Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Tentazioni, [Contest Mensile Marzo 2014 ~ Innocenza]

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view post Posted on 31/3/2014, 22:53
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Ողջո ~ Tentazioni ~ Մեկը

~~O~~O~~O~~
Il racconto prosegue da qui.

(Vahram [pensato, lingua aramana], Sharuk)



In quella cripta maleodorante faceva un freddo dannato. Il gelo delle notti della Bocca dell’Inferno penetrava anche laggiù, sottoterra. Sdraiato ferito e sofferente sulla dura pietra di un antico sarcofago nelle cripte giaceva Vahram. Anche se cercava in tutti i modi di prendere sonno, visioni piene di angoscia lo tenevano desto. Forse erano il dolore e la febbre a farlo delirare, o forse quel cimitero maledetto in cui si era rifugiato per sfuggire alla rivolta contro il Goryo, oppure... c’era qualche presenza oscura insieme a lui, in quella stanza.

Le ferite sul suo corpo, seppur trattate e medicate, gli bruciavano come il fuoco. Aprì gli occhi non senza fatica e si guardò intorno. Alla tremolante luce della candela accesa al suo fianco vide torbidamente profilarsi il pallore delle ossa stipate nei loculi a pochi metri da lui. Erano molti, scavati nelle pareti laterali di quell’angusto sepolcro; da quei buchi tenebrosi, tante orbite vuote parevano fissare quella figura disarmata e impotente distesa sull’unico grande sarcofago di marmo che troneggiava in mezzo a loro.

Il guerriero ricambiò lo sguardo di uno di quegli scheletri, uno dai lineamenti più delicati rispetto agli altri, una fanciulla probabilmente. In quei cavi vacui e sinistri infossati nel suo cranio gli parve ravvisare un’innaturale serenità.

Vahram di cadaveri ne aveva visti forse più di chiunque altro e, ogni volta che si trovava a faccia a faccia con uno di questi, di tanto in tanto emergeva in lui il sentore di avere più aspetti in comune con essi che con i vivi. Era morto dentro, non provava nulla, non temeva nulla, nemmeno la morte stessa; eppure, nel momento in cui vide gli occhi scavati dal disfacimento di quella ragazzina, fu come se tutta quella rassomiglianza crollasse in un solo istante, travolta da un sentimento vivo e violento.

«Provi invidia, vero?» Una voce inumana e spettrale gracchiò sopra la sua testa. Un brivido soprannaturale corse lungo la schiena di Vahram; comprese il motivo dei suoi sonni tormentati.

Alzò lo sguardo. Una figura nera, emaciata e cadaverica lo fissava con due occhi famelici baluginanti di gelo infernale, abbarbicato al soffitto come un grosso e sinistro aracnide. Sharuk, il suo demone, il suo aguzzino, come sempre vegliava su di lui.

«Anche se ormai è ridotta a un mucchio di ossa, sembra quasi che stia dormendo.» Proseguì la creatura, non ricevendo risposta dal guerriero, il quale si limitava a guardarlo con gli occhi sbarrati colmi di livore. «Fai bene a invidiarla.» Tirò un rauco sospiro commiserevole. «In fondo tu non troverai mai questa beatitudine che vela i suoi occhi...» Sussurrò raccogliendo quel teschio minuto e accarezzandolo premurosamente.

Vahram sapeva cosa voleva da lui. Il suo retaggio era maledetto. Il compito di quel demone era di recarlo al servizio del suo padrone, Horun, ad El Kahir da vivo e posseduto o da morto e dannato.

«Ti prego, vattene...» Ringhiò il guerriero, contorcendosi sofferente.

Sharuk lo ignorò, allungò il suo braccio innaturalmente lungo verso il volto del guerriero, mettendogli la testa della ragazza a pochi centimetri dagli occhi, come per mostrarglielo bene.

«Ti piacciono i bambini, vero?» Disse, malevolo. «Ti piace vederli giocare, ridere, strillare. Adori ammirare il sorriso che illumina i loro volti quando li diletti con i tuoi trucchetti. Dico bene o sbaglio?» Sussurrò, riportandosi al grembo colante di bile putrescente la testolina. «Lo sai perché ti piacciono, Vahram? Perché brami quel bagliore di sorpresa nei loro occhi davanti a ogni cosa, invidi la loro curiosità, la loro...» Finse di cercare la parola giusta. «Come la chiameresti?»

Il mamūluk però si era già voltato dall’altra parte, cercando di ignorare le parole del demone. Sharuk scese dalla parete e si accostò al suo viso fino a fargli odorare il suo alito gelido e ammorbante.

«Insomma...» Tentò di attirare la sua attenzione. «Vorrei una tua considerazione, parlare da solo mi annoia. Come la chiameresti?» Ripeté.

Vedendolo avvicinarsi, Vahram si ritrasse, fissando quegli occhi bluastri e fiammeggianti.

«Ingenuità...? Innocenza...?» Farfugliò, assecondando rassegnato quel parassita.

Sharuk scoppiò a ridere, ritornando ad accovacciarsi in alto, nel loculo della fanciulla. «Hahaha! Innocenza dici? I bambini non sono innocenti, mio caro mortale, semplicemente non hanno passato. Sono piccoli e carini, ogni novità li emoziona... ma sanno essere anche crudeli, molto più crudeli degli adulti. I loro sentimenti sono forti. Amore, paura, stupore... ma anche l’odio e il rancore. Quando un bambino riceve un regalo, la sua felicità è reale, spontanea, ma quando viene picchiato e umiliato, anche lui sa desiderare la morte dei suoi tormentatori...» Proferì, guardando negli occhi Vahram. «...e lo desidera sul serio. Non hanno rimorsi quando credono di aver ragione... Avete qualcosa in comune, no?»

«Che diavolo stai dicendo?» Vahram continuava a non capire quei discorsi insensati.

Il demone si avvicinò di nuovo, incombendo su di lui. «Quante persone innocenti hai massacrato senza provare alcun rimorso? Uomini, donne, persino infanti. Senza pietà, senza rammarico.»

Vahram tremò dalla rabbia. Shrauk lo stava provocando apertamente, ma lui non aveva la forza per contrastarlo. «N-Non è colpa mia, ho solo eseguito degli ordini. Era il mio compito, la mia unica vita... ma ora sono cambiato!»

«Ah, dunque sai provare rimorso.» Sogghignò l’essere. «Certo, certo...» Si fece pensoso. «Allora è per questo che ti sei unito al Goryo? Per gettare i tuoi tormenti alle spalle e rinascere di nuovo come un...» Ciò che stava per dire gli strappò una risata ilare. «”essere umano”? Lasciatelo dire: non solo sei un ingenuo, ma sei anche stupido.»

«Che vuoi insinuare?» Borbottò il guerriero.

«Il Goryo non esiste più. La guerra incombe. Che vuoi fare? Vagare per la terra attendendo il tuo miserabile destino oppure...» La sua bocca si contrasse in un ghigno feroce. «...accettare la tua sorte e unirti fin da subito ai futuri veri padroni di Asgradel... rinascendo come un essere supremo e potente?»

Calò su Vahram come un predatore sulla sua preda. «Voi umani siete così ingenui... vi rammaricate del passato e temete il futuro... Ma per noi... non esiste né passato, né futuro. Solo il nostro obiettivo ultimo conta...»

Agli occhi dell’umano tutto il mondo divenne nero, distorto, pieno di rabbia, livore e gelida e dolorosa disperazione.

«La tua innocenza... Vogliamo liberarci... di questo peso?»

Ho usato il contest per creare il collegamento tra I cieli di Taanach e Erkdun-Mai più in catene e per questo mi scuso.
EDIT: scusate, ho inserito in ritardo i link alle giocate e lo spoiler e ho corretto degli errori.






Edited by Orto33 - 1/4/2014, 00:21
 
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