il senso di malessere ormai cavalcante. Avrebbe voluto replicare a quelle affermazioni, lui non aveva accolto nulla e anzi, tutto ciò gli era stato imposto, si ma da chi? Ad ogni istante riviveva quei momenti di follia, si vedeva banchettare con le carni e il sangue di Garnet, la dea della perdizione e dell’inganno. La sua azione aveva salvato molte persone senza nuocere a nulla se non al male stesso, allora perché sentiva di aver errato? Improvvisamente una crepa di luce ruppe quell’involucro d’ombra che costringeva l’acrobata, sottile come un filo in principio, cominciò ad allargarsi sino a creare una costruzione a ragnatela. Gli occhi cremisi si scostarono dal corpo di Jethro e puntarono a quella luce, per un istante sembrarono dispiacersi per ciò che accadeva, ma subito tornarono a premere sul giovane.

Soltanto questo è in tuo potere, fuggire da ciò che ormai è il tuo destino, come pensi di sconfiggermi se il solo tuo potere è la luce del giorno? Ricorda Lucilphul, dopo ogni sole vi è una nuova luna ed io, sarò li ad aspettare silente il tuo ritorno.

Le crepe cominciarono ad allargarsi vistosamente, da esse si poté intravedere un modo diverso da quell’oscura dimensione in cui Jethro dormiva. Un modo fatto di luce, un mondo che il giovane provò a toccare nonostante sentisse il corpo contorcersi in quell’ultimo spasmo doloroso. Ancora poco sarebbe durato. Ancora poco e anche per quella notte sarebbe sopravvissuto, doveva soltanto sfiorare con i polpastrelli quella benefica veglia.
Si risvegliò madido di sudore ed ansimante, spalancò gli occhi verso il cielo terso non riuscendo a comprendere in principio. La pupilla dilatata restò immobile, terrorizzata eppur rincuorata da quella visione diversa dall’oscura bara. Il suo corpo indolenzito restò per lunghi istanti immobile. Avrebbe voluto scappare, correre fin che i suoi polmoni non avessero bruciato e poi continuare fino a che le sue gambe non avessero ceduto. Non lo fece, non poteva, era consapevole che sarebbe stato inutile. Ciò da cui voleva fuggire era nella sua testa, nelle sue braccia, nelle sue gambe, nel suo cuore e fuggire in preda al panico, altro non avrebbe che fatto avvicinare quell’Incubo. Riuscì ad alzarsi con fatica, il suo corpo solitamente flessuoso e agile, risultò piuttosto rigido seppur non provasse effettivo dolore. Con le mani si toccò i vari punti dove nel sogno sentiva di esser ferito, ma nulla trovò, come al solito. Mai l’abominio lasciava segno delle sue torture, nonostante queste fossero vive nel ricordo di Jethro. Si guardò attorno e ricordò, si trovava nell’Eden, o così lo aveva sentito chiamare quel luogo, non aveva camminato per molto dopo la sua partenza dalla grotta ma l’ambiente era cambiato drasticamente. La vegetazione nera e spoglia, dava un senso di abbandono e distruzione di quel posto, sembrava quasi che una grande guerra o una catastrofe avesse colpito la zona e ora, la natura circostante riflettesse quella violenza. Non sappe dire dove si trovava di preciso, non conosceva quelle zone ne tanto meno aveva avuto indicazioni. Buttò un pensiero sugli Esuli e si trovò a ritornar serio, da quando era partito la sensazione che quell’incubo non fosse ancora finito si faceva più pesante e viva. Ripensando a quegli uomini, temeva che il loro ritorno alle calde terre degli uomini non sarebbe mai avvenuto e anzi, per il resto della loro esistenza sarebbero stati incatenati nel loro tradimento, costretti a scontare la pena. E Madeleine? A lei cosa sarebbe successo? Stranamente sentì di non doversi preoccupare, schifandosi di quel pensiero subito dopo. Tanto piccola e graziosa era, ma ormai donna risoluta e pura, sarebbe riuscita a fuggire da quell’eterno tormento fatto di colpa e rassegnazione. Ma come ci sarebbe riuscita? Gli occhi neri di Jethro si spalancarono di nuovo, sembrarono acquisire una consapevolezza maggiore della situazione e per questo si tinsero di terrore. Che l’unico modo per esser salvi, fosse portare in cuore quel obbrobrioso male che lo affliggeva?

}●{

La Marcia cominciò all’alba, non indugiò oltre temendo che la notte arrivasse troppo velocemente e che l’incubo affiorasse ancora. Era ben cosciente che questo infestava soltanto i suoi sogni, ma allora stesso tempo sapeva che non avrebbe potuto star sveglio per più di tre giorni, prima di crollare a terra e dormirne uno intero. Le sue gambe si muovevano lente ancora intorpidite dalla stanchezza, i suoi passi lunghi cercavano di sopperire a quella cadenza claudicante. Sovrappensiero marciava, senza preoccuparsi di dove i suoi piedi lo avrebbero portato, ma con una strana sicurezza di battere la via giusta. L’idea che Madeleine potesse patire la sua stessa sorte lo dilaniava, il senso di colpa per averla abbandonata era come una lama che lenta trafiggeva il suo cervello portandolo verso l’angoscia di esser lui la causa di tutto. Più volte penso di tornare in quel buco nella terra, più volte il suo passo rallentò pronto a cambiare direzione, ma sapeva che sarebbe stato inutile. Se fosse tornato, forse, avrebbero passato alcune notti tranquille, ma poi Lui si sarebbe destato dalla sua tana onirica e avrebbe macellato le carni dei più deboli. Avrebbe dovuto estirpare quel male prima di poterne mondare altri, ma come fare? Non possedeva nessuna arma per contrastare quel incalzante voglia di sangue, gli insegnamenti dei Chiarroccia, potevano soltanto alleviare il dolore che ogni notte lo affliggeva, ma non sicuramente sconfiggerlo.

Giuse nei pressi di un lago, varcato il limitare del bosco si sorprese di quel luogo domandandosi come fosse riuscito ad arrivarci. Voltò il capo cercando di vedere l’ambiente, nessun particolare che ricordasse, segno che non aveva girato in tondo. Gli alberi neri e spogli, sembravano lame e spilli, l’intera area era pervasa da una grave sensazione di angoscia passata, tanto che persino le pietre parvero terrorizzate. Il suo incedere si fece più cauto mentre si avvicinava allo specchio d’acqua, i suoi occhi correvano in ogni direzione pronti a captare ogni pericolo circostante.
Che posto è mai questo? Si domandò, la superficie dell’acqua era tanto liscia da sembrar solida, in netto contrasto con l’atmosfera che regnava nella zona, tanto calma da restar piatta. Giunse alla riva del lago, flesse le gambe in modo inusuale, compiendo una sorta di inchino enfatizzato. Il costume di scena arancione prese pieghe strane per via della mobilità di Jethro. Lo indossava da quando era partito dal circo e nonostante fosse cresciuto, l’abilità sartoria gli aveva permesso di allungarlo e allargarlo facilmente, riuscendo ad adattarlo alla suo nuovo corpo. Anche ai meno attenti sarebbe balzato subito all’occhio che il giovane faceva parte di una compagnia circense, infondo poche persone si aggiravano indossando quelle vesti così inusuali e vistose. Piegandosi, toccò con un dito la superficie dell’acqua, un gesto infantile nel voler saper se quella fosse veramente acqua. Immerse il dito quasi completamente e sorrise, estraendolo però, l’acqua sembrò echeggiare più del dovuto, increspandosi leggermente e impedendo alla figura dell’acrobata di specchiarsi. Restò a fissarla ancora per un poco attendendo che questa ritornasse uno specchio, ma improvvisamente sbiancò. Nell’acqua infatti, dietro alla sua immagine china, comparve una donna. Non poteva esser sicuro che fosse femmina, il suo volto apparve velato come quello delle danzatrici dell’est, ma le sue forme e il suo corpo sinuoso dettero l’impressione che si trattasse proprio di una donna. La mano di Jethro corse sull’elsa della sciabola e vi si avvinghiò salda, senza pensare ruotò i suoi piedi mantenendo la posizione ed estraendo la lama velocemente. Portò un forte tondo da sinistra ma la sua bocca si aprì leggermente dallo stupore. Nessuno vi era alle sue spalle, per questo continuò la sua rotazione tenendo sempre la lama estratta. Se non era dietro di lui, sarebbe emersa dall’acqua e lui si sarebbe fatto trovare pronto. Ma nuovamente il suo colpo fendette l’aria con suo grande stupore. Fece un balzo indietro dall'acqua e si mise in guardia, pronto ad eventuali assalti o comparse. Chi era quella donna? Domanda forse banale, ma unica che salì alla mente del giovane, pronto a qualsiasi situazione. Nuovamente gli occhi cominciarono a correre in ogni direzione aspettando che qualcosa accadesse, i suoi sensi erano all’erta e pronti a percepire ogni cambiamento attorno a lui.
CITAZIONE
Scena free con Akuma

 
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view post Posted on 22/2/2014, 16:27


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Seregon

Ecco, la tua speranza è fallita, al solo vederlo uno stramazza.
Nessuno è tanto audace da osare eccitarlo e chi mai potrà star saldo di fronte a lui?
Chi mai lo ha assalito e si è salvato? Nessuno sotto questo cielo.
Osserva la forza dei suoi fianchi e la potenza del suo ventre muscoloso.
Esso drizza il suo corpo come un cedro, i nervi delle cosce si intrecciano saldi.
Le sue ossa sono tubi di bronzo, le sue vertebre come spranghe di ferro.
Egli è la prima delle opere di Dio; solo il suo Creatore lo minaccia di spada.
Se il fiume si gonfia, egli non teme; è sicuro anche se gli salisse fino alla bocca.
Chi mai potrà prenderlo per gli occhi, o con lacci forargli le narici?
Fa ribollire come pentola il gorgo, fa del mare come un vaso di unguenti.
Dietro a sé produce una bianca scia e l'abisso appare canuto.
Nessuno sulla terra è pari a lui, fatto per non aver paura.
Lo teme ogni essere più altero; egli è il re su tutte le fiere più superbe.


C'erano stati parecchi problemi da quando gli era stato concesso lo stesso potere dei guardiani di Emerald, non solo il suo corpo ma anche chi gli stava attorno non riuscivano più a guardarlo con disprezzo o simpatia, su ognuno di loro un solo sguardo ad occhi bassi.
L'aura di timore non era la rogna maggiore anzi era il minore dei mali, doveva riuscire a controllare al meglio la nuova forza di cui era stato riempito il suo corpo o gli si sarebbe sicuramente rivolto contro.
Quello che era un quieto giorno mutò al lontano echeggio di un tuono, nuvole di pece rispecchiavano quel colore sulla superficie del lago non più puro come prima, nonostante il suo aspetto spoglio quell'acuto silenzio di paura risultava tremendamente innaturale.
Tutto era iniziato poco tempo dopo aver lasciato le grandi mura del magico regno senza alcun ricordo se non quello di urla innocenti e di odio verso se stesso, cercava una nuova forza, la reclamava dal profondo, quella con cui poter proteggere chi riusciva a scalfire la sua corazza di bestia e vedere oltre il sangue marcio.
La strada di Seregon non era mai stata qualcosa di visibile ma non per questa poco chiara o indecisa, sapeva sempre dove andare dove voleva andare o dove serviva che andasse, e quello, quel posto illuminato solo da una luna crescente specchiata sul lago e dal bruciato paesaggio lo stava chiamando, gli stava parlando

"Non serve che cerchi altrove, è qui che sono ed è qui che mi mostrerò a te."

Gettò via la maglia alzò i pantaloni fin sopra il ginocchio ed entrò in un tuffo per nulla silenzioso.
L'acqua era fresca e la vita che non si riusciva a vedere fino a un momento prima era ora brulicante: molluschi, peschi, crostacei, alghe tutto danzava ricolmo di vitalità.
Erano state molte le ore e le volte in cui si era addentrato nel lago senza ottenere nulla

*Possibile che mi sia sbagliato?*

Provò continuando una ricerca identica alle altre nonostante ostentasse una crescente attenzione di volta in volta, fino a quando la visuale non iniziò ad oscurarsi... si guardò attorno, no, non era nulla che stesse sporcando l'acqua piuttosto era proprio la luce che iniziava a mancare

*Credevo di essermi immerso da non più di cinque minuti non è possibile che sia già notte.*

Man mano che risaliva dal profondo del lago il buio si faceva sempre più denso ma non arrivò mai a divenire totale, fino a che finalmente con la testa fuori dall'acqua tutto gli si rivelò alla vista, spire d'argento discendevano dal punto più oscuro del cielo e al centro di queste iniziarono a farsi strada enormi fauci colme di denti, occhi dorati verticali e l'imponente figura di un serpen- no

*N-non... può essere*

Era solo una leggenda, non lo era?

Il suo dorso è a lamine di scudi, saldate con stretto suggello; l'una con l'altra si toccano, sì che aria fra di esse non passa:
ognuna aderisce alla vicina, sono compatte e non possono separarsi.
Il suo starnuto irradia luce e i suoi occhi sono come le palpebre dell'aurora.
Dalla sua bocca partono vampate, sprizzano scintille di fuoco.
Il suo fiato incendia carboni e dalla bocca gli escono fiamme.
Quando si alza, si spaventano i forti e per il terrore restano smarriti.
La spada che lo raggiunge non vi si infigge, né lancia né freccia né giavellotto; stima il ferro come paglia, il bronzo come legno tarlato.
Non lo mette in fuga la freccia, in pula si cambian per lui le pietre della fionda.
Come stoppia stima una mazza e si fa beffe del vibrare dell'asta.


L'enorme bestia mitologica e Seregon distavano appena mezzo metro l'uno dall'altro e nonostante si potesse credere che quest'ultimo fosse il sottomesso così non era, lo sguardo di rispetto e timore da entrambe le parti scambiava tanti significati che le parole avrebbero unicamente indebolito, non era un'apparizione in cui doveva dimostrare di essergli superiore no, non era per quello che l'aveva chiamato fin lì

"La zanna della bestia non è nulla, è chi la indossa a determinare quanto sarà forte e tu... non lo sei ancora..."

Ci fu un momento in cui il solo respiro fu udibile

Sei destinato a qualcosa più grande di te ed io solo quel potere senza il quale fallirai, non scordarlo... .

A migliaia piccole luci d'ombra si staccavano dal corpo della bestia allungandosi verso l'altro in direzione del petto, prima lentamente fino ad avvolgerlo poi l'intera serpe scurì del tutto trasformando quel placido movimento in un turbinio di vento nero convogliante in Seregon fino a sparire del tutto.


Seregon

kugipunch

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Narrato Parlato Pensato



Ferite Accumulate:
Nessuna.

Status Psicologico:
Infervorato.

Energia Residua:
100%


Armi:

-Pelle coriacea: Resistente e al tempo stesso leggerissima, la sua epidermide risulta essere di consistenza pari se non superiore al cuoio rinforzato.
In termini di combattimento, la difesa del giocatore sarà pari a quella di una persona che indossa una comune armatura.

-Nocche ferree: Se un normale pugno dato da qualcuno come lui fa male già di per se, che effetti potrebbe mai avere se la normale "morbida" consistenza organica venisse a mancare perché sostituita da una più metallica? Beh, si spera di non scoprirlo mai a proprie spese.
A livello pratico i colpi sferrati equivalgono agli stessi che si darebbero con un tirapugni metallico.

-Breath bazooka: Se necessario, al pari di un'arma da fuoco di grosso calibro, Seregon sarà in grado di espellere dalla propria bocca un singolo colpo d'aria pressurizzata di ragguardevole potenza.
All'interno di un combattimento è possibile usarlo una sola volta.


Abilità Passive:

Cadi e Risorgi
Anche quando i colpi subiti si sono cumulati gli uni agli altri, persino con ossa spezzate e muscoli contusi, il corpo ancora in piedi per la battaglia.
In grado di camminare nonostante una gamba spezzata, di impugnare le armi quando le braccia appaiono inservibili, di muoversi con discreta disinvoltura col corpo leso e ammaccato.
Di non cadere a terra se non col cuore trafitto o la testa tagliata.
Quello visto prima come un dono si scopre poi come l'ennesima spada di Damocle pendente sul suo collo.
In termini di combattimento, il personaggio sarà in grado di proseguire nella battaglia anche dopo aver subito ingenti danni, perfino la mutilazione di un arto non sarebbe sufficiente a impedirgli di sferrare un altro attacco.
Quindi le ferite per quanto gravi, non gli impediranno di proseguire la battaglia al pieno delle proprie forze.

Autosufficienza
Di tutte le razze, gli umani maledetti sono senz'altro quelli più denigrati, allontanati e scacciati di tutti. Proprio per questo, quindi, hanno dovuto imparare a cavarsela da soli e non farsi mettere i piedi in testa da nessuno. A forza di crescere in questo modo, gli umani maledetti si sono abituati a gente che tenta di intimorirli, minacciarli o irretirli e hanno sviluppato quella che potrebbe definirsi una particolare "Abilità razziale". Sono infatti parzialmente immuni alle influenze psicologiche. Non a tutte, si intende, altrimenti risulterebbero atoni e privi d'emozioni, ma senz'altro, a differenza di tutte le altre razze, si lasciano intimorire meno facilmente e persuadere con notevole difficoltà.
Il timore provocato dalla vista di demoni o angeli, ad esempio, non avrà su di loro effetto.
Sensazioni profonde come forti paure, o tanto grandi, però, avranno comunque effetto. Quest'abilità è una normale difesa psionica di livello passivo.

Avanguardia
La forza per definizione non necessita di spiegazione alcuna, ed è per questo stesso motivo che inspiegabile è il loro potere. In grado di sollevare i pesi più grandi col minimo sforzo, questa particolare categoria di guerrieri vanta una forza straordinaria, tanto dal poter impugnare armi altresì inutilizzabili per forma e dimensioni come alabarde o bastarde a due mani, finanche mazze ferrate o magli dal peso insostenibile come fossero leggerissimi stocchi.

L'istinto di un pazzo
Nascosto in fondo, dentro al suo corpo, si nascondo l'istinto di uccidere e fare stragi.
Ecco perché indipendentemente da quanto si possa tentare di farne vacillare la mente, Seregon non smetterà di andar contro il proprio avversario al pieno delle proprie capacità.
Non la logica guidata dalla mente, bensì l'istinto costruito sull'esperienza di tutte le battaglie combattute fino a quel momento rendono per lui la guerra qualcosa da cui non potrà esser distratto.
Tenendo la propria mente completamente svuotata e senza tentare più approcci logici, si potrà continuare ad attaccare la sua mente in ogni modo, ma purché non sia una attacco potenzialmente mortale, fermarlo dal suo avanzare sarà impossibile.
In termini pratici il portatore di tale passiva avrà un'immunità al dolore psionico, ma non dai danni.

Percezione ferina
Il suo senso più sviluppato è senza dubbio l'olfatto, tanto da usarlo spesso perfino per raccogliere informazioni. Per esempio è stato capace di determinare di determinare che la femmina di un esemplare che stava cacciando era incinta dal debole odore di liquido amniotico. E' perfino capace di percepire i feromoni con il suo olfatto. In caso di totale oscurità riesce ad usare questo suo senso per combattere, anche se per ovvi motivi non è molto efficace. Questa sua capacità unità alla vasta conoscenza di flora, fauna e non solo rivela essere ben più di un semplice senso sviluppato oltre i normali limiti umani ed animali, ma una vera e propria arma.

La Zanna della bestia
Il potere dell’artefatto è tanto grande da assoggettare chiunque si trovi nelle sue immediate vicinanze, intimando in loro un senso di impotenza nei suoi confronti. Ebbene si, gli avversari vedranno il possessore della Zanna come un nemico inarrivabile, si sentiranno inevitabilmente più deboli e saranno quindi spinti a riconoscere la sua superiorità.


Abilità Attive:

\\


Note:
La scena (che ho voluto aver ora dato che siamo in una free) non è altro che un modo con cui ho voluto introdurre il mio pg ai poteri dell'artefatto da poco ricevuto (non ha buoni rapporti con gli artefatti magici quindi ho voluto rendere la cosa più adatta a lui) tra le cui capacità rientra quella di poter usufruire del potere del lieviatano, tutta roba puramente scenica dunque :lui:
Non ho specificato il tempo proprio per lasciarti libero sul decidere se arrivare prima della scena e quindi assistervi o dopo e quindi vedere solo il mio pg in mezzo al lago.

 
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Vorgas
view post Posted on 26/2/2014, 12:55




Un suono ruppe la paranoia di Jethro.
L’acqua venne nuovamente increspata ma stavolta non il giovane con la sua curiosità ma un altro uomo si gettò nel lago in un rumoroso tuffo. Non riuscì a vedere la figura, ma vide l’acqua muoversi nella zona dove si era immerso, la presa alla spada divenne più salda, forse proprio quell’essere stava giocando con lui e questo lo indispettì. Si riavvicinò alla riva per riuscire a scorgere l’aspetto dell’individuo, ma i suoi occhi vennero sconvolti da una visione inaspettata. Sotto la placida superficie infatti, un mastodontico mostro dalla forma indefinita, si aggirava prepotentemente dominando le profondità. Il suo aspetto era indescrivibile, a tratti poteva dirsi simile ad un enorme serpe, in altri la lunga forma appariva come un enorme tentacolo di piovra. Il riverbero dell’acqua impediva una visuale nitida, ma gli occhi del giovane corsero sulla superficie e incontrarono l’uomo che poco prima si era immerso. Questo nuotava ignaro del pericolo a cui andava in contro, e la sua direzione era proprio verso l’enorme creatura che cominciava a muoversi. Probabilmente quest’ultima aveva sentito la nuova presenza nello stagno vedendola come un’invasione del proprio territorio ed ora si preparava alla caccia.

«ATTENTO!»

Gridò Jethro inutilmente, l’uomo si era immerso troppo per sentire anche solo il suono della sua voce, e il giovane non aveva altro modo per avvertirlo. Senza esitare si tolse gli stivali in cuoio, questi lo avrebbero impedito nei movimenti. A piedi scalzi, si gettò nello specchio d’acqua dimenticandosi della donna apparsa poco prima, la vista di quel mostro aveva scatenato una reazione natura in Jethro abituato a combattere i mostri delle profondità. Nonostante non sapesse chi fosse l’uomo che rischiava la vita, il solo fatto che fosse minacciato da quel mostro che Jethro considerava il male, lo fece scattare in suo soccorso senza porsi domande.
Impattò l’acqua elegantemente, l’entrata fu fluida e senza scuotere più di tanto la superficie. Cominciò a nuotare verso l’altro con tutta la forza che aveva in corpo, mai era stato un grande nuotatore ma sapeva quel minimo che poteva servigli a raggiungere il suo obbiettivo. Quando fu in prossimità s’immerse, cercando d’intercettarlo, ma dopo pochi metri vide un qualcosa di ancor più incredibile. Il gigantesco essere non attaccò l’uomo, i due parvero studiarsi per lunghi istanti come a contemplarsi, senza muovere nemmeno un muscolo. Jethro si fermò ad osservare, vi era una buona distanza tra loro ma adesso poteva veder nitidamente entrambi, anche se soltanto per pochi attimi. Infatti il corpo del mostro prese improvvisamente a scomporsi, come fatto d’energia, questa cominciò ad avvolgere l’uomo avviluppandolo in una sorta di muta nera che forte vorticò attorno a lui. Che significava tutto ciò? Si chiese l’acrobata, ignaro spettatore di quel grande potere, immobile davanti a quello spettacolo, ne restò sconvolto non riuscendo a comprendere se la situazione fosse pericolosa o meno. A decidere fu la sua resistenza, i suoi polmoni infatti cominciarono a bruciare chiedendo ancora ossigeno, e nonostante gli sforzi per veder cosa sarebbe successo, il giovane dovette cedere al suo limite e velocemente riemergere in superficie. Quando il capo fu fuori, prese un ampio respiro tenendo la bocca spalancata, era piuttosto affannato, ma i suoi occhi continuavano ad osservare l’uomo che stava nelle profondità del lago. Cosa avrebbe fatto adesso?
 
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view post Posted on 27/2/2014, 11:29


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Seregon
Sentiva qualcosa scorrere poco sotto la superficie della pelle, irruento sopraffava buona parte dei suoi sensi tanto da risultare doloroso anche se solo per un'istante.
Seregon stava cercando di abituarsi a quella nuova sensazione mettendoci tutto se stesso, strinse i pugni assieme al resto della muscolatura per poi rilassarsi in un'unico lungo sospiro, aveva già preso nota dell'altra presenza come del suo apparente disinteresse ad attaccarlo quindi si limitò a tornare a riva per asciugarsi.
Tirandosi fuori dall'acqua con la semplice forza delle braccia mise mano al primo albero non troppo robusto, anche se annerito non era stato bruciato e l'odore di resina indicava che sarebbe stato utile per lo scopo, nel mentre l'ennesima nuvola offuscava il sole favorendo la brezza così da causargli una fastidiosa sensazione di freddo

"E... E..."

Venne attraversato da un brivido di freddo con tanto di pelle d'oca

"EEE-C-"

Uno starnuto, o almeno così lo si sarebbe definito se la violenza con cui l'aria fu espulsa dalla sua bocca non si fosse trasformata in qualcosa di più simile ad un colpo d'artiglieria pesante (meno male che non aveva l'abitudine di mettere le mani davanti la bocca quando starnutiva) che dopo pochi metri di tragitto colpì uno dei tanti altri alberi lì presenti sbriciolando del tutto quello che subì il colpo diretto e buona parte di quelli più vicini in una fragorosa esplosione di schegge e polvere.
I frammenti d'albero sfrecciavano in tutte le direzioni colpendo anche lui se pur rimbalzando contro la sua pelle come un pugno troppo debole, tirò su col naso

"Ahhh... meno male che è finita, non ne potevo più di prendere freddo in quel dannato lago"

Sfregandosi il dorso della mano contro il naso si guardò attorno brevemente puntando all'altro ma iniziando a parlare quando smise di guardarlo

"Conviene anche a te uscire di lì se non vuoi prenderti un malanno"

Così dicendo mosse i primi passi verso l'ammasso di legno e trucioli per raccoglierli, si poteva ancora percepire un intenso odor di quell'albero nell'aria, non era male.
Raccolta sufficiente legna la gettò a pochi passi dalla riva ammucchiandola e lasciandosi ricadere sul sedere difronte ad essa

"Beh? Hai intenzione di fissarmi per tutto il tempo o uscirai fuori di lì prima o poi? Non dirmi che sei una di quelle persone a cui piace guardare gli altri immaginando cose... beh, non che sia nella posizione di criticare i gusti degli altri ma preferirei tu non lo facessi con me, mi dà i brividi... ."

Rafforzò l'idea della cosa con un lieve tremolio delle spalle.
Le nuvole non sembravano aver voglia di rendergli le cose semplici e Seregon iniziò a darsi da fare con il fuoco sfregando tra loro le nocche sull'esca che non tardò ad infiammarsi alle prime scintille.


Seregon

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Narrato Parlato Pensato



Ferite Accumulate:
Nessuna.

Status Psicologico:
Nella norma.

Energia Residua:
100%


Armi:

-Pelle coriacea: Resistente e al tempo stesso leggerissima, la sua epidermide risulta essere di consistenza pari se non superiore al cuoio rinforzato.
In termini di combattimento, la difesa del giocatore sarà pari a quella di una persona che indossa una comune armatura.

-Nocche ferree: Se un normale pugno dato da qualcuno come lui fa male già di per se, che effetti potrebbe mai avere se la normale "morbida" consistenza organica venisse a mancare perché sostituita da una più metallica? Beh, si spera di non scoprirlo mai a proprie spese.
A livello pratico i colpi sferrati equivalgono agli stessi che si darebbero con un tirapugni metallico.

-Breath bazooka: Se necessario, al pari di un'arma da fuoco di grosso calibro, Seregon sarà in grado di espellere dalla propria bocca un singolo colpo d'aria pressurizzata di ragguardevole potenza.
All'interno di un combattimento è possibile usarlo una sola volta.


Abilità Passive:

Cadi e Risorgi
Anche quando i colpi subiti si sono cumulati gli uni agli altri, persino con ossa spezzate e muscoli contusi, il corpo ancora in piedi per la battaglia.
In grado di camminare nonostante una gamba spezzata, di impugnare le armi quando le braccia appaiono inservibili, di muoversi con discreta disinvoltura col corpo leso e ammaccato.
Di non cadere a terra se non col cuore trafitto o la testa tagliata.
Quello visto prima come un dono si scopre poi come l'ennesima spada di Damocle pendente sul suo collo.
In termini di combattimento, il personaggio sarà in grado di proseguire nella battaglia anche dopo aver subito ingenti danni, perfino la mutilazione di un arto non sarebbe sufficiente a impedirgli di sferrare un altro attacco.
Quindi le ferite per quanto gravi, non gli impediranno di proseguire la battaglia al pieno delle proprie forze.

Autosufficienza
Di tutte le razze, gli umani maledetti sono senz'altro quelli più denigrati, allontanati e scacciati di tutti. Proprio per questo, quindi, hanno dovuto imparare a cavarsela da soli e non farsi mettere i piedi in testa da nessuno. A forza di crescere in questo modo, gli umani maledetti si sono abituati a gente che tenta di intimorirli, minacciarli o irretirli e hanno sviluppato quella che potrebbe definirsi una particolare "Abilità razziale". Sono infatti parzialmente immuni alle influenze psicologiche. Non a tutte, si intende, altrimenti risulterebbero atoni e privi d'emozioni, ma senz'altro, a differenza di tutte le altre razze, si lasciano intimorire meno facilmente e persuadere con notevole difficoltà.
Il timore provocato dalla vista di demoni o angeli, ad esempio, non avrà su di loro effetto.
Sensazioni profonde come forti paure, o tanto grandi, però, avranno comunque effetto. Quest'abilità è una normale difesa psionica di livello passivo.

Avanguardia
La forza per definizione non necessita di spiegazione alcuna, ed è per questo stesso motivo che inspiegabile è il loro potere. In grado di sollevare i pesi più grandi col minimo sforzo, questa particolare categoria di guerrieri vanta una forza straordinaria, tanto dal poter impugnare armi altresì inutilizzabili per forma e dimensioni come alabarde o bastarde a due mani, finanche mazze ferrate o magli dal peso insostenibile come fossero leggerissimi stocchi.

L'istinto di un pazzo
Nascosto in fondo, dentro al suo corpo, si nascondo l'istinto di uccidere e fare stragi.
Ecco perché indipendentemente da quanto si possa tentare di farne vacillare la mente, Seregon non smetterà di andar contro il proprio avversario al pieno delle proprie capacità.
Non la logica guidata dalla mente, bensì l'istinto costruito sull'esperienza di tutte le battaglie combattute fino a quel momento rendono per lui la guerra qualcosa da cui non potrà esser distratto.
Tenendo la propria mente completamente svuotata e senza tentare più approcci logici, si potrà continuare ad attaccare la sua mente in ogni modo, ma purché non sia una attacco potenzialmente mortale, fermarlo dal suo avanzare sarà impossibile.
In termini pratici il portatore di tale passiva avrà un'immunità al dolore psionico, ma non dai danni.

Percezione ferina
Il suo senso più sviluppato è senza dubbio l'olfatto, tanto da usarlo spesso perfino per raccogliere informazioni. Per esempio è stato capace di determinare di determinare che la femmina di un esemplare che stava cacciando era incinta dal debole odore di liquido amniotico. E' perfino capace di percepire i feromoni con il suo olfatto. In caso di totale oscurità riesce ad usare questo suo senso per combattere, anche se per ovvi motivi non è molto efficace. Questa sua capacità unità alla vasta conoscenza di flora, fauna e non solo rivela essere ben più di un semplice senso sviluppato oltre i normali limiti umani ed animali, ma una vera e propria arma.

La Zanna della bestia
Il potere dell’artefatto è tanto grande da assoggettare chiunque si trovi nelle sue immediate vicinanze, intimando in loro un senso di impotenza nei suoi confronti. Ebbene si, gli avversari vedranno il possessore della Zanna come un nemico inarrivabile, si sentiranno inevitabilmente più deboli e saranno quindi spinti a riconoscere la sua superiorità.


Abilità Attive:

\\


Note:
Rileggi meglio il mio primo post, perché dico chiaramente che sono già con la testa fuori dall'acqua, lol.
Lo starnuto uber powa e il fuoco acceso a mani nude non sono nulla di op inventato sul momento, ma solo le mie armi naturali.
P.s.Non guardare il mio pg mezzo nudo con quello sguardo lascivo, zozzone :wow:

 
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Vorgas
view post Posted on 4/3/2014, 11:38




Osservò la figura uscire dall’acqua restando silente. Anch’egli si era sicuramente accorto di lui ma non disse nulla limitandosi a raggiungere la riva e ad uscire. Il corpo muscoloso e apparentemente perfetto dell’uomo, grondava acqua gelida in ogni parte, la muscolatura si tese e si rilassò nel movimento di emersione mostrandone la possanza e l’imponenza. Un guerriero forse, o un bracciante, poco importava, Jethro rivedeva soltanto quella mefitica bestia mentre osservava l’uomo. I suoi occhi, schiantati sulla muscolatura prominente, tremarono un poco davanti. La presenza di quell’essere era di cattivo auspicio e per questo l’acrobata esitò ancora per un momento ad avvicinandosi, preferendo la gelida acqua ad eventuali sorprese.

"E... E..."
L’uomo sembrò raffreddato e quel suono altro non era che la premessa per un solenne starnuto. Infondo, pensò il giovane, anche quell’uomo altro non era che un umano qualunque. In parte si rincuorò, probabilmente la pesante sensazione di timore, era dovuta soltanto all’accadimento di poco prima, anche se Jethro sentiva questa come una giustificazione più che come una verità.
"EEE-C-"


In un istante, tutto ciò crollò.
Quando lo starnutò partì, la sua potenza fu tale da sbalzare l’uomo nella boscaglia li vicino. Il suo corpo sembrò sospinto da una forza invisibile, un potere tanto grande da farlo impattare con uno degli alberi circostanti, rendendolo schegge. Incredulo il giovane, osservò i suoi muscoli distruggere il legno senza subirne danno, come se un enorme masso fosse stato lanciato nella foresta. I frammenti legnosi si sfaldavano al suo passaggio, impenetrabili le sue carni e imperturbabile il suo volto, concentrato nel solo starnutire.

«S-salute»

Accennò Jethro istintivamente, non era sua vera intenzione parlare, ma quel augurio uscì spontaneo dalle sue labbra non trattenendosi. Restò meravigliato da ciò che vide. Che si fosse avvicinato ad una creatura tanto potente poteva risultare sconveniente per molti punti di vista, ma nonostante questo sentì nel profondo una molla che lo spinse ad avvicinarsi ancor di più. Quella forza, quella potenza, da un lato lo intimorivano lasciandolo quasi muto ma allo stesso tempo, sentiva un brivido correre lungo tutto il suo corpo. Consapevole di non essere all’altezza di affrontare quell’uomo, bramava il desiderio di mettersi alla prova e per un istante si trovò a tremare, fremendo per un qualcosa che non comprendeva. Forse per questo, l’uomo lo invitò ad uscire e –in parte- lo fece perché non provava piacere nella muta osservazione di Jethro.
L’acrobata tornò a riva e recuperò i suoi calzari, non li indossò preferendo asciugarsi prima e prendendoli con una mano cominciò ad avvicinarsi all’uomo, intento ora a raccoglier legna.

«Scusi la mia irriverenza nell’osservarla, ma penso capisca che non capita tutti i giorni di assistere ad un simile spettacolo» Il giovane avanzò con passo cadenzato, rabbrividendo per il freddo che ora pungeva il suo corpo. La sua tenuta d’arancio, era ora zuppa e scura, dando un aspetto ancora più trascurato all’acrobata. Ad ogni passo i campanelli legati alle caviglie e ai polsi, tintinnavano dando ritmo alla sua marcia. Nuovamente venne sorpreso dall’uomo, fermandosi per un istante ad osservare. Raccolta la legna questo sfregò le sue possenti nocche generando una scintilla e portando il fuoco sulla riva del lago. Ciò lo sorprese meno rispetto a prima, in parte aveva compreso che il suo corpo doveva aver consistenza pari a quella dell’acciaio e tutto ciò –nonostante restasse stupefacente- poteva considerarsi ordinaria amministrazione. «Sono veramente sorpreso dalla sua forza, e prima che possa pensar male, la mia presenza è soltanto frutto del caso e la mia osservazione fiore della meraviglia» Lo sguardo di Jethro fu saldo sull’uomo, un ampio sorriso prese spazio sul suo volto mostrando le cordiali intenzioni. Si profuse in un pomposo inchino, enfatizzandolo con intrecci di braccia e rotazioni della mano, come gli era stato insegnato. Nel chinare il corpo, i campanelli fecero un secco suono e ammutolirono, il busto arrivò a toccare le ginocchia e le labbra sfiorarono il terreno quasi a volerlo baciare. «Il mio nome è Jethro, sono acrobata del grande Circo del Kiuk. Ne ha mai sentito parlare?» Domandò sapendo già la risposta. La sua notorietà come artista non era cosa tanto estesa, e considerando che la compagnia di artisti si era sciolta molto tempo prima, già sapeva che nessuno l’avrebbe ricordata. Senza attendere infatti, proseguì con le parole. «Sono ormai giorni che vago per queste terre con un fastidioso mormorio nelle orecchie, senza che queste offrano ospitale accoglienza o selvaggina. Mi scusi per la sfacciata richiesta, nemmeno la conosco e già le chiedo aiuto, ma mi appello al suo caritatevole animo chiedendole un posto vicino al fuoco per scaldare le mie membra e asciugare le mie vesti e, se non le è di troppo disturbo, un tozzo di cibo qualsiasi per riempiere il mio stomaco. In cambio la intratterrò con un piccolo spettacolo d’acrobazia e contorsione, per rifrancare il suo spirito, anch’esso infatti va saziato talvolta.»

Restò immobile in quella posizione innaturale, non sentì fatica ne tanto meno dolore nel piegare il suo corpo. Il suo trattare fu semplice ed onesto, non offriva oro o altro metallo prezioso, ma nemmeno si figurava di prometterlo. Davanti alla quella figura che gettava un’ombra sul suo animo, continuò ad sentirsi spinto al colloquiare. Sotto la pelle infatti, fremeva la volontà di saper di più su ciò che aveva visto. Non soltanto riguardo all’essere “assorbito” dall’uomo, ma anche sulla dama velata che lo aveva condotto li. Si, questo pensava, il costante mormorare che da giorni ormai affliggeva le sue orecchie sapeva di donna. Quando la figura sinuosa comparve sull’acqua, Jethro acquisì la certezza che fosse lei a chiamarlo a se. Forse ciò non avrebbe portato a nulla, forse quell’uomo non conosceva le risposte che il giovane cercava, ma nonostante questo l’acrobata seppe di trovarsi davanti a qualcuno che non faceva parte dell’ordinario.
CITAZIONE
Mi scuso per l’attesa e per la mia mancata comprensione del tuo primo post. Oltre ai soliti impegni mi sono preso un poco di tempo per decidere come voler approcciare il tuo personaggio. Ora che ho definito come atteggiarmi, assicuro più celerità nel rispondere.
E comunque, continuerò a guardarti uno sguardo vagamente languido, maschione :wow:
Alla Hisoka per capirci.

 
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view post Posted on 8/3/2014, 21:33


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Seregon
*Ma che...*

Al sentirlo parlare fu quello il suo primo pensiero, a quanto pare da pagliaccio non aveva solo l'aspetto.
Avvicinò le mani alla fiamma ancora debole soffiandovi appena, il piccolo fumo avvolse la legna alzando fiamme sempre più alte ma moderate

"Dunque..."

Alzandosi in piedi iniziò a parlare muovendo i pochi passi necessari per giungere sul ciglio del lago ed allungarvi un braccio all'interno

"Essenzialmente sei un saltimbanco con uno stomaco più vuoto della sua testa, che si diverte a fissare gli altri con fare arrapato nemmeno fosse un cane in calore..."

La mano affondo per poco più di un metro nell'acqua per venire su dopo un piccolo strattone

"Capisco..."

Avvicinò la mano piena d'alghe al naso

*Undaria... può andar bene per ora.*

Sulle fiamme che erano ora sufficienti a scaldare non mancava altro che la preparazione finale, rovistando tra le tasche della veste ancora a terra tirò fuori un foglio di carta che immerse nell'acqua mentre con l'altra mano prendeva un'altra manciata d'alghe più abbondante della prima che in quel momento aveva distrattamente lasciato sopra i suoi vestiti.

"Non ti spiace se ti do' un pugno, vero?"

Nonostante le parole il tono era calmo e non si riusciva a capire se stesse dicendo sul serio o meno, anche perché stava continuando le varie preparazioni placidamente.
Ammucchiò quanto aveva preso dal lago sopra il foglio di carta zuppo ma consistente e lo chiuse su se stesso dandogli la forma di un pozzo dal quale si poteva veder una certa quantità d'acqua in cui le alghe sguazzavano, poggiò il tutto sulla fiamme su cui prima lanciò una manciata di terra smorzandolo

"Ovviamente dopo ti lascerò mangiare qualcosa se vuoi visto che la wakame si presta bene per problemi di emorragie interne."

Mantenendo un equilibrio tra le fiamme basse e lo stato delle carta per non farla bruciare insisteva nel non far trapelare qualcosa che potesse esser inteso come un atteggiamento ostile oltre a quello che già incuteva la sua presenza

"Non prenderla come un minaccia, ma se uno sconosciuto mi fissa quando sono mezzo nudo, inizia a chiedere favori e poi dice di voler ricambiare con una danza ambigua il tutto parlando in modo strano io mi faccio le mie ide-."

Chiuse gli occhi interropendosi nel bel mezzo del discorso con il capo verso l'alto

"Eh..."

Un altro starnuto stava per giungere e questa volta in direzione dell'altro

"EH...!"

Al culmine quando ormai sembrava fatta si fermò, falso allarme.

"Dicevo: non serve far giri di parole o offrire per forza qualcosa per un semplice fuoco e un po' di cibo, primo perché non sono il tipo di persona che chiederebbe qualcosa in cambio per così poco e secondo perché non esiste cosa che tu possa darmi che io già non abbia."


Infilò un dito tastando la temperatura per poi soffiare leggermente sulla calda cenere

"Quindi non fare complimenti e avvicinati, Jethro "l'acrobata" "

Calcò quell'ultimo aggettivo, il motivo per cui l'avesse fatto spettava al suo interlocutore capirlo.


Seregon

kugipunch

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Narrato Parlato Pensato



Ferite Accumulate:
Nessuna.

Status Psicologico:
Nella norma.

Energia Residua:
100%


Armi:

-Pelle coriacea: Resistente e al tempo stesso leggerissima, la sua epidermide risulta essere di consistenza pari se non superiore al cuoio rinforzato.
In termini di combattimento, la difesa del giocatore sarà pari a quella di una persona che indossa una comune armatura.

-Nocche ferree: Se un normale pugno dato da qualcuno come lui fa male già di per se, che effetti potrebbe mai avere se la normale "morbida" consistenza organica venisse a mancare perché sostituita da una più metallica? Beh, si spera di non scoprirlo mai a proprie spese.
A livello pratico i colpi sferrati equivalgono agli stessi che si darebbero con un tirapugni metallico.

-Breath bazooka: Se necessario, al pari di un'arma da fuoco di grosso calibro, Seregon sarà in grado di espellere dalla propria bocca un singolo colpo d'aria pressurizzata di ragguardevole potenza.
All'interno di un combattimento è possibile usarlo una sola volta.


Abilità Passive:

Cadi e Risorgi
Anche quando i colpi subiti si sono cumulati gli uni agli altri, persino con ossa spezzate e muscoli contusi, il corpo ancora in piedi per la battaglia.
In grado di camminare nonostante una gamba spezzata, di impugnare le armi quando le braccia appaiono inservibili, di muoversi con discreta disinvoltura col corpo leso e ammaccato.
Di non cadere a terra se non col cuore trafitto o la testa tagliata.
Quello visto prima come un dono si scopre poi come l'ennesima spada di Damocle pendente sul suo collo.
In termini di combattimento, il personaggio sarà in grado di proseguire nella battaglia anche dopo aver subito ingenti danni, perfino la mutilazione di un arto non sarebbe sufficiente a impedirgli di sferrare un altro attacco.
Quindi le ferite per quanto gravi, non gli impediranno di proseguire la battaglia al pieno delle proprie forze.

Autosufficienza
Di tutte le razze, gli umani maledetti sono senz'altro quelli più denigrati, allontanati e scacciati di tutti. Proprio per questo, quindi, hanno dovuto imparare a cavarsela da soli e non farsi mettere i piedi in testa da nessuno. A forza di crescere in questo modo, gli umani maledetti si sono abituati a gente che tenta di intimorirli, minacciarli o irretirli e hanno sviluppato quella che potrebbe definirsi una particolare "Abilità razziale". Sono infatti parzialmente immuni alle influenze psicologiche. Non a tutte, si intende, altrimenti risulterebbero atoni e privi d'emozioni, ma senz'altro, a differenza di tutte le altre razze, si lasciano intimorire meno facilmente e persuadere con notevole difficoltà.
Il timore provocato dalla vista di demoni o angeli, ad esempio, non avrà su di loro effetto.
Sensazioni profonde come forti paure, o tanto grandi, però, avranno comunque effetto. Quest'abilità è una normale difesa psionica di livello passivo.

Avanguardia
La forza per definizione non necessita di spiegazione alcuna, ed è per questo stesso motivo che inspiegabile è il loro potere. In grado di sollevare i pesi più grandi col minimo sforzo, questa particolare categoria di guerrieri vanta una forza straordinaria, tanto dal poter impugnare armi altresì inutilizzabili per forma e dimensioni come alabarde o bastarde a due mani, finanche mazze ferrate o magli dal peso insostenibile come fossero leggerissimi stocchi.

L'istinto di un pazzo
Nascosto in fondo, dentro al suo corpo, si nascondo l'istinto di uccidere e fare stragi.
Ecco perché indipendentemente da quanto si possa tentare di farne vacillare la mente, Seregon non smetterà di andar contro il proprio avversario al pieno delle proprie capacità.
Non la logica guidata dalla mente, bensì l'istinto costruito sull'esperienza di tutte le battaglie combattute fino a quel momento rendono per lui la guerra qualcosa da cui non potrà esser distratto.
Tenendo la propria mente completamente svuotata e senza tentare più approcci logici, si potrà continuare ad attaccare la sua mente in ogni modo, ma purché non sia una attacco potenzialmente mortale, fermarlo dal suo avanzare sarà impossibile.
In termini pratici il portatore di tale passiva avrà un'immunità al dolore psionico, ma non dai danni.

Percezione ferina
Il suo senso più sviluppato è senza dubbio l'olfatto, tanto da usarlo spesso perfino per raccogliere informazioni. Per esempio è stato capace di determinare di determinare che la femmina di un esemplare che stava cacciando era incinta dal debole odore di liquido amniotico. E' perfino capace di percepire i feromoni con il suo olfatto. In caso di totale oscurità riesce ad usare questo suo senso per combattere, anche se per ovvi motivi non è molto efficace. Questa sua capacità unità alla vasta conoscenza di flora, fauna e non solo rivela essere ben più di un semplice senso sviluppato oltre i normali limiti umani ed animali, ma una vera e propria arma.

La Zanna della bestia
Il potere dell’artefatto è tanto grande da assoggettare chiunque si trovi nelle sue immediate vicinanze, intimando in loro un senso di impotenza nei suoi confronti. Ebbene si, gli avversari vedranno il possessore della Zanna come un nemico inarrivabile, si sentiranno inevitabilmente più deboli e saranno quindi spinti a riconoscere la sua superiorità.


Abilità Attive:

\\


Note:
Alla fine mi è toccato smorzare la ruolata perché tutto non me lo faceva inviare (e anche questa l'ho inviata in due pezzi separati altrimenti mi tagliava anche questa, lol), scusa dunque se potrebbe risultare incompleta, priva di alcuni elementi o con parole tagliate ma non dipende da me :facepalm:

 
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Vorgas
view post Posted on 30/3/2014, 20:06




"Essenzialmente sei un saltimbanco con uno stomaco più vuoto della sua testa, che si diverte a fissare gli altri con fare arrapato nemmeno fosse un cane in calore..."
Jethro stranì. Non era proprio quella l’impressione che avrebbe voluto dare e forse, a giocare a suo sfavore, era l’enorme sorpresa provata nel vedere la forza altrui. O ancora l’aver visto quell’enorme bestia comparire dal nulla per poi venir assorbita dall’uomo. Eppure sembrava che quest’ultimo non comprendesse il motivo di tanto sgomento in Jethro, ignaro forse di tutto ciò che poco prima era accaduto. Supposizioni, nulla di più, lascio finire l’uomo facendo scorrere le sue minacce assumendo un’aria dubbiosa. Sussultò appena quando definì “danza ambigua”, l’arte da contorsionista, pensando che quell’individuo non avrebbe mai potuto comprendere la grande gentilezza che gli aveva offerto.
"Quindi non fare complimenti e avvicinati, Jethro "l'acrobata" "


«La ringrazio e mi scusi per la cattiva espressione che le ho dato. Mi è stato insegnato a proporre uno scambio prima di chiedere favori, la ringrazio per la gentilezza »

Chinò il capo nuovamente ma questa volta con contegno. Rialzatosi cominciò ad avvicinarsi al fuoco sedendovi abbastanza vicino da sentirne il tepore. Fece un profondo sospiro, come se si sentisse sollevato di potersi riposare. Si strofinò gli occhi stanchi si grattò la fronte, mostrando il tatuaggio al suo centro. Le iridi grigie fissarono per qualche istante il fuoco come a volerne divorare la luce, da troppo viaggiava in quelle tenebre. Sorrise ripensando al nomignolo datogli dall’uomo, lo considerava un onore esser riconosciuto come acrobata.

«Chiedo ancora scusa, ma vede ciò che ho visto poco fa mi ha alquanto stupito, e vedendola illesa davanti alla potenza di quella bestia, mi è parso di trovarmi davanti ad un dio»

Rise garbatamente, volendo sfottere la sua infantile visione. Mai un dio avrebbe fatto sedere al suo fuoco un semplice mortale. Un rumore tonfo ruppe quel silenzio d’imbarazzo, lo stomaco di Jethro cominciò a gorgogliare quasi fosse vuota da anni. Il rumore si prolungò più del normale, gli occhi imbarazzati del giovane fissavano il terreno. Si vergognò di quei rumoracci, già aveva comunicato la sua fame, ma il suo stomaco non riusciva più a resistere.

«Purtroppo il mio stomaco non è da tante cortesie, gradirei sapere il nome dell’uomo che con tanta gentilezza mi offre il suo fuoco e il suo cibo.»


 
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view post Posted on 4/4/2014, 08:06


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Seregon

I concetti su cui si basavano i loro modi di fare, d'esser e perfino di esistere erano qualcosa che non si sarebbero mai potuti confrontare, quella frase ne era la prova

"E cosa faresti se il favore di cui hai bisogno fosse ben più grande di quanto tu puoi offrire?"

Scambi? Favori?
Un modo di vederla fin troppo comodo, non esiste nulla come il far un favore o accettare uno scambio da cui si possa trarre vantaggio, nessuno fa nulla per nulla, nessuno ti aiuta perché ne ha voglia, nessuno ti mostrerà mai della... carità...

*Carità...*

Ogni volta pensa di aver superato quel momento, ogni volta si dice che ormai ne è fuori che il tempo ha fatto il suo corso e ricucito le ferite... ma ogni volta si sbaglia

*Va tutto bene? Da bravo, apri la bocca.*

Come poteva dimenticarlo? Come poteva far finta che quel cucchiaio non fosse mai arrivato alla sua bocca?
Prima di allora non sapeva nemmeno che il cibo potesse essere caldo... .

"Non cercare di far scambi impossibili, anche perché avresti potuto sgambettare per ore e non ricevere nulla se pensavi davvero che una cosa del genere potesse pagare qualcosa di prezioso come il cibo."

Continuare a vivere significa continuare a mangiare, e continuare a mangiare vuol dire continuare ad uccidere; la natura da sempre, dona la vita, ecco perché bisogna condividere il cibo... e la vita... non era qualcosa che una bestia come Seregon avrebbe mai potuto fare, le fiamme nere non avevano mai smesso di circodarlo.
Se il cibo era vita e lo dava ad un'altra persona non sarebbe morto lui? Del resto certa gente non merita nemmeno di esser nutrita

*Seregon, tutto quello che esiste al mondo, acquista valore solo se viene condiviso... e questo include anche la mia cucina, qualcosa fatta solo per se stessi, non ha alcun valore.*


*Non capisco... io proprio... non capisco... Edea... .*

Per lui vivere è un continuo stringere i denti, come poteva mai essergli chiaro l'azione del "condividere" quando riusciva appena a tener per se quel poco di cui aveva bisogno per non morire?
Il gorgogliare di quello stomaco

"Hm."

Sussultò lievemente in un piccolo riso difronte a quel suono così famigliare, condividere non doveva esser per forza una gioia

"Ma proprio perché così prezioso bisogna condividerlo"

Anche la sola volontà di non voler far provare ad altri ciò che si è passato sulla propria pelle è carità, no... ? No.
Non tutta la legna era finita nel focolore, le schegge più affusolate con una levigazione minima ma solo alla lontana potevano diventare bacchette, delle grosse bacchette.

"Questo non vuol dire che ti aspetto"

Continuò a dire infilando uno di quei pezzi di legno affusolati tra le alghe e tirandone su quasi un quarto

"Se non ti sbrighi il sapere il mio nome ti servirà solo per maledirmi anziché ringraziarmi"

In un'unico gesto del braccio accompagnò la mano e il mangiare alla bocca spalancata in cui sparì letteralmente l'abbondante porzione che sarebbe ben presto stata sussuguita da un'altra.


Seregon

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Status Psicologico:
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Armi:

-Pelle coriacea: Resistente e al tempo stesso leggerissima, la sua epidermide risulta essere di consistenza pari se non superiore al cuoio rinforzato.
In termini di combattimento, la difesa del giocatore sarà pari a quella di una persona che indossa una comune armatura.

-Nocche ferree: Se un normale pugno dato da qualcuno come lui fa male già di per se, che effetti potrebbe mai avere se la normale "morbida" consistenza organica venisse a mancare perché sostituita da una più metallica? Beh, si spera di non scoprirlo mai a proprie spese.
A livello pratico i colpi sferrati equivalgono agli stessi che si darebbero con un tirapugni metallico.

-Breath bazooka: Se necessario, al pari di un'arma da fuoco di grosso calibro, Seregon sarà in grado di espellere dalla propria bocca un singolo colpo d'aria pressurizzata di ragguardevole potenza.
All'interno di un combattimento è possibile usarlo una sola volta.


Abilità Passive:

Cadi e Risorgi
Anche quando i colpi subiti si sono cumulati gli uni agli altri, persino con ossa spezzate e muscoli contusi, il corpo ancora in piedi per la battaglia.
In grado di camminare nonostante una gamba spezzata, di impugnare le armi quando le braccia appaiono inservibili, di muoversi con discreta disinvoltura col corpo leso e ammaccato.
Di non cadere a terra se non col cuore trafitto o la testa tagliata.
Quello visto prima come un dono si scopre poi come l'ennesima spada di Damocle pendente sul suo collo.
In termini di combattimento, il personaggio sarà in grado di proseguire nella battaglia anche dopo aver subito ingenti danni, perfino la mutilazione di un arto non sarebbe sufficiente a impedirgli di sferrare un altro attacco.
Quindi le ferite per quanto gravi, non gli impediranno di proseguire la battaglia al pieno delle proprie forze.

Autosufficienza
Di tutte le razze, gli umani maledetti sono senz'altro quelli più denigrati, allontanati e scacciati di tutti. Proprio per questo, quindi, hanno dovuto imparare a cavarsela da soli e non farsi mettere i piedi in testa da nessuno. A forza di crescere in questo modo, gli umani maledetti si sono abituati a gente che tenta di intimorirli, minacciarli o irretirli e hanno sviluppato quella che potrebbe definirsi una particolare "Abilità razziale". Sono infatti parzialmente immuni alle influenze psicologiche. Non a tutte, si intende, altrimenti risulterebbero atoni e privi d'emozioni, ma senz'altro, a differenza di tutte le altre razze, si lasciano intimorire meno facilmente e persuadere con notevole difficoltà.
Il timore provocato dalla vista di demoni o angeli, ad esempio, non avrà su di loro effetto.
Sensazioni profonde come forti paure, o tanto grandi, però, avranno comunque effetto. Quest'abilità è una normale difesa psionica di livello passivo.

Avanguardia
La forza per definizione non necessita di spiegazione alcuna, ed è per questo stesso motivo che inspiegabile è il loro potere. In grado di sollevare i pesi più grandi col minimo sforzo, questa particolare categoria di guerrieri vanta una forza straordinaria, tanto dal poter impugnare armi altresì inutilizzabili per forma e dimensioni come alabarde o bastarde a due mani, finanche mazze ferrate o magli dal peso insostenibile come fossero leggerissimi stocchi.

L'istinto di un pazzo
Nascosto in fondo, dentro al suo corpo, si nascondo l'istinto di uccidere e fare stragi.
Ecco perché indipendentemente da quanto si possa tentare di farne vacillare la mente, Seregon non smetterà di andar contro il proprio avversario al pieno delle proprie capacità.
Non la logica guidata dalla mente, bensì l'istinto costruito sull'esperienza di tutte le battaglie combattute fino a quel momento rendono per lui la guerra qualcosa da cui non potrà esser distratto.
Tenendo la propria mente completamente svuotata e senza tentare più approcci logici, si potrà continuare ad attaccare la sua mente in ogni modo, ma purché non sia una attacco potenzialmente mortale, fermarlo dal suo avanzare sarà impossibile.
In termini pratici il portatore di tale passiva avrà un'immunità al dolore psionico, ma non dai danni.

Percezione ferina
Il suo senso più sviluppato è senza dubbio l'olfatto, tanto da usarlo spesso perfino per raccogliere informazioni. Per esempio è stato capace di determinare di determinare che la femmina di un esemplare che stava cacciando era incinta dal debole odore di liquido amniotico. E' perfino capace di percepire i feromoni con il suo olfatto. In caso di totale oscurità riesce ad usare questo suo senso per combattere, anche se per ovvi motivi non è molto efficace. Questa sua capacità unità alla vasta conoscenza di flora, fauna e non solo rivela essere ben più di un semplice senso sviluppato oltre i normali limiti umani ed animali, ma una vera e propria arma.

La Zanna della bestia
Il potere dell’artefatto è tanto grande da assoggettare chiunque si trovi nelle sue immediate vicinanze, intimando in loro un senso di impotenza nei suoi confronti. Ebbene si, gli avversari vedranno il possessore della Zanna come un nemico inarrivabile, si sentiranno inevitabilmente più deboli e saranno quindi spinti a riconoscere la sua superiorità.


Abilità Attive:

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Note:
Di norma non ci metto così tanto avevo solo perso il filo sorry D:

 
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Vorgas
view post Posted on 5/4/2014, 21:01




«Nessun favore non può essere restituito, tutto ciò che una persona fa per un'altra può e deve essere gratificata allo stesso modo in cui ci ha gratificato»
Il volto di Jethro si fece stranamente serio, i suoi occhi fissarono ardenti lo straniero tanto gentile, perdendosi poi nel fuoco e tornando a scrutarlo. Le mani si abbassarono sulle ginocchia e i pugni si strinsero tanto forte che le mani divennero rosse. Nella mente dell’acrobata, il volto di Madeleine si delineò velocemente. Quei lineamenti tanto delicati da sembrar inumani, il sorriso storpiato dalla violenza subita, il crine castano, raccolto in modo ordinato e casto. E con lei tutti i superstiti di Chiarroccia, tutti si formarono in quell’intenso pensiero del giovane che per un istante restò senza fiato. Non poteva fermarsi, non poteva accontentarsi di quella sua codarda libertà. Non poteva lasciare che tutto ciò che si era promesso divenisse nulla più che ricordo, lui avrebbe trovato il re e lo avrebbe avvisato di ciò che succedeva in quell’anfratto di roccia e ombra. Perché tanto gli diedero quegli uomini e lui avrebbe restituito ogni cosa.«Ogni uomo deve restituire ciò che gli è stato gentilmente concesso, perché soltanto questo può rendere un uomo tale da raggiungere la via.»

Le parole uscirono senza che Jethro riuscisse a trattenerle, dopo che ebbe finito s’accorse di ciò che aveva detto e si portò una mano alla bocca. Un suo pensiero più intimo era fuoriuscito, un’affermazione che avrebbe potuto infastidire lo straniero pronto a condividere il suo cibo. Nemmeno notò quell’alternanza di sguardo da parte del possente uomo, se avesse osservato con cura, avrebbe potuto vedere la sua titubanza mentre condivideva i suoi possedimenti con il giovane. Per quest’ultimo infatti, colui che aveva domato la bestia altro non era che un benefattore e per tutta la vita lo sarebbe stato.
Rialzò lo sguardo incontrando nuovamente quello altrui, l’individuo era già intento a mangiare con una voracità inaudita e questo provocò una strana reazione nel ragazzo. Si mise a ridere, una risata stavolta un poco più sboccata ma allo stesso tempo genuina e di vera felicità. Vedere lo straniero azzannare il cibo con tanta foga infatti, gli ricordò Jonah. Il gigante era infatti divenuto celebre anche per il suo stomaco incolmabile e il suo costante appetito, ma soprattutto per la grande generosità nel offrire e invogliare chiunque gli fosse intorno a mangiare insieme a lui.
Nonostante non conoscesse nulla di quell’uomo, e nonostante una pesante aura avvolgesse la sua figura mostrandolo a tratti terrificante, sentì come una sorta di fiducia nascere in quell’uomo tanto bestia quanto caritatevole.

«Per questo un giorno restituirò la gentilezza mostratami quest’oggi e sempre per lo stesso motivo, desidero sapere il suo nome, anche se dovesse mangiare ogni cosa su questo fuoco.»

Detto ciò fece nuovamente un ampio sorriso, con la mano cercò anch’egli una scheggia di legno. Avrebbe voluto imitare l’uomo, ma non aveva la benché minima idea di come utilizzare due bacchette per portare il cibo alla bocca, si limitò quindi a prenderne uno abbastanza affilato e infilzò un pezzo di quello che sembrava cibo divino. Portandoselo alla bocca, le sue papille gustative cominciarono a fremere, sopite ormai da tempo e abituate alla sola acqua. Nella sua bocca, la saliva cominciò ad aumentare inondando per intero il palato, aprì abbastanza grande da far entrare per intero ciò che aveva infilzato. Passò soltanto un istante, e già Jethro masticava lentamente il cibo, dimenticando ogni pensiero e abbandonandosi alla gioia di quel pasto gratuito. Assaporò ogni singolo lembo, e ad ogni volta che la lingua impastava il cibo per ingoiarlo, il ragazzo ringraziava il cielo per quel gustoso pasto. .

« È ciò che di più buono ho mangiato in vita mia! Il suo sapore è…è…»
Si fermò per un momento cercando una parola adatta a descriverlo. L’indice andò a posarsi sul mento in segno di concentrazione per poi spostarsi verso il cielo quando gli occhi si spalancarono dopo aver trovato l’aggettivo.«Divino! Penso che ogni re mangi cose del genere ogni giorno. Non che sia mai stato in una corte, ma se dovessero chiedermi cosa mangiano i signori, penso che direi questo. Se non son sgarbato, di cosa si tratta?»


Chiese il giovane mostrando uno sguardo incuriosito, mentre la sua mano si mosse ancora per infilzarne un altro pezzo. Sentiva di poter mangiare per settimane senza mai fermarsi, perché ciò che stava entrando nel suo corpo non era semplicemente cibo, ma una carezza alla sua anima dispersa nel Nord.
 
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view post Posted on 11/4/2014, 11:26


Praise the Sun


········

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Seregon
«Nessun favore non può essere restituito»

Le parole più stupide che aveva mai sentito... nessun favore non può essere restituito? Gratificato? O era un pazzo o solamente molto stupido.
Per un attimo non sapeva se sentirsi preso in giro o doveva vederlo come qualcuno a cui la vita non ha mai messo difronte situazioni estreme in cui solo decisioni estreme hanno effetto, la cosa gli fece involontariamente inarcare un sopracciglio, ma doveva rendersi conto che non tutti vivono le stesse esperienze

*Ed è meglio così...*

Per ricambiare del cibo se ne offre altro, per ricambiare della gentilezza si è gentili a propria volta così come per molte altre cose, ma per ricambiare la vita... cosa bisogna dare in cambio? Altra vita, la propria vita?
No, non solo non avrebbe avuto senso ma sarebbe anche stato un affronto verso Edea, semplicemente non si può.
Seregon non è il tipo di persona che ama condividere il suo stato d'animo, ma non è nemmeno quel tipo di persona che tenta di nasconderlo

“Dev'essere bello pensarla ancora così, non è vero?”

Prese un sorso di quel brodo di cottura come se dovesse aiutarlo a pensare.
Per lui quelle erano fiabe che hanno un lieto fine solo perché tali e non la realtà, non esisteva alcun omone barbuto che ti porta doni o fantomatico benefattore che ruba ai ricchi per dare ai poveri, erano tutte storie inventate per addolcire il mondo ai bambini, e lo erano anche le parole di Jethro, favolette di un bimbo a cui non è stato ancora detto che quello in cui vive è un mondo di fiaba.

“Comunque, come ti ho già detto non è necessario che tu ricambi ma se proprio insisti...”

Non gli piaceva pensarla in quel modo ma non gli piaceva ancor di più restare a rimuginare sulle stesse cose specialmente se così lontane nel tempo, insomma, era un uomo o un mammoletta?

“Puoi ricambiare proprio ora smettendo di chiedermi il nome”

Sogghignò leggermente a quelle parole, non era serio ma volle aspettare ugualmente un po' prima di farglielo sapere e poi, non aveva ancora finito!

“Quello che hai appena mangiato invece... non credo sia cibo da re visto che è più facile trovarli nella melma che su un tavolo, ahahahahahah!”

L'avrebbe fissato per qualche istante con un sorriso stampato in faccia come a voler dire “ti piace ancora così tanto?” sperava davvero che ci cascasse


Seregon

kugipunch

[CS: 1 Forza.]


Narrato Parlato Pensato



Ferite Accumulate:
Nessuna.

Status Psicologico:
Nella norma.

Energia Residua:
100%


Armi:

-Pelle coriacea: Resistente e al tempo stesso leggerissima, la sua epidermide risulta essere di consistenza pari se non superiore al cuoio rinforzato.
In termini di combattimento, la difesa del giocatore sarà pari a quella di una persona che indossa una comune armatura.

-Nocche ferree: Se un normale pugno dato da qualcuno come lui fa male già di per se, che effetti potrebbe mai avere se la normale "morbida" consistenza organica venisse a mancare perché sostituita da una più metallica? Beh, si spera di non scoprirlo mai a proprie spese.
A livello pratico i colpi sferrati equivalgono agli stessi che si darebbero con un tirapugni metallico.

-Breath bazooka: Se necessario, al pari di un'arma da fuoco di grosso calibro, Seregon sarà in grado di espellere dalla propria bocca un singolo colpo d'aria pressurizzata di ragguardevole potenza.
All'interno di un combattimento è possibile usarlo una sola volta.


Abilità Passive:

Cadi e Risorgi
Anche quando i colpi subiti si sono cumulati gli uni agli altri, persino con ossa spezzate e muscoli contusi, il corpo ancora in piedi per la battaglia.
In grado di camminare nonostante una gamba spezzata, di impugnare le armi quando le braccia appaiono inservibili, di muoversi con discreta disinvoltura col corpo leso e ammaccato.
Di non cadere a terra se non col cuore trafitto o la testa tagliata.
Quello visto prima come un dono si scopre poi come l'ennesima spada di Damocle pendente sul suo collo.
In termini di combattimento, il personaggio sarà in grado di proseguire nella battaglia anche dopo aver subito ingenti danni, perfino la mutilazione di un arto non sarebbe sufficiente a impedirgli di sferrare un altro attacco.
Quindi le ferite per quanto gravi, non gli impediranno di proseguire la battaglia al pieno delle proprie forze.

Autosufficienza
Di tutte le razze, gli umani maledetti sono senz'altro quelli più denigrati, allontanati e scacciati di tutti. Proprio per questo, quindi, hanno dovuto imparare a cavarsela da soli e non farsi mettere i piedi in testa da nessuno. A forza di crescere in questo modo, gli umani maledetti si sono abituati a gente che tenta di intimorirli, minacciarli o irretirli e hanno sviluppato quella che potrebbe definirsi una particolare "Abilità razziale". Sono infatti parzialmente immuni alle influenze psicologiche. Non a tutte, si intende, altrimenti risulterebbero atoni e privi d'emozioni, ma senz'altro, a differenza di tutte le altre razze, si lasciano intimorire meno facilmente e persuadere con notevole difficoltà.
Il timore provocato dalla vista di demoni o angeli, ad esempio, non avrà su di loro effetto.
Sensazioni profonde come forti paure, o tanto grandi, però, avranno comunque effetto. Quest'abilità è una normale difesa psionica di livello passivo.

Avanguardia
La forza per definizione non necessita di spiegazione alcuna, ed è per questo stesso motivo che inspiegabile è il loro potere. In grado di sollevare i pesi più grandi col minimo sforzo, questa particolare categoria di guerrieri vanta una forza straordinaria, tanto dal poter impugnare armi altresì inutilizzabili per forma e dimensioni come alabarde o bastarde a due mani, finanche mazze ferrate o magli dal peso insostenibile come fossero leggerissimi stocchi.

L'istinto di un pazzo
Nascosto in fondo, dentro al suo corpo, si nascondo l'istinto di uccidere e fare stragi.
Ecco perché indipendentemente da quanto si possa tentare di farne vacillare la mente, Seregon non smetterà di andar contro il proprio avversario al pieno delle proprie capacità.
Non la logica guidata dalla mente, bensì l'istinto costruito sull'esperienza di tutte le battaglie combattute fino a quel momento rendono per lui la guerra qualcosa da cui non potrà esser distratto.
Tenendo la propria mente completamente svuotata e senza tentare più approcci logici, si potrà continuare ad attaccare la sua mente in ogni modo, ma purché non sia una attacco potenzialmente mortale, fermarlo dal suo avanzare sarà impossibile.
In termini pratici il portatore di tale passiva avrà un'immunità al dolore psionico, ma non dai danni.

Percezione ferina
Il suo senso più sviluppato è senza dubbio l'olfatto, tanto da usarlo spesso perfino per raccogliere informazioni. Per esempio è stato capace di determinare di determinare che la femmina di un esemplare che stava cacciando era incinta dal debole odore di liquido amniotico. E' perfino capace di percepire i feromoni con il suo olfatto. In caso di totale oscurità riesce ad usare questo suo senso per combattere, anche se per ovvi motivi non è molto efficace. Questa sua capacità unità alla vasta conoscenza di flora, fauna e non solo rivela essere ben più di un semplice senso sviluppato oltre i normali limiti umani ed animali, ma una vera e propria arma.

La Zanna della bestia
Il potere dell’artefatto è tanto grande da assoggettare chiunque si trovi nelle sue immediate vicinanze, intimando in loro un senso di impotenza nei suoi confronti. Ebbene si, gli avversari vedranno il possessore della Zanna come un nemico inarrivabile, si sentiranno inevitabilmente più deboli e saranno quindi spinti a riconoscere la sua superiorità.


Abilità Attive:

\\


Note:
Ho finito la ruolata tipo 3 giorni fa credendo di averla postata assieme a quella del torneo sry :gk?:

 
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Vorgas
view post Posted on 12/4/2014, 16:41




Alle ultime parole dell'uomo Jethro deglutì forte e si fermò.
Il sorriso soddisfatto per il buon cibo, cominciò a smormarsi in una smorfia di stupore e di disgusto a stento trattenuto. Melma? I suoi occhi corsero involontariamente sul lago fermandosi soltanto per un istante, ecco perchè si era gettato nel lago. Mai avrebbe pensato che del cibo potesse trovarsi in un luogo simile, e soprattutto nella sua bocca cominciò a sentire un viscidume che prima non gustava. Suggestione, nulla di più. Masticò nuovamente con decisione come a voler triturare quegli ultimi frammenti di melma ingoiati. Si era abbuffato di quella roba e anche solo pensare di sputarla era cosa inutile. Sorrise in modo garbato, inclinando la testa da un lato.

«Ha trovato della melma molto saporita»

Ingoiò a forza per buttar giù il cibo e subito mise mano ad una bisaccia d'acqua bevendo un lungo sorso per lavar via il sapore, prima paradisiaco ora nauseabondo. Dopo aver bevuto abbondantemente, sentì lo stomaco gorgogliare per la sazietà, ogni suo movimento generava un rimescolarsi dell'acqua e il cibo, tanto che si poteva sentire il rumore dell'acqua nello stomaco. Da tempo non mangiava così tanto, peccato che il tutto fosse stato rovinato da quella notizia finale.

«Smetterò di chiederlo, ma non posso considerarlo come uno sdebitarsi.»

Rispose garbatamente Jethro, portando poi una mano davanti alla bocca per evitare rumoracci durante la digestione. Distese le gambe per intero, faticava a mantenerle incrociate dopo tutto ciò che aveva ingurgitato, le braccia dritte dietro al sedere e poggiate a terra coi palmi, davano una posa stremata al ragazzo.

«Mi permetta allora di poterle dare un nominativo, così che quando la incontrerò di nuovo potrò chiamarla tra la folla» Sorrise nonstante il nome che gli venne in mente non era proprio il più appropriato dopo l'accaduto. Già da qualche minuto stava ideando un nome da affibiare all'uomo, restio a dire il suo. Fino a poco prima era convinto che il nome scelto fosse perfetto. Puntò l'indice sul mento sforzandosi di trovarne uno sostitutivo, ma più si sforzava, più quel pensiero si ancorava alla sua mente impedendo di trovare altri nomi. Si arrese. «Che ne dice di "Re Cuoco"? Mi spiace così tanto di fantasia, ma ciò che ho mangiato mi ha impressionato, nonostante derivasse dalla melma»

Un lieve smorfia disgustata scompose il volto dell'acrobata nel pronunciare l'ultima parola, ma cercò di trattenersi. Infondo quell'uomo lo aveva ospitato e nutrito, la riconoscenza era d'obbligo e come diceva il proverbio "a caval donato non si guarda in bocca". Jethro era felice di averlo incontrato, nonstante notasse una forte divergenza tra le loro idee. In più di un'occasione s'era accigliato davanti alle parole dell'acrobata, segno che queste apparivano strane e diverse alle sue orecchie. Ma nonostante questo aveva continuato ad accoglierlo al focolare, prendendolo in giro e minacciandolo, ma senza sfociare in qualcosa di reale, soltanto per divertirsi.
 
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10 replies since 21/2/2014, 16:24   184 views
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