Incubi.
Di giorno e di notte, da sveglio e dormiente.
Presenze.
Oniriche, reali, scorci di un mondo inesistente, sogni nella realtà (
quale realtà?).
Ombre
Le sue ombre, invisibili a chiunque altro, ovunque nel suo mondo.
In un perenne dormiveglia in cui è impossibile distinguere ciò che è reale e cosa invece è solo un brutto sogno, incastrato tra due mondi.
Quella era la sua prigione, il suo fardello.
E poi due occhi, bianchi e quasi eterei che lo fissavano nel buio. L'elfo si sforzò di mettere a fuoco e riconobbe allora la sua salvatrice. Una candida dama, un brivido lungo la schiena (
perchè?).
Per un attimo lui la fissò, poi la mano bianca di lei si protese verso l’elfo e quando ormai ad un soffio dai suoi occhi questa iniziò a risplendere di luce nuova, sempre più intenza. I suoi morbidi lineamenti sbiadirono lentamente finché la figura non si perse del tutto.
L'elfo portò una mano sugli occhi, serrando le pupille in cerca della sua salvatrice (
salvato da cosa?) e quando la luminosità infine si attenuò vide una nuova figura di fronte a se.
Bianco, perché tutto sembrava esserlo in quel momento, un pallido e scarno uomo lo guardava. Credeva (
temeva?) di conoscerlo.
Per un attimo si fissarono, poi la sua voce ruppe il silenzio.
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Ricordi? >>
Una torre in rovina apparve sullo sfondo.
"La" torre in rovina apparve sullo sfondo.
Velta.
Ora ricordava (
e aveva paura).
Il volto atono dell' umano si deformò in un ghigno, in un attimo fu tutto buio e l'uomo ormai divenuto un ombra sfoderò la sua spada e calò la lama oscura sul petto dell'elfo. Arrivava la morte (
o forse la liberazione?).
Quel sogno, prima fatto di luce e ora un pozzo di oscurità, era diventato il suo mondo di ombre da giorni...
...
Shervaar si svegliò di soprassalto, balzando ritto sulla schiena, madido di sudore e con il fiatone.
Lo aveva sognato, ancora una volta, ma ora almeno non era più nella su testa. Si guardò un attimo in torno e in minima parte tranquillizzato riconobbe il posto. Il paesaggio brullo e martoriato di quella zona gli sembrava un paradiso rispetto alla prigione che era la sua mente.
Una fitta allora lo inibì. Scoprì l'avambraccio guardando con odio il marchio che vi era ora impresso. Bruciava, nel corpo e nella mente, mentre i suoi contorni si andavo delineando lentamente. Giorno dopo giorno sempre più nero si faceva il marchio, come sempre più neri erano i suoi sonni.
Velta. Eitinel. Hocrag.
Non sapeva neanche chi maledire, ma cosa più grave non sapeva come scamparne. Cosa si può quando il nemico è la propria mente?
Ora Shervaar vagava nell’Akeran, seguendo voci. Storie raccontate sotto voce, storpiate nelle taverne dall' alcol e dal timore, che parlavano di un luogo infestato di demoni. "La Porta per l'Inferno" aveva azzardato qualcuno, "Il Buco del Diavolo" la chiamavano i più. Qualsiasi posto comunque era meglio dell’Eden.
Era ad una mezza giornata di cammino da lì a sentire i nani che lo avevano intercettato il giorno precedente, partendo ora sarebbe arrivato con la luce piena. Infilò in fretta e silenziosamente le sue cose nello zaino e con un colpetto delicato svegliò il falco. Strappato dal sonno questo rispose con un acuto sommesso e due colpi d'ali.
<<
Shhh... Si riparte. >> sussurrò l'elfo, con un altro colpetto della mano il pennuto si levò in volo sparendo nella notte mentre l'elfo silenziosamente svicolava tra i nani addormentati. Poteva sentire i loro sogni, le loro voci, i loro desideri più profondi.
I più fantasticavano casa, la lontana famiglia, i figli e fratelli per i quali combattevano, li sentiva sussurrare dolci parole ai cari, poteva vederli con la pancia piena e i boccali alti, felici e soprattuto liberi. Un paio era abbastanza sicuro che stessero immaginando una qualche gloriosa battaglia, ma uno più di tutti lo colpì: sedeva scomposto alla sua destra, agitandosi convulsamente nel sonno. Sbiadite e confuse vide delle fiamme, fumo nero, urla disperate e versi grotteschi. Iniziò a correre tra la mobilia in fiamme, mentre travi carbonizzate si spezzavano. Sentiva distintamente un voce femminile gridare aiuto, così vicina, eppure così lontana in quell’inferno di fuoco. Continuò a spostarsi di stanza in stanza scavalcando con fatica tutto quello che nel caos era finito in terra, sempre più vicino, finché sfondata una porta con un spallata non la trovò.
China su di lei un demone, la testa da insetto si girò di scatto, gli occhi vuoti lo fissarono atoni. Si lanciò ad una carica disperata ma respinto con facilità cadde in terra, guardando con orrore il mostro affondare uno dei suoi artigli nel petto di lei.
Due grida, una maschile di disperazione ed una femminile di dolore, saturarono l’aria…
L’elfo si riprese di colpo, scuotendo la testa. Si chinò sul nano e agitandogli una spalla con compassione lo strappò dal suo incubo.
Prima che questo però potesse rinvenire Shervaar era già sparito nella notte con un peso in più sul cuore, passando con facilità inosservato ad un paio di guardi che giocavano a dadi ai limiti dell’avamposto.
Da quel momento sarebbero stati solo i suoi demoni a fargli compagnia mentre il suo falco lo vegliava dall'alto.
…
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Demoni sputati dal ventre dell'inferno per seminare il caos sulla terra. Non è a loro che mi riferisco, ma a te... a noi. È così che ci definiscono ormai. Perché, allora, attacchi i tuoi simili? >>
Un espressione di palese sorpresa e disagio si disegno sul volto dell’elfo.
Sergey. Quando diavolo era arrivato? Non lo aveva minimamente sentito avvicinarsi e poi cosa diavolo ci faceva lì, in quel posto così remoto e pericoloso, uno tra le persone che più volentieri si sarebbe evitato di rincontrare?
C‘era qualcosa in lui che lo inquietava. Gli abiti così formali, il portamento così composto, lo sguardo così glaciale, sempre. Anche mentre sgozzava a sangue freddo u uomo con le sole mani.
Un tempo lo aveva chiamato compagno, cosa che in effetti si sarebbe sempre risparmiato.
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Poco importa ciò che qualcuno può dire di noi quando le loro parole sono così ben lontane dalla realtà. Mai mi paragonerei a loro…>> rispose l’elfo fattosi coraggio e rovesciando di faccia il cadavere ancora fumante <<
...demoni per davvero. >>
Si prese una piccola pausa, durante la quale osservò per attimo il mostro appena eliminato. Brutto come tutti gli altri e non meno letale era uno dei motivi per cui quella zona era praticamente in quarantena.
<<
Perché li attacco? Perché non dovrei quando la loro sola presenza su questo mondo è una minaccia per tutto ciò che di buono c'è?
Bentrovato, Sergey, in questa terra desolata e infestata di demoni. Bentrovato qui dove sembra si aggirino alcuni tra più pericolosi. >> concluse, tutt’altro che convinto di essere felice per quell’incontro. L’uomo allora accennò un inchino, muovendo poi qualche passo verso l’elfo.
<<
E’ una battaglia tra demoni e nani. Sei sicuro di volerti intromettere? >>
<<
I nani hanno l loro rivoluzioni e le loro guerre è vero, ma questa battaglia non è solo loro. E' di tutti noi, abitanti di questo mondo, minacciati da abomini di ogni genere.
Ed in tal caso si, sono sicuro di volermi intromettere. >>
La risposta allora fu tutt’atro che benvenuta. Sergey abbassò lo sguardo, scuotendo la testa in segno di disapprovazione mentre ciò che l’elfo aveva temuto sin da subito iniziava a palesarsi. L'arrivo dell'uomo quel giorno era totalmente ingiustificato, salvo che per un dettaglio...
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E tu invece, la tua presenza qui è più di una mera casualità immagino. Da che parte stai in questa guerra senza quartiere? >>
Legenda : Narrato - Pensato - Parlato
CS: 2 x Istinto
Danni fisici subiti: (0/16)
Danni mentali subiti: (0/16)
Energia rimanente: 100
Tecnica Erdakun:: Fisica. Media. Non ancora usata.
Abilità passive:
Empatia Animale - Bloodwing: Permette l'utilizzo del proprio compagno animale all'interno del combattimento, indipendentemente dal suo scopo.
[Razziale]
Furia del Fulmine: Permette di lanciare piccole saette con un secco gesto della mano e con la valenza di un colpo fisico non tecnica.
[Dominio I]
Residuo elementale: I colpi fisici corpo a corpo non tecnica di Shervaar sono infusi dell’elemento corrispondente alla natura dell’ultima tecnica utilizzata elementale.
[Personale]
Dominio Elementale: Le tecniche di natura magica possono essere lanciate in qualsiasi condizione psicologica e in tempi praticamente nulli, le tecniche magiche lanciate dagli avversari dell’elfo invece gli donano 2 CS in Concentrazione.
[Dominio II e Pergamena Discendenza Arcana]
First: Shervaar può percepire i sogni altrui, potendone vedere fugaci immagini e voci emergere nel mondo reale. In compenso ombre e neri spettri lo perseguiteranno, intangibili ad invisibili chiunque altro.
[Personale]
Tecniche usate:
Note:
Il primo trip è conseguenza della passiva e la sconnessa scena sognata è quella conclusiva di "Contrapunctus; Il canto dell'Abisso"
Ho cercato i snellire il post, eliminando approfondimenti che arriveranno nei prossimi post.
Per il resto tutto è concordato.
Edit- qualche missclick