Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Albtraum

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Alb†raum
view post Posted on 24/4/2014, 17:15




Richiedo un artefatto di caratterizzazione Epico del costo di 3000 gold (+750 di sovrattassa per la caratterizzazione). L'artefatto in questione è Walpurgisnacht, un veleno ottenuto mescolando il sangue delle Ombre con il Fiume dei Neiru e iniettato nel cuore di Maria. Il veleno è poi emerso formando un tatuaggio dalle forme serpentine sul suo petto. La creazione di questo oggetto da parte di Maria avviene al termine della quest I Primogeniti.


Chiederei all'incantatore di rivolgersi a me per cenni ulteriori di background, ma principalmente richiederei che ci si attenesse al background del mio personaggio, quello delle ombre e considerasse anche cosa sia la notte di Valpurga (e anche qui, perché no?). Invito comunque a contattarmi per spiegazioni che sarebbero troppo complicate da fare in questa sede.

Edited by Alb†raum - 2/5/2014, 13:04
 
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view post Posted on 13/5/2014, 17:30
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W A L P U R G I S N A C H T
____________i l _ v e r o _ v o l t o _ d e l _ b u i o____________


La Notte dei Fuochi era una festività alla quale il villaggio di Arbas teneva particolarmente. Risaliva a molto prima del nuovo culto e della sua nuova chiesa, e a moltissimo tempo prima che soggiungessero le Ombre; consisteva nel radunare durante detta notte gli abitanti nella piazza, e ciascuna famiglia gettava nella grande pira ivi tenuta una piccola effige. L'effige cambiava a seconda della famiglia, del tempo, della più grande paura di colui che lo gettava. Per quella Notte, i cittadini Arbas aveva preparato bambole deformi di tessuto nero - giacché gli Aneliti da mesi uccidevano i loro cari. Non sapevano - e come potevano? - che il pericolo proveniva da dentro le loro alte mura di pietra. Accorsero i cavalieri della Regina in loro aiuto, ma uno ad uno prima della Notte furono cacciati malamente, rei di portare disagio fra la gente invece che essere d'aiuto. Degli uomini spediti ne rimasero solo due - un arciere e uno spadaccino, risoluti più degli altri a tener fede al giuramento di proteggere gli abitanti dell'Eden - ma vennero trattati come paria, scherniti, finché non sparirono nelle ombre dei vicoli anche loro - dimenticati da tutti.



Una fiamma che divora l'aria che ora respiri | e alla sua fine non rimane neppure la cenere
con la quale avresti dato vita al raccolto di un domani.

Non esiste acqua che la spenga | e nemmeno pietra che tenga il suo ardore
perché nulla può contro il vero volto del nulla più assoluto.

Oggi è la notte dei fuochi, e il mondo sarà purificato anche della speranza
.


══════════════════════════════════════


- Il FREDDO di Walpurgis -

La luna d'argento era presagio di un grande male, si diceva nel villaggio. Per quel che le riguardava, Larissa sapeva che quella era solo una mezza verità. Girava quelle notti ammantata di nero per celarsi fra le ombre, e un cappuccio calato sul viso perché la gente non potesse riconoscerla. Harandar non era poi tanto piccola, ma abbastanza lo era perché alcuni volti potessero rimanere impressi. E nelle notti d'argento di Harandar, quello poteva essere un problema grosso.

« Non ti ha detto nessuno che camminare da soli sotto la luna d'argento porta scalogna? » Una sagoma massiccia era spuntata fuori dal vicolo poco davanti, la voce di un uomo che tutto poteva ispirare fuorché fiducia. La ragazza si morse un labbro, indietreggiando appena. Aveva quasi rischiato di andargli addosso, e l'odore che emanava era sufficiente a metterla in guardia. « Mi lasci stare. » In quel momento sentì altri passi, accompagnati dal tintinnare di coltelli sulle fibbie delle cinture. Di nuovo quel fetore, pure più intenso ora che l'avevano circondata.

« Perché? Vogliamo solo un po' di compagnia. E soldi! » aggiunse, quasi se lo stesse per scordare, e qualcosa parve divertire particolarmente i suoi compagni - si stavano sbellicando dalle risate. « E tu sarai gentile per entrambe le cose, vero? Voi del villaggio, in fondo, siete tanto generosi... » Alle spalle, Larissa sentì uno sputo e ancora qualche ghigno che aveva qualcosa di amaro. Non era un segreto che ci fosse tensione fra le due comunità, soprattutto da quando era iniziato a dilagare il crimine. « Rimarrai a bocca asciutta. Non ho niente di val--ah! » Con un movimento brusco le torse il braccio e le fece dare le spalle, per poi stringerle il gomito attorno alla gola. Lei sentì il respiro bloccarsi, fra la morsa e il puzzo nauseabondo che il bastardo emanava. Dopo qualche istante, però, l'uomo si ritrasse con gli occhi sgranati - lasciando la presa immediatamente. Gli altri pure avvertirono un brivido lungo la loro schiena, come se si fossero appena resi conto di aver commesso un errore.

« Cosa sapete voi della luna d'argento? » chiese con tono pacato la ragazza, massaggiandosi il collo e lisciandosi le pieghe del mantello. Lo smilzo non seppe cosa rispondere, così come gli altri, solo uno ebbe il coraggio di replicare: « C-che è una vostra sciocchezza. La luna è sempre di questo colore. » Lei annuì, senza guardarlo, continuando a rassettarsi gli abiti; Bolivar alle sue spalle aveva messo mano al proprio coltello, ma Larissa lo sapeva. E lui sapeva che lei lo sapeva, per questo le dita gli tremavano così tanto . Era l'unico, da quella posizione, che poteva vedere gli occhi sulla sua nuca.

« E allora perché, perché secondo voi non c'è nessuno a quest'ora? Che leggenda è, se non c'è un fondo di verità? » La domanda fu formulata con tanta innocenza e naturalezza da ammutolire persino il rosso. Il silenzio quella volta fu spezzato dalla risata nervosa dello smilzo, alla quale si unirono -non molto più convinte- quelle del resto della banda. Quando lui prese la mazza, un piccolo ramo rozzo ma dall'aspetto massiccio, gli altri fecero lo stesso con le proprie armi arrugginite o improprie. « Bene bene ragazzi, qualcuno di voi vuole iniziare a narrarle una leggenda? » Fu il turno di Clarissa sorridere. « Non disturbatevi, faccio io. » Il mantello le cadde dalle spalle, rivelando un corpo deforme pulsante di una luce porpora malata, e due ali si spalancarono inghiottendo il viale. Le narici a fessura dell'Ombra di Harandar accolsero un nuovo odore, molto più gradevole di quello precedente: quello della paura. La luna d'argento era presagio di un grande male, ma Larissa sapeva che non era la verità intera. Né Bolivar, né lo smilzo o il rosso notarono mai il pendaglio lucente a forma di mezzaluna attorno al collo. Lei girava quelle notti di luna piena ammantata di nero, proprio perché nessuno ne avesse modo. In fondo, era solo in quelle notti che sentiva fame.


_____

NEWYN - Malus. Man mano che le energie del personaggio calano, questi avvertirà le proprie emozioni, desideri, pensieri e ambizioni scemare sempre più, sostituite da una fame crescente che il cibo non potrà mai sfamare: la fame di un Anelito. Questa diventa tangibile dal 70% di energie come un banale languore, ma avvicinandosi sempre più al 30% questo bisogno diventerà sempre più impellente. Al di sotto, il personaggio soffrirà la fame così tanto da perdere la testa finché non si sarà nutrito. È possibile sfamarsi solamente accumulando almeno uno stack di fame, che è ottenibile utilizzando delle precise tecniche dell'artefatto. È possibile accumulare infiniti stack, ma qualora si mantenessero due stack per più di due turni l'artefatto vedrebbe i propri poteri inibiti per il resto della giocata; stessa cosa se si accumulano tre stack, istantaneamente però.
Abilità passiva. Natura fisica. Il personaggio acquisisce un auspex degli stati d'animo degli esseri circostanti, basato però sull'olfatto.
POEN - Tecnica di power-up, potenza alta. Natura magica. Consumo medio, e al termine della tecnica il caster subirà un danno medio alla psiche sotto forma di perdita permanente della memoria circa cosa è successo durante l'attivazione. Il personaggio per due turni acquisisce una forma oscura da scegliere al momento dell'ottenimento dell'artefatto. Durante questa forma perde l'utilizzo del proprio equipaggiamento attuale, eventuali aure di ammaliamento o influenze di questa natura e diventa incapace di distinguere gli amici dai nemici; in cambio, però, ottiene quattro CS a turno distribuibili come meglio si crede ed accesso fino a tre armi naturali (entrambe le cose da scegliere al momento dell'ottenimento). L'accesso a tecniche o abilità passive estranee a quelle menzionate prima non viene pregiudicato. Durante la tecnica, a livello unico di effetto scenico, il personaggio ha l'aria di essere un buco nero. Sta infatti assorbendo passivamente le emozioni degli esseri circostanti, e ogni turno in cui la tecnica è attiva otterrà uno stack di fame. La tecnica è utilizzabile solo una volta raggiunto il 60% di energie.

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- La LEGNA di Walpurgis -

Quell'uomo non sapeva che cosa lo aspettava dietro quella porta. Ma le sue parole erano state dure e decise. « Lasciatemi parlare con la megera. Me lo deve dopo ciò che mi ha fatto. » I due contadini si allontanarono dalla soglia, titubanti ma troppo spaventati per ostacolarlo, lasciando che Garrant entrasse nella tenda. Dovette chinarsi di molto, dall'alto dei suoi due metri, ma l'interno era molto più ampio di quanto l'esterno lasciasse intendere: quasi si sarebbe potuto stiracchiare, senza urtare con le pareti di tela. Dal soffitto della tenda oscillava una piccola lanterna, emanante uno strano odore dolciastro che permeava la tenda. Oltre a sopprimere gli odori meno gradevoli dell'accampamento di Famall, rintuzzato fra le montagne e al riparo dai venti aspri dell'Erydlyss, proiettava una luce tenue che lasciava in penombra un unico angolo dell'abitazione: quello in cui giaceva il fagotto di stracci che avvolgeva la strega. Dal cumulo rimanevano visibili solo i due occhi verdi, sottili come una lama, lucenti come una gemma. Garrant soppresse a malapena l'istinto di strappare la lanterna da sopra e usarla per dar fuoco alla maledetta.

La voce, pure, uscì a tratti spezzata - controllata quanto bastava per non sputare ad ogni sillaba. «Tu...cosa hai fatto a Millia? » La figlia erano giorni che non usciva più di casa, incapace di muoversi dal letto e costantemente pallida - come se colta da una malattia improvvisa, che però il saggio non era stato in grado di riconoscere. « La giovane sente ancora dolori? » Garrant strinse i pugni, immaginando di star strangolando la vecchia. « Tu l'hai stregata! Non sente i dolori, non sente però nemmeno sollievo, non sente nulla! » Al crescere della voce la fiamma tremulò, come se scossa dal furore del padre. Gli occhi verdi si chiusero per qualche attimo; l'aroma dolciastro parve intensificarsi quando lei sospirò. « La malattia significa che la piccola sta combattendo, padre. Non è un buon segno? » L'uomo non seppe come rispondere lì per lì. Gli sembrò che dietro quegli stracci, la megera stesse sorridendo.

Scosse il capo e tentò di calmarsi, eppure le mani gli fremevano spasmodiche. Non riusciva a credere che non le fosse ancora saltato addosso, specialmente dopo quelle risposte false. « Prima che tu arrivassi nel villaggio nessuno aveva mai sofferto questi malori, strega. Come lo spieghi questo? » La fiamma nella lanterna schioccò leggermente, leggermente più brillante di prima. La cosa stranì Garrant - da taglialegna quale era, sapeva che erano le gemme dei tronchi a provocare quel suono, ma una lanterna? « I malori che voi dite sono passeggeri come le stagioni, padre; mera casualità. » Scandì le ultime sillabe con pazienza, senza mai schiodare gli occhi da lui. « Piuttosto: si sente bene lei ? » Due dita affusolate scostarono gli stracci, palesando un viso giovane - troppo perché ad esso appartenesse la voce che prima lo aveva accolto inizialmente. Gli occhi verdi erano gemme in un viso da angelo, paffuto e roseo. La luce della candela in cima era fulgida come poche mai viste dall'uomo. « Mi permetta di controllarla. » Le mani si avvicinarono al suo volto, e Garrant avvertì un brivido - ma non si ritrasse.

Quando uscì il sole stava calando, gli occhi del padre erano tirati. Tornato alla propria capanna si coricò sul letto, accanto alla moglie, ma non cercò il calore del suo corpo. Il giorno dopo, bianco come un cencio, disse che non se la sentiva di uscire di casa. Da qualche parte, nei suoi sogni, Garrant non dimenticò mai la luce di quella lanterna e il suo schioccare.


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CHWANT - Abilità media. Consumo medio. Natura psionica. Il personaggio scaglia un attacco psionico che ha l'effetto di smorzare le emozioni e la coscienza dell'avversario. Accumula uno stack se va a segno. Utilizzabile una volta raggiunto l'80% di energie.
YN WAG - Abilità nulla di PK. Natura psionica. Il caster svuota il bersaglio di tutte quante le emozioni, annichilendo la sua volontà di vivere e pensare, riducendolo per il resto dei suoi giorni ad un guscio vuoto a malapena capace di respirare e reagire al mondo. Accumula uno stack quando utilizzata. Utilizzabile solo una volta raggiunto l'80% di energie.

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- Il FUMO di Walpurgis -

« Analisi: il soggetto reca un aspetto umanoide; ciò che credo di poter definire pelle è morbida al tatto, seppur fredda, ma che porta diverse somiglianze a quella umana. Di colore nero, avvicinandovi la ma...» Lo scriba si schiarì la voce, gesto che fece assottigliare gli occhi del professore. Si voltò verso il subordinato. « Cosa c'è? Cosa non hai capito? » Questi si aggiustò gli occhiali lievemente scheggiati, lanciando un'occhiata indecisa all'Ombra incatenata al tavolo. Cercò le parole per diversi attimi, mordendosi le labbra. « Ecco...non credo che 'nero' sia il termine adatto. » L'altro inarcò il sopracciglio e si lisciò nervosamente i baffi. « Cosa vorresti dire con ciò? » Lo scriba Fergol si azzardò a sfiorare con i polpastrelli la creatura, rabbrividendo al contatto. « ...non so come descrivervelo. È come se fossimo noi a volerlo nero. »

L'ipotesi sembrò colpire il professor Taris, che aggrottò la fronte ed esaminò una seconda volta. Qualcosa sembrò essersi impossessato di lui, in quel nuovo modo di guardare la cavia - e cosa più inquietante, il modo in cui la cavia guardava lui. Un'improvvisa realizzazione, che paralizzò l'uomo e gli indebolì gli arti, come se le ossa gli si fossero sgretolate. Un battito di ciglia, e il mondo si rovesciò. « Dimmi: » l'Ombra che sino a poco fa era stata Fergol si sporse verso di lui, legato ad un tronco della foresta del Gwathlàiss. Ma adesso il suo volto apparteneva a Patricia, la moglie che aveva perso in quei stessi luoghi alle mani di quelle maledette creature. Il professore si chiese da quanto tempo era scomparsa, da quanto tempo aveva tentato di vendicarsi delle Ombre dell'Eden, prima di perdere coscienza. « di che colore sono? » Le foglie e i rami marci degli alberi sfumarono nel nero, e dal cielo tappezzato di nuvole cupe cadde una prima lacrima di pioggia.


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CLOUD - Abilità media. Consumo medio. Natura magica. Il caster genera per un turno un'illusione ambientale basata sull'emozione predominante risucchiata, modellabile a piacimento dallo stesso caster. Consuma uno stack.
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- La FIAMMA di Walpurgis -

« Una fiamma che divora l'aria che ora respiri... » la voce dell'Ombra proveniva dallo scranno in fondo alla navata centrale, illuminata da due fiaccole poste sulle ultime colonne. A chi era appartenuta la chiesa prima di lui? Quali déi si erano adorati? « e alla sua fine non rimane neppure la cenere con la quale avresti dato vita al raccolto di un domani. » Stava cantando, comprese improvvisamente lo spadaccino, e le parole gli erano anche familiari. Le avevano intonate le genti presenti alla cerimonia della Notte dei fuochi. Li stava forse prendendo in giro?

« Ci ha fatto penare un bel po', gran sacerdote Valyce. » Jon si avvicinò passo dopo passo allo scranno, con tanta calma che un esterno avrebbe potuto credere che si stesse avvicinando ad un caro amico. L'espressione indecifrabile sul viso lasciava intendere diversamente. « Da quanto tempo appesta questa gente? » Sul viso anziano ma perfettamente calvo e rasato di Valyce si distese un sorriso furbo. Un lampo nero gli balenò in volto, come per ricordargli la sua reale forma. « Da prima che tu nascessi, figliolo. » Lo spadaccino annuì, posando distrattamente la mano sul pomo dell'arma. « Un'adorabile bugia. Voi bastardi avete iniziato a piagarci da poco - e adesso stiamo già iniziando a disfarci di voi. » Indicò con un cenno la ferita che ancora sanguinava, opera dell'arciere collega. L'Ombra non parve farci caso, fissando invece le proprie dita ricoperte di anelli. « Non avete fatto un lavoro particolarmente buono sino ad ora, direi. Il tuo amico invece? Che fine ha fatto? » Lo spadaccino scrollò le spalle. « Mi chiedo se stia bene, dopo che l'ho toccato. » Prima di fuggire, la creatura aveva teso la mano verso Frederick; qualcosa era accaduto in quel momento, ma Frederick non ne aveva fatto menzione durante il tragitto. Anche se era sembrato preoccupato. « Non dovresti pensare a lui adesso. »

Jon si scagliò a spada tratta sull'Ombra, sferrando un fendente - ma la spada si conficcò nel seggio, dove un attimo prima si trovava l'Ombra. La avvertì poco dietro, e schiodò l'arma puntellandosi col piede; quando però si voltò per attaccarlo nuovamente, la lama venne bloccata da un filo fulgido. Il gran sacerdote era adesso nuovamente la sagoma nera di prima, occhi luminescenti e il corpo venato d'oro. « Sono il faro che protegge questo gregge, umano. » Il cavaliere si lasciò sfuggire un sorriso, disimpegnando l'arma con un guizzo e una pioggia di scintille. « Permettimi di dissentire. » I suoi successivi assalti furono pigramente deviati da nuovi fili d'oro, che infine si tessero in un'unica spada incandescente - una croce nelle tenebre della chiesa, che veniva illuminata ad ogni scambio di colpi. « Ti pentirai di aver sfidato il dio di questo villaggio, gatto spaurito. » Con la coda dell'occhio, Jon notò una macchia nera all'altezza di una delle finestre in alto e colse al volo il segnale. Rotolò in avanti schivando una falciata candida, udendo il sibilo avvicinarsi e abbattersi su Valyce; rimase deluso al sentire un tonfo del legno rimbalzare sulla pietra tuttavia: Frederick aveva mancato il bersaglio.

« Ci chiamate Ombre, ma siete voi a celarvi nel buio. Un vero peccato che il tuo amichetto abbia perso la concentrazione, vero? » La sagoma sul matroneo si irrigidì. Il sacerdote stava fissando esattamente in quella direzione, e nella sua mano baluginava una fiammella. « Un peccat- » La spada spuntò bruscamente dal suo petto, spezzando la sua voce. Dietro di lui, Jon aveva cercato di cogliere l'attimo. Per un momento, Jon si concesse un ultimo sorriso - il secondo dopo, una luce abbagliante lo accecò e un giramento di testa mostruoso lo fece cadere in ginocchio. Frederick inveì contro l'Ombra, che si era dissolta in una nuvola di scintille per poi riformarsi in cima al candelabro che sormontava l'edificio; scoccò altre frecce - ma si fermò quando una di queste venne afferrata al volo dalla creatura e spezzata con le dita. « Oggi è la Notte dei Fuochi, stranieri. » Jon riacquisì a stento i sensi, gli occhi arrossati; l'Ombra aveva acceso il lampadario dando sfoggio di luci di ogni sorta, conferendo alla chiesa prima buia un aspetto quasi paradisiaco - esclusa la sagoma nera che si stagliava al di sopra di tutto. Una sfera che diventava sempre più grande, un mondo agghiacciante che vorticava su sé stesso in attesa di qualcosa. I due cavalieri sapevano cosa, ma non poterono nulla. L'istante dopo tutto era finito.

Ancora oggi si parla dell'ultima Notte dei Fuochi di Arbas, e si dice che da allora nemmeno più le altre Ombre si avvicinano alle rovine diroccate - non è rimasto più nulla di cui cibarsi.


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AWYRDWLL - Tecnica alta, consumo alto. Il caster amplifica a dismisura una sensazione fra quelle che ha rubato, provocando nel bersaglio uno shock alla psiche; questi verrà travolto e consumato per il turno intero da detta sensazione, riportando al termine dello stesso un danno di portata Alta alla mente. Consuma uno stack.
ANOBAITH - Tecnica di potenza mortale, consumo critico e all'esecuzione della stessa il personaggio subisce un contraccolpo alto al proprio corpo sotto forma di ustioni, e alto alla mente sotto forma di profonda stanchezza. Il caster genera una sfera gigante di fiamme nere gelide che avvilupperanno una zona estremamente vasta. I personaggi coinvolti, senza distinzione fra amici o nemici, subiranno delle ustioni Critiche che a seconda della giocata e concordando con i proprietari dei personaggi possono essere permanenti. Ma le fiamme non feriscono solo i personaggi, bensì corrodono e rovinano lo stesso paesaggio mutandolo permanentemente, potendo anche mandare in rovina una città. L'attacco consuma due stack.

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Alb†raum
view post Posted on 7/8/2015, 09:39




Incanto il serbatoio-respiratore di Jorge:

CITAZIONE
Polmone d'acciaio
“[...] Il sistema di pompe idrauliche realizzato è alimentato da tre rune ignis a fase alterna. Ciò implica un cambiamento di pressione nelle diverse camere cosiddette “alveolari” e permette la dilatazione e la contrazione del petto. Il meccanismo è tuttavia completamente automatizzato e non vi è controllo cosciente da parte dell'utilizzatore; il respiro potrebbe risultare meccanico, forzato e raspante soprattutto durante grandi sforzi[...] Una fase porosa del tratto interno permetterà all'aria di passare nel resto del corpo. Una runa aeras dovrebbe favorire la penetrazione nei tessuti; scrivo “dovrebbe” perché non ho tempo di testare su cavie. I tempi si fanno stretti e[...] È semplicemente follia, tutta follia, perché sto perdendo tempo qui? Questa diavoleria lo ucciderà, io lo ucciderò e non servirà a nulla, assolutamente a nulla […]” “L'intervento d'impianto si è svolto... bene. Jorge sta recuperando in fretta nonostante le sue condizioni e le vistose cicatrici riportate dall'operazione. Il sistema è sufficientemente discreto: appare come un'armatura metallica che ricopra il suo petto seguendone le forme. Al centro vi è una valvola di controllo, ma il vero sistema è posto sulla sua schiena: diversi stantuffi spingono e assorbono aria calda. È tuttavia un procedimento discreto e quasi invisibile. Secondo le indicazioni addizionali del signor Joyce, ho fatto montare un sistema di serbatoi e un paio di valvole particolarmente ampie alla base. Queste ultime, se attivate, sono in grado di sovraccaricare le rune del complesso ed espellere quantità massicce d'aria. La richiesta esplicita è "stata “perlomeno in grado di sollevarmi da terra”". Dio buono, a quali follie dovrò ancora sottopormi?

Vorrei che si prendesse in considerazione l'ambientazione del sultanato, soprattutto la sua componente steampunk, se possibile. Lascio comunque al l'incantatore libera scelta.

Spendo 2000 gold, incanto normale.
 
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Alb†raum
view post Posted on 14/11/2015, 13:01




Posso permettermi di chiedere a che punto sia la mia richiesta?
 
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view post Posted on 14/11/2015, 17:28
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Ti informo: purtroppo il tuo artefatto era stato preso in carico da un gerarca che si è dileguato, ma che per un certo tempo ci ha assicurato che avrebbe concluso il lavoro in sospeso. Siamo riusciti a darlo in carico a un'altra persona, ora; mi scuso per il disagio :\
 
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view post Posted on 31/12/2015, 15:39
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Ecco l'artefatto, spero ti piaccia. Aggiorno i conti ^^

CITAZIONE

fg7jUTH


Aria.
Scontata, infinita, impalpabile aria. Fluisce nei polmoni degli esseri viventi, tra le fibre della pelle, sotto le palpebre. Senza che se ne rendano conto riempie le loro vite. Il loro amore altro non è che corpi stretti a far fuggire l’aria. La loro ira è aria soffiata tra le labbra. Le loro danze movimenti fluidi nell’aria. Il loro fuoco è aria che brucia e le loro lacrime aria liquida mescolata con l’anima.
Vivono nell’aria come pesci in un acquario, ma non riflettono mai sulla sua assenza.
Solo chi non ha respiro, lentamente, inesorabilmente, la desidera. Mentre la mente si annebbia, svuotandosi di qualsiasi sensazione, mentre i polmoni bruciano e la gola sembra restringersi. Solo allora spalancano la bocca, per sottrarne il più possibile. E non ci sono più figli, fratelli, amanti. Quando l’aria lentamente si esaurisce esiste solo l’istinto folle di averne ancora, anche solo un soffio.
Chi non ha abbastanza aria ne è schiavo come dell’oppio. Ogni respiro ha il piacere segreto e perverso di sottrarre una risorsa a chi lo circonda. Ogni movimento della cassa toracica è un esercizio inebriante, eccitante. Ogni mattina, aprendo gli occhi, è la prima sensazione che anima il corpo.
Così sono questi polmoni artificiali, una macchina perfetta, capace di uguagliare. Di superare. Il corpo dell’uomo. Capaci di dominare il respiro, di renderlo più potente, più subdolo. E al tempo stesso un’arma che rende schiavo il proprio portatore, che gli riempie la bocca di un veleno al quale non può rinunciare.
Aria.
Niente altro che vita a smozzichi e bocconi. Mista al sapore del ferro e del lubrificante. Depurata dall’umanità vecchia per forgiarne una nuova.


01

Il respiro involontario, smarrito nella memoria come il ricordo di un sogno, è la rappresentazione dell’esistenza umana. Questo prototipo, perfettamente innestato nel corpo del proprio ospite, è la riproduzione di umanità più genuina che l’umanità stessa abbia prodotto. Ogni singola fibra è compatibile con l’organismo, così da non creare rigetto. Ogni collegamento, operato con la raffinatezza di un chirurgo, si innesta nelle fibre nervose creando dalla macchina un uomo e dall’uomo una macchina. Tale è la perfezione del sistema, che questo supera la natura, rendendo possibile la vita là dove fino ad ora era negata. Il prototipo, infatti, consente di respirare all’interno di qualsiasi elemento, liquido o solido, all’interno del quale, per volontà, fatalità o errore, l’organismo ospite dovesse trovarsi [Passiva – 4 utilizzi].
Durante la respirazione è anche possibile per l’organismo ospite ridurre al minimo l’inspirazione di aria pulita. Un sacrificio per la capacità di compiere sforzi o movimenti veloci ma un guadagno in discrezione: sarà infatti possibile, controllando attentamente i movimenti, azzerare qualsiasi suono prodotto dall’organismo per la durata di un turno [Passiva – 4 utilizzi]. È possibile che questa straordinaria facoltà di controllo comporti un minimo effetto collaterale e che, durante la normale respirazione, l’organismo ospite emetta lievi rumorii e cigolii metallici. Si tratta naturalmente di mere illazioni qui riportate perché non ci si accusi di falsa modestia. Le nostre macchine, è risaputo, non hanno mai mostrato difetti e hanno uno straordinario tasso di sopravvivenza rispetto ai prodotti concorrenti [Malus].


«Signore, io non credo esistano prodotti concorrenti»
«È proprio per questo che possiamo falsificare le statistiche sul tasso di sopravvivenza, mio ingenuo amico».


02

Il respiro è un atto spontaneo e incontrollabile per tutti gli esseri viventi. Aria ossigenata entra nei polmoni e sostanze nocive e scorie ne sono espulse. Ma chiunque sia dotato di un prototipo come quello in esame è in grado di trattenere in apposite camere all’interno del corpo sostanze utili per gli scopi più diversi. Respirare, come ben sa chi non ne è in grado, può essere un’attività poliedrica e piacevole per molti diversi aspetti.
È quindi possibile per gli utilizzatori del nostro prototipo soffiare lentamente attraverso le labbra aria intrisa di invisibili particelle di gas composto della stessa materia degli incubi e delle paure più ataviche dell’uomo. Strisciante, questo si spanderà per una certa area, finendo per essere inalato da chiunque vi si trovi. Immediatamente scatenerà, per il tempo di un turno, in chiunque lo abbia respirato una paranoia assimilabile alla sensazione di soffocare lentamente. Una paura così antica da poter addirittura portare alla pazzia le menti degli umani più deboli, corrotte dall’imperfetto gene della mortalità [Natura Psionica – Autodanno mentale pari a Medio – Genera paranoia ad area danneggiando la Mente dei nemici]. Qualora poi fosse necessaria una ritirata strategica, il prototipo è in grado di richiamare e liberare attraverso un’unica espirazione tutte le particelle di polvere che si sono depositate al suo interno. In questo modo, per un turno, nell’area circostante l’organismo ospite si proietterà una nebbia grigiastra e densa, che renderà difficile scorgere alcunché attraverso di essa. Tranne l’ospite, qualunque altro essere vivente dovrà orientarsi a tentoni, venendo così estremamente rallentato [Natura Fisica – Autodanno fisico pari a Medio – Genera una nebbia ad area che riduce di molto la visibilità dei nemici per un turno].


«Questo è il futuro dell’uomo, amico mio»
«Intendete dire il potere, signore?»
«Intendo la macchina»


03

L’uomo e la macchina, un connubio perfetto di ingranaggi e organi. L’imperfezione della malattia sostituita dal susseguirsi perfetto di funzioni meccaniche. L’errore della matrice corretto dall’adattarsi dell’organismo. Come un’opera d’arte, come un magnifico prodotto dell’ingegno, chiunque potrà rendersi conto di non trovarsi più davanti ad un uomo, bensì a qualcosa di più grande. Tale è il potere racchiuso nel metallo e nella carne, da rendere l’aria non più un bisogno ma uno strumento. Espirando violentemente, l’organismo ospite potrà rendere l’aria un’onda rovente che danneggerà il corpo e le armi del suo avversario [Natura Fisica – Autodanno fisico pari ad Alto – Genera un’onda rovente che si abbatte sul nemico, causandogli un danno Medio + Basso al fisico e danneggiandogli un equipaggiamento].
L’aria potrà anche essere piegata agli ingranaggi nascosti nel petto dell’organismo. Questi potrà iniziare ad inspirare più rapidamente rispetto ad un normale essere umano, tanto velocemente da rubare al proprio avversario l’aria ricca di ossigeno e lasciarlo immerso in un’atmosfera viziata, dannosa. Questi non potrà fare altro che subire, sentendo le forze che gli vengono meno, e piegarsi alla superiorità della scienza di fronte alla pochezza della natura [Natura Fisica – Autodanno Alto al fisico – inspira tutta l’aria pulita rilasciando nell’ambiente un’aria che debilita le forze avversarie infliggendo un Alto al fisico nemico].
Nel petto dell’organismo ospite la macchina riposa, attende, conquista spazio e importanza. Impiantata per la sopravvivenza diventa parte stessa dell’esistenza, mutando l’ordine delle cose. il nemico non si troverà più davanti un corpo debole, fragile un cumulo volgare di ossa e di carne, bensì una meraviglia della tecnologia. Il nostro prototipo è in grado, con un adeguato dispendio energetico, di riparare l’organismo ospite dalle offese agli organi vitali. Nella maggior parte delle occasioni la fragile vita dell’uomo viene salvata dalla perfezione della struttura della macchina [Natura Fisica – Consumo di Energia pari ad Alto – il corpo si ricopre di una sottile patina di metallo che fuoriesce dalla bocca e dalle narici e protegge così i punti sensibili per un danno di natura fisica pari ad Alto].


«Signore, qualcuno non potrebbe lamentarsi?»
«È a questo che serve la funzione di disattivazione, figliolo».


04

A chiosa di questa pergamena di istruzioni è bene fare una piccola precisazione, nell’eventualità in cui i nostri pazienti dovessero rilevare strani fenomeni di adattamento al prototipo. È del tutto normale che l’innesto di una macchina di tale perfezione e precisione all’interno dell’organismo umano provochi qualche cambiamento. Potrebbe persino darsi che, a fronte di una preesistente natura egoista dell’organismo ospite, lo stesso si trovi a provare meno empatia per i propri simili, condannati alla marcescenza della carne e alla morte per inedia e soffocamento. Altrettanto naturalmente potrebbe nascere un interesse, quasi un’affinità, nei confronti di organismi simili all’ospite, nei quali siano state impiantate parti metalliche o che addirittura dal metallo siano composti. Eventualità abbastanza rara, ma per la quale caldeggiamo di non preoccuparsi [Malus: il portatore dell’artefatto proverà meno empatia verso gli esseri viventi e maggiore affinità ed empatia nei confronti delle macchine o di coloro che hanno parti meccaniche innestate nel proprio corpo].


«Dopo tutto non esistono troppe macchine sul continente»
«Vedo che cominci ad afferrare, figliolo».



 
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Alb†raum
view post Posted on 2/1/2016, 15:01




Veramente bello, grazie!

Lo aggiungo in scheda.
 
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6 replies since 24/4/2014, 17:15   342 views
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