Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Killibert Gnam Vs. Montu

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view post Posted on 5/4/2014, 10:23

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Killibert Gnam Vs. Montu

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Gialla Vs. Bianca
F Vs. F


Primo post: Montu
Player Killing: Off
Durata: Un solo post di presentazione e quattro post di combattimento.
Tempi di risposta: A cinque giorni dalla risposta dell'avversario verrà applicata una penalità di 0.25 punti alla sportività del ritardatario per ogni giorno d'attesa.
Arena: Moeras - E’ il luogo dei sussurri, delle parole non dette e degli sguardi chinati. Il silenzio vi ristagna come l’acre odore di muschio e putredine che ammorbano l’aria pesante e perennemente avvolta da una coltre grigia di nebbie e vapori malsani.
Una palude, niente di più. Almeno secondo i comunicati ufficiali delle alte cariche. Una palude che però non è in progetto di essere bonificata, nonostante gli acquitrini e le sabbie mobili della zona siano da tempo oggetto di profonde opere di risanamento grazie al lavoro indefesso di centinaia di schiavi.
Moeras è un nome che fa paura. Gli schiavi chinano il capo e scavano la terra con più vigore, quando lo sentono sussurrare dagli altri reietti: ogni giorno decine di nani crollano sfiniti sotto il peso delle catene, e non fanno più ritorno alle tende. Nemmeno chi alza la testa e la voce torna più. Moeras li inghiotte tutti.
La palude ha un’estensione imprecisata ma ben più grande di quanto le mappe effettivamente segnalino. Il grande cantiere dello stretto è arrivato a risanare buona parte delle sabbie mobili della zona, lasciando tuttavia intoccata questa palude per “ordini superiori”; centinaia sono gli schiavi impiegati nei lavori, in gran parte nani deportati da tutto l’Akeran. Voci non ufficiali affermano che Moeras sia una vera e propria fossa comune dove trovano eterno riposo gli schiavi uccisi dalle fatiche, ma anche punizione per coloro che osano ribellarsi o che appaiono troppo indeboliti per continuare a lavorare: Moeras li accoglie tutti, inghiottendoli nelle sue silenziose fauci.
I vapori e l’umidità del luogo creano una perenne foschia maleodorante su tutta la zona; la vegetazione è tetra e marcia; il suolo è per la maggior parte costituito da pozze fangose di varia profondità, sabbie mobili e rocce.
Regole: Il duello non deve interrompersi per alcun chiarimento - usate vie private, nel caso. Non si possono modificare i propri post dopo le risposte dell'avversario. Si seguono le normali regole di un duello ufficiale.
Background: La rivolta era nell'aria da tempo. La scomparsa del giovane Arkon era stata solo l'ultima delle misteriose sparizioni che avevano flagellato i nani impiegati come schiavi nel cantiere: prima di lui Janek, Lavhoer e Gark non erano tornati alla tenda comune dopo il lavoro. Giovani robusti, grandi lavoratori. Ma teste calde, piene di sogni di libertà che i racconti del vecchio Lugorakh dovevano aver destato nei loro cuori di nani nati schiavi. Era stato il primo a scomparire, ma nessuno aveva dato peso alla morte di un nano tanto vecchio: nessuno, tranne i quattro giovani che dai suoi racconti di gioventù traevano la forza per andare avanti e per sognare un mondo migliore, libero da catene. Li hanno messi a tacere tutti, ma la loro sorte oscura ha risvegliato le coscienze sopite di molti, dando coraggio a coloro che non avevano mai osato alzare la testa. La rivolta è cominciata, e la morsa di controllo sui ribelli si è spezzata: decine sono i "dispersi", coloro che hanno infranto le catene in nome di una nuova libertà. Sopravvivere ad ogni costo è la parola d'ordine: i ribelli si rifugiano negli anfratti, nelle vecchie capanne in disuso tra gli acquitrini, e Moeras li nasconde. Ne va della loro libertà: ostacoleranno ad ogni costo chiunque osi mettere piede tra le nebbie.
 
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view post Posted on 10/4/2014, 22:22
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Il tempo è la sostanza di cui sono fatto.
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Moeras.
Un nome che può far correre un brivido anche sulla spina dorsale di un Demone del Fuoco. Il grande insieme di paludi e acquitrini, che intorno vengono bonificati grazie alla più sistematica delle opere ingegneristiche sociali, funge da cordone di confine alla palude che fa chinare la testa agli schiavi che lì intorno lavorano, e che inghiotte chi ci si addentra.
L'aria è satura di vapori malsani, e l'intera zona è avvolta costantemente da una fitta nebbia, a Moeras venivano mandati tutti i nani resi schiavi che osavano alzare la testa o la voce con i loro padroni, e lì morivano. Sulle mappe la palude è enorme, ma la sua reale grandezza è solo ipotizzata, in quanto i terreni impervi che la formano non sono mai stati interamente esplorati. Gli acquitrini e le sabbie mobili la rendono un posto dal quale si può solamente stare alla larga.
Eppure qualcosa è cambiato; le voci che circolavano su Moeras descrivevano la palude come una fossa comune per i nani morti di fame o di stenti durante il lavoro, ma questo non ha sedato tutti i focolari di rivolta. Montu ha sentito parlare dei numerosi nani fuggiti tra le nebbie della palude alla ricerca della libertà perduta, le vecchie capanne abbandonate dei lavoratori, i numerosi anfratti, nascondono i fuggitivi che accolgono sempre più ribelli nelle loro fila. Popolo orgoglioso quello dei nani, non si arrendono facilmente e vogliono continuare a lottare, almeno finchè le nebbie di Moeras sono dalla loro parte.
Dal canto loro gli schiavisti, per la maggior parte provenienti dalle città sui confini dell'Akerat, continuano a deportare nani da quella zona, e il tutto sembra non dover finire mai, aumentando i morti umani e i nani resi schiavi.

Il Demone si incamminò verso Moeras, l'unico obiettivo era entrare nella palude e porre fine alle rivolte, nell'unico modo possibile. Montu non provava un particolare odio per la razza nanica, ma una rivolta di tali proporzioni, così preannunciata ma così improvvisa, avrebbe ulteriormente spaccato il Regno, e doveva essere evitata.
Man mano che avanzava verso la sua destinazione vide solo aumentare la nebbia che lo circondava, e la vegetazione marcire sempre di più. Il cuore di Moeras sembrava esalare respiri di morte, che impedivano a qualsiasi cosa di sopravvivere in quell'ambiente.
Com'era stato possibile ai ribelli organizzarsi in quelle condizioni?
Il Demone si bloccò nella nebbia fitta cercando di percepire suoni intorno a lui... Non si udiva un insetto nonostante l'acqua ristagnante nel quale affondava fin quasi al ginocchio, nè il verso di un animale. Il silenzio della palude era... Assordante! Poteva sentire il suo respiro affannoso a causa del puzzo di putrefazione e della fatica fatta per camminare in quel pantano, poteva sentire il battito del suo cuore premere sui timpani.
Mentre la nebbia lo nascondeva alla vista dei ribelli nascosti, immaginò i rumori che produceva riecheggiare nella palude a rivelare la sua posizione.
Vide una roccia poco distante che usciva dall'acqua e si alzava, ricoperta di muschio, per quasi un metro sopra la superficie. Salire lì sopra per sperare di individuare qualcuno dei ribelli sembrava una buona idea, ma non poteva esporsi ancora, non poteva sfidare così sfacciatamente la sorte.
Un nano si arrampicò sulla roccia, un nano cercò di scrutare nella nebbia, e un nano continuò ad avanzare nella palude cercando di evitare le sabbia mobili.
Un altro nano fuggito dai campi degli schiavisti, che cerca una nuova casa tra le fila dei ribelli... Un Demone che stringe nella piccola mano trasformata una pietra nera, e che inizia a tessere la sua tela di morte tra gli alberi marci di Moeras.



Energia: 100%
Status Fisico: Illeso
Status Psicologico: Illeso
CS Forma Umana: +1 Intelligenza

Armi:
Shokan: Riposta
Pistola: Riposta (5 colpi)

Oggetti:
Biglia Stordente: 1
Biglia Dissonante: 1
Biglia Deflagrante: 1
Rubino: Forma Umana: +1 Forza; +1 Velocità; +2 Maestria nell’uso delle Armi. Forma Demoniaca: +2 Forza; +1 Velocità; +1 Intelligenza.
Gemma della Trasformazione

Note: L'unica cosa da segnalare è l'utilizzo della Gemma della Trasformazione alla fine del post di presentazione, che trasforma il Demone in un Nano per destare meno sospetti e anzi spingere i ribelli nascosti ad avvicinarlo :sisi:
Buon duello, e che vinca il migliore! A te :)
 
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Il Senzanome
view post Posted on 14/4/2014, 20:14




svegliati.

Killibert Gnam aprì gli occhi.
Giaceva su una stuoia di vimini stesa sul poco terreno asciutto che erano riusciti a trovare in quel pantano. Era intizzito, la sua schiena doleva con insistenza senza tuttavia minacciare crampi. I suoi occhi - passati dal buio del sonno a quello della notte - erano inutili, ma il tintinnio ormai familiare delle armi dei nani lo rassicurava che la ragione del suo risveglio improvviso non fosse l'avanzare di un qualche nemico nascosto.
I nani.

Non sei pronto per questo.
« No, non lo sono. » sussurrò. « Ma deve essere fatto. »

Aveva un piano, lui: quel Jason Bourict alto e biondo che qui era un mercenario moro di nome Killibert Gnam. Prendi un gruppo di disperati, improbabili combattenti e scaraventali nella più ardua e insensata missione. Sopravvivi e falli sopravvivere. Spargi la storia; semina reputazione. Raccogli reputazione sotto forma di mercenari migliori, attirati da promesse di fama e denaro. Passa all'incarico successivo. Ripetere finché l'attività non è pienamente ingranata. Un piano concettualmente semplice. Difficile da attuare, forse, ma semplice. E lui era riuscito: i Folli, la sua squadra mercenaria, era passata in meno di una settimana da un ladro di cavalli diciassettenne, un assassino psicopatico e un bracconiere spiantato a una ventina di uomini quasi decenti. La folle avventura alla roccaforte demoniaca gli aveva dato tutto quello di cui aveva bisogno. E tuttavia, era ancora qui.
Si alzò, togliendosi di dosso la coperta sottile. Aveva bisogno di aria.

Nain lo fissò inespressivo mentre si avvicinava alla sua postazione, accovacciandosi nel fango. Un grosso albero secco offriva un discreto riparo ad occhi indiscreti, mentre assi rotte e ciarpame provenienti dall'accampamento alle loro spalle offrivano luoghi ove osservare l'eventuale avvicinamento di nemici. Era facile trovare luoghi simili in quella discarica che era in realtà Moeras: dove non v'era acqua c'erano rocce, dove non c'erano rocce c'erano sabbie mobili, aree coperte di muschio e canali infidi. L'intera palude era un labirinto pericolosissimo; dunque, per associazione, il luogo più sicuro per chi non voleva farsi trovare.
O desiderava far pagare un prezzo in sangue agli avventurieri.

« I tuoi sogni sono inquieti, spilungone. » gli disse a mo' di benvenuto Nain.
« Sono abitati da mostri privi di coscienza, che tengo a bada a fatica. » rispose Killibert.
Il nano sbuffò, sguardo perso nelle lande desolate davanti a loro. « Demoni da sveglio e demoni quando dormi. Questo non è il modo in cui un uomo dovrebbe vivere. »
Sorrise, neppure un'ombra di umorismo nel gesto. « Non sono demoni, i miei. Qualcosa di peggio. » Killibert colse lo sguardo interrogativo del nano. « Uomini. »
Nain grugnì.

Un gufo si librò dalla sommità dell'albero, gettandosi nel buio. Pochi secondi e udirono uno squittio disperato; poi, il nulla.

« C'è una cosa che volevo chiederti. » disse all'improvviso Nain. « Probabilmente non ricordi... ci siamo incontrati- »
« -nelle profondità della fortezza demoniaca. Eri nella gabbia accanto a Shaelan, alla sua destra. »
Nain rimase in silenzio. « Hai una buona memoria. » disse infine.
« E tu vuoi sapere cosa accidenti ci fa un mercenario in una palude senza la minima prospettiva di denaro, gloria o altre fonti di guadagno. » Killibert si girò a guardare il nano. « Ho indovinato? »
« Il pensiero mi ha sfiorato la mente. » ammise Nain, facendo spallucce.
Killibert sorrise. « Dammi la mano. » Il nano gli rivolse un'occhiata perplessa, poi fece spallucce e obbedì. Killibert afferrò delicatamente il suo polso e lo girò verso l'alto,.
« Questo è il carpo: l'osso di congiunzione fra il radio e l'ulna dell'avambraccio e il resto delle ossa delle mani. » sussurrò. « Ci sono due articolazioni, una per ciascun osso. Le articolazioni sono mosse da un gran numero di tendini. Nel resto della mano e dell'avambraccio essi scorrono in profondità, ma vicino al polso i tendini fra radio e ulna affiorano in superficie; assieme ad essi i nervi e le vene che passano in mezzo ai due ossi. Questo si chiama 'punto di pressione'. Alcune persone spendono gran parte della loro vita scoprendo e insegnando la posizione di questi punti. Sai perchè? »
Nain scosse la testa.
Killibert premette con forza.

Uno spasmo spontaneo colse il braccio del nano per un istante - solo una minuscola frazione di secondi prima che egli sgranasse gli occhi e crollasse a terra come una marionetta senza fili, senza neppure il fiato per gridare. Killiber lasciò andare subito il polso di Nain e ritornò a guardare l'orizzonte, silente sentinella immersa in una silente palude, con l'unica compagnia dei respiri rasposi e affannati del nano piegato in due dal dolore.
Rimase così per molto tempo.

« Khazall-a-hesyorz!1 » imprecò Nain quando finalmente riuscì a parlare, bianco in viso. « Questo era... intenso. »
« Non sono un mercenario. » disse quietamente. « Sono un assassino. E ho bisogno di sapere che c'è altro che posso fare a parte uccidere. »
« Uh-hu. » Nain grugnì debolmente, poi si rimise seduta con lentezza impacciata. « Beh, umano, in futuro potresti farmi un favore? »
« Che cosa? » chiese Killibert, voltandosi a guardarlo.
« La prossima volta che mi sovviene una curiosità, ricordami di chiudere la mia maledetta boccaccia! »

Nain e Killibert si guardarono l'un l'altro.
Poi, lentamente, iniziarono a sorridere sempre più... finché non scoppiarono in una risata fragorosa che fece sollevare dai rami tutti gli uccelli della zona.


E r k d u n

_______________________mai più in catene_______________________


Parecchie ore più tardi, quando la luce del sole di mezzodì lottava strenuamente contro tentacoli di malefica nebbia, Nain s'irrigidì improvvisamente nello scrutare i dintorni con un lungo cannocchiale. « Ma che diavolo...? » borbottò
« Cosa succede? » disse il mercenario, la voce ingannevolmente calma - glacialmente calma.
Nain si protese in avanti, gli occhi praticamente conficcati nel cannocchiale. « Fantastico, proprio quello che ci voleva: » borbottò « arazi oglùm. »
« Cos'è un "akazi oghium"? » sussurrò Killibert.
« Voi umani direste "colui che ha due piedi sinistri". Barzul! Ma è incredibile! » imprecò Nain, abbassando il cannocchiale con un cenno sventurato del capo. « Come fa a non sentire la roccia solida sotto i suoi piedi? Sua madre era forse un orecchie-a-punta? »
Killibert sorrise e sferrò un'amichevole pacca alla schiena del nano sbigottito. « Se così è, allora bisognerà andare a salvarlo: non vorrei mai trovarmi a discutere con un'elfa seccata su come il suo pargolo sia affogato nelle sabbie mobili... specialmente dopo essere stata attirata da noi dai borbottii di un nano! »
« Uh? » esclamò allibito Nain alzando di scatto la testa. « Brutto spilungone dalla lingua biforcuta, vieni qui se hai il coraggio! »

L'ultima cosa che Nain sentì di lui fu l'eco della sua risata farsi largo fra le nebbie che l'avevano inghiottito, risuonando spettrale.

~

Rintracciare il nano nell'acquitrinio era più facile a dirsi che a farsi. Il maggiore ostacolo era la nebbia: a causa sua la visibilità era ridotta a meno di dieci metri e i suoni attutiti meglio di qualsiasi isolante creato dalle mani dell'uomo. Dato che esisteva un'unica via in quel labirinto naturale, la cosa giusta da fare era semplicemente andare avanti - evitando di rompersi l'osso del collo, affondare nelle sabbie mobili o andare a sbattere contro una roccia o un albero fino a pochi istanti prima perfettamente nascosti dalla nebbia. Assumendo che il nano non scomparisse fino al naso in qualche falsa pozzanghera o simili, avrebbero dovuto arrivare (scontrarsi?) l'uno davanti all'altro. Se dopo cento metri non l'avesse incontrato, allora o era affogato oppure era tornato indietro. Una possibilità più che plausibile: nella palude non v'erano segnali stradali.

Stava per considerare la seria possibilità di dover punzecchiare le acque in cerca di cadaveri quando le nebbie avanti a lui si scurirono all'approcciarsi di una sagoma dall'altezza rivelatrice. Killibert si guardò intorno assicurandosi che il terreno a dividerli fosse -abbastanza- solido e aspettò. Qualche minuto dopo un nano sgorgò dal muro perlaceo, con un viluppo di viticci nebbiosi mossi dietro di lui dal suo avanzare.
Mancava solo un'orda di bestie demoniache alle sue calcagna per ricreare l'incipit di un horror.

« Benvenuto a Moeras, amico nano. » esordì con un sorriso. Il suo sguardo si soffermò casualmente sui suoi vestiti, all'automatica ricerca di armi nascoste... e il ghiaccio avvolse la sua mente.

...

Per una frazione di secondo 'Killibert' rimase immobile, i muscoli ancora rilassati e la mente contratta in uno spasmo di incredulità. Poteva sentirlo, l'Altro - quella presenza oscura, inquieta e turbinolenta ai margini della sua coscienza che d'un tratto s'era fatto avanti con impeto prepotente, minacciando di sommergere la sua visione con una coltre gelida. Era esterrefatto: mai, mai, mai l'Altro si era fatto avanti spontaneamente, insorgendo contro di lui senza che ci fosse una chiara e diretta minaccia alla sua salute fisica.
Certo, era ovvio che sbirciasse ai margini della sua mente come uno spione curioso - poiché lui e l'Altro erano la stessa cosa: se uno di loro moriva l'altro lo seguiva dappresso. Ormai si era quasi abituato alla sua presenza all'erta nei recessi, silente guardiano.
E ora, questo.

« Abbiamo cibo caldo e terra asciutta » si sentì dire, troppo stordito per meravigliarsi di come la sua voce non tremasse o tradisse in altro modo la paura di quell'amara
scoperta. « Seguimi. »

Percepì improvvisamente freddo con i polpastrelli della mano sinistra. Stupito, si rese conto che -senza volerlo- la sua mano s'era a poco a poco allungato verso i coltelli che nascondeva nelle maniche, pronto a scagliarli via con repentinità inaudita.
Era pronto a combattere, e non sapeva perché.
Era pronto ad uccidere, e non sapeva chi.
Tutto ciò che sapeva era di essere spaventato a morte.



1 Trad.: figlio di un cinghiale! (ndr.: questo è il pezzo -unico- di nanico 'alla Tolkien' nel post)

Note Φ
    0. Ogni insulto, imprecazione o espressione di palese incredulità nanica è ovviamente libera espressione del pensiero dei pg/png ivi rappresentati e non rappresentativi dei player scriventi.
    1. Non ho passive rilevanti ai fini di un post di introduzione, ma ho subito la passiva razziale di timore del tuo pg. edit: sono stato informato che la passiva razziale degli avatar non era stata citata perché a causa della differenza di energie il mio pg ne era immune. a naso mi sembra logico supporre che il mio pg possa percepire l'aura malefica del demone pur essendone immune. notare che questo non significa sapere che il 'nano' vagabondo in realtà è un demone. questo edit è stato concordato.
    2. Io e Nain siamo sentinelle all'accampamento nanico, dunque la parte iniziale del post mi vede in una posizione specificatamente designata per vedere senza essere visti; la cosa cambia quando ti vengo incontro lungo la strada. L'avvistamento è effettuato quando ti piazzi sulla roccia, svettando (si fa per dire) sulla nebbia circostante.
    3. Il bollettino metereologico odierno è:
    • Giorno (~12:00 del mattino);
    • Nebbia intensa, visibilità ridotta a 5~10m;
    • Unica via conducente all'accampamento nanico (alle mie spalle), ma numerose che conducono in qualche acquitrinio o sabbia mobile;
    • Nain è a circa 100m da noi, col binocolo (abbastanza inutile vista la copertura della nebbia e la distanza);
    //
    Il fatto che il pg di RamsesIII abbia proseguito quando nessuno lo ha accolto alla fine del suo post è stato concordato con il player.
    //
    « Parlato » // Pensato
    //
    danno
    tecnica mia
    tecnica nemica
    cs mio
    cs nemico



In bocca al lupo e divertiamoci! :wow:

(e speriamo che almeno questo png non mi venga fatto fuori in duello)


Edited by Il Senzanome - 18/4/2014, 17:27
 
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view post Posted on 18/4/2014, 16:58
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Il tempo è la sostanza di cui sono fatto.
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Si guardava intorno alla ricerca di qualche segno di vita in cima a quel masso, ma la nebbia era così fitta che avrebbe visto qualcuno solo andandoci a sbattere contro. Eppure i ribelli dovevano essere lì, doveva individuarli e provare a trarre qualche profitto dalla delicata situazione. Saltò atterrando di nuovo nel pantano ristagnante, per poi continuare ad avanzare, finchè finalmente i suoi piedi toccarono un fondo più duro della melma fangosa che l'aveva accompagnato fino a quel momento. L'acqua divenne man mano sempre più bassa fino al punto in cui gli stivali ormai fradici emersero dal liquame verdognolo. Il nano camminò per quale metro sulla nuova superficie rocciosa, finchè una voce proveniente dalla nebbia lo fece fermare:
-Benvenuto a Moeras, amico nano.-
La gemma che ballava nella sua tasca aveva superato la sua prima prova, anche se il Demone sapeva che la trasformazione non sarebbe durata per sempre.
Vide emergere dalla nebbia come un'ombra un uomo alto circa una trentina di centimetri più del nano, biondo, che si muoveva verso Montu senza mostrare emozioni ostili.
-Abbiamo cibo caldo e terra asciutta. Seguimi-
Non poteva seguirlo, non poteva permettersi di tornare alle sue reali forme circondato da nemici, si rese conto solo in quel momento che la sua poteva diventare una missione suicida. Doveva agire in fretta, doveva evitare che l'uomo che aveva davanti raggiungesse l'accampamento di cui parlava, e doveva sperare che non ci fosse nessun altro nascosto nella nebbia.

Ehi amico, sei stato sfortunato a trovare proprio me... Sono il nano sbagliato da portare a spasso.
Estrasse la pistola mentre le sue fattezze mutavano ancora, le sue gambe si ingrossavano e i muscoli tornavano quelli possenti dell'uomo alto quasi due metri che era in realtà.
Quando l'arma aveva puntato il suo bersaglio Montu aveva assunto la sua forma reale: alto quasi due metri, i capelli neri corvini erano arricciati ulteriormente dall'umidità della palude, la barba era incolta e la tunica nera non nascondeva le possenti forme.
In effetti... Non sono nemmeno un nano.
Finita la frase esplose tre colpi, combattendo con l'intero corpo il rinculo della pistola. Ogni volta che il cane lanciava il proiettile il Demone alzava di poco il tiro, mirando in un punto diverso: il primo colpo era diretto al basso addome, il secondo alla bocca dello stomaco e il terzo alla gola. Le esplosioni risuonarono nella palude, probabilmente avrebbero richiamato altre persone quindi la questione doveva essere risolta in fretta.
Il Demone scattò in avanti, riponendo al fianco la pistola, arrivando a pochi metri dal suo avversario. Fissò il piede sinistro e su quello ruotò in senso orario sfoderando la katana, e abbattendo l'affilata lama sul fianco destro dell'uomo che l'aveva accolto a Moeras. Portò il colpo con l'intero corpo, e quando la spada arrivò a pochi centimetri dalla carne del suo bersaglio improvvisamente la lama divenne nera, corrotta dal velenoso potere che il negromante stava riversando sulla sua arma. Montu concluse il giro su sè stesso, poi alzò la lama e la abbatté sul nemico dall'alto verso il basso, da destra verso sinistra. Concluso il secondo affondo il Demone fece due passi indietro per riportarsi a distanza di sicurezza, poi alzò la spada verso l'avversario puntandogli la lama alla gola, a circa cinque metri l'uno dall'altro.



Parlato Killibert
Parlato Montu

Energia: 100 -10 -10 =80%
Status Fisico: Illeso
Status Psicologico: Illeso
CS Forma Umana: +1 Intelligenza

Armi:
Shokan: Impugnata con entrambe le mani
Pistola: Riposta (2 colpi)

Oggetti:
Biglia Stordente: 1
Biglia Dissonante: 1
Biglia Deflagrante: 1
Rubino: Forma Umana: +1 Forza; +1 Velocità; +2 Maestria nell’uso delle Armi. Forma Demoniaca: +2 Forza; +1 Velocità; +1 Intelligenza.
Gemma della Trasformazione

Abilità usate:
Colpo Duro. Consumo: Medio (10%) il guerriero esegue un attacco più potente del normale, in grado di ferire gravemente l'avversario.
La tecnica ha natura fisica. Consente al guerriero di eseguire una singola azione offensiva più pericolosa della norma. L'azione in questione potrà essere personalizzata con differenti stili o modalità di esecuzione, ma in ogni caso consisterà in uno ed un solo attacco - sia esso a mani nude o portato con un'arma bianca. La tecnica dura infatti solo il tempo necessario a portare a termine il colpo successivo al momento in cui è stata attivata. Andrà considerata come tecnica fisica di potenza Media e fronteggiata in quanto tale.

Proprietà velenose. Consumo: Medio (10%) il negromante impregna la propria arma di una potente maledizione, affondandola poi nel corpo del proprio nemico e distruggendone l'organismo.
La tecnica ha natura magica, elemento veleno. Il caster incanta la propria arma, dotandola di un veleno che, al primo colpo messo a segno, affonderà nelle membra dell'avversario e gli provocherà danni all'organismo. A seconda della personalizzazione è possibile far sprigionare o meno un'aura inoffensiva all'arma soggetta, di qualsiasi forma, aspetto e colore. Potrà essere incantata qualsiasi arma, sia essa da mischia, dalla distanza o addirittura naturale. La potenza dei colpi sferrati non cambia - questi rimarranno sempre attacchi fisici. Tuttavia, ai normali danni dell'attacco fisico, che andranno calcolati come di consueto, il nemico dovrà aggiungere un danno basso all'organismo per ogni offensiva andata a segno contro di lui portata attraverso l'arma incantata nel corso dell'attivazione. La tecnica ha una durata totale di due turni, svanendo al termine del secondo o prima, al desiderio del caster.

[Personale 2/10] Il corpo del Demone si fonde con l'oscurità, la nebbia o il fumo che lo circondano, divenendo quasi invisibile ai suoi nemici. Consentendogli però di individuarli grazie alla perfetta simbiosi con l'ambiente circostante.
[Passiva - Mimetizzazione; Capacità visive in caso di oscurità, nebbia o fumo]

Note: Perdonami il post decisamente breve, come sai ho avuto un po' di problemi. Montu riassume la sua reale forma "umana", poi ti spara contro tre colpi con la pistola: il primo diretto al basso addome (ombelico più o meno), il secondo alla bocca dello stomaco (poco sotto il plesso solare) e il terzo alla gola. Poi ti attacca attivando Proprietà velenose; il primo attacco (quello portato girando il corpo in senso orario) è più potente, utilizzo Colpo Duro, il secondo colpo, quello trasversale, è un puro attacco fisico non tecnica.
 
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Il Senzanome
view post Posted on 21/4/2014, 22:57




Il nano lo guardò negli occhi.
Lo guardò.

Ehi amico, sei stato sfortunato a trovare proprio me... Sono il nano sbagliato da portare a spasso.

Fu uno strano momento distropico, dopo che tante persone avevano scrutato nei suoi ritraendosi con un brivido di fronte al panorama glaciale che ivi s'intravedeva, guardare ora il riflesso di un'altrui anima e vedervi una distesa di fuoco incandescente. Era come trovarsi di fronte ad un suo doppio speculare, ad un doppelgänger inquietantemente simile a lui. Anche se quello che aveva di fronte era un nano...
...nano?
Non più.

Mentre l'essere si muoveva per estrarre da sotto le vesti una pistola, le sue membra parvero sciogliersi come cera e ingrandirsi un muscolo dopo l'altro, sfumando in forma e colore fino a fondersi parzialmente fra i turbinii di nebbia sporca che ammorbavano la palude. La piccola sagoma arrancante divenne un uomo che lo sovrastava di una testa intera, massiccio come un bue ma evanescente come uno spettro - un contrasto raccapricciante, su cui la sua mente si scontrava basita senza arrivare a niente. Si pietrificò, guardando ad occhi sbarrati mentre il mondo si capovolgeva di fronte ai suoi occhi e il gelo succhiava via ogni briciolo di respiro nei polmoni.

In effetti... Non sono nemmeno un nano. disse la creatura, la pistola puntata contro di lui.

Killibert balzò di lato.
La pistola fece fuoco.

~

Abbarbicato ai rami più bassi dell'alberello come una maledetta scimmia, Nain borbottava inquieto scandagliando il pantano con il cannocchiale. Dannata nebbia. Non era posto per un nano, quel pantano. Avrebbero dovuto imbracciare le asce e abbattere i pidocchiosi schiavisti in ogni dove piuttosto che nascondersi in quella fogna! Avrebbero avuto terra buona sotto i piedi, almeno, invece di quella maledetta fanghiglia che inzuppava i giacigli e s'infiltrava negli stivali.
Niente vestiti asciutti!
Niente pasti decenti!
E persino niente ribelli

« Barzul! » imprecò Nain. « Giornata grama se bisogna affidarsi al senso di orientamento di un umano... »

Uno sparo risuonò all'improvviso nella quiete assoluta, facendolo sussultare. Il nano afferrò precipitosamente un ramo prima di cadere a terra come una pera troppo matura, poi puntò il maledetto aggeggio in direzione dello sparo. Killibert non aveva una pistola - « Aggeggi troppo rumorosi, quelli. » gli aveva detto una volta, scatenando il finimondo fra gli altri nani - dunque doveva essere il nuovo arrivato ad aver sparato. Se lo spilungone e il nuovo arrivato avevano ficcato i loro piedi sinistri in un nido di bestie tentacolari...
Un altro sparo lo fece imprecare una seconda volta. Non c'era tempo. Scese di corsa l'albero rinsecchito - praticamente scaraventandosi a terra - e frugò col fiato in gola nella sua sacca, tirando dietro le sue spalle le carabattole più assurde. « Quando uno ha bisogno non trova mai, mai... ah-ha! » esclamò, e tirò fuori dalla sacca un oggetto oblungo.

Chi ha bisogno di due gambe lunghe per correre quando hai un fucile di precisione con mirino a infrarossi nella tua scarsella?

~

Gelo.
Così era chiamato dall'uomo che si faceva chiamare Killibert Gnam. Altro era un nome alternativo, sebbene loro non fossero che due facce di una stessa medaglia - due parti distinte, ma la cui separazione non sarebbe mai dovuta avvenire. Sapeva che il muro eretto per dividerli non poteva durare per sempre, che già mostrava segni di crepe, già gli permetteva di assumere il controllo quando ve n'era bisogno. Al momento, non era importante.
Tutto quello che importava era assestare il livello di minaccia ed eliminarla.

Aveva potuto dare uno sguardo all'arma nei momenti prima che il nano si trasfigurasse in uomo di nebbia: una pistola a ripetizione con meccanismo a leva, carica posteriore; probabilmente con bossolo espulso automaticamente dopo lo sparo. In genere non apprezzava questo genere di armi... troppo rumorose, troppo difficile fare proiettili artigianali, troppo complesso modificarla. Questa era abbastanza buona, doveva ammetterlo. Ma una pistola, per quanto buona fosse, non valeva meno del braccio che l'impugna. Un braccio inesperto, che non si accompagnava al compagno per contrastare il rinculo e aumentare la precisione, mosso da un tiratore inesperto che non sapeva di doversi mettere di profilo rispetto al bersaglio per ridurre l'area esposta ad un fuoco di ritorno.
Fattibile.

Mise un piede all'indietro e si spostò lateralmente con una mezza piroetta, torcendo il busto. Di norma avrebbe potuto prevedere la traiettoria di un colpo prima ancora che fosse esploso, ma aveva bisogno di una buona visibilità per questo - e i contorni sfumati del nemico facevano sfumare questa possibilità. Poteva però vedere che il suo braccio si muoveva in linea retta, alzandosi dritto per dritto senza spostarsi a destra o a sinistra. Era difficile che un novellino sparasse a zig zag, dunque scartò di lato - sapendo che schivare il primo colpo avrebbe equivalso ad evitarli tutti. Il primo proiettile lo colpì di striscio al fianco, complice il ritardo dovuto all'iniziale fitta di panico di Killibert, ma gli altri due volarono lontano da lui ronzando innocui prima di perdersi nella nebbia.

Lo spirito di fumo lo stava già caricando dappresso, sferrando un fendente orizzontale all'altezza delle sue costole. Il Senzanome mise frettolosamente un piede all'indietro, arretrando alla massima velocità che poteva permettersi nel terreno infido, ma già sapeva che non avrebbe mai fatto in tempo. Aveva bisogno di una spada per parare il colpo, ma la sua era nel fodero alla cintola - dove l'onesto e fiducioso Killibert l'aveva lasciata, supponendo ingenuamente che nano equivalesse ad amico.
Il suo viso si fece una maschera di ghiaccio.
questo non sarà piacevole.

Uno scoppio lontano risuonò distorto dalla nebbia. Prima che il Senzanome potesse battere ciglio qualcosa schizzò dalle sue spalle mancandolo per un pelo, sparì nel muro biancastro davanti a lui, cozzò sibilando contro qualcosa d'invisibile e tornò indietro schiantandosi contro la lama nera prima che potesse affondare nel suo costato. Il Senzanome rimase immobile, esterrefatto, poi lo spirito nemico alzò ancora una volta l'arma e lui alzò le braccia davanti agli occhi. La spada di fumo colpì con precisione in mezzo ai suoi polsi incrociati e cozzò con un riverbero metallico, arrestata dalle fila di coltelli nelle polsiere sotto le maniche. Per una frazione di secondo rimasero così, bloccati l'uno contro l'altro - poi il Senzanome tese i muscoli e spinse braccia e spada di lato con un muggito; non contrastando l'acciaio della lama nemica, sospinta da muscoli e gravità, ma redirezionando il colpo lontano dal suo corpo.
Si staccarono come di comune accordo, frapponendosi vicendevolmente cauti passi. Lo spirito levò la spada contro di lui, minacciandolo da lontano; lui invece estrasse finalmente la spada e la conficcò nel terreno vischioso con un movimento fluido, liberandosene.
Attese, i secondi densi come acqua di palude.

avanti, Nain, cosa aspetti? sai come combatto!

Uno sparo, il quinto della giornata - e prima ancora di vedere cosa l'intervento di Nain avesse portato il Senzanome estrasse repentino le armi, bersagliando il nemico di colpi. Scaricò il balestrino a ripetizione su quello che avrebbe dovuto essere il petto dello spirito - cinque dardi in rapida successione scagliati a trafiggere per pura potenza di fuoco i polmoni nemici - mentre con l'altro braccio scagliava un coltello dietro l'altro su cosce, braccia, gola. Non poteva esser certo che la sua mira fosse all'altezza delle aspettative, non quando non riusciva a distinguere dove finiva la nebbia e dove iniziava il nemico... ma non era la prima volta che tirava in condizioni avverse. Dove mancava la precisione, interveniva la potenza di fuoco.
Con gesti precisi e misurati espulse il caricatore dal balestrino, ricaricò e rimase in attesa - l'arma tesa avanti a sé come per imitare la precedente posa del nemico, mentre l'altro braccio rimaneva riposto accanto al busto con un nuovo coltello in mano.

Li separavano cinque metri. Una scelta del nemico.
Una letale.

~


Nain si asciugò una goccia di sudore malefico proprio sugli occhi, poi lasciò andare il sospiro tremulo che aveva tenuto bloccato nei polmoni fino a farli bruciare. Il suo cuore minacciava di fracassargli qualche costola dall'interno. « Dei! » esclamò, rauco, staccando le dita dal grilletto che -sperava- aveva appena fatto saltare in aria il cranio dello spirito di nebbia.
Quel suo mirino ad infrarossi era un gioiello mica male... ma sparare in un fottuto brodo nebbioso, con uno spilungone davanti e mirando ad un fottuto spirito era troppo. Non sapeva come aveva fatto a sparare senza ammazzare Killibert. Non sapeva cosa fosse la cosa che voleva ammazzare Killibert. Non sapeva neanche dove fosse finito il nano, anche se non serviva un genio per capire che probabilmente non lo avrebbe visto più!

E proprio il nano doveva ringraziare, se era riuscito a salvare la vita al mercenario, perché il mirino ad infrarossi era fantastico per colpire persone ma per eseguire colpi di carambola serve un bersaglio inanimato
ed era stata la roccia su cui aveva fatto capolino il consanguineo che Nain aveva usato!



theMaDOnes Φ


Mad, mad boys !

i Folli
Una decina di tagliagole, assassini e ladri di cavalli per tutte le taglie. Dategli una landa desolata e sapranno svanire nel nulla come avvolti da un manto d'invisibilità, ma mostrate anche solo una moneta e vi ritroverete in allegra compagnia... prima di "donare in carità" persino i denti d'oro dell'anziana nonnina. Tizi leali, stranamente, capaci di restare a bruscare perlomeno un poco di botte prima di correre a gambe levate col bottino.
{ pergamena imboscata | durata: 0/2 turni } bloccata

Status del gruppo Φ Illesi.
Morale del gruppo Φ Da leoni.
Status Energetico Φ 95%
Consumi spesi Φ 1xnullo; 1xbasso
Cs gruppo Φ //
Tecniche in gioco Φ Terza regola della caccia ~ l'attacco (tech. fisiche proprie x2, tech mentali nemiche x2, I/4 turni)
Armi e bagagli Φ
    //
_

Status Killibert Gnam - Fisico ▄▄▄▄ ▄▄▄▄ ▄▄▄▄ ▄▄▄ Φ Ferita superficiale da arma da fuoco al fianco sx tot. basso
Status Killibert Gnam - Mentale ▄▄▄▄ ▄▄▄▄ ▄▄▄▄ ▄▄▄ Φ Appena decentrato tot. basso
Status Killibert Gnam - Emotivo Φ Altro in controllo - gelido e concentrato sulla preda
Cs Killibert Gnam Φ 2xmira;
Passive Killibert Gnam Φ
    Il Senzanome Φ Non sviene al 10% del mana;
    Tecniche di caccia Φ Mira potenziata; cadenza di tiro potenziata;
    //
Armi e bagagli Φ
    Spada bastarda (alla cinta);
    Coltelli da lancio (nascosti sotto le vesti |  _  _  _  )
    Balestrino a ripetizione (nascosto nella manica | °°°°° °°°°° °°°°° )
_

Riassunto del turnoΦ
    0. Attivo la Terza Arte del Cacciatore(personale, tech fisiche mie x2, tech mentali nemiche x2, 1/4) all'inizio del turno.
    1. Avendo un cs di vantaggio sul nemico - tra l'altro in mira - posso capire dove andranno a colpire i colpi di pistola prima che vengano sparati, a patto tuttavia di poter vedere la posizione di braccio e mano. Data la personale di mimesi nemica questo non è esattamente la cosa più facile del mondo. Accorgersi che Montu sta essenzialmente alzando il braccio dritto per dritto mentre spara è invece decisamente più semplice; per schivare tutti e tre i colpi basta una semplice piroetta di lato, eseguita appena un po' in ritardo per schivare del tutto.
    2. Montu mi carica, dandomi appena il tempo di mettermi in guardia. Nain (gettone, difesa bassa media seguita da [...]) para il primo affondo (pergamena Colpo duro) con un colpo del suo fucile di precisione da 10e lode, io devio il secondo attacco (fisico) forte del cs in più.
    3. Montu arretra e pone spazio fra i due, io lo imito fino ad arrivare ai cinque metri di distanza descritti. Nain (gettone, [...] seguita da attacco a distanza basso medio) spara un secondo colpo, questa volta diretto al cranio. Io sfrutto le passive del dominio Tiratore - capacità di prendere la mira sul nemico in condizioni avverse; capacità di scagliare un qualsiasi numero di colpi senza che la precisione diminuisca - per lanciare la bellezza di dieci colpi: cinque col balestrino automatico, concentrate nella zona del petto e con l'obiettivo di colpire i polmoni; cinque con i coltelli, mirando approssimativamente a cosce, braccia e gola.

Note Φ
    La mia "versione" del gettone è praticamente copiata dalla Guida alla creazione delle abilità personali
    //
    Nain è convinto che il nano sia morto perché vede solo due tracce di calore: Killibert e il suo nemico.
    Il gettone, rappresentato da Nain, passa da potenza media a potenza alta poiché tecnica di natura fisica e dunque potenziata dalla Terza regola della caccia ~ l'attacco
    //
    « Parlato » // Pensato
    //
    danno
    tecnica mia
    tecnica nemica
    cs mio
    cs nemico


Tecniche usate Φ


    Regole della caccia
    Jason Bourict (?) è un cacciatore. Non sono le armi che porta dietro, pensate per un'offensiva sulla distanza e da angoli inaspettati, a tradirlo. Non è neppure il modo quasi lupesco con cui pare focalizzarsi sulla preda, escludendo il resto del mondo con pazienza infinita. E neanche la mira incredibilmente precisa in qualunque condizione, la facilità con cui pare mandare a segno un colpo dopo l'altro o la perizia consumata con cui incoda dardi e coltelli in una raffica dopo l'altra. Queste cose aiutano, certo, ma non bastano da sole.
    Guardatelo negli occhi. Guardatelo prima di finire la preda, e guardatelo dopo.
    È la caccia che parte di lui insegue, non il compimento dell'atto.
    » Passiva I del talento tiratore scelto ≈ mira potenziata ≈ +2cs in: mira «
    » Passiva II del talento tiratore scelto ≈ cadenza di fuoco potenziata «



    3. L'attacco
      Preparati.
      Il tiro è pronto, preciso, accurato. La preda esita, incerta. È il tuo turno, devi colpire. Non avere fretta. Agisci con calma e sicurezza. Sii letale.
      Sai come fare?
      La maestria del Senzanome è tale che l'uomo sa spingere le sue armi ben oltre i loro limiti, infliggendo danni tremendi ai propri nemici. Spade e altre armi da taglio lasciano squarci al posto di tagli; frecce e altre armi da lancio affondano profondamente in corpi non custoditi da armature, e persino i pesanti usberghi di acciaio dei cavalieri hanno poca efficacia se vengono colpiti. Di contro serve una concentrazione notevole per portare a termine una simile devastazione, rendendo il Senzanome maggiormente suscettibile a tecniche psioniche.
      » Consumo basso, autod. basso mentale: raddoppia il livello di tecniche proprie di natura fisica e di tecniche altrui subite di natura psionica ≈ IV turni ≈ Personale «

    Balestrino a ripetizione
      Un'arma ingegnosa, estremamente specialistica e praticamente letale se usata nel modo corretto. Il balestrino è costruito in legno leggero, è lungo 15cm, largo e alto 5cm, ha una gittata di 10m, i dardi sono lunghi 10cm. Assieme all'arma sono fornita tre cartuccie da cinque dardi ciascuna.
      Per tirare basta premere un grilletto alla base del balestrino. Ha un meccanismo di ricarica automatica - simile a quello delle pistole - che permette all'arma di sparare cinque dardi ogni turno, uno dopo l'altro, prima che la cartuccia si scarichi. Una volta scaricata l'arma, occorre togliere la cartuccia - una piccola scatolina di legno di balsa - e sostituirla: a questo punto l'arma è nuovamente carica. Volendo, si può sparare un dardo alla volta.
      Il balestrino a ripetizione quivi descritto è una variante dell'omonima arma usata da alcuni assassini drow del passato, scoperta e modificata da un misterioso personaggio che si fa chiamare il Senzanome per i suoi scopi. E' l'arma perfetta per un assassino: è abbastanza piccola da poter essere nascosto sotto gli abiti e può generare una piccola salva di dardi. Un bravo sicario è capace di mescolarsi tra la folla, arrivare in gittata, colpire e andarsene nel caos successivo. E' ideale anche negli scontri ravvicinati: le sue piccole dimensioni permettono ad un guerriero abbastanza abile un cambio d'arma quasi fulmineo, permettendo al guerriero di coprire la sua avanzata iniziale con una raffica di dardi prima di estrarre la spada e far cantare l'acciaio.
      » 10/15 «

    Pugnali da lancio
      Piccole armi lunghe una ventina di centimetri, affilate come rasoi e ottime da lanciare e nascondere, la cui lama è stata dipinta di nero. L'arma basilare per ogni buon ladro, che nelle mani del Senzanome raggiunge vette di virtuosismo raramente concepibili.
      » 15/20 «

    Nain
    Nano, cinquantatré anni, abilissimo tiratore, salvato dalla spedizione di Enkidu negli eventi di Erdkun - Il Sangue Ribelle. Leale alla causa, leale a Killibert, capace di fare vere e proprie magie col suo fucile.
    » gettone della fazione dei nani, natura fisica ≈ consumo nullo, potenza media ≈ un turno «
    » effetto scelto: difesa fisica di potenza bassa seguita successivamente da attacco a distanza basso «








} Basso ~ 5% { } Medio ~ 10% { } Alto ~ 20% { } Critico ~ 40% {


« Birra! »



 
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view post Posted on 23/4/2014, 21:18
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Il tempo è la sostanza di cui sono fatto.
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Ancora uno sparo nell'ambiente umido e nebbioso di Moeras, ma stavolta non era stato Montu a fare fuoco. Un secondo prima che la katana si abbattesse sul fianco del nemico la lama venne deviata dal proiettile sparato da un punto imprecisato nella nebbia.
L'attacco successivo fu semplicemente parato, e quando il Demone fece qualche passo indietro si rese conto che i suoi proiettili avevano provocato solo una ferita superficiale all'uomo che aveva davanti.
Cercò per un secondo di riflettere su ciò che era successo, e credette di aver forse sottovalutato il potenziale dei ribelli nascosti nella palude. Di sicuro il suo avversario non era solo, il colpo sparato poco prima ne era la prova evidente, e quel qualcuno nascosto poteva attaccare di nuovo da un momento all'altro.
La ferocia con il quale aveva iniziato il combattimento non era servito a terminarlo brevemente come Montu si era prefissato, e da quello che era successo forse sarebbe stato anche più arduo del previsto. Uno davanti l'altro si fissavano negli occhi, sembravano le due facce della stessa medaglia: gli occhi rosso fuoco di Montu si riflettevano in quelli di ghiaccio del suo avversario, la loro sfida era stata iniziata dalla natura che aveva disegnato i loro tratti somatici così antitetici.
Il Demone doveva usare tutte le sue potenzialità per vincere il duello, e già sapeva che ancora una volta l'aiuto sarebbe arrivato da una pietra. Rosso sangue, grande come una biglia ma finemente lavorata, nella casa del Demone a Basiledra la pietra rifletteva la luce in modo quasi tetro, proiettando tremolanti ombre rosso scuro sulle pareti, illuminata dalla luce incerta della candela. Ora nessuno l'avrebbe vista illuminarsi, come se emanasse luce propria, e solo il Demone avrebbe sentito il suo potere latente invadere le sue membra e donargli capacità fuori dalla norma. Un brivido percorse ogni centimetro del suo corpo, ogni nervo ricevette l'impulso emanato dalla pietra, e al cervello dell'Eterno arrivò solo la consapevolezza di poter fare... più di quanto avesse mai fatto.
Un quinto sparo risuonò ancora nell'aria lugubre della palude, e questa volta il bersaglio non poteva che essere Montu. Il Demone scrutò la nebbia e gli sembrò di vedere volute di umidità spostate dal movimento rapido del proiettile. Solo la posizione fortuita della katana lo salvò da morte certa: l'Eterno spostò il corpo indietreggiando con la spalla sinistra, la spada nella mano destra contemporaneamente si alzò di scatto, la lama portata verso il cielo con una fulminea rotazione del polso. Il proiettile fu tagliato in due perfette metà, che si persero con un tonfo sordo nell'acquitrino alle spalle del Demone, dopo essere passate a pochi centimetri dal suo volto. La spada si mosse nuovamente con straordinaria rapidità e precisione quando l'uomo estrasse dalla veste un balestrino e fece fuoco, spezzando quattro dei cinque dardi sparati. Il quinto lacerò la tunica nera ma il movimento che Montu aveva compiuto per difendersi allontanò il suo petto dalla punta affilata della freccia, che lo sorpassò lasciandolo indenne.
Il pericolo sembrava passato ma un'altra serie di attacchi stava per colpirlo: cinque pugnali lanciati con estrema velocità e precisione si dirigevano verso i suoi arti e il Demone non poté far altro che accucciarsi e proteggersi il volto con il braccio sinistro.
I due pugnali diretti alle braccia sparirono nella nebbia, mentre i restanti, diretti originariamente alle gambe, si abbatterono inevitabilmente sul suo braccio indifeso. Il primo rimbalzò sulla sua pelle coriacea, ma gli ultimi due, insistendo sullo stesso punto, penetrarono dolorosamente la carne. Un rivolo di sangue scivolò lungo l'avambraccio, e il Demone scattò in piedi, le braccia distese lungo i fianchi e gli occhi rivolti al cielo nascosto. Ogni muscolo era irrigidito, e quando Montu spalancò la bocca un urlo disumano riempì ogni angolo di Moeras. Un urlo che non sembrava provenire dalla sua gola, ma dalle viscere stesse della terra, un urlo ricolmo di rabbia e dolore, segno di una potenza repressa che attendeva in catene di essere scatenata.
Di nuovo gli occhi puntati sul suo nemico, e in un secondo gli fu addosso, scattò di lato e impugnando la katana solo con il braccio sano lasciò partire un fendente diretto al suo addome.
L'obiettivo... tagliare a metà il corpo del nemico. La lama dell'Est, corrotta ancora dal potere del negromante, non avrebbe fallito questa volta.



Energia: 80 -10 -10 =60%
Status Fisico: Ferite da pugnali sul braccio sx (danno Basso)
Status Psicologico: Illeso
CS Forma Umana: +1 Intelligenza [In questo turno +1 Forza; +1 Velocità; +2 Maestria nell’uso delle Armi] = 5CS

Armi:
Shokan: Impugnata con la mano dx
Pistola: Riposta (2 colpi)

Oggetti:
Biglia Stordente: 1
Biglia Dissonante: 1
Biglia Deflagrante: 1
Rubino
Gemma della Trasformazione

Abilità attive:
Parata. Consumo: Medio (10%) il guerriero, muovendo abilmente la propria arma o scudo davanti a sé, può proteggersi da un attacco nemico.
La tecnica ha natura fisica. Il guerriero potrà mulinare la propria arma, o sollevare il proprio scudo dinanzi a sé per bloccare, deflettere o intercettare un'offensiva fisica volta a danneggiarlo. La tecnica consiste in una difesa ampiamente personalizzabile, e può essere attuata anche a mani nude purché nei limiti di buonsenso e sportività. In nessun caso l'attacco parato potrà essere ritorto contro l'avversario. Può bloccare offensive di portata Media o inferiore.

Urlo di Guerra. Consumo: Medio (10%) il guerriero lancia un grido straordinariamente potente, che mira a stordire i nemici circostanti.
La tecnica ha natura psionica. Il guerriero emette un grido fragoroso, che si diffonde in tutto il campo di battaglia. Nel momento in cui giunge alle orecchie delle vittime ha un effetto stordente per qualche secondo. Il guerriero può scegliere liberamente cosa gridare, così come coloro che subiscono la tecnica possono scegliere la concretizzazione dei suoi effetti, che potrebbero variare da un forte giramento di testa, a un senso di smarrimento, o semplice confusione. La tecnica va affrontata come un'influenza psionica Bassa e infligge altrettanti danni alla mente di ogni vittima.

Proprietà velenose. [Attivata nell turno precedente] il negromante impregna la propria arma di una potente maledizione, affondandola poi nel corpo del proprio nemico e distruggendone l'organismo.
La tecnica ha natura magica, elemento veleno. Il caster incanta la propria arma, dotandola di un veleno che, al primo colpo messo a segno, affonderà nelle membra dell'avversario e gli provocherà danni all'organismo. A seconda della personalizzazione è possibile far sprigionare o meno un'aura inoffensiva all'arma soggetta, di qualsiasi forma, aspetto e colore. Potrà essere incantata qualsiasi arma, sia essa da mischia, dalla distanza o addirittura naturale. La potenza dei colpi sferrati non cambia - questi rimarranno sempre attacchi fisici. Tuttavia, ai normali danni dell'attacco fisico, che andranno calcolati come di consueto, il nemico dovrà aggiungere un danno basso all'organismo per ogni offensiva andata a segno contro di lui portata attraverso l'arma incantata nel corso dell'attivazione. La tecnica ha una durata totale di due turni, svanendo al termine del secondo o prima, al desiderio del caster.

[Personale 2/10] Il corpo del Demone si fonde con l'oscurità, la nebbia o il fumo che lo circondano, divenendo quasi invisibile ai suoi nemici. Consentendogli però di individuarli grazie alla perfetta simbiosi con l'ambiente circostante.
[Passiva - Mimetizzazione; Capacità visive in caso di oscurità, nebbia o fumo]

Note: Attivo il Rubino portando a 5 le mie CS, in seguito mi difendo dallo sparo di Nain con Parata e subisco due dei colpi lanciatimi contro. Utilizzo Urlo di Guerra (che raddoppia il suo potenziale grazie a -La Terza Arte del Cacciatore-) e poi lascio partire un fendente all'addome, portando la spada perpendicolare al corpo di Killibert, sfruttando ancora la tecnica Proprietà Velenose attivata al turno precedente.
 
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Il Senzanome
view post Posted on 27/4/2014, 19:49




Incredibilmente, l'uomo parò quasi ogni dardo.
Il Senzanome serrò gli occhi. Era riuscito a ferirlo e costringerlo in ginocchio sul fango umido della palude, rannicchiato nel tentativo di evitare la tempesta di attacchi, ma il nemico era riuscito a sopravvivere senza danni significativi... e in modo stupefacente. Non ebbe modo di analizzare la situazione o farsi domande: l'uomo di nebbia - la sua rabbia ardente tanto quanto i suoi occhi - scattò in piedi e gridò abbastanza forte da farlo barcollare sulle gambe, i timpani ronzanti.
Il Senzanome lasciò che una mano si appoggiasse a terra, sostenendo il suo corpo quando le gambe risultarono troppo deboli per tenerlo in piedi. Il sangue pulsava fastidiosamente nelle tempie. Strinse i denti, alzandosi in piedi con -deliberata- lentezza.

Lo spirito di nebbia gli era quasi addosso.
Il Senzanome lo guardò con occhi sfocati.
La lama nera si alzò ancora una volta.


All'ultimo istante il Senzanome si buttò in basso, comprimendosi violentemente in una posa simile in cui era crollato dopo l'urlo - e che sapeva essere stabile. Sentì la spada nemica passargli sopra il suo capo, sfrigolando malignamente nello strinargli i capelli. Percepì il terreno perennemente umidiccio sotto la mano e il ginocchio, i tenui strali d'erba che riuscivano a crescere in quella landa dimenticata dal sole, i granuli di terra spremuti a più acqua di quanto sarebbe stato salubre per chiunque. Era senza balestrino, perso in quel trambusto, la spada giaceva abbandonata per sua scelta, la testa ancora ronzava per via del grido spaccatimpani, ma nulla di tutto quello importava - nella sua mente era presente un sol fatto, ossia che quel nemico, quel mutaforma
aveva commesso un errore.

Conosceva la tattica usata dal falso nano, l'aveva usata lui stesso in ben più di una sola occasione: una distrazione improvvisa seguita da una rapida -e letale- offesa. Ideale per finire un combattimento prima ancora che finisca, uccidere rapidamente e senza lasciare tracce - come uno spirito, come qualcuno che non ha nome né esistenza... come un uomo temuto più di ogni spettro. Era una tattica che non era fatta per essere usata due volte. E ripetere la medesima mossa forniva molte, troppe informazioni sulle proprie preferenze.
Il nemico prediligeva l'uso della spada. Lui glielo avrebbe negato.
Il nemico prediligeva una strategia offensiva. Lui l'avrebbe costretto in difensiva.
Il nemico prediligeva colpire un nemico con la guardia abbassata. Lui avrebbe aperto quella del nemico.
adesso

Si gettò a testa bassa contro il nemico, affabilmente mirando con la propria testa dura alla bocca morbida dello stomaco altrui - una simpatica cortesia che, sperava, gli avrebbe tolto il fiato dalla gioia.
una spada è inutile a distanza di pugni
Sfruttò tutta la forza delle sue gambe, così da staccarlo da terra e farcelo riatterrare di schiena - con lui pressato sopra, muso a muso.
non si può mantenere una guardia durante una zuffa
E proprio contro il suo muso avrebbe sferrato il primo pugno - un classico montante atto a spaccare l'articolazione fra mascella e mandibola, seguito da un diretto per il setto nasale e un direttissimo per la tempia.

In fondo, perché doveva duellare di fioretto col nemico... quando riempirlo di botte funzionava egualmente bene?

~


perché?
perché combatto una guerra non mia, senza ricompensa né tesori all'orizzonte?
é per rispondere alle mie domande, come ho detto a Nain; quietare paure striscianti e gettare un po' di luce nel buio che mi spaventa
o per qualcosa di diverso - di più antico?

mi sono sempre chiesto cosa fossi realmente.
forse avrei dovuto chiedermi
chi fossi....

molto tempo prima,
in un'altra vita, in un altro luogo,
in un'altro tempo...

Per un singolo -e tremendo- istante dopo che ebbe finito di parlare, ogni persona in quella stanza tacque di un silenzio inquieto, esterrefatto, orripilato. Poi iniziarono a parlare e gridare, tutti assieme, finché la loro incredulità divenne un leviatano di parole che pareva inarrestabile.
Alzò una mano, interrompendoli tutti, e per la seconda volta tacquero - nessuno provò a parlare, nessuno osò anche solo muovere un muscolo, poichè tutti sapevano come egli risolveva certe mancanze.

« Prima regola dei Signori dei Ladri: mai immischiarsi negli affari delle casate. »

La sua voce sussurrante si avvinse su di loro, incateandoli sulle loro sedie e poltrone e muri appoggiati dietro le spalle, bloccandoli lì dov'erano. Flebile, insinuante, li costrinse a tendersi leggermente verso di lui per meglio sentire, temendo al tempo stesso la sua punizione.

« Tutti noi la conosciamo. Tutti noi sappiamo perché fu instaurata, chi la instaurò, e qual è la pena. »
Distolse lo sguardo dalla finestra affacciata sulla ridente città di Arianhod e si voltò, guardandoli uno ad uno. Nessuno ebbe la forza di sostenere il suo sguardo più a lungo di un paio di secondi tranne Jadin, nessuno fra loro sfidò il suo comando oppure osò contestarlo.
« Morte. »

Un soffio di vento entrò nella stanza, una gelida folata che fece rizzare i peli ai presenti.

« Il Codice parla chiaramente. » disse, voce alta e chiara mentre camminava attorno al tavolo, attorno ai suoi seguaci. « Colui che si fa chiamare il Demone del Vento, e che si è dimostrato indegno, deve essere eliminato. »
Nemintong trattenne un brivido quando gli passò dietro.
« Possiamo ignorare il Codice. Possiamo ignorarlo. Nessuno si sorprenderebbe troppo se così facessimo. »
Rafael fremette, sforzandosi di non girarsi di spalle, verso di lui.
« Siamo ladri, in fondo. Teniamo al nostro profitto -e alla nostra pelle-, non ci immischiamo negli affari degli altri. »
Le dita di Mallon persero un colpo, la marcetta sul calcio della pistola ripresa solo quando lui passò oltre.
« Persino le nostre leggi sono più un'insieme di linee guida che un vero e proprio Codice. Flessibili... duttili, persino. »
Kellandor deglutì debolmente, pietrificato dall'aria smossa al suo passaggio.
« Quindi, che fare? Nasconderci nelle ombre, fuggire come lepri? Ficcare la testa nella sabbia sperando che si tratti di un brutto incubo, da cui svegliarsi al mattino? »
Gli occhi di Jadin scintillarono nell'ombra, la linea delle sue labbra tesa quando il suo sguardo passò su di lui.
« Scappare, dargliela vinta a questo traditore che per secoli ci ha ingannati con il suo sporco doppiogioco tradendo i principi che lui stesso fondò assieme alla Danzatrice Notturna? »
Si fermò all'altro capo del tavolo, voltandosi ad abbracciare con lo sguardo tutti i presenti.
Il suo sguardo era gelo, era morte.

« No. »

Il suo pugno si schiantò sul legno del tavolo, facendoli sobbalzare tutti. Non aveva usato molta forza, ma i loro animi erano stati colpiti con la forza di un maglio da fabbro e inchiodati dalla penetrantezza dei suoi occhi color del ghiaccio friabile.
Una trappola mortale per chiunque gli stesse vicino.

« No, signori miei - ladri miei. » sibilò. « Amiamo definirci ladri, briganti e assassini, ma non siamo solamente questo. La Gilda è nata per uno scopo - uno scopo che oggi abbiamo scoperto essere stato tradito, uno scopo che sarà vendicato. Il tempo in cui avremmo subito nascondendoci come ratti è passato. »

Li guardò uno ad uno, le persone riunite al suo tavolo - pirati e bucanieri e filibustieri della peggior specie, pronti a offrirti da bere il mattino e tagliarti la gola la sera. Persone crudeli e prive di scrupoli, letali e spregiudicate... che avevano mogli, amanti e figli, padri e madri, più persone care di quante volevano far credere con i loro modi da pescivendoli e le loro abitudini da marinai.
Alla fine era per quello che era nata la Gilda dei Ladri:
per dare sicurezza in un tempo in cui la sicurezza era un lusso.

« Questo è il tempo di combattere! »



theMaDOnes Φ


Mad, mad boys !

i Folli
Una decina di tagliagole, assassini e ladri di cavalli per tutte le taglie. Dategli una landa desolata e sapranno svanire nel nulla come avvolti da un manto d'invisibilità, ma mostrate anche solo una moneta e vi ritroverete in allegra compagnia... prima di "donare in carità" persino i denti d'oro dell'anziana nonnina. Tizi leali, stranamente, capaci di restare a bruscare perlomeno un poco di botte prima di correre a gambe levate col bottino.
{ pergamena imboscata | durata: 0/2 turni } bloccata

Status del gruppo Φ Illesi.
Morale del gruppo Φ Da leoni.
Status Energetico Φ 85%
Consumi spesi Φ 1xnullo; 3xbasso
Cs gruppo Φ //
Tecniche in gioco Φ Terza regola della caccia ~ l'attacco (tech. fisiche proprie x2, tech mentali nemiche x2, 2/4 turni)
Armi e bagagli Φ
    //
_

Status Killibert Gnam - _ Fisico ▄▄▄▄ ▄▄▄▄ ▄▄▄▄ ▄▄▄ Φ Ferita superficiale da arma da fuoco al fianco sx tot. basso
Status Killibert Gnam - Mentale ▄▄▄▄ ▄▄▄▄ ▄▄▄▄ ▄▄▄▄ Φ Appena decentrato, stordito tot. basso+medio
Status Killibert Gnam - Emotivo Φ Altro in controllo - gelido e concentrato sulla preda
Cs Killibert Gnam Φ 2xmira;
Passive Killibert Gnam Φ
    Il Senzanome Φ Non sviene al 10% del mana;
    Tecniche di caccia Φ Mira potenziata; cadenza di tiro potenziata;
    //
Armi e bagagli Φ
    Spada bastarda (conficcata nella palude);
    Coltelli da lancio (nascosti sotto le vesti |  _  _  _  )
    Balestrino a ripetizione (perso | °°°°° °°°°° °°°°° )
_

Riassunto del turnoΦ
    1. Subisco il danno medio di Urlo di Guerra, rappresentato come disorientamento. Ci sono almeno cinque metri fra di noi ma col cs nemico in velocità mi sei addosso troppo velocemente per tentare di ammortizzare il danno, quindi il Senzanome (v. difensiva, usata a basso) schiva - abbastanza malamente.
    2. Reagisco con una testata Incapacitare (p. colpo stordente, infligge danno basso medio psichico) al plesso solare e poi cerco di buttare Montu a terra rimanendo sopra, così da poter riempire lo "spirito" di pugni. Scazzottata spirituale, yé!
Note Φ
    Prima regola del fight club Erkdun: non si parla di Erkdun! :guru:
    //
    « Parlato » // Pensato
    //
    danno
    tecnica mia (descrizione tipo, descrizione effetto & consumo & potenza)
    tecnica nemica
    cs mio
    cs nemico


Tecniche usate Φ


    Il Senzanome
    ???

    Un'origine sconosciuta. In un passato -per il momento- dimenticato, il Senzanome era noto per due caratteristiche: infallibilità e spietatezza. Il vuoto di memoria che lo ha assalito ha spazzato via la seconda.
    La prima è rimasta invariata.
    I primi scontri hanno (ri)portato alla luce una capacità combattiva fondata su imprevedibilità, maestria d'armi ed estremo acume tattico. Il suo corpo, più reattivo della sua mente, dimostrò di poter muoversi e contorcersi ai limiti del possibile per evitare i pericoli che lo attorniavano. La sua mente, più cocciuta del suo corpo, lo costrinse a sottostare a sforzi che avrebbero fatto svenire chiunque altro. E in nessun caso ebbe mai alcun preavvertimento di tali capacità all'infuori della breve scintilla dell'intuizione.
    Cominciò a domandarsi, se questo era ciò che era in grado di fare d'istinto, di cosa era capace quando sapeva come sfruttarne al meglio le capacità?
    » Consumo variabile: difesa tramite schivata ≈ Personale I «
    » Passiva: non sviene al raggiungimento del 10% ≈ Passiva razziale umana «



    2. Incapacitare
      Il Senzanome non è certo debole fisicamente, ma difetta di quella muscolatura a volte esagerata che è necessaria per costringere il nemico a temere l'impatto delle rispettive armi - e non ne ha bisogno. Scegliendo accuratamente i bersagli dei propri colpi è possibile colpire il nemico con un attacco incapace di lasciare danni sul suo corpo pur infliggendo traumi improvvisi e repentini alle sue facoltà cognitive. Calci all'inguine, colpi al plesso solare, stimolazione dei punti di pressione, sberle ai lobi parietali; la tecnica impiegata non ha importanza a confronto con lo stordimento conseguenziale.
      » Consumo basso: attacco fisico a danni mentali ≈ Pergamena colpo stordente «







} Basso ~ 5% { } Medio ~ 10% { } Alto ~ 20% { } Critico ~ 40% {


« Birra! »



 
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view post Posted on 28/4/2014, 19:12
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Il tempo è la sostanza di cui sono fatto.
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Il colpo andò a vuoto, la maledizione si separò dalla lama e si perse nell'aria umida della palude come un'anima che abbandona il proprio corpo.
L'uomo si era piegato lasciandosi passare la katana sopra la testa senza subire danni, era estremamente veloce, e il Demone ancora una volta non era riuscito a colpirlo con la sua spada.
Quando la ferocia del colpo si disperse nell'aria Montu aveva il corpo sbilanciato in avanti per l'inerzia, dato che la forza impressa nel movimento non aveva trovato ostacoli come sperato.
L'uomo sfruttò la posizione rannicchiata per usare le gambe come molle: i muscoli si irrigidirono di colpo e lo lanciarono contro il Demone, sembrava puntare a testa bassa il suo plesso solare. Montu più per istinto che per altro portò la mano sinistra sulla bocca dello stomaco, con il palmo rivolto verso l'uomo che gli arrivava addosso. Lo colpì con inaudita potenza, ma come sperato le costole non si ruppero, e non subì gravi danni interni; il colpo tuttavia lo fece volare per circa due metri, e il fiato gli si mozzò nei polmoni, che sembravano non volersi più riempire. Cadde a terra sbattendo la schiena sulle rocce umide ricoperte di muschio, la spada gli era volata di mano ma la cosa più importante ora era dover tornare a respirare.
L'uomo gli saltò sopra e non ci andò leggero, un ginocchio lo colpì al costato, e quando trovò la posizione giusta iniziò a riempire di pugni il Demone schienato. Montu alzò la guardia come potè, ammortizzando il primo pugno diretto al viso, ma scoprendo inevitabilmente le costole fluttuanti che dopo un paio di poderosi cazzotti sul volto, ammortizzati dalle braccia, furono tartassate di colpi. Si sentiva come una tartaruga capovolta sul suo guscio, indifesa e vulnerabile. Poi gli occhi addestrati del guerriero notarono una forse inconscia sequenzialità in quei colpi, un punto che si scopriva sul fianco destro. Reagì. Il braccio sinistro, ferito, rimase a protezione del volto, mentre il pugno destro si abbatteva sul fianco sinistro dell'uomo seduto sopra di lui.
Aveva visto quelle tecniche usate dai lottatori clandestini, che nel Midgard combattevano a mani nude fino alla morte nella sabbia del deserto. Quando qualcuno veniva atterrato era dato quasi sempre per spacciato, ma alcuni combattenti più valorosi, o più esperti, sapevano liberarsi sfruttando l'abilità di saper aspettare il momento giusto per contrattaccare.
E ora il Demone si sarebbe reso conto se quello scelto da lui era veramente il momento giusto.

Un colpo nel punto scoperto, un altro alle fluttuanti sul fianco destro del nemico, il volto rimase scoperto e Montu sperò di non aver azzardato troppo. Ancora un colpo con il pugno destro stavolta alla bocca dello stomaco, un sinistro sulle costole e poi più su: ancora un sinistro alla gola e poi rapido un destro alla mascella per farla saltare via. Un sinistro diretto sul naso e una ginocchiata sulla spina dorsale, facendo forza con i reni. Otto colpi portati con eccezionale potenza e velocità, ma date le abilità dell'avversario Montu non si sarebbe sorpreso di vederlo uscire illeso.
*Eliminiamo ogni dubbio.*
Contemporaneamente alla ginocchiata il Demone cercò di tenere alto il corpo del nemico usando il braccio sinistro come perno, poi con la mano destra estrasse la pistola e fece fuoco due volte.
*Scarica.*
Lasciò cadere l'arma sulla roccia.
Sarebbe riuscito a liberarsi da quella posizione come i lottatori che aveva ammirato nei suoi viaggi? L'uomo sopra di lui si sarebbe spostato?
Poteva solo sperare che andasse per il meglio, o la sua esplorazione a Moeras poteva dichiararsi conclusa, imprigionato o ucciso da quell'uomo.

Un verso agghiacciante sopra le loro teste distolse il Demone da quei pensieri, l'aria tremò per l'urlo del drago che volava sopra la palude.
A causa della nebbia fitta si intravedeva solo la sagoma, ma Montu sapeva che era il suo drago, che sentiva il pericolo che gravava sul suo padrone. Non importava se ora l'uomo era sopra di lui o si era scansato, doveva tentare di terrorizzarlo, e forse la bestia che volava sopra di loro l'avrebbe aiutato. L'Eterno sapeva che l'animale non sarebbe mai atterrato in quella palude, anche a causa della visibilità nulla che aveva rispetto al terreno a causa della nebbia, ma il suo avversario no.
Credevi fossi venuto qui da solo? Ci penserà lui a te.



Energia: 60 -20 =40%
Status Fisico: Ferite da pugnali sul braccio sx (danno Basso); Pugni subiti (danno Basso)
Status Psicologico: Fiato mozzato (danno Medio)
CS Forma Umana: +1 Intelligenza

Armi:
Shokan: Caduta
Pistola: Caduta (Scarica)

Oggetti:
Biglia Stordente: 1
Biglia Dissonante: 1
Biglia Deflagrante: 1
Rubino
Gemma della Trasformazione

Abilità attive:
Furia. Consumo: Alto (20%) il guerriero riesce a scagliare fino ad otto fendenti in successione con la propria arma.
La tecnica ha natura fisica. Il guerriero riesce a scagliare fino ad otto attacchi in rapida successione a mani nude, o con la propria arma. La posizione delle varie offensive cambierà in base al movimento compiuto dal guerriero. Questa tecnica può essere utilizzata anche con le armi da lancio. Non aumenta la velocità di movimento del guerriero, ma solo quella con cui compie gli attacchi. La tecnica va contrastata come un'unica offensiva di portata complessiva Alta, avente natura fisica.

Gettone Psionico Consumo: Nullo - Potenza: Media

Personale 2/10: Il corpo del Demone si fonde con l'oscurità, la nebbia o il fumo che lo circondano, divenendo quasi invisibile ai suoi nemici. Consentendogli però di individuarli grazie alla perfetta simbiosi con l'ambiente circostante.
[Passiva - Mimetizzazione; Capacità visive in caso di oscurità, nebbia o fumo]

Note: Subisco Colpo Stordente e cado a terra lasciando andare la spada. Subisco qualche cazzotto (danno Basso) e poi ricambio usando Furia: otto colpi di cui sette pugni e una ginocchiata alla schiena all'altezza dei reni più o meno, e mentre faccio partire la ginocchiata alzo il braccio sinistro cercando di tenerti a distanza, tiro fuori la pistola e dopo aver riabbassato la gamba sul terreno sparo due colpi abbastanza a caso (non che ci sia bisogno di molta precisione per centrare la sagoma a questa distanza).
Decidi tu se rimanere sopra di me o spostarti, in ogni caso subito dopo il secondo sparo un ruggito riempie l'aria e nella nebbia sopra di noi si intravede la sagoma del mio Drago, ingrandita e deformata dalla nebbia. Il Drago non può essere usato in combattimento, ma la sua comparsa (volta unicamente ad intimorirti) è il mio Gettone Psionico che, a consumo nullo, raddoppia la sua potenza (diventa un Alto) grazie alla tua -Terza Arte del Cacciatore-.
 
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Il Senzanome
view post Posted on 2/5/2014, 20:02




Lo faceva apposta.
Non c'era altra spiegazione. Sapeva che lui era lì, appollaiato sui rami di quell'alberello secco come un barbagianni, con un fucile bello che pronto fra le sue mani. Sapeva che c'era nebbia ovunque e che per sparare aveva bisogno del suo mirino. Sapeva che faticava a distinguere i contorni delle sagome quando guardava attraverso quella lente, e che aveva bisogno di una linea di tiro assolutamente pulita per mettere a segno il colpo. Dunque, cosa faceva lo spilungone?
Si tuffava nel fango... sopra il suo bersaglio.
ovvio, come ho fatto a non pensarci prima?

« Spostati, maledizione, spostati! » imprecò Nain (non tanto) sottovoce.

Sotto il suo occhio potenziato dalle meraviglie tecnologiche della sua razza le due sagome rossicce si rotolarono nel fango della palude, in un turbine di arti semoventi. Mugugnando qualche parola irriconoscibile il nano alzò il dito dal grilletto e sorvegliò la situazione attraverso il mirino, in attesa che lo spilungone riacquistasse un po' di sale in zucca. Se lo avesse riacquistato.

La prossima volta che qualcuno gli proponeva un lavoro da sentinella, quel qualcuno avrebbe ricevuto un pugno sul naso.

~

Il primo pugno dell'uomo -ora un bizzarro incrocio fra uno spettro delle nebbie e un grumo di fango- lo colpì sul fianco sinistro. Vicino, troppo vicino alla ferita di proiettile per non strappargli un sibilo di dolore. Il Senzanome contrasse i muscoli addominali per attutire l'impatto dei prossimi colpi e serrò le ginocchia attorno al corpo del nemico, ben sapendo che l'essenziale era rimanere sopra di lui. Il sinistro al fianco opposto si scontrò contro una parete di solidi muscoli, lasciando appena un livido per i giorni a venire. Il destro allo stomaco ebbe un impatto più rilevante, ma a differenza dello spettro lui aveva avuto il tempo di prepararsi. Torse leggermente il busto per il colpo successivo, lasciando che le nocche nemiche impattassero contro il duro sterno invece della parte laterale delle costole - più morbida, più prona ad intaccature e fratture perniciose. Il diretto che avrebbe dovuto fracassargli la laringe e lasciarlo disteso nel fango a rantolare i suoi ultimi respiri colpì invece la sua guancia, incassata in una mossa precipitosa nell'incavo provvisto dall'alzare la relativa spalla. Altri due colpi arrivarono nella medesima zona, l'ultimo deviato sullo zigomo all'ultimo istante - per quanto il setto nasale non fosse una zona vitale, preferiva evitare il dolore se possibile. Alla fine la ginocchiata alla spina dorsale fu più pericolosa di ogni altro pugno: inaspettato, minacciò il suo equilibrio e lo costrinse a cercare col palmo aperto della mano appoggio sul terreno.
Lo trovò.
Assieme a quello, inaspettato, fornito dal nemico.

Lo guardò.

!!

Con un movimento improvviso si divincolò dal vischioso abbraccio della palude e si scagliò di lato, facendo forza sulla mano e sulla gamba opposti per rigirarsi a mezz'aria in una specie di buffo saltello rovescio. Troppo tardi: la pistola del nemico -estratta sfruttando la separazione fra i relativi toraci- fece fuoco praticamente a bruciapelo, trapassandogli ventre e fianco in due rapidi fori allineati.

Il tempo rallentò.
I proiettili uscirono lentamente dalla parte posteriore del suo corpo, scagliando spruzzi di sangue vaporizzato. Il suo corpo roteò nell'aria densa come melassa attorniato da una nube di gocce rosso cremisi e informi grumi marroni scagliati a trecentosessanta gradi dalla forza centrifuga. Fumo denso fuoriusciva dalla bocca dell'arma da fuoco nemica e veniva deviato obliquamente dalla stessa brezza -prima ignorata- che ora distingueva agitargli i capelli sulla fronte madida con una nitidezza assoluta. Non era l'unica cosa differente rispetto a prima: ogni suo senso sembrava acuito al massimo, permettendogli di percepire quei piccoli dettagli del mondo, dai calzini zuppi negli stivali all'irritazione del cuoio dei bracciali attorno ai polsi, senza esserne tuttavia distratto. Ogni granello della realtà era improvvisamente interpretato alla luce di una nuova comprensione e composto assieme a milioni di altri in una struttura ordinata, immenso sistema organizzato
Non lottò contro il fenomeno. Anche la sua controparte -Killibert o Jason, qualsivoglia nome si preferisca- aveva sperimentato l'evento, attribuendolo a lui. Lui ne ignorava la causa, né vi aveva interesse alcuno.
Finché non gli impediva di uccidere lo spirito di nebbia e fango, l'accaduto era irrilevante.

Ricadde al suolo con un distinto spash umidiccio e il tempo schioccò come un elastico, tornando nel flusso normale in cui vento e acqua negavano i loro più intimi segreti e la sua attenzione era catalizzata dal ben più immediato dolore lancinante al ventre. Qualunque verso di dolore che fece fu però sovrastato da un ruggito immenso e roboante, che lacerò la coltre di silenzio altrimenti assoluta della palude con la violenza e l'efferratezza insensata della più brutale delle bestie. I suoi occhi si fissarono brevemente al cielo inquadrando l'ultima delle sagome che avrebbe immaginato in quello sputo di terra, piccola per la distanza ma che -lo sapeva bene- sarebbe risultata ben più grande a distanza ravvicinata:

la sagoma un drago.

« Credevi fossi venuto qui da solo?» disse l'uomo. « Ci penserà lui a te.»

Un verso agghiacciante sopra le loro teste distolse il Demone da quei pensieri, l'aria tremò per l'urlo del drago che volava sopra la palude.
A causa della nebbia fitta si intravedeva solo la sagoma, ma Montu sapeva che era il suo drago, che sentiva il pericolo che gravava sul suo padrone. Non importava se ora l'uomo era sopra di lui o si era scansato, doveva tentare di terrorizzarlo, e forse la bestia che volava sopra di loro l'avrebbe aiutato. L'Eterno sapeva che l'animale non sarebbe mai atterrato in quella palude, anche a causa della visibilità nulla che aveva rispetto al terreno a causa della nebbia, ma il suo avversario no.

Il Senzanome deglutì, pensando a velocità febbrile. Aveva ucciso un drago una volta, lo sapeva nello stesso modo istintivo e irrazionale con cui sapeva che era troppo presto per ricordare come aveva compiuto l'impresa... ma era abbastanza certo che una spada, una manciata di coltelli da lancio e una balestra i cui dardi non superavano la decina di centimetri non fossero l'equipaggiamento ammazzadraghi di cui abbisognava. Si rifiutava di cedere al panico adesso, però: doveva esserci una via d'uscita, aveva sempre trovato un modo per sopravvivere, non poteva perm-


« No! » gridò Killibert.

Riemergere dalla coltre ghiacciata che aveva ricoperto i suoi pensieri fu brutale e causa di uno sforzo lancinante, disumano... ma ci riuscì, per la prima volta da quando s'era risvegliato privo di ricordi in quella foresta ghiacciata tanto tempo prima. Si rimise in piedi, leggermente sbalordito ma certo che il falso nano non aveva sprecato la sua esitazione. L'introspezione personale poteva attendere.
Aveva ancora cinque coltelli nei bracciali ai polsi.
Li prese tutti.

Prima che l'avversario potesse riorganizzarsi, prima che potesse chiamare altri maledetti draghi o far atterrare quello sopra le loro teste, quattro lame nere come le sue intenzioni fendevano l'aria verso il suo petto; una, solitaria, mirava alla gola. Questa volta, col fango che rendeva più concreta la fumosa sagoma del bersaglio, aveva un bersaglio chiaro: poteva mirare con precisione e assicurarsi che anche un singolo colpo a segno l'avrebbe ucciso. Per buona misura cercò con lo sguardo la spada del nemico e si mosse per prenderla - riluttante a ritenere lo spettro di nebbia sconfitto prima d'aver tastato visto il cadavere esalare l'ultimo respiro, raffreddarsi nel fango.

Come gli aveva insegnato l'Altro.
Come gli aveva insegnato... il Senzanome.



theMaDOnes Φ


Mad, mad boys !

i Folli
Una decina di tagliagole, assassini e ladri di cavalli per tutte le taglie. Dategli una landa desolata e sapranno svanire nel nulla come avvolti da un manto d'invisibilità, ma mostrate anche solo una moneta e vi ritroverete in allegra compagnia... prima di "donare in carità" persino i denti d'oro dell'anziana nonnina. Tizi leali, stranamente, capaci di restare a bruscare perlomeno un poco di botte prima di correre a gambe levate col bottino.
{ pergamena imboscata | durata: 0/2 turni } bloccata

Status del gruppo Φ Illesi.
Morale del gruppo Φ Da leoni.
Status Energetico Φ 85% -20% -20% = 45%
Consumi spesi Φ 1xnullo; 3xbasso, 2xalto;
Cs gruppo Φ //
Tecniche in gioco Φ Terza regola della caccia ~ l'attacco (tech. fisiche proprie x2, tech mentali nemiche x2, 3/4 turni)
Armi e bagagli Φ
    //
_

Status Killibert Gnam - _ Fisico ▄▄▄▄ ▄▄▄▄ ▄▄▄▄ ▄▄▄▄ Φ Ferite superficiali e non da arma da fuoco al fianco sx, ematomi nella zona toracica e sul cranio tot. basso+medio+alto
Status Killibert Gnam - Mentale ▄▄▄▄ ▄▄▄▄ ▄▄▄▄ ▄▄▄▄ Φ Appena decentrato, stordito tot. basso+medio
Status Killibert Gnam - Emotivo Φ Killibert in controllo - concentrato ma non glaciale. Piuttosto sorpreso, in effetti.
Cs Killibert Gnam Φ 2xmira;
Passive Killibert Gnam Φ
    Il Senzanome Φ Non sviene al 10% del mana;
    Tecniche di caccia Φ Mira potenziata; cadenza di tiro potenziata;
    //
Armi e bagagli Φ
    Spada bastarda (conficcata nella palude);
    Coltelli da lancio (nascosti sotto le vesti |  _  _  _  )
    Balestrino a ripetizione (perso | °°°°° °°°°° °°°°° )
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Riassunto del turnoΦ
    1. Subisco la presa, i colpi di arma da fuoco e i pugni, ma mi difendo con Echi del passato (difesa psionica di potenza alta) (anche se stavolta è Killibert a salvare il Senzanome e non viceversa) per poi replicare con Colpo finale, alias la pergamena furia: consumo alto e potenza critica. Infine, cerco di fregarti la spada.
Note Φ
    Anche in questo turno la scelta di quale attacco incassare è stata fatta basandomi sull'impatto che il singolo colpo ha sulla mia capacità di continuare a combattere: prima era il veleno che mi avrebbe reso difficile combattere, ora è la malia psionica.
    //
    La ragione per cui non ho usato furia nel turno prima era la possibilità che il gettone fosse usato come difesa assoluta.
    La mia spada è parecchi metri alle mie spalle.
    //
    Quando subisco un pugno in un luogo differente non altero la quantità di danno, ma solo il tipo.
    Zone bersagliate dai pugni: fianco sx, fianco dx, stomaco, costole, gola, mascella, naso, spina dorsale
    Zone effettivamente colpite: fianco sx, fianco dx, stomaco, sterno, gola, mascella, zigomo, spina dorsale
    //
    « Parlato » // Pensato
    //
    danno
    tecnica mia (descrizione tipo, descrizione effetto & consumo & potenza)
    tecnica nemica
    cs mio
    cs nemico

Tecniche usate Φ



    Echi del passato
    Con i propri ricordi spazzati via e strani, incongrui frammenti di informazioni che riemergevano dagli abissi della sua mente, per il Senzanome era praticamente impossibile ricostruire la sua storia. Gli indizi che riuscì ad accumulare, poi, lo lasciarono ancora più perplesso: la strana nebbia ovattata che avvolgendo la sua mente gli impediva di provare reale sorpresa; l'incapacità di considerare qualsivoglia nome come 'suo'; la fredda e precisa puntualità con cui i più letali e curiosi fatti d'arme affioravano alla sua coscienza. Qualunque cosa fosse stato in passato quella parte di lui era ancora viva e vegeta, sepolta e nascosta dall'amnesia che lo aveva colpito, ma fremente e ansiosa di riemergere a nuova vita - una vita in cui, cominciava a sospettare, il suo tratto determinante era stato il gelo della spietatezza più pura.
    A volte lo metteva a disagio pensare al suo passato perduto.
    » Cristallo del talento ≈ +1 livello del talento ≈ +1 punto promozione per energia verde «
    » Consumo alto: difesa psionica da attacchi mentali ≈ Pergamena cuore indomito, parziale «



    _. Colpo finale
      Non si ferisce mai un animale selvatico. Mai.
      Sono le bestie più pericolose, quelle pazze di rabbia e dolore: non pensano, caricano a testa bassa e ignorano qualunque ferita pur di averti fra le sue zanne e sbranare. Mai ferire una bestia selvaggia.
      La si ignora, o la si uccide.
      Armato di coltelli piuttosto che di dardi il Senzanome può scagliare contro le prede intere bandoliere di lame affilate in un sol colpo, riempire l'aria d'acciaio pur mantenendo la sua mira impeccabile. E uccidere il nemico, subissarlo di tali ferite da farlo, inevitabilmente,
      crollare a terra, morto.
      » Consumo alto: attacco multiplo con armi da lancio ≈ Pergamena furia, parziale «






} Basso ~ 5% { } Medio ~ 10% { } Alto ~ 20% { } Critico ~ 40% {


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view post Posted on 3/5/2014, 15:52
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Era riuscito a farlo togliere da sopra di lui, era riuscito a ferirlo e forse a sconfiggerlo definitivamente. Non uno solo dei suoi pugni era stato parato, anche se alcuni non avevano raggiunto il bersaglio sperato. Era ormai un misto di sangue e fango, quasi irriconoscibile, con i capelli neri appiccicati al volto e la tunica lorda e strappata in più punti.
La fatica del combattimento cominciava a farsi sentire, il fiato era più corto, e il cuore batteva all'impazzata per far arrivare il sangue in tutto il corpo.
Il Drago era passato sopra di loro, allontanandosi, e Montu si era rassegnato all'idea che era definitivamente solo a Moeras.
Si ricordò degli spari provenienti da una parte imprecisata in mezzo alla nebbia, il suo nemico non era solo. E lui? Il suo Drago era volato via, forse per superbia o semplice stupidità aveva deciso di entrare nella palude da solo e, anche se sentiva il taccuino premergli contro il fianco, sapeva che non aveva il tempo per poter chiedere l'aiuto dei Sussurri. Se anche fosse riuscito a scrivere qualcosa sulle pagine gialle nessuno l'avrebbe trovato, sperduto in quella landa inesplorata, e, vincitore o sconfitto, avrebbe concluso lo scontro da solo.
Poteva contare ancora sulla creatura che era in grado di evocare dai piani dimensionali infernali: il mostro, di poco più grande di un lupo, aveva il corpo di un leone, la morbida criniera incorniciava un muso mostruoso, con le fauci irte di zanne, la coda terminava con il velenoso aculeo degli scorpioni e le poderose ali di pipistrello quasi distraevano dagli affilati artigli.
Il Demone vedeva l'immagine dell'animale nitida nella sua mente, quasi poteva toccarlo, ma qualcosa lo distrasse un secondo prima che la Manticora abbandonasse la sola mente di Montu, per essere materialmente evocata.

L'uomo si stava alzando, e l'Eterno cercò di fare lo stesso, ma tutto il corpo gli lanciò fitte di diniego. I muscoli lo imploravano di rimanere lì, sdraiato nell'acqua ristagnante di Moeras, finchè lui stesso non fosse diventato una delle tante vittime mietute dalla palude. Riuscì perfino ad immaginare i numerosi esploratori prima, i nani fuggiti poi, che riposavano senza pace sotto il fango e la sabbia del luogo.
Il suo nemico mise ancora la mano sotto la manica, e lanciò in rapida sequenza cinque pugnali, con una precisione già dimostrata in precedenza, e che il Demone poteva solo invidiargli.
Il primo pugnale lo colpì sul petto, a sinistra, sfiorando di poco il cuore, e solo la dura pelle era riuscita a frenarlo quel tanto da impedirgli di perforare il polmone. Montu sbarrò gli occhi quando anche la seconda lama colpì il suo petto, poco lontano dalla prima, ancora una volta il polmone era salvo, a discapito di due costole rotte, i cui frammenti stavano per lacerare l'organo. Cadde in ginocchio, un rivolo di sangue gli uscì dalla bocca quando il terzo pugnale lo colpì a destra, appena sotto il pettorale, lacerando i nervi intercostali e penetrando, inevitabilmente, circa due centimetri nel polmone, che soffrì soffiando aria e sangue.
Altri due pugnali, sembrava disegnassero la Vecchia Signora nella nebbia mentre raggiungevano il bersaglio, il mantello, la falce, al Demone sembrava di vedere ogni dettaglio della Morte che lo attendeva ormai da tempo, e che ora lo reclamava a braccia aperte.
*No.*
Sentiva ancora le anime dei caduti sotto la roccia, le sentiva più vicine, si sentiva quasi parte di loro. Riusciva a percepire le loro carni, le loro ossa, il dolore che aveva spezzato le loro vite.
Vide quei macabri resti affiorare davanti a lui, ammassarsi senza pietà l'uno sull'altro in un secondo, ergere un muro davanti al negromante. Lo avrebbero servito, nonostante morti, perchè questo era il volere del Demone del Fuoco, questo era il volere di colui che dominava la morte, e la sfruttava.
Quando gli ultimi due pugnali si schiantarono sul muro lo ridussero in pezzi, e i corpi decomposti e gli scheletri tornarono nel luogo della loro eterna dimora, attraversando ancora la nuda roccia, o affondando in abissi di fango che avrebbero visto sicuramente altre vittime.

Cadde ancora, su un fianco, mentre il fiato mancava sempre di più, potendo solo un polmone svolgere il proprio compito. Ad ogni respiro affannato l'aria abbandonava il polmone destro con un sibilo di morte, e il foro cacciava un rivolo di sangue. Improvvisamente il fuoco che gli ardeva dentro non riusciva più a scaldarlo, e un freddo innaturale si impossessò delle sue membra.
Dov'era la sua spada? Dov'era Shokan? Non voleva morire lontano dalla sua katana, voleva rendere un'ultima volta onore allo Shogun che gliel'aveva donata.
La cercava con gli occhi, rantolando, mentre la bocca gli si riempiva di sangue.
La vide lontana, sulla roccia, e si maledisse per essersela lasciata cadere.
Poi vide lui, il suo avversario, il bastardo che l'aveva praticamente ucciso si stava avvicinando alla SUA spada! Aveva osato anche solo pensare di poterla toccare. Di poterla usare contro il suo unico e legittimo proprietario. Non poteva nemmeno immaginare cosa legava il Demone e quell'acciaio dell'Est.
Sputò il sangue che aveva in bocca e questo gli provocò ancora una fitta lancinante, ma la lacrima che scivolò sulla sua guancia per poi perdersi sul terreno umido non era dovuta al dolore. O meglio, non al dolore che provava in quel momento.
Quella lama era tutto ciò che gli ricordava i suoi primi anni in cui la sua forma umana era stata accettata, gli ricordava i capelli neri e la pelle pallida di Yuuki, bianca come la neve che circondava il suo corpo quella notte d'inverno.
Da allora mai una lacrima aveva rigato ancora il suo volto, ma ora stava per vedere quel legame spezzarsi, e solamente perchè non era stato in grado di tenerla con sè. Avrebbe significato veder morire di nuovo il Giglio Bianco, abbandonarla al margine di quel bosco... Significava gettare nel fango il dono che lo Shogun gli aveva fatto, ringraziandolo, e graziandolo, per aver difeso l'onore della sua famiglia. Un massacro non era cosa che un personaggio pubblico come lui poteva permettersi, ma il Samurai che ancora ardeva nell'anziano petto dell'uomo, non desiderava altro che vendetta. E l'aveva ottenuta da Montu, l'inaspettato, indesiderato, emarginato Demone che viveva nel villaggio.

*No.*
Non riusciva a ripetersi altro, e fissò con l'occhio umido il movimento dell'uomo che si avvicinava alla katana. Sembrava non far caso all'enorme corpo adagiato su un fianco, che moriva senza fiato, respirando sangue, con il sapore acre del metallo sulla lingua.
Aveva resistito ai pugni, ai proiettili, ad ogni fendente di quella katana che ora voleva afferrare, sembrava immortale.
Il Demone pensò, in un breve attimo di lucidità, forse corrotto da un'insensata follia pre morte, che se nulla di -esterno- poteva ferire il suo nemico... Forse l'arma che l'avrebbe distrutto era già dentro di lui. Riusciva ad affrontare ogni colpo, ogni offesa, ma ogni "eroe" nasconde terribili segreti. E sarebbero stati quei segreti a farlo crollare.
Montu costrinse la mente del suo avversario a vivere il più grande incubo che la attanagliava.

Sputò sangue per l'ennesima volta, si sdraiò sulla schiena e notò il movimento irregolare del suo petto, la vista gli si annebbiò quasi di colpo, l'aria non soddisfaceva il bisogno di ossigeno che aveva. La figura nera incappucciata si piegò sul guerriero appoggiando un ginocchio nel fango, il volto nascosto dal cappuccio si avvicinò a quello del Demone, fin quasi a sfiorarlo.
Montu sentì il suo fiato freddo sulla barba ispida, si sforzò di aprire gli occhi, e vide una veste lacerata, un cappuccio che nascondeva innaturalmente un volto privo di lineamenti, e la falce affilata a pochi centimetri dalla sua gola.
-La notte cala su tutti, amico mio. Ti ho aspettato fin troppo a lungo, e il mio campione ti ha consegnato nelle mie mani.-
La sua voce sembrava non uscire dalla sua bocca, ma provenire dal cuore stesso della terra. Rimbalzava nella sua mente senza sosta, opprimendogli qualsiasi altro pensiero. Una voce non di uomo, tanto meno di donna.
-Il tuo... campione?-
L'aria sembrava arrivargli normalmente ai polmoni, e non sentiva nemmeno più dolore.
Non riusciva a guardare i pugnali conficcati nel suo petto, ma sentiva il bisogno di continuare a fissare l'oscurità sotto il cappuccio. Galleggiava sulla melma come in un sogno.
-Tutti voi siete i miei campioni: le vostre guerre, il vostro odio, non fate altro che soddisfare le mie volontà. Vi guardo mentre vi massacrate a vicenda, mentre iniziate battaglie ben consapevoli di ciò che vi aspetta. Morte e distruzione. Eppure continuate, nascondendovi dietro scuse banali come l'onore, la razza, il potere. Hai messo piede in qualcosa di molto più grande di te! Credi sia solo una questione fra te e quell'uomo? Sei uno stupido se pensi che abbiate una qualche importanza. Siete solo pedine che si muovono all'impazzata sulla mia scacchiera. Comparse, in un disegno ben più grande di quanto voi possiate anche solo immaginare.
Vi accorgete dei vostri sbagli solo quando ormai è troppo tardi.-

Montu capì che ormai non si stava più parlando di ciò che era successo a Moeras, ma delle guerre che flagellavano continuamente tutto il mondo. Ripensò a Lithien, ai Silenziosi Sussurri, al Leviatano Rosso. Ripercorse la sua vita e si rese conto che quella figura l'aveva sempre accompagnato, così come accompagnava chiunque impugnasse una spada, per riscuotere prima o poi il suo tributo.
-La vita obbliga tutti a delle scelte, anche difficili, e una guerra può essere la conseguenza di quelle scelte. Qualcuno deve addossarsi le colpe di molti, e una guerra può salvare, non solo distruggere.-
-E questo è il vostro problema: vedete i vostri sbagli, vi date una scusa, e giorno dopo giorno cadete in errori sempre più grandi, dai quali sempre meno persone escono illese, e prima o poi... morirete tutti. Se non verrai con me oggi, sarà solo questione di tempo.-
-Non mi avrai così facilmente, avrai bisogno di qualche "campione" in più per convincermi.-
-Siete tutti miei campioni...-
Il Demone chiuse di nuovo gli occhi, tornarono l'affanno, il dolore e il freddo.
Chissà se sarebbe veramente riuscito a cavarsela, o era semplicemente, finalmente, giunta la sua ora. Un'altra lacrima gli rigò la guancia, scavandosi una strada nel fango rimasto sul volto dell'Eterno.



Energia: 40 -10 -5 =25%
Status Fisico: Ferite da pugnali sul braccio sx (danno Basso); Pugni subiti (danno Basso); Due costole rotte, pugnale penetrato vicino al polmone sinistro, polmone destro perforato (danno Alto+Medio); Affaticamento per proiettare l'incubo (danno Basso). Tot. danno Critico+Basso
Status Psicologico: Fiato mozzato (danno Medio); Sforzo mentale per proiettare l'incubo (danno Medio). Tot. danno Alto
CS Forma Umana: +1 Intelligenza

Armi:
Shokan: Caduta
Pistola: Caduta (Scarica)

Oggetti:
Biglia Stordente: 1
Biglia Dissonante: 1
Biglia Deflagrante: 1
Rubino
Gemma della Trasformazione

Abilità attive:
Muro d'Ossa. Consumo: Medio (10%)
Il negromante richiama davanti a sé una barriera invalicabile composta dalle ossa dei suoi nemici, bloccando gli attacchi che gli sarebbero rivolti contro.
La tecnica ha natura magica. Il caster richiamerà un muro di ossa dal terreno per bloccare le offensive rivoltegli contro; a seconda della personalizzazione, la barriera potrà essere composta da ossa, carne, lame o qualsiasi altro materiale solido che possa essere utilizzato per la stessa funzione. La tecnica ha potenziale difensivo pari a Medio e nessun potenziale offensivo. Le dimensioni coperte dal muro potranno essere particolarmente grandi, permettendo di generare una difesa non solo potente, ma anche di grande portata.

Personale 1/10: Genera nella testa dell’avversario immagini del più terribile incubo che attanaglia la sua mente. Provoca un danno Psionico Alto (20%).
[Abilità Psionica - Consumo Energetico Basso (5%); Auto danno alla mente Medio (10%); Auto danno al fisico Basso (5%)]

Personale 2/10: Il corpo del Demone si fonde con l'oscurità, la nebbia o il fumo che lo circondano, divenendo quasi invisibile ai suoi nemici. Consentendogli però di individuarli grazie alla perfetta simbiosi con l'ambiente circostante.
[Passiva - Mimetizzazione; Capacità visive in caso di oscurità, nebbia o fumo]

Note: Penso di evocare la Manticora ma vedo i tuoi pugnali arrivare e sono costretto a difendermi. Ammortizzo il Critico con Muro d'Ossa ma il totale dei danni subiti nel corso di tutta la giocata ammontano comunque ad un Critico, quindi cado a terra con gravissimi danni ai polmoni, causati dagli ultimi pugnali lanciati. Ti vedo mentre ti avvicini alla mia spada, e ti casto la mia Personale Psionica (potenza Critica, grazie alla -Terza Arte del Cacciatore-) e lì... ho una visione della Morte, che vorrebbe "accogliermi". Il Mortale non è lontano, ma è ancora presto per tirare le cuoia, quindi dopo un breve scambio di battute le dico che può passare tranquillamente un'altra volta :sisi:
L'incubo proiettato nella tua mente può avere durata pressoché illimitata, fuori dalla tua testa passerebbe meno di un secondo in ogni caso.

Duellare con te è stato un piacere, alla prossima, e in bocca al lupo per i giudizi :lul:
 
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Il Senzanome
view post Posted on 8/5/2014, 19:59




Lo spettro andò a terra.
Valutò brevemente la situazione. Il muro d'ossa era stato inaspettato, ma se il suo avversario avesse posseduto magia seria l'avrebbe usata prima di ritrovarsi con tre pugnali nel petto. Continuò a correre verso l'arma del nemico: poteva sempre finirlo dopo.

Le sue dita si strinsero attorno all'elsa della spada...


anni prima...

Le sue dita si strinsero attorno all'elsa della spada.
E la strapparono via dal diorama di rocce.

Il Senzanome uscì dalla scivolata con uno scatto di reni e corse accellerando improvvisamente. Un istante dopo la coda del drago si abbatté nel punto dove si era trovato, facendo esplodere il pavimento e scagliando detriti ovunque. L'onda d'urto lo colpì alla schiena - di striscio, ma con la forza di un maglio - proiettandolo in avanti con forza disumana. Colpì il terreno in una rotolata spezzafiato che tuttavia gli permise di conservare l'impeto, rialzarsi agilmente e continuare a correre. Contò mentalmente fino a tre, poi si voltò di scatto e saltò più in alto che poté, rigirandosi in aria in una torsione del busto specificatamente designata per fargli raggiungere un assetto orizzontale all'apice del salto.

La coda del drago spazzò via pavimento e detriti pochi centimetri sotto di lui.

Ricadde a terra e rotolò malamente, la semplice corrente d'aria dell'appendice bastava a squilibrare qualunque salto o acrobazia. Prima che il drago potesse fare un altro passaggio con la coda e finirlo ci fu uno strano risucchio nell'aria. Un istante dopo ogni cosa tremò mentre il drago veniva scagliato contro uno dei muri della rovina, demolendolo quasi completamente.

« DOVE SCAPPI, RETTILE? » gridò Raybur, riprendendo al volo il martello runico.

Il Senzanome si mise in ginocchio con attenzione, respiri lenti e controllati contro il dolore sordo alle costole, poi lanciò uno sguardo fugace alla spada. Lunga circa due metri, lama più brillante di qualunque acciaio, guardiamano in oro sbalzato con decorato il diorama di un drago che affronta ad ali spiegate un cavaliere con la spada alzata al cielo. La fattura era squisita, la sensazione tattile dell'impugnatura compatibile con quella della pelle di pesce che sapevano appartenere alla vera Excalibur. Non molte illusioni possono influenzare vista e tatto in modo così superbo, quindi molto probabilmente quella era la vera Excalibur.... ma era pur vero che il creatore di quell'arma era ben noto per essere figlio di un diavolo.
Avrebbe dovuto accontentarsi.

Si alzò in piedi, cogliendo a colpo d'occhio la situazione. Dei trenta individui che erano entrati nella Sala delle Udienze di Avalon, dodici appena rimanevano in piedi. Mallon, il più vicino a lui, stava scaricando un caricatore dopo l'altro delle sue pistole nel muro di polvere e calcinacci che ostruiva il varco a forma di drago aperto nelle pareti del salone. Morrigan era a terra in un angolo della sala, una gamba piegata ad un angolo anatomicamente errato, ma riusciva a sentirla recitare una formula dopo l'altra. Jaster e Catcher stavano facendo qualcosa a delle carrucole sopra a quanto restava delle balconate. Gli altri avevano preso riparo dietro a colonne crollate e detriti delle dimensioni di macigni, pronti per -l'inevitabile- fuoco di ritorno.
Il loro capo - Raybur, il Cercatore di Tesori - non si vedeva da nessuna parte, ma a giudicare dai ruggiti di dolore che udiva provenire dal varco il nano si stava divertendo un mondo a distrarre il drago.


« Nemico in arrivo in meno di tre minuti. » disse il Senzanome a voce alta e chiara, anche se un po' roca. « Dopo me ne serviranno. Distraetelo e restate in vita. »
« Distraetelo, dice lui. » Due secchi schiocchi segnalarono che la coppia di fucili in mano a Mallon erano carichi con qualcosa di letale. « Fa- »
Un ruggito stizzito - poi qualcosa volò dal varco, cozzò contro una parete e si schiantò a terra, inerte. Raybur.
« -cile. » finì il pistolero... in falsetto.

« Mi avete stancato, bipedi. »
sospirò il molosso

« Merda. » sussurrò Morrigan. « Quel coso parla? »

Un corpo enorme sbucò dalla nube di calcinacci e allargò il buco nel muro con le sue spalle corazzate, ignorando la raffica di trappole magiche che si attivarono al suo passaggio.



« Nonché sente, strega! »
replicò, fissando Morrigan con occhi di serpente

Countdown iniziato.

Il drago spalancò le fauci e scagliò un getto di fiamme verso l'angolo in cui era accucciata Morrigan, nascondendola alla vista sotto un diluvio rovente. Il Senzanome girò sui tacchi e scattò, nascondendosi sotto alla balconata. Catcher e Jaster mirarono con il loro marchingegno alla fila di speroni ossei che uscivano dalla spina dorsale del drago con arpioni, uncini e reti - e tirarono, sfruttando le rovine cui era legato il macchinario come contrappeso. Il rettile grugnì sorpreso quando fu trascinato indietro di sei metri in una volta sola, poi si voltò a guardare con rancore i due goblin. Il Senzanome non vide segni rivelatori di magia, ma uncini e arpioni furono ridotti in polvere... poi iniziarono a dissolversi le catene e le corde cui erano assicurati, dal drago verso i marchingegneri. Jaster si tuffò al riparo con uno squittio; Catcher, più lento, fu preso di striscio.
Di lui non rimase che sabbia colorata.


« Sciocchi. La vostra cerca è inutil- »

clunk!
Il martello runico di Raybur colpì lateralmente il muso del drago, assestando al guardiano della Spada un ceffone accompagnato da un sonoro e soddisfatto « Ha! » da parte del nano.

« -aaargh, nano! »

È stizzito valutò freddamente il Senzanome osservando il rettile infilzare con la coda il punto dove fino a un istante prima si trovava il nano. Una strategia inutile: il Cercatore di Tesori era agile anche con una corazza di metallo e un martello alto quanto lui. Il drago si rigirò nella sala, fronteggiando Raybur e dando le spalle a lui.


« La Spada non può essere presa dalla mano di un ladro, solo... »
s'interruppe, bruscamente

Gli occhi del drago erano fissi sul diorama di rocce, al centro esatto della sala. Null'altro che qualche sasso color nero gaietto infestato da edera, forse una volta opera di bellezza ed eleganza, ma ora ridotto a bieca rovina
nonché privo di Spada.

« COME...!! »

Il Senzanome prese la rincorsa, ridusse in scivolata i metri che lo separavano dal drago e gli conficcò la Spada nel tallone.

Il rettile gridò a pieni polmoni e s'inarcò sulle zampe posteriori, scagliandolo in aria come una bambola di pezza. Questa volta non ebbe modo di prepararsi.
Quando sbatté contro la parete, svenne.


ora...

Le sue dita erano strette attorno all'elsa della spada.

La sua faccia invece era spiaccicata nel fango. Batté gli occhi un paio di volte, incerto, poi deglutì con lentezza e cercò di muovere le dita delle mani. Quelle tremarono un po', però si mossero. Stessa cosa per quelle dei piedi. Niente danni ai nervi. Non aveva modo di capire se perdeva sangue da qualche parte, non con il corpo interamente ricoperto di fango e fredda acqua di palude.
quanto tempo sono rimasto fuori gioco?

Si rimise in piedi. Non fu un processo veloce, non con il corpo pesto e due fori di proiettile nel fianco. A parte questo, era sorprendentemente illeso considerato che aveva rischiato di essere decapitato almeno due volte in meno di cinque minuti.
Il problema era la specie di "visione" che aveva avuto.
e sopratutto, cosa diavolo era quello?

Zoppicò lentamente verso la sagoma di fango ancora riversa al suolo, sforzando di più fianco e gamba destra. « Tu... vieni con me. » sibilò a denti stretti, e fece per calare l'elsa sulla tempia dello spirito.
Forte.



theMaDOnes Φ


Mad, mad boys !

i Folli
Una decina di tagliagole, assassini e ladri di cavalli per tutte le taglie. Dategli una landa desolata e sapranno svanire nel nulla come avvolti da un manto d'invisibilità, ma mostrate anche solo una moneta e vi ritroverete in allegra compagnia... prima di "donare in carità" persino i denti d'oro dell'anziana nonnina. Tizi leali, stranamente, capaci di restare a bruscare perlomeno un poco di botte prima di correre a gambe levate col bottino.
{ pergamena imboscata | durata: 0/2 turni } bloccata

Status del gruppo Φ Illesi.
Morale del gruppo Φ Da leoni.
Status Energetico Φ 45% -20% -5% = 20%
Consumi spesi Φ 1xnullo; 4xbasso, 3xalto;
Cs gruppo Φ //
Tecniche in gioco Φ Terza regola della caccia ~ l'attacco (tech. fisiche proprie x2, tech mentali nemiche x2, 3/4 turni)
Armi e bagagli Φ
    //
_

Status Killibert Gnam - _ Fisico ▄▄▄▄ ▄▄▄▄ ▄▄▄▄ ▄▄▄▄ Φ Ferite superficiali e non da arma da fuoco al fianco sx, ematomi nella zona toracica e sul cranio tot. basso+medio+alto
Status Killibert Gnam - Mentale ▄▄▄▄ ▄▄▄▄ ▄▄▄▄ ▄▄▄▄ Φ Estraniato, scosso, pesantemente turbato tot. basso+medio+alto
Status Killibert Gnam - Emotivo Φ Killibert in controllo - concentrato ma non glaciale.
Cs Killibert Gnam Φ 2xmira;
Passive Killibert Gnam Φ
    Il Senzanome Φ Non sviene al 10% del mana;
    Tecniche di caccia Φ Mira potenziata; cadenza di tiro potenziata;
    //
Armi e bagagli Φ
    Spada bastarda (conficcata nella palude);
    Coltelli da lancio (nascosti sotto le vesti |  _  _  _  )
    Balestrino a ripetizione (perso | °°°°° °°°°° °°°°° )
_

Riassunto del turnoΦ
    1. Riduco il danno con con Echi del passato (difesa psionica di potenza alta) e finisco il duello con Incapacitare(pergamena colpo stordente, c. basso, infligge danno medio alla mente) reinterpretato come botta in testa finalizzata a far svenire.
Note Φ
    Un po' di spiegazioni sono d'obbligo.
    Il mio pg, qui chiamato "Killibert Gnam" e in altre occasioni "Jason Bourict", non si chiama né l'uno né l'altro. Non ricorda nome, professione, età, parenti e compagnia bella dal giorno in cui s'è svegliato in una foresta di ghiaccio a pochi giorni di viaggio dalla temperata Basiledra, assieme ad un'amnesia totale e una voce -l'Altro, il Senzanome- nella testa. Lentamente ha scoperto che il Senzanome è un assassino, nonché una parte della sua mente, nonché affetto dalla medesima amnesia - e determinato a infrangere quel blocco nei suoi, loro, ricordi.
    Cosa che la tecnica mentale di Montu ha aiutato a fare.

    L' "incubo" proiettato nella mente del mio pg è in realtà un fatto realmente accaduto: il Senzanome, secondo in comando del Signore dei Ladri noto come il Cercatore di Tesori - alias il nano Raybur - aiuta il suo padrone a recuperare l'artefatto noto sia come Spada Che Canta che come Excalibur... per poi tradirlo, ucciderlo, prendere il comando della sua organizzazione criminale e divenire lui stesso Signore dei Ladri. Titolo che per inciso ha mantenuto per oltre sei anni, quando altri due Signori dei Ladri (un mago-illusionista plurimillenario e una mezzovampira sul mezzo millennio capace di controllo mentale su larghissima scala) si sono coalizzati e lo hanno sconfitto per un pelo.
    Un divario di potenza causato non dalle allora capacità del Senzanome, bensì dal possesso dell'artefatto.

    Questo episodio è dunque la base del bg passato del mio pg, nonché la prima delle chiavi mnemoniche che gli servono per ricordare il suo passato. Ho fatto ampi preamboli per questa piccola chicca: per rivedere tutto il resto basta semplicemente andarsi a leggere i miei contest, linkati in scheda.
    P.s.: [link] » per una descrizione del campo di battaglia del sogno. L'elsa, a differenza di quel che si pensa comunemente, è nelle spade a croce (come Excalibur) la barra trasversale del guardiamano - non il guardiamano stesso. Tecnicamente parlando dunque, la frase 'Le sue dita si strinsero attorno all'elsa...' è un'inesattezza tecnica dovuta nel primo caso ad ignoranza del pg, nel secondo a scelta stilistica, nel terzo di nuovo ad ignoranza del pg.
    //
    Dato che il pk era off ma il mio pg più che intenzionato ad uccidere, almeno prima del ricordo, ho sfruttato il pizzico di bg gratuito anche per trovare una giustificazione plausibile al tentativo di cattura del mio pg ai danni di Montu. Do per scontato che OGNI eventuale proseguimento in tal senso della vicenda sarà intrapreso solo dopo aver avuto il previo consenso di Ramses.
    P.s.: il fatto di essere 'svenuto' è abbastanza border-line in un combattimento, ma essendo questo l'ultimo turno della giocata (a meno di un eventuale post di pk qualora fosse concesso, cosa che onestamente non so) ho pensato potessi permettermi una licenza 'poetica'.
    //
    « Parlato » // Pensato
    //
    danno
    tecnica mia (descrizione tipo, descrizione effetto & consumo & potenza)
    tecnica nemica
    cs mio
    cs nemico

Tecniche usate Φ



    Echi del passato
    Con i propri ricordi spazzati via e strani, incongrui frammenti di informazioni che riemergevano dagli abissi della sua mente, per il Senzanome era praticamente impossibile ricostruire la sua storia. Gli indizi che riuscì ad accumulare, poi, lo lasciarono ancora più perplesso: la strana nebbia ovattata che avvolgendo la sua mente gli impediva di provare reale sorpresa; l'incapacità di considerare qualsivoglia nome come 'suo'; la fredda e precisa puntualità con cui i più letali e curiosi fatti d'arme affioravano alla sua coscienza. Qualunque cosa fosse stato in passato quella parte di lui era ancora viva e vegeta, sepolta e nascosta dall'amnesia che lo aveva colpito, ma fremente e ansiosa di riemergere a nuova vita - una vita in cui, cominciava a sospettare, il suo tratto determinante era stato il gelo della spietatezza più pura.
    A volte lo metteva a disagio pensare al suo passato perduto.
    » Cristallo del talento ≈ +1 livello del talento ≈ +1 punto promozione per energia verde «
    » Consumo alto: difesa psionica da attacchi mentali ≈ Pergamena cuore indomito, parziale «



    2. Incapacitare
      Il Senzanome non è certo debole fisicamente, ma difetta di quella muscolatura a volte esagerata che è necessaria per costringere il nemico a temere l'impatto delle rispettive armi - e non ne ha bisogno. Scegliendo accuratamente i bersagli dei propri colpi è possibile colpire il nemico con un attacco incapace di lasciare danni sul suo corpo pur infliggendo traumi improvvisi e repentini alle sue facoltà cognitive. Calci all'inguine, colpi al plesso solare, stimolazione dei punti di pressione, sberle ai lobi parietali; la tecnica impiegata non ha importanza a confronto con lo stordimento conseguenziale.
      » Consumo basso: attacco fisico a danni mentali ≈ Pergamena colpo stordente «





} Basso ~ 5% { } Medio ~ 10% { } Alto ~ 20% { } Critico ~ 40% {


« Birra! »



 
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view post Posted on 22/5/2014, 21:47
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C a t a r s i

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RamsesIII

» Scrittura:
Mantieni per tutto il duello uno stile piuttosto omogeneo che però appare spesso troppo frettoloso e non particolarmente curato. Il tuo personaggio è presentato in maniera sufficientemente chiara ma comunque sembra in troppi punti un personaggio estremamente stereotipato che va a riprendere continuamente elementi decisamente comuni (demone del fuoco, drago e una katana) che non si amalgamano veramente bene l’uno con l’altro e al finiscono solamente per confondere il lettore su quale siano realmente le sue caratteristiche principali. Su questo punto posso consigliarti di fare semplicemente una sorta di pulizia della scheda andando a scegliere degli elementi precisi sui quali concentrarsi (ad esempio se vuoi consolidare il bg relativo alla casata Cavedish e alla sua ambientazione di ispirazione orientale puoi limitare le affinità con gli elementi demoniaci o con i draghi).
Allo stesso modo anche la descrizione vera e propria delle azioni scende, forse nel timore di lasciare troppi vuoti descrittivi, perfino troppo nei particolari tanto che in alcuni punti risulta ridondante e difficile da seguire. Per quanto riguarda l’introspezione del personaggio ricadi ancora principalmente nelle stesse problematiche generali che ho espresso inizialmente con un accavallarsi di elementi che ti impediscono di offrire al lettore una visione chiara. Nel tuo ultimo post ho particolarmente apprezzato il dialogo con l’entità sconosciuta per quanto però essa stessa rappresenti a sua volta un nuovo elemento introdotto in un miscuglio già troppo denso.
» Voto: 5,50

» Strategia:
Ho molto apprezzato, da un punto di vista prettamente strategico, l’utilizzo al primo turno della Gemma della Trasformazione per andare ad alterare le tue sembianze in modo da riuscire non solo ad infiltrarsi nel “campo nemico” ma anche a trarre in inganno il tuo avversario in modo da garantirti un attacco a sorpresa piuttosto efficace. Allo stesso modo anche nel primo e proprio assalto inizi subito a cercare di mettere in difficoltà quanto più possibile il tuo avversario riuscendo a creare una buona combinazione di attacchi.
Successivamente passi però ad un botta e risposta piuttosto classico in cui cerchi di sfruttare le debolezze psioniche del tuo avversario a tuo vantaggio sia con un buon utilizzo del gettone psionico della fazione demoniaca che con una buona combinazione di altre abilità psioniche. Nonostante questo però non riesci ugualmente ad infliggere gravi danni al tuo avversario che riesce sempre a contrapporre delle difese psioniche efficaci anche solo a limitare a sufficienza i danni. Allo stesso modo termini il duello con ancora il 25% delle energie segno che avresti potuto dare maggiormente fondo alle tue energie per riuscire a mettere maggiormente in difficoltà il tuo avversario. In linea di massima comunque rimane una strategia semplice basate principalmente sulle scelte del tuo avversario che in questo campo sembra riuscire sempre a condurre i giochi a suo favore.
» Voto: 5,50

» Sportività:
In linea di massima non ho riscontrato gravi errori ma allo stesso tempo in ogni post ci sono stati piccoli elementi che vanno ad abbassare gradualmente la valutazione di questo campo. Innanzitutto tendi ad effettuare ad ogni turno un numero decisamente troppo elevato di attacchi fisici che risultano sempre difficili da evitare efficacemente in quanto tendi a concatenarli troppo strettamente impedendo all’avversario una difesa maggiormente radicale. Per il resto hai reagito sportivamente alle imperfezioni del tuo avversario mantenendo per tutto il duello una condotta ottimale.
» Voto: 6,50



Il Senzanome

» Scrittura:
Discostandosi molto dallo stile lineare del tuo avversario hai cercato per tutto il duello di mischiare continuamenti diversi punti di vista (il tuo personaggio e il nano cecchino che lo accompagna) assieme ad una introspezione psicologica molto marcata e ad un ampio uso dei flashback su di una storia passata che comunque rimane lo stesso ugualmente nebulosa. Tutti questi elementi però non sono stati divisi in maniera chiara tanto che spesso risulta estremamente difficile seguire il filo logico del discorso o anche solo comprendere con chiarezza quanto sta accadendo.
In particolar modo ci tenevo a aggiungere qualche altra nota riguardante l’utilizzo dei flashback che per tutto il duello risultano estremamente slegati tra di loro andando, probabilmente, a ricondursi ad elementi specifici del bg del personaggio o a giocate precedenti senza però essere resi sufficientemente chiari e comprensibili per il lettore considerando inoltre il fatto che spesso non vanno nemmeno ad influenzare troppo sensibilmente lo stato psicologico del personaggio che attraversa tutto lo scontro senza mostrare mai veramente nulla di se tanto da apparire molto più piatto e vuoto di quanto, sono certo, vuoi far apparire. Cerca di sfruttare meglio il layout andando a spezzare in maniera molto più chiara i diversi punti di vista (se vuoi continuare con questo stile) andando comunque a mantenere sempre un narratore esterno onnisciente che possa presentare anche il lato psicologico dei personaggi coinvolti. Per concludere dovresti anche controllare maggiormente il layout che appare molto caotico ed estremamente difficile da seguire. Eliminerei se possibile tutta la parte colorata mantenendo uno stile molto più chiaro e sobrio.
» Voto: 4,75

» Strategia:
Per quanto difficile da seguire sei riuscito a portare avanti una buona strategia semplice quanto efficace che ti porta alla lunga a prevalere sul tuo avversario che esce dallo scontro molto più danneggiato di quanto si possa dire di te. Questo è particolarmente difficile considerando soprattutto la debolezza alle tecniche psioniche che il tuo avversario utilizza frequentemente contro di te ma che non vanno ad impensierirti troppo dato che riesci sempre a limitarne gli effetti subendo una giusta quantità di danno senza andare a gravare troppo sulla tua riserva energetica. Questa ottima strategia difensiva viene poi associata ad una serie di attacchi piuttosto semplici ma efficaci andando a pressare il tuo avversario con delle serie di attacchi fisici assieme alle tue tecniche fisiche di un livello superiore. Andando a concentrarti quasi interamente su di una categoria specifica di danni riesci ad essere molto più incisivo rispetto al tuo avversario che invece, per sfruttare appieno le tue debolezze, è costretto a dividere le sue offensive su corpo e mente senza ottenerne nessun reale vantaggio. La tua idea è stata una scelta coraggiosa che però contro avversari magari più “concentrati” avrebbe potuto costarti caro.
» Voto: 7

» Sportività:
A differenza delle strategia in questo campo inizia magari a pesare maggiormente una maggiore inesperienza unita ad alcuni elementi di distrazione che magari avresti potuto evitarti con uno specchietto maggiormente pulito ed ordinato. Come prima cosa quando ti difendi dalla tecnica “Urlo di guerra” scordi di considerarla di un livello superiore andando ad incassare solamente il medio iniziale. Allo stesso modo anche l’utilizzo che fai del gettone non è assolutamente corretto in quanto la tua abilità è allo stesso tempo sia difensiva che offensiva risultando quindi estremamente multi effetto (essendo anche separata in due momenti separati) e quindi totalmente non fattibile. Oltre a questi punti fondamentali e ad altre piccole imperfezioni disseminate nel post anche tu come il tuo avversario tendi ad esagerare con la quantità di attacchi fisici. In qualunque caso ho apprezzato il comportamento cordiale mantenuto da entrambi per tutto il duello.
» Voto: 4,50



Media RamsesIII: 5,83
Media Il Senzanome: 5,41

Vincitore: RamsesIII

RamsesIII ottiene un punto promozione per l'energia gialla e 580 gold; Il Senzanome ottiene 333 gold
Il vincitore ha diritto ad un post autoconclusivo, senza possibilità di uccidere l'avversario o compiere alcuna azione violenta.

Giudice: Shivian

 
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11 replies since 5/4/2014, 10:23   347 views
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