Sempre il mare, uomo libero, amerai! perché il mare è il tuo specchio; tu contempli nell'infinito svolgersi dell'onda l'anima tua, e un abisso è il tuo spirito non meno amaro.
La pioggia fitta delle ore prima aveva ormai completamente raggelato l'aria mentre il vento sferzante, di quello che sveglia dal sonno ogni muscolo, infuriava a tal punto da far vibrare ogni nervo del corpo. Il buio aveva inghiottito ogni cosa, anche il mare stesso, che appariva ora come un'enorme ombra nera, aveva inghiottito le barche e i loro colori sgargianti, le vele, le cabine, i timoni. Non vi era quasi più traccia della gioiosa città che li aveva accolti soltanto pochi giorni prima e nella oscurità sembravano quasi diventare più concreti gli spettri e le rovine di un passato che ancora non era ancora stato completamente sepolto. Il dondolio delle onde era però ancora lieve, quasi un sussurro, timido e pungente allo stesso tempo e il ritmico pulsare dell'acqua sembrava una voce che saliva dal profondo nero del mondo, dove ogni peccato trovava rifugio, impenetrabile e sicuro. Quello del mare era un canto antico e potente: una melodia in grado di ammaliare anche il più duro dagli uomini e che solamente le creature maggiormente legate ad esso potevano riprodurre.
E mentre il vento era così forte anche da penetrare le pesanti vesti che lo ricoprivano Khæyman camminava solo sulla sabbia, socchiudendo gli occhi mentre la melodia del mare si trasformava in immagini nella sua mente. Gli inganni, le menzogne e le vuote promesse che lo avevano oppresso negli ultimi giorni erano ora finalmente spazzate via da quel gelo che gli scendeva fino alle ossa. Erano stati momenti difficili, quelli in cui le attese apparivano più lunghe e i silenzi opprimenti e soffocanti mentre ogni svago sembrava dissolversi in pochi istanti.
Il vento si faceva ora sempre più forte trasformando quel buio infinito davanti ai suoi occhi in una massa turbinante e viva pennellata dalla spuma bianca delle onde che volavano verso la costa. Al pari del mare i loro incontri erano ugualmente degenerati, mentre le richieste da entrambe le parti diventavano sempre più inaccettabili ed umilianti l’orgoglio dei rappresentanti non faceva altro che allontanare ulteriormente un qualsiasi tentativo per una risoluzione pacifica. Per quanto avesse cercato di mediare ove possibile le antiche ostilità che ancora dividevano i Beik di Taanach dagli impetuosi capitani pirati di Dorhamat avevano, al pari del mare che s’infrangeva violentemente sugli scogli, sgretolato qualunque possibilità di una alleanza tra le due potenze. Non erano passati che pochi giorni da quanto i cieli di Taanach si erano tinti di nero mentre ancora la corona del sole brillava alta sopra di loro nel punto in cui solitamente riposava la gigantesca Purgatory e già gli eventi di quel giorno apparivano come una realtà lontana e distante al confronto delle voci che si erano susseguite sugli scontri che erano scoppiati poco più a nord. Accompagnate da fiamme sconosciute si erano rapidamente susseguiti molteplici racconti, storie inusuali di amore, amicizie e libertà che sembravano non conoscere barriera alcuna, superando con il loro sapore di avventura i più rochi rimproveri e ammonizioni quasi il resto del mondo portasse ora sulle spalle gli anni di un vecchio che faticava ad emergere da una vita passata pesante ed opprimente. Quel sapore di libertà si era inevitabilmente mischiato sia con gli acri odori di sangue e sabbia di Taanach sia con lo sferzare del sale e del vento di Dorhamat per poi diffondersi nei piccoli villaggi così come nelle desolate foreste abitate dalle più terribili creature. Adesso fuori la notte era ancora buia: la luna e le stelle erano sparite sotto un manto di tenebre mentre il rombo del mare copriva ora ogni voce, ogni richiamo. Khæyman provò a gettare uno sguardo in lontananza verso nord ma anche lui, in quella notte, sembrava essere cieco come chiunque altro.
Il primo fulmine aprì infine il cielo mentre lui sembrava ancora perso verso luoghi lontani, verso un futuro di sangue che lo spaventava. Per un attimo solo vi fu di nuovo silenzio mentre il vento agitava le barche attorno a lui. Quanto si era scatenato non era più un fuoco che potesse essere soffocato: il grido -mai più in catene- che ora era l’assordava era stato inizialmente solamente un sussurro, una realtà lontana di cui era possibile assaporarne solamente gli esotici profumi.
Non vi era stato nessun accordo tra Taanach e Dorhamat e ora le due capitali del sud avrebbero dovuto affrontare l’imminente rivoluzione potendo contare ciascuna solamente sulle proprie insufficienti forze.
Nascosto nella proprie mente fino a non sentire nemmeno più il freddo pungente Khæyman quasi non si accorse delle voci di coloro che lo cercavano fino a quando un nuovo improvviso tuono non lo fece sobbalzare a tal punto da sentire nuovamente il vento e il freddo pungente. Il temporale aveva ormai quasi raggiunto la costa spingendolo a voltarsi, incamminandosi verso i gradini che lo avrebbero nuovamente condotto verso il porto e quindi ai suoi impellenti doveri.
Ma da secoli infiniti senza rimorso né pietà lottate fra voi, talmente grande è il vostro amore per la strage e la morte, o lottatori eterni, o implacabili fratelli!