Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Alaria Vs. Astrid

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view post Posted on 5/4/2014, 10:14

Esperto
······

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Oltre la Barriera.

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Alaria Vs. Astrid



Gialla Vs. Gialla
F Vs. G


Primo post: Astrid
Player Killing: Off
Durata: Un solo post di presentazione e quattro post di combattimento.
Tempi di risposta: A cinque giorni dalla risposta dell'avversario verrà applicata una penalità di 0.25 punti alla sportività del ritardatario per ogni giorno d'attesa.
Arena: La riva di Ghuthir - C'era una volta una nana che cercando l'amore scavò fino al grembo della terra colle sue nude mani, seguendo il richiamo di una voce. Scoprì un minatore sperduto e le tenebre più cupe, e i due amanti presero a fuggire. Arrivate sulle coste più settentrionali dello Yakin il minatore diede un bacio alla fanciulla e si gettò contro i mostri mentre lei fu issata su una nave piangente, separata dall'unico suo amore. I venti presero a chiamar tempesta e forti correnti imbizzarrirono il mare e la nave si schiantò sulle nere pareti di questa scogliera, condannandola tragicamente. Si dice che nelle notti di tempesta ancora ora si possa sentire il disperato singhiozzare della nana, che carica di risentimento attrae alla sua tomba non solo le navi che solcano quel tratto di mare ma anche tutti i relitti affondati, nel vano tentativo di ricongiungersi al suo amato.
La riva di Ghutir è quindi un vero e proprio cimitero di imbarcazioni, con vascelli sommersi e altri ancor non del tutto affondati che nascondono un insidioso labirinto di scogli aguzzi oltre al quale però si cela un segreto: un vero e proprio covo di pirati. Le caverne naturali della scogliera nascondono infatti il nascondiglio di tanti predoni e schiavisti che han lì stabilito il loro regno di terrore. Chilometri di grotte scavate dal mare nella nuda roccia, alcune spoglie altre arredate o perfino ingombrate da capanne e strutture di legno, una piccola cittadina segreta agli occhi più indiscreti.
Regole: Il duello non deve interrompersi per alcun chiarimento - usate vie private, nel caso. Non si possono modificare i propri post dopo le risposte dell'avversario. Si seguono le normali regole di un duello ufficiale.
Background: Protetta e nascosta da mare e terra, la Riva di Ghuthir sembra prosperare nel crimine più nero, conosciuta solo dai marinai più biechi; o almeno così ritengono i corsari. Esiste però chi conosce di questo luogo e da ben prima che le grotte fossero abitate dai pirati: i nani ricordano questo posto dalle leggende di Ur Lachesh e del loro impero perduto. Un agguerrito manipolo di nani, formato per lo più da ex schiavi o vittime di pirati, è così deciso ad espugnare il luogo e renderlo una loro inespugnabile roccaforte, un bastione da cui sorvegliare lo stretto i mari. Passeranno per grotte conosciute solo a loro per sorprendere gli umani mentre dormono o persi nei fumi dell'alcool, intenti a festeggiare qualche razzia riuscita o qualche tesoro riemerso dai fondali degli abissi.
 
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Ashel
view post Posted on 9/4/2014, 18:36




Narrato
Parlato
Parlato altri

I



Risospinti costantemente dalla corrente, scheletri di navi si stagliavano, per chilometri e chilometri, davanti ai nostri occhi, inquietanti eppure avvolti da un fascino antico che neppure le circostanze riuscivano a dissipare.
Un vento gelido si infilava nella grotta, penetrava i vestiti, entrava nelle ossa.
Un piccolo manipolo di uomini, mandati in avanscoperta a stanare i nani e i loro alleati, guerrieri che avevano perorato la causa dell'Indipendenza per fame o per sete di gloria. Non c'erano idealisti, o visionari. Mercenari, ladri di strada, ex carcerati. La feccia dell'esercito delle Città Libere, ecco che cos'eravamo. Mandati in quello che Train, uno di loro, aveva definito "il buco del culo del mondo", prima di sputare a terra e aver maledetto sottovoce il giorno in cui aveva deciso di unirsi alla causa.
Rimanemmo per qualche tempo a ripararci in quella piccola insenatura dove il fiume penetrava nella roccia e aveva scavato, nel corso di millenni, una grotta naturale. Ci proteggemmo dalla pioggia che scrosciava ormai da ore in quella zona, perdendosi nelle acque del fiume nero. Non accendemmo fuochi, era meglio non rischiare, così rimanemmo stretti nei nostri mantelli per qualche tempo, sbocconcellando un po' di pane e di carne essiccata.
Inutile domandarsi perché eravamo stati mandati laggiù. Sapevamo tutti qual era la considerazione che le alte cariche avevano di noi. Eravamo sacrificabili. E avremmo potuto, nel frattempo, ammazzare qualche nano che si riparava in quei luoghi dimenticati da tutti tranne che dalla sua razza mentre dormiva, o attendeva di trovare qualche nemico che vagava tra gli scheletri delle imbarcazioni.
Per fame, e per disperazione. E perché non sapevo dove altro andare, per questo ero anche io tra le fila degli indipendentisti; che cosa avrebbe potuto fare una ex-schiava, dopo la dipartita del Clan e il suo disfacimento così repentino se non cercare riparo sotto l'egida di un nuovo, rafforzato potere?
Per individui come me, e come gli uomini che avevo attorno, non c'era spazio per ideali o alte convinzioni. Erano un lusso che non potevamo permetterci, non in quelle circostanze.
Il mio pensiero andò al mio compagno Gurz, che era rimasto a Taanach forse trovando riparo da qualche parte e approfittando della situazione per sistemare i conti con il suo passato. Nessuno avrebbe badato a lui in quel clima di guerra e tensione.
In breve le nuvole smisero di scaricare su di noi la loro pioggia densa e pungente, ma il cielo rimase buio e scuro. In quelle condizioni era difficile dire se fosse giorno o notte. Non che avesse importanza, non.
Da quando avevamo preso la via della Riva camminando sulle sponde del fiume che si faceva, chilometro dopo chilometro, sempre più nero e sempre più deserto, il tempo aveva smesso di agire su di noi e di regolare il flusso delle nostre vite. Lasciati in quello stato di sospensione dagli affari mondani, nessuno di noi aveva aperto bocca per tutta la durata del viaggio e non avevamo potuto che percepire nei nostri cuori quello stato di abbandono e di disgrazia che quella condizione implicava necessariamente.
Feor interruppe il flusso dei nostri pensieri levandosi e sistemandosi la spada al fianco. Il rumore delle armi ci fece sobbalzare come donnette.
L'uomo, che aveva perso un occhio molti anni prima durante una rissa da taverna da qualche parte nel Perwaine, mi fece un cenno e mi invitò ad alzarmi.

-Alza il culo. Andiamo in avanscoperta ora che la pioggia si è calmata. Se non torniamo entro un paio d'ore non ci aspettate, voialtri figli di puttana dovrete cavarvela da soli.

Nessuno ebbe nulla da obiettare. Feor aveva scelto me perché ero l'unica arciera nel gruppo e avrei potuto coprirgli le spalle mentre ci muovevamo tra le barche e le piccole insenature del fiume. Ogni angolo avrebbe potuto nascondere nani pronti a sgozzarci, o chissà quale altro genere di nemico.
Tutto pareva possibile in quello scenario, persino che venissimo aggrediti da fantasmi intrappolati per sempre nel ricordo della loro morte violenta.
I corpi delle navi, abbandonati al flusso del fiume, parevano enormi mostri abbattuti millenni prima da guerrieri dimenticati. Il vento, insinuandosi nelle grotte, ululava lontano e scandiva i nostri respiri coprendo il suono dei nostri passi, monito inascoltato di morte.
Feor camminava lento davanti a me, a spada sguainata. Aveva tolto la cotta di maglia, troppo pesante e troppo rumorosa. Ci muovevamo come due spiriti silenziosi, nessuno doveva udirci, né scorgerci.
Eppure pareva che occhi nascosti ci osservassero, che seguissero ogni nostra mossa. Percepivo lo stato d'animo del mio compagno anche da quella distanza e non potevo che condividerlo; entrambi sapevamo che probabilmente si trattava solo di autosuggestione, ma dentro di noi non potevamo escludere che qualcuno ci guardasse e scrutasse da lontano, non visto.
A un certo punto ci ritrovammo in un cimitero di scheletri. Le loro orbite vuote fissavano inerti punti indefiniti nello spazio, eppure io avvertii un brivido scivolarmi lungo la schiena e per qualche istante fui sedotta dalla possibilità di tornare indietro. Ma Feor, dopo un momento di esitazione, continuò ad avanzare facendo attenzione a non fare rumore.
Camminammo tra i morti che ci maledivano in silenzio, poi, giunti allo sbocco di una piccola insenatura, ci fermammo. Erano voci quelle che sentivamo?
Forse era tutto frutto della nostra inquietudine, forse avevamo trovato un accampamento di nemici. L'uomo, voltandosi appena, mi fece segno di rimanere dove mi trovavo e proseguì, solo, perdendosi tra le ombre. Mi nascosi dietro una barriera di roccia calcarea, l'arco stretto tra le mani e il respiro leggermente affannato.
Avrebbe studiato la situazione e avrebbe deciso il da farsi considerando il numero e la pericolosità degli avversari; senz'altro avremmo potuto coglierli di sorpresa salendo sulle rocce che circondavano a mezzaluna la piccola baia, ma avremmo dovuto faticare per scalarla: la parete era umida e scivolosa.
Forse se fossimo tornati indietro per recuperare i nostri compagni avremmo potuto tendere un'imboscata contando sul supporto numerico. Ma la verità era che nessuno di noi aveva voglia di morire per la causa indipendentista e Feor avrebbe fatto in modo di considerare realmente il pericolo, non esitando a ordinare la ritirata nel caso i rischi fossero stati eccessivi.



Astrid



Stato fisico: Ottimo
Stato psicologico: Tesa
Energia: 100%

Classe: Cacciatore
Talento: Tiratore
Armi: Arco lungo (15/15), Pugnale, Fucile (3/3)
Pericolosità: G
Energia: Gialla

Abilità razziale:
CITAZIONE
Sangue guerriero - I mezz'orchi sono nati come una razza di super mercenari. La loro potenza e le loro discrete abilità in qualsiasi campo li hanno resi inevitabilmente una delle razze più popolari fra le fila di un esercito, e le più utili. La stessa razza, intuendo che questo era uno degli unici modi che aveva per poter continuare a vivere senza subire notevoli discriminazioni, si è evoluta in questa direzione, per poter divenire l'unica e vera razza guerriera.
Grazie a questa "Evoluzione", i mezz'orchi si sono talmente abituati a combattere sempre in prima linea da poter sopportare e "ignorare" il dolore in battaglia. Questo non significa che non lo avvertono, certo, ma saranno talmente in grado di sopportarlo che sarà difficile vedere un mezz'orco soffrire a meno di non tagliargli un braccio, o ricoprirlo di ferite notevolmente profonde.
Questo permette quindi loro di continuare a combattere sempre e comunque, senza fermarsi, fino alla morte, rendendoli estremamente pericolosi in battaglia.

CS: 1 Maestria nell’uso delle armi

Passive attive:
CITAZIONE
Tiratore
» Effetto sulle capacità: i portatori di questo talento godranno di una mira straordinaria. Questa capacità ha il valore di un singolo CS passivo alla Maestria nell'uso delle armi non cumulativo con gli altri livelli del Talento.
» Effetto passivo: la prima capacità che caratterizza i possessori di questo talento è indubbiamente le loro mira ineccepibile in qualsiasi condizione. Essi saranno in grado di scorgere con precisione il proprio bersaglio anche quando quest'ultimo non è che un'ombra fra le ombre, si nasconde fra i rami di una fitta boscaglia o è soltanto una sagoma al di là di uno spesso banco di nebbia. In termini tecnici ciò non significa che i loro colpi andranno sempre a segno, ma che essi sono sempre in grado di prendere la mira sul proprio avversario fintanto che sono in grado di vederne almeno parzialmente la figura, come se nulla possa impedire ai loro occhi di seguire con precisione millimetrica gli spostamenti della preda che ancora possono scorgere.

Attive utilizzate: -

Riassunto: Astrid si trova con un gruppo di uomini in una piccola grotta sulla Riva di Ghuthir. Lei e Feor escono in avanscoperta per trovare eventuali covi nemici, ma poi l'uomo prosegue senza di lei e le ordina di rimanere in agguato nell'ombra.

Note Scusa il ritardo e buon torneo ad entrambi :) Contattami per MP per qualunque cosa ;)
 
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zis
view post Posted on 12/4/2014, 19:43





Il mio nome è Alaria e questo corpo non mi appartiene:
io sono una fata.




Dell. Il suo nome è Dell.
Oh, era proprio bello.
Il nano sembrava quasi scocciato nel dovermelo ripetere per l'ennesima volta, sospettando che non riuscissi a ricordarlo.
La vera ragione, però, era che risuonava in modo così dolce, non potevo smettere di sentirla nominare.
Dell: così soave eppure così forte, quasi a indicare la passione ardente che le bruciava dentro.
In lei c'era un amore che non poteva essere spento, neanche da questa pioggia battente, incessante, che con perseveranza bagnava i nostri corpi e faceva ricadere i miei capelli informi davanti al mio volto.
Raccontatemi di nuovo la sua storia, vi prego.
No, basta. Quante volte l'hai già sentita?
La prego mastro nano.
Non ho birra per rischiararmi la voce.
Non necessita di una birra: la vostra voce è perfetta già così com'è.
Con un piccolo sbuffo annoiato, il nano iniziò di nuovo raccontare la stessa storia, come un padre, che canta sempre la stessa ninna nanna alla sua bambina ogni sera.
Due colpi di tosse e, con fare amorevole e appassionato, iniziò di nuovo a narrare le vicende dei due amanti.
Dell e Graves erano i loro nomi... Il loro amore tutto poteva contro il buio centro della terra, i loro sentimenti brillavano tanto da rischiarare qualunque tenebra.
Ma il male non poteva permettere un sentimento così sublime e perfetto: dal ventre di quell'oscura caverna... dei mostri iniziarono a strisciare verso di loro.
Non interrompere, Alaria.
La storia continuò. Sapevo a memoria ogni singola parola.
La passione che quella piccola donna aveva infuso nel suo uomo... con quel bacio infuocato dall'amore.
E la loro triste separazione.
Era per questo che mi trovavo lì, in quel luogo, ai confini del mondo: per farli rincontrare.
Avrei finalmente riunito le loro tombe e per l'eternità avrebbero potuto goder l'uno dell'altra e ci sarebbe stato un lieto fine.
Ahaha, ma è solo una leggenda; non puoi pensar seriamente che siano esistiti. Siamo qua solo per riprenderci le nostre terre, per non vivere più in schiavitù e aver un luogo dove vivere: come Nani liberi... finalmente.
No, non siete qui solo per questo.
Alzai la voce, perché tutti mi sentissero.
Quasi urlavo per sovrastare il suono della pioggia scrosciante.
Salii su una roccia perché tutti mi vedessero; perché io stessa potessi vedere i loro volti.
Popolo dei nani.
Esordii, scandendo bene ogni parola.
Eravate schiavi. Eravate feccia. Ma oggi non siete qui solo per rivendicare ciò che era vostro, ciò che vi appartiene tuttora.
No.
Un leggero mormorio iniziò a nascere tra la folla.
Ma chi è questa?
Ma cosa vuole?
Oggi siete qui anche per scacciare i nemici dalle tombe dei vostri avi.
Siete giunti in questo luogo per farla pagare a coloro che hanno profanato il luogo sacro, dove Dell giace.

Forse è una spia nemica che si è inserita nel nostro gruppo!
Dovremmo ucciderla, credo. Guarda, è una mezzorca.
Non è vendetta, badate bene. E' giustizia!
Pagherà chi ha osato tormentare gli spiriti di coloro che si son amati e son morti in questo luogo.
PER DELL! PER GRAVES! PER IL VOSTRO IMPERO PERDUTO!

Non sortii nessun effetto.
Ero delusa e amareggiata, mentre il rumore della pioggia era l'unico suono udibile per quelle terre.
Sentii tirarmi il vestiti e vidi il volto amichevole del mastro nano: colui che raccontava poco prima la "leggenda degli amanti".
Mi fece gesto di scendere dalla roccia, non ne capivo il motivo, volevo solo infervorare gli animi.
La gente mi guardava con sospetto, eppure era già qualche giorno che mi trovavo con loro.
Ti vedono ancora con diffidenza Alaria, sei con noi da poco.
So che i tuoi sentimenti sono buoni, ma non puoi biasimare il dubbio che insinui in noi.
Le nostre razze si sono odiate e combattute per molto tempo; nonostante questo, ti ringrazio a nome di tutti per esserti schierata dalla nostra parte.

Oddio! Perché combattevate contro le fate?
Silenzio.
...Non importa, lo sai che voglio aiutare Dell, ritroverà il suo amato.
Tutti avranno un lieto fine.

Ognuno di noi lo spera, Alaria... Ognuno di noi.
Il nano sospirò le ultime parole, che il timore iniziasse a prendere un po' di spazio nei loro cuori coraggiosi?
Chi sarebbero stati i nostri nemici? Quanto sadici e brutali potevano essere?
Ci accampammo sotto una piccola sporgenza di roccia, vicino alla costa. Riparati dal maltempo.
I nani erano tremendamente resistenti alla fatica, nonostante le lunghe marce, le camminate sotto la pioggia, ancora allestivano il campo.
Mi stesi, appoggiando la mia schiena alla parete bagnate e mi addormentai...

Non so quante ore erano passate quando riaprii gli occhi; la pioggia era cessata e qualcuno aveva messo una piccola coperta sul mio corpo.
Chissà chi era stato a mettermi quella calda stoffa addosso.
Non che i nani mi odiassero, tuttavia non correva sicuramente tutto questo amore tra noi... almeno da parte loro.
Il mio sguardo si posò sul mastro nano, indaffarato in varie faccende.
I nostri occhi si incrociarono e mi fece un piccolo occhiolino amichevole, fugando ogni dubbio sull'artefice del gesto altruista.
Un piccolo sorriso si delineò sul mio volto, una piccola scossa di gioia percorse il mio corpo.
L'amore poteva risiedere anche nei piccoli gesti.
Iniziai ad ammirare l'ambiente circostante.
Il cielo rimaneva sempre plumbeo, pieno di nuvole minacciose. Era difficile capire se fosse giorno o notte tanto esse erano fitte.
Osservai i numerosi relitti portati a riva dal lamento della nana innamorata. Doveva essere molto forte per poter sprigionare un tale potere.
Decine di poderose navi si erano spiaggiate o si erano scontrate contro questi scogli maledetti, solo grazie al richiamo di Dell.
Nel loro grembo tenevano mille tesori, ma non il più prezioso: il suo amato.
Mi alzai.
Mastro nano, vado in avanscoperta, visito solo un po' questo luogo.
Ricevetti un segno di assenso.
Non era preoccupato, sapeva che potevo badare a me stessa.
Camminai lentamente, per molto tempo, lungo la riva del mare.
Osservavo gli scheletri di legno ammuffito delle navi, lasciando vagare la mia mente.
Oh, Dell. Sento la tua sofferenza. Ti aiuterò, puoi fidarti di me. Affidati alle mie mani.
Una folata di vento scosse i miei capelli, quasi come se quel luogo desse un segno di assenso alle mie preghiere.
Mi guardai attorno, riprendendo coscienza del mondo: mi trovavo di fronte a una grande grotta, dalla quale usciva un fiumiciattolo dalle acque nere.
Presagio oscuro.
C'è... c'è nessuno?
Forse non era la mossa più saggia da fare, ma non avevo mai brillato d'intelligenza.
C'è qualcuno là?
La grotta era oscura e non riuscivo a vederci dentro; non osavo entrare.
Poco c'era in quella piccola insenatura, sabbia e rocce... forse era solo suggestione.



Parlato del mastro nano. Parlato Alaria.
Parlato d'altri.


Alaria
Mana: 100%
Cr 40%|Al 20%|Me 10%|Ba 5%
Stato fisico: 0/16 illesa
Stato Mentale: 0/16 leggermente in ansia
Cs: [1] Resistenza.


Passive:
Abilità razziale: Sangue guerriero ~ I mezz'orchi sono nati come una razza di super mercenari. La loro potenza e le loro discrete abilità in qualsiasi campo li hanno resi inevitabilmente una delle razze più popolari fra le fila di un esercito, e le più utili. La stessa razza, intuendo che questo era uno degli unici modi che aveva per poter continuare a vivere senza subire notevoli discriminazioni, si è evoluta in questa direzione, per poter divenire l'unica e vera razza guerriera.
Grazie a questa "Evoluzione", i mezz'orchi si sono talmente abituati a combattere sempre in prima linea da poter sopportare e "ignorare" il dolore in battaglia. Questo non significa che non lo avvertono, certo, ma saranno talmente in grado di sopportarlo che sarà difficile vedere un mezz'orco soffrire a meno di non tagliargli un braccio, o ricoprirlo di ferite notevolmente profonde.
Questo permette quindi loro di continuare a combattere sempre e comunque, senza fermarsi, fino alla morte, rendendoli estremamente pericolosi in battaglia


Guaritore: la principale capacità dei possessori di questo talento è quella di sopperire alle normali debolezze delle tecniche di cura utilizzate da qualsiasi altra persona. Se infatti normalmente - in termini tecnici - una tecnica di guarigione allevia un danno pari ad un livello inferiore alla potenza della tecnica, per chi possiede questo talento non sarà così: il danno curato dalle suddette tecniche sarà sempre pari al consumo e alla potenza della tecnica stessa.

[Tipo: passiva]


Armi
Mazzafrusta
Scudo
Arco [15/15 munizioni]

Riassunto.
Alaria giunge alla riva di Ghuthir con un manipolo di nani, decisi a riconquistare la loro terra.
Dopo aver riposato per il lungo viaggio decide di esplorare la zona circostante, andando in avanscoperta.
Si ferma davanti ad un grotta, dalla quale esce un fiume dalle acque nere.

Note.
Spero che il post vada bene. Se ci sono dubbi o richieste puoi tranquillamente contattarmi per mp. :D
Buona giocata, sono sicuro che sarà molto divertente! 8D

 
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Ashel
view post Posted on 15/4/2014, 18:07




Narrato
Parlato
Parlato altri

II



Aspettai Feor per un tempo indefinito.
Stretta nelle tenebre che mi avvolgevano, rimasi immobile regolando il mio respiro e cercando di mantenere la mente sgombra. Non dovevo pensare, non volevo pensare.
Distrarmi o lasciarmi trascinare dal flusso dei miei pensieri non era possibile, non in quelle circostanze. La riva di Ghuthir, abitata di scheletri, relitti e forse allucinazioni poteva nascondere insidie che non avrei potuto fronteggiare a viso aperto.
Non era attaccando con brutalità e violenza che avrei potuto sopravvivere in quel luogo dove la memoria di antiche morti riecheggiava ancora in ogni piega dello spazio. Nell'ombra, avrei aspettato, paziente, di scorgere il mio compagno, oppure un nemico da abbattere.
Sperai che Feor non tardasse ancora, altrimenti avrei dovuto tornare indietro sola dandolo per morto. Ma come potevo sapere da quanto tempo ci eravamo lasciati? Il giorno si mescolava alla notte, non c'era differenza tra uno e l'altro e sempre il medesimo cielo buio incombeva sulle rive del fiume nero, dalle acque putride e vecchie.
Strani rumori giungevano fino al mio nascondiglio. Passi invisibili nella nebbia, respiri affannati, voci distanti. Tutto frutto della mia suggestione? Probabile.
Eppure, benché la mia mente fosse ferma e vigile, la mia freddezza non bastava a tenere lontane le paure più sottili e insidiose. Quante notti avevo passato a cacciare nelle distese deserte del Plakard, dove le rocce nascoste dalle tempeste di sabbia sembravano sempre nemici invisibili? Quante volte avevo scambiato le loro sagome antiche di millenni per creature che mi scrutavano attraverso gli ululati dei venti del Meridione?
Quando un cacciatore è solo vede sempre ciò che teme maggiormente. Non importa quanto possa essere avvezzo alla caccia, quale che sia la sua esperienza. Alla fine, il suo peggior nemico rimane sempre se stesso.
Per questo avevo l'impressione che, con quell'odore di marciume nelle narici, il nascondiglio che avevo scelto non sarebbe bastato a proteggermi dai fantasmi. Lì dove la foschia era più densa, risalendo dalle acque e trasudando dal terreno nero, strane creature sembravano prendere forma sotto i miei occhi, si burlavano dei miei occhi di mortale, violavano il mondo dei vivi e mi schernivano, io che credevo di sfuggire alle ombre mescolandomi con esse.
Mi strinsi nel mantello, sentivo freddo. La grotta di pietra calcarea che avevo scelto non doveva essere molto grande, eppure dalle sue profondità sembravano giungere sbuffi di umidità e rimbombi lontani.
A un certo punto una voce mi fece sobbalzare. Potevo avvertirla così distintamente che non poteva provenire che da pochi passi di distanza.


Oh, Dell. Sento la tua sofferenza. Ti aiuterò, puoi fidarti di me. Affidati alle mie mani.

Che diavolo era?
Aguzzai la vista. La sagoma massiccia di un guerriero, anzi di una donna, un'orchessa, si stagliava quasi di fronte a me, parzialmente nascosta dalla foschia e dall'oscurità di una notte perenne.
Nessun fantasma, nessuno strano mostro richiamato dalle acque infestate della Riva. Solo una guerriera, probabilmente della fazione ribelle.
Feor ci aveva visto giusto, poco distante doveva esserci un insediamento nanico.


C'è... c'è nessuno? C'è qualcuno là?

Avevo fatto troppo rumore, forse la mia reazione mi aveva tradito.
Pregai che si voltasse e se ne andasse. Pregai, dentro di me, che semplicemente credesse di essersi sbagliata e che se ne andasse.
Non fu così. Rimase a scrutare nell'oscurità con i suoi occhi che non vedevano, forse un'espressione accigliata dipinta sul volto, o impaurita. A quella distanza e in quelle condizioni non riuscivo a scorgere quel genere di dettagli.
Strinsi bene il mio arco e lo sollevai un poco, ma la verità era che non volevo affatto ingaggiare un combattimento lì, sola, con il rischio che vi fossero altri avversari con lei che non potevo scorgere.
Mi appiattii sempre di più alla parete di roccia, cercai di mescolarmi con l'oscurità, divenendo della medesima sostanza che la componeva.
Invisibile. Nient'altro che un sussulto, un respiro lontano, un essere che esisteva soltanto nelle percezioni fallaci di quell'orchessa che, spaventata forse dalla suggestione che quel luogo le imponeva ai sensi, se ne sarebbe andata, senza farsi domande e senza voltarsi.
Passarono diversi istanti ma nulla cambiò. Il profilo massiccio, robusto della mia nemica continuava a stagliarsi, minaccioso, all'entrata della grotta. Non potevo fuggire, né potevo rimanere lì in eterno. Se si fosse mossa, se fosse avanzata ancora nelle tenebre, se mi avesse scorto, se mi avesse attaccato... che cosa avrei fatto, allora? Quello era uno spazio chiuso, piccolo, poco agevole per un arciere.
Smisi di temporeggiare e a quel punto decisi di attaccare per prima. Sollevai l'arco, considerai la distanza che ci divideva - poco più di una decina di metri - e incoccai la prima freccia.
Un colpo speciale, che voleva stordirla e quantomeno cercare di impedirle i movimenti; lo scagliai dopo aver preso brevemente la mira in direzione del petto, grossomodo tra i due seni, una superficie abbastanza ampia da colpire.
Poi, dopo aver incoccato un secondo dardo, lo scagliai nuovamente verso di lei, questa volta mirando un po' più in basso sul torace; le frecce sarebbero partite sibilando e disegnando nell'aria un'orbita perfetta.
Non potevo sapere se la mia avversaria sarebbe stata colpita oppure no; ma io sarei rimasta nascosta, protetta dalle ombre della grotta. E, nel caso, avrei provato a fuggire.
Quella situazione mi apparve, a un tratto, incredibilmente beffarda. Eravamo usciti dal nostro nascondiglio per cercare di tendere un'imboscata alla fazione nemica, e invece quelli a cadere nell'agguato eravamo stati noi.
Mi chiesi se Feor fosse ancora vivo o se fosse incappato in nemici che non era riuscito a fronteggiare. Non che tenessi particolarmente a cuore la sua vita, in fondo sapevamo tutti perché ci trovavamo lì e non era certo per devozione alla causa o per gloria personale; ma era pur sempre un compagno e da soli era molto più difficile sopravvivere in circostanze come quelle.



Astrid



Stato fisico: Ottimo
Stato psicologico: Ottimo
Energia: 100 - 10 - 10 = 80%

Classe: Cacciatore
Talento: Tiratore
Armi: Arco lungo (13/15), Pugnale, Fucile (3/3)
Pericolosità: G
Energia: Gialla

Abilità razziale:
CITAZIONE
Sangue guerriero - I mezz'orchi sono nati come una razza di super mercenari. La loro potenza e le loro discrete abilità in qualsiasi campo li hanno resi inevitabilmente una delle razze più popolari fra le fila di un esercito, e le più utili. La stessa razza, intuendo che questo era uno degli unici modi che aveva per poter continuare a vivere senza subire notevoli discriminazioni, si è evoluta in questa direzione, per poter divenire l'unica e vera razza guerriera.
Grazie a questa "Evoluzione", i mezz'orchi si sono talmente abituati a combattere sempre in prima linea da poter sopportare e "ignorare" il dolore in battaglia. Questo non significa che non lo avvertono, certo, ma saranno talmente in grado di sopportarlo che sarà difficile vedere un mezz'orco soffrire a meno di non tagliargli un braccio, o ricoprirlo di ferite notevolmente profonde.
Questo permette quindi loro di continuare a combattere sempre e comunque, senza fermarsi, fino alla morte, rendendoli estremamente pericolosi in battaglia.

CS: 1 Maestria nell’uso delle armi

Passive attive:
CITAZIONE
Tiratore
» Effetto sulle capacità: i portatori di questo talento godranno di una mira straordinaria. Questa capacità ha il valore di un singolo CS passivo alla Maestria nell'uso delle armi non cumulativo con gli altri livelli del Talento.
» Effetto passivo: la prima capacità che caratterizza i possessori di questo talento è indubbiamente le loro mira ineccepibile in qualsiasi condizione. Essi saranno in grado di scorgere con precisione il proprio bersaglio anche quando quest'ultimo non è che un'ombra fra le ombre, si nasconde fra i rami di una fitta boscaglia o è soltanto una sagoma al di là di uno spesso banco di nebbia. In termini tecnici ciò non significa che i loro colpi andranno sempre a segno, ma che essi sono sempre in grado di prendere la mira sul proprio avversario fintanto che sono in grado di vederne almeno parzialmente la figura, come se nulla possa impedire ai loro occhi di seguire con precisione millimetrica gli spostamenti della preda che ancora possono scorgere.

Attive utilizzate:
CITAZIONE
Mimetizzazione
Il cacciatore si mimetizza con l'ambiente circostante, diventando difficile da colpire con attacchi normali.
La tecnica è di natura fisica. Il caster può confondersi con l'ambiente circostante attraverso artifici fisici. La tecnica implica una personalizzazione che ne consista in una definizione precisa della natura dell'effetto. La mimesi dovrà implicare una capacità del cacciatore di assumere connotati cromatici che ne rendano possibile la confusione del con l'ambiente circostante in cui esso si muova. Questo potrà avvenire attraverso un travestimento, attraverso un cambio di colore della pelle o attraverso altri stratagemmi che risultino, però, fisici e non magici. Dal punto di vista tecnico, il cacciatore sarà immune da eventuali attacchi fisici per due turni, compreso quello di lancio, contando la tecnica come una difesa da attacchi non tecnica di pari durata. Come qualunque tecnica del genere, però, abusare dei suoi benefici può risultare antisportivo.
Consumo di energia: Medio

CITAZIONE
Dardo immobilizzante
Astrid spara un dardo o uno speciale proiettile che, se andato a segno, è in grado di causare un danno pari al consumo legato a una sensazione di paralisi. L'effetto perdura per due turni.
Tecnica fisica.
Consumo energia: Medio

Riassunto: Astrid si accorge della presenza di un avversario a una decina di metri dalla sua posizione. Attiva l'abilità "Mimetizzazione" per confondersi nelle tenebre della grotta, poi scaglia due dardi verso Alaria: il primo è un "Dardo Immobilizzante" e il secondo un attacco semplice.

Note: -

 
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zis
view post Posted on 22/4/2014, 01:19





Il mio nome è Alaria e questo corpo non mi appartiene:
io sono una fata.





Scappa, Dell!
Graves urlò disperato.
Correvano da ore per cercare di sfuggire ai nemici, ma i mostri avanzavano troppo velocemente.
Entro pochi minuti li avrebbero raggiunti; non c'era speranza, non potevano salvarsi entrambi.
Era chiaro cosa il minatore intendesse con quelle parole: li avrebbe trattenuti lui.
Era armato solo con il suo piccone, non possedeva nient'altro per cercar di salvare la sua amata e la sua stessa pelle.
Ma il suo nome già segnava il triste destino che lo attendeva.
Sei fuori di testa se pensi che io possa abbandonarti.
Dell gli strinse forte la mano e lo guardò negli occhi intensamente.
Lui con forza la trasse a sé.
Erano vicini.
Molto vicini.
Le labbra si sfiorarono appena e un turbine di sentimenti li inondò istantaneamente.
Mai la nana aveva provato emozioni tanto forti.
Quei pochissimi istanti si dilatarono in un'eternità all'interno delle loro menti.
I due cuori pulsavano forti all'unisono, sincronizzati, poiché in quell'istante erano come una persona sola.
L'amore che vince ogni cosa.
Non moriremo entrambi.
Corri.
Sali sulla barca che ci attendeva al porto. Almeno tu salvati.
Ti prego.

Dell gli mise una mano sul petto; le lacrimavano gli occhi.
Graves...
Scappa! Ora!
I mostri iniziavano a vedersi in lontananza.
Ti amo...
La fanciulla corse via.
Le sue piccole gambe si muovevano alla massima velocità consentita, per cercare di salvarsi, per non vedere la fine del suo amore.
Le lacrime si disperdevano nell'aria, trasportate dal forte vento proveniente dal vicino mare.

[...]

Piccole goccioline iniziarono a scendere di nuovo dal cielo.
Quella baia era maledetta, su questo non vi era dubbio.
La pioggia non era altro che il pianto di Dell.
Continuava a soffrire per la distanza dal suo amato, poiché mai più avrebbe potuto anche solo accarezzare il suo volto.
Il sole non poteva splendere dove vi era stata tanta tristezza.
Le lacrime di Dell non potevano esser fermate e la pioggia continuava quindi a imperversare in quel luogo tetro.
Ma tra poco la grande stella gialla risplenderà di nuovo su queste rive, fidati di me.
Te lo prometto.
Le fate mantengono sempre le promesse.
Dell riunirò le vostre tombe e spazzerò via le nubi che coprono la tua anima: come una cappa asfissiante di disperazione.
Sorriderai, lo giuro, tanto è vero che sono una fata.

Osservavo il nero buco che portava al ventre della Terra, la caverna oscura che emanava così tanto terrore.
Ero ferma, immobile, immersa nei miei pensieri.
Stavo quasi per andarmene... quasi...
Una freccia improvvisa comparve dall'oscurità, alzai velocemente il mio scudo, ma fui troppo lenta.
Del sangue iniziò a scorrere copioso dal mio petto.
Una strana sensazione quasi di paralisi inondò il mio corpo; il mio respiro era diventato più faticoso, il mio petto ero restio a espandersi.
I profanatori di tombe mi avevano trovato, non era solo suggestione, ero proprio nella merda.
Una seconda freccia venne scoccata, tuttavia questa volta non fui colta alla sprovvista.
Stum!
Ecco il rumore della freccia che si conficca nel legno: era riuscita a frapporre lo scudo.
La mano sinistra staccò velocemente la freccia dal mio corpo, non era dentata e la punta non rimase all'interno del mio torace.
Luce intensa iniziò a esser sprigionata dalla mia mano.
Un bianco e candido manto che avvolgeva la mia ferita e nonostante avessi una sopportazione del dolore ben oltre la norma, sentii una sensazione di sollievo.
Mentre mi curavo, mi diressi velocemente lateralmente all'apertura della grotta, in modo da non poter esser nella linea di tiro del nemico.
Sentii la fredda e umida parete sulla mia schiena.
Presi l'arco e incoccai una freccia, ma senza scagliarla, senza tendere la corda... ero solo pronta a colpire qualunque essere vivente che avesse messo piede fuori sulla spiaggia.
Non sapevo quanti fossero: uno, dieci, cento o mille?
La fortuna non era mai stata dalla mia parte e temevo per il peggio.
Nonostante la ferita si fosse parzialmente curata, una leggera sensazione di paralisi persisteva.
Non potevo permettermi di tornare al campo per chiedere rinforzi, non l'avrei raggiunto in tempo, non in quelle condizioni.
Abbracciai il mio destino... sarei morta in quel luogo, ma l'avrei fatto combattendo.
La strategia era ovvia, non potevo vederli, ma loro erano in grado di sentirmi.
Sarebbe bastato solo il suono della mia voce per plagiare la loro mente.
Avrebbero creduto alle mie parole, anche alle più grandi menzogne: io sono una mezzorca, io sono brutta e molto crudele, la Terra è rotonda.
Questi sono solo piccoli esempi, ma insediarsi nella volontà dei nemici è un potere ben oltre l'umana comprensione... si dispone di un potere quasi infinito.
Profanatori di tombe.
Esordii forte.
Voi che depredate queste terre. Voi che mangiate e vivete sul sacro terreno dei nani. Voi infangate la memoria dei due innamorati delle rive di Ghuthir; arrendetevi!
Uscite dalla caverna e nulla vi sarà fatto di male.
Mille nani attendono fuori accampati pronti a dar battaglia; perirete.
Ma se ora vi arrendete, le vostre vite saranno salve.
Camminate su queste spiagge, uscite dall'oscurità e vivrete il resto dei vostri giorni.

Non potevo veramente comandare le loro azioni; anche se non fossero riusciti a difendersi dall'attacco mentale, avrebbero probabilmente soltanto sentito una sensazione rassicurante.
Uscire allo scoperto sarebbe stata un'appetibile azione, un'intelligente mossa.
Ma non appena una testa avesse fatto capolino dall'entrata, la freccia sarebbe partita, pronta per cercare di conficcarsi nel cranio del primo sventurato.
Le mie parole erano chiaramente una bugia, non può esserci salvezza per coloro che infangano la "Riva dell'Amore".
Dell, sarai fiera di me.



Pensato Alaria. Parlato Alaria.
Parlato d'altri.


Alaria
Mana: 100%-5%-20%=75%
Cr 40%|Al 20%|Me 10%|Ba 5%
Stato fisico: 1/16 basso di sensazione di paralisi.
Stato Mentale: 0/16 determinata.
Cs: [1] Resistenza.

Attive:

1° tecnica: attiva del talento

CITAZIONE
» Effetto attivo: spendendo un consumo Basso il possessore del talenti sarà in grado di alleviare e rimarginare un danno subito da se stesso o da un proprio compagno. Grazie alla passiva del primo livello il danno curato potrà raggiungere il massimo di un Basso; a seconda della scelta iniziale compiuta all'acquisizione del talenti questa tecnica potrà influenzare solamente o mente o corpo. La tecnica ha natura magica ed è personalizzabile nell'aspetto e nella forma liberamente.

2° tecnica: tecnica personale psionica a consumo Alto.


CITAZIONE
Col tempo, continuando a negare la realtà, si inizia a vivere nella bugia ed essa diventa la tua verità assoluta.
"Io sono una fata", quante volte l'ho detto, quante volte ho ricevuto risate di scherno, ma ora ho imparato lentamente a sfruttare i miei poteri: piegando la volontà delle persone davanti a me.
Se non mi credono li farò credere.
Se non riescono a vedere con i loro occhi allora plagerò l'immagine nella loro mente e proveranno dolore per non aver voluto osservare il vero.
[1° personale variabile psionica: danno variabile alla mente che si manifesta credendo alle bugie di Alaria]

Passive:


Abilità razziale: Sangue guerriero ~ I mezz'orchi sono nati come una razza di super mercenari. La loro potenza e le loro discrete abilità in qualsiasi campo li hanno resi inevitabilmente una delle razze più popolari fra le fila di un esercito, e le più utili. La stessa razza, intuendo che questo era uno degli unici modi che aveva per poter continuare a vivere senza subire notevoli discriminazioni, si è evoluta in questa direzione, per poter divenire l'unica e vera razza guerriera.
Grazie a questa "Evoluzione", i mezz'orchi si sono talmente abituati a combattere sempre in prima linea da poter sopportare e "ignorare" il dolore in battaglia. Questo non significa che non lo avvertono, certo, ma saranno talmente in grado di sopportarlo che sarà difficile vedere un mezz'orco soffrire a meno di non tagliargli un braccio, o ricoprirlo di ferite notevolmente profonde.
Questo permette quindi loro di continuare a combattere sempre e comunque, senza fermarsi, fino alla morte, rendendoli estremamente pericolosi in battaglia


Guaritore: la principale capacità dei possessori di questo talento è quella di sopperire alle normali debolezze delle tecniche di cura utilizzate da qualsiasi altra persona. Se infatti normalmente - in termini tecnici - una tecnica di guarigione allevia un danno pari ad un livello inferiore alla potenza della tecnica, per chi possiede questo talento non sarà così: il danno curato dalle suddette tecniche sarà sempre pari al consumo e alla potenza della tecnica stessa.


Armi
Mazzafrusta
Scudo
Arco [15/15 munizioni]

Riassunto.
Alaria subisce la tecnica media dell'avversaria.
Si scuda dalla freccia e si cura con l'attiva del talento, subendo un totale di danni pari a basso.
Si sposta lateralmente, uscendo fuori dalla visione dell'entrata della grotta, appoggiandosi alla parete di roccia.
Usa tecnica psionica a consumo alto per convincere l'avversaria a uscire allo scoperto.
Nel caso esca gli tira una freccia diretta alla testa.

Note.
Mi scuso profondamente per il ritardo, ma con le vacanze di Pasqua purtroppo non sono riuscito a postare prima.
Mi rendo conto del disagio e proverò a velocizzare i tempi nei prossimi turni.
Ad ogni modo... buona giocata! :D

Modificato per cambiare alcuni errori grammaticali.




Edited by zis - 23/4/2014, 01:01
 
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Ashel
view post Posted on 23/4/2014, 12:17




Narrato
Parlato
Parlato altri



III



Ero certa di averla colpita.
Avevo sentito il dardo sibilare minaccioso nell'aria ferma e umida della grotta, le sue tenebre che ancora mi stringevano nella loro morsa gelida e antica.
Forse udii anche i suoi gemiti, ma non ne ero certa. Tutto sembrava fallace, tutto pareva frutto della mia suggestione; il confine tra ciò che era reale e ciò che non lo era aveva cominciato a farsi, a un tratto, più sottile che mai.
Il tonfo sordo del legno mi ridestò, il secondo attacco non era giunto a destinazione e la freccia si era conficcata nello scudo dell'orchessa, che l'aveva prontamente levato per difendersi.
Dovevo aver sottovalutato il mio nemico. Un errore che non avrei più commesso.
La osservai mentre si spostava per nascondersi alla vista, ne seguii i movimenti scrutandola torva. Per qualche ragione, la freccia cosparsa di veleno non ebbe gli effetti sperati; ricordavo ancora l'ultima volta che l'avevo usata, contro un nano fuori di sé che maneggiava un'ascia gigantesca giù a vecchia Taanach, in compagnia di un pazzo: Dave McKean.
Sembravano ricordi di qualcun altro, appartenenti a un passato lontanissimo. Eppure non erano passate che poche settimane dal mio arruolamento tra i ranghi del Goryo.
Pensai, con una punta di amarezza, che non avevo impiegato molto a cambiare fazione. Ma noi non eravamo che pedine nelle mani di chi giocava con la guerra come giocava ai dadi; noi facevamo parte di un progetto regolato dal caso e dall'audacia di chi si divertiva a decifrarne i risultati.
Per sopravvivere un cacciatore impara presto ad adattarsi.
Abbassai l'arco e per un momento mi domandai se l'orchessa avesse chiamato rinforzi. Avevo considerato male la portata delle mie azioni. Mi strinsi nelle ombre, nel mio cuore il desiderio di abbattere il nemico ora si faceva sempre più impellente.
Non volevo morire lì, per una causa in cui non credevo e per la quale nutrivo una profonda indifferenza. Levai di nuovo la mia arma, i lunghi flettenti di legno dipinto disegnavano nell'oscurità una sagoma perfetta.
Incoccai un dardo e aguzzai la vista. Le tenebre non mi avrebbero fermato, sapevo che le mie frecce potevano raggiungere l'orchessa, anche se aveva preferito nascondersi. Un gioco, nient'altro che quello. Un gioco in cui perdeva chi usciva allo scoperto per primo.
Forse lei avrebbe potuto attendere all'infinito che io sbagliassi una mossa, che infine mi muovessi per coglierla di sorpresa e rinunciassi al mio nascondiglio, rendendomi manifesta; ma io non mi sarei mossa di un solo passo e avrei mirato da lì, aggirando l'ostacolo...

- Profanatori di tombe.



Una voce rauca e gutturale rimbombò sulle pareti di roccia calcarea, cogliendomi di sorpresa.

- Voi che depredate queste terre. Voi che mangiate e vivete sul sacro terreno dei nani. Voi infangate la memoria dei due innamorati delle rive di Ghuthir: arrendetevi!



Lo spazio angusto della grotta distorceva la voce della mia nemica, ammesso che fosse lei a parlare e non i fantasmi dei grandi colossi navali abbandonati al tempo e ai ricordi dei morti.
Quelle parole si insidiarono nella mia mente come lunghi coltelli, ma con la sottigliezza di una lama che non fa sentire subito la propria morsa.

- Uscite dalla caverna e nulla vi sarà fatto di male. Mille nani attendono fuori accampati pronti a dar battaglia: perirete. Ma se ora vi arrendete, le vostre vite saranno salve.



Eccoli, i nemici!
Era troppo tardi, avrei dovuto fuggire, oppure ucciderla con maggiore celerità.
Caduta in una trappola come una dilettante, mi nascondevo lì, nell'ombra, un ratto di fogna che attende di essere divorato da un predatore più grosso e spietato di lui.
L'eco rimbombava martellante, angosciante.

- Camminate su queste spiagge, uscite dall'oscurità e vivrete il resto dei vostri giorni.



Quelle parole riecheggiarono a lungo nella mia coscienza. Poi attesero, infide, che l'inganno si perpetrasse.
La roccia non rimandava più alcun suono dai suoi abissi, il rumore del piccolo corso d'acqua vomitato dalle sue cavità scandiva gli istanti come una clessidra.
Non so se una porzione del mio animo era riuscito a mantenersi vigile. Probabilmente no.
Infine i fantasmi erano giunti, i fantasmi di luoghi che noi avevamo profanato, di cui non conoscevamo la storia, di cui non conservavamo memoria.
Eravamo estranei. Lo eravamo sempre stati, fin da quando avevamo messo piede su quelle terre. Eravamo indesiderati.
Feci un passo, poi un altro. Uscii dall'ombra.
Altri nemici mi aspettavano, richiamati dalla nebbia, fredda e densa, che risaliva le acque gelide del fiume. Nemici che maneggiavano spade fatte di tenebre, nemici che non avrei potuto trafiggere con le frecce né ferire con il mio coltello. Non si potevano uccidere coloro che erano già morti.
E poi c'erano i nani, che camminavano sulle terre da sempre appartenute al loro popolo e che infine reclamavano con la violenza e la forza alimentata da secoli di sottomissione.
La debole luce metallica di un giorno che si era presto mescolato alla notte illuminò il mio viso e mi ferì gli occhi. Una luce fredda, innaturale.
L'arco stretto nelle mie mani, la bugia che abitava i miei pensieri e lo sguardo docile, ammaestrato, di chi è stato ingannato.
Osservai allora il profilo massiccio del mio nemico, l'orchessa dal volto crudele, a pochi passi da me. Ma presto le sue azioni rivelarono la menzogna che si nascondeva nelle sue parole.
I suoi gesti furono rapidi, una freccia scoccata fendette l'aria che misurava la distanza tra noi.
Sparò il suo dardo che già le mie gambe facevano perno sui polpacci e mi spingevano lontano di cinque o sei metri, guadagnando una rapidità che mi salvò la vita. Sentii la freccia sibilarmi accanto, mancandomi per poco grazie al poderoso scatto in avanti.
Un cacciatore ne aveva incontrato un altro.
La guardai torva, il mio sguardo avrebbe desiderato trafiggerla con la stessa intensità di una freccia nel cuore.
Generai sotto i suoi piedi la sagoma sferica di una trappola luminosa che l'avrebbe impegnata per un po' e da cui difficilmente sarebbe riuscita a liberarsi in breve tempo. Si trattava solo di un espediente per rallentarla mentre indietreggiavo. Il terreno umido si sarebbe presto trasformato sotto gli impulsi della mia magia, e all'orchessa sarebbe parso di camminare sui tizzoni ardenti nel diametro di circa tre o quattro metri.
Incoccai due frecce e le scagliai, una dopo l'altra, mirando all'addome, tra le due scapole. Non aveva particolare importanza colpirla, volevo solo coprire la mia ritirata, dovevo solo fuggire, nascondermi.
Ero vulnerabile e i nemici intorno a me sarebbero presto sopraggiunti; o forse mi avevano già scorto, forse mi scrutavano nel buio e aspettavano solo di carpirmi, di afferrarmi e di trascinarmi con loro nell'abisso...
Mi persi nella nebbia, trovai una falange di roccia che fendeva il cielo come un monolite antichissimo, una torre naturale a guardia dei ricordi e dei morti.
Mi nascosi lì dietro, non ero che a pochi metri - forse poco più di una decina - dall'orchessa; eppure mi parve già di avvertire il sollievo di non trovarmi scoperta; da lì avrei potuto mirare e colpirla se si fosse avvicinata, avrei mirato a chiunque, a qualunque cosa fossi stata in grado di scorgere.
Sentii la superficie dura della roccia sulla schiena, il respiro affannato, il cuore che sembrava volermi sfondare il petto.
Una paura atavica, irresistibile albergava nel mio cuore.
E nel buio sentivo su di me il peso di mille occhi invisibili.



Astrid



Stato fisico: Ottimo
Stato psicologico: 1 Danno Alto
Energia: 100 - 10 - 10 - 10 - 20 = 50%

Classe: Cacciatore
Talento: Tiratore
Armi: Arco lungo (11/15), Pugnale, Fucile (3/3)
Pericolosità: G
Energia: Gialla

Abilità razziale:
CITAZIONE
Sangue guerriero - I mezz'orchi sono nati come una razza di super mercenari. La loro potenza e le loro discrete abilità in qualsiasi campo li hanno resi inevitabilmente una delle razze più popolari fra le fila di un esercito, e le più utili. La stessa razza, intuendo che questo era uno degli unici modi che aveva per poter continuare a vivere senza subire notevoli discriminazioni, si è evoluta in questa direzione, per poter divenire l'unica e vera razza guerriera.
Grazie a questa "Evoluzione", i mezz'orchi si sono talmente abituati a combattere sempre in prima linea da poter sopportare e "ignorare" il dolore in battaglia. Questo non significa che non lo avvertono, certo, ma saranno talmente in grado di sopportarlo che sarà difficile vedere un mezz'orco soffrire a meno di non tagliargli un braccio, o ricoprirlo di ferite notevolmente profonde.
Questo permette quindi loro di continuare a combattere sempre e comunque, senza fermarsi, fino alla morte, rendendoli estremamente pericolosi in battaglia.

CS: 1 Maestria nell’uso delle armi, 2 Velocità (per due turni)

Passive attive:
CITAZIONE
Tiratore
» Effetto sulle capacità: i portatori di questo talento godranno di una mira straordinaria. Questa capacità ha il valore di un singolo CS passivo alla Maestria nell'uso delle armi non cumulativo con gli altri livelli del Talento.
» Effetto passivo: la prima capacità che caratterizza i possessori di questo talento è indubbiamente le loro mira ineccepibile in qualsiasi condizione. Essi saranno in grado di scorgere con precisione il proprio bersaglio anche quando quest'ultimo non è che un'ombra fra le ombre, si nasconde fra i rami di una fitta boscaglia o è soltanto una sagoma al di là di uno spesso banco di nebbia. In termini tecnici ciò non significa che i loro colpi andranno sempre a segno, ma che essi sono sempre in grado di prendere la mira sul proprio avversario fintanto che sono in grado di vederne almeno parzialmente la figura, come se nulla possa impedire ai loro occhi di seguire con precisione millimetrica gli spostamenti della preda che ancora possono scorgere.

Attive utilizzate:
CITAZIONE
Fratello del vento:
Il cacciatore assume una posa caratteristica, guadagnando una rapidità incredibile e superando i limiti del proprio corpo per qualche tempo.
La tecnica è un power up di natura fisica. All'attivazione potranno essere associate personalizzazioni come una posa caratteristica o leggere mutazioni nell'aspetto, ma mai trasformazioni complete: il caster dovrà restare riconoscibile come tale. L'utilizzatore guadagnerà 2 CS ad una singola caratteristica per una durata totale di due turni al fine di potenziare la velocità del caster; questo potrà decidere di sciogliere la tecnica prima del termine, nel caso lo desiderasse. La singola capacità potenziata può essere potenziata liberamente, ma dovrà essere specificata al momento dell'acquisto prima di inserirla in scheda.
Consumo di energia: Medio

CITAZIONE
Trappola incandescente:
Il cacciatore crea una sagoma di luce sotto i piedi dell'avversario, causando gravi ustioni a chiunque permanga all'interno della stessa che non sia il cacciatore stesso.
La tecnica ha natura magica. La tecnica sarà personalizzabile a piacimento circa natura, forma e fattezze della sagoma, purché questa renda sempre identificabile l'area di effetto della stessa. Chiunque permanga nella sagoma di luce, e non sia lo stesso caster, subirà danni da fuoco pari a Medio per ciascun turno. La tecnica dura complessivamente due turni e svanisce al termine del secondo turno seguente dell'avversario. Qualunque materiale infiammabile presente nell'area di effetto subirà danno da fuoco come se esposto ad una fonte diretta di calore. Per evitare il danno, l'avversario dovrà sfruttare le proprie abilità e combinarle in uno stratagemma idoneo a liberarlo dall'effetto della sagoma, non potendo sottrarsi semplicemente camminando. L'effetto agisce su tre dimensioni, interessando chiunque attraversi la sagoma, anche volando.
Consumo di energia: Alto

Riassunto: Astrid non è in grado di resistere all'inganno di Alaria e scioglie la tecnica di mimetizzazione. Esce quindi dalla grotta e trova la sua nemica pronta a colpirla. A quel punto attiva "Fratello del Vento", evita il dardo e scatta lontano. Sfrutta la "Trappola incandescente" per provare a rallentare l'avversaria (ho immaginato un'area di azione sferica con un diametro di tre o quattro metri) e mentre indietreggia scaglia due dardi diretti all'addome.
Ancora terrorizzata dalle parole di Alaria circa la presenza dei nemici, trova una falange di roccia e si nasconde dietro di questa, nella convinzione che così potrà, nel caso, mirare e colpire l'orchessa o altri aggressori sfruttando questo punto di appoggio.

Note: -

 
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zis
view post Posted on 25/4/2014, 17:46





Il mio nome è Alaria e questo corpo non mi appartiene:
io sono una fata.




Prendi la mia mano.
La nana si fece aiutare dal gentile marinaio per issarsi sopra la nave.
Esperanza era il nome di questa grande caravella, l'albero maestro era alto e grandi vele bianche erano spiegate, pronte a ricevere i venti che avrebbero portato Dell lontano da quella terra.
La piccola donna tremava ancora per lo shock subito, quasi non riusciva a parlare.
Morto. È morto... ne sono sicura.
Ripeteva queste parole ormai da ore, ma ora non stava più scappando, dondolava leggermente il suo corpo, mentre era seduta, sola, al centro della nave.
Non aveva neanche più lacrime da versare, ogni singola goccia era già scesa durante la fuga.
Ora rimaneva soltanto un vuoto che non poteva essere colmato.
Il suo cuore urlava straziato dal dolore e la disperazione prendeva sempre più spazio, come un cancro maligno, che l'avrebbe portato alla morte.
Una mano le toccò la spalla facendola trasalire.
Dovevate esser in due, dov'è il tuo compagno?
Era sempre lo stesso marinaio, giovane, con i capelli corti scuri, gli occhi neri infossati.
Era magrissimo ed emanava un senso di fragilità, ma assieme a essa anche una grande bontà d'animo.
Combatteva contro i mostri, probabilmente è morto.
La nana stava rannicchiata con le ginocchia al petto e il viso basso, nascosto dalle sue braccia intrecciate.
L'hai visto morire?
No.
C'è ancora speranza.
No.
Non era una domanda. Salirà sulla prossima nave e vi ricongiungerete nella nuova terra.
Il ragazzino l'abbracciò leggermente. L'empatia non era un sentimento comune, era un dono e quel giovane lo possedeva. L'avrebbe consolata come poteva.
Una piccola scintilla di luce brillò nel cuore di Dell; alzò la testa e fissò il ragazzino.
Sì, forse salirà su un'altra nave.

[...]

Ecco perché ancora oggi questi relitti, questi grandi capolavori di fabbri e carpentieri, sono spiaggiati su questa baia.
Dell, non è lì che si trova il tuo uomo.
Fu colpa di quel ragazzino, di quella folle speranza che condannò migliaia di marinai e uomini comuni.
La nana richiamò mille navi e mille tempeste nella speranza di ricongiungersi con Graves.
Controllava ogni singolo morto. Osservava ogni singolo volto, ma nessuno corrispondeva.
Solo io posso placarti.
Un'ombra comparve all'improvviso dall'entrata della grotta, era solo un'umana. Soltanto una.
Non era un esercito, non erano mille uomini pronti a prendere la mia preziosa vita... ma solo una donna.
Se l'avessi saputo prima non l'avrei attaccata.
Le fate non combattono con altri esseri viventi per nuocere alla loro salute.
Se solo quell'umana avesse avuto modo di ascoltare altre mie parole, avrebbe potuto espiare i suoi peccati aiutando Dell a ricongiungersi con il suo amato.
Avremmo potuto diventare amiche.
C'era una possibilità anche per coloro che avevano infangato questa terra con le loro malefatte.
Ero stata debole a provare quella sensazione di paura, che aveva distrutto ogni possibilità di diplomazia.
Ma ormai era tardi per piangere sul latte versato.
La battaglia era già cominciata e non potevo più barattare la salvezza di entrambe.
Feci un piccolo voto a me stessa: non l'avrei uccisa.
Se fossi riuscita a salvare la mia vita e a farla svenire in qualche modo, l'avrei portata con me e le avrei insegnato come rispettare gli spiriti dei luoghi antichi.
Ora però dovevo concentrarmi o sarei stata io a perire.
L'umana iniziò a correre velocemente, più di quanto mi potessi permettere.
Iniziai a seguirla per quanto ero in grado di farlo. Il mio respiro era ancora leggermente affannoso e ansimante a causa della freccia che mi aveva colpito precedentemente.
Una sagoma di luce comparve improvvisamente sotto i miei piedi.
Era enorme, copriva quasi completamente il campo, dovunque fossi andata non c'era speranza di salvezza.
Era ovvio che il pericolo veniva dal basso e dovevo difendermi immediatamente.
Subito i miei arti inferiori cambiarono di aspetto; il colore verdognolo della mia pelle, che tanto disgustava la mia vista, scomparve immediatamente.
Una corteccia d'albero nero ricoprì i miei piedi, i miei polpacci, proprio mentre la luce del terreno iniziava a emanare una calore quasi insopportabile.
Continuai a correre, protetta dalle ustioni, anche se continuavo a perdere terreno.
La donna avversaria si voltò per qualche istante, incoccò la freccia e la scagliò nuovamente verso il mio addome.
Era veloce, dannatamente veloce; non avrei mai fatto in tempo a estrarre nuovamente lo scudo.
Frapposi il mio braccio e la freccia penetrò nella mia carne. Del sangue iniziò a fuoriuscire.
Anche il secondo attacco trovò i miei arti, che già stavano difendendo quella zona del mio corpo.
Entrambi i proiettili affondarono nel mio braccio destro, poco distanti tra loro.
L'abilità di quella donna era encomiabile. Sembrava possedere una destrezza con l'arco superiore alla media.
La sua mira, nonostante la corsa, non sembrava neppure esser minimamente diminuita.
Era un'avversaria tosta, ma aveva fatto un errore... il dolore fisico poco toccava la mia razza.
Doveva saperlo: la nostra resistenza era superiore a quella della gente comune.
Ormai ci separava troppa distanza.
Riuscii solo vederla nascondersi dietro una grande falange di roccia: aveva coperto bene la sua fuga.
Avrei dovuto stanarla nuovamente, ma come potevo fare? Insinuarsi nuovamente dentro la sua volontà non avrebbe sortito lo stesso effetto due volte consecutive e, se fossi andata diretta verso il suo corpo, avrebbe potuto schivare gli attacchi facilmente. Avevo già testato i suoi riflessi una volta.
Il mio nome è Alaria. So che sei nascosta lì dietro e puoi sentirmi.
Non sapevo veramente cosa avrei potuto fare, la situazione infatti era sfuggita dalle mie mani.
Ero stata attaccata con così tanto vigore, con così tanta forza, da non poter più trovare la pace.
Non ti dirò altre bugie... non voglio ucciderti! Ma è mio compito liberare questa terra, far riunire i due innamorati le cui tombe giacciono in questo luogo.
Camminai lentamente cercando di aggirare le grandi rocce che si stagliavano alte fino al cielo.
Soffro all'idea di dover combattere con te. Pensavo di trovarmi contro un esercito, avevo già abbandonato la speranza credendo di morire qui, in questa baia.
Era la verità, le stavo confessando i miei sentimenti.
Ah, quanto sono stupida!
Ho fatto anche un solenne giuramento che non posso infrangere. Dovrò combattere per questo.
Congiunsi le mani e iniziai a pregare... per ottenere dei consigli, per saper come continuare quella battaglia.
Piano sussurrai, quasi a me stessa, queste parole.
Dell, sai che farò di tutto per placare la tua sofferenza. Io non sono una portatrice di dolore.
Ho sempre curato le ferite, ho sempre abbracciato per consolare coloro che soffrivano... dammi un segno.
Dimmi tu ora cosa vuoi che faccia. Mi affido al tuo volere, perché è a te che ho promesso i miei servigi.

Una folata di vento violento fece vibrare i miei capelli.
Esso trasportava delle parole chiare, che si sentirono forti per tutta la baia.
Uccidi i profanatori. Portami Graves.
Dalle nuvole scese del vapore che assunse quasi una forma umana: forse quello che vedevo era il volto di Dell.
Sbarrai gli occhi incredula; non erano leggende, lei era reale.
Lo spirito sembrò osservare l'umana con sguardo tetro, quasi come se cercasse insinuarsi della mente dell'avversaria, di tormentare i suoi ricordi, di terrorizzarla.
Probabilmente cercavo nuovamente di far vacillare la sua psiche, la sua volontà. Come si sarebbe difesa la donna?
Mi scostai velocemente di lato cercando di veder l'umana, aggirando la parete di roccia.
Incoccai una freccia e l'avrei scagliata di nuovo verso il suo volto.
Grazie per aver ascoltato le mie preghiere.
Farò come desideri.
Sono al tuo servizio, Dell.





Pensato Alaria. Parlato Alaria.
Parlato d'altri.


Alaria
Mana: 100%-5%-20%-10%-0%=65%
Cr 40%|Al 20%|Me 10%|Ba 5%
Stato fisico: 3/16 basso di sensazione di paralisi. Medio al braccio destro.
Stato Mentale: 0/16 determinata.
Cs: [1] Resistenza.

Attive:

1° tecnica: attiva del talento

CITAZIONE
Parti del mio corpo possono diventare resistenti come l'acciaio per alcuni istanti, proteggendomi da svariati pericoli che mi potrebbero minacciare. [Pergamena Iniziale del Guerriero: Tempra di Ferro - consumo Medio]

2° tecnica: gratuita del torneo di Erdkun, potenza media. Natura Psionica.


CITAZIONE
Lo spirito di Dell cerca di insediarsi nella mente dell'avversaria, cercando di provocarle uno stato di shock. Facendole rivivere i suoi ricordi passati più terribili e oscuri.
La tecnica causa una danno medio alla mente. La natura della tecnica è Psionica.

Passive:


Abilità razziale: Sangue guerriero ~ I mezz'orchi sono nati come una razza di super mercenari. La loro potenza e le loro discrete abilità in qualsiasi campo li hanno resi inevitabilmente una delle razze più popolari fra le fila di un esercito, e le più utili. La stessa razza, intuendo che questo era uno degli unici modi che aveva per poter continuare a vivere senza subire notevoli discriminazioni, si è evoluta in questa direzione, per poter divenire l'unica e vera razza guerriera.
Grazie a questa "Evoluzione", i mezz'orchi si sono talmente abituati a combattere sempre in prima linea da poter sopportare e "ignorare" il dolore in battaglia. Questo non significa che non lo avvertono, certo, ma saranno talmente in grado di sopportarlo che sarà difficile vedere un mezz'orco soffrire a meno di non tagliargli un braccio, o ricoprirlo di ferite notevolmente profonde.
Questo permette quindi loro di continuare a combattere sempre e comunque, senza fermarsi, fino alla morte, rendendoli estremamente pericolosi in battaglia


Guaritore: la principale capacità dei possessori di questo talento è quella di sopperire alle normali debolezze delle tecniche di cura utilizzate da qualsiasi altra persona. Se infatti normalmente - in termini tecnici - una tecnica di guarigione allevia un danno pari ad un livello inferiore alla potenza della tecnica, per chi possiede questo talento non sarà così: il danno curato dalle suddette tecniche sarà sempre pari al consumo e alla potenza della tecnica stessa.



Armi
Mazzafrusta
Scudo
Arco [13/15 munizioni]

Riassunto.
Alaria si para dalla trappola infuocata.
Cerca di inseguire l'umana, ma subisce due colpi di freccia.
Riesce a mantenere comunque un contatto visivo con l'umana.
Prega Dell di aiutarla e lo spirito della nana si manifesta e cerca di insinuarsi nella mente della cacciatrice.
Sfruttando questo Alaria aggira la parete di roccia e prova a scagliare una freccia al volto della donna.

Note.
Spero che sia tutto chiaro, in caso puoi sempre contattarmi per mp. Mi scuso nuovamente per non esser riuscito a postare prima... dovendo un po' recuperare i tempi.
Cercherò di esser più celere in futuro.
Distinti saluti e buon post! *w*


 
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Ashel
view post Posted on 26/4/2014, 20:45




Narrato
Parlato
Parlato altri



IV



A un tratto sentii il mio respiro che si chetava.
Un silenzio assordante, squarciato da sussurri antichi, mi avvolgeva. Il terrore mi aveva impedito di pensare, di scorgere le crepe intorno all'illusione che si era insidiata, sottile, nella mia mente; ma poi i minuti passarono, eterni, e nessuno giunse. Nessun nemico visibile, o invisibile.
Cercai di calmarmi. Mi voltai diverse volte, non udendo più alcun suono, e mi chiesi che fine avesse fatto l'orchessa armata di arco. Ero stata una stupida, fin dall'inizio avevo agito senza considerare la situazione; avrei dovuto rimanere zitta e immobile, tra le ombre, e attendere paziente ch'ella si allontanasse.
Maledii il giorno in cui avevo deciso di prendere parte a quella guerra. Non sarei morta lì, non ancora.
Deglutii piano e provai a recuperare un po' del giudizio che avevo perduto. Sentivo addosso un disagio che permeava la mia coscienza come un vestito troppo pesante da togliere, come una seconda pelle che non avrei potuto cambiare. Mi sentivo in pericolo. Mi sentivo inadeguata.
Stavo per sporgermi appena in avanti per cercare di scorgere la mia avversaria, per vedere se la trappola aveva funzionato oppure se era stata elusa con facilità, quando all'improvviso una voce profonda, la medesima di prima, strappò il tessuto sottile del silenzio che ci avvolgeva, sorprendendomi con la stessa intensità di uno sparo a bruciapelo.


- Il mio nome è Alaria. So che sei nascosta lì dietro e puoi sentirmi.
Non ti dirò altre bugie... non voglio ucciderti! Ma è mio compito liberare questa terra, far riunire i due innamorati le cui tombe giacciono in questo luogo. Soffro all'idea di dover combattere con te. Pensavo di trovarmi contro un esercito, avevo già abbandonato la speranza credendo di morire qui, in questa baia. Ho fatto anche un solenne giuramento che non posso infrangere. Dovrò combattere per questo.


Le parole si susseguivano l'una all'altra, sgorgando spontanee dalla sua bocca di bugiarda.
Strinsi l'arco dai lunghi flettenti, mi voltai aspettandomi ch'ella sbucasse dalla mia destra, il dardo già incoccato e pronto a sparare per uccidere. Non credetti a ciò che diceva e per gran parte del tempo non compresi a cosa si riferisse, né mi importava; la sua missione non mi riguardava, sapevo solo che, casualmente, le nostre strade si erano incrociate e le circostanze non permettevano a nessuna delle due di avere pietà dell'altra, o di credere, nemmeno per un istante, che quell'incontro si sarebbe potuto concludere con qualche frase di circostanza.
Aveva mirato alla mia testa: aveva provato ad uccidermi. I suoi discorsi non mi avrebbero più ingannato.
A un tratto udii la sua voce spegnersi in un sussurro, quasi una litania soffocata. Da quella distanza non potevo sentire cosa stesse dicendo ma, voltandomi di nuovo sulla sinistra, la schiena ancora addossata alla parete di roccia calcarea, attesi immobile di udire i suoi passi che si avvicinavano.
Un rinnovato, insostenibile silenzio calò su di noi e per un momento credetti, ancora scossa, che persino il rumore del vento o il mio stesso respiro sarebbero riusciti a farmi trasalire.
Poi, qualcosa apparve di fronte a me fissandomi con occhi che non vedevano: occhi vuoti, occhi nei quali si poteva scorgere l'abisso.
Gridai, o forse il mio grido si consumò in silenzio nella mia mente, spezzandosi da solo così come era nato.
La mia percezione delle cose si azzerò, una sagoma antica, fatta solo di rancore e di odio, mi inghiottì nel baratro che evocavano le sue cavità vuote; informe, si mescolava alla nebbia, alle nuvole che calavano su di noi. Un tocco raggelante mi raggiunse, le sue dita invisibili si strinsero lentamente attorno al mio collo mentre un brivido antico trapassava il mio corpo come una lancia e la mia voce moriva in un lamento strozzato.
Visioni della mia vita si fecero largo tra le pieghe della mia memoria, ricordi di catene che penetravano nella carne, di cadaveri lasciati marcire al sole. E poi l'incendio, le violenze consumate nella calura del deserto, il puzzo persistente dello zolfo che si mescolava a quello acre del sudore e del sangue che sgorgava dalle mie viscere.
Provai a divincolarmi lottando contro un nemico che non aveva sostanza, le immagini rimosse nei miei ricordi che si sommavano l'una all'altra, la verità che si intervallava alla finzione, volti e circostanze della mia vita venivano spesso divorati da altri che non appartenevano alla mia storia, una realtà in cui non riuscivo a fuggire, in cui Ariel veniva uccisa, il suo cadavere in putrefazione davanti ai miei occhi. In condizioni diverse avrei capito che si trattava di un inganno, ma a quel punto non sapevo più distinguere la differenza.
Il profilo minaccioso di Alaria giunse a un tratto alla periferia della mia coscienza; spuntò dal nulla con l'arco teso e io non potei che scansarmi goffamente verso destra, il corpo si mosse da solo mentre lo spettro soggiogava la mia mente; ma da quella distanza non avrei potuto evitare di rimanere colpita. Il dardo mi sibilò accanto, trovò la carne e mi colpì di striscio alla guancia sinistra.
Il dolore provocato dalla ferita ebbe il medesimo effetto di una ventata di aria fresca. Mi ritrovai di nuovo lì, presente a me stessa, e anche se le visioni continuavano ad affollare la mia mente provata dalle insidie dei fantasmi che non mi desideravano sulle loro terre, il mio corpo era agile, scattante, l'adrenalina scorreva nelle vene e il cuore pompava e pompava mentre l'aria gelida mi bruciava i polmoni.
Levai l'arco e incoccai una freccia. Urlai per spaventare la mia avversaria, o forse per rassicurare me stessa. Un ringhio feroce, il ringhio di una bestia.
Scagliai il dardo mentre indietreggiavo sfruttando l'incredibile rapidità che animava ancora il mio corpo; la punta della freccia era composta da una particolare lega metallica che le conferiva un'elevata capacità di penetrazione: ero certa che anche se Alaria fosse riuscita, a quella breve distanza, a pararsi dall'attacco il dardo avrebbe comunque trovato la sua carne, superando le due difese.
Anche in questo caso mirai alla spalla destra, quella che reggeva lo scudo. Sapevo perfettamente che la mia avversaria possedeva una tempra eccezionale, tipica della nostra razza; ma era anche vero che le ferite si sarebbero sommate l'una all'altra e le sarebbe risultato molto più difficile difendersi con la medesima rapidità di prima.
Incoccai subito un altro dardo e lo sparai, senza esitazioni, al volto dell'orchessa. Raramente avevo sbagliato a prendere la mira, e anche se ero ancora scossa dallo spettro che era apparso davanti a me sapevo che avrei potuto fare affidamento sulle mie abilità.
Ormai mi trovavo a una ventina di metri da lei, rombi lontani tuonavano nell'oscurità mentre sopra di noi le nubi cominciavano ad addensarsi, promettendo tempesta.
L'odore della pioggia mi penetrò le narici con violenza.



Astrid



Stato fisico: 1 Danno Basso alla guancia sinistra, segni di stanchezza
Stato psicologico: 1 Danno Alto, 1 Danno Medio (Molto scossa)
Energia: 100 - 10 - 10 - 10 - 20 - 5 - 5 = 40%

Classe: Cacciatore
Talento: Tiratore
Armi: Arco lungo (9/15), Pugnale, Fucile (3/3)
Pericolosità: G
Energia: Gialla

Abilità razziale:
CITAZIONE
Sangue guerriero - I mezz'orchi sono nati come una razza di super mercenari. La loro potenza e le loro discrete abilità in qualsiasi campo li hanno resi inevitabilmente una delle razze più popolari fra le fila di un esercito, e le più utili. La stessa razza, intuendo che questo era uno degli unici modi che aveva per poter continuare a vivere senza subire notevoli discriminazioni, si è evoluta in questa direzione, per poter divenire l'unica e vera razza guerriera.
Grazie a questa "Evoluzione", i mezz'orchi si sono talmente abituati a combattere sempre in prima linea da poter sopportare e "ignorare" il dolore in battaglia. Questo non significa che non lo avvertono, certo, ma saranno talmente in grado di sopportarlo che sarà difficile vedere un mezz'orco soffrire a meno di non tagliargli un braccio, o ricoprirlo di ferite notevolmente profonde.
Questo permette quindi loro di continuare a combattere sempre e comunque, senza fermarsi, fino alla morte, rendendoli estremamente pericolosi in battaglia.

CS: 1 Maestria nell’uso delle armi, 2 Velocità (termina alla fine di questo turno)

Passive attive:
CITAZIONE
Tiratore
» Effetto sulle capacità: i portatori di questo talento godranno di una mira straordinaria. Questa capacità ha il valore di un singolo CS passivo alla Maestria nell'uso delle armi non cumulativo con gli altri livelli del Talento.
» Effetto passivo: la prima capacità che caratterizza i possessori di questo talento è indubbiamente le loro mira ineccepibile in qualsiasi condizione. Essi saranno in grado di scorgere con precisione il proprio bersaglio anche quando quest'ultimo non è che un'ombra fra le ombre, si nasconde fra i rami di una fitta boscaglia o è soltanto una sagoma al di là di uno spesso banco di nebbia. In termini tecnici ciò non significa che i loro colpi andranno sempre a segno, ma che essi sono sempre in grado di prendere la mira sul proprio avversario fintanto che sono in grado di vederne almeno parzialmente la figura, come se nulla possa impedire ai loro occhi di seguire con precisione millimetrica gli spostamenti della preda che ancora possono scorgere.

Attive utilizzate:
CITAZIONE
~ Mira infallibile
Il cacciatore mira e colpisce con estrema precisione il bersaglio prescelto per il suo prossimo attacco.
La tecnica ha natura fisica. Il caster può lanciare un attacco di precisione tanto estrema da non mancare sicuramente il bersaglio. Questi, pertanto, dovrà combinare la tecnica con un qualunque attacco, anche fisico, scelto tra quelli normalmente a sua disposizione: l'effetto, infatti, consisterà proprio nella circostanza che tale attacco raggiungerà sicuramente il bersaglio, prescindendo dalla sua posizione o dalla sua distanza, e arrecherà comunque un danno pari a Basso ove colpisca. La tecnica è istantanea e potrà essere accompagnata da effetti scenici che giustifichino il potenziamento della mira, anche legati alle armi o alle capacità del personaggio, purché non si leghi ad essi effetti che prescindano o non siano correlati alla tecnica per se stessa.
Consumo di energia: Basso

CITAZIONE
» Effetto attivo: spendendo un consumo Basso il possessore di questo talento è in grado di aggirare o ignorare quelle coperture che l'avversario potrebbe utilizzare per difendersi dai suoi colpi. Egli scaglierà infatti un dardo che avrà la capacità di virare leggermente per aggirare gli ostacoli più sottili, oppure talmente penetrante da bucarli ed attraversarli del tutto, raggiungendo colui che vi si nasconde dietro. In termini tecnici la tecnica ha potenza Bassa e provoca un danno Basso se non ci si difende da essa; ha natura fisica.

Riassunto: Astrid subisce l'attacco psionico provocato dal fantasma di Dell.
Si scansa rapidamente verso destra e rimane colpita di striscio dalla freccia; a quel punto indietreggia sfruttando il bonus ancora attivo alla Velocità e attacca Alaria con "Mira infallibile", mirando alla spalla destra e provando a debilitare il braccio con cui regge lo scudo.
Il secondo dardo sfrutta invece l'attiva del Talento.

Note: A titolo informativo per il correttore, ho acquistato un paio di giorni fa l'abilità "Mente di ferro", ma ho specificato subito che non l'avrei utilizzata nel corso dello scontro, come da regolamento.
Zis, come al solito possiamo comunicare tramite pm se ce ne fosse bisogno!^^

 
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zis
view post Posted on 29/4/2014, 23:21





Il mio nome è Alaria e questo corpo non mi appartiene:
io sono una fata.




E la tempesta arrivò.
L'acqua dapprima scese rada, ma ci vollero ben pochi secondi prima che le gocce diventassero grandi e violente.
I venti ululavano forte e gli uomini sembravano inquieti.
Ammainate le vele!
La voce del capitano sovrastava ogni cosa, gridando ordini a destra e sinistra per cercare di mantenere la nave a galla.
Onde giganti, forti correnti contrastavano la rotta, il mare non sembrava volerli tenere in vita.
Dell vedeva ben lontano, aveva già capito la sua fine: sarebbe morta su quell'imbarcazione.
La rabbia prese il sopravvento sul suo corpo, una furia che non poteva esser contenuta.
Urlò, inveendo contro il cielo. Parole forti, rudi, che si persero nella tempesta.
Il male aveva vinto, li aveva separati e ora si faceva beffa del sacrificio di Graves.
Che senso aveva avuto abbandonare il proprio amato ai mostri per poi morire lì?
Perché tutte queste disgrazie dovevano capitare a lei?
Queste domande ribollivano feroci nella mente della nana, tormentandola fino quasi a farle perdere il senno.
Forse il suo amato era ancora vivo, forse sarebbe salpato con la prossima nave... ma non sarebbe stato con lei.
I mostri e la tempesta, la sfortuna, avevano avuto il sopravvento sul loro destino.
Non c'era stato un lieto fine per Dell.
Non esisteva il lieto fine per nessuno, forse.

[...]

Ancora adesso si riusciva a vedere la smorfia che si delineava sul viso di quello spirito.
Dovevo farmi carico della sua sofferenza per placarne l'ira.
Dopo questa battaglia avrebbe finalmente avuto la pace.
La nana si mostrò all'improvviso davanti a me; aveva fatto soffrire quella donna che stava continuando a scappare.
Lasciamola andare, Dell...
Fammi viver di nuovo, Alaria, e uccideremo la mezzorca.
Mezzorca? Quella donna aveva i lineamenti molto più dolci, il suo viso quasi risplendeva per la sua bellezza... come poteva appartenere a quella stirpe?
Non avrei mai potuto sospettarlo, ma ora, osservandola bene, assomigliava leggermente ai miei familiari.
Il destino era stato buono con lei, preservando il suo corpo dalla deformità.
Non voglio causar altro dolore.
Hai giurato.
Guardai in basso e feci un piccolo segno di assenso, annuendo a malincuore.
Soffrirai.
L'ho sempre fatto.
Dell appoggiò la sua mano sul mio petto.
Sentii il suo tocco gelido che sprofondava nella mia carne.
Raggiunse il cuore.
Tu-tum.
Pulsava.
I miei occhi divennero improvvisamente bianchi, cominciando a emanare una luce intensa, sempre più brillante.
I miei sentimenti si mescolarono con quelli della nana: il furore che albergava nel suo cuore, la rabbia che accecava la sua vista e l'amore infinito per il suo amato.
Sentimenti buoni e crudeli, ossimori che coesistevano all'interno di una singola anima.
Ero stata la prescelta, colei le cui preghiere erano state ascoltate.
Nonostante il peso di quello possessione, mi sentivo molto fiera di me stessa.
Presto avrei perso la mia coscienza, i miei pensieri sarebbero svaniti.
La memoria di quell'istante sarebbe stata sepolta nell'oblio e dimenticata per sempre.
Il mio corpo, i miei poteri erano diventati l'arma di un'estranea: una nana a cui avevo sacrificato tutta me stessa.
Sentivo una strano potere pervadermi, quasi soprannaturale.
I miei muscoli erano tesi, la mia forza aumentava ad ogni istante.
Scattai in avanti.
La velocità era aumentata a dismisura.
L'avversaria scagliò i suoi attacchi e le due frecce si conficcarono con violenza all'interno della spalla sinistra, da cui iniziò a fuoriuscire del sangue.
L'arco che tenevo stretto in mano cadde, mentre percepivo il dolore della luce che usciva dal terreno e feriva le mie gambe; non più protette dalla corteccia nera.
Dell, abbi cura del mio corpo.
Vedevo il mondo come una terza persona, una marionetta governata da altri.
Ecco in cosa sfocia una vita dedicata a lenire le sofferenze altrui: perdi il controllo su te stessa.
Non sono mai stata padrona delle mie scelte, non ero mai stata padrona della mia natura.
Ora, però, che vedevo la realtà da un'altra prospettiva, comprendevo meglio me stessa.
Tutti potevano vedere cos'ero veramente, un involucro vuoto che avevo sempre cercato di riempire di illusioni.
Ero una fata, ero bella, ero amata.
Ero utile a qualcuno.
Bugie e menzogne per cercare di vivere in un mondo felice, una realtà estranea a quella che tutti vedevano.
Ma non potevo cambiare, non ne avevo la forza.
Ero solo una debole bambina che piangeva dentro se stessa, tanto abile a raccontar bugie che finivo per crederci anch'io.
Anche ora risultava molto più facile far sfogare l'ira di Dell che combattere in prima persona.
La verità era che fuggivo sempre dalle difficoltà che mi si paravano davanti, dalle scelte che dovevo compiere.
Ho un giuramento, lo devo mantenere!
Continuavo a nascondermi dietro queste falsità.
Ora che vedevo il mondo da questa prospettiva tutto sembrava estremamente triste.
Dell, fammi riprender il controllo. Ridammi l'ignoranza.
Lasciami il potere.
Non volevo.
Addormentati.
La mia anima si spense.
Sentii i sentimenti e i ricordi di Dell pervadere il mio corpo e la mia mente.
Sentii il controllo dei miei arti venir meno, stavo diventando solo una voce lontana che avrebbe dimenticato tutti questi avvenimenti.
Se non fosse stato per la forza concessami dalla possessione, per lo stato di trance che governava il mio corpo, non sarei stata in grado di combattere ancora.
Le ferite iniziavano a farsi sentire.
La furia di Dell imperversava nel mio animo.
Iniziai a correre in avanti, sentendo il dolore pesare sul mio cuore.
La nana era una furia assassina che non riconosceva più amore e odio, amici e nemici.
Avrei cercato di raggiungere la mia avversaria.
Poniamo fine allo spettacolo.
Dell avrebbe cercato di insinuarsi nella mente dell'avversaria.
Morirai!
Semplice, concisa e violenta.
Eppure un barlume della mia volontà persisteva: forse anche questa era una bugia...
Io non potevo compiere azioni tanto crudeli.
E se invece l'avversaria ci avesse creduto? Quanto poteva esser sottile la soglia tra menzogna e verità?
Dette quelle parole, il mazzafrusto, impugnato a due mani, calò verso testa dell'avversaria, nella speranza di sfondarle il cranio, in un'azione compiuta con una forza fuori dal comune e una velocità sovraumana.
Fendente guidato dalla rabbia, dal risentimento per il passato e dalla mancanza di speranza per il futuro.
Delle lacrime scesero dal mio volto.
Erano mie o di Dell?
Erano per la mezzorca o per Graves?



Pensato Alaria. Parlato Alaria.
Parlato d'altri.


Alaria
Mana: 100%-5%-20%-10%-0%-0%-40%=25%
Cr 40%|Al 20%|Me 10%|Ba 5%
Stato fisico: 7/16 basso di sensazione di paralisi. Medio al braccio destro. Medio alla spalla sinistra. Medio alle gambe.
Stato Mentale: 0/16 determinata.
Cs: [1] Resistenza. [2] Forza. [2] Velocità.

Attive:

1° tecnica: pergamena

CITAZIONE
Berserk: il guerriero cade in una sorta di trance, preda di una furia indomabile durante la quale non può fare altro che attaccare.
La tecnica ha natura fisica. Quando il guerriero entra in questo stato di trance, non sarà più in grado di riconoscere gli alleati dai nemici, né potrà smettere di attaccare chiunque gli si pari dinanzi indistintamente o avere chiari i propri obiettivi, ricordi e pensieri. A margine di quest'incoscienza, però, otterrà un potenziamento di 2 CS da conferire a due distinte caratteristiche (per un totale di 4 CS per turno). La tecnica dura due turni, durante i quali il guerriero potrà continuare a utilizzare come di norma le proprie armi e tecniche. Al termine del secondo turno di utilizzo - compreso quello di attivazione della tecnica - il fisico del personaggio subirà una ferita di entità Media, sotto forma di affaticamento degli organi e dei muscoli, che risentiranno di danni interni. Va considerata una tecnica di potenza Alta.
Consumo di energia: Nullo

2° tecnica: Personale. Natura Psionica. Consumo Critico


CITAZIONE
Col tempo, continuando a negare la realtà, si inizia a vivere nella bugia ed essa diventa la tua verità assoluta.
"Io sono una fata", quante volte l'ho detto, quante volte ho ricevuto risate di scherno, ma ora ho imparato lentamente a sfruttare i miei poteri: piegando la volontà delle persone davanti a me.
Se non mi credono li farò credere.
Se non riescono a vedere con i loro occhi allora plagerò l'immagine nella loro mente e proveranno dolore per non aver voluto osservare il vero.
[1° personale variabile psionica: danno variabile alla mente che si manifesta credendo alle bugie di Alaria]

Passive:


Abilità razziale: Sangue guerriero ~ I mezz'orchi sono nati come una razza di super mercenari. La loro potenza e le loro discrete abilità in qualsiasi campo li hanno resi inevitabilmente una delle razze più popolari fra le fila di un esercito, e le più utili. La stessa razza, intuendo che questo era uno degli unici modi che aveva per poter continuare a vivere senza subire notevoli discriminazioni, si è evoluta in questa direzione, per poter divenire l'unica e vera razza guerriera.
Grazie a questa "Evoluzione", i mezz'orchi si sono talmente abituati a combattere sempre in prima linea da poter sopportare e "ignorare" il dolore in battaglia. Questo non significa che non lo avvertono, certo, ma saranno talmente in grado di sopportarlo che sarà difficile vedere un mezz'orco soffrire a meno di non tagliargli un braccio, o ricoprirlo di ferite notevolmente profonde.
Questo permette quindi loro di continuare a combattere sempre e comunque, senza fermarsi, fino alla morte, rendendoli estremamente pericolosi in battaglia


Guaritore: la principale capacità dei possessori di questo talento è quella di sopperire alle normali debolezze delle tecniche di cura utilizzate da qualsiasi altra persona. Se infatti normalmente - in termini tecnici - una tecnica di guarigione allevia un danno pari ad un livello inferiore alla potenza della tecnica, per chi possiede questo talento non sarà così: il danno curato dalle suddette tecniche sarà sempre pari al consumo e alla potenza della tecnica stessa.



Armi
Mazzafrusto
Scudo
Arco [13/15 munizioni]

Riassunto.
Alaria subisce tutto: basso più un secondo basso alla spalla sinistra. Subisce inoltre un Medio alle gambe.
Entra in berserk ottenendo 4 cs bonus, 2 alla Velocità, 2 alla Forza.
Scatta verso l'avversaria e cerca di entrare nella sua mente per farle credere che morirà. Personale a consumo critico.
Prova a sfondare il cranio dell'avversaria con il mazzafrusto.

Note.
Essendosi spostato il limite massimo ho preso un po' di tempo per migliorare alcune cose del post... non essendoci più tutta la fretta di finire immediatamente.
Se ci sono dubbi, mp! :D
Buona giornata.


 
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Ashel
view post Posted on 4/5/2014, 19:26




Narrato
Parlato
Parlato altri



V




Una furia, ecco cos'era.
Le frecce penetrarono le sue carni, non fu più in grado di reggere l'arco ma continuò ad avanzare, gli occhi sbarrati e lo sguardo vuoto. Pareva aver abbandonato ogni barlume di coscienza, o di raziocinio.
Deglutii lentamente e mi preparai a riceverla, già avevo incoccato un altro dardo e questa volta avrei mirato dritto in fronte per spedirla direttamente all'altromondo e porre fine a quell'insulsa schermaglia nata per ragioni che continuavano a rimanermi ignote. Non aveva fatto che delirare dall'inizio del nostro duello, a parlare chissà con chi - forse con gli dei che adorava - e a blaterare chissà che cosa.
Io non volevo morire lì, sulla Riva di Ghuthir - nel buco del culo del mondo. Non avevo ingrossato le fila di un'esercito per farmi ammazzare in un modo così stupido. Quanti progetti avevo avuto al mio arrivo a Taanach, quanti ne avevo ancora per il futuro. Impossibile che la mia vita dovesse terminare così.
Sapevo che avrei potuto continuare fino allo sfinimento, che avrei persino potuto provare a scappare, a nascondermi nella nebbia che nel frattempo si addensava sempre di più, mescolandosi ai fantasmi.
Una strana luce, talmente fredda da sembrare innaturale, illuminò allora il profilo massiccio di Alaria, il suo corpo temprato dalla fatica e dalla guerra, il suo portamento sgraziato che conservava tuttavia una sorta di fierezza, un retaggio forse dell'opinione che possedeva di se stessa.
Levai l'arco, ma lei era troppo veloce. I suoi occhi iniettati di sangue, illuminati dalla luce della follia, penetrarono i miei e subito seppi, con la certezza irrefutabile di chi ha ottenuto una rivelazione certissima sul proprio destino, che a dispetto del mio volere sarei morta lì, come un ratto di fogna stanato dal suo nascondiglio putrescente; sentii i muscoli delle gambe cedere, la mano che tremava, incapace di reggere il dardo, e l'umidità, il freddo, insidiarsi sotto i vestiti, penetrandomi le carni e le ossa.
La nebbia si strinse intorno a me e visioni della mia vita affollarono nuovamente la mia coscienza; erano ricordi, per lo più, di persone e cose con cui avevo vissuto, che avevano scritto la mia storia, alleviato la sofferenza che vivere in questo mondo comportava - o che al contrario l'avevano causata.
Quante cose avrei voluto fare ancora. Quante promesse mai mantenute, quante frasi mai dette e che invece in quel momento avrei voluto dire, quanti rimpianti. Non importa quanto si può essere giovani, quanti pochi inverni si possono aver lasciato alle spalle: la morte porta sempre con sé l'amarezza di possibilità mai sfruttate, di scelte sfortunate, di occasioni perdute per sempre.
Se avessi potuto conoscere la piega che avrebbe preso la mia vita, se avessi potuto sapere in anticipo che le cose avrebbero seguito quel corso, probabilmente avrei prestato più attenzione a molti particolari che invece, a suo tempo, non mi erano parsi importanti. Avrei misurato ogni parola, ogni istante della mia vita per non dissiparlo, per non perdermi niente, per non lasciare scarti.
Invece sarei morta così, lasciando dietro di me una scia infinita di cose da fare e da dire, di sentimenti mai espressi. Delle persone che avevo amato, dei lunghi pomeriggi passati a rincorrerci nel deserto, a scorrazzare liberi per le strade di una città affamata, a osservare le nuvole, a immaginarci eroi e mostri lontani che combattevano le loro eterne battaglie, a pregustare la nostra vita futura, a costruircela nella mente non potendolo fare davvero, di tutte queste cose non mi rimaneva nient'altro che il rimpianto.
Sentii una lacrima rigarmi il viso. Calda, scese sulla mia pelle gelida.
Levai il braccio come di riflesso, non ero più in me ma mi osservavo dal di fuori, avvertii l'urto ma nient'altro; venni scaraventata lontano, caddi a terra rotolando come un corpo morto e vidi, ultimo rimasuglio della mia coscienza, il cielo che lampeggiava e i tuoni che sfavillavano nel buio.
La pioggia scrosciò con violenza sul terreno, lavando via la nebbia e i ricordi, mentre le nuvole vomitavano folgori che esplodevano a terra con una potenza inaudita. Un freddo innaturale strinse come in una morsa quella porzione della Riva di Ghuthir, in cui ancora i fantasmi di coloro che erano morti rimpiangendo la loro vita come avevo fatto io facevano sentire la loro voce, richiamando forze antiche e dimenticate.
Uno schiocco, un'esplosione - poi, nient'altro.


Astrid



Stato fisico: 1 Danno Alto al braccio sinistro, 1 Danno Basso alla guancia sinistra, molto provata
Stato psicologico: 1 Danno Critico, 1 Danno Alto, 1 Danno Medio (Esausta)
Energia: 100 - 10 - 10 - 10 - 20 - 5 - 5 = 40%

Classe: Cacciatore
Talento: Tiratore
Armi: Arco lungo (9/15), Pugnale, Fucile (3/3)
Pericolosità: G
Energia: Gialla

Abilità razziale:
CITAZIONE
Sangue guerriero - I mezz'orchi sono nati come una razza di super mercenari. La loro potenza e le loro discrete abilità in qualsiasi campo li hanno resi inevitabilmente una delle razze più popolari fra le fila di un esercito, e le più utili. La stessa razza, intuendo che questo era uno degli unici modi che aveva per poter continuare a vivere senza subire notevoli discriminazioni, si è evoluta in questa direzione, per poter divenire l'unica e vera razza guerriera.
Grazie a questa "Evoluzione", i mezz'orchi si sono talmente abituati a combattere sempre in prima linea da poter sopportare e "ignorare" il dolore in battaglia. Questo non significa che non lo avvertono, certo, ma saranno talmente in grado di sopportarlo che sarà difficile vedere un mezz'orco soffrire a meno di non tagliargli un braccio, o ricoprirlo di ferite notevolmente profonde.
Questo permette quindi loro di continuare a combattere sempre e comunque, senza fermarsi, fino alla morte, rendendoli estremamente pericolosi in battaglia.

CS: 1 Maestria nell’uso delle armi

Passive attive:
CITAZIONE
Tiratore
» Effetto sulle capacità: i portatori di questo talento godranno di una mira straordinaria. Questa capacità ha il valore di un singolo CS passivo alla Maestria nell'uso delle armi non cumulativo con gli altri livelli del Talento.
» Effetto passivo: la prima capacità che caratterizza i possessori di questo talento è indubbiamente le loro mira ineccepibile in qualsiasi condizione. Essi saranno in grado di scorgere con precisione il proprio bersaglio anche quando quest'ultimo non è che un'ombra fra le ombre, si nasconde fra i rami di una fitta boscaglia o è soltanto una sagoma al di là di uno spesso banco di nebbia. In termini tecnici ciò non significa che i loro colpi andranno sempre a segno, ma che essi sono sempre in grado di prendere la mira sul proprio avversario fintanto che sono in grado di vederne almeno parzialmente la figura, come se nulla possa impedire ai loro occhi di seguire con precisione millimetrica gli spostamenti della preda che ancora possono scorgere.

Attive utilizzate:
CITAZIONE
Bonus Torneo di Erdkun
Sul campo di battaglia cala un improvviso gelo e comincia ad infuriare una violenta tempesta di fulmini che cadono sul terreno in un raggio di circa 500 metri.
La tecnica è di natura magica e causa un danno Medio a chiunque venga colpito da uno dei fulmini. Lo shock comporta inoltre la perdita di coscienza per un tempo variabile a seconda delle condizioni e della situazione di gioco.

Riassunto: Astrid, prossima al tracollo mentale, subisce l'offensiva psionica e crede di stare per morire. Alza il braccio sinistro per difendersi goffamente dall'attacco fisico di Alaria, subisce un danno alto e viene scaraventata via per l'urto. Poi giace a terra esanime mentre sul campo di battaglia infuria una tempesta magica.

Note: Bene, il mio primo duello termina qui, almeno per me^^
Grazie Zis per la giocata e grazie al giudice per la correzione. :)

 
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zis
view post Posted on 5/5/2014, 18:41





Il mio nome è Alaria e questo corpo non mi appartiene:
io sono una fata.




Rimasi quasi disgustata nel vedere il sangue che fuoriusciva copioso dalla spalla della mia avversaria.
Una sensazione di nausea iniziò a pervadermi, l'odore di quel liquido vitale impregnava l'aria.
Dell non era altro che uno spirito rancoroso guidato dall'ira.
Dov'era l'amore che la sua leggenda tanto decantava? Non riuscivo a vederlo trasparire, né dalle sue azioni, né dai suoi pensieri.
Vedevo solo una macchina sanguinaria assettata di vendetta.
L'immagine della nana povera e indifesa a cui era stato sottratto il tesoro più grande non combaciava con la realtà.
Mai le mie fantasie l'avevano fatto, forse.
L'ira dello spirito imperversava violenta nel mio corpo e controllava ogni sua azione.
Mi ero sacrificata a un demone!
Com'era stato possibile uno sbaglio tanto grave?
La mia stupidità aveva raggiunto un livello che non poteva esser più surclassato.
Osservai la scena, attraverso le mie membra possedute, senza riuscir a mostrare la mia tristezza.
Era un macello che continuava a compiersi verso una mezzorca quasi innocente.
E provai pietà.
Le fate non portano disperazione, non portano tristezza: loro operano per il bene.
Come avevo potuto spingermi tanto in là per cercare di mantenere la promessa fatta a Dell?
Non ne valeva la pena.
Non potevo consentirle di andare oltre.
Basta, Dell, la ucciderai!
Già dall'inizio ero stata restia a iniziare una battaglia contro una donna che cercava di fuggire.
È quello che si merita.
Cosa potevo fare per convincerla?
Non avrai più il mio aiuto, se continuerai a farle del male.
Sei stata tu la prima a invocarmi, a chiedere una punizione per i profanatori.
Sì, ma non intendevo questo.
La voce di Dell ebbe un accento di scherno.
Cosa pensavi che facessi? Le accarezzassi il volto e le dicessi: "puoi gentilmente andar via"?
No, ma c'è un limite all'ira. Ora non sei diversa dai mostri che hanno probabilmente ucciso il tuo amato.
Bada a come parli! Ti ho dato forza! Ti ho dato potere! È questo il modo in cui mi ripaghi? Ribellandoti?!
Assentii.
Sentivo il furore che già controllava Dell aumentare sempre di più, a dismisura, tanto che la mia anima stava quasi per esser spazzata via dal turbinio di violenza che emanava lo spirito.
Con me... al posto di una semplice mezzorca saresti stata una regina.
La sua voce si contorse, imperiosa, alta, forte.
Non orrenda, ma bellissima e oscura come la notte!
Solo la sua anima sembrava risplendere nelle mia mente. Mi sentivo piccola e indifesa; iniziai a tremare.
Più forte delle fondamenta della Terra!
Il cielo nel mondo esterno iniziò a turbinare, forse per una strana concomitanza di eventi.
E tutti ti avrebbero amata... disperandosi.
Un fulmine violento investì il mio corpo.
Luce.
E poi buio.
Persi i sensi.

[...]

Aprii gli occhi, non so quanto tempo era passato: un secondo o forse un minuto, forse un'ora.
Dell non era più nel mio corpo, ma la possessione aveva lasciato i suoi segni. Dolori erano disseminati in ogni parte delle mie membra, i muscoli pulsavano violenti e sentivo i miei organi doloranti.
Faticavo anche solo a restar viva, ma ero libera, libera dall'oppressione di quello spirito iracondo.
Capivo i sentimenti dei nani che ora non dovevano più esser sottomessi a nessuno... nonostante il prezzo che avevano dovuto pagare per ottenere il controllo sulle loro vite.
Tuttavia non provavo odio.
Non potevo farlo, non ero in grado di serbare rancore.
Avrei comunque aiutato Dell in qualche modo a trovare il suo amato e avrei placato la sua anima: questo era il compito di una fata.
Hai sentito? Io non ti abbandono, ti aiuterò... ma a modo mio.
Non ricevetti risposta, non ne aspettavo una.
Guardai verso il cielo, mentre la pioggia scendeva ancora violenta, lavando il sangue dalle mie ferite sparse per tutto il corpo.
Le alte rocce ancora ci circondavano. Ci eravamo allontanate abbastanza, sia dalla grotta, sia dall'accampamento dei nani.
Mi guardai attorno se la mia avversaria fosse ancora lì.
Se il suo corpo fosse stato ancora disteso sulla sabbia, mi sarei avvicinata strisciando, arrancando con i gomiti, mentre ansimavo per la fatica e le ferite.
Non appena fossi stata quasi a contatto con il suo orecchio avrei sussurrato dolci parole.
Sono libera. Dell non mi controlla più.
La mia voce sarebbe risultata spezzata, a singhiozzi. Sentivo, ogni secondo che passava, la forza venir meno.
Probabilmente ormai l'avversaria mi credeva pazza o forse aveva intravisto anche lei la forma della nana sospesa nell'aria, la sua anima invadere il mio corpo...
Tanto lo sapevi che sono una bugiarda. Non avrei mai potuto ucciderti veramente. Non l'avrei mai concesso allo spirito.
La mia voce si fece quasi un sussurro. Percettibile, ma solo con un piccolo sforzo.
Un lieve sorriso sarebbe comparso sul mio volto, un gesto amichevole per una situazione che non poteva più esser riparata, probabilmente.
Avrei avvicinato le mie mani, tremanti, alle sue ferite.
Una luce biancastra sarebbe uscita e avrebbe pervaso il corpo della mia nemica guarendole le ferite.
Mi sentivo in colpa.
Non mi interessava se una volta ripresa avrebbe cercato di colpirmi, uccidermi o scappare.
Dovevo pagare il debito per le mie azioni, per i miei errori.
Non era una mossa intelligente, ma io non lo ero mai stata.
Non so se potrai mai perdonarmi. Non lo pretendo.
Chiusi gli occhi.
Ma lascia che ponga rimedio ai miei danni. Almeno in parte. Fuggiremo, se vuoi.
Non dovremmo assistere al grande massacro che avverrà su questa riva. In queste condizioni saremmo solo carne da macello in mezzo alla battaglia.

Ero veramente una fata.
In questi momenti sentivo un desiderio di dispensare amore in giro, proprio come un folletto alato.
Forse era per questo che ammiravo tanto la Dell della leggenda... speravo che un giorno avrei potuto provare un sentimento così grande.
Tuttavia, sicuramente, non avrei fatto la sua fine.



Pensato Alaria. Parlato Alaria.
Parlato d'altri.


Alaria
Mana: 100%-5%-20%-10%-0%-0%-40%-5%=20%
Cr 40%|Al 20%|Me 10%|Ba 5%
Stato fisico: 13/16 basso di sensazione di paralisi. Medio al braccio destro. Medio alla spalla sinistra.
Medio alle gambe. Medio agli organi interni. Medio per il fulmine.
Stato Mentale: 0/16 scossa.
Cs: [1] Resistenza.

Attive:

1° tecnica: attiva del talento.

CITAZIONE
» Effetto attivo: spendendo un consumo Basso il possessore del talenti sarà in grado di alleviare e rimarginare un danno subito da se stesso o da un proprio compagno. Grazie alla passiva del primo livello il danno curato potrà raggiungere il massimo di un Basso; a seconda della scelta iniziale compiuta all'acquisizione del talenti questa tecnica potrà influenzare solamente o mente o corpo. La tecnica ha natura magica ed è personalizzabile nell'aspetto e nella forma liberamente

Passive:


Abilità razziale: Sangue guerriero ~ I mezz'orchi sono nati come una razza di super mercenari. La loro potenza e le loro discrete abilità in qualsiasi campo li hanno resi inevitabilmente una delle razze più popolari fra le fila di un esercito, e le più utili. La stessa razza, intuendo che questo era uno degli unici modi che aveva per poter continuare a vivere senza subire notevoli discriminazioni, si è evoluta in questa direzione, per poter divenire l'unica e vera razza guerriera.
Grazie a questa "Evoluzione", i mezz'orchi si sono talmente abituati a combattere sempre in prima linea da poter sopportare e "ignorare" il dolore in battaglia. Questo non significa che non lo avvertono, certo, ma saranno talmente in grado di sopportarlo che sarà difficile vedere un mezz'orco soffrire a meno di non tagliargli un braccio, o ricoprirlo di ferite notevolmente profonde.
Questo permette quindi loro di continuare a combattere sempre e comunque, senza fermarsi, fino alla morte, rendendoli estremamente pericolosi in battaglia


Guaritore: la principale capacità dei possessori di questo talento è quella di sopperire alle normali debolezze delle tecniche di cura utilizzate da qualsiasi altra persona. Se infatti normalmente - in termini tecnici - una tecnica di guarigione allevia un danno pari ad un livello inferiore alla potenza della tecnica, per chi possiede questo talento non sarà così: il danno curato dalle suddette tecniche sarà sempre pari al consumo e alla potenza della tecnica stessa.



Armi
Mazzafrusto
Scudo
Arco [13/15 munizioni]

Riassunto.
Subisce un medio dal fulmine e perde i sensi. Subisce un medio da berserk agli organi interni.
Semi morta, Alaria prova ad avvicinarsi all'avversaria provandola a curare, proponendole di scappare dalla battaglia assieme.
Non è più controllata da Dell.

Note.
Voglio ringraziare Ashel per la bella giocata e in anticipo anche il correttore.

Modificato per errori grammaticali.




Edited by zis - 5/5/2014, 21:37
 
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view post Posted on 22/5/2014, 21:56
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C a t a r s i

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Ashel

» Scrittura: Primo duello ed un risultato generale che non è affatto male, anzi. Il profilo del tuo personaggio appare abbastanza chiaramente, ma devo dire che ho denotato inizialmente un pò di fatica a vederlo emergere in raffronto al gruppo. Mi spiego meglio. Il tuo punto di vista è, ovviamente - date le circostanze, la tua "spedizione", ovvero la guerra che ti ha interessato quale mercenario e che ti ha coinvolto direttamente in una spedizione. Assolutamente buona come scelta e confacente a quello che il background stesso del torneo richiede. Il punto è che durante il primo post ho visto emergere numerose personalità, meno che la tua. Emerge chiaramente il ruolo del tuo "capo" Feor, che si impone da subito come un punto di vista predefinito del tuo personaggio e dal quale trai spunto per definire "l'austerità" dell'ambiente circostante, la "suspance" che implica muoversi in una zona buia ed umida, peraltro connotata da diverse "superstizioni" particolarissime. Finanche un cenno al tuo compagno rimasto a Taanach viene aggiunto e gradito. Ma Astrid? Astrid emerge come un comprimario, un elemento secondario e quasi marginale. Logico, invero, sulla base della psicologia del gruppo che vede "l'arciere donna" secondario al resto, in un'ottica maschilista e retrograda della gestione tribale in cui vogliamo immergerci spesso e volentieri, nel nostro contesto fantasy. Eppure, poco esaustiva della necessità di imporre al lettore il punto di vista della protagonista dello scritto, Astrid, appunto, che si fa attendere molto sotto questo profilo. Invero, Astrid emerge chiaramente come un riflesso dell'ambientazione e lo fa solo lungo tutto il duello. Sotto questo aspetto, ho ammirato molto la tua capacità di descrivere l'ambiente e definire le emozioni che coinvolgono il tuo personaggio (anche in relazione alla guerra, alla sua missione ed al compito che gestisce - appunto - col cinismo di un mercenario), sopratutto ove valutiamo, come detto, che sono queste emozioni a darci il profilo del tuo personaggio. E non altro, appunto. Tale capacità l'ho premiata, perché molto gradita; allo stesso tempo, però, non posso che non definire come un qualche elemento di background più approfondito, nonché un'introspezione più personale ancora in taluni punti, avrebbero giovato notevolmente allo scritto e si sarebbero incastrati alla perfezione col contesto del narrato, offrendo un occhio ancor maggiore sulla psicologia della mezz'orca mercenaria. Anche perché, come detto, gli elementi per farlo ce li hai. Dimostri una notevole capacità descrittiva, nonché una indole innata a descrivere questi ambienti e farli vivere sulla pelle del lettore, che si sente assolutamente coinvolto sotto questo punto di vista. Anche per questo avresti dovuto fare di più. Sotto altro profilo, il layout alla fine ti dona un senso di compattezza che finisce per giovare alla lettura, ma in altre parti tende - col font piccolo ed un testo "a mattone" - ad appesantire la vista, più di quanto lo scritto non faccia in realtà. Sarei per alternarci elementi che spezzino la compattezza e diano più fluidità - come impatto visivo - al testo stesso. Invero, ho denotato saltuarie (appunto, occasionali, per fortuna) discrepanze nella punteggiatura e nell'uso dei verbi. Qualche presente incastrato a caso, in un testo prevalentemente all'imperfetto, così come qualche virgola di troppo - o di meno - in un paragrafo che avrebbe giovato di una composizione diversa. Questi, però, sono elementi del tutto secondari, cui puoi rimediare con una lettura più attenta e che si ponga come occhio critico alla metrica dello scritto. L'ultimo post mi è apparso troppo corto, forse per stanchezza o mancanza di spunti e te l'ho penalizzato un pò. Ti ho premiato, invece, per l'interpretazione che hai fatto delle tecniche del tuo avversario: il fantasma, le menzogne, il berserk e quant'altro. Molto buono: una descrizione spesso attenta dei particolari, alla fine. Prosegui per questa strada, lima le imperfezioni ed avrai una lunga carriera.
» Voto: 7

» Strategia: La strategia soffre delle scelte del tuo avversario, che ti rendono - purtroppo - nient'altro che un bersaglio mobile delle sue invettive. Nel complesso, però, non si può dire che anche tu non ci abbia messo del tuo. Ma andiamo con ordine. Il primo attacco è molto buono. Ti pari da eventuali ripercussioni fisiche, sfruttando la tecnica come oscuramento dalla visione avversaria e scagli una tecnica che renda l'avversario immobile e paralizzato. Logico e sensato. Già al secondo turno attivo, però, tentenni. Non puoi difenderti dalla psionica e la subisci in toto, non potendo fare altro. Senza motivo, però, dissolvi la mimetizzazione, privandoti di fatto dei benefici del secondo turno di utilizzo, che avevi già pagato. Inoltre, usi l'attiva per pomparti le CS e schivare il fisico avversario, per poi contrattaccarlo fisicamente ed aggiungervi una trappola a consumo alto. Invero, avresti potuto usare il secondo turno della mimetizzazione per parare il fisico e tenerti il primo dei due slot usati per un'attiva di ben più efficace utilizzo, costringendo - così - il tuo avversario a dover incassare almeno uno dei tuoi due colpi (o sprecare due slot difensivi, in alternativa), mettendo a dura prova la sua strategia, che appare chiara fin da subito. Questa scelta, invece, gli consente ancor di più di perseverare nel suo piano d'azione e di metterti in difficoltà. Al terzo turno attivo pure subisci qualunque tipo di attacco avversario, compresi i fisici che avresti potuto difendere, in ragione di un contrattacco molto modesto (due bassi solamente) che non fanno altro che spianare la strada per una controffensiva avversaria che culmina col Berserk e con una psionica di potenza critica che ti portano realmente ad un passo dalla morte. In tal senso, il voto comprendi che è anche fin troppo generoso. Alla fine ti ho alleviato la pena di un voto peggiore grazie alla tua capacità comunque di sfruttare l'ambiente, di assecondare la psicologia strategica del tuo avversario e provare a controbattere ove possibile. Sopratutto, ho dovuto far fronte ad una strategia poco incisiva, causata - però - principalmente dalle limitazioni della scheda e dalla mancanza (fino a prima del duello, almeno) di difese psioniche. Tutto ciò ti ha portato ad una risposta molto poco efficace ed un bagaglio energetico che è finito con ancora il 40% di energie. Come dire, tante energie ma pochi modi per usarle. Molto male, sotto questo punto - purtroppo. Tra l'altro, la scelta di "svenire" finale è quasi strategica, a questo punto, una sorta di arresa mascherata ad un affaticamento altrimenti poco sensato. Non bene sul punto: il voto è, ripeto, comunque un grande sforzo di tolleranza da parte mia.
» Voto: 5

» Sportività: Qui fai più che altro la parte della vittima. Il tuo avversario non si fa scrupoli di lanciarti addosso ogni possibile invettiva psionica e tu, molto stoicamente, incassi, incassi ed incassi, arrivando ad un passo dalla morte. Strategicamente è una disfatta sotto tutti i punti di vista, come ti ho detto, ma sportivamente è tutto un punto a tuo favore. Resisti a questa offensiva che trascende i limiti del buon senso in diversi punti e ti limiti a fare la tua parte, salvo qualche sbavatura di tanto in tanto. Prima di tutto ho denotato un utilizzo poco regolamentare di mimetisimo: la tecnica specifica chiaramente la necessità che il tipo di "mimesi" attuata dal personaggio, venga specificata in scheda. La tecnica recita, infatti "La tecnica implica una personalizzazione che ne consista in una definizione precisa della natura dell'effetto". Una personalizzazione che specifichi come il personaggio intenda usarla: e che sia fatta in scheda, non all'occorrenza in duello. Questo perché la tecnica ha un effetto specifico, che però può derivare in molti modi diversi. Tu hai saltato la specificazione dell'effetto (che è evidentemente un effetto di camuffamento con l'ambiente circostante, benché poco si intende come tale camuffamento si attui) e l'hai riportata così com'è dall'elenco. Male: avesti dovuto specificarla. Poi ho ritenuto un pò "metagame" la circostanza che il tuo personaggio sappia che l'avversario è dalla parte dei nani: alla fine è una mezz'orca come te e nulla sembri intendere il suo schieramento, sul momento. Infine, abbastanza antisportivo è lo svenimento finale, che non è giustificato da una carenza (hai ancora il 40% di energie e nessun mortale indosso), oltre che poco sensato alla luce di una passiva razziale che ti consente di ignorare il dolore (quindi serve proprio ad evitare questo, alla fine). E' stata più che altro una mossa che hai portato avanti per evitare altre offensive dall'avversario. Si aggiunga, però, oltre alla già citata risposta positiva all'abuso avversario, anche la risposta sportiva alla circostanza che il tuo avversario si dimentichi quasi del tutto della paralisi del primo attacco. Anche questo, quindi, ribilancia il conto globale. A conti fatti, invero, le antisportività che hai effettuato tu sono solo piccoli dettagli rispetto all'abuso del tuo avversario ed, in ragione di ciò, si giustifica il voto.
» Voto: 7,50



zis

» Scrittura: Scritto molto particolare ed anche piacevole alla lettura, ma che spesso si confonde in dettagli importanti e finisce per estraniarsi al contesto. Invero, l'introspezione regna sovrana nel tuo narrato, giacché l'empatia del tuo personaggio finisce per essere un sunto del contesto in cui vive e delle circostanze che subisce, arrivando - quindi - a definirsi nient'altro che un "buono" sballottato dalle correnti, dalle emozioni e dai vizi/virtù altrui. Questo, invero, è il tuo punto di forza. Imponi la psicologia dello scontro in estremo raffronto con la storia narrata nel background dell'arena. Questo elemento ti è evidentemente di spunto e l'ho molto apprezzato, giacché finisci per trarre forza dalle circostanze che ti circondano, immedesimandoti nella sfortunata Dell e finendo per renderti attrice del patimento subito da lei in passato. Molto buono, sotto questo aspetto. L'introspezione del tuo personaggio, invero, si tinge di gioie ed emozioni che gli derivano dall'esterno e questo, alla lunga, contraddistingue di netto la sua particolarità, caratterizzando il suo - già particolare - background. In questo contesto, inserisci a dovere la battaglia, lo scontro, la guerra e - come detto - la melodia che deriva dall'immaginario, ovvero quel mito di Dell e del suo amore dal quale, alla fine, trai letteralmente forza. Questo aspetto è, però, anche il punto debole del tuo narrato. Alla fine gli ambienti finiscono per eclissarsi rispetto al tuo personaggio. Ove la sua empatia regna, tutto il resto esiste solo in raffronto ad essa. Tutto il resto, quindi, viene narrato e/o accennato soltanto in rapporto col tuo personaggio, scomparendo per tutti gli altri aspetti. Non fai un cenno di più sulle descrizioni degli ambienti, sulle emozioni degli altri personaggi o su tutto ciò che non riguardi direttamente Alaria. Tutto questo è anche dovuto ad una pochezza dei post, una brevità spesso troppo concisa e poco comprensibile, alla luce del fatto che tu stesso hai dimostrato più volte di avere notevoli capacità di gestione del narrato. Sarebbe stato bello, dunque, vederti spaziare su ancor più elementi di quanto tu non faccia, immedesimando il tuo lettore non solo nella psicologia del tuo personaggio, nelle sue emozioni e nei suoi pensieri, ma anche in tutto il contesto che egli vive e che, sotto questo aspetto, sembra rimanere troppo spesso sullo sfondo ed in maniera troppo marcata. A ciò si aggiungono saltuari errori di narrazione, ovvero punteggiatura talvolta incerta e qualche errore nei verbi; durante tutto un post sbagli completamente il riferimento col tuo avversario, continuando a definirla un'umana, benché sia una mezz'orca come te. Potrebbe essere un errore "voluto", ovvero determinato dalla circostanza che il tuo pg non si avveda bene di cosa/chi sia il suo avversario. Eppure, non si capisce (comunque non lo chiarisci): il punto è confuso e, quindi, penalizzato. In generale il post si definisce un gigantesco "posso ma non voglio": ti preme definire un aspetto del tuo personaggio e lo fai in maniera eccellente; eppure, ti fermi li, lasciando tutto il resto sullo sfondo. Quasi non sia importante; quasi tu non abbia voglia (più che capacità) di definirlo oltre quanto fatto. Poco male. Quando imprimerai ancor più coraggio e volontà nei tuoi post, anche il voto schizzerà oltre questa soglia. Molto oltre.
» Voto: 6,75

» Strategia: Una strategia devastante, per così dire. E non potrebbe essere altrimenti. La tua volontà di distruggere l'avversario dal punto di vista psionico è tanto evidente da subito, quanto efficace. E c'è da dire che non ti risparmi mai sotto questo aspetto, finendo finanche per sacrificare una difesa preziosa, pur di perseguire questo scopo. All'inizio subisci parzialmente l'offesa nemica, dimezzando soltanto i danni subiti. Non comprendo il motivo, francamente, di subire un danno (e la paralisi), per poi guarirti il danno. Sarebbe stato meglio pararlo del tutto. A parte questo, però, trovo molto buona l'idea di lanciare una psionica contro un avversario semi invisibile (mimetizzazione non è un'invisibilità, in tal senso la interpreti abbastanza bene); ovvero l'avversario è li, ma non sai bene dove. Quindi psionica. Buona idea, benché sia solo l'antipasto di quello che tu hai effettivamente in mente di fare. Subisci di nuovo parzialmente l'offensiva nemica (solo il primo turno del medio) ed incassi i due attacchi fisici che ti causano parzialmente un medio (è evidente che qui non potessi fare diversamente, forse mancando una difesa alta). Anche qui, poi, contrattacchi con una psionica (usando il bonus fornito dal torneo). Altro danno subito dall'avversario, altra decisione vincente, benché alla fine - e per questo turno - un medio incassato per un medio inflitto, facciano alla pari con una strategia che poteva comunque essere gestita meglio. Comunque, il secondo turno è solo l'inizio di quello che sarà l'apice del terzo turno. Qui c'è il trionfo della tua strategia, in tutti i suoi punti (buoni e brutti). Subisci tutte le offensive nemiche - proprio tutte, compreso l'altro medio della trappola precedente - per sparare un berserk ed un critico nel turno successivo, che l'avversario non può non incassare. Qui, però, la strategia è quasi suicida ed alla fine potrei dire positiva soltanto perché alla differenza dei danni fatti, con quelli subiti, prevalgono i primi. Ma c'è da dire che incassi qualunque cosa, sacrificando anche una minima difesa al solo scopo di poter devastare il tuo avversario con un critico ed i fisici di berserk. Sarebbe stato meglio parare qualche offensiva nemica e, poi - se proprio volevi - comunque contrattaccare col critico, considerando che le energie te lo consentivano eccome (finisci il duello col 25%). Alla fine non ti ho penalizzato la scelta di non attaccare nell'ultimo turno, bensì quella di non sfruttare nemmeno uno slot per curare l'avversario (avresti potuto e sarebbe stato logico). Invero, al netto di tutto la strategia ti premia eccome, ma ti causa una penalità talmente grande in sportività che non so davvero quanto ne sia valsa la pena. Diversamente, se fossi stato più accorto e ti fossi parato maggiormente dall'offensiva avversaria (anziché puntare solo e soltanto all'offesa smodata), avresti beneficiato di un voto anche maggiore. Nel complesso, comunque, molto buono sul punto.
» Voto: 7,25

» Sportività: Davvero? Non ti è mai balenata l'idea che usare 3 psioniche in tre post di scontro (un alto, un medio ed un critico) contro un avversario senza difese psioniche potesse causare una penalità per abuso di abilità psioniche? Invece, mio malgrado, è così. La verità è che fai numerosi errori. Il primo e più evidente è l'uso di abilità psioniche. Con un pizzico (per dire) di malizia e metagame, infatti, noti che il tuo avversario non ha difese psioniche che possa usare (anzi, ne ha una comprata durante il duello, inutilizzabile). E pensi bene che il duello sia bello e vinto usando quelle abilità. Il risultato è che il tuo avversario finisce con la mente ad un medio dal Mortale: praticamente, distrutto. A che prezzo, però? Uno scontro che, sotto questo aspetto, non è mai stato sportivo e non può non delineare una penalità bella grossa nel campo. Anche perché, al netto di tutto, non è nemmeno l'unico errore. Si aggiunga, infatti, la quasi del tutto dimenticata paralisi che subisci nel primo turno attivo (ti curi di un basso, ma non dalla paralisi - appunto) che dovrebbe fare effetto nel primo e nel secondo turno attivo, ma che tu metti in un angolo, citandola appena e senza renderla realmente invasiva per le tue successive azioni. Infine, altro errore grosso: sei così determinato nell'usare solo tecniche psioniche che non ti accorgi che la tua tecnica bonus, garantita dal torneo, dovresti usarla - per il regolamento del torneo - soltanto come una tecnica fisica. Niente, tu la usi psionica e giù altro errore. A poco serve l'antisportività minima del tuo avversario in relazione all'uso di mimetizzazione ed allo svenimento finale, che assecondi e che - come detto - non ti ho penalizzato in strategia. Alla fine, invero, tutto questo impallidisce dinanzi all'abuso che hai perpetrato e che ti fa praticamente perdere lo scontro. Mi dispiace, ma è così.
» Voto: 4



Media Ashel: 6,50
Media zis: 6

Vincitore: Ashel
Ashel ottiene 650 Gold; zis ottiene 300 Gold

Il vincitore ha diritto ad un post autoconclusivo, senza possibilità di uccidere l'avversario o compiere alcuna azione violenta.

Giudice: Janz

 
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