Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Sergey Magomedov Vs. Shervaar

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view post Posted on 5/4/2014, 10:52
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Sergey Magomedov Vs. Shervaar

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Verde Vs. Gialla
E Vs. E


Primo post: Sergey
Player Killing: Off
Durata: Un solo post di presentazione e quattro post di combattimento.
Tempi di risposta: A cinque giorni dalla risposta dell'avversario verrà applicata una penalità di 0.25 punti alla sportività del ritardatario per ogni giorno d'attesa.
Arena: Il Buco del Diavolo - L'Akeran è qualcosa di indefinito, di mutevole e spaventoso. I canali del sottosuolo si infiltrano nella terra e nella roccia per centinaia di metri, sprofondando nel nucleo del continente di Asgradel. Questi tunnel sono abitati da mostri senza nome, vermi di pietra giganteschi e creature risalenti al passato primordiale. Non tutte le bestie, tuttavia, sono prive di intelligenza: i demoni degli abissi hanno costruito una serie di strutture titaniche che si susseguono e si intersecano, collegandosi tramite passerelle d'acciaio e scale di ferro nero. Questi particolari edifici sono progettati per convergere verso il basso, partendo da una piattaforma circolare e scendendo come coni nelle profondità dell'Akeran. Man mano che si scende, la temperatura si abbassa precipitosamente, fino ad intaccare il metallo con lastre di ghiaccio spesso. Negli ultimi tempi si sono aperte diverse spaccature e fenditure nel terreno. La più nota alla comunità di Asgradel è sicuramente il Buco del Diavolo, una cava piuttosto grande che si è ritagliata uno spazio sufficiente per consentire l'accesso ad una delle strutture demoniache. Sebbene rappresenti il passaggio ad un tunnel laterale, il Buco del Diavolo è monitorato continuamente dalle pattuglie naniche che stanno tentando di contenere la ribellione dei demoni. Alcuni comandanti dei nani hanno già esposto i propri dubbi sulla possibilità che la spaccatura rappresenti un serio pericolo per tutta la regione, essendo posta in un punto strategico che favorisce le incursioni delle tenebre.
Regole: Il duello non deve interrompersi per alcun chiarimento - usate vie private, nel caso. Non si possono modificare i propri post dopo le risposte dell'avversario. Si seguono le normali regole di un duello ufficiale.
Background: Negli ultimi anni, specialmente nell'ultimo periodo di conflitto, i demoni si sono spinti al di fuori dei luoghi in cui erano stati confinati nel passato. Grazie alle frequenti scosse provocate dal risveglio del potere dell'ombra, le strutture sotterranee hanno avuto sempre più sbocchi e vie d'accesso per l'esterno, causando un vero e proprio deflusso delle creature nei territori dell'Akeran. I nani sono riusciti a porre vari sigilli magici per contenere la fuga dei demoni. Il sigillo per eccellenza - un potente marchio chiamato "Prigione Nera" - è stato applicato proprio al Buco del Diavolo per prevenire una guerra ai confini con le regione naniche. Tale marchio ha richiesto l'intervento di Rohin, uno dei maghi di prim'ordine della popolazione dei nani e degli uomini che convivono con la minaccia del Buco del Diavolo. Tuttavia, nonostante l'estrema resistenza di questo incantesimo, qualcosa o qualcuno sta lentamente e inesorabilmente distruggendo ogni catena che tiene vincolati i demoni alle profondità della terra. Molti parlano di una figura bianca, sottile, di un cadavere vivente che si aggira spesso vicino alla spaccatura, sondando la zona come in attesa di un grande evento. Più di un generale attribuisce la caduta del sigillo a questo individuo. Attualmente sono scoppiati vari scontri tra gruppi di contenimento e demoni minori, tutto l'ambiente circostante il Buco del Diavolo è caduto in una condizione di stallo che non permette più l'avvicinamento alla cava. Nessuno può entrare o uscire e diverse sentinelle naniche pattugliano la zona, fermando bruscamente chiunque osi intraprende un viaggio nelle regioni. Di notte si possono percepire le urla di disperazione dei feriti e i ruggiti delle bestie, un macabro teatro di morte e sofferenza.
 
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Emelianenko
view post Posted on 10/4/2014, 17:40




Era quasi notte.
Ponendo lo sguardo verso l'orizzonte, si potevano scorgere ancora le ultime luci di un tramonto che pareva sottolineare il termine di un'era. Un'era d'incertezza, quella soppiantata, un'avvenire macabro, quello che si prospettava.
Leggere brezze appena fresche aleggiavano libere in quella desolata landa. Il terreno, colmo di crepe e lacerazioni, era forse l'elemento che meglio di tutti dipingeva la situazione: sembrava quasi che qualcosa – o qualcuno – stesse fremendo per uscire da quel profondo abisso, quella voragine infernale che avrebbe fatto tremare anche il più potente tra gli uomini. Si poteva persino percepire la sete di sangue, la lussuriosa brama di morte che si imponeva malvagia su tutti.
O forse non era così; probabilmente era Sergey a provare questi sentimenti, ma non era abbastanza onesto con se stesso per accettarli, e dunque li rinnegava, attribuendoli all'esterno.

Il buco del diavolo. Che nome suggestivo! V'era forse un luogo che più di quello meritava tale etichetta?
Sergey era lì, camminava lentamente, ammirando e contemplando ciò che lo circondava. I vestiti eleganti non erano per nulla scomposti a causa del viaggio: solo la pesante giacca di tanto in tanto si agitava sbilenca al ritmo delle folate di vento che alitavano interrompendo quella bizzarra quiete che di certo non si addiceva al luogo.
Tra le dita aveva una sigaretta, e nell'altra mano una pietra; almeno così sarebbe parso a tutti. In realtà si trattava di qualcosa di ben diverso: la gemma buia; patrimonio dei demoni, essa era stata da lui ottenuta qualche mese prima, ma – in quel momento – era priva dei suoi poteri, non più utile di un comune sasso. L'aveva portata in quel luogo perché si auspicava che potesse in qualche modo reagire; sperava, in realtà, che lui stesso avrebbe reagito alla vista di quei macabri luoghi. Sì, perché si vociferava che il sigillo che teneva a bada i demoni fosse ormai debole, si diceva che queste malevole creature stavano ormai invadendo la superficie ed abbandonando quel buco infernale da cui provenivano: quale luogo migliore per scoprire se stesso, se non la patria dei propri simili?
Ormai era certo della sua natura demoniaca, ma non del fatto di voler stare dalla parte dei demoni in quella guerra che stava per iniziare: non poteva accettare la loro continua brama di sangue.
Quei demoni erano malvagi.
Allo stesso tempo, però, non poteva permettere l'esistenza dei nani, non se a comandarli era Jahir. Odiava quell'individuo: relegato nella sua mediocrità, egli non aveva il diritto di erigersi a capo dei suoi uomini per reclamarne la libertà; sì, perché la vita era per lui un dono assai più grande di quanto meritasse e la brama di libertà, era null'altro che mera superbia.
Lasciò cadere la gemma a terra. Un tonfo sordo e cupo dimostrò che ormai non era nulla più di ciò che sembrava: rotolò per qualche metro sino a fermarsi di fianco ad una roccia, sul cratere del buco del diavolo.



Pose dolcemente la sigaretta tra le labbra ed inspirò profondamente.
Avrebbe eliminato qualsiasi nano si fosse posto di fronte. Avrebbe distrutto i loro corpi, dilaniato le loro carni e goduto della loro morte; oh, quanto ne avrebbe goduto! Poteva già sentire la libidine scorrere in sé, poteva assaporare quella lussuriosa brama di sangue che da tempo rinnegava e percepirla imporsi con sempre maggiore forza.
Espirò.
Forse non era poi così diverso da quei demoni. Null'altro aveva importanza in quel momento: non sua figlia, non suo padre.
Aveva dimenticato ciò per cui aveva combattuto fino a quel momento; non gli interessava più colei che voleva proteggere, né colui che voleva uccidere. Era impegnato solo in una guerra non sua, ma alla quale voleva a tutti i costi appartenere.
Il suo sguardo vagò lungo tutta la landa, fin quando notò qualcuno.
Era un demone, non dissimile da quelli che aveva visto in passato. Il corpo era leggermente più grosso del suo e spuntoni d'ossa ergevano dalle giunture. La sua carne era fumante, quasi avesse attraversato un muro di fiamme ed avesse lasciato dall'altra parte il proprio alito vitale.
Su di lui un uomo dall'aria fin troppo familiare.
Un individuo dai lunghi capelli e gli occhi verdi, lo stesso che in passato poté chiamare "alleato".

"Demoni sputati dal ventre dell'inferno per seminare il caos sulla terra"

Fece un altro tiro di sigaretta, per poi continuare.

"Non è a loro che mi riferisco, ma a te... a noi. È così che ci definiscono ormai. Perché, allora, attacchi i tuoi simili?"

Espirò e per un attimo rimase incantato nell'osservare il fumo che lentamente si disperdeva nell'aria, così come era accaduto alla sua umanità da qualche mese a quella parte.

Energia:
100%

Status fisico/Psicologico:
Illeso/Illeso
16/16 / 16/16

Cs:
2 Destrezza

Armi:
L'arto sinistro di Sergey pare appartenere più ad un demone che ad un umano. È composto da una sorta di corazza di colore nero, salvo alcune venature grigiastre che compongono un'illogica trama. L'uomo è solito coprire il braccio con delle bende. [Arma naturale]
L'arto destro è invece più simile a quello di un umano: l'unica anomalia consiste nello spessore esagerato delle vene, e nelle unghie estremamente affilate; esse sono infatti lunghe circa il doppio del normale ed in grado di tener testa persino alla lama più tagliente. Molto spesso indossa un guanto che ne cela malamente le anormalità. [Arma naturale]
L'intero corpo, in realtà, è estremamente resistente, al pari delle armature più leggere. Nonostante ciò, non presenta particolari anomalie. [Arma naturale]
Le uniche armi che in effetti possiede, sono una pistola antica dalla lunghezza di 37 cm e l'altezza di 11 cm [Pistola – 5 colpi disponibili], ed un archibugio della lunghezza di 70 cm, l'altezza di 15 cm ed il peso di 3,5 kg [Fucile – 3 colpi disponibili].

Consumi:
B:5 M:10 A:20 C:40

Abilità passive:
Ian Tao: Sergey ha sviluppato la capacità di muoversi senza far alcun rumore ed al contempo riesce a non emettere alcun odore, impedendo a chiunque di percepire la propria presenza attraverso l'udito o l'olfatto. Inoltre il suo passaggio non crea alcuna vibrazione, e non lascia traccia alcuna sul terreno.[I e II Effetto passivo del dominio Assassino]
Indifferenza: Fin da quando era piccolo, Sergey è sempre stato poco influenzabile dagli eventi esterni, forse per la sua natura, forse per il modo in cui è cresciuto. In termini tecnici, possiede una difesa psionica passiva. [Abilità razziale Autosufficienza]
Nak Su: Le lunghe giornate di allenamento hanno permesso a Sergey di sviluppare una resistenza fuori dal comune. In termini tecnici, raggiunto il 10%, non sverrà, pur avvertendo la stanchezza al 20% e morendo allo 0%[Abilità personale III]

Abilità attive:
//

Note:
Ciò che dice riguardo Jahir ed il fatto che Sergey possegga la gemma buia, così come la sua identificazione con i demoni, è dovuto agli eventi della quest Erdkun: sangue ribelle.
Ciò che riguarda Shervaar è concordato, mentre ciò che Sergey gli dice, deriva l'epilogo della quest Homo homini lupus: memento mori, in cui si sono conosciuti.
Auguro a Shervaar un buon duello!

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Shervaar
view post Posted on 14/4/2014, 20:46






Incubi.
Di giorno e di notte, da sveglio e dormiente.
Presenze.
Oniriche, reali, scorci di un mondo inesistente, sogni nella realtà (quale realtà?).
Ombre
Le sue ombre, invisibili a chiunque altro, ovunque nel suo mondo.
In un perenne dormiveglia in cui è impossibile distinguere ciò che è reale e cosa invece è solo un brutto sogno, incastrato tra due mondi.
Quella era la sua prigione, il suo fardello.

E poi due occhi, bianchi e quasi eterei che lo fissavano nel buio. L'elfo si sforzò di mettere a fuoco e riconobbe allora la sua salvatrice. Una candida dama, un brivido lungo la schiena (perchè?).
Per un attimo lui la fissò, poi la mano bianca di lei si protese verso l’elfo e quando ormai ad un soffio dai suoi occhi questa iniziò a risplendere di luce nuova, sempre più intenza. I suoi morbidi lineamenti sbiadirono lentamente finché la figura non si perse del tutto.
L'elfo portò una mano sugli occhi, serrando le pupille in cerca della sua salvatrice (salvato da cosa?) e quando la luminosità infine si attenuò vide una nuova figura di fronte a se.

Bianco, perché tutto sembrava esserlo in quel momento, un pallido e scarno uomo lo guardava. Credeva (temeva?) di conoscerlo.
Per un attimo si fissarono, poi la sua voce ruppe il silenzio.
<<Ricordi? >>
Una torre in rovina apparve sullo sfondo.
"La" torre in rovina apparve sullo sfondo.
Velta.
Ora ricordava (e aveva paura).

Il volto atono dell' umano si deformò in un ghigno, in un attimo fu tutto buio e l'uomo ormai divenuto un ombra sfoderò la sua spada e calò la lama oscura sul petto dell'elfo. Arrivava la morte (o forse la liberazione?).
Quel sogno, prima fatto di luce e ora un pozzo di oscurità, era diventato il suo mondo di ombre da giorni...

...

Shervaar si svegliò di soprassalto, balzando ritto sulla schiena, madido di sudore e con il fiatone.
Lo aveva sognato, ancora una volta, ma ora almeno non era più nella su testa. Si guardò un attimo in torno e in minima parte tranquillizzato riconobbe il posto. Il paesaggio brullo e martoriato di quella zona gli sembrava un paradiso rispetto alla prigione che era la sua mente.
Una fitta allora lo inibì. Scoprì l'avambraccio guardando con odio il marchio che vi era ora impresso. Bruciava, nel corpo e nella mente, mentre i suoi contorni si andavo delineando lentamente. Giorno dopo giorno sempre più nero si faceva il marchio, come sempre più neri erano i suoi sonni.
Velta. Eitinel. Hocrag.
Non sapeva neanche chi maledire, ma cosa più grave non sapeva come scamparne. Cosa si può quando il nemico è la propria mente?

Ora Shervaar vagava nell’Akeran, seguendo voci. Storie raccontate sotto voce, storpiate nelle taverne dall' alcol e dal timore, che parlavano di un luogo infestato di demoni. "La Porta per l'Inferno" aveva azzardato qualcuno, "Il Buco del Diavolo" la chiamavano i più. Qualsiasi posto comunque era meglio dell’Eden.
Era ad una mezza giornata di cammino da lì a sentire i nani che lo avevano intercettato il giorno precedente, partendo ora sarebbe arrivato con la luce piena. Infilò in fretta e silenziosamente le sue cose nello zaino e con un colpetto delicato svegliò il falco. Strappato dal sonno questo rispose con un acuto sommesso e due colpi d'ali.
<< Shhh... Si riparte. >> sussurrò l'elfo, con un altro colpetto della mano il pennuto si levò in volo sparendo nella notte mentre l'elfo silenziosamente svicolava tra i nani addormentati. Poteva sentire i loro sogni, le loro voci, i loro desideri più profondi.
I più fantasticavano casa, la lontana famiglia, i figli e fratelli per i quali combattevano, li sentiva sussurrare dolci parole ai cari, poteva vederli con la pancia piena e i boccali alti, felici e soprattuto liberi. Un paio era abbastanza sicuro che stessero immaginando una qualche gloriosa battaglia, ma uno più di tutti lo colpì: sedeva scomposto alla sua destra, agitandosi convulsamente nel sonno. Sbiadite e confuse vide delle fiamme, fumo nero, urla disperate e versi grotteschi. Iniziò a correre tra la mobilia in fiamme, mentre travi carbonizzate si spezzavano. Sentiva distintamente un voce femminile gridare aiuto, così vicina, eppure così lontana in quell’inferno di fuoco. Continuò a spostarsi di stanza in stanza scavalcando con fatica tutto quello che nel caos era finito in terra, sempre più vicino, finché sfondata una porta con un spallata non la trovò.
China su di lei un demone, la testa da insetto si girò di scatto, gli occhi vuoti lo fissarono atoni. Si lanciò ad una carica disperata ma respinto con facilità cadde in terra, guardando con orrore il mostro affondare uno dei suoi artigli nel petto di lei.
Due grida, una maschile di disperazione ed una femminile di dolore, saturarono l’aria…

L’elfo si riprese di colpo, scuotendo la testa. Si chinò sul nano e agitandogli una spalla con compassione lo strappò dal suo incubo.
Prima che questo però potesse rinvenire Shervaar era già sparito nella notte con un peso in più sul cuore, passando con facilità inosservato ad un paio di guardi che giocavano a dadi ai limiti dell’avamposto.
Da quel momento sarebbero stati solo i suoi demoni a fargli compagnia mentre il suo falco lo vegliava dall'alto.

<< Demoni sputati dal ventre dell'inferno per seminare il caos sulla terra. Non è a loro che mi riferisco, ma a te... a noi. È così che ci definiscono ormai. Perché, allora, attacchi i tuoi simili? >>
Un espressione di palese sorpresa e disagio si disegno sul volto dell’elfo.
Sergey. Quando diavolo era arrivato? Non lo aveva minimamente sentito avvicinarsi e poi cosa diavolo ci faceva lì, in quel posto così remoto e pericoloso, uno tra le persone che più volentieri si sarebbe evitato di rincontrare?
C‘era qualcosa in lui che lo inquietava. Gli abiti così formali, il portamento così composto, lo sguardo così glaciale, sempre. Anche mentre sgozzava a sangue freddo u uomo con le sole mani.
Un tempo lo aveva chiamato compagno, cosa che in effetti si sarebbe sempre risparmiato.
<< Poco importa ciò che qualcuno può dire di noi quando le loro parole sono così ben lontane dalla realtà. Mai mi paragonerei a loro…>> rispose l’elfo fattosi coraggio e rovesciando di faccia il cadavere ancora fumante <<...demoni per davvero. >>
Si prese una piccola pausa, durante la quale osservò per attimo il mostro appena eliminato. Brutto come tutti gli altri e non meno letale era uno dei motivi per cui quella zona era praticamente in quarantena.
<< Perché li attacco? Perché non dovrei quando la loro sola presenza su questo mondo è una minaccia per tutto ciò che di buono c'è?
Bentrovato, Sergey, in questa terra desolata e infestata di demoni. Bentrovato qui dove sembra si aggirino alcuni tra più pericolosi.
>> concluse, tutt’altro che convinto di essere felice per quell’incontro. L’uomo allora accennò un inchino, muovendo poi qualche passo verso l’elfo.
<< E’ una battaglia tra demoni e nani. Sei sicuro di volerti intromettere? >>
<< I nani hanno l loro rivoluzioni e le loro guerre è vero, ma questa battaglia non è solo loro. E' di tutti noi, abitanti di questo mondo, minacciati da abomini di ogni genere.
Ed in tal caso si, sono sicuro di volermi intromettere.
>>
La risposta allora fu tutt’atro che benvenuta. Sergey abbassò lo sguardo, scuotendo la testa in segno di disapprovazione mentre ciò che l’elfo aveva temuto sin da subito iniziava a palesarsi. L'arrivo dell'uomo quel giorno era totalmente ingiustificato, salvo che per un dettaglio...
<< E tu invece, la tua presenza qui è più di una mera casualità immagino. Da che parte stai in questa guerra senza quartiere? >>
Legenda : Narrato - Pensato - Parlato

CS: 2 x Istinto

Danni fisici subiti: (0/16)

Danni mentali subiti: (0/16)

Energia rimanente: 100

Tecnica Erdakun:: Fisica. Media. Non ancora usata.

Abilità passive:
Empatia Animale - Bloodwing: Permette l'utilizzo del proprio compagno animale all'interno del combattimento, indipendentemente dal suo scopo.
[Razziale]

Furia del Fulmine: Permette di lanciare piccole saette con un secco gesto della mano e con la valenza di un colpo fisico non tecnica.
[Dominio I]

Residuo elementale: I colpi fisici corpo a corpo non tecnica di Shervaar sono infusi dell’elemento corrispondente alla natura dell’ultima tecnica utilizzata elementale.
[Personale]

Dominio Elementale: Le tecniche di natura magica possono essere lanciate in qualsiasi condizione psicologica e in tempi praticamente nulli, le tecniche magiche lanciate dagli avversari dell’elfo invece gli donano 2 CS in Concentrazione.
[Dominio II e Pergamena Discendenza Arcana]

First: Shervaar può percepire i sogni altrui, potendone vedere fugaci immagini e voci emergere nel mondo reale. In compenso ombre e neri spettri lo perseguiteranno, intangibili ad invisibili chiunque altro.
[Personale]

Tecniche usate:

Note:
Il primo trip è conseguenza della passiva e la sconnessa scena sognata è quella conclusiva di "Contrapunctus; Il canto dell'Abisso"
Ho cercato i snellire il post, eliminando approfondimenti che arriveranno nei prossimi post.
Per il resto tutto è concordato.

Edit- qualche missclick


Edited by Shervaar - 15/4/2014, 20:18
 
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Emelianenko
view post Posted on 19/4/2014, 16:20




"Dalla mia"

Sergey era calmo. Gli occhi erano fissi su Shervaar, quasi intendesse sfidarlo a comprendere ciò che realmente voleva dire.
Non stava mentendo, ma aveva omesso che in quelle circostanze la sua parte coincideva con quella dei demoni. O meglio lo aveva dato per scontato, pur non ritenendosi lui parte di quella fazione.
Sergey, semplicemente, era curioso di avvicinarsi ai demoni, ritenendoli non dissimili da se stesso. Se aveva deciso di sostenerli in quella guerra, era solo per capriccio, per un desiderio infantile.
Infondo sapeva di essere ben più puerile di quanto gli piacesse ammettere.

Il fumo della sigaretta si estendeva nell'aria componendo illogiche trame, come dei dipinti senza tela che si ampliavano costantemente in un quadro senza limiti. E le figure principali di quest'opera d'arte, che di certo non si può collocare tra più brillanti, erano i due che – lo sapevano entrambi – si sarebbe fronteggiati di li a poco. Il bene ed il male, parevano rappresentare, la quintessenza della battaglia: lo scontro che era sempre esistito o, forse, non lo aveva fatto mai realmente.

Sergey camminava composto verso Shervaar, tenendo la sigaretta tra le dita senza però avvicinarla alle labbra: lasciava, semplicemente, che il vento la consumasse.

"Ti illudi, compagno"

Disse con una punta di sarcasmo. Era consapevole che non potevano considerarsi compagni e che forse mai lo erano stati.

"In questo momento stai mentendo a te stesso. Ti persuadi di fare la cosa giusta, di agire per il bene, ma ti sbagli."

L'ultimo filo di fumo si disperse nell'aria, come i residui di ciò che di umano c'era in Sergey.
Lasciò cadere la sigaretta ormai spenta.

"Non hai idea di cosa stai facendo; un po' come il viandante che cantando nell'oscurità rinnega la propria apprensione senza per questo vederci più chiaramente, tu ti inganni, affermando di voler difendere ciò che di buono c'è su questo mondo senza renderti conto che stai facendo tutt'altro".

Giunse ad un passo dall'uomo. Anche l'ultimo fascio di luce di quel tramonto aveva ormai cessato di irradiare il luogo e pareva quasi che si potesse percepire il pianto dell'anima di qualcuno che forse non poteva più vantarla.

"Ti stai intromettendo in una battaglia che non ti riguarda."

Terminò con queste parole, tentando di intrufolarsi nella mente di quello che poteva considerare ormai un suo avversario.
Lo fece in maniera talmente disinvolta, che chiunque sarebbe rimasto sorpreso nel sapere che fino qualche mese prima – prima dello scontro con uno dei demoni che ora voleva difendere – l'utilizzo di questo tipo di tecniche era per lui un tabù. Sì, perché non stava lottando come un uomo, ma come una bestia; e non una bestia dotata di raziocinio, come amava definirsi, ma come una assetata di sangue.
Eppure non aveva dimenticato la sua umana natura.
Subito dopo avrebbe sferrato con la sua mano sinistra ben otto montanti all'addome dell' avversario, per poi tranciare la gola con gli artigli della mano destra e sferrargli un gancio sinistro al mento.
La libidine stava ormai ribollendo. Già altre volte aveva combattuto per il mero gusto di farlo, ma mai aveva sentito una così forte brama di uccidere e consumare la vita del suo avversario.
Era eccitato alla sola idea di quello che stava per succedere. Persino la possibilità di subire danni non lo spaventava minimamente: era troppo eccitato per porsi problemi.
E la cosa che lo faceva stare meglio era che aveva smesso di lambiccarsi il cervello: il dubbio che ciò che stava per fare potesse essere malvagio, non lo sfiorò minimamente.
Non fu in grado di rendersi conto che stava diventando come suo padre.
Persino il motivo della sua presenza in quel luogo divenne irrilevante. L'unica cosa che per lui aveva importanza, in quel momento, era lo scontro che stava per iniziare.

Energia:
100 - 20 - 20 = 60%

Status fisico/Psicologico:
Illeso/Illeso
16/16 / 16/16

Cs:
2 Destrezza

Armi:
L'arto sinistro di Sergey pare appartenere più ad un demone che ad un umano. È composto da una sorta di corazza di colore nero, salvo alcune venature grigiastre che compongono un'illogica trama. L'uomo è solito coprire il braccio con delle bende. [Arma naturale]
L'arto destro è invece più simile a quello di un umano: l'unica anomalia consiste nello spessore esagerato delle vene, e nelle unghie estremamente affilate; esse sono infatti lunghe circa il doppio del normale ed in grado di tener testa persino alla lama più tagliente. Molto spesso indossa un guanto che ne cela malamente le anormalità. [Arma naturale]
L'intero corpo, in realtà, è estremamente resistente, al pari delle armature più leggere. Nonostante ciò, non presenta particolari anomalie. [Arma naturale]
Le uniche armi che in effetti possiede, sono una pistola antica dalla lunghezza di 37 cm e l'altezza di 11 cm [Pistola – 5 colpi disponibili], ed un archibugio della lunghezza di 70 cm, l'altezza di 15 cm ed il peso di 3,5 kg [Fucile – 3 colpi disponibili].

Consumi:
B:5 M:10 A:20 C:40

Abilità passive:
Ian Tao: Sergey ha sviluppato la capacità di muoversi senza far alcun rumore ed al contempo riesce a non emettere alcun odore, impedendo a chiunque di percepire la propria presenza attraverso l'udito o l'olfatto. Inoltre il suo passaggio non crea alcuna vibrazione, e non lascia traccia alcuna sul terreno.[I e II Effetto passivo del dominio Assassino]
Indifferenza: Fin da quando era piccolo, Sergey è sempre stato poco influenzabile dagli eventi esterni, forse per la sua natura, forse per il modo in cui è cresciuto. In termini tecnici, possiede una difesa psionica passiva. [Abilità razziale Autosufficienza]
Nak Su: Le lunghe giornate di allenamento hanno permesso a Sergey di sviluppare una resistenza fuori dal comune. In termini tecnici, raggiunto il 10%, non sverrà, pur avvertendo la stanchezza al 20% e morendo allo 0%[Abilità personale III]

Abilità attive:
Psicosi: Sergey si insinua nella mente del suo avversario, mostrandogli immagini terrificanti: quest'ultimo, vedrà infatti la comparsa di stigmati sui propri arti. Questa non sarà solo un'illusione, in quanto il suo corpo riporterà i segni di ciò. In termini tecnici, si tratta di una tecnica psionica di potenza alta che provoca un danno alto al fisico. [I: Pergamena Necrosi mentale]
Mahd Soi: 8 montanti sferrati ad una velocità estrema. Se un pugno può essere devastante, quanti danni può provocare questa combinazione? Tecnicamente è una tecnica fisica a potenza e consumo alti, che cagiona danni alti [I: Pergamena Furia]

Note:
Sergey usa psicosi, poi Mahd Soj, seguito da un attacco fisico alla gola portato con la mano destra (arma naturale) ed un altro la mento portato con la mano sinistra (arma naturale).

 
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Shervaar
view post Posted on 25/4/2014, 00:35






<< Dalla mia. >>
Rispose Sergey con tranquillità alla domanda dell' elfo, un qualcosa che effettivamente poteva significare tutto e niente, ma che lasciava in realtà ben poche possibili fraintendimenti.
Era proprio quella ostentata pacatezza con cui Sergey cercava di far passare per naturale ed inevitabile qualsiasi sue gesto, quel incedere con passo lento mentre spire di fumo si avvolgevano nell’aria, che Shervaar sentiva inequivocabilmente sbagliate, che ne era convinto segnassero la più grande differenza tra i due. Non c’era nulla di accettabilmente normale nel sgozzare con compostezza un uomo, nel paragonarsi con leggerezza ad un demone ne infine nel preannunciare con ricercata e superflua teatralità che uno scontro si sarebbe presto consumato. E su quello ormai lo sciamano aveva ben pochi dubbi.
Sergey poco prima li aveva chiamati entrambi demoni e a ben pensarci l’elfo non faceva fatica a paragonare l’altro ad una tale mostruosità. E se ciò poteva non sembrare evidente alla vista lo diventava comunque per quella quasi totale mancanza di umanità che chiunque avrebbe colto.

<< Ti illudi, compagno... >> aveva ripreso Sergey ormai ad un pugno di passi da Shervaar. Egli continuò cercando di persuadere l’elfo della vanità delle sue convinzioni ma le sue parole, che volevano stillare il dubbio nella mente di Shervaar, si persero nel vento così come fece il suo fumo.
Compagno.
L'elfo notò un velato sarcasmo in quella parola. Potevano essere stati commilitoni, alleati forse, ma compagni? Compagni di sventura, ma nulla di più, non compagni come Shervaar ne evidentemente Sergey lo intendevano. Non sentiva nulla, se non una punta di repulsione, nel vedere quell'uomo nuovamente di fronte a se.
Che strano scherzo del destino, pensò, averli fatti incontrare per ben due volte, in occasioni poi tutt'altro che comuni. Loro che sicuramente si sarebbero semplicemente ignorati in una qualsiasi altra situazione e che ora per la seconda volta si ritrovarono a condividere lo stesso campo di battaglia, oggi una landa desolata illuminata dagli ultimi raggi di un sole morente ad un passo da un covo di demoni.

Davanti a quella prospettiva per un attimo quasi rimpianse la sua terra, un attimo effettivamente molto breve. Shervaar ormai si era lasciato l'Eden alle spalle da giorni perché sperava, forse vanamente, che i suoi incubi rimanessero lì dove erano nati, in quella terra che si stava prendendo dall' elfo più di quanto egli avesse mai immaginato di volergli donare. Faceva fatica a credere quanto poco tempo era passato da quando per la prima volta aveva abbracciato il volere di Velta, quando cambiato fosse egli stesso. L'insicuro cresciuto nel cuore isolato di una foresta a cui veniva un nodo alla gola ogni volta che toccava con mano la crudeltà del mondo era ormai reduce di cose che in molti non immaginavano neanche nei peggiori incubi. I più ripugnanti mostri vomitati dai più remoti abissi dell' Eden lo avevano reso quella persona determinata che era, rassegnato all' idea che l'uso della forza sia a volte un male necessario per un fine superiore.
Come sarebbe stato quel giorno, pensò. Rassegnato si, perché nulla poteva in ogni caso cancellare la sua indole pacifica, eppure determinato, perché chiunque parteggiasse per i demoni semplicemente diventava suo nemico.
Quella sicuramente era una delle prime volte in vita sua che senza esitazioni ne rimpianti aveva deciso la propria posizione. Quel male andava semplicemente sradicato.

<< Ti stai intromettendo in una battaglia che non ti riguarda. >> gli disse Sergey, prima di fare la prima mossa. Si prese l’iniziativa in un modo tanto subdolo che l’elfo nulla neanche se ne accorse.
Vide allora con orrore ampi tagli aprirsi su tutto il suo corpo, sentiva la pelle semplicemente spaccarsi, quando poi, tutto insieme, arrivò il dolore. Per un attimo questo lo congelò sul posto, con la mente in panne, quando Sergey avanzò cercando di sfruttare il vantaggio ormai guadagnato. Con una rapida scarica mortale di colpi l’uomo tentò di abbattere il proprio avversario e fu solo grazie ad un lampo di ritrovata lucidità e all’intervento degli elementi suoi guardiani che l’elfo riusci a salvarsi indenne da quella furia. Incrociò entrambe la braccia davanti al volto per difendersi quando un muro di pietra, balenando dal terreno, arrivò a coprirlo.
Senza esitazione l’elfo sfrutto l’attimo di tregua, si schiarì la mente mentre sentiva la furia dell’altro abbattersi sulle sue difese e con rinnovata determinazione e vigore si preparò a rispondere.
Lasciò che il muro crollasse e combattendo contro le mille fitte di dolore scartò sul fianco sinistro schivando con facilità un primo destro diretto alla sua gola, coprendosi a suo volta con il guanto d’arme destro. Il colpo scivolò lontano inoffensivo sul metallo dei suoi guanti mentre ugualmente letale un altro montate partiva. Questa volta facendo balenare la mano sinistra l’elfo spinse via il colpo avversario, procurandosi però un taglio sul palmo nel tentativo di stringere la propria mano su quella nemica.
Memore infatti di cosa erano capaci quelle “mani” l’elfo voleva liberarsi alla svelta di quelle armi, perché tali erano: ben lontane dall’essere le mani di un normale uomo e non meno letali di comuni armi. Un dettaglio che non faceva che confermare l’inumanità di Sergey.
Shervaar richiamò allora il fuoco nei suoi palmi, stringendo la sinistra già ad un soffio dalla corrispettiva avversaria e facendo balenare la destra tentò con un sol colpo di liberarsi di entrambi i problemi.
Un attimo dopo, in quel groviglio di arti e ad un passo dal proprio nemico, si buttò di peso tentando una spallata, alla quale seguì repentinamente un rapido sinistro, ancora in fiamme e diretto al volto.

Inutile dire quanto l'elfo si sarebbe volentieri risparmiato tutto ma ormai il dado era tratto e senza esclusione di colpi Shervaar avrebbe perseguito il suo scopo.
<< Sbagliate sono le tue convinzioni Sergey, come sbagliata è la tua bandiera, e quando ti accorgerai di quanto sbagliate sono le tue scelte forse sarà troppo tardi per tutti noi. Rifletti ora, finché sei ancora in tempo, ritrova quell'umanità che sembri aver dimenticato. >>
Legenda : Narrato - Pensato - Parlato

CS: 2 x Istinto, 2 x Agilità.

Danni fisici subiti: (5/16) Alto diffuso al corpo da lacerazione, Basso sul palmo sinistro da taglio.

Danni mentali subiti: (0/16)

Energia rimanente: 100 - 20 - 10 = 70%

Tecnica Erdakun:: Fisica. Media. Non ancora usata.

Abilità passive:
Empatia Animale - Bloodwing: Permette l'utilizzo del proprio compagno animale all'interno del combattimento, indipendentemente dal suo scopo.
[Razziale]

Furia del Fulmine: Permette di lanciare piccole saette con un secco gesto della mano e con la valenza di un colpo fisico non tecnica.
[Dominio I]

Residuo elementale: I colpi fisici corpo a corpo non tecnica di Shervaar sono infusi dell’elemento corrispondente alla natura dell’ultima tecnica utilizzata elementale.
[Personale]

Dominio Elementale: Le tecniche di natura magica possono essere lanciate in qualsiasi condizione psicologica e in tempi praticamente nulli, le tecniche magiche lanciate dagli avversari dell’elfo invece gli donano 2 CS in Concentrazione.
[Dominio II e Pergamena Discendenza Arcana]

First: Shervaar può percepire i sogni altrui, potendone vedere fugaci immagini e voci emergere nel mondo reale. In compenso ombre e neri spettri lo perseguiteranno, intangibili ad invisibili chiunque altro.
[Personale]

Tecniche usate:
Tocco Infuocato: L'elfo è in grado per un attimo di concentrare nelle proprie mani una fiamma tale da ardere o fondere qualsiasi arma o armatura, un danno Basso ad un pezzo dell'equipaggiamento nemico con un consumo Basso e a due pezzi con un consumo Medio.
[Abilità attiva, Dominio elementale del Fuoco a costo Medio, Talento II]

Dominio della Terra: Non vi sarà subdola magia ne temibile fendente in grado di ferire l'elfo qualora gli spiriti della Terra decidano di proteggerlo. Plasmando il terreno sotto i propri piedi lo sciamano sarà infatti in grado di creare un scudo, anche a 360°, che si sgretolerà assolto il proprio compito.
[Abilità attiva, Dominio elementale della Terra a costo Alto - Pergamena]

Oggetti Usati:
Corallo
Il possessore di un Corallo vedrà le proprie CS aumentare di 2 unità per la durata di due turni. Per tale durata il personaggio potrà mutare aspetto parzialmente, rimanendo sempre riconoscibile, ma tale mutazione dovrà essere specificata in scheda.

Nessuna mutazione, 2 CS in Agilità

Note:
Ho cercato di prendere il tema di umanità introdotto nel post del collega, questa volta dal PoV dell’elfo, giocando sul palese divario tra i due.

Per la parte tecnica incasso la psionica, mi difendo dalla fisica grazie alla variabile e alla passiva di dominio per usare in qualsiasi condizione le tecniche magiche. Attivo Corallo (il “rinnovato vigore”) per guadagnare 2 Cs per due turni in Agilità con i quali schivo il primo fisico e incasso un Basso dal secondo. Rispondo tentando di danneggiarti entrambi le armi naturali con la seconda tecnica e forte della differenza Cs e della vicinanza provo una spallata per destabilizzarti. Con un ultimo colpo fisico e grazie alla passiva Residuo Elementale provo infine a colpirti al volto.


Edited by Shervaar - 25/4/2014, 08:06
 
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Emelianenko
view post Posted on 30/4/2014, 22:59




"L'umanità che sembri aver dimenticato?"

Il seme del dubbio si instillò in Sergey, vile come una serpe e letale come il suo veleno. Letale, sì, perché in quella situazione qualsiasi esitazione avrebbe potuto costargli la vita: un solo attimo di indulgenza lo avrebbe trasformato da carnefice a vittima.
E lo sapeva bene, Sergey, che pochi istanti prima delle parole di Shervaar, vide i propri arti avvolti da fiamme, danneggiati dal loro ardore, tanto da riuscirsi a difendere dalla spallata dell'avversario solo grazie alla sua fisicità, benché il fuoco – che ricopriva il pugno sferratogli subito dopo, lasciò leggeri segni di ustione sul suo volto.
Eppure Sergey restò lì, fermo.
Non fece neanche un passo indietro, non un espressione si dipinse sul viso ormai deturpato dalle ustioni.
Eppure gli occhi gridavano un pianto silenzioso, senza lacrime né singhiozzi, ma ben più intenso del più chiassoso dei lamenti.
Non era per i colpi subiti che si affliggeva; no, affatto: erano le parole udite a far emergere in lui i più penosi sentimenti.
Aveva realmente dimenticato la sua umanità?

Umanità, che bella parola. Umana è la specie, umano è l'essere che popola questo mondo. Un essere ipocrita, banale, un essere malvagio. Oh, se Shervaar avesse voluto intendere questo, Sergey sarebbe stato ben felice di dimenticare la sua umanità.
Ma le cose – lo sapeva – non erano andate in questa maniera.
Umano era anche un valore, una qualità. Umano era chiunque meritasse di vivere. Ed era a questa sfumatura che lo sciamano faceva riferimento.
Curioso che lo stesso termine avesse per Sergey due significati tanto opposti da essere in grado di mettere in difficoltà le sue convinzioni.
Era forse diventato come coloro che tanto odiava? Era per caso banale, ipocrita e malvagio come coloro che detestava?
Non conosceva la risposta, ma sapeva di non poter escludere questa eventualità. Da sempre aveva combattuto con la convinzione che in lui ci fosse qualcosa di sbagliato; aveva il terrore che la malignità potesse prendere il sopravvento.
Ma non voleva essere malvagio.
Eppure era proprio questo che significava dimenticare la propria umanità, e Sergey non poteva ammetterlo.

Aveva i vestiti bruciacchiati dagli attacchi precedenti e lasciò scivolare a terra la giacca per evitare che si potesse danneggiare. Le braccia erano distese lungo il corpo: su di esse i segni dei colpi dell'avversario erano ancora evidenti.
Le vene si estendevano – visibili – lungo tutto il suo corpo; doppie come quelle del suo braccio destro, lasciavano intendere che ben poco di umano era rimasto in lui. E gli occhi, ormai quasi del tutto bianchi, avevano smesso di piangere.
Ma un pena ben più intensa si poteva udire. Un lamento disperato che non pareva essere umano, tanto che Sergey steso sospettò che appartenesse solo alla propria fantasia.
Ma no, non era così. Si trattava di un gemito più simile ad un piagnisteo che ad un'afflizione. Era triste, immensamente triste: chiunque l'avesse potuto udire, avrebbe senza dubbio inteso la solitudine dell'essere che la emetteva. E Sergey non poté che rispecchiarsi in essa.

"Non andrete via da qui."

Le parole non furono effettivamente pronunciate, eppure a Sergey quasi parve di udirle.
Lasciò perdere le farneticazioni della sua fantasia: forse era realmente diventato pazzo.
Ma non importava.
Ciò che contava in quel momento era eliminare il suo avversario, poiché lasciarlo in vita avrebbe significato ammettere di aver dimenticato e quindi perso la propria umanità.
Perdere quello scontro rappresentava per Sergey l'ammissione della sua malvagità.

"Non farmi la morale!"

Gridò al suo avversario.

"Tu, i nani, questi demoni... Non mi interessa nulla di voi!"

I suoi occhi ormai disumani fissavano lo sciamano.

"Tu non sei nessuno per criticare la mia bandiera!"

La rabbia trasudava dalle sue parole eppure aveva il pieno controllo di se stesso, quasi come se la lucidità non lo avesse abbandonato.

"Morirai"

Pronunciò infine con un filo di voce, mentre lo scontro si era ormai trasformato in una lotta mentale. E Sergey, la cui mente era assai fragile, ostentava ora una forza resa estrema dalla sua disperazione: perdere quello scontro avrebbe significato perdere tutto ciò che aveva fatto sino a quel momento.

Cercò di afferrare la nuca di Shervaar con la mano sinistra, per avvicinarlo a sé, mentre con la destra estrasse l'archibugio: gli avrebbe sparato un colpo a bruciapelo all'addome; subito dopo avrebbe estratto la pistola con la mano sinistra e sparato un altro colpo alla gamba destra.
Non avrebbe mirato alla testa. No, perché lo sciamano doveva soffrire prima di morire. Doveva vivere i momenti peggiori della sua esistenza in quel momento per via del dubbio che aveva instillato nella sua mente.
Aveva sbagliato e doveva pagare.

Qualcosa, però, turbò Sergey. Forse un pensiero, un dubbio che sorgeva imperterrito, leggero e pressante allo stesso tempo. Poi ebbe l'intuizione.
"L'umanità che sembri aver dimenticato".
L'umanità che aveva ritrovato era in realtà quella che detestava.
Energia:
60 - 00 - 20 = 40%

Status fisico/Psicologico:
Danno basso da bruciatura al volto/Illeso
15/16 / 16/16

Cs:
2 Destrezza + 4 temporanei Forza6

Armi:
L'arto sinistro di Sergey pare appartenere più ad un demone che ad un umano. È composto da una sorta di corazza di colore nero, salvo alcune venature grigiastre che compongono un'illogica trama. L'uomo è solito coprire il braccio con delle bende. [Arma naturale]
L'arto destro è invece più simile a quello di un umano: l'unica anomalia consiste nello spessore esagerato delle vene, e nelle unghie estremamente affilate; esse sono infatti lunghe circa il doppio del normale ed in grado di tener testa persino alla lama più tagliente. Molto spesso indossa un guanto che ne cela malamente le anormalità. [Arma naturale]

L'intero corpo, in realtà, è estremamente resistente, al pari delle armature più leggere. Nonostante ciò, non presenta particolari anomalie. [Arma naturale]
Le uniche armi che in effetti possiede, sono una pistola antica dalla lunghezza di 37 cm e l'altezza di 11 cm [Pistola – (5 - 1) 4 colpi disponibili], ed un archibugio della lunghezza di 70 cm, l'altezza di 15 cm ed il peso di 3,5 kg [Fucile – (3 - 1) 2 colpi disponibili].

Consumi:
B:5 M:10 A:20 C:40

Abilità passive:
Ian Tao: Sergey ha sviluppato la capacità di muoversi senza far alcun rumore ed al contempo riesce a non emettere alcun odore, impedendo a chiunque di percepire la propria presenza attraverso l'udito o l'olfatto. Inoltre il suo passaggio non crea alcuna vibrazione, e non lascia traccia alcuna sul terreno.[I e II Effetto passivo del dominio Assassino]
Indifferenza: Fin da quando era piccolo, Sergey è sempre stato poco influenzabile dagli eventi esterni, forse per la sua natura, forse per il modo in cui è cresciuto. In termini tecnici, possiede una difesa psionica passiva. [Abilità razziale Autosufficienza]
Nak Su: Le lunghe giornate di allenamento hanno permesso a Sergey di sviluppare una resistenza fuori dal comune. In termini tecnici, raggiunto il 10%, non sverrà, pur avvertendo la stanchezza al 20% e morendo allo 0%[Abilità personale III]

Oggetti:
Ram Muay: A volte la rabbia, la frustrazione, i sensi di colpa e qualsiasi altra sensazione penosa diventano estremamente forti in Sergey, al punto da sembrare insostenibili. In questi momenti, una parte nascosta della sua natura esce allo scoperto: lungo tutto il corpo le vene iniziano ad ingrossarsi e gli occhi diventano completamente bianchi. In termini tecnici riceve un power up di 4 Cs in forza per la durata di un turno.[Rubino]

Abilità attive:
Rimpianti: Il pianto di una creatura non umana che è stata relegata nell'oscurità degli inferi è forse peggiore che si possa udire. Un gemito di dolore che che sarà udibile da chiunque ma i cui effetti si riverseranno solo sul bersaglio. Egli, infatti, dovrà acconsentire all'unico desiderio di questa creatura: quello di non lasciarla sola. E proprio perché questa creatura non vuole che il bersaglio se ne vada, gli trancerà i muscoli delle gambe. In termini tecnici, si tratta di una tecnica psionica, attivata con l'udire del pianto, che ha potenza media e causa danni fisici medi alle gambe dell'avversario. [Bonus arena]
Phrom Si Na: Si dice che quando due guerrieri combattono, le loro menti comunicano. Se ciò fosse vero, sarebbe plausibile pensare che la comunicazione stessa possa influenzare l'esito dello scontro; se ciò fosse vero, allora la mente più forte sarebbe quella del vincitore. Ed in fondo Sergey si è sempre vantato della sua potenza mentale: in termini tecnici, con un consumo alto, causerà un danno medio alla psiche dell'avversario ed altererà i suoi sensi, rendendogli difficile indirizzare attacchi verso di lui per 2 turni (Sergey guadagnerà, insomma, una difesa di livello basso contro tecniche ed attacchi fisici per due turni) [U: Pergamena Prigione mentale]

Note:
Sergey usa Ram Muay, grazie al cui power up resiste alla spallata senza incassare danni e subisce solo un basso dal fuoco del tuo pugno al volto, in quanto la potenza del pugno è minimizzata oltre che dalla differenza di cs anche dall'armatura naturale che è la sua pelle. Subito dopo uso il bonus dell'arena (rimpianti), che è il pianto che si sente e dovrebbe agire esattamente quando si percepiscono le parole "Non andrete via da qui". Subito dopo aver finito di parlare, Sergey usa Phrom Si Na, poi tenta di tirarti a sé afferrandoti la nuca con la mano sinistra (ormai non più arma naturale) ed estrae l'archibugio con la mano destra, sparandoti un colpo all'addome, subito dopo, con la mano sinistra (anch'essa una normale mano) estrarrà la pistola per sparare un colpo alla tua gamba destra.

 
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Shervaar
view post Posted on 3/5/2014, 10:18






Il fuoco, tanto bello quanto temibile.
Mille volte Shervaar lo aveva osservato scoppiettare placido al chiaro di luna, una nenia che ti accompagna nel perderti nella mente, tra pensieri e ricordi, sogni e speranze. E poi il suo infinito danzare, ipnotico, primitivo, così vivo, così caldo. Si, il fuoco era proprio bello.
Era sempre stato affascinato da quell’elemento: poteva donare la vita e speranza, scaldandoti nelle fredde notti invernali, quieto nel suo braciere, rosolando a puntino dal parco pasto del più misero alla più sfarzosa mensa del più ricco dei Re.
A lui non importa chi sei, prenditi cura di lui, e lui si prenderà cura di te.
Eppure tra tutti gli elementi il fuoco era quello che Shervaar più di tutti aveva sempre temuto, quello che più tra tutti aveva sempre dominato con riguardo.
Perché basta un attimo, una distrazione, e il piacevole tepore diventa un inferno di fiamme, che il placido fuocherello si trasforma in una bestia insaziabile che divora tutto ciò su cui mette mano. E Shervaar odiava dover ricorrere al lato animale di quel suo fedele compagno di viaggio.

Per un attimo le fiamme lambirono il corpo del suo avversario, lasciando segni ben evidenti del loro passaggio.
Sergey lasciò allora cadere il suo mantello in terra, rivelandosi in tutta la sua mostruosità. La pelle dell’arto sinistro, deforme all’inverosimile, sembrava un nera corazza su cui era dipinto un’illogica trama di grigiastre venature mentre la mano destra, sicuramente la più “umana” delle due, era solcata da vene esageratemente marcate e dotata di letali artigli.
Per la prima volta l’elfo le osservava per quello che erano, particolarmente orrende considerando anche le terribili ustioni, le mani di un demone.
Buffo, pensò, che fino a quel momento entrambi avessero parlato di umanità, quando nessuno dei due umano lo era.

Allora il demone e l’elfo si guardarono per un attimo, una piccola pausa prima di riprendere lo scontro.
Uno scontro che sino a quel momento si era svolto sul piano mentale tanto quanto quello fisico.
Erano a neanche due metri l’uno dall’altro, Sergey fissava l’elfo inespressivo, le pupille totalmente bianche, perso tra chissà quale pensieri dopo aver incassato praticamente ogni colpo.

<< Non andrete via da qui. >>

Chi aveva parlato? La landa era palesemente desolata ma la voce fuori campo giungeva pericolosamente vicina.
E proprio come poco prima, apparentemente dal nulla, grosse ferite si aprirono sulla carne dell’elfo aggravando una situazione già di per se delicata. Una nuova fitta di dolore, seguita dal caldo tepore del sangue che inizia a scorrere, lo investì dalla vita in giù.
E allora, forse per la nuova intrusione mentale, forse per il solo dolore, l’elfo si accorse di non riuscir più a mettere a fuoco il proprio nemico. Gli sembrava di essere tornato nel mondo dei sogni, luogo dai colori spenti e le sagome sfumate.
Ma Shervaar non si preoccupò, ne demorse. Sergey poteva tentare di confonderlo e debilitarlo ma finché sostenuto dagli elementi l’elfo non avrebbe temuto nulla. E l’elfo li sapeva con lui, li sentiva nel poter rimanere ancora in piedi nonostante le ferite e si appoggiò ancora di loro per rispondere al successivo attacco.

<< Non farmi la morale! >> lo aggredì allora il demone << Tu, i nani, questi demoni... Non mi interessa nulla di voi! Tu non sei nessuno per criticare la mia bandiera! Morirai. >>
Gridò con rabbia disumana, eppure lucido, ancora una volta esageratamente composto.
Sergey allora si mosse, cercando di afferrare l’elfo dietro la nuca e estraendo una delle sue armi da fuoco. Ancora confuso l’elfo realizzò troppo tardi la mossa del nemico, riuscendo a salvarsi indenne solo richiamando in sua difesa un scudo d’aria. Due proiettili lo investirono in pieno come un pugno nello stomaco, scivolando però via inoffensivi.

<< Quale bandiera, Sergey? se hai appena ammesso di essere disenteressato a di tutto ciò. >> domandò l’elfo in risposta alle parole di Sergey, fissandolo dritto negli occhi
<< Perché continui ad attaccarmi? se non è questa la tua guerra. >>

Shervaar mosse un passo insicuro, e poi con un rombo tonante si scagliò verso il demone lasciandosi alle spalle uno fitto polverone di terra malata.
Un fulmine tagliò in un attimo il campo di battaglia e l’elfo, un tutt’uno con gli elementi, si ritrovò trasportato alle spalle del suo avversario.
Da quella distanza le sue armi da fuoco sarebbero state inutili, mentre le sue letali mani erano ormai già fuori gioco.

<< Trova una risposta ai tuoi dubbi e forse potremmo fermare questo inutile scontro prima che la tua incoerenza ci uccida entrambi. >>

Dove sarebbe arrivato l’elfo solo in quel mondo irto di pericoli?
Cosa ne sarebbe stato del suo ingenuo viaggio se non ci fossero stati gli elementi a vegliare su di lui?
Questi lo aveva scelto, cresciuto, guidato e quando necessario sorretto, e da anni a questa parte ormai erano la sua vita, i suoi compagni e le sue armi.
L’elfo si era sempre chiesto perché lui, tra tanti altri, ma privo di una risposta si era messo in viaggio in cerca del proprio destino, e fu proprio nel suo vagabondare che aveva trovato la propria strada, nell’aiutare il prossimo lo scopo dei suoi poteri. Ed ora che aveva lasciato l’Edhel le cose non erano cambiate.
Quel giorno, in quel posto, seppur non in veste di Leone Shervaar ancora una volta teneva fede al proprio voto, in quella guerra per la libertà di un popolo schiavo, in quella lotta contro i demoni di un mondo libero.



Legenda : Narrato - Pensato - Parlato

CS: 2 x Istinto, 2 x Agilità.

Danni fisici subiti: (7/16) Alto diffuso, Basso sul palmo sinistro, Medio alle gambe.

Danni mentali subiti: (2/16) Medio da confusione.

Energia rimanente: 70 - 10 - 10 = 50%

Tecnica Erdakun:: Fisica. Media. Non ancora usata.

Abilità passive:
Empatia Animale - Bloodwing: Permette l'utilizzo del proprio compagno animale all'interno del combattimento, indipendentemente dal suo scopo.
[Razziale]

Furia del Fulmine: Permette di lanciare piccole saette con un secco gesto della mano e con la valenza di un colpo fisico non tecnica.
[Dominio I]

Residuo elementale: I colpi fisici corpo a corpo non tecnica di Shervaar sono infusi dell’elemento corrispondente alla natura dell’ultima tecnica utilizzata elementale.
[Personale]

Dominio Elementale: Le tecniche di natura magica possono essere lanciate in qualsiasi condizione psicologica e in tempi praticamente nulli, le tecniche magiche lanciate dagli avversari dell’elfo invece gli donano 2 CS in Concentrazione.
[Dominio II e Pergamena Discendenza Arcana]

First: Shervaar può percepire i sogni altrui, potendone vedere fugaci immagini e voci emergere nel mondo reale. In compenso ombre e neri spettri lo perseguiteranno, intangibili ad invisibili chiunque altro.
[Personale]

Tecniche usate:

Taglio del Fulmine: Shervaar, abbandonata la sua forma corporea, sarà momentaneamente capace di trasformarsi in un a saetta. In questa forma potrà scagliarsi in linea retta su un qualsiasi nemico, folgorandolo e riguadagnando il proprio corpo alle spalle dell’avversario, indipendentemente dal fatto che esso abbia subito o meno il danno Medio derivato della tecnica.
[Abilità Attiva, Dominio elementale del Fulmine a costo Medio – 3/10]

Scudo d’Aria: Protetto degli spirito dell'Aria lo Sciamano verrà ricoperto da una sottile patina di vento così da poter deviare a 360° gli attacchi fisici non tecnica nemici. Questa difesa si potrà estendere per una durata complessiva di due turni e può essere annullata in qualsiasi momento dall'elfo.
[Abilità attiva - Dominio elementale del Vento a costo Medio - Pergamena]

Oggetti Usati: Nessuno

Note:
A noi.

Non il miglior post della mia vita ma il tempo è agli sgoccioli.

In game pongo fine alla guerra dei CS utilizzando Scudo d’Aria con il quale evito tutti i tuoi fisici. Per via della tua confusione psion e della disparità di CS evito di usare colpi fisici e ti carico utilizzando Taglio del Fulmine.
Riesco bene o male ancora a starmi dritto sulle zampe nonostante le ferite grazie ai due CS in agilità, che saluto al termine di questo turno.
Prossimo turno invece, dalla corta distanza, botte da orbi.


Edited by Shervaar - 3/5/2014, 11:50
 
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Emelianenko
view post Posted on 6/5/2014, 19:42




"Perché combatto?"

Se l'era già chiesto, Sergey, ben prima di dirigersi in quella landa. La risposta che subito gli venne in mente udendo le parole di Shervaar era che combatteva per il mero gusto di farlo.
Eppure non era questa la verità.
I demoni gli servivano, ma non aveva interesse nella loro vittoria in quella guerra. Allo stesso modo, però, non avrebbe permesso il sopravvento dei nani; non per razzismo, né per pregiudizio alcuno, ma perché mai avrebbe accettato la libertà di quella razza. L'unico nano che riteneva degno di rispetto e della libertà bramata dai suoi simili era Enkidu. Senza di lui, gli altri nani non erano niente. Senza di lui, Jahir non era niente.
Perché combatteva, dunque? Per nulla più di un capriccio; per dispetto verso Jahir, si potrebbe dire. Ma non fu così che rispose.
Non rispose affatto in realtà: si limitò a guardare il suo avversario, mentre i suoi occhi tornarono al colore originario ed il suo corpo riprese l'umana conformazione, priva delle enormi vene che – pulsanti – ricoprivano l'intero corpo.
Poi un lampo traversò il campo di battaglia; Sergey a stento riuscì a vederlo e nello stesso istante in cui lo percepì chiuse gli occhi, quasi volesse ammortizzare l'inevitabile colpo che stava per ricevere: non riuscì ad evitarlo, ma la fortuna volle che venne colpito soltanto di striscio.
Quando – appena un attimo dopo – riaprì gli occhi, Shervaar era scomparso. Al suo posto c'erano solo chiazze di sangue che illuminate dal tenue splendore della luna, quasi parevano risplendere di una malevole luce che non le apparteneva.

<<trova una risposta ai tuoi dubbi e forse potremmo fermare questo inutile scontro prima che la tua incoerenza ci uccida entrambi.>>

Fu proprio lo sciamano a parlare: data la vicinanza, non fu difficile per Sergey comprendere che si trovava appena dietro di lui.
Era infastidito dalle sue parole ed umiliato dal fatto di essere stato colpito ancora una volta, eppure non reagì come sarebbe lecito aspettarsi. Non gridò, non espresse la sua rabbia con feroci attacchi, né tantomeno ribatté alle critiche infertegli.
Si limitò a girare il capo verso il suo avversario, guardandolo con la coda dell'occhio. Lo sguardo era serio, privo di qualsivoglia riferimento alla sua natura beffarda; ma c'era qualcosa nei suoi occhi che avrebbe incusso timore a chiunque si trovasse di fronte. Non era facile intendere se si trattasse di qualcosa di malvagio o meno, la cosa certa era la natura inumana di tale emanazione.



"Sarai il solo a morire."

Pronunciò infine con tono serioso. Subito dopo, girò anche il resto del corpo e – nel movimento rotatorio – mosse il braccio destro a mo' di frusta: dalla punta delle dita si manifestò una lama di vento falciforme che si scaraventò verso le gambe dell'avversario.
Subito dopo fece un balzo all'indietro e si diresse verso uno degli squarci che ricoprivano il terreno; avrebbe cercato di nascondersi in quella complicate rete di gallerie che li collegava, per poi cogliere il suo avversario di sorpresa.
E nello stesso istante in cui i suoi piedi avrebbero toccato l'acciaio delle piattaforme che si estendevano in quei cunicoli, ripensò alle parole dell'avversario.

"Perché combatto? ... Non lo so"

Aveva smesso di combattere per un motivo valido ormai da troppo tempo.

Energia:
40 - 05 - 10 = 25%

Status fisico/Psicologico:
Danno basso da bruciatura al volto, danno basso da ustioni al corpo/Illeso
14/16 / 16/16

Cs:
2 Destrezza

Armi:
L'arto sinistro di Sergey pare appartenere più ad un demone che ad un umano. È composto da una sorta di corazza di colore nero, salvo alcune venature grigiastre che compongono un'illogica trama. L'uomo è solito coprire il braccio con delle bende. [Arma naturale]
L'arto destro è invece più simile a quello di un umano: l'unica anomalia consiste nello spessore esagerato delle vene, e nelle unghie estremamente affilate; esse sono infatti lunghe circa il doppio del normale ed in grado di tener testa persino alla lama più tagliente. Molto spesso indossa un guanto che ne cela malamente le anormalità. [Arma naturale]

L'intero corpo, in realtà, è estremamente resistente, al pari delle armature più leggere. Nonostante ciò, non presenta particolari anomalie. [Arma naturale]
Le uniche armi che in effetti possiede, sono una pistola antica dalla lunghezza di 37 cm e l'altezza di 11 cm [Pistola – 4 colpi disponibili], ed un archibugio della lunghezza di 70 cm, l'altezza di 15 cm ed il peso di 3,5 kg [Fucile – 2 colpi disponibili].

Consumi:
B:5 M:10 A:20 C:40

Abilità passive:
Ian Tao: Sergey ha sviluppato la capacità di muoversi senza far alcun rumore ed al contempo riesce a non emettere alcun odore, impedendo a chiunque di percepire la propria presenza attraverso l'udito o l'olfatto. Inoltre il suo passaggio non crea alcuna vibrazione, e non lascia traccia alcuna sul terreno.[I e II Effetto passivo del dominio Assassino]
Indifferenza: Fin da quando era piccolo, Sergey è sempre stato poco influenzabile dagli eventi esterni, forse per la sua natura, forse per il modo in cui è cresciuto. In termini tecnici, possiede una difesa psionica passiva. [Abilità razziale Autosufficienza]
Nak Su: Le lunghe giornate di allenamento hanno permesso a Sergey di sviluppare una resistenza fuori dal comune. In termini tecnici, raggiunto il 10%, non sverrà, pur avvertendo la stanchezza al 20% e morendo allo 0%[Abilità personale III]


Abilità attive:
Sawasdee Krap: Vi sono attimi in cui una parte oscura della natura di Sergey si manifesta. In questi istanti, un solo sguardo o parola di minaccia potrà far intendere al nemico l'imminente pericolo: ciò lo terrorizzerà al punto di impedirgli una rapida reazione negli attimi successivi e gli cagionerà un danno psionico basso. La tecnica ha consumo basso e valenza psionica che - per essere attivata - necessita di un tramite visivo o uditivo con la vittima.[I: Pergamena Intimorire]
Al'fa: Anni di allenamento hanno permesso a Sergey di sperimentare persino una tecnica a distanza che sfrutti le sue abilità fisiche. Semplicemente colpendo e tranciando l'aria, quest'ultimo sarà in grado di creare una "lama" di vento che si scaraventerà sul nemico. Il colpo potrà avere una forma falciforme oppure lineare (come una sorta di raggio). Si tratta di una tecnica fisica di potenza (variabile medio) pari al consumo, di un livello inferiore se usata a 360°. [Abilità personale II]

Note:
Incasso in parte la tua tecnica (grazie alla tecnica Phrom Si Na, ancora attiva), subendo un danno basso. All'inicirca quando Sergey si gira e parla, utilizzo Sawasdee Krap e subito dopo Al' fa a consumo medio, mirando alle tue gambe. Dopo, Sergey, un piccolo balzo indietro, per poi andare a nascondersi dentro uno dei cunicoli.

 
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Shervaar
view post Posted on 10/5/2014, 19:03






Shervaar sorrise, soddisfatto, per la sua piccola rivincita nonostante fosse in ginocchio stanco e ferito in una desolata e martoriata landa. Era ancora se stesso: suoi i sensi, sua la volontà e vanificato era stato il tentativo di Sergey di stillare nella mente dello sciamano ingiustificato terrore.
Il mondo aveva finito di giocare con la mente dell’elfo, piegandola ai propri capricci. Era tempo di alzare la testa, di ribellarsi alle volontà altrui, di liberarsi dal giogo dell'oppressione. E lo era per tutti: per l'elfo in continua guerra contro chiunque provasse a giocare con la sua mente; per i nani in guerra per la libertà; e per la Terra, quella Terra malata che ora Shervaar stringeva tra le mani, profanata in lungo ed in largo dal metallo e dalle gallerie dei demoni, martoriato campo di battaglia e teatro di una guerra che sarebbe stata ricordata per secoli che sino a quel momento ella aveva potuto vivere solo passivamente.
Ma quel giorno era diverso, quel giorno l’elfo era lì, e incosciamente questo si sarebbe fatto tramite di un incontenibile rancore.

Shervaar poggiò allora un palmo sul terreno chiudendo un secondo gli occhi ed entrando i comunione con il mondo sotto di se, l'elfo non immaginava quale potere, quale furia, riposasse indomita sotto i suoi piedi.
Si preparò allora a dominare la roccia, come mille altre volte aveva fatto, ma quanto accadde lo lasciò a bocca aperta.
Con un profondo e secco schianto una prima crepa si aprì nel terreno, serpeggiando e diramandosi fulminea. In un attimo una ragnatela si era disegnata tutt'intorno a Shervaar e improvvisamente la roccia iniziò a crollare sollevando un enorme polverone mentre decine e decine di metri di gallerie si rivelarono agli occhi di Shervaar. L'elfo sorpreso non fece nessuno sforzo nel manipolare il suo elemento, quasi questo non aspettasse altro che collassare su stesso eliminando ogni traccia dell' opera dei demoni, che come una grossa cicatrice ora si palesava agli occhi dell’elfo.

Il grosso polverone fu allontanato velocemente dalla brezza notturna rivelando tra le macerie i due sfidanti illuminati dal tenue chiaro di luna.
Shervaar che si era rialzato a fatica tra le mille fitte era di nuovo in piedi, un paio di metri sopra il suo avversario, e guardò per un secondo Sargey con determinazione, deciso a fargli scontare non solo tutto quel caos animato apparentemente solo da un capriccio ma anche l’ultimo tentativo di insinuarsi nella sua mente.
L’elfo ricercò allora dentro di se energie e, ancora un volta ricevuto l’aiuto degli elementi, si mosse. Un primo passo e tagliando con decisione l’aria fronte a se con la mano sinistra lanciò una saetta in direzione del demone. Con un secondo passo e insicuro sulle gambe martoriate poi si diede lo slancio per muoversi e con innaturale agilità si saltellò tra le macerie, muovendosi di roccia in roccia sul terreno accidentato e scendendo giù nel cunicolo dove Sergey stava tra le macerie.
Quando a non più di un paio dai contorni ancora sfocati ma inconfondili di Sergey, sperandolo in qualche modo incastrato tra i massi, l’elfo chiese un ultimo sforzo alle sue gambe e sfruttando l’impeto della corsa concluse la sua carica con un salto. Allora al demone non rimanevano che una manciata di attimi prima che il rancore dell’elfo e quello della Terra che lo sciamano ancora sentiva tra le mani gli franassero addosso.

Sarai il solo a morire.” gli aveva detto Sergey, prima di darsi inspiegabilmente alla fuga.
<< Non prima di aver liberato queste terre dalla tua minaccia. >> rispose allora con determinazione l’elfo in quell’attimo di folle volo.

Legenda : Narrato - Pensato - Parlato

CS: 2 x Istinto, 2+2 x Agilità, 2 x Concentrazione

Danni fisici subiti: (9/16) Alto diffuso, Basso sul palmo sinistro, Medio alle gambe, Medio alle Gambe

Danni mentali subiti: (2/16)

Energia rimanente: 50 - 10 = 40%

Tecnica Erdakun:: Fisica. Media. Usata in questo turno. (Vedi sotto)

Abilità passive:
Empatia Animale - Bloodwing: Permette l'utilizzo del proprio compagno animale all'interno del combattimento, indipendentemente dal suo scopo.
[Razziale]

Furia del Fulmine: Permette di lanciare piccole saette con un secco gesto della mano e con la valenza di un colpo fisico non tecnica.
[Dominio I]

Residuo elementale: I colpi fisici corpo a corpo non tecnica di Shervaar sono infusi dell’elemento corrispondente alla natura dell’ultima tecnica utilizzata elementale.
[Personale]

Dominio Elementale: Le tecniche di natura magica possono essere lanciate in qualsiasi condizione psicologica e in tempi praticamente nulli, le tecniche magiche lanciate dagli avversari dell’elfo invece gli donano 2 CS in Concentrazione.
[Dominio II e Pergamena Discendenza Arcana]

First: Shervaar può percepire i sogni altrui, potendone vedere fugaci immagini e voci emergere nel mondo reale. In compenso ombre e neri spettri lo perseguiteranno, intangibili ad invisibili chiunque altro.
[Personale]

Tecniche usate:

Mente Vigile: Stanco di essere manipolato e controllato, l’elfo ha ormai imparato a difendersi dai più blandi attacchi mentali. Con un attimo di ferma concentrazione Shervaar potrà difendersi da tecniche psioniche di potenza Bassa e sventata o smorzata l’intrusione nella sua mente tanta sarà la determinazione nel riscattarsi che egli guadagnerà 2 CS in Agilità per un turno.

Slot Erdkun: L’elfo domina il terreno sotto i proprio piedi modificandolo a proprio piacimento. In termini tecnici Shervaar fa collassare le gallerie presenti nel sottosuolo del campo di battaglia per decine di metri, riportando alla luce l’avversario e cercando di immobilizzarlo tra le macerie. Conta come danno Basso alle gambe e immobilizzazione Bassa per un turno. Dominio Elementale della Terra. Natura Fisica.

Oggetti Usati:

Rubino:
Il possessore di un Rubino vedrà le proprie CS aumentare di 4 unità per la durata di un turno. Per tale durata il personaggio potrà mutare aspetto parzialmente, rimanendo sempre riconoscibile, ma tale mutazione dovrà essere specificata in scheda.

Nessuna mutazione, 2 CS in Agilità e 2 in Concentrazione

Note:
Questo è probabilmente il mio ultimo post, infatti indipendemente da quando posterai tu per un impegno che coincide esattamente con la la fine del torneo probabilmente non riuscirò a fare l’ultimo giro.
Mai dire mai però, energie abbondanti per un altra mano me le tengo.

In game incasso la tecnica fisica e mi difendo dalla psionica, sfruttando l’occasione per ripartire in quarta e visto che nel turno precedente per aver mal interpretato una tua tecnica (errore mio) ci sono andato leggero questa volta legnate doppie.
Per la passiva di dominio rispondo prontamente vedendoti sparire nella fessura, attivando la tecnica bonus Erdkun con la quale faccio collassare autoconclusivamente le gallerie per un lungo tratto, riportandoti alla luce (come concordato privatamente). Grazie alle 2 CS prese con la difesa e le altre 2 con il Rubino porto a casa 4 CS in Agilità con la quali scavalco in parte gli impedimenti dovuti ai consistenti danni alle gambe.
Prima ti lancio al petto saetta (valenza di colpo fisico) con la passiva di dominio, poi mi lancio giù da te correndo sulle macerie, concludendo con un salto e con un altro fisico al petto.
Alla fine del turno, visti sempre i danni alle gambe, atterro un po’ scompostamente (dettaglio che non ho scritto per problemi di temporalità ma che ti comunico).

A te bro.

Edit: corretto un errore nei consumi.


Edited by Shervaar - 12/5/2014, 12:10
 
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Emelianenko
view post Posted on 13/5/2014, 10:44




Furtiva mano di un fantasma occulto
fra le pieghe del buio e del torpore
mi scuote, e io mi sveglio, ma nel cuore
notturno non trovo gesto o volto.


La terra tremava. La piattaforma di metallo su cui Sergey stava correndo si rivelò essere ben più instabile di quanto sembrasse. Ad ogni passo s'agitava sbilenca, lasciando intendere che avrebbe ceduto da un momento all'altro. Ed allo stesso modo faceva la terra; ed il soffitto, che pareva collassare su se stesso e lasciarlo sepolto vivo sotto le macerie, mostrava la sua instabilità.
Stanco ed agitato, Sergey cercò una via di fuga, un modo per evitare che lo stratagemma da lui usato gli si rivoltasse contro; eppure non poté far a meno di pensare a quanto fosse particolare quella situazione: si era ritrovato – solo qualche mese prima – nelle medesime condizioni. Quella volta, però, fuggiva dalla fortezza dei demoni dopo averli attaccati e non per difenderli.
Un masso si staccò dal soffitto e gli sbarrò la strada. Si voltò, ma ormai della piattaforma d'acciaio non v'era più traccia: al suo posto solo pietre e terra, franate dal soffitto dopo il suo passaggio.
Curioso, pensò, mentre i tenui raggi della luce lunare cominciarono a penetrare dagli squarci nelle pareti. Questa volta non era stato fortunato come lo fu in passato.
O forse ciò che stava succedendo non era che un segno, un avvertimento di un Dio che lo accusava di essersi schierato dalla parte sbagliata; o meglio ancora, una punizione di questa ignota divinità.
Sorrise.
Un segno; non aveva mai creduto a queste cose, eppure si mise ancora una volta in discussione. Era li, spaesato, che prendeva parte ad una guerra non sua ed aveva dimenticato i propri obbiettivi.
Era patetico.

Un antico terrore che insepolto
porto nel petto, come da un trono
scende sopra di me senza perdono,
mi fa suo servo senza cenno o insulto.


Il soffitto continuava a franare ed il celo era ormai quasi del tutto visibile: Sergey si preparò a scorgere il suo avversario, convinto che sarebbe arrivato da un momento all'altro per coglierlo di sorpresa. Proprio per questa sua arroganza, forse, non riuscì a vedere un'ennesima pietra colpirgli le gambe; si distrasse per un attimo a causa del dolore, ed ecco che il terreno sopra di lui franò del tutto, seppellendo letteralmente i suoi piedi.
Poi una saetta lo colpì al petto. Dapprima non sentì dolore: il corpo si contorse con uno strano vigore, del tutto indipendente dalla sua volontà; poi percepì un odore di bruciato e solo quando si rese conto che era stato lui ad ardere, la pena raggiunse la sua coscienza.

Era stato davvero un essere superiore a punirlo per le sue azioni?
Un Dio... se ne avesse avuto uno in cui credere, questo sarebbe stato il momento in cui invocarlo. Ma Sergey odiava coloro che subordinavano la loro vita ad una divinità. Era proprio sotto il tacito consenso di costoro che – nella sua infanzia – venne sfruttato, torturato e denigrato.
Spostò per un istante lo sguardo sul suo braccio destro: il simbolo della sua sottomissione alla confessione, effige della sua prigionia, era ancora presente, seppur deturpato dalle ustioni.
Una catena che terminava con un crocifisso era tatuata sull'arto, e – ancora una volta – curiosamente si trovava imprigionato quasi fosse in catene, invocando, o meglio maledicendo, una divinità. E con essa maledisse la sua infanzia e se stesso. Non gli piaceva ciò che era diventato.
Non voleva essere un demone.

E sento la mia vita di repente
legata con un filo di Incosciente
a ignota mano diretta nell’ignoto..


Shervaar comparse dall'alto. Era malconcio, coperto di ferite ma comunque in grado di saltare ed attaccarlo.
Da dove prendeva tutta quella forza?
Non fece in tempo a domandarselo, Sergey, che si trovò di fronte l'avversario ancora in volo. Lo osservò impaurito tirare un pugno al suo corpo. Gli occhi fissi sullo sciamano, spalancati quasi stesse vedendo la morte, palesarono il suo sconforto.

<< Non prima di aver liberato queste terre dalla tua minaccia. >>

Udì le parole, ma non le ascoltò; in quegli istanti non pensò a nulla.
Gocce di sudore caddero copiose sul suo viso: era stanco. Ruotò il busto più per istinto che per tecnica, chinando il corpo in avanti, giusto in tempo per schivare il colpo rivoltogli contro. Osservò il nemico mancarlo ed atterrare scompostamente al suo fianco, accusando finalmente i colpi subiti.



Sorrise.
Per un attimo, dopo aver visto la morte, cominciò ad assaporare la vittoria.
Una vittoria priva di soddisfazione, però. Aveva lottato tanto per dimostrare a se stesso la propria superiorità, ed ora che era ad un passo dall'ottenere ciò che si auspicava, quasi gli sembrava di non averne bisogno.
Ed il sorriso ben presto scomparve, lasciando il posto ad un solco di sconforto.
Faticava ancora a muoversi, ma non ebbe bisogno di compiere alcun passo per indirizzare una gomitata alla nuca di Shervaar.

"Pecchi di arroganza, compagno."

Pronunciò poi senza ironia alcuna, estraendo l'archibugio ed impugnandolo – questa volta – con entrambe le mani.

"Non sei in grado di sconfiggermi, ma ancor meno io rappresento una minaccia per queste terre."

Continuò puntandogli l'arma alla testa. La libidine e l'eccitazione di prima erano ormai svanite, lasciando il posto ad un mare di penose sensazioni.
Ma doveva porre fine a tutto.



Sparò.

Si era recato in quel luogo per comprendere la sua natura; aveva combattuto con Shervaar credendo di averla intesa. In quel momento, si rese conto di non volerla accettare.

"Né la rappresenteranno i demoni, quantomeno, finché io sarò in vita."

Terminò, rivolgendosi più a se stesso che allo sciamano.

Sento che niente sono se non l’ombra
di un volto imperscrutabile nell’ombra:
e per assenza esisto, come il vuoto.


Energia:
25 - 05 - 10 = 10%

Status fisico/Psicologico:
Danno basso da bruciatura al volto, danno basso da ustioni al corpo, danno basso alle gambe, danno medio di ustioni al petto./Illeso
11/16 / 16/16

Cs:
2 Destrezza

Armi:
L'arto sinistro di Sergey pare appartenere più ad un demone che ad un umano. È composto da una sorta di corazza di colore nero, salvo alcune venature grigiastre che compongono un'illogica trama. L'uomo è solito coprire il braccio con delle bende. [Arma naturale]
L'arto destro è invece più simile a quello di un umano: l'unica anomalia consiste nello spessore esagerato delle vene, e nelle unghie estremamente affilate; esse sono infatti lunghe circa il doppio del normale ed in grado di tener testa persino alla lama più tagliente. Molto spesso indossa un guanto che ne cela malamente le anormalità. [Arma naturale]

L'intero corpo, in realtà, è estremamente resistente, al pari delle armature più leggere. Nonostante ciò, non presenta particolari anomalie. [Arma naturale]
Le uniche armi che in effetti possiede, sono una pistola antica dalla lunghezza di 37 cm e l'altezza di 11 cm [Pistola – 4 colpi disponibili], ed un archibugio della lunghezza di 70 cm, l'altezza di 15 cm ed il peso di 3,5 kg [Fucile – (2 – 1) 1 colpo disponibile].

Consumi:
B:5 M:10 A:20 C:40

Abilità passive:
Ian Tao: Sergey ha sviluppato la capacità di muoversi senza far alcun rumore ed al contempo riesce a non emettere alcun odore, impedendo a chiunque di percepire la propria presenza attraverso l'udito o l'olfatto. Inoltre il suo passaggio non crea alcuna vibrazione, e non lascia traccia alcuna sul terreno.[I e II Effetto passivo del dominio Assassino]
Indifferenza: Fin da quando era piccolo, Sergey è sempre stato poco influenzabile dagli eventi esterni, forse per la sua natura, forse per il modo in cui è cresciuto. In termini tecnici, possiede una difesa psionica passiva. [Abilità razziale Autosufficienza]
Nak Su: Le lunghe giornate di allenamento hanno permesso a Sergey di sviluppare una resistenza fuori dal comune. In termini tecnici, raggiunto il 10%, non sverrà, pur avvertendo la stanchezza al 20% e morendo allo 0%[Abilità personale III]


Abilità attive:
Ti Lob e Lom: Più che di una tecnica si tratta di una combinazione più o meno ampia di schivate: può essere un semplice movimento del capo, una rotazione del busto verso il basso, un saltello per evitare un colpo basso, un passo laterale o all'indietro per evitare un attacco, o addirittura un salto acrobatico per evitare più attacchi contemporanei. In termini tecnici si tratta di una difesa fisica di potenza pari al consumo (variabile basso). [Abilità personale I]
Kwang Chak Narai: Sergey è in grado colpire il nemico alle spalle o di lato con un unico, rapido, movimento, senza che questi riesca a vederlo. In termini tecnici, si tratta di un'abilità a potenza e consumo medio che può colpire l'avversario solo lateralmente o alle spalle: mai frontalmente. [I: Pergamena Vigliaccheria]

Note:
Incasso la tecnica bonus e la saetta – che mi fa subire un danno medio, ma schivo l'altro attacco fisico con Ti Lob e Lom a consumo basso: riesco a farlo perché schivo solo con una torsione del busto, pur avendo i piedi ancora intrappolati. Dopo l'attacco tu atterri scompostamente e, dato che mi ha attaccato con un pugno, la distanza tra noi è poca, quindi riesce a sferrare la tecnica Kwang Chak Narai (gomitata alla nuca). Subito dopo estraggo l'archibugio e ti attacco. Non svengo per via della passiva.
Beh, che dire, ti ripeto che è stato un bel duello e mi auguro di lottare ancora con te. Che vinca il migliore!

Ps: la poesia che compare lungo lo scritto è di Fernando Pessoa (Furtiva mano di un fantasma occulto)

 
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view post Posted on 22/5/2014, 21:57

Esperto
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Shervaar

» Scrittura: Una buona prova di scrittura ed interpretazione, capace di regalare ottimi istanti narrativi e buone scelte stilistiche. Attenzione però ad alcuni errori grammaticali che ho trovato lungo il percorso: sicuramente c'è stata la volontà di correggerli ma qualcuno è comunque sfuggito. Due ulteriori spunti di discussione sono rappresentati dai dialoghi (i discorsi diretti) e dalla tua scelta di riprendere -quasi sempre- le parole del tuo avversario all'interno del tuo post. Per il primo punto, la mia critica coincide nel fatto che più di una volta -soprattutto nelle prime battute del duello- le parole di Shervaar non sembrano parole da discorso diretto quanto più una ibrida unione fra testo narrativo e poesia. Citando un esempio:
"Perché li attacco? Perché non dovrei quando la loro sola presenza su questo mondo è una minaccia per tutto ciò che di buono c'è?
Bentrovato, Sergey, in questa terra desolata e infestata di demoni. Bentrovato qui dove sembra si aggirino alcuni tra più pericolosi."
Difficile che in un vero dialogo qualcuno scelga di ripetersi -bentrovato- e parlare in questo modo composto e articolato, soprattutto calcolando che la situazione in cui si trovano i due protagonisti è idealmente frenetica e carica di emozione, entrambi fattori che non giovano alla parlantina.
Per il secondo punto, la mia considerazione verte sul modo in cui hai deciso di riprendere i dialoghi, non facendo cioè un semplice sunto o, ancora meglio, partendo già con la rielaborazione, ma decidendo proprio di descrivere punto per punto il testo. A mio dire, questo modo di riprendere il discorso dell'altro sembra basarsi sul concetto: la narrazione procede sul mio post -il mio scritto- quindi è giusto che io riprenda anche il "tempo di narrazione" del mio avversario così da inserirlo nella mia narrazione. Credo però che questo concetto non sia del tutto efficiente: il narratore infatti non legge solo i tuoi post ma anche quelli dell'altro. Così facendo, si ritrova non solo a leggere le parole di quest'ultimo, ma nei tuoi post a tornare indietro nella narrazione, rileggerla e poi finalmente andare avanti. Questo per me è parzialmente inutile, a meno che non si voglia legare le parole dell'altro a reazioni specifiche del proprio pg o a situazioni particolari. Nel caso in cui, viceversa, sia solo un "riportare le parole", è potenzialmente un elemento di disturbo e appesantimento del post. Attenzione inoltre a qualche errori di grammatica presente nel testo e alla presenza di frasi un poco ridonanti per via della mancanza di sinonimi per il medesimo soggetto. Post ordinati e precisi, gradevoli alla vista ma forse un po' spogli: se non con le immagini, la prossima volta tenta di impreziosire un poco il layout con qualche scritta o spaziature di vario tipo (intestazione, divisori etc)
Buona la resa espressiva e psicologica del personaggio, solo in alcuni casi un poco carente in corrispondenza dei post più affrettati.
» Voto: 6,00

» Strategia: Un duello abbastanza bilanciato, sebbene verso la fine vissuto un po' sulla difensiva dal tuo personaggio a seguito dell'appesantirsi della gara Cs vs Cs e delle tecniche a turno doppio. Nel tuo caso, il duello si conclude con un post in meno e 40% di energie rimanenti accompagnate da uno status fisico e mentale decisamente critico (Alto diffuso, Basso sul palmo sinistro, Medio alle gambe, Medio alle Gambe), tutti fattori che indicano una situazione non troppo buona sotto un punto di vista puramente "valutativo". A mio dire, nel tuo caso un errore potrebbe essere dipeso dall'amministrazione delle energie nel corso del duello: Shervaar ha utilizzato solo tecniche di potenza Media e solo una o due volte tecniche di costo Alto. Questo ha comportato al terzo turno il possedere 40% di energie vs 25% di energie residue del tuo avversario. Un terzo turno però che scorre abbastanza in sordina, senza costi o tecniche particolarmente rilevanti. L'idea di fondo era giusta: tenersi le energie per l'ultimo turno. MA 1) 40% di energie sono davvero molte, soprattutto calcolando quelle rimanenti dell'avversario 2) essendoci la possibilità di un ultimo turno in bianco, magari rischiare di più avrebbe fatto comodo. Un po' discutibile inoltre la scelta di seguire il tuo avversario nella gara ai CS: sapendo di poter perdere in partenza non disponendo di eguali possibilità di power up, io avrei optato per uno scambio molto più sulle lunghe distanze. Buona la scelta di utilizzo della tecnica bonus dell'arena, davvero azzeccata e puntuale così come la decisione di risolvere la gara delle CS con una tecnica "liberatoria".
» Voto: 6,00

» Sportività: Un buon duello privo di pecche ed errori tali da guastarlo. Il tuo comportamento nel gestire un avversario in alcuni momenti estremamente aggressivo è sempre stato corretto e rispettoso della sportività, forse anche troppo (nel primo turno incassi un Basso che "tecnicamente" avresti potuto ignorare avendo tu le CS sufficienti per fronteggiarlo in qualche modo. Ma quella è interpretazione).
Unico errore, l'utilizzo nel terzo turno di tecniche di Power up per compensare gli ingenti danni subiti alle gambe. Un utilizzo di questo tipo delle tecniche suggerirebbe che le tecniche di Power Up possano, in sostanza, curare le ferite ed i danni subiti infondendo energia nelle articolazioni. Ciò, per quanto corretto a livello logico, è scorretto sotto un profilo tecnico, non essendo per definizione le tecniche di power Up anche delle tecniche di cura dei danni subiti al fisico o alla mente.
» Voto: 6,00



Emelianenko

» Scrittura: Un duello ben calibrato, chiuso anche da una nota artistica rappresentata dalla poesia a tema. Attenzione anche per te a qualche errore di battitura presente nel testo e alla presenza di qualche frase ridondante dovuta alla mancanza di sinonimi per il medesimo soggetto. In riferimento a questo ultimo punto, nel primo post il dialogo interiore risulta appesantito dallo schema "Si, ..." da te usato, ottimo per dare l'idea di botta e risposta mentale, ma facile da prendere a noia se utilizzato troppo spesso.
A differenza di Shervaar il cui problema sono i dialoghi esageratamente prolissi, nel tuo caso ho notato una difficoltà ben diversa: i non dialoghi. Nell'ultimo post Sergey lascia cadere il discorso a vuoto, ed in quelli precedenti più di una volta pecca leggermente di sintesi stringando al massimo frasi che poi si diramano e dilungano molto bene nei dialoghi interiori. Attenzione, poiché non sempre un personaggio silenzioso è un personaggio "figo", quanto più un personaggio muto, che a leggerlo ispira mistero e fascino, ma nel concreto al proprio avversario lascia solo una accozzaglia di frasi sbocconcellate.
Attenzione inoltre all'uso dei vocaboli e degli aggettivi: Libidine ed Eccitazione, da te ampiamente utilizzati nei post in riferimento al crearsi di situazioni di esaltazione, possono dare adito a doppi sensi nel leggere la situazione. Nel secondo post, per un istante, ho davvero creduto che Sergey desiderasse prendere (letteralmente) Shervaar piuttosto che attaccarlo. Il consiglio è dunque calibrare e studiare di più il senso delle parole che si usano.
All'occhio i post risultano gradevoli e talvolta arricchiti da alcune accortezze visive (immagini, poesie a lato) che favoriscono una lettura piacevole e veloce. La psiche di Sergey ed i suoi atteggiamenti risultano sommariamente convincenti e buoni all'occhio del lettore salvo ogni tanto peccare di una lieve artificiosità da "sono figo" che rischia di trasformare la serietà del personaggio in una parodia di se stessa. Attenzione dunque a non voler ricalcare esageratamente atteggiamenti da manga mancando di ricordare i modi di fare veri ed evidenti.
» Voto: 6,50

» Strategia: Un combattimento che si conclude "sul filo del rasoio" per quanto riguarda l'impiego di energie. Per quanto riguarda lo svolgimento del duello, ho trovato la strategia di Sergey molto buona e articolata, capace di saltare dalle lunghe alle corte distanze con criterio e intelligenza. Sei riuscito a mettere in difficoltà il tuo avversario sia a livello tecnico che fisico pur mancando anche nel tuo caso una tecnica propriamente "risolutiva" tale da risolvere il duello in una tua vittoria assicurata. Unica recriminazione, guardando l'impiego delle tecniche la tua strategia è stata un po' "inizio trionfale, fine in sordina", dovuto principalmente al massiccio impiego di tecniche a costo Alto all'inizio e tecniche medio basse alla fine. Una strategia potenzialmente più di successo se ribaltata al contrario "Inizio in sordina, fine trionfale": al calare delle energie dell'avversario, utilizzo di tecniche più potenti così da costringerlo a ripiegare in toto. Ottimo lo spunto finale di nascondersi nelle gallerie sotterrane, il quale, unitariamente al tuo talento di Assassino avrebbe rischiato di risolvere prematuramente il duello. Buono anche l'uso delle tecniche psioniche come fattore di disturbo correlato all'impiego delle armi da distanza viceversa adottate a bruciapelo.
» Voto: 7,00

» Sportività: Nulla da recriminare ad un duello che si prospetta in sostanza pulito e ordinato dall'inizio alla fine. Buono l'uso dei power up per mettere in difficoltà il tuo avversario. Ho trovato un po' stiracchiata -pur non recriminabile vista la vostra decisione di accordarvi a riguardo- la decisione finale di accordarvi circa il fatto che Shervaar trovasse Sergey nascostosi all'interno delle gallerie: a regola, avendo quest'ultimo il Talento dell'Assassino, il duello sarebbe potuto finire tranquillamente in quel modo. Tale situazione avrebbe potuto però rivelarsi in potenza controproducente anche per te, avendo in sostanza il tuo personaggio "abbandonato il campo" prematuramente rendendosi impossibile da trovare. In sostanza, dunque: meglio così.

» Voto: 7,00



Media Shervaar: 6,00
Media Emelianenko: 6,75

Vincitore: Emelianenko
Emelianenko ottiene 675 gold; Shervaar ottiene 300 gold

Il vincitore ha diritto ad un post autoconclusivo, senza possibilità di uccidere l'avversario o compiere alcuna azione violenta.

Giudice: Eitinel

 
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10 replies since 5/4/2014, 10:52   339 views
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