Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Kirin Rashelo Vs. Akilah Shayndel

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view post Posted on 5/4/2014, 10:39
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Kirin Rashelo Vs. Akilah Shayndel



Verde Vs. Verde
E Vs. F


Primo post: Akilah Shayndel
Player Killing: Off
Durata: Un solo post di presentazione e quattro post di combattimento.
Tempi di risposta: A cinque giorni dalla risposta dell'avversario verrà applicata una penalità di 0.25 punti alla sportività del ritardatario per ogni giorno d'attesa.
Arena: Orada ne değildir - Molti luoghi nell'Akeran sono stati dimenticati. Fortezze, città e paesi interi di cui oggi non resta che il pallido ricordo. Nella lingua dei nani tali luoghi vengono chiamati "orada ne değildir", ossia "ciò che non c'è" e non sono altro che lunghissimi budelli scavati nei fianchi delle montagne o appena sotto la superficie cocente del terreno. Un tempo dovevano essere case luminose e strade trafficatissime, ma di oggi non ne resta che polvere. Di quando in quando imboccando una di queste vie dimenticate ci si può trovare davanti alle rovine di un antico villaggio o di una rovina sepolta, ma sono in pochi coloro che hanno il coraggio di stabilirsi qui: perlopiù disperati che non hanno trovato altro posto nel mondo, uomini in fuga da minacce che non possono affrontare oppure straccioni che non possiedono nemmeno il denaro necessario a mantenersi.
Regole: Il duello non deve interrompersi per alcun chiarimento - usate vie private, nel caso. Non si possono modificare i propri post dopo le risposte dell'avversario. Si seguono le normali regole di un duello ufficiale.
Background: Non tutti i nani dell'Akeran sono schiavi. Seppure in pochi, alcuni sono riusciti a sfuggire al destino crudele che sembrava aver colpito la loro razza e a rifugiarsi dove nessuno avrebbe pensato di cercarli: negli orada ne değildir. Lì hanno condotto una pacifica vita di stenti fino ad oggi, occupando le rovine sepolte fra le montagne e sfuggendo al destino che li avrebbe attesi al di fuori.
Con i nuovi moti di violenza che hanno coinvolto l'Akeran, però, le cose sono cambiate. Molti dei nani nascosti negli orada ne değildir hanno deciso di armarsi ed organizzarsi in vere e proprie spedizioni punitive per attaccare le città vicine e liberare i propri fratelli. Le città libere hanno reagito a questa minaccia decidendo di epurare le montagne e, come se tutto ciò non bastasse, decine di demoni affamati e violenti sembrano aver invaso le vie dimenticate, apparsi come dal nulla. I piccoli insediamenti nanici sono dunque tornati ad essere degli incredibili focolai di violenza, riaccendendo col sangue la cocente terra di "ciò che non c'è."
 
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view post Posted on 7/4/2014, 21:37

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Il corpo di un ragazzo giaceva in mezzo alla via, solo e dimenticato da tutti, tranne che dagli insetti che ne divoravano con voracità le carni. Tutt'attorno a lui, i resti di quello che un tempo doveva essere stato un villaggio fiorente, con una via che lo collegava a una qualche città mercantile.
Chi fosse quel giovane, quale nome avesse quel villaggio, Akilah non se lo chiese. Non erano i primi che vedeva in quel lungo viaggio nelle terre dell'Akeran, e non sarebbero stati di certo gli ultimi.
Il carro che stava in testa alla carovana di mercenari procedeva a rilento in quei luoghi, non tanto per rispetto, come all'inizio, quando c'era l'idea che fosse stata una guerra tra singoli villaggi a distruggere quei territori, ma perché impossibilitata a proseguire da tutti i detriti che disseminavano l'intero percorso.
Ora, addirittura, dava fastidio percorrere quelle strade. I mercenari sbuffavano, dando calci ai frammenti di un muro o alle tegole di un tetto, senza considerare che tra di essi poteva nascondersi il luogo ultimo di riposo di qualcuno che un tempo su quei muri e su quei tetti aveva posato lo sguardo.
Akilah, con dolore, constatò che avevano impiegato poco tempo ad abituarsi a quella situazione. Persino ciò che fino a un giorno prima li aveva rattristati e fatti versare una lacrima, ora arrivava ad innervosirli. Anche lei, che con tanta pena aveva ricoperto di terra il primo cadavere che avevano incontrato, quello di una ragazzina di cui non si riconosceva più il volto, ora guardava avanti, stringendo le redini del cavallo che conduceva il carro, senza chiedersi più nulla. Solo Senkun, seduto accanto a lei, manteneva quello sguardo di attenzione e di rispetto, quasi stesse pregando per ogni anima che aveva abbandonato il proprio corpo nel luogo silenzioso che stavano attraversando.
Era il terzo giorno di viaggio, quello. Tre giorni che si ripeteva la stessa identica storia, che i medesimi scenari si riproponevano quasi stessero girando in tondo. Forse, aveva creduto ad un certo punto la mezz'elfa, erano tutti impazziti, o forse erano caduti vittime di una realtà psionica alternativa, al punto da credere di attraversare continuamente luoghi di morte e di distruzione. Per fortuna però - anche se da un altro punto di vista era un peccato, perché voleva dire che era davvero morta così tanta gente - non era così.
Come se ciò non bastasse, già due volte lungo il percorso avevano assistito a degli scontri tra nani e demoni, quasi fosse stata loro intenzione rendere ancora più alte le dune di quello che ora appariva un deserto in tutto e per tutto, stipando in cima alle macerie altri morti.
Finalmente, verso il tardo pomeriggio del terzo giorno, era previsto il loro arrivo alla città di Sarhakat, dove sarebbero stati pagati per difendere i cittadini dalle incursioni naniche.
Per motivi pratici era stato riferito qualcosa ad Akilah sull'incarico che avrebbero dovuto svolgere ma, come spesso accadeva, era troppo poco affinché la giovane potesse farsi un'idea della situazione e sapere, ad esempio, perché i nani avessero deciso di attaccare le città, o capire cosa stesse dietro la volontà delle città di eliminare i gruppi di nani che vivevano pacificamente in qualche luogo un po' nascosto e dimenticato.
Non ne aveva che un'idea vaga lei stessa considerando che, in quanto mercenaria, era costretta a viaggiare, cambiare di fazione, combattere per poter sopravvivere in diverse terre e paesi, senza tuttavia condividere le usanze, la cultura e la storia di nessuno di questi.
Il fatto di essere travolta da eventi che non capiva del tutto, le riempiva il cuore di amarezza: come riusciva a vivere senza cognizione del come e del se, sospinta dal vento, senza la forza di prenderlo di petto e camminargli attraverso? In quei frangenti si faceva coraggio pensando a tutto ciò che aveva passato, cercando di convincerci che vivere come stava vivendo era l'unica cosa che le rimaneva e che, anzi, doveva esserne grata.
L'andare controcorrente spetta a chi cambierà la storia, si disse, sospirando con fare rassegnato.
Con quei pensieri che le vorticavano in testa, giunse alle soglie di Sarhakat, una città fortificata che appariva un insulto ai villaggi distrutti, tanto era grande e di aspetto solenne. Il colore che predominava era il bianco dei marmi, che sotto il sole doveva apparire ancora più lucente, quasi ultraterreno. Una città dall'aspetto divino costruita in mezzo al deserto, che rappresentava invece un sarcofago di villaggi e di vite distrutte. C'era da domandarsi - con la consapevolezza di non rimanere a lungo senza risposta - quale fosse, in realtà, il luogo più sacro tra i due, al di là dell'aspetto esteriore.
Purtroppo - o per fortuna, dipende dai punti di vista - per Akilah, la serietà di quel quesito andò in frantumi non appena Senkun aprì bocca:

- Luogo ideale per una villeggiatura! La prima cosa che voglio fare è mangiare qualche prelibatezza del luogo! Che ne dici di una gara, Aki? A chi mangia di più? Eh? Eh? -

Akilah lo fissò esterrefatta. Quelle frasi erano talmente fuoriluogo da averla lasciata in dubbio per parecchi secondi su come rispondergli.

- Cosa?! - Esclamò ad un tratto, sentendosi ribollire il sangue dalla rabbia. - Davvero, dopo tutti questi anni non riesco ancora a capacitarmene, perciò potresti spiegarmi... Perché devi SEMPRE uscirtene con una delle tue nei momenti meno appropriati?! Non eri quello più afflitto dalla situazione?! -

- Afflitto? Perché mai? Ho reso omaggio a tutte le anime pie che abbiamo incontrato lungo il percorso. Ora, dopo tutta la fatica, vorrei riposarmi un po'. -

L'uomo rispose con una superficialità tale da far spalancare gli occhi a più di un mercenario, inclusa Akilah che, nonostante lo conoscesse fin troppo bene, era convinta che a certe cose non si sarebbe mai abituata.
Non potendolo più sopportare, saltò già dal carro e si allontanò dall'ingresso principale della città.

- Dove stai andando!? Mi fa malissimo il fondoschiena! Aiutami ad alzarmi almeno! -

Era incredibile come fosse riuscito, con poche frasi delle sue, a farle dimenticare tutti i discorsi seri che le avevano arrovellato il cervello fino a quel momento. Se non fosse stato per il fatto che erano perlopiù frasi sciocche, la mezz'elfa avrebbe creduto che Senkun lo faceva apposta per distrarla, considerando che parlava così soprattutto nei momenti che richiedevano più serietà e compostezza. Purtroppo, ne era convinta, non avrebbe mai avuto certezze a tale riguardo.
Mentre rifletteva così, si accorse di aver raggiunto le rovine di quella che un tempo doveva essere stata una piccola chiesa di paese e che ora non era altro che un cumulo di sassi e legna ricoperti di edera e muschio. Rimanevano in piedi i resti di alcune colonne e parte di un muro portante, al centro del quale vi era una bifora ancora integra. Nei dintorni, caratterizzati soprattutto da terra brulla e infeconda, si ergevano timidamente piccoli arbusti ed erbacce. In lontananza, infine, si poteva ammirare la città marmorea di Sarhakat, che aveva assunto una tinta rosea, che ben si abbinava al rosso cangiante del cielo al tramonto.
Akilah, beandosi della vista che si godeva da lì, così come del silenzio, si appoggiò con la schiena ad una lastra di pietra. E se ne sarebbe rimasta così per un pezzo, incurante dei pericoli e del fatto di essere sola, se non fosse stato per un rumore che la mise improvvisamente all'erta.



-Parlato Akilah- / -Parlato Senkun-


Link Scheda


Fisico: Illeso
Mente: Illesa
Energia: 100%
CS: +2 velocità




Riassunto azioni: //

Passive in uso:

-Talento Acrobata (I livello): il possessore del talento padroneggia totalmente i movimenti del proprio corpo, ignorando qualsiasi normale vincolo fisico. In tal senso, il possessore del talento potrà contorcere i propri arti, la propria testa ed il proprio busto come se fosse una marionetta, ossia un corpo inanimato e del tutto privo di limitazioni di sorta dovute ad ossa e muscoli. Potrà quindi divincolarsi liberamente: avrà la possibilità di girare la testa di centottanta gradi; di piegare le gambe e le braccia in qualunque direzione ed angolatura; o in generale di compiere movimenti innaturali che altrimenti gli sarebbero preclusi. In termini tecnici è possibile sfruttare questa passiva per liberarsi da corde, manette o simili impedimenti che legano il personaggio, di attraversare spazi notevolmente più piccoli del corpo del personaggio stesso o altro ancora.

-Talento Acrobata (II livello): al secondo livello i possessori di questo talento potranno godere di un equilibrio perfetto, qualunque sia la situazione nella quale si trovino. Essi saranno quindi sempre in grado di cadere sui propri piedi e senza subire alcun danno, indipendentemente dalla violenza con cui stavano toccando terra o quanto violento sia stato il tracollo. La perfezione con cui sapranno muovere il loro baricentro permetterà loro di ottenere anche altri notevoli risultati: sarà impossibile ad esempio buttarli a terra con una semplice spinta e potranno attraversare superfici strettissime senza il timore di perdere l'equilibrio e caderne al di sotto.

-Abilità razziale: Sensi migliorati (Vista acuta). Esclusi e denigrati, i mezz'elfi hanno dovuto arrangiarsi per vivere, pur non possedendo un corpo forte in grado di affrontare qualsiasi tipo di situazione. Questa vita di stenti li ha costretti, per la maggior parte, a divenire ladri, assassini o simili.
Evolvendosi in questa direzione, quindi, la loro razza ha migliorato le prestazioni sensoriali, consentendo a ciascuno di sviluppare un particolare senso oltre ogni normale limite. Pertanto, chiunque scelga la classe del mezz'elfo potrà decidere, al momento dell'inserimento in scheda della passiva razziale, un senso nello specifico da sviluppare, potendo dotare il proprio personaggio di un udito finissimo, di una vista pari a quella di un falco o di un felino, di un olfatto al pari del più caparbio segugio, o altro. Il senso prescelto va specificato al momento dell'inserimento in scheda dell'abilità e non potrà più essere modificato.

Attive in uso: //


Note: Ho scelto un luogo tranquillo per la nostra sfida. Non volevo qualcosa di troppo complicato per il mio primo incontro ufficiale.
Detto ciò, buon game ad entrambe! :8D:
 
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view post Posted on 12/4/2014, 17:02
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Suzushikei
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Dalle nebbie del passato...

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Dalle Cronache
della Fenice


Di Canti e di Leggende


Far over the misty mountains cold
To dungeons deep and caverns old
We must away ere break of day
To seek the pale enchanted gold.
The dwarves of yore made mightly spells,
While hammers fell like ringing bells
In places deep, where dark things sleep,
In hollow halls beneath the fells.


Ancientruins_zps46079bec


«Parlato (Umano)» «Parlato (Avatar)» Pensato Narrato



Tra le fragranze di calde bevande ambrate e il profumo dei dolci all'aroma di limone,
seduto ad uno dei tavolini della saletta di ristoro dell'antica biblioteca di Babilonia, mi ero immerso nella lettura di un'antica pergamena.
Era rovinata dal passare del tempo, dispersa tra tante sue simili tra gli scaffali che parlavano delle leggende dell'Akeran.
Non mi sarei mai accorto della sua esistenza se il mio sguardo non fosse stato attratto da un libro di fiabe per bambini,
la cui copertina era impolverata, strappata sui bordi come rosicchiata da un piccolo roditore,
la cui presenza stonava nel settore dedicato a volumi più recenti, immacolati e privi di ogni imperfezione.
La pergamena si era librata in aria quasi fosse il suo ultimo volo,
adagiandosi lentamente sul pavimento di marmo,
mentre le dita della mano destra ancora stringevano la costola del libro di favole.
A tutt'oggi non potrei dire con certezza cosa mi avesse colpito di quel pezzo di carta spiegazzato,
quando il mio sguardo si era abbassato per seguire il suo lento declino.
Il tomo fu presto dimenticato, quando raccolsi da terra quel foglio di pergamena consunto.
Diedi una rapida occhiata allo scritto vergato con un inchiostro di un nero sbiadito.
Era scritto nella lingua dei nani, un idioma appreso duranti i miei recenti studi.
Avevo imparato a leggerlo abbastanza fluidamente, eppure in quel testo la cui calligrafa era tremolante,
vi erano delle parole, a volte intere frasi il cui significato mi suonava oscuro.
Termini arcaici, persi nell'uso dopo che la civiltà dei nani era stata inghiottita dal flusso della storia.
Avevo preso posto in uno dei tavolini della saletta accanto alla libreria, sorseggiando una tazza di tè speziato,
la pergamena stesa sulla tovaglia di lino color crema.
Lessi perdendo la cognizione delle ore, prendendo nota sul mio taccuino dei termini che non mi erano chiari,
cercando di tradurli con l'aiuto di libri di grammatica nanica.
Quello che appresi fu una storia che si discostava dai racconti narrati dai discendenti di coloro che erano scampati alla catastrofe.
Era la trascrizione da parte di uno degli sopravvissuti, della testimonianza di una giovane nana, Ghuthir, dei suoi tre compagni
e di come avessero involontariamente provocato l'inizio della loro fine.
Parola dopo parola nella mia mente si delineò una serie di eventi cui stentavo a credere.
Purtroppo non ero certo di aver tradotto alla perfezione l'intero testo, né che non si trattasse di un'altra loro leggende;
eppure quei nomi esistevano nella memoria razziale, vi erano luoghi che ne portavano il ricordo.
Lasciai Babilonia per far ritorno nell'Akeran dopo alcuni mesi di assenza alla ricerca della verità...


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L'Akeran stava mutando, non nell'aspetto, ma attraverso i giochi di potere che ne stavano scuotendo la sua essenza. Da quando la Purgatory era scomparsa dai cieli di Taanach, l'equilibrio seppure precario era stato spezzato indissolubilmente, portando una scia di sangue ed accendendo nuovi focolai di ribellione.
Avevo lasciato Mariha e Sullivanyus in un luogo sicuro, sempre ne esistesse uno in quella regione dilaniata da lotte intestine.
Cosa aveva dato inizio a quell'assurdo sconvolgimento? Difficile ottenere una versione esatta degli avvenimenti, cui non ero stato testimone. La sintesi delle mie scoperte era la nascita di tre “centri di potere”, tre fazioni che stavano reclamando la loro supremazia.
I nani, un tempo i signori dell'Akeran, le città che si erano sviluppate nel corso della storia e l'insidiosa presenza dei demoni. Questi ultimi, probabilmente erano i più pericolosi, se non in numero, per quello che la loro mancanza di remore avrebbe potuto causare. Il caos non ha leggi, se non quelle del singolo. E viste le tensioni tra i nani e gli abitanti delle città, un terzo elemento avrebbe potuto spostare l'ago della bilancia dove voleva per goderne i frutti.
Ovunque il mio sguardo si posasse vedevo la paura, il sospetto guidare la mano delle persone, a qualunque razza appartenessero.
E ben presto fu chiaro che non si poteva restare neutrale: agli abitanti dell'Akeran non era concesso un simile lusso.
Io stesso feci la mia scelta, presi posizione quando decisi di aiutare un gruppo di nani accerchiati da una squadra di demoni intenzionata ad assaggiare il loro sangue.
Erano giorni che non incontravo anima viva. Le poche fattorie che avevo trovato lungo il cammino erano state abbandonate. Nessuna traccia dei proprietari, solo macerie o assi bruciate. Potevo solo sperare che fossero riusciti a mettersi in salvo, per quanto l'assenza di cadaveri non fosse una prova sufficiente in tal senso.
Secondo la mappa che portavo con me, a qualche ora di cammino verso ovest sorgeva una cittadina fortificata, Sarhakat. Se avessi tenuto un passo veloce sarei riuscito a raggiungerne le mura prima del tramonto. E solo il cielo poteva sapere quando desiderassi un bagno caldo, un letto comodo e una cena degna di tale nome, non necessariamente secondo quell'ordine di pensiero.
Sogni che sparirono dalla mia mente non appena mi resi conto che qualcosa o per essere corretto qualcuno stava distruggendo la tranquillità di quella landa rocciosa.
Mi mossi nella direzione delle grida, che si ergevano dal clangore di metallo che cozzava contro altro metallo. Urla gutturali in una lingua che avrei voluto non ricordare, mi spinsero ad accelerare il passo fino a correre.
Davanti a miei occhi si stava consumando una vera e propria carneficina. Per quanto in superiorità numerica i nani stavano perdendo posizione, cadendo al suolo come bambole spezzate, coperti dagli arti dilaniati dei loro compagni.
I demoni furono i primi a vedermi, quasi infastiditi dalla presenza di un loro simile con cui avrebbero dovuto dividere quel magro bottino. Quando il primo di loro cadde sotto il fuoco della flintlock si resero conto dell'errore: ai loro occhi non ero nulla di più che un traditore della loro specie.
Non persi tempo e mi buttai nella battaglia, combattendo fianco a fianco con i sopravvissuti ch, seppur ridotti di numero, non avevano perso il loro coraggio.

Impiegai qualche giorno a riprendermi dalle ferite che mi aveva inflitto i miei simili, ospite di quegli stessi nani che avevo contribuito a salvare.
Mi trovavo in uno di quei luoghi che chiamavano “Orada ne değildir”, le ultime vestigia del loro passato. Non era una vita facile la loro, in un territorio arido, inospitale, eppure era quello che più si poteva definire casa, un posto dove poter vivere liberi.
Una libertà che, mi spiegarono con molta enfasi, volevano condividere coi loro fratelli ridotti in schiavitù, ma non solo. Ormai non si sarebbero più accontentati, non dopo la chiamata a combattere per riprendersi la loro terra natia.
Mi raccontarono che alcuni gruppi avevano attaccate le città degli uomini, come loro le chiamavamo, indipendentemente dalla presenza di altre razze, per scacciare gli usurpatori, per reclamare i loro diritti.
Per quanto comprendessi le loro motivazioni, ero ben conscio che una simile linea d'azione avrebbe portato solo altro spargimento di sangue.
Purtroppo per quanto fossero grati del mio aiuto, non sembravano sentire ragioni quando gli proposi di provare la strada della diplomazia, almeno all'inizio.

Seduto su una stuoia intessuta con motivi geometrici, con un drappo di stoffa rossa a circa due metri di altezza, che fungeva da tendaggio improvvisato per protezione dal sole a picco, un otre di acqua attaccata alla cintola per combattere l'arsura, stavo colloquiando con quelli che la loro gente definiva i “saggi”.
Pensi che loro ascolteranno? Hanno sfruttato le nostre terre per arricchirsi, chiudendo gli occhi sulle nostre sofferenze e tutto questo per anni e anni. Come puoi credere che possa esistere una soluzione pacifica? Nessuno si fiderà, nessuno accetterà le vie diplomatiche. Obiettò il loro capo, sbattendo con forza il pugno sul basso tavolino, facendo tremare un vassoio di frutta essiccata. Era un nano muscoloso, alto per quelli della sua razza, sulla quarantina se avessi dovuto valutarne l'età secondo gli standard umani.
Scossi la testa con veemenza.
«La forza non è la soluzione. Non vi rendete conto che mentre voi cercate il conflitto con le città, i demoni approfitteranno della situazione? Chi credete che ne trarrà beneficio se nani e umani non troveranno una tregua? I demoni desiderano il caos. Ben vengano i vostri conflitti; inoltre...» mi tornarono alla mente stralci di frasi di quell'antica pergamena «...Sbaglio o vogliono annientare la vostra razza? E così facendo li state aiutando.» Erano parole dure, lo sapevo, ma in qualche modo qualcuno doleva fare il primo passo verso uno scenario più pacifico. «Volete passare dalla parte del torto? Volete che la storia vi ricordi come coloro che presero con il sangue la loro perduta eredità? L'Akeran per quanto sia difficile da accettare appartiene ad entrambi, nani e città umane. Dovreste allearvi e sconfiggere i demoni prima che sia troppo tardi.»

Calò il silenzio per un tempo lungo, molto lungo, in cui solo i nostri respiri furono udibili.
Poi tutti gli occhi pontarono su di me, quando il loro capo incrociò il mio sguardo.

Cosa proponi? Il tono di voce non dava spazio a nessuna emozione, ma era pur sempre un inizio, no?

Che avessi uno spiccato senso nel cacciarmi in situazioni spinose era qualcosa legato al mio essere.
Probabilmente Mariha mi avrebbe tirato in testa uno ad uno tutti i preziosi pezzi della sua scacchiera fino a che non fossi tornato in me.
Naturalmente ero ben conscio di quanto fosse azzardato il piano che avevo proposto; troppe cose sarebbero potute andare per il verso sbagliato. D'altra parte se fossi riuscito ad appianare i dissidi tra la cittadina e i nani di questa zona, c'era la speranza che altri ne avrebbero imitato l'esempio. In fondo erano i demoni il vero nemico.

Mi ero offerto di andare in città per cercare prendere più informazioni possibili, per capire se ci fosse ancora la possibilità di una soluzione pacifica.
Purtroppo le voci che ascoltai non erano rassicuranti.
Sembrava che una banda di mercenari fosse stata appena ingaggiata pronta a reprimere ogni assalto ribelle.
Con la mia scarsa manciata di informazioni mi diressi verso il luogo concordato per incontrarmi con un drappello di nani, l'avanguardia di un gruppo più nutrito di combattenti, se non avessi portato notizie positive.

Raggiunsi le rovine in orario, il sole al tramonto, perso nei miei pensieri, sforzandomi di trovare un modo per evitare l'accendersi di un nuovo conflitto.
Mi resi conto all'ultimo di non essere solo.
Non molto distante dalla mia posizione vi era una giovane fanciulla, di età paragonabile alla mia, seppur nell'aspetto esteriore.
Sembrava che la mia presenza l'avesse allertata.
Che ci faceva lontano dalla protezione offerta dalla cittadina?
Poi compresi, un istante prima che il drappello di nani facesse il suo ingresso.

«FERMI! Non muovetevi!» Gridai istintivamente, con tono autoritario, poi rivolgendomi alla ragazza, con voce pacata nel tentativo di rassicurarla «Non è come credete, non è...» Interruppi la frase a metà. Come potevo spiegare alla sconosciuta, probabilmente un'avventuriera assoldata da qualcuno, forse facente parte di quel gruppo di mercenari che avevo incrociato in città, che la nostra presenza in quei luoghi così vicini a Sarhakat fosse puramente pacifica?


D7g4Hgy
Kirin Rashelo

CS
[Riflessi 3, Intuito 1], «Kirin l'umano»
[Intuito 2, Intelligenza 2], «Zeross l'avatar demonico»


Energia: 100%
Danni Fisici: Illeso
Stato Emotivo: Preoccupato

Equipaggiamento

Flintlock: 3/3 [non estratta]
Schiavona [nel fodero]

Passive

Presenza Demoniaca
Kirin incute un lieve timore in chiunque gli stia accanto, purché questo non sia un demone stesso, e che sia di energia pari o inferiore a lui.

Arcanista I
Kirin è in grado di a manipolare la magia per creare delle pallottole di puro potere arcano.
In termini tecnici questi attacchi a distanza possono essere utilizzati liberamente,
ma rappresentano comunque dei semplici colpi non tecnica.


Arcanista II
Le abilità magiche possedute da Kirin saranno così elevate da superare qualsiasi processo che intercorre fra intenzione e azione,
permettendogli di utilizzare tutte le proprie tecniche di natura magica in tempi di concentrazione pressoché nulli,
generandole istantaneamente e in qualsiasi condizione psicologica.


Arcanista III
Affinando l'intelletto con l'aiuto della “Gemma della Sapienza”, Kirin ha raggiunto lo stadio ultimo dei suoi studi: la “Visione della Magia”.
Non importa come si definisca tale capacità, auspex, sesto senso, intuito, quello che conta è il poter “vedere” gli effetti arcani comprendendone la loro natura intrinseca.


Telecinesi
Taanach: quel giorno segnò la fine di quasi tutte le mie abilità "Esper".
L'unica capacità, che è sopravvissuta, consiste nel riuscire a muovere il mio equipaggiamento con la sola forza del pensiero,
senza alcun dispendio energetico, ma a distanze limitate rispetto alla mia posizione.

 
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view post Posted on 16/4/2014, 23:43

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Nel momento in cui fece sprofondare le dita dei piedi tra la fanghiglia melmosa e l'immonda spazzatura, dopo aver corso fino allo sfinimento per portare a casa il bottino di un furto, alzò lo sguardo verso di loro, i suoi fratelli, ragazzini che come lei non potevano fare altro che vivere di stenti in quegli ambienti nauseabondi e malfamati. Li osservò uno ad uno e, dopo aver ripreso fiato, sorrise vittoriosa.
I bassifondi erano stati la sua casa per anni, luogo condiviso da più e più genti, di tutte le razze, che fossero umani, orchi, nani o mezz'elfi. Gli abitanti erano i miserevoli, i falliti, gli incapaci, gli assassini, gli abbandonati, i vecchi, i giovani e, ovviamente, i bambini, come loro, che non erano colpevoli di niente se non di essere venuti al mondo.
E quel ricordo, così vivido, includeva tutti i ragazzini che Akilah aveva conosciuto in tali luoghi: Liem, il suo amico mezz'orco, compagno di avventure e disavventure, di cui non aveva notizie da anni. I fratelli gemelli Leslie, due umani, maghi del furto. Kylor, un nano timido e gentile, morto in seguito a una malattia durante uno di quei terribili inverni. E altri, di cui non ricordava più nemmeno il nome. Tanti ne aveva incontrati e, allo stesso tempo, tanti erano spariti, senza lasciar traccia, quasi non fossero mai nati.
Tale reminescenza, così improvvisa, era riaffiorata alla mente di Akilah nel momento in cui era comparsa quella strana combriccola di nani capeggiata da un ragazzo dai capelli rossi che doveva avere all'incirca la sua età. Un assortimento strano, senza ombra di dubbio. Come del resto, agli occhi della gente comune, doveva essere apparsa strana la banda di mocciosi e ladri alla quale la mezz'elfa era appartenuta, leader della quale erano stati un mezz'orco dall'aspetto inquietante e una bambina mingherlina che dava l'impressione di essere una semplice umana.
Nel pensare alla strana accoppiata che avevano formato a quei tempi, la giovane si lasciò sfuggire un sorriso. Al di là del luogo in cui, per forza di cose, erano dovuti vivere, e tralasciando le ruberie delle quali si erano macchiati le mani, erano stati diversi i bei momenti che avevano trascorso assieme. E Akilah, ne era ben conscia, doveva tutto a Liem, un ragazzo carismatico e ottimista che, nonostante l'apparenza di mezz'orco, era riuscito a raccogliere attorno a sé molti orfani e a farsi rispettare anche dagli adulti dei bassifondi.
Ecco, forse era un carisma simile che aveva spinto i nani a far affidamento sul ragazzo dai capelli rossi che ora Akilah si trovava di fronte. E forse, grazie a lui, quei nani avevano intravisto una luce, una speranza.
Una speranza, ripeté tra sé e sé.
A quel punto la mezz'elfa trasalì: cosa stava pensando in un momento simile? Erano nani quelli che si trovava di fronte, nani! E si erano spinti fino alle soglie di Sarhakat. Perché allora perdeva tempo a comparare quel gruppo con la banda di Liem, quando la sua missione prevedeva lo sconfiggere i nani e i demoni che avessero mostrato l'intenzione di entrare in città?

CITAZIONE
«Non è come credete, non è...»

Incominciò il ragazzo, interrompendosi poco dopo, forse convinto dal fatto che qualsiasi cosa avrebbe detto non sarebbe servita a giustificare la loro presenza in quel luogo. Akilah lo fissò qualche istante, nell'attesa che trovasse una scusa da rifilarle e alla quale lei potesse controbattere. Tuttavia capì poco dopo che egli non avrebbe aggiunto alcunché.
A quel punto, levatisi anche la possibilità - probabilmente vana - di giustificare le loro intenzioni, avevano stabilito indirettamente di lasciar decidere alla ragazza che cosa farne di loro.
Ella allora squadrò il ragazzo e i nani con un'espressione seria in volto, notando le armi indossate a un fianco o dietro la schiena. Non c'era alcun dubbio che il loro aspetto fosse quello di gente pronta ad intraprendere una battaglia in qualsiasi momento.

- Una banda di nani armati di tutto punto alle soglie di Sarhkat. Cosa potrei pensare? Che siete venuti per delle trattative, ora che è quasi notte? O, più probabilmente, che pensavate ad un assalto notturno? Se foste nei miei panni, ossia quelli di un mercenario assoldato per difendere la città da nani e demoni, cosa pensereste? -

Disse Akilah schiettamente, compiendo qualche passo in direzione del gruppo e portando le mani sui fianchi.
Ostilità, ecco cosa voleva mostrare nei loro confronti, seppur, in realtà, non avesse mai serbato rancore a nessun nano in particolare. Tuttavia, col fatto di essere una mercenaria, aveva capito da tempo che, per svolgere un compito, per trovare il coraggio di uccidere qualcuno, doveva lasciar perdere la sua opinione personale. Doveva essere semplicemente il pedone di qualcuno che vedeva ben più in là dello spostamento in avanti di un solo soldato.
Ora, considerando il fatto che li aveva praticamente sfidati, doveva prendersi la responsabilità di fermare o, come minimo, rallentare il loro avanzamento.
La prima cosa intelligente da fare era capire con la prima offensiva se si sarebbero lanciati all'attacco in gruppo, mostrandosi così dei vili, o se uno di loro li avrebbe rappresentati. Oppure, ancora meglio, puntare all'onore - sperando condividessero tale valore - per sfidare immediatamente uno di loro, in nome del fatto che è pura codardia attaccare una sola persona in massa. Akilah optò per la seconda scelta.
Puntò quindi il dito verso il ragazzo e parlò:

- Vi lascerò procedere con il vostro piano, qualunque esso sia, solo se tu mi batterai! -

Detto ciò, si preparò immediatamente ad attaccare.
La sua intenzione era quella di agire velocemente, approfittando dell'idea che non conoscessero le sue autentiche capacità per coglierli di sorpresa.
Il fatto che indossasse una corazza e che possedesse una spada, infatti, poteva trarre in inganno e far credere che ella fosse un semplice mercenario quando, in realtà, conosceva la magia e alcune tecniche di natura psionica.
Per fare in modo di incrementare tale illusione, pose mano all'elsa della katana. Allo stesso tempo però, con il braccio libero, avrebbe lanciato una scarica telecinetica verso l'avversario, con l'intenzione di attirarlo verso di sé. Se fosse riuscita nell'intento, si sarebbe scansata di lato, in modo che il ragazzo finisse a cozzare contro il muro portante della chiesetta.
A quel punto, approfittando dell'ostacolo alle spalle dell'avversario che ne avrebbe limitato i movimenti e del probabile poco equilibrio dovuto all'urto, avrebbe sollevato, tramite il suo potere psionico, detriti di piccole dimensioni dal suolo. Questi, roteando, avrebbero raggiunto il ragazzo da diverse posizioni e, se l'avessero colpito, gli avrebbero provocato delle ferite di lieve entità.
Piano d'attacco piuttosto semplice, tutto sommato. Ma in fondo, come l'avversario non la conosceva, neanche la mezz'elfa sapeva niente di lui, per cui, per il momento, era importante andare cauti ed evitare di sprecare troppe energie.


-Parlato Akilah-


Link Scheda


Fisico: Illeso
Mente: Illesa (Determinata)
Energia: 100% - 10% - 5% = 85%
CS: +2 velocità




Riassunto azioni:

Akilah fa credere all'avversario di attaccarlo con la spada, quando in realtà usa la Raffica telecinetica per attirarlo a sé e farlo scontrare contro il muro portante della chiesa. Poi approfitta del probabile poco equilibrio di Kirin per attaccarlo con detriti roteanti provenienti da più direzioni. [Potere rotatorio].

Passive in uso:

-Talento Acrobata (I livello): il possessore del talento padroneggia totalmente i movimenti del proprio corpo, ignorando qualsiasi normale vincolo fisico. In tal senso, il possessore del talento potrà contorcere i propri arti, la propria testa ed il proprio busto come se fosse una marionetta, ossia un corpo inanimato e del tutto privo di limitazioni di sorta dovute ad ossa e muscoli. Potrà quindi divincolarsi liberamente: avrà la possibilità di girare la testa di centottanta gradi; di piegare le gambe e le braccia in qualunque direzione ed angolatura; o in generale di compiere movimenti innaturali che altrimenti gli sarebbero preclusi. In termini tecnici è possibile sfruttare questa passiva per liberarsi da corde, manette o simili impedimenti che legano il personaggio, di attraversare spazi notevolmente più piccoli del corpo del personaggio stesso o altro ancora.

-Talento Acrobata (II livello): al secondo livello i possessori di questo talento potranno godere di un equilibrio perfetto, qualunque sia la situazione nella quale si trovino. Essi saranno quindi sempre in grado di cadere sui propri piedi e senza subire alcun danno, indipendentemente dalla violenza con cui stavano toccando terra o quanto violento sia stato il tracollo. La perfezione con cui sapranno muovere il loro baricentro permetterà loro di ottenere anche altri notevoli risultati: sarà impossibile ad esempio buttarli a terra con una semplice spinta e potranno attraversare superfici strettissime senza il timore di perdere l'equilibrio e caderne al di sotto.

-Abilità razziale: Sensi migliorati (Vista acuta). Esclusi e denigrati, i mezz'elfi hanno dovuto arrangiarsi per vivere, pur non possedendo un corpo forte in grado di affrontare qualsiasi tipo di situazione. Questa vita di stenti li ha costretti, per la maggior parte, a divenire ladri, assassini o simili.
Evolvendosi in questa direzione, quindi, la loro razza ha migliorato le prestazioni sensoriali, consentendo a ciascuno di sviluppare un particolare senso oltre ogni normale limite. Pertanto, chiunque scelga la classe del mezz'elfo potrà decidere, al momento dell'inserimento in scheda della passiva razziale, un senso nello specifico da sviluppare, potendo dotare il proprio personaggio di un udito finissimo, di una vista pari a quella di un falco o di un felino, di un olfatto al pari del più caparbio segugio, o altro. Il senso prescelto va specificato al momento dell'inserimento in scheda dell'abilità e non potrà più essere modificato.

Attive in uso:

- Raffica telecinetica: Il mago lancia una scarica di potere telecinetico che ha come bersaglio un nemico o un oggetto, con lo scopo di infliggere danni o difendersi.
La tecnica ha natura Magica. Il mago scaglia una scarica telecinetica verso un oggetto o verso il proprio avversario, allo scopo di scagliarli o di attirarli verso di sé. La tecnica infligge danni da impatto o da contatto con l'oggetto scagliato. A seconda delle situazione è possibile utilizzare questa tecnica anche con una valenza offensiva o difensiva.
Consumo di energia: Medio

- Potere rotario: Grazie alle capacità di manipolare da lontano gli oggetti, Akilah riesce ad imprimere un potere rotatorio a cose come sassi o foglie rendendole taglienti, indirizzandole poi verso l'avversario. In tal modo, se l'ambiente è propizio, avrà sempre a disposizioni armi di piccolo taglio.
Abilità di natura magica. Gli oggetti infliggeranno complessivamente un danno Basso all'avversario.
 
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view post Posted on 26/4/2014, 16:26
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Suzushikei
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Dalle Cronache
della Fenice


Di Canti e di Leggende
II


For ancient king and elvish lord
There many a gleaming golden hoard
They shaped and wrought, and light they caught
To hide in gems on hilt of sward.
On silver necklaces they strung
The flowering stars, on crowns they hung
The dragon-fire, in twisted wire
They meshed the light of moon and sun.


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«Parlato (Umano)» «Parlato (Avatar)» Pensato Narrato



Stralci di Pergamena:
Ghuthir era nata tra le onde del mare...
Il mistero di una infante trovata a bordo di una nave, la cui storia si era persa tra le sabbie del tempo.
Cresciuta da una influente famiglia di mercanti, la nana aveva sviluppato un dono per gli affari,
merito forse del duro apprendistato cui era stata sottoposta dal padre adottivo.
Secondogenita, per tradizione non avrebbe ereditato il patrimonio, ma solo la direzione degli affari.

La Perla era la sua città: un affresco di mille colori che dipingevano una leggenda.
Ur Lachesh era meraviglia, un luogo dove tutto era possibile, ma quel sogno era destinato a spegnersi...

Rorek, Ghuthir, Malacath, Chaldri...
Avevano aperto il vaso di “Pandora” e ne erano fuoriusciti i mali del mondo.
Abomini come mai si erano visti, né sognati nei peggiori degli incubi.
Sui quattro artefici di quella sventura, gravava il destino della Perla e dei suoi abitanti,
ma quel gruppetto unito da un fato capriccioso non era destinato a ricoprire il ruolo della “Speranza”.

[cit.]

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Cos'altro avrei potuto aggiungere in quei preziosi momenti, in cui il silenzio era calato attorno a noi, per tentare di spiegare l'equivoco in cui probabilmente la ragazza era incorsa. Purtroppo le parole si rifiutavano di uscire dalle mie labbra, incapace di pronunciare un discorso che alle sue orecchie, no anche alle mie orecchie, sarebbe risultato falso. Tra le rovine di un passato lontano, appartenute a coloro che oggi rivendicavano la loro “Casa”, non potevo mentire, non potevo giurare che il gruppo dei nani che si era unito a me avrebbe lasciato perdere ogni rivendicazione su Sarhakat. Non dopo aver riferito loro della banda dei mercenari, chiaro segno dell'impossibilità di un dialogo tra due popoli, la cui unica colpa era quella di vivere in tempi in cui tutti diffidavano di tutti. La tensione di quel momento era palpabile, percepibile come una lama pronta a recidere ogni speranza, se qualcuno avesse compiuto una mossa falsa. Non era nella natura dei nani restare in assoluto silenzio, lasciare che il destino decidesse della loro sorte. I loro respiri, i loro mormorii si stavano levando come le prime onde di una marea, che poteva solo salire inghiottendo ogni singolo granello di sabbia, se nessuno avesse alzato in tempo dei soldi argini. Quello era il mio compito, il compito che mi ero imposto per non vedere altra sofferenza, altro sangue versato per un ideale che avrebbe portato solo al martirio. Lo stendardo della libertà non doveva innalzarsi su una collina di corpi senza vita, sia che appartenessero all'una o all'altra fazione. Per quanto riguardava i demoni, non avrei concesso alcuna tregua, non avrei sprecato parole per giustificare la lama che avrei levato verso di loro. Non potevo perdonare, non volevo lasciare che nessun dubbio si insinuasse nella mia mente. Ero a conoscenza di quali atrocità fossero in grado di compiere coloro il cui sangue scorreva nelle mie vene, ero ben conscio del piacere provato nel pervertire e nello straziare anime innocenti, troncando ogni possibilità di speranza... Sapevo... lo avevo letto in quelle frasi vergate con inchiostro cremisi trascritte prima che la Maledizione cancellasse ogni mio ricordo, memento di un comportamento che non avrebbe dovuto appartenermi, ma che avevo fatto mio esistenza dopo esistenza, nascondendo la mia anima demoniaca nell'innocenza di un bambino ancora immaturo per camminare nel mondo degli adulti.

Furono le parole della fanciulla a riportarmi alla realtà.
Era un discorso sensato, che mi sarei aspettato di ascoltare dalla sua voce.
Lei non poteva sapere che incidentalmente quelle rovine erano state scelte come luogo di appuntamento, ove riferire le informazioni apprese durante la mia visita alla cittadina. La giovane mercenaria ignorava che l'ultimo dei miei desideri fosse quello di scatenare una sortita notturna, che per quanto efficace, non era nelle mie intenzioni. La misteriosa ragazza non si rendeva conto di quanto quelle frasi stessero mettendo a dura prova l'onore dei nani.
Erano accuse forti, dettate semplicemente dall'istinto di sopravvivenza.
Per lei eravamo nemici, lo scopo della sua presenza a Sarhakat. Non poteva né doveva permettersi il lusso di considerare altre opzioni.
Non era nella posizione per farlo. Se fossi stato nei suoi panni, avrei potuto credere in qualcos'altro? Come dovevano apparire ai suoi occhi un ragazzo circondato da un drappello di nani armati? Era innegabile che non potevamo essere lì per una scampagnata notturna, ad ammirare il cielo stellato.
Eppure per quanto il suo viso dai lineamenti delicati avesse assunto un'espressione seria, le sue movenze si fossero fatte più sfrontate, qualcosa nelle sue parole stonava con quel suo senso di sicurezza; come se...

...Neanche tu vuoi arrivare ad uno scontro, non è vero?

La conclusione di un pensiero che, per quanto folle, si era insinuato a forza nella mia mente.

Forse esisteva una possibilità, seppure minima, di opporsi ad un destino che sembrava ormai già deciso da quello sfortunato incontro.

- Vi lascerò procedere con il vostro piano, qualunque esso sia, solo se tu mi batterai! -

Spalancai gli occhi dalla sorpresa, quasi incapace di credere a quello che il mio udito aveva appena sentito.

Il brusio alle mie spalle aumentò pericolosamente di intensità per poi smorzarsi in una serie di borbottii. Quella ragazza aveva compiuto una mossa molto rischiosa o forse era tutto calcolato, questo non potevo saperlo. Aveva fatto affidamento sull'onore di un popolo che per tempi immemori era stato costretto a scegliere tra una vita di schiavitù o un'esistenza da nomade, aggrappandosi a quei pochi ricordi degli antichi fasti della loro civiltà perduta.

«D'accordo. Hai la mia... la nostra promessa...» replicai serio, facendo segno con la mano destra ai nani di indietreggiare, confidando che nessuno di loro avrebbe infranto la parola data all'accampamento.
Non aggiunsi altro, notando la mano della fanciulla muoversi verso l'elsa della spada, segno che lo scontro aveva avuto inizio.

Mi resi conto del suo inganno grazie alla mia connessione con l'energia arcana, al mio sesto senso per la magia, frutto di un duro addestramento. Un campanello d'allarme scattò nella mia testa l'istante successivo dopo che il mio sguardo si posò sul braccio libero, teso nella mia direzione. Istintivamente lasciai che la mia magia fluisse all'esterno avvolgendomi in uno scudo protettivo impervio ad ogni suo tentativo di attaccarmi con la magia.

Subdola, la fanciulla... Eppure quel pensiero non mi diede fastidio, anzi sulle mie labbra affiorò un sorriso divertito.
Sarebbe stato uno scontro interessante e forse...

Non ebbi tempo per concludere quelle riflessioni mentali, che un nuovo attacco sopraggiunse cogliendomi impreparato.
Un sibilo accompagnato da uno spostamento d'aria fu la sola avvisaglia dell'attacco telecinetico che mi colpì da ogni direzione.
Poco dopo frammenti appartenuti ad edifici ormai in rovina, sassi circondati da vegetazione erano sparsi ai miei piedi, mentre imprecavo contro la mia stupidità. Non avevo subito danni tali da farmi gemere dal dolore; in fondo non erano che delle leggere contusioni, cui sarebbero seguiti dei lividi a breve, nulla di serio insomma. La mia pericolosa leggerezza era l'aver abbassato la guardia, anche per un sinolo momento, sottovalutando la versatilità di quella ragazza.

«Mi sarei aspettato da te un comportamento più onesto, ma suppongo di non poterlo pretendere, nonostante la parola data...» considerai, cercando di capire se fosse stato il suo istinto di mercenario ad aver avuto il sopravvento, lasciando da parte i discorsi sull'onore e lo scontro leale.
A dispetto della pura evidenza dei fatti, volevo credere che forse neanche lei avesse cercato lo scontro, che in qualche modo avrei potuto convincerla della sincerità dei miei propositi... Se solo avessi avuto la possibilità di spiegarmi.
D'altra parte avevo la vita di quel gruppo di nani tra le mie mani, non potevo lasciarmi andare ad inutili sentimentalismi, non durante lo scontro.
Non potevo escludere che quella ragazza stesse cercando di prendere tempo, in attesa di rinforzi. In fondo, chi durante un periodo di crisi rischierebbe di farsi sorprendere da solo da un drappello di nemici, demoni o nani che fossero?
Non potevo permettermi di farmi confondere del mio buonismo, per quanto la sola idea mi disgustasse dovevo concludere quello scontro il prima possibile.
Ingoiai amaro, mascherando con un'espressione decisa il mio senso di colpa, la mia voglia di tentare ancora una volta la via del dialogo, ma sapevo che non me lo potevo permettere.


«Speravo di combattere solo contro i demoni, i veri nemici di ogni altra razza, ma a quanto pare sarò costretto a non frenare la mia mano contro chi speravo di non doverla alzare.» Mentre parlavo attinsi ai miei poteri mentali scagliando a malincuore uno dei miei attacchi più letali, lasciando che l'urlo mentale l'investisse nel tentativo di indebolirne lo spirito combattivo, cercando di ledere le sue abilità innate.
Non sapevo se sperare che quell'attacco andasse a segno o meno, ma non potevo indugiare ad attenderne l'esito.
Impugnai con la mano sinistra la flintlock e prendendo la mira, feci fuoco in direzione della spalla dell'arto la cui mano aveva precedentemente sfiorato l'elsa della spada. Se fosse andato a segno, forse il proiettile avrebbe potuto danneggiare la mobilità del suo braccio.
Mi sentivo veramente male a dover agire in quel modo, ma cos'altro mi restava se non potevo ricorrere alla diplomazia?
Potevo solo pregare di non far prendere il sopravvento alla mia natura demoniaca, a quel sangue impuro che era la mia linfa vitale.

D7g4Hgy
Kirin Rashelo

CS
[Riflessi 3, Intuito 1], «Kirin l'umano»
[Intuito 2, Intelligenza 2], «Zeross l'avatar demonico»


Energia: 70% [100% - (10, Muro di Forza, - 20, Urlo dell'Anima)%]
Danni Fisici: Basso, contusioni sparse sul corpo.
Stato Emotivo: Teso

Equipaggiamento

Flintlock: 2/3 [impugnata con la mancina]
Schiavona [nel fodero]

Passive

Presenza Demoniaca
Kirin incute un lieve timore in chiunque gli stia accanto, purché questo non sia un demone stesso, e che sia di energia pari o inferiore a lui.

Arcanista I
Kirin è in grado di a manipolare la magia per creare delle pallottole di puro potere arcano.
In termini tecnici questi attacchi a distanza possono essere utilizzati liberamente,
ma rappresentano comunque dei semplici colpi non tecnica.


Arcanista II
Le abilità magiche possedute da Kirin saranno così elevate da superare qualsiasi processo che intercorre fra intenzione e azione,
permettendogli di utilizzare tutte le proprie tecniche di natura magica in tempi di concentrazione pressoché nulli,
generandole istantaneamente e in qualsiasi condizione psicologica.


Arcanista III
Affinando l'intelletto con l'aiuto della “Gemma della Sapienza”, Kirin ha raggiunto lo stadio ultimo dei suoi studi: la “Visione della Magia”.
Non importa come si definisca tale capacità, auspex, sesto senso, intuito, quello che conta è il poter “vedere” gli effetti arcani comprendendone la loro natura intrinseca.


Telecinesi
Taanach: quel giorno segnò la fine di quasi tutte le mie abilità "Esper".
L'unica capacità, che è sopravvissuta, consiste nel riuscire a muovere il mio equipaggiamento con la sola forza del pensiero,
senza alcun dispendio energetico, ma a distanze limitate rispetto alla mia posizione.


Attive


Muro di Forza
Attraverso la manipolazione della arti arcane sono in grado di elevare a mia protezione una barriera di forza invisibile.
Note Tecniche: L'incantesimo è difensivo, singolo bersaglio.
Tecnica di natura magica.
Consumo di energia: Variabile


Pergamena
◊ Urlo dell'Anima ◊

Squarciare l'anima

Il mago attinge alle energie mentali per logorare l'avversario, attaccando la Psiche, limitandone le capacità.
Il mago, focalizzando lo sguardo sull'avversario, sarà in grado di infliggergli sia un danno Medio psionico che una diminuzione di 2 CS.
Note: Tecnica di Natura Psionica.
Consumo di energia: Alto



Riassunto
Kirin, grazie al suo sesto senso per la magia, riesce a difendersi dalla spinta telecinetica sollevando una barriera protettiva. Viene, però, colto di sorpresa dal successivo attacco, subendo l'intero danno causato dai dedriti lanciati telecineticamente dalla ragazza. Pur a malincuore, l'avatar decide di fare ricorso ad ogni sua energia per concludere lo scontro il più rapidamente possibile, scagliando contro Akilah un attacco psionico e un colpo di arma da fuoco, nel tentativo di ridurre le sue capacità offensive.

Note
Un piccolo tributo nostalgico ad una storia persa nel flusso del tempo.

Mi spiace per il ritardo, ma ho avuto un brutto periodo. Non era mia intenzione scomparire. Voglio sinceramente portare questo scontro a termine. ç__ç

Edit: Ho aggiunto un code che mi era sfuggito.
Spero non sia un problema.^^''


Edited by Shinodari - 27/4/2014, 08:18
 
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C'era stato qualcosa, nel ragazzo, che l'aveva fatto agire per tempo evitandogli così di venire colpito dalla prima tecnica della mezz'elfa. Non si trattava di maggior agilità nei movimenti, ma di una sorta di sentore che gli aveva fatto prevedere le intenzioni dell'avversario. Egli difatti aveva reagito con una tecnica difensiva magica, qualcosa di simile ad una barriera, nello stesso momento in cui lei scagliava l'offensiva, con la conseguenza che la prima parte della strategia non andò a buon fine. Dalla seconda tecnica invece, forse per via della perdita del contatto visivo, il ragazzo non era riuscito a difendersi, subendo perciò dei tagli superficiali e piccole contusioni.
Akilah, dunque, aveva capito alcune cose da quella prima offensiva: in primo luogo, anch'egli conosceva e utilizzava tecniche di natura magica. Inoltre sembrava che il cosiddetto "attacco a sorpresa", dovuto al fatto che egli non conoscesse le capacità dell'avversaria, non fosse andato a buon fine, il che poteva far intendere che sarebbe stato difficile studiare una strategia di fronte a lui senza che egli ne prevedesse almeno una parte. Allo stesso tempo, però, anche se forse era troppo presto per affermarlo, pareva che i due avessero più o meno la stessa forza, almeno in materia difensiva. Difficilmente, infatti, un avversario si sarebbe fatto fregare da detriti lanciatigli contro se fosse stato più forte e abile di colui che lo aveva attaccato. Allo stesso tempo, però, se fosse stato più debole non avrebbe avuto modo di difendersi completamente dalla Raffica telecinetica. Tutto ciò poteva tradursi in uno stimolo a dare il meglio di sé, visto che, a parità o quasi di abilità e conoscenza di tecniche, ciò che aveva la meglio poteva essere una miglior strategia, una maggiore lucidità, la fortuna del momento o qualcosa del genere. E cosa c'era di meglio, in uno scontro alla pari, di rendersi conto di quale sarebbe stato lo scalino che avrebbe innalzato di un poco uno dei due avverari, portandolo alla vittoria?
La giovane mezz'elfa sorrise. Amava le sfide, che aveva sempre cercato di portare a termine, qualsiasi fosse stato il loro esito. Questa, tuttavia, era una caratteristica che aveva acquisito negli ultimi anni: quando era piccola non sopportava l'idea di avere una persona contro di lei, per cui cercava di andare d'amore e d'accordo anche con chi non aveva in simpatia. La vita, però, l'aveva in seguito posta di fronte a così tante sfide che lei aveva dovuto prendere una decisione: soccombere o lottare al massimo delle proprie forze. Per sua fortuna aveva avuto modo di incontrare qualcuno che l'aveva messa nella strada giusta. Se infatti ora era una giovane donna determinata e dall'animo forte, lo doveva in buona parte al suo amico mezz'orco.
Peccato, considerò Akilah, che non avesse un obiettivo da raggiungere, un sogno da realizzare. In tal caso, grazie alla sua determinazione, avrebbe lottato per qualcosa di significativo, qualcosa che voleva lei, e non per ottenere un semplice compenso in quanto mercenario che svolge i compiti assegnatigli.
Osservò attentamente il suo avversario, poi i nani alle sue spalle. Loro, ne era sicura, erano lì per una ragione ben più valida della sua, qualunque essa fosse. Avevano più motivo di lei a procedere con il loro piano ma, nonostante ciò, lei non li avrebbe fatti andare avanti, in nome del rispetto che aveva per la banda di mercenari che l'aveva accolta tra le sue fila.
Mentre rifletteva così, l'avversario parlò:

CITAZIONE
«Mi sarei aspettato da te un comportamento più onesto, ma suppongo di non poterlo pretendere, nonostante la parola data...»

Akilah inclinò leggermente il capo di lato, chiedendosi a cosa si riferisse. Poi le venne in mente che probabilmente stesse parlando dell'attacco di poco prima.
Fece una breve risata, consapevole di essere stata fraintesa.

- Si tratta di strategia. L'onestà, in questo caso, c'entra ben poco. Tu ti lanceresti in un attacco frontale contro qualcuno di cui non conosci niente, affinché ciò che hai intenzione di fare appaia chiaro?
E poi chi ti dice che io sia o non sia onesta? Se ho puntato - speranzosa - sull'onestà del popolo nanico è perché, nel caso in cui mi trovo, sola contro tutti, si tratta di una mossa furba, che però non può far capire se io sono onesta o meno. -


Concluse il discorsetto stupendosi di quanto spontaneamente e semplicemente avesse parlato. Non era solita usare così tante parole. Quel ragazzo, tuttavia, aveva un qualcosa che la spingeva ad essere schietta ed aperta nei suoi confronti, nella speranza che non si facesse un'idea sbagliata di lei. Cos'era che la portava a ragionare così? Quell'aria di capo carismatico e un poco intimorente?
Non ebbe modo di rispondersi, perché il ragazzo continuò dicendo:

CITAZIONE
«Speravo di combattere solo contro i demoni, i veri nemici di ogni altra razza, ma a quanto pare sarò costretto a non frenare la mia mano contro chi speravo di non doverla alzare.»

Demoni? E ora quelli cosa c'entravano? Akilah increspò le labbra, domandandosi se stesse dicendo la verità o se stesse cercando di confonderla. In fondo tutte le prove erano contro di loro, dal trovarsi vicino a Sarhakat al tramonto quando sapevano che in città c'erano solo nemici, all'essere armati fino ai denti. Nel momento in cui volle accertarsi della cosa, però, qualcosa glielo impedì.
Fu un evento davvero inatteso, un urlo improvviso che le attraverso la mente e che la costrinse a mettersi le mani tra le orecchie e le tempie. Chi stava urlando? A chi apparteneva quel grido straziante e assordante, che le faceva addirittura annebbiare la vista? Perse per un attimo l'equilibrio, finendo con le ginocchia per terra. Nonostante si coprisse le orecchie, però, il suono non si attutiva. Guardò l'avversario e i suoi compagni che si trovavano di fronte a lei. La loro immagine era poco nitida, ma chiara a sufficienza da farle capire che nessuno di loro stava urlando. Era qualcosa che proveniva da dentro di lei, qualcosa che aveva lo scopo di confonderla e limitarne i movimenti e le capacità... Una tecnica psionica? Gli occhi di Akilah si allargarono impercettibilmente a seguito di quella rivelazione. Sapendo cosa doveva fare in casi simili, estrasse un coltello e, concentrandosi in modo da allontanare da sé la tecnica, inflisse un colpo alla coscia della gamba sinistra. La punta del coltello causò una ferita piuttosto profonda, dolorosa, ma almeno la rese nuovamente lucida.
Quando però sollevò nuovamente lo sguardo verso l'avversario, lo vide puntarle contro una pistola. Non ebbe tempo di pensare a difendersi con alcuna tecnica, considerato il caos mentale di poco prima. Si limitò perciò a gettarsi di lato, sperando di scansarlo almeno in parte. Fortunatamente il suo intento riuscì e l'unico danno che riportò fu una ferita poco profonda a livello del deltoide.
A quel punto si rimise in piedi, cercando di non pensare alla fitta che le diede la gamba ferita nel momento in cui compì il movimento. Era un poco provata da quell'ultimo attacco ma non sarebbe stato di certo questo a fermarla. Anzi, per quanto possibile, si adoperò addirittura per mostrare un'espressione ancora più determinata.
In quell'istante le tornarono in mente le parole del ragazzo. Volle fare chiarezza sulla questione che li aveva portati a scontrarsi, così da avere un'idea di chi davvero si trovava di fronte:

- Mi vorresti dire che vi trovavate qua per sconfiggere dei demoni? Ora come ora però le città sono nemici dei nani quanto i demoni, no?
Se davvero hai delle motivazioni valide mi piacerebbe ascoltarle. -


Prima di dargli tempo per rispondere però, decise che era il suo momento per attaccare. E lo avrebbe fatto puntando sulla sua tecnica più forte.
Concentrò fuori dal suo corpo una parte di energia che, nel momento in cui diventò visibile sotto forma di piccoli fulmini, fu scagliata a gran velocità verso il ragazzo.
Poi estrasse dalla fodera la katana e, stringendo i denti per non pensare al dolore provocatole dalla ferita sulla gamba, tentò di colpirlo con un fendente sul braccio che reggeva la pistola.
Infine, mentre si allontanava di qualche passo da lui mantenendo lo sguardo fisso sulla sua figura, avrebbe riposto l'arma, preparandosi ad affrontare la sua risposta e il suo prossimo attacco.


-Parlato Akilah-


Fisico: Ferita profonda sulla coscia sinistra (Danno medio) + Taglio superficiale sul deltoide del braccio destro (Danno basso)
Mente: Affaticamento causato da una tecnica psionica (Danno medio)
Energia: 85% - 10% - 20% = 55%
CS: +2 velocità




Riassunto azioni: Akilah si difende dalla offensiva psionica avversaria utilizzando la tecnica Lucidità, che le permette di riacquistare il controllo dei propri sensi. Per far ciò si causa una ferita da accoltellamento su una gamba. In seguito cerca di difendersi dal colpo di arma da fuoco scansandosi di lato, procurandosi un taglio superficiale sulla spalla.
Durante il suo turno d'attacco, utilizza inizialmente l'abilità Energia interiore (abilità variabile, usata spendendo un tot di energia pari ad alto), scagliando contro l'avversario delle scariche elettriche. Infine cerca di colpirlo con un fendente della katana.

Passive in uso:

-Talento Acrobata (I livello): il possessore del talento padroneggia totalmente i movimenti del proprio corpo, ignorando qualsiasi normale vincolo fisico. In tal senso, il possessore del talento potrà contorcere i propri arti, la propria testa ed il proprio busto come se fosse una marionetta, ossia un corpo inanimato e del tutto privo di limitazioni di sorta dovute ad ossa e muscoli. Potrà quindi divincolarsi liberamente: avrà la possibilità di girare la testa di centottanta gradi; di piegare le gambe e le braccia in qualunque direzione ed angolatura; o in generale di compiere movimenti innaturali che altrimenti gli sarebbero preclusi. In termini tecnici è possibile sfruttare questa passiva per liberarsi da corde, manette o simili impedimenti che legano il personaggio, di attraversare spazi notevolmente più piccoli del corpo del personaggio stesso o altro ancora.

-Talento Acrobata (II livello): al secondo livello i possessori di questo talento potranno godere di un equilibrio perfetto, qualunque sia la situazione nella quale si trovino. Essi saranno quindi sempre in grado di cadere sui propri piedi e senza subire alcun danno, indipendentemente dalla violenza con cui stavano toccando terra o quanto violento sia stato il tracollo. La perfezione con cui sapranno muovere il loro baricentro permetterà loro di ottenere anche altri notevoli risultati: sarà impossibile ad esempio buttarli a terra con una semplice spinta e potranno attraversare superfici strettissime senza il timore di perdere l'equilibrio e caderne al di sotto.

-Abilità razziale: Sensi migliorati (Vista acuta). Esclusi e denigrati, i mezz'elfi hanno dovuto arrangiarsi per vivere, pur non possedendo un corpo forte in grado di affrontare qualsiasi tipo di situazione. Questa vita di stenti li ha costretti, per la maggior parte, a divenire ladri, assassini o simili.
Evolvendosi in questa direzione, quindi, la loro razza ha migliorato le prestazioni sensoriali, consentendo a ciascuno di sviluppare un particolare senso oltre ogni normale limite. Pertanto, chiunque scelga la classe del mezz'elfo potrà decidere, al momento dell'inserimento in scheda della passiva razziale, un senso nello specifico da sviluppare, potendo dotare il proprio personaggio di un udito finissimo, di una vista pari a quella di un falco o di un felino, di un olfatto al pari del più caparbio segugio, o altro. Il senso prescelto va specificato al momento dell'inserimento in scheda dell'abilità e non potrà più essere modificato.

Attive in uso:

- Lucidità: Il mentalista ferisce il proprio corpo, usando il dolore fisico per ritrovare lucidità nella sua mente.
La tecnica è una guarigione di natura psionica. Il mentalista sfrutta il dolore fisico per ritrovare la propria lucidità mentale, concentrandosi su questo e ritrovando la propria sanità intellettiva. Infliggendosi una ferita di livello Medio, e spendendo un ulteriore consumo energetico, il dolore provocato dal gesto distoglierà la mente del caster dalle afflizioni mentali subite, guarendo la propria mente. Il mentalista sarà quindi in grado di curare un danno psionico pari a Medio, pur senza ignorare il dolore fisico causato dalla ferita autoinflitta.
Consumo di energia: Medio

- Energia interiore: L’utilizzo della magia ha fatto comprendere ad Akilah di avere un’enorme energia interiore da poter controllare liberamente al di fuori del corpo. La mezz’elfa riuscirà perciò a richiamare tale risorsa fuori di sé a suo piacere, dove si comporterà come tante scariche elettriche che potranno essere dirette verso l’avversario. Inoltre, se Akilah si limiterà a concentrare tale energia attorno ad un arto, riuscirà a potenziare un attacco fisico compiuto con lo stesso. L’energia può assumere di volta in volta un colore diverso, anche se in genere è bianca.
Tale abilità è di natura magica. E’ a consumo variabile e può essere usata solo contro un avversario per volta a scopo offensivo. (Alto)
 
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Suzushikei
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Dalle Cronache
della Fenice


Di Canti e di Leggende
III


Far over the misty mountains cold
To dungeouns deep and caverns old
We must away, ere break of day,
To claim our long-forgotten gold.

Goblets they carved there for themselves
And harps of gold; where no man delves
There lay they long, and many a song
Was sung unheard by men or elves.
The pines were roaring on the height,
The winds were moaning in the night,
The fire was red, it flaming spread;
The trees like torches blazed with light.
The bells were ringing in the dale
And men looked up with faces pale;
The dragon's ire more fierce than fire
Laid low their towers and houses frail.


torneo3_zps958203a7


«Parlato (Umano)» «Parlato (Avatar)» Pensato Narrato



Il grido mentale era scaturito dal mio animo, era il desiderio colpevole di voler cessare ogni offesa con quell'unica singola subdola malia.
Era stata una mossa poco onorevole, di questo ero ben conscio, ma per quanto potessi fidarmi dell'onore dei nani, ci trovavamo pur sempre in un territorio conteso e pericolosamente vicini ad una città umana per nulla indifesa.
Volevo evitare che quella singola sfida si trasformasse in un pretesto per un scontro di proporzioni più elevate. Desideravo impedire ulteriore spargimenti di sangue tra due razze che lottavano per la loro stessa sopravvivenza.
Quando mi resi conto che la sua notevole prontezza di riflessi aveva impedito alla fanciulla di soccombere al mio attacco, ne fui stranamente sollevato. Un sentimento assai diverso dal più razionale senso di delusione, che avrei dovuto provare. In fondo il mio piano aveva perso efficacia grazie ad un gesto semplice, ma arguto: auto infliggersi dolore per combattere la malia psichica. Non che avessi prove a supportare quell'intuizione nata da un semplice ragionamento sulla base di pure speculazioni, né potevo escludere che fosse ricorda ad un qualche tipo di difesa che avesse come catalizzatore il sangue.
Fu sollevato quando la vidi rialzarsi illesa, risplendere di una determinazione che raramente avevo visto brillare negli occhi di qualcuno, sofferente nel fisico eppure determinata a non cedere.
Ancora una volta mi stupii di quel sentimento che non aveva ragion d'essere, irrazionale per chi stava mettendo in gioco la sua vita.
Eppure volevo credere che non fosse un'emozione stonata, un tentativo della mia mente di cancellare il fallito tentativo di porre rapidamente fine allo scontro.
No, quello che provavo era reale, la verità che si nascondeva dietro la menzogna. Io desideravo, volevo continuare quella danza affascinante, ma letale, in cui ero stato coinvolto da quella ragazza sconosciuta. E per quanto fosse poco saggio voler conoscere il proprio avversario durante un duello, io non avrei smesso di parlarle, di creare un punto di contatto che non fosse quello di ferirci a vicenda.

- Mi vorresti dire che vi trovavate qua per sconfiggere dei demoni? Ora come ora però le città sono nemici dei nani quanto i demoni, no?
Se davvero hai delle motivazioni valide mi piacerebbe ascoltarle. -
la sentii replicare.

Forse anche lei era disposta al dialogo dopotutto o forse...

Dannazione! Imprecai mentalmente, rendendomi conto che quelle parole erano state orchestrate ad arte per fungere da diversivo. Lezioni di strategia secondo la giovane mercenaria. Lezioni che non ero disposto ad apprendere sulla mia pelle.
Non sarebbe stato difficile disperdere quella pura forza arcana scaturita sotto forma di crepitanti fulmini attinici, ergere a mia difesa un muro di forza che spegnesse la potenza di quell'effetto magico. Invece decisi di rischiare, di tentare di confondere la ragazza riguardo le mie reali capacità e al contempo di risparmiare energie preziose in vista di uno scontro che non sembrava giungere ad una rapida conclusione.
Avevo pochi istanti per pensare, pochi attimi per contrastare il suo attacco.
Rilasciai l'energia magica per creare una barriera che avrebbe arginato solo parzialmente il colpo diretto alla mia persona. Subii in parte il danno, stringendo i denti per resistere al dolore provocato da quelle scariche elettriche. Faceva dannatamente male, ma relegai nelle profondità del mio animo la voce della coscienza che mi stava urlando contro per quel gesto impulsivo, alquanto folle che avevo appena compiuto. D'altra parte non avevo tempo per un simposio mentale, vedendomi arrivare contro la fanciulla armata di katana.
Rapidamente gettai la flintlock a terra, sguainando la spada con la destra e muovendo l'arto in modo che la katana avversaria impattasse tra la guardia e la lama della schiavona. Il contraccolpo fu forte e mi dovetti aiutare con la sinistra per reggere l'arma, facendo in modo che la sua lama scivolasse sulla mia, allontanandola dal mio braccio. Accompagnai l'azione muovendomi lateralmente per lasciarla passare.
Sebbene l'attacco sembrasse avere avuto un esito nullo, lo sforzo sostenuto per evitare di rimanere ferito, mi aveva provocato un certo intorpidimento della mano destra. Ed ero ben conscio che il fastidio che stavo provando in quel momento fosse il frutto di uno stiramento.
Un compromesso che potevo accettare. Non ci tenevo ad assaggiare il filo della katana sul mio corpo.
Un vero guerriero avrebbe pressato l'attacco, senza concedere al suo nemico il tempo di riprendere fiato.
Ma io non mi sentivo tale, io volevo capire.
Non comprendevo perché lei avesse rinfoderato la spada. Forse era un tentativo di depistarmi, di non farmi capire quale sarebbe stata la sua mossa successiva.
Misi in conto tale ipotesi, mentre ripresi la parola, senza mai togliere lo sguardo da lei, i sensi in allerta.

«Vuoi conoscere realmente le motivazioni che mi hanno spinto fin qui oppure le tue parole sono semplicemente un diversivo per tentare di colpirmi di sorpresa?» Le chiesi, serio in volto. «Dubito fortemente che mi concederesti il tempo per spiegarmi, per farti comprendere. Posso solo dirti che no, non mi trovavo qui per combattere i demoni, per quanto nessun luogo è al sicuro da un loro attacco, ma che non era mia intenzione attaccare Sarhakat. Per quanto riguarda i demoni, non mi stancherò mai di dire ne' a voi, ne' a loro...» dissi indicando i nani che si trovavano poco in disparte da noi «...che i veri nemici, i nemici di ogni razza, sono solo e soltanto LORO! I DEMONI!» Misi una certa enfasi in quell'ultima parola, come se il gridarla riuscisse a dare più forza al mio breve discorso. «.Se non mi credi...» Non avevo idea di come avrebbe potuto reagire, sapevo che non sarebbe stato piacevole per nessuno di noi. Mutai forma, svelando le mie sembianze maledette, lasciando che le ali corvine si liberassero dalla prigionia del mio corpo umano. Svelare la mia dualità era qualcosa che non apprezzavo fare, ma non vedevo altra scelta. Non avrei dato un messaggio positivo alle mie azioni, ma cercavo un punto di incontro tra umani e nani, non tra demoni e le altre razze presenti nell'Akeran. Ignorai i commenti per nulla amichevoli provenienti dai miei alleati. «I demoni sono subdoli...» Rilasciai l'energia magica scagliandola contro la ragazza nel tentativo di farla arretrare, scaraventandola se possibile al suolo. «...Sono maestri dell'inganno...» Non le lasciai il tempo di capire cosa stesse succedendo. Rapidamente dal palmo della mano libera partì una salva di dardi arcani diretti verso il suo busto. Non mi interessava l'esito dell'attacco, in fondo era solo una manovra diversiva, un modo per allontanare la sua attenzione dal vero pericolo, focalizzandola sulla mia persona. Mentre parlavo, mentre si consumava il mio duplice attacco, parte della mia mente era rivolta alla flintlock che giaceva al suolo, persa tra i detriti sparsi sul terreno. L'avevo mossa lentamente, facendola scivolare come un serpente sinuoso alle spalle della fanciulla e poi, con un secco ordine mentale, le avevo dato la capacità di librarsi in aria, posizionandosi dietro la sua schiena all'altezza del cuore, ma sul lato destro, premendo con la forza del pensiero il grilletto l'istante successivo in cui era partita la scarica di pallottole arcane.
Feci fuoco: lo stoppino si accese, il proiettile schizzò via lungo la canna e...

...tutto sarebbe dipeso da lei...



D7g4Hgy
Kirin Rashelo

CS
[Riflessi 3, Intuito 1], «Kirin l'umano»
[Intuito 2, Intelligenza 2], «Zeross l'avatar demonico»


Energia: 50% [70% - (10, Muro di Forza, + 10, Ondata Telecinetica)%]
Danni Fisici: Basso, contusioni sparse sul corpo, Medio, danno parziale subito dall'attacco elettrico; Basso, stiramento del muscolo dell'avambraccio destro.
Stato Emotivo: Determinato

Equipaggiamento

Flintlock: 1/3 [in aria]
Schiavona [impugnata con la destra]

Passive

Presenza Demoniaca
Kirin incute un lieve timore in chiunque gli stia accanto, purché questo non sia un demone stesso, e che sia di energia pari o inferiore a lui.

Arcanista I
Kirin è in grado di a manipolare la magia per creare delle pallottole di puro potere arcano.
In termini tecnici questi attacchi a distanza possono essere utilizzati liberamente,
ma rappresentano comunque dei semplici colpi non tecnica.


Arcanista II
Le abilità magiche possedute da Kirin saranno così elevate da superare qualsiasi processo che intercorre fra intenzione e azione,
permettendogli di utilizzare tutte le proprie tecniche di natura magica in tempi di concentrazione pressoché nulli,
generandole istantaneamente e in qualsiasi condizione psicologica.


Arcanista III
Affinando l'intelletto con l'aiuto della “Gemma della Sapienza”, Kirin ha raggiunto lo stadio ultimo dei suoi studi: la “Visione della Magia”.
Non importa come si definisca tale capacità, auspex, sesto senso, intuito, quello che conta è il poter “vedere” gli effetti arcani comprendendone la loro natura intrinseca.


Telecinesi
Taanach: quel giorno segnò la fine di quasi tutte le mie abilità "Esper".
L'unica capacità, che è sopravvissuta, consiste nel riuscire a muovere il mio equipaggiamento con la sola forza del pensiero,
senza alcun dispendio energetico, ma a distanze limitate rispetto alla mia posizione.


Attive



Muro di Forza
Attraverso la manipolazione della arti arcane sono in grado di elevare a mia protezione una barriera di forza invisibile.
Note Tecniche: L'incantesimo è difensivo, singolo bersaglio.
Tecnica di natura magica.
Consumo di energia: Variabile


Pergamena
◊ Ondata Telecinetica ◊

Raffica telecinetica

Raffica telecinetica, [iniziale]
L'incantesimo inscritto in questa pergamena permetterà al mago, una volta che l'abbia imparato, di lanciare una raffica di potere telecinetico verso un bersaglio con lo scopo di infliggere danni o difendersi.
La scarica telecinetica è in grado di scagliare o attirare verso di sé il bersaglio. La tecnica infligge danni da impatto o da contatto con l'oggetto scagliato. A seconda delle situazione è possibile utilizzare questa tecnica anche con una valenza offensiva o difensiva.
Note: Tecnica di Natura Magica.
Consumo di energia: Medio



Riassunto
Kirin decide di subire in parte l'attacco elettrico di Akilah [danno Medio], nel duplice scopo di celare la sua reale pericolosità e di risparmiare energia, comprendendo che lo scontro non si sarebbe concluso a breve. Riesce a parare l'attacco portato con la katana, ma subisce un danno Basso all'arto destro dovuto al pesante contraccolpo. Sceglie ancora una volta la via del dialogo, ma svelando la sua reale natura. Torna nella sua forma demoniaca e. mentre continua a parlare, le scaglia contro un'ondata telecinetica nel tentativo di buttarla a terra. Pressa l'attacco con una salva di proiettili arcani, [Passiva Liv.I, Arcanista], ma è tutto un trucco. Sforzandosi di attirare l'attenzione su di sé, Kirin muove la flintlock con la telecinesi nel tentativo di colpirla alle spalle, all'altezza del cuore, sul lato destro.

Note: A te il calamaio. **
 
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La mezz'elfa assistette sorpresa al tentativo dell'avversario, riuscito solo in parte, di evitare l'energia che gli era stata lanciata contro sotto forma di fulmini. Si chiese se per caso egli non avesse sottovalutato la forza della tecnica, e quindi la sua avversaria, o se non conoscesse davvero difese più potenti. O, ancora, se volesse risparmiare energia per l'attacco successivo oppure avesse l'intenzione di apparire più debole di quanto non fosse in realtà. Erano davvero molte le possibilità e, se Akilah avesse erroneamente scelto una di queste, avrebbe incominciato a considerare certi dettagli e a sorvolarne altri che, nel caso avesse optato per un'altra possibilità, ossia quella veritiera, le avrebbero permesso di sfruttare al meglio le proprie abilità e di capire qual'era il modo migliore per agire. Che fare allora? Non considerare nessuna possibilità, e quindi limitarsi a rispondere sul momento ai suoi attacchi, o considerare le evenienze peggiori, e quindi arrivare a sprecare più energia? In questo caso però, se l'avversario stesse cercando il momento più opportuno per dar mostra delle proprie abilità, e quindi stava risparmiando energia, si sarebbe potuto approfittare della poca energia rimasta ad Akilah per dare il colpo decisivo. Bisognava perciò trovare un compromesso.
La mezz'elfa ricordò che fino a pochi minuti prima era convinta che entrambi avessero lo stesso livello di bravura nella difesa ed era incerta per quanto riguardasse l'attacco.
Ora, dopo l'ultimo attacco, durante il quale aveva avuto modo di capire che conoscesse tecniche potenti come quella psionica, era più dell'idea che la sua strategia si basasse su un migliore attacco ed una più debole difesa, anche se ciò non vuol dire che non conoscesse tecniche difensive più potenti di quelle che aveva mostrato fin'ora. Perciò si concentrava sull'attacco, subendo in cambio qualche ferita dovuta alla necessità di risparmiare energia preziosa durante la fase difensiva. Era dunque dell'idea che la miglior difesa fosse l'attacco?
In tal caso il compromesso poteva trovarsi nel rispondere ai suoi attacchi spendendo più energia e nell'attaccarlo usandone un po' meno. Strategia inversa alla sua, dunque, finché egli non avesse cambiato modo di agire o avesse deciso di fare sul serio: non era da escludere, infatti, anche tale eventualità. A questo punto però, avendo Akilah deciso di usare la via di mezzo tra l'agire a seconda della situazione -allo sbaraglio quindi, rischiando di non usare al meglio le proprie capacità- e l'agire usando le più potenti tecniche offensive e difensive -sprecando quindi molta energia- avrebbe avuto forza a sufficienza per rispondere nel migliore dei modi anche nel momento in cui l'avversario avesse deciso di fare sul serio.
Aveva perciò scelto la strada della prudenza, decisione che avrebbe rallentato il combattimento e che, ad un certo punto, avrebbe dovuto interrompere poiché per sconfiggerlo si sarebbe dovuta decidere ad attaccarlo in maniera ben più efficace. Per far ciò però doveva trovare il momento più adatto.
In quel momento il ragazzo parlò e Akilah stette ad ascoltarlo attentamente:

CITAZIONE
«Vuoi conoscere realmente le motivazioni che mi hanno spinto fin qui oppure le tue parole sono semplicemente un diversivo per tentare di colpirmi di sorpresa?

Aaah, sospirò la giovane, quindi è questa l'idea che si è fatto di me?
Sebbene non avessero mai smesso di lottare, avevano entrambi avuto modo di parlare, di farsi domande e, tutti e due, avevano risposto a quesiti e cercato di far luce su degli equivoci. Tutto nel rispetto dei tempi della battaglia, ovviamente, oltre che dell'avversario. Perché Akilah voleva conoscere la persona con cui si trovava a combattere in quel momento, che era allo stesso tempo lontana e vicina, qualcuno che la vedeva come nemica, ma allo stesso tempo qualcuno che conosceva un lato importantissimo di lei, qualcosa di profondo, intenso, a volte primitivo, che poteva essere intravisto nel suo sguardo, così come in quello dell'avversario, solo mentre lottavano. Si creava perciò una sorta d'intimità distaccata. Akilah aveva intravisto tale intimità in altre sfide, però non si era mai spinta più a fondo. Quel ragazzo, tuttavia, l'aveva incuriosita e l'aveva portata a parlargli più di quanto facesse di solito.

CITAZIONE
Dubito fortemente che mi concederesti il tempo per spiegarmi, per farti comprendere. Posso solo dirti che no, non mi trovavo qui per combattere i demoni, per quanto nessun luogo è al sicuro da un loro attacco, ma che non era mia intenzione attaccare Sarhakat. Per quanto riguarda i demoni, non mi stancherò mai di dire ne' a voi, ne' a loro... che i veri nemici, i nemici di ogni razza, sono solo e soltanto LORO! I DEMONI!»

Akilah lo osservò infervorarsi sempre di più col suo discorsetto. Nonostante tutte quelle parole, tuttavia, egli non aveva esposto le ragioni per cui si trovavano lì in quel momento, cosa che portava Akilah a dubitare quanto stesse dicendo. Insomma: se non era lì per combattere contro Sarhakat e nemmeno contro i demoni, quali erano le sue intenzioni? Era questo che premeva sapere alla mezz'elfa. Lei, difatti, aveva un dovere in quanto mercenario e se quel ragazzo non era davvero intenzionato a combattere, cosa che aveva letto nei suoi occhi e nelle sue parole più di qualche volta, avrebbe dovuto convincerla. Doveva perciò stuzzicarlo, spingerlo ad approfondire la questione, anche rischiando di farlo arrabbiare sul serio? O doveva continuare a combattere, cosa che amava fare, e cercare di capirlo da sé?
Qualcosa le disse ben presto, tuttavia, che con le sue parole e comportamenti l'aveva già fatto arrabbiare. Il ragazzo infatti, con enorme sorpresa dei nani e di Akilah, si trasformò. Perse in parte le sembianze umane, oltre che il color rosso fiamma dei capelli, che diventarono neri come la pece. Comparvero delle ali anch'esse nere e la sua carnagione si fece più scura. Akilah rimase esterrefatta da quel cambiamento. Per un attimo lo fissò con gli occhi spalancati, incredula e spaventata al tempo stesso. Chi o che cos'era quel ragazzo?
Quando la sua testa tornò a funzionare e riuscì, come minimo, a sbattere le palpebre, una parola le giunse spontanea in mente: demone.
Con voce più profonda, che nascondeva una vena di crudeltà, egli parlò:

CITAZIONE
«I demoni sono subdoli... Sono maestri dell'inganno...»

Un demone che parlava in tale modo dei demoni... La stava forse avvertendo? "Inganno", eh? Voleva forse giocarle uno scherzo, a lei che era maestra dei trucchi e degli inganni? Akilah accolse la sfida con rinnovato vigore: quel ragazzo non smetteva di sorprenderla, svelando continuamente qualcosa di nuovo di sé. E lei non avrebbe fatto di meno.
Mentre parlava, egli le rivolse contro un attacco magico, che la giovane riuscì ad evitare prontamente innalzando una barriera di energia. Poi però, mentre teneva lo sguardo su di lui, qualcosa le entrò nel raggio visivo, qualcosa che non avrebbe mai notato se avesse avuto una vista normale. Ma i suoi erano gli occhi di un falco. Questi le permisero di notare il lento movimento della pistola che si dirigeva pian piano verso di lei. Presa da quel particolare, e riflettendo su cosa significasse, non si rese conto dell'arrivo di alcuni proiettili di energia che la ferirono superficialmente e la costrinsero a indietreggiare piuttosto che a cadere, considerato il suo grande equilibrio.
A quel punto la ragazza intuì cosa avesse voluto dirgli con "inganno".

* Ha imparato la mia lezione sulla strategia e ora vuole usarla a sua volta contro di me. *

Non le volle molte per capire che la pistola non si trovasse più nel suo raggio visivo. Era alle sue spalle, dunque. Il ragazzo, o demone, o qualsiasi cosa fosse, la stava controllando con la telecinesi, potere che Akilah conosceva e che dunque non poteva sorprenderla. Non si girò nemmeno per evitare di perdere il vantaggio acquisito dal prevedere la sua successiva mossa. Invece, si gettò a terra frontalmente, buttando le mani in avanti e molleggiando sulle braccia in modo da attutire la caduta, assumendo perciò la posizione per fare le flessioni. Il movimento, neanche a dirlo, le ricordò nuovamente della ferita sulla coscia, che prese a sanguinare con più vigore.
Mentre assumeva quella posizione, il proiettile partì.
In seguito, facendo forza sulle braccia, si rialzò in piedi, dando ancora una volta mostra della propria destrezza ed equilibrio. Poi guardò il ragazzo con un'espressione seria e indagatrice.

- Devo dire che sei proprio un'incognita. Mi fai notare che non sono corretta nei miei attacchi e poi provi ad uccidermi con quella pistola attaccandomi alle spalle. Dici che dobbiamo lottare contro i demoni e poi ti riveli un demone tu stesso. E cerchi allo stesso tempo di convincermi a non lottare contro di te... Ma siccome tu stesso dici che i "demoni sono subdoli e maestri dell'inganno" senza fare alcuna eccezione, cosa dovrebbe spingermi a credere a tutto ciò che hai detto fin'ora e a farmi decidere di non lottare contro di te?

Era giunto il momento che fosse chiaro, anche perché pareva che i suoi compagni non sapessero nulla del fatto che egli fosse un demone.

- Penso che anche loro vorranno delle spiegazioni. -

Disse infine, scagliandogli addosso una raffica telecinetica con l'intento di spedirlo nelle vicinanze dei nani.
Aveva forse dubitato del fatto che gli avrebbe concesso qualche istante per spiegare? Bene, allora avrebbe limitato l'offensiva per dargli il tempo che chiedeva. Era forse una mossa azzardata, ma Akilah era curiosa di vedere come avrebbe reagito in quella situazione.
Difatti la ragazza, dopo essersi limitata a quella tecnica, si pose con le braccia conserte e, dopo aver concentrato la maggior parte del peso sulla gamba sana, prese finalmente fiato.




Fisico: Ferita profonda sulla coscia sinistra (Danno medio) + Taglio superficiale sul deltoide del braccio destro (Danno basso) + Lievi contusioni sparse tra braccia e costato (Danno basso)
Mente: Affaticamento causato da una tecnica psionica (Danno medio)
Energia: 55% - 10% - 10% = 35%
CS: +2 velocità




Riassunto azioni:
La mezz'elfa si difende dalla prima offensiva avversaria richiamando una Barriera di pura energia, a seguito della quale, tramite la sua vista di falco, si accorge del movimento lento della pistola sul terreno. Non si rende conto perciò dei proiettili di energia, subendo delle lievi contusioni ma recuperando immediatamente l'equilibrio grazie al suo Talento. Poi, rendendosi conto delle intenzioni dell'avversario, senza nemmeno voltarsi verso la pistola che sapeva essergli puntata alle spalle, si getta in avanti molleggiando sulle braccia, evitando il proiettile partito subito dopo. Infine, dopo aver provocato l'avversario chiedendogli di dare spiegazioni circa la situazione che si è venuta a creare, usa la Raffica telecinetica per spedirlo nelle vicinanze dei suoi compagni.

Passive in uso:

-Talento Acrobata (I livello): il possessore del talento padroneggia totalmente i movimenti del proprio corpo, ignorando qualsiasi normale vincolo fisico. In tal senso, il possessore del talento potrà contorcere i propri arti, la propria testa ed il proprio busto come se fosse una marionetta, ossia un corpo inanimato e del tutto privo di limitazioni di sorta dovute ad ossa e muscoli. Potrà quindi divincolarsi liberamente: avrà la possibilità di girare la testa di centottanta gradi; di piegare le gambe e le braccia in qualunque direzione ed angolatura; o in generale di compiere movimenti innaturali che altrimenti gli sarebbero preclusi. In termini tecnici è possibile sfruttare questa passiva per liberarsi da corde, manette o simili impedimenti che legano il personaggio, di attraversare spazi notevolmente più piccoli del corpo del personaggio stesso o altro ancora.

-Talento Acrobata (II livello): al secondo livello i possessori di questo talento potranno godere di un equilibrio perfetto, qualunque sia la situazione nella quale si trovino. Essi saranno quindi sempre in grado di cadere sui propri piedi e senza subire alcun danno, indipendentemente dalla violenza con cui stavano toccando terra o quanto violento sia stato il tracollo. La perfezione con cui sapranno muovere il loro baricentro permetterà loro di ottenere anche altri notevoli risultati: sarà impossibile ad esempio buttarli a terra con una semplice spinta e potranno attraversare superfici strettissime senza il timore di perdere l'equilibrio e caderne al di sotto.

-Abilità razziale: Sensi migliorati (Vista acuta). Esclusi e denigrati, i mezz'elfi hanno dovuto arrangiarsi per vivere, pur non possedendo un corpo forte in grado di affrontare qualsiasi tipo di situazione. Questa vita di stenti li ha costretti, per la maggior parte, a divenire ladri, assassini o simili.
Evolvendosi in questa direzione, quindi, la loro razza ha migliorato le prestazioni sensoriali, consentendo a ciascuno di sviluppare un particolare senso oltre ogni normale limite. Pertanto, chiunque scelga la classe del mezz'elfo potrà decidere, al momento dell'inserimento in scheda della passiva razziale, un senso nello specifico da sviluppare, potendo dotare il proprio personaggio di un udito finissimo, di una vista pari a quella di un falco o di un felino, di un olfatto al pari del più caparbio segugio, o altro. Il senso prescelto va specificato al momento dell'inserimento in scheda dell'abilità e non potrà più essere modificato.

Attive in uso:

-Barriera: Il mago genera una barriera di pura energia magica innanzi a sé; un muro cristallino che blocca qualsiasi attacco rivolto alla sua persona.
La tecnica ha natura Magica. Il caster genera una barriera magica grande al massimo quanto lui, in grado di difenderlo efficacemente da una offensiva dello stesso livello o inferiore. A seconda della personalizzazione è possibile dare qualsiasi forma, aspetto e colore alla barriera. La tecnica ha una potenza difensiva pari a Media, può essere utilizzata a 360° con un potenziale difensivo pari a medio, e ad area con un potenziale difensivo pari a basso. Dura un turno.
Consumo di energia: Medio

-Raffica telecinetica: Il mago lancia una scarica di potere telecinetico che ha come bersaglio un nemico o un oggetto, con lo scopo di infliggere danni o difendersi.
La tecnica ha natura Magica. Il mago scaglia una scarica telecinetica verso un oggetto o verso il proprio avversario, allo scopo di scagliarli o di attirarli verso di sé. La tecnica infligge danni da impatto o da contatto con l'oggetto scagliato. A seconda delle situazione è possibile utilizzare questa tecnica anche con una valenza offensiva o difensiva.
Consumo di energia: Medio

Note: Cerchiamo di avviarci in bellezza verso il finale. ;)
 
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Dalle Cronache
della Fenice


Di Canti e di Leggende
IV


The mountain smoked beneath the moon;
The dwarves, they heard the tramp of doom.
They fled their hall to dying fall
Beneath his feet, beneath the moon.
Far over the misty mountains grim
To dungeons deep and caverns dim
We must away, ere break of day,
To win our harps and gold from him!

The pines were roaring on the height,
The winds were moaning in the night,
The fire was red, it flaming spread;
The trees like torches blazed with light.
The bells were ringing in the dale
And men looked up with faces pale;
The dragon's ire more fierce than fire
Laid low their towers and houses frail.


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«Parlato (Umano)» «Parlato (Avatar)» Pensato Narrato



Sapevo di aver perso la mia credibilità nell'istante in cui mi ero trasformato, nel momento in cui i miei lineamenti fanciulleschi si erano mutati in quelli più duri della mia essenza demoniaca.
Ero conscio che in quell'improvvisato campo di battaglia, disperso all'interno di rovine che custodivano un'antica e tragica storia, avevo cambiato drasticamente gli equilibri. Suppongo fosse ironico che proprio un demone cercasse una tregua per due popoli che lottavano per la propria sopravvivenza, ma non volevo più vedere sangue sparso solo per un'incomprensione, solo perché qualcuno aveva decretato chi fosse il Signore e chi lo schiavo.
Avrei pagato le conseguenze, ma non avevo rimpianti. Non avevo più una casa, l'ultima mi era stata strappata via per giochi di potere. Alla fine ero solo un mercenario che non agiva come tale. Ovunque il mio sguardo si era posato in quell'ultimo periodo, tutti avevano scelto di scendere in campo alleandosi con una delle tre fazioni. Nome coniato per il bisogno di dare una logica a scontri insensati, a tentativi di predominio, schiacciando con il sangue chiunque non fosse abbassata forte da resistere. Io non conoscevo i motivi di quella ragazza, né quello di coloro che stavano combattendo, non sapevo cosa li spingesse a dare linfa vitale ad una guerra che avrebbe distrutto queste lande, avrebbe creato profonde cicatrici che difficilmente sarebbero guarite nel corso degli anni a venire.
Lottare per la libertà, mai più in catene; lottare per quei territori che dopo i nani erano passati a popoli che ne avevano fatto la loro nuova dimora; chi aveva realmente il diritto di restare? Chi doveva sopravvivere? Non era disposto a scegliere, non dopo aver visto la sofferenza scolpita sulla pelle dei nani e della gente di Taanach. Gli unici che non perdonavo erano coloro che stavano traendo frutto da questo massacro. E forse incolpando i demoni, stavo incolpando me stesso per non avere avuto la forza di portare in alto lo stendardo della libertà, di lottare contro chiunque schiacciasse nel sangue gli altri, indipendentemente dalla razza cui appartenevano.

Quei pensieri si affollavano nella mia mente mentre la mia misteriosa avversaria, ripresasi dal mio attacco, mi stava giustamente accusando, ritorcendomi contro le mie stesse parole.

...E cerchi allo stesso tempo di convincermi a non lottare contro di te... Ma siccome tu stesso dici che i "demoni sono subdoli e maestri dell'inganno" senza fare alcuna eccezione, cosa dovrebbe spingermi a credere a tutto ciò che hai detto fin'ora e a farmi decidere di non lottare contro di te?

L'eco di quelle ultime parole non si era ancora disperso nella mia mente, quando partì il suo attacco.
Percepii l'impulso magico, scaturire dal suo essere, per concentrarsi in pura forza telecinetica.

Per un istante ebbi l'impulso di non resistere, di lasciarmi colpire come fosse la punizione per l'aver causato quello scontro, per non essere riuscito a convincerla del malinteso, ma qualcosa nel mio essere reagì ancora prima la mia volontà di infliggermi quel danno come parziale espiazione.
Il mio istinto di sopravvivenza? Il mio sangue demoniaco? L'energia arcana fluì dal mio corpo, dando vita da una barriera, ad un muro che bloccò l'onda telecinetica, ma non del tutto. Lottando contro me stesso, le permisi di colpirmi in parte, lasciandomi trascinare verso quel gruppo di nani che avrebbero dovuto essere la mia scorta.
Caddi in ginocchio a pochi passi da loro, leggermente stordito dall'impatto.

«Non pretendo che nessuno di voi si fidi delle mie parole. Non sono nella posizione per chiedervi di farlo. In me vivono due eredità, quella umana e quella demoniaca. Per molto tempo ho cercato di rinnegare questa mia dualità cibandomi di oscurità, prigioniero di catene maledette. Mi è stata concessa una seconda opportunità, la scelta di essere qualcosa di diverso, di essere libero dai pregiudizi, dalla mia eredità dannata. E rinascendo ho compreso che non è facile capire dove sia il bene, dove alberghi la verità. In tempi remoti i nani vivevano in queste terre, l'Akeran era la loro casa, la loro storia; poi qualcuno ha fatto scempio del loro futuro relegandoli a orfani, a schiavi, a un popolo che è condannato a vivere in esilio nella propria Terra. E nel frattempo, dopo che la storia li aveva dimenticati, nuove civiltà hanno preso il loro posto, nuovi popoli hanno cercato in queste lande inospitali la loro casa. Perché mi trovavo qui, così vicino alla città che è tuo compito proteggere? Per tentare di trovare un accordo, per capire se è possibile una tregua tra i nani e le città dell'Akeran. Se è possibile trovare un posto per entrambi... So che non è facile, che anche se ci riuscissi sarebbe solo una goccia nell'oceano, ma è pur sempre un inizio. Sono andato in città in perlustrazione per vedere com'era la situazione; loro... i nani erano la mia scorta, mi avrebbero dovuto riportare indietro per riferire al consiglio... So che quello che hai visto ha dato adito a dubbi, ad uno spiacevole malinteso.» Mi sollevai in piedi, mentre assumevo la mia forma umana. «Scegliete voi se credermi o meno. Per me lo scontro finisce qui!» Esclamai serio, gettando a terra la spada. Era la mia decisione definitiva. In lontananza la flintlock giaceva al suolo, libera da tempo dalle mie catene mentali.

D7g4Hgy
Kirin Rashelo

CS
[Riflessi 3, Intuito 1], «Kirin l'umano»
[Intuito 2, Intelligenza 2], «Zeross l'avatar demonico»


Energia: 45% [50% - (5, Muro di Forza)%]
Danni Fisici: Basso, contusioni sparse sul corpo, Medio, danno parziale subito dall'attacco elettrico; Basso, stiramento del muscolo dell'avambraccio destro, basso da impatto, Raffica telecinetica.
Stato Emotivo: Determinato

Equipaggiamento

Flintlock: 1/3 [a terra]
Schiavona [a terra]

Passive

Presenza Demoniaca
Kirin incute un lieve timore in chiunque gli stia accanto, purché questo non sia un demone stesso, e che sia di energia pari o inferiore a lui.

Arcanista I
Kirin è in grado di a manipolare la magia per creare delle pallottole di puro potere arcano.
In termini tecnici questi attacchi a distanza possono essere utilizzati liberamente,
ma rappresentano comunque dei semplici colpi non tecnica.


Arcanista II
Le abilità magiche possedute da Kirin saranno così elevate da superare qualsiasi processo che intercorre fra intenzione e azione,
permettendogli di utilizzare tutte le proprie tecniche di natura magica in tempi di concentrazione pressoché nulli,
generandole istantaneamente e in qualsiasi condizione psicologica.


Arcanista III
Affinando l'intelletto con l'aiuto della “Gemma della Sapienza”, Kirin ha raggiunto lo stadio ultimo dei suoi studi: la “Visione della Magia”.
Non importa come si definisca tale capacità, auspex, sesto senso, intuito, quello che conta è il poter “vedere” gli effetti arcani comprendendone la loro natura intrinseca.


Telecinesi
Taanach: quel giorno segnò la fine di quasi tutte le mie abilità "Esper".
L'unica capacità, che è sopravvissuta, consiste nel riuscire a muovere il mio equipaggiamento con la sola forza del pensiero,
senza alcun dispendio energetico, ma a distanze limitate rispetto alla mia posizione.


Attive



Muro di Forza
Attraverso la manipolazione della arti arcane sono in grado di elevare a mia protezione una barriera di forza invisibile.
Note Tecniche: L'incantesimo è difensivo, singolo bersaglio.
Tecnica di natura magica.
Consumo di energia: Variabile




Riassunto
Kirin decide di subire in parte l'attacco telcinetico, lasciandosi spingere verso i nani. Nell'attimo di tregua che segue dall'attacco della ragazza, l'avatar decide di spiegare le sue motivazioni, lasciando ad Akilah ed ai nani la decisione sul loro futuro.

Note: Volevo ringraziarti per questa occasione di GdR, anche se purtroppo non sono riuscita a permtterti di terminare lo scontro. Grazie per tutto. E' un'esperienza che non dimenticherò mai.Scusa. ç__ç
 
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view post Posted on 22/5/2014, 21:48
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C a t a r s i

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Shinjuhi Chan

» Scrittura:
Non avevo ancora avuto occasione di leggere qualche tuo scritto e sono stato piacevolmente sorpreso da un livello qualitativo estremamente buono. In linea di massima cerchi di mantenere uno stile estremamente semplice ma che allo stesso tempo aiuta il lettore presentando sia la descrizione delle diverse situazioni che gli stati emotivi del tuo personaggio in maniera estremamente chiara e precisa. Le parti di combattimento allo stesso modo pur essendo ricche di particolari non risultano troppo pesanti lasciando sia al tuo avversario che al lettore la possibilità di immaginarli con chiarezza senza dover ricorrere alle spiegazioni sintetiche dello specchietto. In tutti i tuoi post riesci ad esprimere con chiarezza lo stato emotivo del tuo personaggio che, pur a sua volta molto semplice e privo di fronzoli, risulta facilmente comprensibile molto più simile a quello di una normale ragazza che ai personaggi spesso troppo complessati che si possono trovare nei racconti fantasy.
» Voto: 7

» Strategia:
Fin dai primi momenti cerchi di pressare il vantaggio del turno iniziale con l’intenzione di costringere l’avversario a seguire i tuoi ritmi. Per quanto poi Kirin riesca a recuperare metti subito a segno un colpo netto che avresti forse potuto sfruttare meglio insistendo maggiormente sulla fase offensiva e subendo qualche danno in più (terminate entrambe lo scontro con pochissimi danni). Terminata questa fase iniziale portate avanti una sequenza di difese e attacchi piuttosto semplice che, sebbene sia molto utile per portare avanti il vostro dialogo, non risulta essere assolutamente efficace nel piegare le sorti dello scontro da una parte o dall’altra. In questo senso avrei apprezzato maggiore incisività sacrificando, nel tuo caso, maggiormente la parte difensiva nel tentativo di mettere maggiormente in difficoltà il tuo avversario.
Oltre a queste note volevo anche aggiungere che ho personalmente molto apprezzato la scelta di lanciare Kirin contro il manipolo di nani suoi alleati una volta che quest’ultimo rivela la sua natura demoniaca.
» Voto: 7

» Sportività:
In un duello in cui il centro fondamentale è stato il confronto di idee tra i due personaggi coinvolti è stato anche facile evitare situazioni al limite della sportività o che potessero realmente mettere in difficoltà l’avversario. Per tutto il duello rispondi sempre nei tempi corretti e con grande rispetto nei confronti del tuo avversario. Avrei voluto poter valutare un duello in cui entrambe venivate messe maggiormente in difficoltà ma comunque non posso lamentarmi del risultato ottenuto.
» Voto: 7



Shinodari

» Scrittura:
Complice le ultime giocate alle quali abbiamo partecipato assieme o che comunque avevo seguito molto da vicino avevo già avuto modo di seguire da vicino l’evoluzione che avevi dato al tuo personaggio e non posso che apprezzare anche questo ottimo scritto. In particolare hai cercato di limare alcune “imperfezioni” degli eventi precedenti andando a produrre dei post più contenuti in cui vai molto a concentrarti su di un aspetto relativamente nuovo della psicologia del tuo personaggio che, complice la situazione di background, risulta decisamente più maturo in grado di adattarsi in maniera ottimale ad una situazione in costante evoluzione. Unica nota che non ho veramente apprezzato, in particolare considerando l’ottimo scambio di battute con la tua avversaria, è stata la trasformazione in demone che mi è sembrata piuttosto forzata tanto che anche Kirin stessa capisce di essersi inevitabilmente contradetta da sola. Piccolo neo che comunque non cambia l’ottimo risultato complessivo.
» Voto: 7

» Strategia:
Al pari del tuo avversario la tua strategia è semplice ed efficace, entrambi siete più propensi a considerare il duello più come una esibizione delle proprie abilità e come tramite per far comprendere all’avversario la propria linea di pensiero e non realmente come se fosse un combattimento all’ultimo sangue. L’idea di base è assolutamente lodevole e molto ben riuscita nel campo della scrittura e della introspezione ma ugualmente non posso che essere parzialmente deluso dal livello basilare delle energie sfruttate. Nel tuo caso in particolare la differenza è estremamente significativa in quanto termini il duello con ancora il 45% delle energie a disposizione. Questa strategia di risparmio ti avrebbe potuto essere utile nell’ultimo turno per lanciare una tecnica maggiormente potente ma allo stesso tempo la percentuale di energia del tuo avversario, solo di poco inferiore alla tua, e il basso numero di danni ricevuti avrebbero comunque reso anche questo spiegamento poco significativo. Il combattimento è stato piacevole e ben gestito ma avrei preferito una maggiore attenzione anche in questo campo.
» Voto: 6,50

» Sportività:
Purtroppo il duello è stato segnato da alcuni ritardi che hanno causato una penalità di 0,50 punti che però non avrebbe ugualmente cambiato il risultato ultimo dello scontro.
In linea di massima il duello si mantiene sempre su di un ottimo livello di sportività dovuto anche alla semplicità delle differenti azione offensive/difensive che tendono alla lunga a ripetersi.
Ci tenevo a segnare solamente una nota per l’occasione in cui vieni, dopo aver assunto la forma demoniaca, viene lanciata contro il gruppo di nani che però non sembrano reagire realmente in alcun modo rimanendo semplicemente spettatori dello scontro. Personalmente ritengo che questa sarebbe stata una possibilità di svolta interessante in cui variare il ritmo dello scontro oltre che migliorare anche il punteggio in questo campo.
» Voto: 6,50



Media Shinjuhi Chan: 7
Media Shinodari: 6,66

Vincitore: Shinjuhi Chan

Shinjuhi Chan ottiene 700 gold; Shinodari ottiene 333 gold
Il vincitore ha diritto ad un post autoconclusivo, senza possibilità di uccidere l'avversario o compiere alcuna azione violenta.

Giudice: Shivian

 
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view post Posted on 31/5/2014, 19:11

Competitore
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L'oscurità della notte risultava smorzata per via del chiarore delle stelle, grazie al quale la sagoma dell'avversario era ben distinguibile, così come i lineamenti del suo volto. Quest'ultimo era inginocchiato a terra, circondato dai suoi compagni, i nani, e la mezz'elfa non poté far a meno di notare che, nonostante la forma demoniaca e le tonalità scure del luogo che ben si addicevano a lui, il suo sguardo non sembrava affatto quello di un demone. Non c'era traccia di rabbia, né di odio, né di quel qualcosa di primordiale che si vede nelle bestie o nei demoni assetati di sangue. Era infatti uno sguardo determinato, carico di emozioni che davano una luce particolare ai suoi occhi.
Le parole che usò, inoltre, e il tono con cui le formulò, contribuirono a dargli grande umanità, cosicché quando terminò il discorso, Akilah si era quasi del tutto scordata dell'idea negativa che si era fatta di lui nel momento in cui l'aveva visto trasformarsi.
Il fatto che combattesse contro un'identità umana e una demoniaca, facendo prevalere di gran lunga la prima, anche quand'era trasformato, non poteva che essere ammirevole. Ovviamente Akilah non aveva idea della difficoltà di vivere un'esistenza simile, ma era sicura che molte persone, trovandosi di fronte ad una scelta simile, ossia vivere una vita retta o una peccaminosa, avrebbero scelto la seconda via. Oltretutto il fatto che avesse degli ideali, delle aspettative, e che si mettesse in prima persona ad affrontare un problema che in realtà non lo coinvolgeva direttamente, ossia quello della razza nanica, non poteva che renderlo migliore di altre persone, anche di natura completamente umana.
Akilah stessa poteva dire che egli fosse meglio di lei. In fondo lui lottava per qualcosa che aveva scelto da sé, e lo faceva dando il massimo. La giovane, invece, si limitava a obbedire a degli ordini, senza avere idea di quanto fosse giusto ciò che faceva e senza avere dei sogni per cui lottare. Lei, perciò, non poteva permettersi di dire niente a quel ragazzo.

CITAZIONE

«Scegliete voi se credermi o meno. Per me lo scontro finisce qui!»


Akilah lo osservò riassumere la forma umana. Con la stessa determinazione con cui aveva parlato sotto spoglie demoniache, ora decretava la fine dello scontro gettando la spada a terra.
La mezz'elfa fece un sospiro e chiuse per un attimo gli occhi, giusto il tempo per scegliere le parole da usare.

- Proponi la strada del dialogo tra nani e umani? -

Incominciò, guardandolo fisso.

- Sono sempre stata scettica nei confronti delle soluzioni pacifiste, ma penso sia perché la mia vita si svolge perlopiù nei campi di battaglia. Quando non si fa altro che combattere, anche senza avere una precisa idea del perché, è difficile considerare che ci sono altre strade, altre soluzioni che non prevedano la violenza. E devo dire che mi è difficile anche ora crederlo.
Fammi vedere che si può fare, tu che sei riuscito a lottare contro la tua natura demoniaca. -


Detto ciò, un sorriso sincero le illuminò un volto. Era un'espressione insolita quella, che non erano in molti a conoscere.
Infine, senza aggiungere altro, se ne andò in direzione di Sarhakat. Tornava al suo ruolo di mercenario, agli ordini ai quali ubbidire senza battere ciglio.



Scusami se mi sono fatta attendere. ;)
E' un post piuttosto breve e poco dettagliato, ma cercherò di rifarmi la prossima volta che i nostri pg si incontreranno. ^^
 
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10 replies since 5/4/2014, 10:39   419 views
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