Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Lamrael Redskin Vs. Reek

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view post Posted on 5/4/2014, 10:12

Esperto
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Oltre la Barriera.

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Lamrael Redskin Vs. Reek



Verde Vs. Rossa
C Vs. C


Primo post: Lamrael Redskin
Player Killing: Off
Durata: Un solo post di presentazione e quattro post di combattimento.
Tempi di risposta: A cinque giorni dalla risposta dell'avversario verrà applicata una penalità di 0.25 punti alla sportività del ritardatario per ogni giorno d'attesa.
Arena: La città occulta - All'esterno di Vecchia Taanach c’è un luogo dimenticato da tutti, strade e stradine si intersecano in un labirinto di pietra, in cui il terreno è composto da uno strato di pietra sommersa, per qualche centimetro, da una cloaca putrescente e maleodorante, una fanghiglia d’un colore indefinito e mai uniforme. Feci, piscio, liquami sconosciuti e carcasse di topi sono alcune delle tante cose che alimentano quella melma. Questo è il quartiere in cui giacciono i dimenticati, i reietti di tutta Taanach. Poco più che un insieme di baracche è situata a ridosso delle mura esterne Nord ben lontano dal ben più famoso quartiere del vecchio cimitero.
Baracche di pietra, corrose dal tempo e dalle intemperie, s’accavallano l’una sull’altra fagocitandosi tra di loro, nascondendo agli sguardi dei nobili la decadenza in cui quei luoghi navigano. Un luogo che, fin dove è possibile, tutti evitano come la peste, un quartiere che racchiude tutta la povertà d’una realtà lontana da un paradiso terrestre. Gli abitanti la chiamano la città occulta, una città nella città, dimenticata e non vista, multirazziale, senza un vero padrone. Un grosso muro divide le zone limitrofe di questa baraccopoli, la nascondono dagli occhi dei nobili, la celano dallo sguardo dei potenti. Un quartiere abbandonato a se stesso, lasciato morire nella povertà e nella miseria. Un quartiere morto per tutti, ma vivo per chi lo abita.
Regole: Il duello non deve interrompersi per alcun chiarimento - usate vie private, nel caso. Non si possono modificare i propri post dopo le risposte dell'avversario. Si seguono le normali regole di un duello ufficiale.
Background: I focolari della ribellione nanica hanno toccato ogni angolo più lontano dell’Akeran, persino Taanach non è riuscita a sfuggire alla morsa di ribelli, da queste guerriglie nate quasi per caso e scoppiate in tutta la regione. La città occulta brulica di nani indesiderati, di nani che sono scampati alle catene della schiavitù ma che forse hanno trovato un destino ben peggiore, quello che il quartiere dei dimenticati riserva ai propri abitanti: fame, miseria, malattie, criminalità incontrollabile. Per anni i nani hanno taciuto i loro sentimenti, per anni si sono nascosti dietro quelle mura, occultati dalla pietra e dalle baracche, corrosi dal marcio di quella città. In quel quartiere molti hanno conosciuto la forza della corruzione, persino tra i stessi nani, molti si sono lasciati soggiogare dalla forza dei demoni, hanno valicato il lato oscuro, quello del non ritorno. Eppure, all’alba di quella rivolta, i nani hanno innalzato il loro orgoglio oltre le catene della loro condizione, all’alba di quel giorno nella città occulta è cresciuta una sommossa che la stessa Taanach non avrebbe potuto ignorare. Uomini liberi, nani, demoni, tutti in guerra per la vita, per la libertà. Per spezzare semplicemente le loro catene.


Edited by Shivian - 6/4/2014, 12:37
 
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view post Posted on 10/4/2014, 00:52

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Qualche giorno prima

Nella bettola più fatiscente della città, nella Taanach più vecchia e logora, quella in cui giacciono i vivi che assomigliano a morti, Lamrael Redskin era seduto in cima a un vecchio sgabello, poggiato coi gomiti sul bancone di legno. L’oste, un uomo corpulento e sporco, che puzzava di marcio similmente al resto di quel quartiere dimenticato da qualsivoglia Dio, lanciò ai due uomini un boccale sporco e mal lavato, contenente un liquido dal sapore amaro; dal gusto forte e deciso, invero squallido e di pessima qualità. Immersi in quel tracotante incuria, in cui poche e sporadiche lampade a olio cercavano, invano, d’illuminare a dovere una stanza, per altro, priva di clienti. Sedie e tavoli immersi nell’ombra, ricoperti di polvere, narravano d’una locanda spesso vuota e malmessa, in cui lo stesso oste non brillava né di acume né tantomeno di gentilezza. L’uomo, dal viril petto ben in vista, sputò tabacco maciullato e simile a una poltiglia, all’interno d’una sputacchiera di legno, anch’essa marcia come tutto il resto del locale. Topi e scarafaggi zampettavano sul pavimento di legno, intonando così l’unico rumore della locanda, escluso il ruminar perpetuo dell’oste; che masticava avido un’altra manciata di tabacco scadente, coi denti ormai gialli, per lo meno con quei pochi che gli rimanevano attaccati ancora alle gengive. Lamrael tracannò la sua bevanda con disgusto, e volse la sua attenzione verso l’uomo in sua compagnia: Seagon Tigersoul, la tigre del meridione.

« Dimmi Seagon, perché mi hai fatto venire in questa merda di posto? »

Lamrael guardò il suo vecchio compagno di armi con sguardo torvo, il guerriero rosso non era più lo stesso ragazzo di cinque anni fa, la vendetta e l’oscurità lo avevano corroso nel profondo, come una bestia che lentamente lo divorava da dentro, che graffiava, scavava e mordeva, nell’intento di cibarsi di tutto il suo corpo.

« In tutto l’Akeran focolari di ribellione nanica sono nati, spuntati dal nulla come funghi. »

Prese una pausa, nella quale respirò.

« Vogliono conquistare tutta la regione, vogliono prendersi le terre libere – sospirò – vogliono ciò che era loro di diritto. Vogliono la loro libertà. »

Seagon era un uomo abbastanza alto e slanciato, con la carnagione scura e i capelli neri e lunghi, vestito di sgargianti vesti larghe e un turbante celeste avvolto intorno al capo. La voce era profonda, di quelle da uomo vissuto, simile a quelle di uomini che dalla vita non hanno più da chiedere nulla. Simile a quella di Lamrael, se non fosse che il primo aveva trovato una pace interiore che a Lamrael sfuggiva. Il mercenario si mise a ridere, spezzando il silenzio di quella locanda, interrompendo perfino lo zampettare dei ratti e delle blatte. La sua risata riecheggiò tra le sottili e fragili mura di legno della struttura, rimbombò ridestando il torpore dell’oste, evidentemente poco abituato a tali rumori.

« I nani non prenderanno mai le terre libere, non mi spaventano. »

Lamrael, infondo, era ancora un cittadino di quelle terre, nato e cresciuto nella libertà di quei luoghi, nato in un villaggio di contadini, nato libero. Ma ormai quei tempi erano lontani, quei tempi non erano altro che un ricordo fuggevole ed effimero nella sua testa, come se quelle memorie appartenessero a un’altra vita, a un’altra persona, a un altro Lamrael.

« Non sono i nani a interessarmi, lo sai bene. »

Seagon sorrise, e in quell’istante Lamrael seppe che c’era qualcosa di più sotto, eppure parve come se l’uomo si volesse trattenere, come se avesse paura, paura per Lamrael.

« Voci diffuse e non confermate, voci di spie e mendicanti, parlano di un sigillo rotto, dei demoni di nuovo a piede libero, parlano di guerriglie nate un po’ ovunque, con demoni che si alzano dal sottosuolo, vomitati dalle viscere stesse dell’Akeran. Si dice che sia stato un uomo, o meglio un abominio di nome Reek a rompere il sigillo. »

L’uomo guardò Lamrael, come a voler cercare di cogliere la sua corruzione, la sua rabbia, il suo personale mostro dentro il corpo. Cercò di carpirlo, di osservarlo, cercò di cogliere quell’essere e di analizzarlo.
Ma non vide nulla, se non l’assenza stessa di emozioni d’un animo granitico, dell’animo d’un guerriero che perpetuamente rincorre la prossima sfida.

« Non conosco nessun Reek, mai sentito nominare. »

I pensieri di Lamrael scorsero per un breve istante ad Alice, giunsero in anfratti ormai bui del suo essere, eppure quella piccola malinconia che il guerriero rosso sentiva crescere, venne ricacciata indietro nel medesimo istante, con disgusto e rabbia. Ora voleva solo tutti i demoni morti e, infondo, quel Reek gli aveva fatto un favore, glieli aveva riportati in superficie.

« Reek è l’araldo della Morte, o meglio, è la Morte stessa. »

Un sorriso ampio tagliò il viso del mercenario, gli occhi d’oro scintillarono d’una vena di porpora follia.
Una singola scintilla che raccontava il desiderio di morte, di battaglia, d’un duello che finalmente lo soddisfacesse a pieno, che lo spingesse oltre ogni suo limite.

« La Morte? Vedremo se anche lei è capace di sanguinare… »
_________ ____________________________ _________

Quel giorno la ribellione nanica carpì persino Taanach, si spanse per tutto l’Akeran e raggiunse persino la capitale dell’Orbrun e una delle città più grandi delle Terre libere. La città occulta, quartiere di moribondi e malfamati, nella quale sorgeva la locanda in cui – qualche giorno prima – aveva incontrato il suo compagno Seagon. Lamrael camminava in mezzo alla cloaca fatiscente di quei vicoli, tutti intorno a lui v’era il clangore della battaglia, il rumore delle armi di fortuna che risuonavano nell’aria. Forconi, coltelli, spade arrugginite, quella era la battaglia dei poveri, una battaglia che apparentemente non riguardava da vicino il guerriero rosso, infondo sarebbe bastato così poco per fermare ogni cosa, non erano altro che insulsi nani e demoni di basso livello, qualche mendicante del quartiere e molti, molti, deboli. Troppi per i suoi gusti. Il quartiere, s’arroccava in una zona morta della città, case e casupole, baracche e pertugi scavati nella roccia, s’accatastavano inghiottite da quello strato di fanghiglia, dalle carcasse degli animali e dei uomini, mangiati dalla povertà e dalla malattia. Quel giorno, la rabbia carpì il cuore dei nani, l’orgoglio dei rinnegati tuonò tra le mura di quel quartiere, tra la muffa, la cloaca, tra la povertà e la malattia.
In mezzo alla morte e in mezzo al nulla, risuonò l’orgoglio di quelle persone abbandonate da qualsiasi Dio.

Così cadde il muro della vergogna, il muro che occultava quella zona dimenticata da tutti, abitata dai dimenticati e dai rinnegati, celata agli occhi dei nobili, agli occhi di chiunque non avesse il coraggio di guardare oltre quel muro. Le pietre caddero, sgretolandosi al terreno sotto i colpi dei ribelli, sotto i colpi di tutti i dimenticati, un urlo di vittoria s’innalzò poderoso nel cielo, un urlo di libertà che scosse l’animo sornione della città occulta, l’animo apparentemente dormiente ma vivo. Nel cielo s’innalzò un drago, Lamrael lo guardò per un’istante, scorgendo una macchia blu lì nel cielo. Riverberi, lingue elettriche si generarono dalle sue grosse fauci, quel mostro era, con molta probabilità, il primo baluardo di difesa di Taanach lì nella vecchia città. Demoni e nani vennero sbalzati via, mentre il sole di un nuovo giorno fece capolinea tra le mura ammuffite del quartiere, alto nel cielo sgombro e azzurro di Taanach.

Lamrael continuava a camminare per le strade del quartiere, finché non raggiunse uno spiazzo sgombro e anch’esso sommerso da un piccolo strato di fanghiglia. Tutt’intorno le stradine e vicoli si aprivano come raggi d’una ruota che confluivano in quella piccola piazza, in cui le piccole baracche s’alzavano verso l’alto quasi a voler coprire il cielo azzurro. Il guerriero estrasse la spada e passò sotto la sua lama qualche nano e qualche demone senza il minimo sforzo; altri ancora lo evitarono, cambiando strada non appena scorgevano in lontananza la figura del guerriero rosso, protetto da un’armatura completa e d’un rosso spento, scuro, come se essa fosse colorata dallo stesso sangue delle vittime del mercenario. Alzò l’immenso spadone verso il cielo, come a volersi far notare anche in quel posto sperduto e abbandonato, come a voler attirare l’attenzione di qualcuno.


« Vieni qui, ti sto cercando! Vieni a prendermi! »

Urlò il guerriero, con quanto più fiato avesse in corpo, una scarica d’energia percorse la sua carne, la vita tornò ad agitarsi sotto le pieghe delle sue cicatrici e sotto il muro d’acciaio che ricopriva il suo cuore.
Venne pervaso da quelle sensazione, dall’ebrezza della battaglia imminente, desiderava il suo avversario che, sapeva, presto o tardi lo avrebbe raggiunto. D’altronde la Morte giunge sempre a trovare chi la cerca.
Un vecchio, un vagabondo, s’avvicinò al guerriero rosso. Aveva un forcone in mano, ed era lordo di sangue, pieno di ferite, a stento si reggeva in piedi, visibilmente dolorante.

« Chi stai cercando? »

Chiese il vecchio, con fatica, col fiato rotto e affannato.

« Sto cercando la Morte. »

La voce di Lamrael era pervasa dall’adrenalina, dall’eccitazione di quel momento.
Sentiva la sua bestia crescere dentro le sue viscere, sentiva il desiderio farsi strada nelle sue interiora.

« Ti augurò di non trovarla ora, giovanotto.»

Il vecchio cadde in ginocchio, stremato. Il forcone s’abbatté al suolo accompagnato dal rumore del metallo, il corpo del vecchio alla fine stava cedendo per le troppe ferite, per la stanchezza.

Perché infondo quel vecchio non era altro che un debole.
I suoi occhi si rattristarono, mirando un luogo lontano e inaccessibile, mirando il vuoto.

« Ma se la trovassi, portale i miei saluti. »

Il vecchio sorrise, debolmente. Lamrael, mosso dalla pietà, afferrò l’ammazadraghi e la calò sulla testa dell’uomo, decapitandolo in un sol colpo, alleviando così le sue sofferenze.

« Puoi contarci. »

Lamrael rise, riso che si espanse per tutta la piazza, balzando da una parete all’altra.
Un riso estatico, pazzo.

Un riso carico di morte.


Lamrael Redskin



5 cs Forza + 1 cs Riflessi


Energia: 100%
Status Fisico: //
Status mentale: //
Armi: Spadone Ammazzadraghi; armatura completa



Abilità Attive:

Abilità Passive:

Normal Hero

Null'altro che un umano, un contadino forgiato dal sudore e dalla fatica, un guerriero addestrato alle armi da un padre troppo severo e non troppo abile. Eroe creato dal caso e dal destino avverso, un eroe atipico e moderno, dalla grande forza e dall'incredibile resistenza alla stanchezza e al dolore. Umano dello Akerat, lì dove li dove la vita è più dura e il nettare della povertà contamina l'acqua e abbevera gli infanti più del seno della madre. Lamrael è instancabile, mai arrendevole. Fino alla fine delle sue energie Lamrael continuerà a combattere per ciò in cui crede. In termini di Gdr Lamrael raggiunto il 10% delle energie infatti, non sverrà. Ciò però non significa che non sarà stanco raggiungendo il 20% e non morirà raggiungendo lo 0% [Abilità Raziale]. Corpo forgiato dalla fatica e dal lavoro, dal fisico muscoloso e ben allenato. Contadino avvezzo al dolore fisico, dalla grande forza e dalla grande resistenza alle ferite più di qualsiasi altro umano. Lamrael non è come gli altri, la sua condizione e il suo luogo natio hanno sviluppato in lui caratteristiche diverse e particolari che lo hanno reso più simile a demoni, gli stessi che lui caccia e abbatte. Lamrael sarà in grado di maneggiare armi pesanti come se fossero armi normali, inoltre sarà insensibile al dolore a avrà una resistenza alle ferite maggiore rispetto agli altri, divenendo così in grado di sopportare due mortali prima di morire. La sua capacità lo porterà persino a combattere o a utilizzare arti rotti, sarà in grado dunque di correre con una gamba spezzata o effettuare un fendente con una spalla lussata, rischiando persino di aggravare la situazione, ma Lamrael non si fermerà fino alla morte [I-II-III Passiva del talento Avanguardia + Pergamena Irriducibile]. Eroe normale per definizione, la sua forza più grande è quella di non arretrare mai dinanzi ai maghi e i demoni, anzi è dinanzi a loro che Lamrael combatte con ancor più forza e devozione, divenendo in grado di accrescere le sue doti fisiche. In termini di gdr ogni qual volta l'avversario utilizza tecniche magiche, le caratteristiche fisiche di Lamrael crescono. Per la durata di quel turno Lamrael acquisisce 2 CS in caratteristiche fisiche [Passiva personale]. Alcune persone nascono con la dote del leader, con un carisma superiore rispetto a tutti gli altri. Questo non è il caso di Lamrael, sconosciuto che gli eventi lo hanno portato a divenire eroe, uomo dal grande coraggio e dalla grande forza di volontà che gli eventi hanno forgiato in un leader, in un comandante esperto, una dote meritata e non innata. Lamrael sarà in grado di infondere fiducia agli alleati, ogni personaggio sarà istintivamente portato a fidarsi di lui, a combattere con maggior sicurezza e non si perderanno d'animo nemmeno nelle condizioni più disperate [Pergamena Aura di coraggio]. Inoltre, grazie agli anni di battaglie, di scontri contro demoni, di guerre e mischia, in cui Lamrael è sempre riuscito a sopravvivere, ha sviluppato dei riflessi fuori dall'ordinario che gli hanno permesso sempre di reagire prontamente a ogni tipo di situazione e portare il culo sempre a casa. Inoltre, grazie agli allenamenti, alle battaglie, grazie all'utilizzo costante della sua grossa spada, Lamrael ha sviluppato ancor di più la sua già notevole forza superando i suoi stessi limiti. In termini gdr Lamrael, acquisisce passivamente 1 CS in riflessi + 1 CS in forza [Diamante x2].


Note: A te caccino ^^ è l'alba, siamo in uno spiazzo e Lamrael ti cerca.



Edited by Lud† - 10/4/2014, 08:56
 
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Caccia92
view post Posted on 11/4/2014, 19:41




E r d k u n
« Caduta nelle Tenebre »



Il sole divenne nero come un sacco di crine,
la luna diventò tutta simile a sangue.
Le stelle del cielo si abbatterono sopra la terra,
come un albero di fichi, sbattuto dalla bufera,
lascia cadere i frutti non ancora maturi.


jpg

Il cielo si ritirò come un rotolo che si avvolge,
e tutti i monti e le isole furono smossi dal loro posto.
Allora i re della terra e i grandi, i comandanti,
i ricchi e i potenti, e infine ogni uomo, schiavo o libero,
si nascosero tutti nelle caverne e fra le rupi dei monti.



« Respira. »
Respiro.
« Che cosa senti? »
Sento odore di muffa, di marciume, di escrementi, di fogna.
Odore di sudore, di pesce andato a male, di denti gialli e sporchi, di pasti lasciati troppo tempo al sole.
Odore di disperazione, di paura e vergogna.
« Questa è Taanach. Ora guarda. »
Guardo.
« Che cosa vedi? »
Vedo barboni rannicchiati per terra, mercanti che vendono organi, ragazzi senza braccia.
Vedo gente sudicia ammassata negli angoli delle baracche, puttane senza vesti, ladri senza naso.
Vedo le aberranti creature dei bassifondi e i vermi di città.
« Questa è Taanach. »
...
« Non deve sopravvivere alla guerra. »





Portò le mani sulla testa, schiacciando le tempie con la superficie dei palmi. Pressò per alcuni minuti, socchiudendo le palpebre per il dolore lancinante che trapassava il cranio. Nella mente, immagini simili a lame d'acciaio scorrevano avanti e indietro, avanti e indietro, avanti e indietro. Rosso, bianco, rosso, bianco, visioni fugaci di un santuario di ossa, cielo scosso da fulmini e lampi abbaglianti, tombe scoperchiate nell'oscurità. Bisbigli insistenti, pioggia di parole suadenti e perforanti. Schiacciò ancora, scuotendo il capo per allontanare quel pulsare maledetto, quel respiro che lasciava nel cervello i residui di una decadenza passata. Non ci riusciva, forse perché non voleva. Gli restava solo un eco del suo mondo.

Attimi di onnipotenza nell'ultimo scorcio del rituale, l'inalazione di un'immortale energia...
...gloria unificata ad un principio di distruzione talmente puro e forte da far tremare la terra...
...svanisce tutto in una nube di fumo nera come la notte, mentre l'alba compare all'orizzonte.


L'alba era comparsa, rapida e rinnovata. I primi raggi del sole si erano abbattuti sulla sua maschera, inondando di luce l'osso perfetto e levigato. Aveva chiuso gli occhi per diversi secondi, meravigliandosi di essere sopravvissuto al passaggio da una dimensione all'altra. Niente era scontato quando un pezzetto della tua anima si stringeva allo spirito di un demone. Ma quella simbiosi antica e mai spezzata lo aveva sbloccato, lo aveva reso più determinato. Gli aveva donato un altro scopo. In un'esistenza completamente priva di sentimenti, possedere un'identità diventava l'unica via per non cadere nella pazzia. E lui ora aveva un'identità, forgiata in secoli di omicidi e massacri e oscurità. Gli mancava solo un ultimo passo per plasmarsi come Abominio di Asgradel: cadere nelle tenebre. Un processo che prevedeva il totale annientamento della vita passata e dei ricordi lasciati a marcire all'ombra dei propri passi. Così era tornato a Taanach, alle origini, all'inizio di ogni cosa, alla città dove le persone non contavano nulla e i titoli dicevano tutto. Gli sguardi della gente scivolavano sulla sua cappa scura, attardandosi sulla maschera e sulle pupille trasparenti. Avevano dimenticato? Avevano scordato la tempesta che si era abbattuta sulle mura qualche tempo addietro? Non lo credeva possibile: persino gli stolti mantenevano l'istinto di sopravvivenza. No, c'era dell'altro in quei volti assenti e scoraggiati, una disperazione che rasentava l'apatia. Taanach si era spezzata, il Goryo era scomparso e il popolo non vedeva un futuro. Per quel motivo lui era giunto, per dare un senso alla trasformazione dell'Akeran.
« Il Cimitero è qui, devi solo volerlo. » rimbombò la sua mente « L'argilla migliore è la carne putrida prodotta dalla guerra. »

Fece un passo, calcando il suolo ciottolato della Città Occulta. Colpire direttamente Taanach poteva essere rischioso, specialmente in quel momento in cui i Triarchi si stavano elevando al pari di istituzioni governative. Gli agglomerati di case e le piazze interne erano fortificate, presidiate da legioni di mercenari e soldati addestrati per l'occasione. Se una parte del popolo aveva scordato l'attacco dei morti all'avamposto Nord, sicuramente i Triarchi non erano così sciocchi. Probabilmente le arterie principali brulicavano di sentinelle. No, non sarebbe cominciata come l'ultima volta. La minaccia doveva partire da un posto isolato, dimenticato da tutti, sfuggito allo sguardo dei nobili. La Città Occulta faceva parte di Taanach, ma era un quartiere che si aggrappava alle mura del perimetro, un'appendice povera e marcia della struttura urbana vera e propria; un luogo di disperazione, abbandonato dai ciechi borghesi e dai sovrani, troppo impegnati a risanare le menti della gente che per molto tempo era stata sotto il dominio del Goryo. La malattia più grave e pericolosa intaccava sempre la parte di corpo meno interessante, meno evidente. Il suo virus poteva sviluppare un ceppo solo rimanendo invisibile, aggrappandosi come faceva il quartiere fatiscente. E lui non si sarebbe rivelato fino alla nascita del conflitto, quando la peste dei demoni sarebbe corsa dovunque su ali di tenebra.

Camminò nel fango e nella melma, fluida ombra tra le macerie. Il suo sguardo si posò su una panchina rotta ai margini di una piccola baracca. Sopra la panchina, curvo e sudato, con vestiti rattoppati e una folta barba grigia, sostava un anziano contadino. Le labbra dell'uomo erano incrostate di saliva e la pelle bruna sembrava intaccata da qualche morbo. Si avvicinò e si mise accanto al malato. Lo fissò intensamente e scorse una visione di morte: il corpo dell'anziano era riverso a terra, la testa che rotolava lontano dal collo, tranciato da una lama. Sorrise e comprese di essere seduto vicino ad un cadavere. Se non ora, nelle prossime ore.

« Guarda, vecchio. Cosa vedi? »

Fece un gesto con la mano, comprendendo tutto e niente.
Il contadino non sembrava affatto sorpreso dalla domanda. Non si girò nemmeno.

« Vedo un bambino che cerca la madre, piangendo... » gli occhi stanchi si spostarono « ...vedo Hans che spala merda accanto ad una bettola...vedo una puttana che ha più anni di me. »

Un sorriso appena accennato deturpò la pelle marmorea sotto la maschera d'osso.

« E che futuro potrebbero avere queste persone? »

La risposta arrivò subito, sicura, carica di convinzione. Vera.

« Nessuno. »

...

« Esattamente. »

Io darò un futuro a questa terra. Quando tutti saranno scheletri, non esisteranno diversità o miseria o malattia.
Quando tutti saranno morti, la pace sarà eterna. E Asgradel diverrà il nuovo Cimitero.



_ ____________________________ _



I demoni erano il mezzo che aveva scelto per portare la sua guerra. Dopo aver spezzato il sigillo, si era messo alla testa di un esercito di mostri deformi per portare il primo messaggio nell'Akeran. Dagon aveva cercato di impedirglielo, ma era soltanto un altro dannato alla ricerca di gloria. Il progetto che si formava nella sua mente rappresentava qualcosa di più ampio, quasi utopistico. Per portare l'ordine necessitava di una terra libera dai pregiudizi, dalla società moderna e dai vincoli che le razze di Asgradel si erano imposti. Non poteva cominciare a piantare e coltivare le sue idee senza estirpare le erbacce che erano cresciute. La distruzione della vita era una tappa obbligata. Il ciclo era limpido e cristallino, privo di sfumature: morte e rinascita. Caduta e resurrezione. Nessun mondo si era risollevato dalla decadenza senza essere passato dall'annientamento.
E lui avrebbe accompagnato il continente verso la giusta Fine.

L'alba sorgeva in quel momento, generando ombre aberranti sulle case e sui volti degli uomini. Davanti al suo sguardo scorreva la monotona quotidianità della Città Occulta. Sollevò il braccio destro e dai lembi del mantello comparve una mano pallida. La strinse a pugno per qualche secondo, poi la dispiegò improvvisamente. Le dita ossute indicavano tutto il quartiere dimenticato di Taanach. Dal buio, dai vicoli, dal fango, dalle palizzate e dalle baracche scattarono le creature nere, demoni sviluppati nelle profondità dell'Abisso. Animali corrotti, con le teste allungate protette da un'esoscheletro chitinoso, le mascelle schioccanti, i corpi snelli e potenti, le code ricoperte da spuntoni ossei. Urnack.
Fu il caos.
Schizzi di sangue sulle pareti, urla agghiaccianti, gemiti di disperazione. Frenesia, bagliori di denti e artigli, clangore di spade e scudi. Volti e ghigni feroci, guerrieri improvvisati e mostri allo sbaraglio. Gli Urnack non sembravano possedere una tattica d'attacco o una formazione precisa, ma gli uomini erano stati colti di sorpresa e non erano equipaggiati. Il fronte dei demoni spingeva dilaniando e squartando, mentre le difese arretravano poco a poco. Lo scontro si stabilizzò subito in una piazza sgombra che collegava diversi vicoli e stradine della Città Occulta. Molti nani trasandati, spuntati come funghi dai baraccamenti e dalle bettole, gridarono la rivalsa. Questi ultimi combattenti parevano accecati dalla rabbia e dall'odio, mulinavano le asce come forsennati. Gli Urnack non preferivano alcun tipo di nemico, tuttavia si resero conto della pericolosità dei soldati nanici.

La disperazione contro l'istinto. L'onore contro la ferocia.
La morte per tutti.


Non si sarebbe rivelato. Non ancora. La confusione poteva attirare compagnie...indesiderate.
L'occhio rosso valutò il campo di battaglia, localizzando il vecchio contadino decapitato. Sopra il corpo martoriato, con la spada levata al cielo, stava un uomo in armatura cremisi. Fissò per un istante il volto abbronzato e spigoloso dell'uomo, poi passò oltre. Non lo conosceva e non gli interessava un singolo individuo, per quanto bardato o abile con la lama. Il suo compito consisteva nel favorire l'incursione dei demoni, spezzando le difese più interne.
Così attese la lenta avanzata del suo esercito, nascosto all'ombra di un rudere che dava sullo spiazzo.
Paziente e immobile.






CITAZIONE

——— R e e K ———

Critico {36%} ~ Alto {18%} ~ Medio {9%} ~ Basso {5%}


Fisico: Illeso
Mente: Illesa
Energia residua: 100%
CS: Negromanzia [4]

Oggetti ———
Realgar, Mano del Diavolo - "Rubino" [1] + "Miscela Debilitante" [1]

Passive ———
Dovere della Morte - Possibilità di partecipare ad eventi Toryu
Immortale - Immortalità
Inflessibile - Possibilità di trasformazione anche alla luce del sole
Insensibile - Straordinaria resistenza al dolore
Oscuro - Totale occultamento nelle tenebre
Instabile - Cambio di CS dovuto alla trasformazione
Inconcepibile - Aura di timore che influisce sui non demoni con energia pari o inferiore
Controllo - Tempo di evocazione pari a zero; un CS aggiuntivo (Forza) alle evocazioni; possibilità di condividere i sensi con le creature evocate
I quattro Comandi - Possibilità di evocare un qualsiasi cavaliere dell'Apocalisse in luoghi di morte e disperazione.
La Morte che Vive, la Morte che Muore - Passiva Psionica che muta l'aspetto di Reek per qualche istante; passiva che consente di vedere una persona nel momento in cui essa morirà
Sovrano del vero - riconoscimento delle illusioni sul campo. Non permette di guardare attraverso di esse, né di dissolverle passivamente; le tecniche dell'artefatto possono essere lanciate dall'occhio, a qualunque distanza esso si trovi da Rage
Lich - L'aura di Reek non può essere rilevata, antiauspex
Gloria della Decadenza - Le creature non morte evocate da Reek hanno un CS aggiuntivo (Forza)

Attive ———
x

Riassunto/Note ———
Comincio anche io. Quello che voglio fare con questo scritto è immedesimare il lettore nella psicologia di Reek, convincerlo che le sue idee sono sensate e la sua visione di un modo privo di vita è giusta. Ho immaginato la Città Occulta come un quartiere che si aggrappa a Taanach, popolato da ogni sorta di feccia umana. Proprio questa zona rappresenta lo sfondo perfetto per sviluppare il progetto del mio personaggio, il progetto di realizzare un nuovo Cimitero dei Mondi. Il legame con l'Abominio è mutato in qualcosa di più solido e ancestrale (come si vedrà alla conclusione di Nucleo del Nulla). Le parti in nero, sussurrate nella testa di Reek, sono proprio le parole del mostro.
Visto che hai scelto il luogo del duello e hai presentato una battaglia tra nani, uomini e demoni, ho cercato di assecondarti e, allo stesso tempo, di giustificare la scontro in corso nella piazza. Il vecchio citato nel tuo post è lo stesso descritto da me - Reek sapeva come sarebbe morto grazie alla passiva della maschera. Reek guida gli Urnack, demoni bipedi e corazzati, all'assalto del quartiere. Decide di restare nell'ombra e intervenire solo se necessario, poiché non vuole rivelarsi come autore del conflitto. Non ti conosce e non gli interessi, anche perché non sa che lo stai cercando.
La primissima parte di testo è un piccolo trafiletto preso dall'Apocalisse di Giovanni.

 
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view post Posted on 16/4/2014, 19:40

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Togliete a un uomo il cibo e lui avrà fame.
Toglietegli la casa e lui avrà freddo.
Toglietegli il sonno e lui sarà stanco.
Dategli un’ideale in cui credere e lui sarà inarrestabile.


La battaglia finalmente crebbe tra le stradine della città occulta, come un miasma venefico s’innalzò il clangore delle armi, il rumore della rivolta pervase le vene del guerriero rosso come il sangue stesso che alimentava i suoi organi e dunque la sua stessa vita. Inspirò quell’aria corrotta dalla battaglia, pregna del sudore degli uomini e dei nani, ricolma dall’odor della morte e dal puzzo fetido dei demoni. Sorrise, calando la spada sul capo del primo di quei tanti demoni, che avrebbe ucciso, uno dopo l’altro.

Solo ammazzandoli tutti i cittadini di Taanach sarebbero stati liberi.

Mentre lui avrebbe semplicemente calmato la sua sete di sangue. La sua bestia.

Gli Urnack invasero la piazza, crebbero in numero minacciando d’ infrangere l’equilibrio di quella battaglia in favore dei demoni. Lamrael sentì la rabbia fluire nel suo corpo, sentì il disgusto crescere nelle sue budella e la bestia ruggire nel profondo delle sue viscere. Qualunque cosa animasse il suo corpo, poteva sentirla ruggire, poteva sentirla graffiare rabbiosa e famelica.
Perché quella bestia, assetata di sangue demoniaco, aveva fame e voleva uscire. Lamrael parve ruggire nel cielo, come un leone, una fiera indomita, gloriosa e letale, potente e mortale.

« La Morte si nasconde? » Rise il guerriero, schernendo quel demone che tardava a palesarsi dinanzi ai propri occhi, « la Morte ha paura? » Alzò entrambe le braccia al cielo, aprendo l’ampio petto in gesto di sfida.

Eppure nessun segno divino parve palesarsi, solamente un altro Urnack desideroso di trovare, lui si, la morte.

« Sei una delusione »

Il mercenario lo guardò furioso, non dandogli nemmeno il tempo di avvicinarsi per scalfirlo, urlando fece esplodere la sua rabbia. La sua spada squarciò il petto della creatura, che si accasciò al suolo inerme e senza vita, accompagnata da un fiotto di sangue nero che spruzzò ovunque nella piazza.

« Uomini, nani! »

Lamrael esordì, mentre il corpo di un altro Urnack cadde senza vita ai suoi piedi. Sapeva, Lamrael, di avere una certa influenza sugli animi della gente, come se, aver ucciso centinaia e centinaia di demoni, gli avesse donato quel potere particolare. Ogni persona era disposta a fidarsi di lui, ad affidare la propria vita nelle sue mani da guerriero e da condottiero.

Lui era il campione della folla.

Come un gladiatore idolatrato in ogni dov’è, come l’elemento più forte d’un esercito.
Non era nato per essere un capo, semplicemente gli eventi lo avevano forgiato per diventarlo, un giorno.
L'uomo indicò il gruppo di Urnack che stava scendendo per i vicoli della loro città, che la stavano deturpando solamente con la loro merdosa presenza.

« Risaliamo il vicolo, rimandiamo nell’Abisso i demoni. »


Alzò di nuovo la titanica spada al cielo con una sola mano, le persone parevano impressionate dinanzi a tale forza, rapite dal guerriero rosso.

« Uniti ce la faremo, divisi moriremo.
Inseguite la libertà che per troppo tempo il muro vi ha negato, fate si, che voi dimenticati, possiate essere ricordati in questo giorno di morte e guerra. Fate rimbombare le vostre voci in un unico grido…
»

Sorrise, sapeva di averli in pugno, sapeva di aver fatto leva sui loro sentimenti, sulla loro oppressione, sulla loro comune rivalsa verso i nobili e i demoni di Taanach. Perché tutti loro, nani e uomini liberi, erano i rinnegati di Taanach, tutti loro bramavano la libertà. Li guardò in faccia brevemente, uno a uno, erano esseri mangiati dalla fame, corrosi dalla povertà, dalle vesti strappate e dalle ossa sporgenti.

« …di LIBERTÀ! »
Il guerriero prese fiato, assaporando l’ebrezza di quel momento.
(Lamrael avrebbe guidato il suo attacco contro i demoni, avrebbe finalmente stanato la Morte dal suo nascondiglio).

Nell’aria s’alzò un grido, dieci grida, cento grida.
Intonando tutte il motto d'uno stesso vessillo.

« Libertà! »
« Libertà! » « Libertà! »

Scandivano all’unisono uomini liberi e nani. Un’unica voce che s’innalzo nel cielo, che rimbombò tra i vicoli fatiscenti di quel quartiere abbandonato dagli Dei. Era il fervore della folla, il fuoco ancora vivo dei dimenticati, di quelle lingue di fuoco che s’animavano sospinti dalla fiamma di Lamrael. Il guerriero rosso era un puro braciere che avrebbe inglobato tutte le altre fiammelle, un fuoco di vendetta che sarebbe presto divampato per tutto il continente. Il suo fuoco purificatore avrebbe investito ogni demone.
Perché solo uccidendoli tutti sarebbe stato finalmente libero.

« Uccidiamoli TUTTI! »

Gridò il guerriero, facendo uscire la rabbia dal suo corpo, esplodendo in un grido di battaglia. Lui, e i suoi improvvisati soldati, avrebbero risalito il vicolo dal quale gli Urnack venivano sputati, per giungere in seno a colui che conduceva quell’attacco. Poiché era un gruppo troppo folto per essere improvvisato, qualche bastardo li aveva richiamati dall’Abisso, e sperò con tutto il cuore che quel bastardo fosse stato Reek.
_________ ____________________________ _________

Fu una carneficina, demoni, uomini e nani finirono riversi per terra senza vita. Una moltitudine immane di cadaveri ammassavano ora le strade, la fanghiglia perenne della città occulta si alimentò ancor di più col sangue dei caduti, pozze rossastre coloravano di vermiglio il verde della muffa e della putrefazione. Per Lamrael erano morti solo i deboli, gli inutili, quelli troppo deboli per sopravvivere a una battaglia che non gli spettava. Perché quella era la sua battaglia e loro erano solamente la sua carne da macello, e dei morti non sapeva che farci. Nessuno li avrebbe pianti a Vecchia Taanach, nessuno avrebbe ricordato chi sarebbe perito in quella battaglia. I sopravvissuti, forse loro, avrebbero avuto una speranza di non essere dimenticati. Il piccolo manipolo di uomini sopravvissuti, che avevano sbaragliato molti Urnack, erano ormai quasi collassati al terreno, stanchi e ricolmi di ferite. Ampi tagli erano disegnati sui loro corpi, le armi di fortuna erano tenute in mano con difficoltà, il respiro era affannoso, eppure il riverbero della libertà baluginava ancora nei loro occhi, e Lamrael seppe che non si sarebbero arresi fin quando non avessero spirato l'ultimo respiro, o lo avesse spirato lui, il baluardo ultimo della loro speranza. Improvvisamente, giunti in presenza d’un piccolo rudere malmesso, di cui rimaneva in piedi solo lo scheletro e qualche rara colonna, Lamrael avvertì una presenza oscura, una forza celata nell’ombra, che lo intimidiva ma al contempo riempiva il suo cuore di vita. Sorrise il guerriero, togliendosi il mantello nero, gettandolo a terra come se fosse un inutile impedimento. C’era qualcuno che si nascondeva alla sua vista, come un vigliacco.

« Sapete perché sentiamo sempre la vostra presenza, demoni? »

Il guerriero annusò l’aria come un segugio, come un cacciatore che vuole individuare la propria preda.
Perché, chiunque esso fosse e benché fosse più pericoloso degli Urnack, non meritava di continuare a respirare la sua stessa aria. Era un demone e un vile. Non c’era nulla di peggio.

« Perché puzzate… »

Lamrael sorrise, dalla cintola estrasse una boccetta di vetro minuscola, contenente un liquido rosso acceso, molto forte. L’uomo ingurgitò l’intruglio, stranamente aveva un sapore dolce, immediatamente sentì la forza crescere, i muscoli gonfiarsi e le vene diventare visibili sulla sua pelle. L’armatura avrebbe celato il cambiamento del suo corpo a chiunque lo guardasse. Lamrael scaraventò la boccetta di vetro in terra, che s’infranse con violenza sul ciottolato, il vetro che la componeva si disperse in tanti piccoli pezzetti spargendosi per il terreno accompagnati da un rumore sottile, da un piccolo tintinnare.

« puzzate di cadavere. »
Disse con disprezzo, disse facendo intendere che erano già morti, che lui era già morto.
"Trovato."

Disse a bassa voce, lo avrebbe ucciso rapidamente e in poco tempo, per dimostrare a tutti che lui era il più forte e che nessun demone poteva nascondersi dalla sua lama. Lamrael alzò la spada, mostrando l’acciaio al cielo, infine con violenza colpì il terreno, facendo penetrare la punta all’interno del ciottolato. Tutta la sua energia venne condensata in quel punto, per un momento sentì la fiamma che animava il suo animo scorrere dal suo cuore al suo braccio e infine traversare la spada e immergersi nel terreno. Poco distante da lui una colonna di luce rossa sarebbe esplosa nei pressi del rudere. Ma Lamrael non avrebbe visto nulla, non avrebbe atteso ancora, si sarebbe lanciato contro l’origine di quella presenza con veemenza e, con tutta la sua forza, avrebbe menato un singolo fendente al capo, per decapitarlo.
Qualunque fosse stato l’esito del suo attacco Lamrael sarebbe tornato indietro, alla luce ben visibile da tutti, sorridendo.
Sfidando il demone qualora fosse rimasto ancora in piedi, ancora vivo.
Nel contempo, intorno a lui, nani e umani urlavano per incitarlo, urlavano ritrovando la forza che avevano perduto, innalzando le proprie armi contro i nemici, invadendo la città occulta con il loro grido. Per non essere mai più dimenticati.
Mai più in catene.


Lamrael Redskin



5 cs Forza + 1 cs Riflessi + 2 Forza


Energia: 75%
Status Fisico: //
Status mentale: //
Armi: Spadone Ammazzadraghi; armatura completa



Abilità Attive:

Meaning Hunter

A volte bisogna scovare la propria preda dal proprio nascondiglio, altre volte l'avversario è abile a celarsi nelle ombre, a nascondersi dagli occhi. Lamrael ha sviluppato un ulteriore senso, come se tutti i suoi sensi collaborassero per fiutare la propria preda, un leone a caccia. La tecnica ha natura psionica. Lamrael dovrà concentrarsi su un singolo bersaglio nemico, riuscendo così a seguirne i movimenti a prescindere da eventuali tentativi di depistaggio da parte del suddetto avversario. La tecnica consiste in una forma di auspex a bersaglio unico, che permette a Lamrael di individuare il proprio nemico designato scoprendone così la posizione. Ha una durata di due turni, compreso quello di attivazione. Non cagiona danni in quanto non è da considerarsi offensiva e potrà essere disattivata in qualsiasi momento. Ha un consumo basso. [Pergamena Individuare il nemico].

Anti Demons

Eppur, nel primo caso, la sua tecnica è utile soprattutto quando Lamrael si trova accerchiato da una buona porzione di demoni, ma il guerriero rosso deve poter combattere anche quando testa a testa con un demone, anche quando si ritrova di fronte a un mostro gigantesco. Lamrael utilizzerà un'arma, o qualunque parte del suo corpo, per trasferire la sua energia dalla sua anima al terreno. A quel punto, il terreno verrà percorso da questa forza fino a giungere sotto i piedi dell'avversario e, in quello stesso momento, una colonna di luce rossa esploderà dal terreno per ustionare il demone. La tecnica ha natura magica, dominio sacro. Tramite un consumo Alto di energie, Lamrael colpisce il terreno con forza, trasmettendo l'energia sacra dal suo corpo al terreno. L'energia attraverserà rapidamente la distanza tra lui e l'avversario fuoriuscendo ai piedi di quest'ultimo. La tecnica provocherà danno Critico agli avatar notturni mentre, contro gli avatar diurni, il danno declasserà a Medio. Al momento della difesa, tuttavia, conta come una tecnica di potenza Alta. [Pergamena Colonna di luce].

Abilità Passive:

Normal Hero

Null'altro che un umano, un contadino forgiato dal sudore e dalla fatica, un guerriero addestrato alle armi da un padre troppo severo e non troppo abile. Eroe creato dal caso e dal destino avverso, un eroe atipico e moderno, dalla grande forza e dall'incredibile resistenza alla stanchezza e al dolore. Umano dello Akerat, lì dove li dove la vita è più dura e il nettare della povertà contamina l'acqua e abbevera gli infanti più del seno della madre. Lamrael è instancabile, mai arrendevole. Fino alla fine delle sue energie Lamrael continuerà a combattere per ciò in cui crede. In termini di Gdr Lamrael raggiunto il 10% delle energie infatti, non sverrà. Ciò però non significa che non sarà stanco raggiungendo il 20% e non morirà raggiungendo lo 0% [Abilità Raziale]. Corpo forgiato dalla fatica e dal lavoro, dal fisico muscoloso e ben allenato. Contadino avvezzo al dolore fisico, dalla grande forza e dalla grande resistenza alle ferite più di qualsiasi altro umano. Lamrael non è come gli altri, la sua condizione e il suo luogo natio hanno sviluppato in lui caratteristiche diverse e particolari che lo hanno reso più simile a demoni, gli stessi che lui caccia e abbatte. Lamrael sarà in grado di maneggiare armi pesanti come se fossero armi normali, inoltre sarà insensibile al dolore a avrà una resistenza alle ferite maggiore rispetto agli altri, divenendo così in grado di sopportare due mortali prima di morire. La sua capacità lo porterà persino a combattere o a utilizzare arti rotti, sarà in grado dunque di correre con una gamba spezzata o effettuare un fendente con una spalla lussata, rischiando persino di aggravare la situazione, ma Lamrael non si fermerà fino alla morte [I-II-III Passiva del talento Avanguardia + Pergamena Irriducibile]. Eroe normale per definizione, la sua forza più grande è quella di non arretrare mai dinanzi ai maghi e i demoni, anzi è dinanzi a loro che Lamrael combatte con ancor più forza e devozione, divenendo in grado di accrescere le sue doti fisiche. In termini di gdr ogni qual volta l'avversario utilizza tecniche magiche, le caratteristiche fisiche di Lamrael crescono. Per la durata di quel turno Lamrael acquisisce 2 CS in caratteristiche fisiche [Passiva personale]. Alcune persone nascono con la dote del leader, con un carisma superiore rispetto a tutti gli altri. Questo non è il caso di Lamrael, sconosciuto che gli eventi lo hanno portato a divenire eroe, uomo dal grande coraggio e dalla grande forza di volontà che gli eventi hanno forgiato in un leader, in un comandante esperto, una dote meritata e non innata. Lamrael sarà in grado di infondere fiducia agli alleati, ogni personaggio sarà istintivamente portato a fidarsi di lui, a combattere con maggior sicurezza e non si perderanno d'animo nemmeno nelle condizioni più disperate [Pergamena Aura di coraggio]. Inoltre, grazie agli anni di battaglie, di scontri contro demoni, di guerre e mischia, in cui Lamrael è sempre riuscito a sopravvivere, ha sviluppato dei riflessi fuori dall'ordinario che gli hanno permesso sempre di reagire prontamente a ogni tipo di situazione e portare il culo sempre a casa. Inoltre, grazie agli allenamenti, alle battaglie, grazie all'utilizzo costante della sua grossa spada, Lamrael ha sviluppato ancor di più la sua già notevole forza superando i suoi stessi limiti. In termini gdr Lamrael, acquisisce passivamente 1 CS in riflessi + 1 CS in forza [Diamante x2].


Oggetti usati:

Droga del potere

Un liquido di colore rosso riposto in una boccetta di vetro di piccole dimensioni che, se assunto, aumenta i Cs in forza di 2 unità per due turni di gioco. [Corallo]

Note: Spinto dagli eventi, Lamrael si carica sulle spalle i nani e gli uomini liberi, visto anche la mia passiva mi permetto di farlo, spronandoli a combattere sotto la stessa bandiera per andare contro i demoni. Insieme risaliamo il vicolo spazzando via la prima ondata di Urnack, per non essere prolisso evito di descrivere la battaglia per filo e per segno. Arriviamo al rudere e, grazie alla tua passiva di timore, Lamrael riconosce che in quel luogo c'è qualcuno di forte, qualcuno che valga la pena di combattere. Uso l'auspex per individuarti, visto che sei nascosto, in seguito uso il Corallo per darmi due ulteriori cs in forza e uso prima la pergamena colonna di luce, in seguito parto con un attacco fisico mirato a decapitarti.


Edited by Lud† - 16/4/2014, 22:23
 
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Caccia92
view post Posted on 20/4/2014, 20:33






Sürgün-Zemat
« Buco del Diavolo; notte; POV: Reek, Dagon »



L'oscurità si ammassava come gas intorno alla debole luce emanata dalle torce, minacciando di inghiottirla ad ogni colpo di vento. Faceva freddo, quel freddo intenso che rosicchiava la pelle e penetrava nelle ossa. Le pareti di roccia che racchiudevano l'Abisso fungevano da barriere ai miserabili tentativi dell'aria primaverile di mitigare il gelido soffio proveniente dalla caverna. Nelle profondità della terra, l'inverno era perenne. Senza neve o ghiaccio o sconfinate distese bianche. Persino la pietra si crepava a contatto con l'esalazione della grotta dei demoni. Una malattia che prendeva piede lentamente, inesorabile e inflessibile, corrompeva ogni cosa. Il paesaggio circostante cominciava già a mutare aspetto.

« Ho atteso centinaia di anni per riemergere. »

Gli occhi fiammeggianti di Dagon dardeggiarono verso la scalinata che portava all'esterno. Il suo desiderio di andarsene da quel luogo era tanto forte quanto patetico, un capriccio infantile e dettato dalle emozioni. Persino uno sciocco avrebbe notato la disperazione in quello sguardo di cenere.

« Non sarai tu a fermarmi. »

Quel demone non aveva capito niente. Poteva anche comandare eserciti di mostri, ma la sua bramosia di terra e sangue lo avrebbe portato alla distruzione. Il tempo era cambiato, i popoli non avevano più timore delle tenebre. Il mondo stesso si era immerso nel buio, contaminato dagli orrori scatenati dalle guerre.

« Fermarti dopo averti liberato? La tua mente è arrugginita, Dagon. »

Il silenzio tornò a regnare per un istante.

« Hai spezzato il sigillo...volutamente? »

Sarebbe stato molto difficile rimuovere il marchio senza sapere come fare. Dagon, evidentemente, pensava che i nani fossero degli sciocchi, che non avessero preso misure di sicurezza efficaci. In effetti, senza quella nota sul libro della biblioteca della Chimera, i demoni non avrebbero mai rivisto la luce del sole. Tutti quelli che avevano contribuito alla costruzione della prigione magica erano morti e la formula si era persa nelle memorie scomparse della vecchia Era. In Catene...non più e mai più. Quella frase sembrava così familiare, così attaccata al suo passato. Ora possedeva abbastanza potere per gestire il suo futuro, ma le orde dell'Abisso erano necessarie al suo fine.
Odiava dare spiegazioni.

« Questo mondo sta cambiando ed è pronto a cadere. »

Scrutò nell'oscurità della grotta. Altre creature erano in ascolto.

« Serve solo un'altra guerra, l'ultima guerra. E quando ci sarà troppa disperazione, quando il dolore invaderà le strade e i cuori, la gente si renderà conto che il continente di Asgradel non può sostenere altre perdite. »

Sì, lui poteva percepirlo. Taanach stava già pagando lo scotto, con il clan Goryo disfatto e il popolo ridotto alla fame. Avrebbero sopportato il dominio delle istituzioni ancora una volta? Con nani e demoni in lotta, la confusione avrebbe incentivato i focolari delle ribellioni. Poi sarebbe giunta l'oscurità, il sangue e il fango. Tutti dovevano perdere qualcosa.

« Allora invocheranno la Morte e io sarò pronto a rispondere. »




¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯45px-Skull-Icon.svg¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯


Taanach
« Città Occulta; alba; POV: Reek »




La battaglia imperversava. Ogni angolo fagocitava demoni e mostri, ogni fazzoletto di terra era occupato da uomini e nani che tentavano disperatamente di respingere l'offensiva. I suoi occhi potevano osservare gli schizzi di sangue che coloravano il fango delle strade, gli arti mozzati che rotolavano per terra, le cataste di cadaveri che si ammassavano intorno alla piazza. La morte non faceva distinzione, non selezionava i suoi bersagli. Come un manto oscuro giungeva a velare gli sguardi di chi si era gettato fra le sue braccia. Ed era meraviglioso vedere come animali così diversi cercassero nella morte un motivo per cui vivere, gridassero il suo nome per farsi forza e contrastare l'inevitabilità del destino. Straordinario. La guerra rendeva tutti uguali e capaci di elargire sentenze. Il volto scavato dei poveri della Città Occulta si illuminava di serenità quando l'artiglio del demone trapassava la carne; l'espressione orrenda dei mostri si afflosciava quando la lama penetrava l'esoscheletro. I nani parevano gli unici a combattere senza considerare l'istinto di sopravvivenza, gettandosi nella mischia urlando qualcosa che riguardava la libertà. Libertà. Quella parola non significava nulla, era solo un pretesto per portare le folle a ribellarsi al loro sovrano, alla loro natura e all'inutilità dell'esistenza.
La Morte era libertà. La Morte poteva cancellare tutte le catene.

« Preparate il mondo alla nuova oscurità... »

Sollevò il braccio sinistro. Un uomo cadde sui ciottoli. Sollevò il braccio destro. Un demone sputò veleno.
Era lui che conduceva i vivi nelle tenebre.

« ...preparatelo per il nuovo Cimitero. »

Era lo scopo di quella guerra. Aveva tolto il marchio dall'Abisso per gettare Asgradel nel panico, per indurlo a sfinirsi, a consumare anche le ultime energie rimaste. Avrebbero combattuto e sarebbero morti. Come per Norren, la battaglia sarebbe proseguita fino all'esasperazione, costringendo entrambe le parti a sperare nella sua conclusione, in un modo o nell'altro. I nani e gli uomini avrebbero implorato la disfatta dei demoni e i demoni avrebbero richiesto la vittoria totale su umani e nani.
Solo uno poteva soddisfare tutte le razze: Reek, l'Abominio. Attraverso l'apocalisse e la distruzione. Oblio e discordia. Privazione e dolore.
La cancellazione di ogni colore, sfumatura o pensiero. Il ritorno all'assenza di vita.

Così sarebbe emerso il Cimitero dei Mondi, dalla cenere e dalla polvere, dando un senso alla decadenza e alla putrefazione.

« Qualcuno ti ha trovato. »
All'improvviso, la mente rimbombò dell'avvertimento.

No. NO! La sua mano doveva rimanere nascosta, doveva celarsi nel buio delle retrovie. Se le persone avessero compreso la reale entità dell'attacco, non avrebbero più combattuto per sopravvivere. La speranza di vincere era l'elemento che spronava quei disperati a lanciarsi contro i nemici, continuando ad infarcire la terra con la presenza dei loro cadaveri.
Nella sua testa esplose una rabbia incontrollabile. Il corpo si preparava a contrastare un avversario, lo spingeva ad uscire allo scoperto.

Percepì l'energia che, velocemente, scorreva nel sottosuolo e tentava di raggiungerlo. Era vero, qualcuno lo aveva trovato.
L'essenza dell'Abominio lo ricoprì interamente, come una molla che era scattata al primo segnale di pericolo. Dai suoi piedi emerse un involucro di ossa, un guscio composto da vertebre, scapole e teschi ingialliti. Le pareti si contorsero e si plasmarono, dando forma ad una barriera estremamente resistente. Il rombo di una forza sconosciuta si infranse contro la copertura ossea, sgretolandola in pochi secondi. Quando i pezzi cominciarono a crollare, il suo sguardo era già acceso di un'ira profonda. Catturò l'immagine dell'uomo in armatura rossa che lo caricava, brandendo la pesante spada che, poco tempo prima, teneva sollevata al cielo in mezzo alla piazzola. Dunque era lui che cercava la Morte. Un comportamento strano per un essere umano, un gesto privo di logica. Chi era tanto sciocco da desiderare la fine della vita?

« Pare che dovrai fare uso di me prima del previsto. »
La risata, simile ad un latrato, proruppe dai recessi del suo spirito.

Sì. Aveva ragione, anche se non voleva ammetterlo. Aspettare non aveva senso. Quando era riemerso dall'Oltretomba, aveva portato con sé l'altra parte della sua anima. Era giunto il momento di mostrare a lui il mondo di Asgradel, di fargli respirare l'aria malsana della terra dei vivi. Era un esperimento che avrebbe rimandato volentieri, ma sapeva che il demone desiderava ardentemente toccare con mano la nuova dimensione.

Goditi l'attimo.
« Stanne certo. »

Il corpo fu colto da una serie di spasmi. La carne si ritirò, la pelle si stiracchiò contro lo scheletro, le spalle si ingrossarono, un mantello sbrindellato calò fino ai piedi. Muscoli e nervi mutarono in qualcosa di simile alle tenebre, mentre il volto veniva sostituito da una maschera nera. Ali di pipistrello, sottili e all'apparenza fragili, prive di membrana, spuntarono dalla schiena ricurva. Il petto si ricoprì di una corazza di placche e protuberanze e artigli acuminati.
L'Abominio respirò, esalando una nube di fumo grigiastra. La forza del Cimitero dei Mondi lo pervadeva.
La lama della falce intercettò quella della spada gigante, cozzando e sprigionando scintille cremisi. Rapida e potente, la Divoracaos spinse indietro l'arma dell'uomo rosso.

« Guarda. Cala la notte sul tuo mondo. »

L'Abominio sollevò un dito pallido e ossuto, indicando il cielo irradiato dal bagliore dell'alba. Velocemente, come un gas sospinto dal vento, il buio allungò la sua mano, stringendo e agguantando le nuvole bianche e l'azzurro delicato. Calò la notte su ali di orrore, una notte priva di stelle e di luna. I demoni sparsi per le strade ulularono e rinnovarono l'intenzione di schiacciare i nemici. Alcuni di loro, ammantati dal nero, si trasformarono in creature più grottesche e spaventose. Il campo di battaglia era stato modificato a loro favore, nuove pozze di oscurità si formavano intorno alla piazza. Le urla accompagnavano il massacro e gli agguati.
L'Abominio, invece, scivolò come un'ombra silenziosa, pregustando lo scontro imminente. Coperto dalla notte, incominciò ad aggirare il guerriero in armatura rossa, cercando di portarsi alle sue spalle. La falce era già sollevata, stretta nella sua presa ferrea. Una volta giunto in vista della schiena dell'uomo, avrebbe vibrato il suo colpo, un affondo dall'alto al basso intenzionato a tranciarlo a metà.

Perché quello faceva la Morte: produceva altri cadaveri.







CITAZIONE

——— A B O M I N I O ———

Critico {36%} ~ Alto {18%} ~ Medio {9%} ~ Basso {5%}


Fisico: Illeso
Mente: Illesa
Energia residua: 100% - (18% + 9%) = 73%
CS: Forza [6] Rapidità [2]

Oggetti ———
Realgar, Mano del Diavolo - "Rubino" [0] + "Miscela Debilitante" [1]

Passive ———
Dovere della Morte - Possibilità di partecipare ad eventi Toryu
Immortale - Immortalità
Inflessibile - Possibilità di trasformazione anche alla luce del sole
Insensibile - Straordinaria resistenza al dolore
Oscuro - Totale occultamento nelle tenebre
Instabile - Cambio di CS dovuto alla trasformazione
Inconcepibile - Aura di timore che influisce sui non demoni con energia pari o inferiore
Controllo - Tempo di evocazione pari a zero; un CS aggiuntivo (Forza) alle evocazioni; possibilità di condividere i sensi con le creature evocate
I quattro Comandi - Possibilità di evocare un qualsiasi cavaliere dell'Apocalisse in luoghi di morte e disperazione.
La Morte che Vive, la Morte che Muore - Passiva Psionica che muta l'aspetto di Reek per qualche istante; passiva che consente di vedere una persona nel momento in cui essa morirà
Sovrano del vero - riconoscimento delle illusioni sul campo. Non permette di guardare attraverso di esse, né di dissolverle passivamente; le tecniche dell'artefatto possono essere lanciate dall'occhio, a qualunque distanza esso si trovi da Rage
Lich - L'aura di Reek non può essere rilevata, antiauspex
Gloria della Decadenza - Le creature non morte evocate da Reek hanno un CS aggiuntivo (Forza)

Attive ———
Annullare - La difesa perfetta. Reek è in grado di imbastire un qualunque tipo di protezione attraverso le ossa e i cadaveri riesumati. Scapole, teschi e costole si intrecceranno dal sottosuolo per formare barriere, scudi, armature e difese dirette. La potenza delle manifestazioni varia in base al consumo speso per richiamarle. Questo tipo di difesa si genera da Reek stesso.
Consumo di energia: Alto

Oscurare - La capacità di mutare il paesaggio. L'Abominio fornisce un costante flusso di tecniche per trasformare la dimensione di Asgadel in quella del Cimitero dei Mondi. Reek, spendendo un consumo pari a Medio, richiama un buio denso e malefico che oscura il cielo. In un istante il giorno si trasforma in notte, garantendo 2 CS (Costituzione) aggiuntivo alle evocazioni e rendendo possibile ai demoni di assumere la loro forma originaria. L'oscurità permane per due turni.
Consumo di energia: Medio

Realgar, Mano del Diavolo - Nel metallo è stato incastonato un rubino che si attiva durante la trasformazione aberrante dell'assassino, fornendogli capacità fisiche incrementate per un turno (4 CS in Forza).

Riassunto/Note ———
La prima parte riguarda l'incontro tra Reek e Dagon, il signore dei demoni dell'Abisso. L'assassinio spiega a Dagon che il motivo per cui l'ha richiamato è scatenare una guerra nell'Akeran. Tiene per sé lo scopo ultimo del conflitto: preparare un terreno fertile per il suo intervento.
Nella Città Occulta la battaglia prosegue, sanguinosa e violenta. Reek è soddisfatto e attende con ansia che il numero di cadaveri aumenti. Quando entrambe le parti saranno stremate e invocheranno un intervento divino, lui sarà pronto ad elargire morte e dannazione. Proprio per questo rimane all'oscuro, per dare una falsa speranza alla città (è molto sicuro della vittoria dei demoni, guidati dalle retrovie). Quando lo scopri, infatti, è rabbioso. Non ho accennato alle modalità con cui riesci a scovarmi, visto che non sapevo come giustificare l'assenza della mia passiva di antiauspex. Teniamo buona la "puzza di cadavere". Reek, vedendosi costretto a combattere, erige una barriera di ossa per contrastare la tua colonna di energia. Successivamente libera la forma dell'Abominio, incrementando la sua forza (con l'uso dell'oggetto Rubino). Il demone respinge così la tua spada - CS pareggiati - e fa calare la notte sul campo di battaglia. Tutt'intorno, gli altri demoni assumono la loro forma originaria e rinnovano l'assalto. L'Abominio tenta di scivolare alle tue spalle (contando sulla passiva "Oscuro" e "Lich") e colpirti alla schiena con la falce.
A te.

 
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view post Posted on 25/4/2014, 19:23

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L'avvento del sole rosso, dal cielo pioveranno lacrime di sangue.

« Guarda. Cala la notte sul tuo mondo. »

La notte calò come un incubo sul mondo. L’oscurità lambì tra le sue braccia, composte d‘incandescente brace, il chiarore slavato del primo cielo di Taanach. Il male inghiottì l’aurora e fu come se l’inferno stesso stesse vomitando demoni e mostri. Urnack grugnirono riempiendo l’atmosfera, cercando di dominare persino ogni singolo rumore di quel quartiere. Ma alla fine fu la volta dei demoni, sputati fuori dall’Abisso uscirono dal terreno come ombre oscure, presenze malefiche che presero le sembianze d’orridi mostri: lunghi artigli spuntavano da mani ossute, chiostre infinite di fauci fameliche, occhi rossi, gialle e neri baluginavano in quelle pozze di corvina oscurità. Ovunque s’udivano risate, ovunque risuonavano grugniti, ovunque v’erano grida di morte e d’estasi.

Era l’avvento dell’Apocalisse, il risveglio dell’Abisso.
Il presagio della fine del mondo.

« L’oscurità già abbonda nel mio cuore, non la temo. »

Lamrael rise, provando a sovrastare tutto quel rumore, provando a far tacere ogni demone e ogni creatura maledetta. Il destino parve muoversi ancora contro di lui, schernirlo e farsi beffe ignorando i suoi patimenti e i suoi dolori. Gli Dei, che per Lamrael non esistevano, lo avevano di nuovo abbandonato, lasciandolo solo come ultimo baluardo di un’effimera speranza di salvezza. Solo contro i demoni, da uomo si sarebbe eretto contro quei mostri, da uomo li avrebbe combattuti e, sempre da uomo, nel caso sarebbe morto, trascinandoli tutti nell’Abisso. Sentì la falce attraversare la sua schiena, abbattersi sull’acciaio della sua armatura apparentemente impenetrabile. Eppure la lama riuscì a passare, ma fallì nell’intento di lambire la sua carne, di scalfire la sua pelle, di farsi spazio tra i suoi nervi. La lama non riuscì neppure a sfiorarlo, infranse l’armatura, ma non andò oltre, lo sfiorò appena senza causargli alcun danno e alcun dolore. Nemmeno la morte poteva tanto, nemmeno quell’essere così superiore a lui poteva fargli del male. Lamrael non era un soldato esperto, non era addestrato, ma aveva doti che nessuno degli altri guerrieri possedeva. Il guerriero rosso viveva di puro istinto, faceva della forza la sua arma preferita, era un’animale da battaglia. Forse un mostro.

Un mostro che si cibava persino dell’aria satura di magia.

Nel momento stesso in cui quell’essere evocò quella barriera d’ossa, sentì qualcosa dentro il suo animo accrescere, si sentì immediatamente più potente di prima. Il suo cuore pulsò a un ritmo più veloce e incessante, inondando arterie e vene di sangue fresco e pulito, ogni fibra del suo corpo venne lubrificata, ogni suo muscolo divenne più attivo e scattante, in grado di contrarsi e rilassarsi a una velocità maggiore. Lamrael, in quello scontro, non era una preda, ma un feroce predatore.

« Non è abbastanza, tu non sei abbastanza. »
Lo disse a bassa voce, lo disse con sdegno, infondo deluso.

Non dando all’essere il tempo di spostarsi, il guerriero tirò indietro il gomito sinistro con forza e velocità, mirando a colpire il mostro proprio al centro del naso. L’intento era quello di spezzargli il setto nasale, per stordirlo qualche attimo.



In quella frazione di tempo, Lamrael portò il piede sinistro leggermente avanti e ruotò il busto rapidamente, avrebbe colpito il mostro alla cieca, sfruttando tutte le sue capacità per colpirlo con un mezzano roverso proprio al fianco, per dilaniarlo in due parti esatte. In quello stesso istante, s’udì dapprima un rombo roboante, come l’assordante avvento d’un tuono, poi d’improvviso ci fu la luce.

Una luce pura, fantastica.
Una luce priva d’ombra, artificiale, che giungeva in ogni anfratto più oscuro di quella città occulta.

Lo sbatter violento delle ali sovrastò qualsiasi clangore di battaglia in quel quartiere. Un drago immenso e gigantesco, con le scaglie simili al cielo notturno, comparve al centro di quello spazio, e con lui la luce. Le tenebre vennero spazzate via, i mostri furono per un attimo terrorizzati, forse accecati poiché abituati all’oscurità. Il drago ruggì, spazzando via le paure dagli umani e dai nani, immobilizzando così demoni in una morsa di gelido terrore.

« Tu hai un esercito di demoni, io ho un drago! »

Lamrael sorrise, non credeva che quel drago fosse una risposta alle sue preghiere, non pensava che fosse un araldo di qualche Dio, era stato semplicemente fortunato ad avere, in quella guerra, un alleato così inaspettato e potente. Vide Urnack e demoni cadere travolti dalla sua enorme coda, vide gli umani e nani rinvigorire come pervasi da una forza. Lì senti urlare nuovamente per travolgere i mostri che li avevano accerchiati, e ci fu l’ennesimo bagno di sangue, l’ennesima carneficina e altri morti. Ma gli umani e nani questa volta non arretravano, non cedevano il passo a quelle creature.

Lottavano uniti per la libertà e per la salvezza di quel mondo.

Il guerriero rosso alzò di nuovo l’enorme spada al cielo, sentì l’energia attraversargli il corpo, il braccio e attraversare la spada per innalzarsi nel cielo.

« Vedrai il sole piangere il sangue che i tuoi demoni hanno versato. »

Ora poteva vederlo, davanti ai suoi occhi, illuminato da quella luce pura. Poteva vedere l’abominio che era, mentre dentro il guerriero crebbe il disgusto e l’ira.

« Piangerà la sua ira sul tuo corpo, e farà male - sorrise - molto male. »

La rabbia pervase il suo cuore e la sua mente, avrebbe purificato il suo corpo marcio prima di rispedirlo nelle viscere dell’Abisso, dove avrebbe sofferto per l’eternità. In alto, nel cielo bianco, un sole cremisi stanziò per qualche breve istante nel cielo. Era d’un rosso fulgido e vivo, quasi pulsava d’energia propria. Entrambi gli eserciti lo avrebbero osservato per qualche secondo, ammirandolo e maledicendolo, rimanendo comunque rapiti da quel globo. Il sole pianse lacrime di sangue, come lame d’un Dio vendicativo e violento, scesero dal cielo per abbattersi contro l’abominio. Le lame lo avrebbero dilaniato e squartato, avrebbero colpito le sue carni per purificarlo, per cancellare ogni traccia del suo essere demoniaco.
Perché quello non era il volere d’un Dio, quello era il volere di Lamrael.
Lamrael l’ammazzademoni.




Lamrael Redskin



5 cs Forza + 1 cs Riflessi + 2 Forza + 2 Velocità


Energia: 55%
Status Fisico: //
Status mentale: //
Armi: Spadone Ammazzadraghi; armatura completa



Abilità Attive:

Purify

La luce che combatte le tenebre. Spendendo un consumo Medio, per un solo turno una luce abbagliante e pura colpirà l'arena, spazzando via qualsiasi ombra presente, immergendo tutta l'aria in una bolla di luce bianca. Consumo Medio Natura magica (gettone)

Anti Demons

Altresì, il guerriero, potrebbe usare il cielo come veicolo per il suo attacco. Parimenti alla tecnica di prima, Lamrael può alzare una mano, o qualsiasi arma da lui impugnata, verso la volta celeste. Dal suo corpo l'energia confluirà fino al cielo accumulandosi in un unico punto. Un globo rosso stazionerà per qualche attimo in alto, infine si dividerà in sette raggi che si abbatteranno sull'avversario colpendo direttamente le carni.La tecnica ha natura magica, dominio sacro. Tramite un consumo Alto di energie, Lamrael trasmette l'energia sacra dal suo corpo al cielo. L'energia si accumulerà in alto nel cielo similmente a un sole rossp, successivamente sette raggi, di massimo mezzo metro di diametro, s'abbatteranno l'uno dopo l'altro sul terreno, oltrepassando ogni armatura dell'avversario. La tecnica provocherà danno Critico agli avatar notturni mentre, contro gli avatar diurni, il danno declasserà a Medio. Al momento della difesa, tuttavia, conta come una tecnica di potenza Alta. [Pergamena Punizione sacra].


Abilità Passive:

Normal Hero

Null'altro che un umano, un contadino forgiato dal sudore e dalla fatica, un guerriero addestrato alle armi da un padre troppo severo e non troppo abile. Eroe creato dal caso e dal destino avverso, un eroe atipico e moderno, dalla grande forza e dall'incredibile resistenza alla stanchezza e al dolore. Umano dello Akerat, lì dove li dove la vita è più dura e il nettare della povertà contamina l'acqua e abbevera gli infanti più del seno della madre. Lamrael è instancabile, mai arrendevole. Fino alla fine delle sue energie Lamrael continuerà a combattere per ciò in cui crede. In termini di Gdr Lamrael raggiunto il 10% delle energie infatti, non sverrà. Ciò però non significa che non sarà stanco raggiungendo il 20% e non morirà raggiungendo lo 0% [Abilità Raziale]. Corpo forgiato dalla fatica e dal lavoro, dal fisico muscoloso e ben allenato. Contadino avvezzo al dolore fisico, dalla grande forza e dalla grande resistenza alle ferite più di qualsiasi altro umano. Lamrael non è come gli altri, la sua condizione e il suo luogo natio hanno sviluppato in lui caratteristiche diverse e particolari che lo hanno reso più simile a demoni, gli stessi che lui caccia e abbatte. Lamrael sarà in grado di maneggiare armi pesanti come se fossero armi normali, inoltre sarà insensibile al dolore a avrà una resistenza alle ferite maggiore rispetto agli altri, divenendo così in grado di sopportare due mortali prima di morire. La sua capacità lo porterà persino a combattere o a utilizzare arti rotti, sarà in grado dunque di correre con una gamba spezzata o effettuare un fendente con una spalla lussata, rischiando persino di aggravare la situazione, ma Lamrael non si fermerà fino alla morte [I-II-III Passiva del talento Avanguardia + Pergamena Irriducibile]. Eroe normale per definizione, la sua forza più grande è quella di non arretrare mai dinanzi ai maghi e i demoni, anzi è dinanzi a loro che Lamrael combatte con ancor più forza e devozione, divenendo in grado di accrescere le sue doti fisiche. In termini di gdr ogni qual volta l'avversario utilizza tecniche magiche, le caratteristiche fisiche di Lamrael crescono. Per la durata di quel turno Lamrael acquisisce 2 CS in caratteristiche fisiche [Passiva personale]. Alcune persone nascono con la dote del leader, con un carisma superiore rispetto a tutti gli altri. Questo non è il caso di Lamrael, sconosciuto che gli eventi lo hanno portato a divenire eroe, uomo dal grande coraggio e dalla grande forza di volontà che gli eventi hanno forgiato in un leader, in un comandante esperto, una dote meritata e non innata. Lamrael sarà in grado di infondere fiducia agli alleati, ogni personaggio sarà istintivamente portato a fidarsi di lui, a combattere con maggior sicurezza e non si perderanno d'animo nemmeno nelle condizioni più disperate [Pergamena Aura di coraggio]. Inoltre, grazie agli anni di battaglie, di scontri contro demoni, di guerre e mischia, in cui Lamrael è sempre riuscito a sopravvivere, ha sviluppato dei riflessi fuori dall'ordinario che gli hanno permesso sempre di reagire prontamente a ogni tipo di situazione e portare il culo sempre a casa. Inoltre, grazie agli allenamenti, alle battaglie, grazie all'utilizzo costante della sua grossa spada, Lamrael ha sviluppato ancor di più la sua già notevole forza superando i suoi stessi limiti. In termini gdr Lamrael, acquisisce passivamente 1 CS in riflessi + 1 CS in forza [Diamante x2].


Oggetti usati:

Droga del potere

Un liquido di colore rosso riposto in una boccetta di vetro di piccole dimensioni che, se assunto, aumenta i Cs in forza di 2 unità per due turni di gioco. [Corallo] Turno 2/2

Note: Allora, dopo che attivi la difesa (natura magica), acquisisco due cs in più in velocità, a questo punto i cs tornano nuovamente impari. Riesci a oltrepassare l'armatura, ma non ad arrivare alla pelle. A questo punto, sfruttando forza, velocità e riflessi, cerco di colpirti con una gomitata e un dritto roverso al fianco. A quel punto spendo il gettone e compare Morpheus.
Morpheus, era stato investito da Shivian come protettore della città vecchia, quindi allo scoppio della sommossa è normale che lui giunga. Ovviamente si schiera con gli uomini e riporta la luce. Lamrael, stupito, usa la tecnica punizione sacra.

 
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Caccia92
view post Posted on 27/4/2014, 23:49






Sürgün-Zemat
« Buco del Diavolo; notte; POV: Reek, Dagon »



« La tua previsione è molto azzardata. Qualcuno ti fermerà. »

La notte scivolava via con le ore. Ogni minuto che passava, un nuovo demone fuoriusciva dalla terra e si lanciava tra le ombre, ululando e ringhiando. Da quando il sigillo era stato spezzato, il sottosuolo sembrava tremare a causa degli eserciti di mostri pronti a riemergere. Era impressionante, un intero popolo nascosto dalla magia e dalla distesa di roccia dell'Akeran, rimasto sepolto per centinaia di anni. Una porta si era aperta, mettendo a contatto ciò che stava sopra con ciò che marciva nelle profondità dell'Abisso. La guerra sarebbe stata inevitabile, poiché l'odio covato nel buio e nel freddo era l'odio che non poteva essere cancellato. Sì, il mondo stava cambiando.
Solo Dagon, impassibile e quieto, resisteva al richiamo dello sconfinato paesaggio montano. Perché i demoni, più di ogni altra cosa, desideravano la libertà, la libertà negata loro dai nani e dagli uomini. In passato, forse, avrebbe condiviso quel sogno. Anzi, lo avrebbe ricercato, dissanguandosi e invecchiando nella speranza di uscire dalla gabbia. In passato...lo aveva fatto. Ma ora non possedeva più quelle debolezze, non se le poteva permettere.

« Ci saranno sempre eroi pronti a combattere. Io lo so. »

Gli occhi privi di pupilla passarono oltre il volto del demone, soffermandosi sul cielo nero. L'eco del caos si riversava oltre le pareti della caverna, amplificato e spaventoso.
Eroi. Condottieri. Era quello il suo ostacolo: individui pronti a sacrificare la vita pur di vincere una stupida battaglia. Martiri. Tuttavia...proprio quelle persone potevano diventare il punto di forza su cui far leva per guidare Asgradel verso l'apocalisse. Prendere i migliori di loro e trascinarli nelle tenebre.

« Ci saranno guerrieri pronti ad elevarsi, pronti a negare la vostra libertà. »

Lo sguardo della maschera d'ossa tornò su Dragon. La superficie bianca scintillava nell'oscurità.

« E più andranno in alto, più si faranno male cadendo. »

Lui era caduto da un'altezza spropositata. Aveva raggiunto un picco, la cima di una montagna talmente alta da perdersi nella nebbia della pazzia. Aveva scalato i pendii dell'impossibile, ignorando il lento disfacimento del suo corpo. Così, quando era giunto al culmine della corruzione, tutte le sue convinzioni erano crollate come un castello di carta, rivelando un mostro privo di cuore. Ma il tempo si era fermato e quella montagna era svanita. Non c'era più nulla da scalare per lui, solo un interminabile strapiombo.
E più cadeva, più in alto sarebbe risalito.




¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯45px-Skull-Icon.svg¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯

Corrompere un uomo è un processo lento e delicato. Devi dargli in pasto abbastanza speranza da farlo risplendere come un sole nascente.
Per poi gettarlo nella disperazione e nella solitudine.


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Taanach
« Città Occulta; alba; POV: Reek »



Cosa può decidere un uomo? Può vivere con la forza presa dai genitori, con i principi raccolti dalle esperienze o con la bontà d'animo che ha scelto. Ma l'esistenza è qualcosa di insondabile e impercettibile. Quanto può sopportare un uomo? Può sopravvivere alle malattie, al dolore, alla totale assenza di compagnia. Eppure, nei recessi della mente, l'istinto suggerisce sempre un'altra via, una via più facile e veloce. Più seducente. La via dell'odio. Perché l'odio è un veleno dolce e corroborante che, lentamente, penetra il cuore, lo colma e lo isola dagli altri sentimenti. Non c'è niente, niente di più potente dell'odio.
E tutti gli uomini sono portati ad odiare.

« E tutti odiano la Morte. »




La guerra poteva essere strana e affascinante: ogni fazione che combatteva si trovava a perpetrare ideali comuni che fino a quel momento non erano nemmeno presi in considerazione; si ricercava, tra una vasta selezione, i tratti che in qualche modo intersecavano le esistenze di uno stesso gruppo per muovere battaglia, per espandere un dominio. Non erano mai uguali, questi tratti. Ricchezza, potere, terra, conoscenza. Eppure ogni guerra cominciava con l'odio e dell'odio si nutriva. Non importava il luogo, il giorno o il contesto, i primi focolari si espandevano sempre, condotti a prosperare nella decadenza di una sola motivazione: uccidere. Perché quell'azione - uccidere - era semplice da mettere in atto, poteva essere giustificata in svariati modi e permetteva ad un singolo regno o razza o coalizione di avanzare nella lenta ed inesorabile ruota del mondo. Quando non c'erano nemici da combattere, se ne creavano di nuovi. E tutto girava attorno all'odio e al desiderio inestinguibile di fare del male per sfogare e reprimere un senso di inferiorità appena immaginato o soltanto sussurrato. Man mano che il ciclo ricominciava e si estingueva, la ragione trovava sempre una via per surclassare l'istinto e la brutalità della mente. Così sorgevano gli eroi e gli individui pronti a bloccare la guerra, pronti a sacrificare tutto pur di cancellare la parola odio dai cuori delle genti. La battaglia terminava, le bocche tacevano, i corpi smettevano di sanguinare e la vita riprendeva a germogliare, a germogliare ed espandersi fino allo scoppiare dell'ennesimo conflitto. Pareva qualcosa di programmato, di necessario alla natura per marginare l'evoluzione della specie.

Ma Reek sapeva...sapeva che spezzando uno degli anelli della catena, il processo si sarebbe interrotto. L'anello degli eroi. Nessun individuo giusto, nessun martire, nessuna interruzione. La corruzione era l'acido giusto per sciogliere il metallo del coraggio.

............... x ..................




Il colpo giunse potente, come un martello sull'incudine. Il gomito ferrato si schiantò violentemente contro la superficie bianca della maschera d'osso. Subito il materiale si crepò, rivelando la miscela d'ombra che costituita il volto nascosto dal cappuccio. La crepa irregolare, profonda, percorse per intero la maschera, minacciando di distruggerla.
Poi la lama della spada, rapida, investì in pieno il fianco scheletrico, spezzando una delle costole. Il frammento cadde a terra seguendo una traiettoria stranamente regolare, al pari di una scheggia di vetro che si separava dalla lastra di una finestra. Entrambi gli attacchi erano stati portati rapidamente, sicuri anche nel buio della notte. Il guerriero in armatura rossa era molto sicuro delle sue percezioni, percezioni che gli avevano permesso di individuare con facilità la posizione del demone.

« L’oscurità già abbonda nel mio cuore, non la temo. »

Erano quelle le parole del guerriero cremisi. Parole molto pericolose.

Qualcosa luccicò nel cielo. Gli occhi neri nascosti dalla maschera puntarono verso l'alto, muovendosi tra le nubi scure per capire cosa stava accadendo. Nello stesso momento, una sagoma gigantesca piombò sul campo di battaglia, illuminando a giorno ogni cosa. La luce era pura, artificiale, molto differente da quella del sole. Le tenebre vennero spazzate via e i demoni cominciarono ad ululare, a nascondere il grugno nella terra per ripararsi dall'accecamento. Tutti i mostri vennero spaventati dalla nuova presenza, un drago enorme dalle sfumature bluastre.
Tutti, tranne uno.
Quando la creatura cominciò a gettare fiotti di fiamme e braci sulla città, il panico che già serpeggiava nelle vie aumentò. Per un istante lo scontro venne scosso e interrotto dal drago, ma un singolo intervento non poteva spegnere la rabbia che scaturiva dall'anima dei demoni. Questi, dopo una breve ritirata, si fecero ancora avanti, spinti ora dalla disperata ricerca di un altro fronte e un'altra via per penetrare nel cuore della città.

« Tu hai un esercito di demoni, io ho un drago! »

Il guerriero rosso sollevò la spada e una sfera rossastra prese forma a mezz'aria. L'Abominio guardò la sfera, meravigliandosi del colore così intenso e palpitante. Era un globo perfetto, rabbioso, pregno di tutta la crudeltà dell'uomo in armatura.

« Vedrai il sole piangere il sangue che i tuoi demoni hanno versato.
Piangerà la sua ira sul tuo corpo, e farà male...molto male.
»

Quella frase fu seguita da un rombo. La palla rossa cominciò la sua discesa, sibilando come una vipera. Improvvisamente si disgregò in tanti raggi del medesimo colore, lame abbaglianti nel luminoso scenario della guerra. I fasci di luce si scaraventarono al suolo con una violenza inimmaginabile, sollevando una nube di polvere e provocando un suono lungo e fastidioso. La polvere rimase per qualche istante ad occultare la vista, muovendosi attraverso spirali sinuose, giocando con le ombre e l'immaginazione. Poi qualcosa di scuro, di un nero profondissimo, sembrò ricomporsi dietro la nuvola grigia e una risata proruppe nel vuoto creato dai raggi.

« Io so perché combatti, valoroso agitatore di folla. »

La forma oscura assunse le sembianze dell'Abominio, la maschera d'ossa ancora crepata, ma il corpo integro.
Gli occhi dardeggiavano, pieni di aspettativa.

« So perché mi hai cercato in mezzo a questa misera città. Tu hai paura.
E attraverso la paura, generi l'ira. E attraverso l'ira, generi l'odio.
»


Il demone sollevò un dito ossuto e pallido verso l'uomo, una sentenza silenziosa e impronunciabile.
In quel gesto si percepiva l'ombra di una condanna.
L'Abominio toccò la costola scheggiata dalla spada. Mentre lo faceva, la risata si intensificò.

« Sì, l'odio ti dona la forza per contrastarmi, ti pervade. Cali velocemente nelle tenebre. »

...

Il respiro simile ad un rantolo scivolò nel silenzio, spezzandolo.

« Il tuo cuore annega nella corruzione. »









CITAZIONE

——— A B O M I N I O ———

Critico {36%} ~ Alto {18%} ~ Medio {9%} ~ Basso {5%}


Fisico: Medio al fianco; Medio al volto
Mente: Illesa
Energia residua: 73% - (9% + 18%) = 46%
CS: Forza [2] Rapidità [2]

Oggetti ———
Realgar, Mano del Diavolo - "Rubino" [0] + "Miscela Debilitante" [1]

Passive ———
Dovere della Morte - Possibilità di partecipare ad eventi Toryu
Immortale - Immortalità
Inflessibile - Possibilità di trasformazione anche alla luce del sole
Insensibile - Straordinaria resistenza al dolore
Oscuro - Totale occultamento nelle tenebre
Instabile - Cambio di CS dovuto alla trasformazione
Inconcepibile - Aura di timore che influisce sui non demoni con energia pari o inferiore
Controllo - Tempo di evocazione pari a zero; un CS aggiuntivo (Forza) alle evocazioni; possibilità di condividere i sensi con le creature evocate
I quattro Comandi - Possibilità di evocare un qualsiasi cavaliere dell'Apocalisse in luoghi di morte e disperazione.
La Morte che Vive, la Morte che Muore - Passiva Psionica che muta l'aspetto di Reek per qualche istante; passiva che consente di vedere una persona nel momento in cui essa morirà
Sovrano del vero - riconoscimento delle illusioni sul campo. Non permette di guardare attraverso di esse, né di dissolverle passivamente; le tecniche dell'artefatto possono essere lanciate dall'occhio, a qualunque distanza esso si trovi da Rage
Lich - L'aura di Reek non può essere rilevata, antiauspex
Gloria della Decadenza - Le creature non morte evocate da Reek hanno un CS aggiuntivo (Forza)

Attive ———
Annullare - Reek può sfruttare la possibilità di trasformarsi istantaneamente in un fantasma, eludendo così i colpi diretti al suo corpo. Questo effetto funziona come una difesa o un'elusione, permettendo all'assassino di svanire per qualche secondo e ricomparire nella stessa posizione subito dopo. Mantiene la sua validità anche se Reek è immobile e conta come una difesa assoluta quando viene utilizzata per annullare attacchi o tecniche nemiche.
Consumo di energia: Medio

La Morte che vive, la Vita che muore - Spendendo invece un consumo Alto e tendendo un dito, l’essere vivente o la cosa indicata dall'araldo delle tenebre vedrebbe il proprio corpo marcire e corrompersi inevitabilmente. Solo una grottesca anticipazione di ciò che ognuno prima o poi deve diventare: niente più che polvere [Natura Psionica, induce una sensazione di invecchiamento che si ripercuote in corruzione e marcescenza del fisico. Infligge quindi danni Alti fisici. Non può infliggere danno all'equipaggiamento].
Consumo di energia: Alto

Oscurare - La capacità di mutare il paesaggio. L'Abominio fornisce un costante flusso di tecniche per trasformare la dimensione di Asgadel in quella del Cimitero dei Mondi. Reek, spendendo un consumo pari a Medio, richiama un buio denso e malefico che oscura il cielo. In un istante il giorno si trasforma in notte, garantendo 2 CS (Costituzione) aggiuntivo alle evocazioni e rendendo possibile ai demoni di assumere la loro forma originaria. L'oscurità permane per due turni. [Annullata dalla luce del drago.]

Riassunto/Note ———
Post abbastanza complesso, in quanto la psicologia di fondo su cui baso l'utilizzo del mio attacco è inserita nel testo antecedente la scena del combattimento. Con i passaggi di scenario, cioè discorso a Dagon - discorso generale prodotto dalla mente di Reek - battute dell'Abominio, voglio immergere il lettore nella totale e assoluta corruzione che caratterizza il mio personaggio, mostrando quello che pensa e quello che prova nei confronti del mondo e della guerra. Piuttosto difficile far comprendere tutte le sfaccettature della psiche di Reek/Abominio, in quanto ciò che produce il suo cervello è il frutto di una serie di episodi avvenuti durante la loro (assassino e demone) esistenza. Spero comunque di aver spiegato buona parte di quello che volevo.
Passando al combattimento vero e proprio: prendo entrambi i tuoi colpi fisici in quanto sorpreso dalla loro rapidità e precisione (visto che hai indicato anche i punti in cui desideravi colpirmi). Ho calcolato due Medi per la differenza di CS. Hai superato il doppio dei miei, mi sembrava giusto quantificarli in questo modo. Per i raggi - ancora di elemento sacro, dannazione - sono stato costretto ad utilizzare l'assoluta: non posso permettermi danni Critici gratis. Durante l'arrivo delle lame di luce, l'Abominio si trasforma in un fantasma di cenere ed elude l'offensiva. Poi, puntandoti un dito contro e scandendo le sue poche - ma fondamentali - battute, cerca di corrompere il tuo corpo con la psionica di invecchiamento.
Credo sia tutto. A te!

 
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« Paura?! » Lamrael scosse la testa, « ti sbagli… »
Lamrael scoppiò in una risata fragorosa, che proruppe dalle sue viscere rimbombando tra i muri delle case, assordando il clangore della battaglia.
L’Abominio non poteva in alcun modo comprendere Lamrael; nel suo cuore, saturo e impregnato di corruzione, non albergava in nessun modo la paura. La paura aveva lasciato il suo corpo il giorno stesso in cui Alice era morta, nel momento stesso in cui Aundara aveva conosciuto la sua fine, Lamrael aveva abbandonato la sua umanità, e con essa tutte le emozioni che lo rendevano debole. La paura era una di quelle. L’essere era lungi dal comprendere il suo io e le sue motivazioni, per lui la battaglia aveva perso da tempo significato, la vendetta lo aveva ormai consumato e, anche sedata quella, aveva continuato a combattere perché ormai non gli era rimasto più nient’altro. Aveva provato a voltare pagina, concedersi una vita tranquilla, lontana dai morti e dai demoni. Per qualche tempo Lamrael era finito a lavorare le terre in campagna, nello stesso modo in cui faceva prima di quella disgrazia, portando avanti la tradizione di famiglia. Ci aveva provato sul serio, riponendo la spada e il desiderio di sangue in una panca di legno ai piedi del letto. Ma non c’era stato nulla che potesse fare, quella vita non gli apparteneva più, come a un pesce non apparteneva l’aria, così a Lamrael non apparteneva la vita d'un uomo normale. L’uomo che un tempo arava i campi era morto trascinato via dai demoni, corroso dal desiderio di vendetta, forgiato da un destino bastardo e, senza Alice, non sarebbe mai riuscito a tornare alla sua vita precedente, semplicemente non ebbe la forza per ricominciare, per rialzarsi da una caduta tremenda e senza fine, si lasciò andare inghiottito da un’oscurità senza tempo.

Ciò che era morto doveva restare morto, e il fu Lamrael d’un tempo passato era ormai scomparso, sepolto sotto metri e metri di arida terra.

Ora c’era solo un bozzolo di carne viva, un contenitore che racchiudeva un’anima morta. Si sentiva arido, incapace di provare vere emozioni. Si era spinto in quella battaglia per lo stesso motivo per cui si era gettato a capofitto nelle altre, per provare a sentirsi di nuovo vivo. Per provare anche solo dolore. Ma nemmeno la Morte stessa – poiché ormai gli parve quasi palese che fosse lei – riuscì a smuovere il deserto che albergava il suo cuore marcio. Neppure quando si vide vecchio, con la pelle decadente e quasi putrida, che avrebbe dovuto dolere marcescente e ricoperta di macchie nere, livide, persino in quell’istante, Lamrael non provò nulla se non l’assenza totale di ogni cosa.
Sorrise forzatamente, non per nascondere il dolore, ma per nascondere quanto la sua anima fosse ancor più morta di quel corpo putrido.

Sorrise mascherando l’oblio nero della sua mente, mentre il nero carpì nuovamente la città occulta in un abbraccio che rispecchiava le profondità tetre del suo io. L’essere scomparve di nuovo davanti ai suoi occhi, inghiottito dall’oscurità come se fosse il figlio prediletto delle tenebre. Lamrael sentì la bestia nel suo cuore crescere, quel fuoco autonomo e vivo baluginare tra le viscere e le interiora, risplendere vigoroso come il sussulto poderoso di una fenice che risorge dalle ceneri. La bestia, era l’unica cosa che a Lamrael restava, tra loro c’era una simbiosi unica, eppure non erano la stessa persona. Quelle lingue di fuoco erano cresciute nel ventre e nei polmoni del guerriero, come un parassita, un cancro che si cibava del male dentro di lui per accrescere la sua forza, per rinvigorirsi. Per adempiere al suo destino. Lamrael non era altro che un tramite, un veicolo che alimentava quella forza, che la nutriva fino a farla diventare più potente e distruttiva. Perché lei, più di ogni altra cosa, voleva la distruzione di ogni essere demoniaco.

Sentì il ruggito d’un leone in gabbia rimbombare nella cassa toracica, sentì la fiera graffiare e mordere, crescere invadendo ogni singolo muscolo e ogni singolo lembo di pelle. Non ringiovanì, eppure, grazie a quell'energia, a quella belva nel suo animo, gli effetti furono meno catastrofici di quanto sarebbero dovuti essere. Il suo corpo poteva essere pure vecchio, ma vecchia non era la belva che lo animava.

« Io ti ho cercato per distruggerti. »

Urlò la fiera, scalpitò la belva.

« Per distruggere tutti voi, abomini senz’animo, mostri immeritevoli. »

La sua sentenza fu sputata venefica dalle sue viscere, come il latrato d’una bestia pronta a dilaniare la preda.
Non era odio, non era rabbia, era puro e semplice istinto di sopravvivenza. Lamrael si trascinava di battaglia in battaglia senza più niente per cui combattere, combatteva solo con l’istinto di ucciderli tutti, àut àut, o loro o lui.

« Morirete tutti. »
Infine, tutta quell’essenza, quell’energia di luce pura, esplose.

Fu una detonazione incredibile che ebbe come epicentro Lamrael stesso, un’onda d’urto rossa e fulgida, similare al sole rosso, invase l’aria circostanze espandendosi e illuminando ogni cosa, lasciandosi alle spalle nient’altro che terra bruciata. Con l'oscurità i demoni aveva rialzato la testa, di nuovo aveva ruggito alle ombre, ma quell'esplosione li aveva di nuovo colpiti nel profondo, li aveva nuovamente abbattuti, e il drago ruggì ancora esplodendo anche lui la sua ira, la sua luce poderosa. Entrambi erano araldi di quella battaglia, infondo entrambi araldi di qualsiasi divinità benevole.
Ma nessuno dei due era guidato da alcun Dio, bramavano soltanto la pace, la pace nel loro animo.

« La luce vi raggiungerà ovunque andrete.
Non potete scappare.
»

Il guerriero rosso sorrise, gli bastò un solo istante per scorgere l’Abominio, poco saggiamente non si era allontanato da lui, in verità era ancora lì, a pochi passi.
L’ammazzadraghi si ricoprì d’energia rossa, il fuoco del suo animo infiammò la spada, che divenne d’improvviso sentenza per il demone e lui, era il boia.
Colmò con velocità i pochi metri di distanza che dividevano i due, al riverbero della fiamma l’Abominio sarebbe tornato di nuovo visibile, il primo colpo lo mirò affidandosi esclusivamente alla detonazione di prima, difatti il guerriero avrebbe dato ben poco tempo al demone per spostarsi, sfruttando la sua maggiore velocità, avrebbe cercato di colpirlo alle gambe con una spazzata da destra verso sinistra, nel migliore dei casi gli avrebbe mozzato le gambe, ma Lamrael si sarebbe accontentato anche di una momentanea perdita di equilibrio poiché, con l'attacco successivo, avrebbe colpito con un affondo dritto al cuore.

Per ucciderlo, una volta per tutte.

Grazie alla portata della lama, Lamrael avrebbe potuto portare gli attacchi senza avvicinarsi troppo al suo avversario, mantenendolo comunque a distanza. Lentamente le tenebre cominciarono a diradarsi, l'alba iniziò a macchiare di nuovo le nuvole d'arancio e d'indaco.

Il sole, finalmente s'affacciò nel cielo, tornando il padrone indiscusso di quella giornata.

Anche nelle notti più scure, il sole ha la forza per risorgere sempre.
Come la fenice in fondo al suo cuore.


Lamrael Redskin



5 cs Forza + 1 cs Riflessi + 2 Velocità


Energia: 35%
Status Fisico: Danni alti da corruzione e putrefazione
Status mentale: //
Armi: Spadone Ammazzadraghi; armatura completa



Abilità Attive:

Anti Demons

I demoni non sono creature normali, ordinarie. Sono creature sputate direttamente dal sottosuolo, creature abiette, oscure, maligne. Lì dove gli attacchi normali non hanno successo Lamrael ha sviluppato con il tempo la capacità di affrontarli, di sfidarli lì dove i limiti della loro condizione si palesano più grandi. Nell'elemento sacro. Lamrael potrà utilizzare l'elemento sacro per attaccare i propri nemici, l'attacco dovrà avere come punto d'origine Lamrael e perdurerà sul campo di battaglia solo il tempo necessario per compiere ciò per cui era stato previsto. L'attacco si può manifestare in vari modi: raggi, sfere, ecc. qualsiasi attacco ad area. La potenza delle manifestazioni è Variabile e di un livello inferiore al consumo speso per richiamarle. I danni provocati aumenteranno di un livello sugli avatar notturni, mentre declasseranno contro gli avatar diurni di un livello; tuttavia, al momento della difesa, la tecnica andrà considerata per il suo reale potenziale offensivo [Pergamena Dominio del sacro]. Usato Medio

Ma l'energia sacra che attraversa il corpo di Lamrael non finisce qui, ogni mezzo è utile per combattere i demoni, ogni modo è necessario per sedare la propria sete di vendetta, per uscire vincitore da uno scontro che, altrimenti, lo vedrebbe quasi sicuramente sconfitto. Lamrael riuscirà a impregnare qualsiasi arma a sua disposizione di quell'energia sacra che gli attraversa il corpo, per portare attacchi molto più forti e letali del normale. L'arma prescelta si ricoprirà di un alone rosso luminescente, simile al riverbero delle fiamme. La tecnica ha natura magica, dominio sacro. In termini di Gdr, ogni colpo eseguito con l’arma infliggerà danno Medio oltre al normale danno derivante dall'attacco fisico, riuscendo ad infliggere danni indipendentemente dall'aver colpito con più o meno vigore. Il danno fisso inferto sugli avatar notturni sarà di un livello superiore, ovvero Alto; allo stesso modo, il danno fisso inferto sugli avatar diurni scalerà di un livello risultando pari a Basso. La tecnica dura due turni di gioco compreso quello di attivazione, perdendo la sua efficacia al termine del secondo o prima, al desiderio del caster. [Pergamena Favore delle armi].



Abilità Passive:

Normal Hero

Null'altro che un umano, un contadino forgiato dal sudore e dalla fatica, un guerriero addestrato alle armi da un padre troppo severo e non troppo abile. Eroe creato dal caso e dal destino avverso, un eroe atipico e moderno, dalla grande forza e dall'incredibile resistenza alla stanchezza e al dolore. Umano dello Akerat, lì dove li dove la vita è più dura e il nettare della povertà contamina l'acqua e abbevera gli infanti più del seno della madre. Lamrael è instancabile, mai arrendevole. Fino alla fine delle sue energie Lamrael continuerà a combattere per ciò in cui crede. In termini di Gdr Lamrael raggiunto il 10% delle energie infatti, non sverrà. Ciò però non significa che non sarà stanco raggiungendo il 20% e non morirà raggiungendo lo 0% [Abilità Raziale]. Corpo forgiato dalla fatica e dal lavoro, dal fisico muscoloso e ben allenato. Contadino avvezzo al dolore fisico, dalla grande forza e dalla grande resistenza alle ferite più di qualsiasi altro umano. Lamrael non è come gli altri, la sua condizione e il suo luogo natio hanno sviluppato in lui caratteristiche diverse e particolari che lo hanno reso più simile a demoni, gli stessi che lui caccia e abbatte. Lamrael sarà in grado di maneggiare armi pesanti come se fossero armi normali, inoltre sarà insensibile al dolore a avrà una resistenza alle ferite maggiore rispetto agli altri, divenendo così in grado di sopportare due mortali prima di morire. La sua capacità lo porterà persino a combattere o a utilizzare arti rotti, sarà in grado dunque di correre con una gamba spezzata o effettuare un fendente con una spalla lussata, rischiando persino di aggravare la situazione, ma Lamrael non si fermerà fino alla morte [I-II-III Passiva del talento Avanguardia + Pergamena Irriducibile]. Eroe normale per definizione, la sua forza più grande è quella di non arretrare mai dinanzi ai maghi e i demoni, anzi è dinanzi a loro che Lamrael combatte con ancor più forza e devozione, divenendo in grado di accrescere le sue doti fisiche. In termini di gdr ogni qual volta l'avversario utilizza tecniche magiche, le caratteristiche fisiche di Lamrael crescono. Per la durata di quel turno Lamrael acquisisce 2 CS in caratteristiche fisiche [Passiva personale]. Alcune persone nascono con la dote del leader, con un carisma superiore rispetto a tutti gli altri. Questo non è il caso di Lamrael, sconosciuto che gli eventi lo hanno portato a divenire eroe, uomo dal grande coraggio e dalla grande forza di volontà che gli eventi hanno forgiato in un leader, in un comandante esperto, una dote meritata e non innata. Lamrael sarà in grado di infondere fiducia agli alleati, ogni personaggio sarà istintivamente portato a fidarsi di lui, a combattere con maggior sicurezza e non si perderanno d'animo nemmeno nelle condizioni più disperate [Pergamena Aura di coraggio]. Inoltre, grazie agli anni di battaglie, di scontri contro demoni, di guerre e mischia, in cui Lamrael è sempre riuscito a sopravvivere, ha sviluppato dei riflessi fuori dall'ordinario che gli hanno permesso sempre di reagire prontamente a ogni tipo di situazione e portare il culo sempre a casa. Inoltre, grazie agli allenamenti, alle battaglie, grazie all'utilizzo costante della sua grossa spada, Lamrael ha sviluppato ancor di più la sua già notevole forza superando i suoi stessi limiti. In termini gdr Lamrael, acquisisce passivamente 1 CS in riflessi + 1 CS in forza [Diamante x2].


Oggetti usati: //

Note: Subisco l'attacco ma, grazie alla mia passiva di insensibilità al dolore e alla passiva irriducibile, compreso il fatto che posso sopportare un doppio mortale, in gdr posso permettermi di "ignorare" gli effetti. Visto che la luce scompare, torna di nuovo l'oscurità per l'ultima volta. Uso il dominio del sacro per espandere un'onda d'urto per tutto il campo di battaglia, venendo esposto alla luce - oltre agli eventuali danni - Lamrael ti vede ancora fermo dinanzi a lui, sfruttando i cs in forza - velocità e riflessi, colpisco rapidamente in quella direzione con una spazzata alle gambe, sfruttando l'inerzia del colpo - comunque vada l'attacco - cerco di colpirti il cuore con la punta della lama. Per quanto riguarda il post ho provato a spiegare un po', sfruttando anche la Morte, lo stato d'animo di Lamrael. Lamrael. benché sia vivo, è morto dentro, è arido. Ah, grazie alla tua difesa assoluta, tecnica magica, ho ancora i 2 cs bonus in velocità.



Edited by Lud† - 3/5/2014, 00:11
 
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Caccia92
view post Posted on 6/5/2014, 21:54







Taanach
« Città Occulta; mattino; POV: Reek »



Solo i morti hanno visto la fine della guerra.


« Morirete tutti. »

Quella frase sprezzante, pronunciata con rabbia e convinzione, era il punto di rottura che stava cercando l'Abominio.
Il demone rise, tornando, per un istante, ad osservare la battaglia che infuriava tutt'intorno. Loro erano solamente l'occhio del ciclone, una zona calma e soleggiata che attendeva soltanto l'arrivo di una nuova forza distruttrice. Non aveva ancora compreso appieno la psiche del guerriero rosso: un uomo privo di emozioni, ma che le esprimeva palesemente con i gesti; un uomo divorato dal passato, ma che guardava con speranza al futuro della guerra. Era così facile incontrare il proprio destino sulla strada presa per evitarlo. E, forse, quel condottiero senza nome, quel soldato che proclamava la morte e serviva la luce, non si era ancora reso conto del contributo che stava dando al conflitto. Ogni sua azione portava i demoni a desistere, a ritirarsi nell'ombra, ad organizzarsi. A valutare una strategia.
Anche l'Abominio si sarebbe ritirato, infine, per concedere al suo avversario un pasto di speranza. Lentamente lo conduceva nelle tenebre, lo attirava verso l'inevitabile. Lo corrompeva.

« Sì, moriremo tutti. »

Inseguendo un sogno invisibile, offuscato dall'orgoglio.

« La Morte ci rende uguali. »

Era quello il piano glorioso partorito dalla sua mente. Le grida disperate dei feriti, i ruggiti delle fiamme, il clangore delle lame...i rumori dei vivi non potevano cancellare la visione della terra arida e sconfinata che prendeva forma a poco a poco. I denti della decadenza rosicchiavano le casupole e le mura della città. Come un morbo si diffondeva la desolazione, inesorabile e inarrestabile; i cadaveri rotolavano nel fango come pesci trasportati dalla marea sulla spiaggia. Magnifico. Non importava il tipo di energia utilizzato per produrre cadaveri. Oscurità, luce, Bene, Male. Nella guerra non contavano le fazioni, le convinzioni ideologiche o l'inutile schieramento morale. Il risultato finale era sempre quello: altri cadaveri. Fiumi di cadaveri, mari di cadaveri, oceani di cadaveri. L'obiettivo era giungere al totale annientamento delle razze, ad un'unica e solida popolazione di morti. Nessun governo, nessuna distinzione, un dominio solido e infallibile. Il suo dominio.

Forza, guerriero. Scatena tutta la tua rabbia sui demoni.
Uccidili!


« La luce vi raggiungerà ovunque andrete.
Non potete scappare.
»

Non scapperanno. Avanti, fallo!

Ci fu un momento di silenzio, un istante di pura tranquillità in cui ogni piccolo scontro sembrava essersi fermato. Il risucchio del suono durò la manciata di secondi esatti per permettere all'Abominio di osservare il corpo del guerriero rosso che esplodeva come un lampo. Giunse immediatamente la vampata di calore, seguita dalle grida animalesche di centinaia di demoni colpiti negli anfratti e nei nascondigli. Molte creature caddero in preda a strazianti agonie, le più vicine alla piazza si sciolsero come neve al sole. Le pareti delle casupole si illuminarono, colpite dall'irradiante energia distribuita dall'uomo cremisi.

jpg

L'Abominio venne spinto all'indietro dalla luce. La superficie della maschera d'ossa si crepò ancora, frammentandosi come vetro, perdendo pezzi sugli angoli. La cassa toracica venne sfondata, lo sterno si scheggiò e diverse costole si incrinarono producendo scricchiolii sinistri. Le ali che spuntavano dalla schiena si piegarono in maniera innaturale, perdendo buona parte del sostegno che le manteneva attaccate alla colonna vertebrale. Un urlo agghiacciante si propagò nella zona ed echeggiò fin nei vicoli più bui della Città Occulta. Ma non era dolore...la sofferenza non intaccava il corpo del demone. Era un urlo di liberazione.

Quando tutto fu cessato, l'Abominio era riverso a terra, spaccato e lacerato. Si alzò lentamente, giusto il tempo per vedere i cadaveri fumanti che giacevano intorno a lui. Erano morti quasi tutti nel raggio d'azione dell'esplosione. Bene. Si ammucchiavano, uomini e mostri, nella terra molle e nella polvere dello squallido quartiere di Taanach. Pronti a risorgere quando sarebbe venuto il momento.

Solo i morti vedono la fine della guerra.

Il guerriero rosso si mosse rapido, furioso, la spada stretta nella mano. Lo caricò e tentò di farlo cadere colpendolo con una spazzata in basso, nonostante non avesse le gambe. Poi, con la stessa velocità incrementata dalla rabbia, protese la lunga lama dell'arma con il preciso obiettivo di perforargli il cuore. La spada trapassò l'Abominio da parte a parte, senza emettere rumore. Quando si ritirò dalla cassa toracica, il metallo non era sporco di sangue o di altri liquidi. Risplendeva, immacolato come prima.

« Non ho un cuore da lacerare, soldato. Non ricordo nemmeno il suo pulsare.
Guarda....
»


Il dito pallido e ossuto, sporco di cenere, indicò la piazza che li circondava. I corpi martoriati e macellati si stavano rialzando con mugugni e versi grotteschi. Le braccia e i crani erano colti dagli spasmi, alcuni perdevano gli arti mentre si rimettevano in piedi. Nani moribondi, demoni scavati dalla luce, uomini squartati da artigli e denti. Tutti rispondevano al richiamo.
I non morti formarono un cerchio, zoppicanti, e cominciarono il loro canto.

« Non ci sono più cuori da infilzare.
Questo ha prodotto la tua ira...comincia la fine del mondo.
»


La nenia aumentò, si propagò nell'etere. Era una cantilena che ricordava il dolore, la malattia, l'assenza di ossigeno nei polmoni, le vene ghiacciate, la vista offuscata. La corruzione del corpo. Note incolori, ma palpabili. Musica di una terra devastata, attirata e generata dalla privazione di vita.
Sconvolgeva la mente e l'anima.







CITAZIONE

——— A B O M I N I O ———

Critico {36%} ~ Alto {18%} ~ Medio {9%} ~ Basso {5%}


Fisico: Medio al fianco; Medio al volto; Alto sparso sul corpo
Mente: Illesa
Energia residua: 46% - 18% = 28%
CS: Forza [2] Rapidità [2] Percezione [1]

Malus attivi ———
Perché un’Amante che non si da a tutti - Quando indossa la maschera, il portatore subisce il doppio dei danni da parte delle tecniche di elemento Sacro.

Oggetti ———
Realgar, Mano del Diavolo - "Rubino" [0] + "Miscela Debilitante" [1]

Passive ———
Dovere della Morte - Possibilità di partecipare ad eventi Toryu
Immortale - Immortalità
Inflessibile - Possibilità di trasformazione anche alla luce del sole
Insensibile - Straordinaria resistenza al dolore
Oscuro - Totale occultamento nelle tenebre
Instabile - Cambio di CS dovuto alla trasformazione
Inconcepibile - Aura di timore che influisce sui non demoni con energia pari o inferiore
Controllo - Tempo di evocazione pari a zero; un CS aggiuntivo (Forza) alle evocazioni; possibilità di condividere i sensi con le creature evocate
I quattro Comandi - Possibilità di evocare un qualsiasi cavaliere dell'Apocalisse in luoghi di morte e disperazione.
La Morte che Vive, la Morte che Muore - Passiva Psionica che muta l'aspetto di Reek per qualche istante; passiva che consente di vedere una persona nel momento in cui essa morirà
Sovrano del vero - riconoscimento delle illusioni sul campo. Non permette di guardare attraverso di esse, né di dissolverle passivamente; le tecniche dell'artefatto possono essere lanciate dall'occhio, a qualunque distanza esso si trovi da Rage
Lich - L'aura di Reek non può essere rilevata, antiauspex
Gloria della Decadenza - Le creature non morte evocate da Reek hanno un CS aggiuntivo (Forza)

Attive ———
Regnante dell'inganno - Attiva, consumo Alto, tecnica psionica: l'occhio creerà un'illusione a scelta di Rage sul campo di battaglia, che durerà per due turni. Finchè l'illusione sarà attiva, il Mietitore godrà di una CS aggiuntiva alla Percezione e diventerà immune a qualunque attacco fisico. Se l'illusione dovesse essere dissolta in qualsiasi modo anche i bonus spariranno.
Consumo di energia: Alto

Il canto dei Morti - I cadaveri dei morti in guerra, se richiamati in qualsiasi modo, si riuniscono intorno al loro assassino e cominciano a cantare. Il canto prodotto in questo modo è il ricordo della loro fine e parla di dolore, sofferenza, atrocità. La musica penetra lentamente nella mente del bersaglio designato dalla nenia, corrompendolo nell'anima e facendogli perdere la voglia di vivere. Provoca un danno Medio psionico. La musica può essere contrastata con una difesa psionica Media.
Consumo di energia: Gettone

Riassunto/Note ———
La prima frase è di Platone. Mi sembrava perfetta per descrivere il piano che sta cercando di portare a termine l'Abominio: un mondo senza vita, senza governo o leggi, dominato soltanto dalla sua mano. Si scopre quindi perché Reek ha liberato i demoni e perché ha dato inizio alla guerra. Non gli importa nulla del suo "esercito", l'obiettivo finale è la dipartita dell'intera città e, successivamente, dell'intero continente. Quando stai per generare l'onda di luce, il demone ti sprona a farlo, vuole che uccidi le altre creature. Sono i corpi morti che interessano l'Abominio, non stupidi mostri fuoriusciti dall'Abisso.
Passando al combattimento vero e proprio: subisco la tua offensiva ad area di consumo Medio, ma come avrai notato ho preso un danno Alto; questo succede perché, essendo di elemento Sacro, provoca il doppio dei danni (Medi) poiché sono di razza demoniaca, raddoppiati ancora (Alti) per il malus della maschera d'ossa. Comprenderai ora il motivo per cui mi sono dovuto difendere da tutte le altre tecniche. Quando provi ad attaccarmi fisicamente, casto Regnante dell'Inganno, evitando così i colpi fisici. L'illusione prodotta è l'orda di morti che, ad un certo punto, si solleva e ti circonda formando un cerchio. Questi morti, poi, attraverso un ordine dell'Abominio, cominciano a cantare. La musica è l'offensiva psionica del gettone. Ho combinato questi due aspetti per amalgamare la scena il più possibile e rendere il testo scorrevole e di facile lettura. Spero ti sia piaciuto e spero sia tutto chiaro.
A te!

 
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view post Posted on 10/5/2014, 01:38

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In fondo cos’è la fine del mondo?
Non è altro che la fine di ogni cosa, il collasso d’un sistema che si regge debolmente su un filo leggero e sottile. Nella fine del mondo v’è la quiete, v’è il nulla del riposo assoluto, v’è un mondo portato al collasso, una terra inabitabile persino per i demoni. In fondo, la cessazione di quell’esistenza trascinata, di quelle sofferenze represse sotto metri e metri di solida pietra, di quell’esistenza vergata dalla continua battaglia, di una lotta senza fine, non sarebbe stato poi così terribile.
Finalmente avrebbe riposato, senza più alcun patimento d’animo.
Senza più pensiero alcuno.


Ma in fondo, Lamrael, avrebbe voluto che ci fosse stata lei a salvarlo da quell'inferno.






Eppure, il guerriero rosso, quell’involucro di carne viva, animato da un cuore pulsante, non si sarebbe arreso nemmeno alla Morte stessa, non si sarebbe fermato dinanzi alla fine del mondo. Sarebbe stato fin troppo semplice arrendersi, piegarsi dinanzi alla spietatezza della vita, indugiare sul duro pietrisco smettendo di rialzare il capo, di combattere per qualcosa che, infondo, anche se aveva perso la forza di crederci, sapeva che era giusto. Morire avrebbe cancellato ogni suo dolore, il vuoto del suo cuore sarebbe stato colmato con il vuoto della morte, il nulla della fine, il suo animo arido sarebbe stato irrigato dalle gocce perpetue dell’assenza totale d’ogni malevole ricordo. Piegò un ginocchio al terreno, sovrastato dal peso della spada e dei pensieri, sovrastato dal peso della vita e della sua personale battaglia. Cadde al suolo, sconfitto, debole. La spada pesava nella mano destra: il compagno di mille e più combattimenti era diventato un macigno insostenibile, il riverbero della fiamma aveva smesso di ravvivare il suo animo esausto, che era crollato diventando null’altro che polvere fine e sottile. La mano perse la presa sulla pesante elsa, vide la spada cadere al terreno al rallentatore, un attimo che gli parve lungo ere ed ere, un’interminabile momento in cui la spada si infranse contro il pietrisco delle viuzze, in cui l’acciaio rimbombò scintillando al terreno. Gli occhi d’oro del giovane erano puntati verso il ciottolato, a osservare la ragnatela di trame che esso generava. Con la mano destra, ora libera dalla morsa della spada, si tolse anche l’elmo dalla testa. Esso pesava, una costrizione sulla sua testa che gli impediva persino di pensare, che gli schiacciava il cranio facendolo quasi esplodere per la troppa pressione. Lo gettò a terra poco lontano da lui. l’elmo a forma di muso di leone rotolò andandosi ad accatastare vicino a una pietra, che un tempo era stata un pezzo di fondamento del rudere, gloriosa e imponente sorreggeva quello che era stato un maestoso edificio ormai decaduto. I capelli corvino brillarono alla luce dell’alba, gli occhi color oro rifletterono il chiarore del sole, che tuttavia pareva più opaco di quegli stessi occhi. Il viso di Lamrael – e lo stesso sguardo – narrava di un’esistenza molto più lunga di quei venticinque anni, narrava esperienze che un singolo uomo, forse, non avrebbe mai avuto la forza di sopportare. Il guerriero rosso viveva il suo personale inferno ogni singolo giorno, ogni singola volta che il suo cuore pompava sangue, ogni singola volta che i suoi polmoni annaspavano cercando aria e ogni volta che i suoi occhi osservavano quel mondo marcio e corrotto, nient'altro che il riflesso stesso del suo cuore nero. Il lato oscuro d’una luna che nessuno aveva avuto l’onore di conoscere, o a cui nessuno era sopravvissuto.

Per questo Lamrael sorrise per l’ennesima volta, mostrandosi nuovamente spavaldo dinanzi a quel demone. Mostrando l’altra metà del suo volto, la luna oscura che albergava nel suo cuore, quella parte di luna felice che, nonostante tutto, gli dava la forza per rialzarsi ancora e ancora. Era la belva dentro la sua testa che continuava a urlare, come un’entità naturale scollegata da lui, come qualcosa che non lo avrebbe mai fatto arrendere, mai fatto fermare. Non fintanto che il sole sarebbe di nuovo risorto mostrando il suo volto felice. Neanche allora, quando la quiete del nulla, il buio assoluto, avrebbe carpito nelle sue freddi braccia il mondo, Lamrael Redskin, si sarebbe fermato.

La nenia di morte, orrida e desolata, dalle noti stonate e struggenti, vivida e dolorosa, sublime per ciò che essa rappresentava, proruppero nella sua mente con violenza. Vide i demoni danzare dinanzi a lui, li vide tenersi per mano e generare un fottuto cerchio intorno a lui. Li vide per la prima volta alzando il capo, orgoglioso come un leone ferito ma vivo, che assapora per la prima volta l’ebrezza della libertà. Poiché non importava che quel leone avesse le zanne smussate, gli artigli consumati dal pavimento della gabbia, la debolezza della cattività, o semplicemente non sapesse nemmeno cacciare per sopravvivere.

Non importava, poiché la bestia avrebbe comunque ruggito tutta la sua rabbia e d'istinto avrebbe trovato un modo per sopravvivere, ancora una volta.

« Ora anche i demoni sono diventati dei fottuti bardi? »

Lo disse con disprezzo, con quell’ira che il suo cuore non riusciva a celare, lo disse con strafottenza.
Lo disse ridendo, come a voler ridicolizzare quell’essere, poiché nemmeno lui era riuscito nell’intento di piegarlo.

« Fattelo dire, per essere la Morte sei ben poca roba. »



La mano destra tornò nuovamente ad afferrare la spada, la pelle accarezzò il cuoio dell’impugnatura, tornando a provare sensazioni familiari, la sicurezza che soltanto una compagna fedele avrebbe potuto donare.

L’ammazadraghi era pesante, era un blocco d’acciaio difficile da impugnare, eppure per lui era prosecuzione naturale del suo braccio, era la sua casa.
La sua famiglia e tutto ciò che gli restava.

Era un uomo con una spada e una missione.

« Non posso ucciderti, sei già mortopoggiò il primo piede a terra, rialzando così il ginocchio destrotuttavia posso darti una lezione che riecheggerà fino alle profondità dell’Abisso. »

Sorrise, mostrando i canini affilati, i denti bianchissimi e affamati.

« La Morte non è riuscita a strappare via il mio cuore, tu non sei riuscito a uccidermi. »

Fece leva sulla gamba destra per alzare anche la sinistra, ora Lamrael, in tutta la sua altezza, era ancora in piedi con la spada tenuta a mezz’aria nella mano.

« TUTTI URLERANNO LA TUA DISFATTA. »

Gridò di rabbia, gridò la bestia che c’era nel suo cuore, gridò mentre rivolse a lui un ultimo poderoso attacco. Sentì i muscoli gonfiarsi, l’arma farsi ancora più leggera nelle sua mani. Intorno a lui tutti gli umani e i nani urlarono all'unisono scagliandosi contro i demoni, la forza dei forconi e delle spade vibrò dai loro cuori, come se ogni loro bestia fosse d'improvviso liberata. Il drago ruggì mostrando il suo volto al cielo nascente, aizzò i suoi grossi artigli contro quegli essere demoniaci. Morti e ancora morti si accatastavano gli uni sugli altri, facendo il gioco di quel demone che, tuttavia, non avrebbe mai riscosso il suo premio. Non fintanto che Lamrael avrebbe ancora spirato un singolo e unico sussulto.

Quella era l’apoteosi della sua forza, il picco della sua energia.
Un singolo colpo sferrato proprio all’altezza delle costole, colpendolo da destra verso sinistra per spezzargliele tutte. Polvere alla polvere, delle ossa non sarebbe rimasto che quello.
Non lo avrebbe ucciso, poiché forse nulla poteva uccidere la Morte, ma quell’essere non lo avrebbe mai sconfitto.
Non avrebbe mai affondato le sue ossute dita nel suo cuore e nella sua carne.

Lamrael Redskin non si sarebbe piegato nemmeno dinanzi alla Morte.
MAI.

So, so you think you can tell
Heaven from Hell,
Blue skies from pain.
Can you tell a green field
From a cold steel rail?
A smile from a veil?
Do you think you can tell?




Lamrael Redskin



5 cs Forza + 1 cs Riflessi


Energia: 10%
Status Fisico: Danni alti da corruzione e putrefazione
Status mentale: Danni medi alla psiche, scosso senza più voglia di vivere.
Armi: Spadone Ammazzadraghi; armatura completa



Abilità Attive:

Intimidate
Così come Lamrael incute rispetto, coraggio, fiducia, così può intimidire gli avversari, spaventarli con la sua ferocia, con i suoi gesti, le sue parole, anche un semplice sguardo. L'avversario si sentirà spaventato, intimorito dinanzi alla sua violenza, alla sua rabbia, dandogli il tempo necessario per attaccare, per agguantare la sua prede. La tecnica ha valenza di influenza psionica Bassa, e come tale va contrastata; perché venga attivata con successo è sufficiente stabilire un qualche tramite visivo o uditivo con l'avversario, il quale sarà spaventato da Lamrael, paura che non gli permetterà una pronta reazione negli istanti successivi alla tecnica. Cagiona un danno Basso alla psiche della vittima [Pergamena Intimorire].


Tank
Nessuna difesa è troppo impenetrabile, nessuno scudo è infrangibile. Lamrael è un guerriero che ha basato sulla sua forza gran parte del proprio modo di combattere, della propria esistenza. Gli basterà concentrarsi per qualche attimo sul suo prossimo colpo per scatenare tutta la sua potenza nel suo prossimo attacco. La tecnica a natura fisica. A seconda del consumo speso Lamrael corrisponde un uguale entità di danni provocati al suo avversario, la tecnica può essere utilizzata sia a mani nude che con armi da mischia, mai con armi da fuoco e avrà come obiettivo un solo bersaglio [Variabile personale]. Usato Alto



Abilità Passive:

Normal Hero

Null'altro che un umano, un contadino forgiato dal sudore e dalla fatica, un guerriero addestrato alle armi da un padre troppo severo e non troppo abile. Eroe creato dal caso e dal destino avverso, un eroe atipico e moderno, dalla grande forza e dall'incredibile resistenza alla stanchezza e al dolore. Umano dello Akerat, lì dove li dove la vita è più dura e il nettare della povertà contamina l'acqua e abbevera gli infanti più del seno della madre. Lamrael è instancabile, mai arrendevole. Fino alla fine delle sue energie Lamrael continuerà a combattere per ciò in cui crede. In termini di Gdr Lamrael raggiunto il 10% delle energie infatti, non sverrà. Ciò però non significa che non sarà stanco raggiungendo il 20% e non morirà raggiungendo lo 0% [Abilità Raziale]. Corpo forgiato dalla fatica e dal lavoro, dal fisico muscoloso e ben allenato. Contadino avvezzo al dolore fisico, dalla grande forza e dalla grande resistenza alle ferite più di qualsiasi altro umano. Lamrael non è come gli altri, la sua condizione e il suo luogo natio hanno sviluppato in lui caratteristiche diverse e particolari che lo hanno reso più simile a demoni, gli stessi che lui caccia e abbatte. Lamrael sarà in grado di maneggiare armi pesanti come se fossero armi normali, inoltre sarà insensibile al dolore a avrà una resistenza alle ferite maggiore rispetto agli altri, divenendo così in grado di sopportare due mortali prima di morire. La sua capacità lo porterà persino a combattere o a utilizzare arti rotti, sarà in grado dunque di correre con una gamba spezzata o effettuare un fendente con una spalla lussata, rischiando persino di aggravare la situazione, ma Lamrael non si fermerà fino alla morte [I-II-III Passiva del talento Avanguardia + Pergamena Irriducibile]. Eroe normale per definizione, la sua forza più grande è quella di non arretrare mai dinanzi ai maghi e i demoni, anzi è dinanzi a loro che Lamrael combatte con ancor più forza e devozione, divenendo in grado di accrescere le sue doti fisiche. In termini di gdr ogni qual volta l'avversario utilizza tecniche magiche, le caratteristiche fisiche di Lamrael crescono. Per la durata di quel turno Lamrael acquisisce 2 CS in caratteristiche fisiche [Passiva personale]. Alcune persone nascono con la dote del leader, con un carisma superiore rispetto a tutti gli altri. Questo non è il caso di Lamrael, sconosciuto che gli eventi lo hanno portato a divenire eroe, uomo dal grande coraggio e dalla grande forza di volontà che gli eventi hanno forgiato in un leader, in un comandante esperto, una dote meritata e non innata. Lamrael sarà in grado di infondere fiducia agli alleati, ogni personaggio sarà istintivamente portato a fidarsi di lui, a combattere con maggior sicurezza e non si perderanno d'animo nemmeno nelle condizioni più disperate [Pergamena Aura di coraggio]. Inoltre, grazie agli anni di battaglie, di scontri contro demoni, di guerre e mischia, in cui Lamrael è sempre riuscito a sopravvivere, ha sviluppato dei riflessi fuori dall'ordinario che gli hanno permesso sempre di reagire prontamente a ogni tipo di situazione e portare il culo sempre a casa. Inoltre, grazie agli allenamenti, alle battaglie, grazie all'utilizzo costante della sua grossa spada, Lamrael ha sviluppato ancor di più la sua già notevole forza superando i suoi stessi limiti. In termini gdr Lamrael, acquisisce passivamente 1 CS in riflessi + 1 CS in forza [Diamante x2].


Oggetti usati: //

Note: Si si, so che Wish you were here non fa parte dell'album the dark side of the moon, ma insomma, volevo citare in Pink Floyd e loro sono sempre fonte d'ispirazione. Tante pippe mentali per quest'ultomo post. Subisco la psionica, tuttavia ciò che anima Lamrael, sebbene non lo abbia spiegato ancora, un po' perché è un pg nuovo, un po' perché non voglio sputtanarmi tutto il bg tutto ora, è più forte di ciò che la morte può fargli. Al solito si rialza più spavaldo di prima, sorridendoti. All'ultimo urlo si attiva la pergamena intimorire, poi ti attacco come descritto potenziando il colpo.
Lamrael è ormai consapevole di non poterti uccidere, tuttavia vuole umiliarti dinanzi a tutti, vuole dimostrarti che non può ucciderlo. Bene, il mio duello e il mio torneo finisce qui. Grazie per un duello che, in fin dei conti, è stato piacevole e divertente.



Edited by Lud† - 11/5/2014, 20:57
 
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view post Posted on 22/5/2014, 21:51

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Lamrael Redskin

» Scrittura: Alla prima prova seria col tuo nuovo personaggio posso dire che, nel complesso, la stessa sia risultata più che soddisfacente, assolutamente positiva, benché al di sotto di quella (migliore) del tuo avversario. Non ritengo assolutamente una "sconfitta" nel complesso questo diverso rapporto di votazione sul punto, posto che - con le dovute proporzioni - possiamo (dobbiamo) considerare la circostanza che tu stia prendendo confidenza con un personaggio nuovo ed abbia ancor poche carte da giocarti sul punto, a discapito della profondità di background ed esperienza del tuo avversario (sempre riguardo il personaggio specifico). Ma andiamo con ordine. E' abbastanza chiara l'introspezione ed il rapportarsi di Lamrael nel mondo, assolutamente in conformità con quelle che sono le tue capacità nello specifico. Si immerge abbastanza bene nello sfondo oscuro, squallido e crudo del ghetto più basso di Taanach, così come nell'ambientazione propria della guerra. E' chiara, allo stesso modo, la sua missione, in conformità con quelli che sono anche i presupposti del duello: ovvero combattere i demoni, ucciderli e - in questo modo - avvantaggiare la fazione che rappresenti. In tal senso, però, emergono già i primi dubbi: perché coinvolgi anche i nani in questa tua "missione"? A che pro? Capisco la necessità di sfruttare la tua passiva di "morale", ma non vedo ragioni che ti spingano a calcare su questo elemento. Poco male, comunque. Invero, le vere zone grige di questo primo giudizio sono gli elementi che non porti a conoscenza dei tuoi lettori. La narrazione pare offuscata da un alone di "mistero" che lasci sullo sfondo senza chiarire mai, ripromettendoti - per tua stessa ammissione - di farlo solo più avanti. Eppure, la psicologia del duello appare monca in tal senso: come fa il png che incontri a sapere di Reek? Perché il tuo pg vuole uccidere i demoni/la morte (o meglio, perché vuol farlo al di là dell'ovvio?). Non si sa e non è dato saperlo. La sua volontà di rivalsa sembra posta a metà tra una missione ed una sfida personale, senza però che ai lettori sia consentito di andare al di là del dubbio. Mantieni e coltivi il dubbio ed il risultato è un gigantesco punto di domanda che aleggia sulla tua psicologia, impedendo a chiunque di chiarirla fino in fondo. Potevi risolverla diversamente questa peculiarità, a parer mio. Anche perché, privo di elementi che lo caratterizzino fino nel profondo - con un background degno di tal nome - Lamrael finisce per perdersi un pò nella banalità del guerriero assetato di sangue, diluito tra azioni rabbiose, sudore della fronte ed una serie di frasi fatte. Allo stesso modo, non si capisce cosa ingeneri la "reazione" finale, con cui ti "riprendi" dalla psionica del Canto dei Non morti. Rimandi ad un qualche evento che ti abbia svuotato più della stessa morte, ma non lo chiarisci: anche qui, narrazione monca, troppe domande. Valeva la pena, allora, costruirla in questo modo? Eppure, fossero questi i problemi, saremmo a cavallo. Il vero grosso limite del tuo scritto è una ritmica, ripetitiva e costante troncatura della scorrevolezza del narrato. Lo scritto, infatti, è costellato da occasionali (ma ritmiche, ovvero ripetitive e costanti - sempre ogni 2-3 righi) "interruzioni" del narrato, che spezzano e stancano la lettura. Tali interruzioni sono di natura e senso più disparato, ma la loro ripetitività è un vero tarlo per chi legga. Si passa da frasi troppo lunghe, costruite continuamente unendo concetti troppo distanti tematicamente che avresti dovuto (e potuto) staccare, per poi passare a frasi che - diversamente - stacchi, benché sarebbe stato meglio unire. Passiamo poi a frasi con una incredibile inflazione di virgole, tanto da far avanzare nel punto una lettura "a singhiozzo", a ripetizioni lessicali che avrebbero richiesto sinonimi come il pane. Ti faccio due esempi. Ad un certo punto dici: "I pensieri di Lamrael scorsero per un breve istante ad Alice, giunsero in anfratti ormai bui del suo essere, eppure quella piccola malinconia che il guerriero rosso sentiva crescere, venne ricacciata indietro nel medesimo istante, con disgusto e rabbia". Frase che andava spezzata ed aggiustata meglio. Preferibile sarebbe stato porla così: "I pensieri di Lamrael scorsero per un breve istante ad Alice, giungendo in anfratti ormai bui del suo essere. Eppure, quella piccola malinconia che il guerriero rosso sentiva crescere, venne ricacciata indietro nel medesimo istante con disgusto e rabbia." A parere di chi scrive più scorrevole e corretta logicamente. Oppure, ancora: "Solo ammazzandoli tutti i cittadini di Taanach sarebbero stati liberi. Mentre lui avrebbe semplicemente calmato la sua sete di sangue. La sua bestia". Qui era meglio riunire tutto in un unica frase, in questo modo: "Solo ammazzandoli tutti i cittadini di Taanach sarebbero stati liberi, mentre lui avrebbe semplicemente calmato la sua sete di sangue: la sua bestia." Meglio, no? Dettagli, comunque, che presi singolarmente sarebbero stati trascurati, ma assumono rilevanza soltanto presi nel complesso. Nulla che tu non possa correggere o rivedere, la prossima volta, con una lettura più attenta. Magari ad alta voce (consiglio).
» Voto: 6,75

» Strategia: Cambio di fronte in questo punto. Se nella scrittura non stupisci ed arranchi al confronto col tuo avversario, praticamente ribalti il tavolo nella strategia. Non so invero fino a che punto finisca la tua capacità ed inizi la fortuna, ma è indubbio che in un contesto di uomini contro demoni, trovarti finanche ad affrontare un mezzo demone (per giunta con un malus che aumenta ulteriormente i danni da sacro) ti ha reso tutto troppo più facile. Tanto più facile che davvero c'è poca storia in questo campo. Pronti via: il tuo avversario è nascosto dalla passiva. Tu hai un modo per rintracciarlo: usi l'attiva contro la sua auspex passiva, lo trovi ed usi un oggetto per pomparti le CS ed un attacco sacro. Lui ovviamente è costretto a pareggiare le CS e parare l'attacco, altrimenti avrebbe subito una marea di danni. Complice, poi, un suo primo turno non proprio eccelso, tra la passiva che ti fornisce altre 2 CS e le CS ancora rimaste dal corallo del primo turno, nullifichi anche il suo attacco (comunque esiguo) e replichi praticamente con due slot liberi, sfruttando il gettone per togliere l'ombra (anche se, come dirò, non sportivamente) ed altro slot con attiva sacra. Qui diciamo che fai jackpot, perché il tuo avversario è costretto addirittura ad usare la difesa assoluta ed incassare i fisici. Al suo attacco non rispondi affatto e decidi di incassare il danno alto, per causare un danno che (almeno in astratto) sarebbe ugualmente alto. Sulla carta, però, parliamo di due sacri, quindi il danno è molto di più ed anche qui il tuo avversario è costretto ad incassarne uno dei due (un basso che gli diventa un alto addirittura!) per poterti rispondere efficacemente. Lui usa il gettone con la psionica, tu incassi e replichi con altri due attacchi all'ultimo turno. Per sua fortuna, il tuo avversario poteva anche non rispondere, ma si delineava l'ipotesi di altri danni. Insomma, nessuno sconto per questo destino ironico che ha messo di fronte un demone ed un ammazzademoni. Potremmo valutare la circostanza che praticamente non ti sei quasi mai difeso (io almeno l'alto l'avrei parato, poco conta che tu abbia passive che ti facciano incassare due mortali - questo tipo di ragionamento è sbagliato e ti potrebbe costare pesanti penalità in altri contesti), ma finiremmo per parlare di circostanze poco rilevanti. In strategia hai dominato e non potevi fare diversamente, viste le circostanze. Alla fine concludi con un alto + medio in totale, a fronte di un totale Critico incassato da lui (che poteva essere anche molto di più, se avesse fatto l'ultimo post e/o valutato meglio una circostanza, che poi dirò nel suo giudizio). Insomma bravo, ma anche fortunato.
» Voto: 8,25

» Sportività: Duello in cui avete mantenuto un rapporto corretto e non siete incorsi in ritardi o altre circostanze fastidiose. Eppure, non sono mancati taluni episodi che non ho compreso, questa volta più pesanti da parte tua, che da parte sua. Prima di tutto, trovo che tu abbia peccato di metagame in fase iniziale. Il tuo personaggio non conosce Reek, ma - in generale - non si capisce nemmeno come lo conosca il png che hai citato, né come sappia che è un demone e che è legato alla morte. Reek non è di pericolosità fuori scala, non c'è motivo perché checchessia lo conosca così a fondo, senza troppi problemi. Peccato lieve, alla fine, viste le circostanze, ma che mi sento di farti notare. Ben più grave, invece, l'importanza che dai alla sua passiva di terrore. Ovvero pressoché nulla. La citi solo una volta, dicendo che il tuo personaggio avverte la paura, ma non basta. La liquidi poco dopo, arrivando più avanti a dire che il tuo pg non ha paura della morte, che - anzi - sembra quasi eccitarsi all'idea del duello. Poco rilevante la passiva stessa, finisce presto nel dimenticatoio. Infine, c'è l'uso del gettone (bonus): il regolamento parla di azioni direttamente offensive o difensive, non di supporto o altro tipo. Ho trovato il tuo uso del gettone oltre il consentito, fuori dal regolamento stesso. Quindi, penalizzabile. In compenso, reagisci sportivamente all'errore di calcolo che il tuo avversario fa sulle CS e, per questo, ti ho premiato. Per il resto, tutto ok.
» Voto: 6



Reek

» Scrittura: Non è passato molto tempo da quando ti ho letto l'ultima volta, ma è passata una QFA di mezzo ed un quadro ancor più chiaro del tuo personaggio, da parte mia. In tal senso, non posso che aver apprezzato ancor di più tutto quello che è lo sfondo del tuo agire, della tua psicologia e della tua introspezione, sopratutto se rapportato a ciò che gli accade all'esterno. Sarà che la guerra è particolarmente confacente alla sua vita, sarà perché hai contribuito tu stesso al background nel quale si svolge il torneo, ma la situazione sembra - come spesso accade - calzarti a puntino. Reek è perfettamente a suo agio nella "bassa" Taanach, così come a suo agio è nella guerra, dinanzi ai cadaveri ed alla morte - ovviamente - in generale. In questo sfondo, quindi, il tuo scritto esordisce con assoluto coinvolgimento del lettore, che - sopratutto se già a conoscenza dei tuoi trascorsi - non fatica ad immedesimarsi nel suo pensiero ed a cogliere riferimenti continui alle azioni passate, ed a quelle contemporanee. Ottima quindi la psicologia del personaggio, che tenta di nascondersi alla vista del suo avversario non per paura, bensì di agire come "eminenza grigia" dietro tutto ciò che accade; allo stesso modo ottima la psicologia durante il duello, l'introspezione con cui approfondi le schermaglie della battaglia e riesci a render bene finanche gli eventi che, comunque il tuo pg finisce per subire. Uno scontro contro un ammazzademoni, assolutamente in vantaggio strategicamente, finisce per significare su Reek una placida accettazione della morte, non in quanto "fine" del suo percorso (che egli sa non possa finire mai), ma in quanto punto di inizio della "rivoluzione" della terraferma, che egli vuole rimodellare come nuovo Cimitero dei Mondi. Allo stesso modo è evidente la simbiosi con l'abominio ed il continuo interscambio tra le due entità che compongono il tuo personaggio, ove si coglie assolutamente la differenza con quanto letto in precedenza - in una più remota psicologia in cui, invece, regnava una divisione di fondo, uno scontro ed un'antitesi tra le due entità. L'evoluzione è palpabile, dunque, così come il progredire di un background che ha influito efficacemente sulla tua personalissima ambientazione. Poco altro da aggiungere quindi. Il testo scorre con piacere, complice anche un layout ed una interposizione di immagini che staccano e che consentono di alleggerire la lettura, finendo per donare un testo assolutamente non pesante. Anzi, da questo punto di vista sarebbe stato piacevole poter leggere anche un ultimo post, anziché valutarne soltanto quattro. Invero, posso tranquillamente dire che tu stia raggiungendo l'ultimo traguardo possibile con questo personaggio, a meno che tu non abbia in mente evoluzioni ulteriori, inaspettate ed originali. Per il resto, infatti, posso dire che personalmente aspetto con ansia di leggerti in altri contesti, ben differenti. Aspetto che la tua fiducia personale varchi la soglia di Reek e sfori in mondi che siano ben distanti dal cimitero, ma confluiscano in realtà diverse, distinte ed in cui tu possa avere il coraggio di "rimetterti" in discussione. Non mi fraintendere, non parlo di "migliorarsi" o di "colmare errori": parlo di "cambiare tema", di "rinnovarsi". Le tue capacità scrittorie sono ormai evidenti, ma scendono a patti con un'ambientazione consolidata, che rimane comunque approssimativamente monotematica (per quante sfaccettature possa avere la morte, sempre morte è). Avrei piacere - e speranza - di leggerti al di là della "morte", in realtà differenti nel quale esprimere potenziale ancora nascosto che, in questo contesto, credo abbia raggiunto tutta la sua massima espressione possibile. Ma che, altrimenti, potrebbe anche stupirmi/ci.
» Voto: 8,25

» Strategia: Tutto un altro discorso, qui. Devo ammettere, però, che la tua sfiga è stata tanta. Troppa. Ti sei ritrovato a condurre un primo turno del toreno, armato di tanta speranza ed un'armata di demoni alle spalle contro... un ammazzademoni. Già, il destino ha il senso dell'ironia, evidentemente. Il tuo avversario è pieno di tecniche sacre e tu, invece, non solo sei un demone, ma hai anche una passiva che ti fa ulteriormente raddoppiare le tecniche sacre. Questo praticamente ti condiziona tutto il duello e strategicamente non può che rivelarsi un'assoluta disfatta. Sulla carta abbiamo quindi un intero duello passato a schivare/subire colpi ed un contrattacco che si concentra in tre isolate soluzioni, due delle quali subite soltanto perché il tuo avversario decide di non difendersi affatto. Quindi, ironicamente, per sua stessa scelta. Certo tu, a parer mio, ci metti del tuo. Al primo turno attivo cerchi da subito di tamponare le differenze, usando un rubino che ti consenta di appianare le differenze di CS, accompagnato da una difesa che ti consenta di parare l'offensiva avversaria. Al contrattacco, però,incredibilmente rifai lo stesso errore che hai fatto al precedente duello: usi oscurità ad area. Anche qui non comprendo il senso di far piombare l'oscurità e donare CS alle tue evocazioni (che non hai evocato). Per nasconderti avresti potuto sfruttare eventuali coni d'ombra presenti sul campo (è l'alba, non è mezzogiorno), ma - sopratutto - avresti potuto sfruttare più efficacemente il tuo slot di attacco, sopratutto contando che il tuo avversario non si sarebbe risparmiato, viste le sue potenzialità. Insomma, zoppichi quasi da subito ed il tuo avversario ne approfitta: para l'attacco fisico (l'unica vera tua offensiva) e ti usa contro entrambi gli slot. Una per diradare l'oscurità, l'altra per attaccarti direttamente, sommando pure i fisici. Il risultato che al secondo turno attivo sei costretto ad usare già la difesa assoluta (peraltro magica), ed il duello è praticamente appena iniziato! Replichi con una psionica di invecchiamento, discreto come contrattacco ma realmente non incisivo. Infatti il tuo avversario decide addirittura di subirlo e contrattaccare con entrambi gli slot (di nuovo). Qui patisci un altro attacco, subendo un altro alto e finisci per utilizzare una difesa contro gli attacchi fisici che forse era meglio usare prima di questo momento. Sopratutto alla luce del fatto che il quarto post attivo nemmeno lo scrivi, vanificando anche il secondo round di utilizzo di tale ultima abilità e consegnando, alla fine, un bagaglio molto scarso al tuo avversario. Se ha subito danno, infatti, è solo perché ha deciso di farlo. Altrimenti, infatti, il divario sarebbe stato ancor più netto. Molto, troppo poco.
» Voto: 6

» Sportività: Leggermente meglio del tuo avversario. Non reagisci antisportivamente alle sue due antisportività, una lieve - ovvero il leggero metagame iniziale sulla tua presenza, l'altra più incisiva, ovvero sul fatto che ignori per gran parte del duello la tua passiva di timore. Allo stesso modo, lasci correre sull'uso del gettone non del tutto conforme al regolamento del torneo (ma abbastanza valido strategicamente). Eppure, non si può dire che nemmeno tu sia esente da responsabilità. La prima te l'ho fatta già pesare una volta e te lo ripeto: le CS in negromanzia non sono regolamentari. E' vero, non le hai usate proprio: ma non posso consentire che un utente, per giunta gerarca, non sia penalizzato per mantenere in scheda un elemento che gli è già stato detto non sia regolamentare. La prossima volta che ti correggo e te le trovo in scheda ti metto 4 in sportività, è una promessa. La seconda è, manco a dirlo, il calcolo delle CS. Al secondo turno subisci un'offensiva dal tuo avversario di 10 CS, a fronte delle tue 4. Nel complesso decidi di subire un medio. Eppure, non solo parliamo di due attacchi (circostanza comunque anche trascurabile), ma contando che tu stesso dici di non opporti affatto all'attacco ("prendo entrambi i tuoi colpi fisici in quanto sorpreso dalla loro rapidità e precisione" sono parole tue) avresti dovuto contare 10 CS totali (quindi non "mediate" dalle tue 4) per due attacchi fisici! Insomma, un rapporto di potenza che ti avrebbe dovuto spingere a prendere non meno di un alto, a parere mio. Non un medio, comunque. Questo, però, è l'unico vero errore del duello e - per questo - sul punto ti va meglio rispetto al tuo avversario. Per il resto, infatti, il duello è piuttosto corretto.
» Voto: 6,75



Media Lamrael Redskin: 7
Media Reek: 7

Il duello finisce in un pareggio
Lud† ottiene 350 Gold; Caccia92 ottiene 350 Gold

Giudice: Janz

 
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