All Heavens sent to dust ········ - Group:
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| W A L P U R G I S N A C H T ____________i l _ v e r o _ v o l t o _ d e l _ b u i o____________
“ La Notte dei Fuochi era una festività alla quale il villaggio di Arbas teneva particolarmente. Risaliva a molto prima del nuovo culto e della sua nuova chiesa, e a moltissimo tempo prima che soggiungessero le Ombre; consisteva nel radunare durante detta notte gli abitanti nella piazza, e ciascuna famiglia gettava nella grande pira ivi tenuta una piccola effige. L'effige cambiava a seconda della famiglia, del tempo, della più grande paura di colui che lo gettava. Per quella Notte, i cittadini Arbas aveva preparato bambole deformi di tessuto nero - giacché gli Aneliti da mesi uccidevano i loro cari. Non sapevano - e come potevano? - che il pericolo proveniva da dentro le loro alte mura di pietra. Accorsero i cavalieri della Regina in loro aiuto, ma uno ad uno prima della Notte furono cacciati malamente, rei di portare disagio fra la gente invece che essere d'aiuto. Degli uomini spediti ne rimasero solo due - un arciere e uno spadaccino, risoluti più degli altri a tener fede al giuramento di proteggere gli abitanti dell'Eden - ma vennero trattati come paria, scherniti, finché non sparirono nelle ombre dei vicoli anche loro - dimenticati da tutti. „
| Una fiamma che divora l'aria che ora respiri | e alla sua fine non rimane neppure la cenere con la quale avresti dato vita al raccolto di un domani.
Non esiste acqua che la spenga | e nemmeno pietra che tenga il suo ardore perché nulla può contro il vero volto del nulla più assoluto.
Oggi è la notte dei fuochi, e il mondo sarà purificato anche della speranza.
══════════════════════════════════════- Il FREDDO di Walpurgis -
La luna d'argento era presagio di un grande male, si diceva nel villaggio. Per quel che le riguardava, Larissa sapeva che quella era solo una mezza verità. Girava quelle notti ammantata di nero per celarsi fra le ombre, e un cappuccio calato sul viso perché la gente non potesse riconoscerla. Harandar non era poi tanto piccola, ma abbastanza lo era perché alcuni volti potessero rimanere impressi. E nelle notti d'argento di Harandar, quello poteva essere un problema grosso.
« Non ti ha detto nessuno che camminare da soli sotto la luna d'argento porta scalogna? » Una sagoma massiccia era spuntata fuori dal vicolo poco davanti, la voce di un uomo che tutto poteva ispirare fuorché fiducia. La ragazza si morse un labbro, indietreggiando appena. Aveva quasi rischiato di andargli addosso, e l'odore che emanava era sufficiente a metterla in guardia. « Mi lasci stare. » In quel momento sentì altri passi, accompagnati dal tintinnare di coltelli sulle fibbie delle cinture. Di nuovo quel fetore, pure più intenso ora che l'avevano circondata.
« Perché? Vogliamo solo un po' di compagnia. E soldi! » aggiunse, quasi se lo stesse per scordare, e qualcosa parve divertire particolarmente i suoi compagni - si stavano sbellicando dalle risate. « E tu sarai gentile per entrambe le cose, vero? Voi del villaggio, in fondo, siete tanto generosi... » Alle spalle, Larissa sentì uno sputo e ancora qualche ghigno che aveva qualcosa di amaro. Non era un segreto che ci fosse tensione fra le due comunità, soprattutto da quando era iniziato a dilagare il crimine. « Rimarrai a bocca asciutta. Non ho niente di val--ah! » Con un movimento brusco le torse il braccio e le fece dare le spalle, per poi stringerle il gomito attorno alla gola. Lei sentì il respiro bloccarsi, fra la morsa e il puzzo nauseabondo che il bastardo emanava. Dopo qualche istante, però, l'uomo si ritrasse con gli occhi sgranati - lasciando la presa immediatamente. Gli altri pure avvertirono un brivido lungo la loro schiena, come se si fossero appena resi conto di aver commesso un errore.
« Cosa sapete voi della luna d'argento? » chiese con tono pacato la ragazza, massaggiandosi il collo e lisciandosi le pieghe del mantello. Lo smilzo non seppe cosa rispondere, così come gli altri, solo uno ebbe il coraggio di replicare: « C-che è una vostra sciocchezza. La luna è sempre di questo colore. » Lei annuì, senza guardarlo, continuando a rassettarsi gli abiti; Bolivar alle sue spalle aveva messo mano al proprio coltello, ma Larissa lo sapeva. E lui sapeva che lei lo sapeva, per questo le dita gli tremavano così tanto . Era l'unico, da quella posizione, che poteva vedere gli occhi sulla sua nuca.
« E allora perché, perché secondo voi non c'è nessuno a quest'ora? Che leggenda è, se non c'è un fondo di verità? » La domanda fu formulata con tanta innocenza e naturalezza da ammutolire persino il rosso. Il silenzio quella volta fu spezzato dalla risata nervosa dello smilzo, alla quale si unirono -non molto più convinte- quelle del resto della banda. Quando lui prese la mazza, un piccolo ramo rozzo ma dall'aspetto massiccio, gli altri fecero lo stesso con le proprie armi arrugginite o improprie. « Bene bene ragazzi, qualcuno di voi vuole iniziare a narrarle una leggenda? » Fu il turno di Clarissa sorridere. « Non disturbatevi, faccio io. » Il mantello le cadde dalle spalle, rivelando un corpo deforme pulsante di una luce porpora malata, e due ali si spalancarono inghiottendo il viale. Le narici a fessura dell'Ombra di Harandar accolsero un nuovo odore, molto più gradevole di quello precedente: quello della paura. La luna d'argento era presagio di un grande male, ma Larissa sapeva che non era la verità intera. Né Bolivar, né lo smilzo o il rosso notarono mai il pendaglio lucente a forma di mezzaluna attorno al collo. Lei girava quelle notti di luna piena ammantata di nero, proprio perché nessuno ne avesse modo. In fondo, era solo in quelle notti che sentiva fame.
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NEWYN - Malus. Man mano che le energie del personaggio calano, questi avvertirà le proprie emozioni, desideri, pensieri e ambizioni scemare sempre più, sostituite da una fame crescente che il cibo non potrà mai sfamare: la fame di un Anelito. Questa diventa tangibile dal 70% di energie come un banale languore, ma avvicinandosi sempre più al 30% questo bisogno diventerà sempre più impellente. Al di sotto, il personaggio soffrirà la fame così tanto da perdere la testa finché non si sarà nutrito. È possibile sfamarsi solamente accumulando almeno uno stack di fame, che è ottenibile utilizzando delle precise tecniche dell'artefatto. È possibile accumulare infiniti stack, ma qualora si mantenessero due stack per più di due turni l'artefatto vedrebbe i propri poteri inibiti per il resto della giocata; stessa cosa se si accumulano tre stack, istantaneamente però. Abilità passiva. Natura fisica. Il personaggio acquisisce un auspex degli stati d'animo degli esseri circostanti, basato però sull'olfatto. POEN - Tecnica di power-up, potenza alta. Natura magica. Consumo medio, e al termine della tecnica il caster subirà un danno medio alla psiche sotto forma di perdita permanente della memoria circa cosa è successo durante l'attivazione. Il personaggio per due turni acquisisce una forma oscura da scegliere al momento dell'ottenimento dell'artefatto. Durante questa forma perde l'utilizzo del proprio equipaggiamento attuale, eventuali aure di ammaliamento o influenze di questa natura e diventa incapace di distinguere gli amici dai nemici; in cambio, però, ottiene quattro CS a turno distribuibili come meglio si crede ed accesso fino a tre armi naturali (entrambe le cose da scegliere al momento dell'ottenimento). L'accesso a tecniche o abilità passive estranee a quelle menzionate prima non viene pregiudicato. Durante la tecnica, a livello unico di effetto scenico, il personaggio ha l'aria di essere un buco nero. Sta infatti assorbendo passivamente le emozioni degli esseri circostanti, e ogni turno in cui la tecnica è attiva otterrà uno stack di fame. La tecnica è utilizzabile solo una volta raggiunto il 60% di energie. _____
- La LEGNA di Walpurgis -
Quell'uomo non sapeva che cosa lo aspettava dietro quella porta. Ma le sue parole erano state dure e decise. « Lasciatemi parlare con la megera. Me lo deve dopo ciò che mi ha fatto. » I due contadini si allontanarono dalla soglia, titubanti ma troppo spaventati per ostacolarlo, lasciando che Garrant entrasse nella tenda. Dovette chinarsi di molto, dall'alto dei suoi due metri, ma l'interno era molto più ampio di quanto l'esterno lasciasse intendere: quasi si sarebbe potuto stiracchiare, senza urtare con le pareti di tela. Dal soffitto della tenda oscillava una piccola lanterna, emanante uno strano odore dolciastro che permeava la tenda. Oltre a sopprimere gli odori meno gradevoli dell'accampamento di Famall, rintuzzato fra le montagne e al riparo dai venti aspri dell'Erydlyss, proiettava una luce tenue che lasciava in penombra un unico angolo dell'abitazione: quello in cui giaceva il fagotto di stracci che avvolgeva la strega. Dal cumulo rimanevano visibili solo i due occhi verdi, sottili come una lama, lucenti come una gemma. Garrant soppresse a malapena l'istinto di strappare la lanterna da sopra e usarla per dar fuoco alla maledetta.
La voce, pure, uscì a tratti spezzata - controllata quanto bastava per non sputare ad ogni sillaba. «Tu...cosa hai fatto a Millia? » La figlia erano giorni che non usciva più di casa, incapace di muoversi dal letto e costantemente pallida - come se colta da una malattia improvvisa, che però il saggio non era stato in grado di riconoscere. « La giovane sente ancora dolori? » Garrant strinse i pugni, immaginando di star strangolando la vecchia. « Tu l'hai stregata! Non sente i dolori, non sente però nemmeno sollievo, non sente nulla! » Al crescere della voce la fiamma tremulò, come se scossa dal furore del padre. Gli occhi verdi si chiusero per qualche attimo; l'aroma dolciastro parve intensificarsi quando lei sospirò. « La malattia significa che la piccola sta combattendo, padre. Non è un buon segno? » L'uomo non seppe come rispondere lì per lì. Gli sembrò che dietro quegli stracci, la megera stesse sorridendo.
Scosse il capo e tentò di calmarsi, eppure le mani gli fremevano spasmodiche. Non riusciva a credere che non le fosse ancora saltato addosso, specialmente dopo quelle risposte false. « Prima che tu arrivassi nel villaggio nessuno aveva mai sofferto questi malori, strega. Come lo spieghi questo? » La fiamma nella lanterna schioccò leggermente, leggermente più brillante di prima. La cosa stranì Garrant - da taglialegna quale era, sapeva che erano le gemme dei tronchi a provocare quel suono, ma una lanterna? « I malori che voi dite sono passeggeri come le stagioni, padre; mera casualità. » Scandì le ultime sillabe con pazienza, senza mai schiodare gli occhi da lui. « Piuttosto: si sente bene lei ? » Due dita affusolate scostarono gli stracci, palesando un viso giovane - troppo perché ad esso appartenesse la voce che prima lo aveva accolto inizialmente. Gli occhi verdi erano gemme in un viso da angelo, paffuto e roseo. La luce della candela in cima era fulgida come poche mai viste dall'uomo. « Mi permetta di controllarla. » Le mani si avvicinarono al suo volto, e Garrant avvertì un brivido - ma non si ritrasse.
Quando uscì il sole stava calando, gli occhi del padre erano tirati. Tornato alla propria capanna si coricò sul letto, accanto alla moglie, ma non cercò il calore del suo corpo. Il giorno dopo, bianco come un cencio, disse che non se la sentiva di uscire di casa. Da qualche parte, nei suoi sogni, Garrant non dimenticò mai la luce di quella lanterna e il suo schioccare.
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CHWANT - Abilità media. Consumo medio. Natura psionica. Il personaggio scaglia un attacco psionico che ha l'effetto di smorzare le emozioni e la coscienza dell'avversario. Accumula uno stack se va a segno. Utilizzabile una volta raggiunto l'80% di energie. YN WAG - Abilità nulla di PK. Natura psionica. Il caster svuota il bersaglio di tutte quante le emozioni, annichilendo la sua volontà di vivere e pensare, riducendolo per il resto dei suoi giorni ad un guscio vuoto a malapena capace di respirare e reagire al mondo. Accumula uno stack quando utilizzata. Utilizzabile solo una volta raggiunto l'80% di energie. _____
- Il FUMO di Walpurgis -
« Analisi: il soggetto reca un aspetto umanoide; ciò che credo di poter definire pelle è morbida al tatto, seppur fredda, ma che porta diverse somiglianze a quella umana. Di colore nero, avvicinandovi la ma...» Lo scriba si schiarì la voce, gesto che fece assottigliare gli occhi del professore. Si voltò verso il subordinato. « Cosa c'è? Cosa non hai capito? » Questi si aggiustò gli occhiali lievemente scheggiati, lanciando un'occhiata indecisa all'Ombra incatenata al tavolo. Cercò le parole per diversi attimi, mordendosi le labbra. « Ecco...non credo che 'nero' sia il termine adatto. » L'altro inarcò il sopracciglio e si lisciò nervosamente i baffi. « Cosa vorresti dire con ciò? » Lo scriba Fergol si azzardò a sfiorare con i polpastrelli la creatura, rabbrividendo al contatto. « ...non so come descrivervelo. È come se fossimo noi a volerlo nero. »
L'ipotesi sembrò colpire il professor Taris, che aggrottò la fronte ed esaminò una seconda volta. Qualcosa sembrò essersi impossessato di lui, in quel nuovo modo di guardare la cavia - e cosa più inquietante, il modo in cui la cavia guardava lui. Un'improvvisa realizzazione, che paralizzò l'uomo e gli indebolì gli arti, come se le ossa gli si fossero sgretolate. Un battito di ciglia, e il mondo si rovesciò. « Dimmi: » l'Ombra che sino a poco fa era stata Fergol si sporse verso di lui, legato ad un tronco della foresta del Gwathlàiss. Ma adesso il suo volto apparteneva a Patricia, la moglie che aveva perso in quei stessi luoghi alle mani di quelle maledette creature. Il professore si chiese da quanto tempo era scomparsa, da quanto tempo aveva tentato di vendicarsi delle Ombre dell'Eden, prima di perdere coscienza. « di che colore sono? » Le foglie e i rami marci degli alberi sfumarono nel nero, e dal cielo tappezzato di nuvole cupe cadde una prima lacrima di pioggia.
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CLOUD - Abilità media. Consumo medio. Natura magica. Il caster genera per un turno un'illusione ambientale basata sull'emozione predominante risucchiata, modellabile a piacimento dallo stesso caster. Consuma uno stack. _____
- La FIAMMA di Walpurgis -
« Una fiamma che divora l'aria che ora respiri... » la voce dell'Ombra proveniva dallo scranno in fondo alla navata centrale, illuminata da due fiaccole poste sulle ultime colonne. A chi era appartenuta la chiesa prima di lui? Quali déi si erano adorati? « e alla sua fine non rimane neppure la cenere con la quale avresti dato vita al raccolto di un domani. » Stava cantando, comprese improvvisamente lo spadaccino, e le parole gli erano anche familiari. Le avevano intonate le genti presenti alla cerimonia della Notte dei fuochi. Li stava forse prendendo in giro?
« Ci ha fatto penare un bel po', gran sacerdote Valyce. » Jon si avvicinò passo dopo passo allo scranno, con tanta calma che un esterno avrebbe potuto credere che si stesse avvicinando ad un caro amico. L'espressione indecifrabile sul viso lasciava intendere diversamente. « Da quanto tempo appesta questa gente? » Sul viso anziano ma perfettamente calvo e rasato di Valyce si distese un sorriso furbo. Un lampo nero gli balenò in volto, come per ricordargli la sua reale forma. « Da prima che tu nascessi, figliolo. » Lo spadaccino annuì, posando distrattamente la mano sul pomo dell'arma. « Un'adorabile bugia. Voi bastardi avete iniziato a piagarci da poco - e adesso stiamo già iniziando a disfarci di voi. » Indicò con un cenno la ferita che ancora sanguinava, opera dell'arciere collega. L'Ombra non parve farci caso, fissando invece le proprie dita ricoperte di anelli. « Non avete fatto un lavoro particolarmente buono sino ad ora, direi. Il tuo amico invece? Che fine ha fatto? » Lo spadaccino scrollò le spalle. « Mi chiedo se stia bene, dopo che l'ho toccato. » Prima di fuggire, la creatura aveva teso la mano verso Frederick; qualcosa era accaduto in quel momento, ma Frederick non ne aveva fatto menzione durante il tragitto. Anche se era sembrato preoccupato. « Non dovresti pensare a lui adesso. »
Jon si scagliò a spada tratta sull'Ombra, sferrando un fendente - ma la spada si conficcò nel seggio, dove un attimo prima si trovava l'Ombra. La avvertì poco dietro, e schiodò l'arma puntellandosi col piede; quando però si voltò per attaccarlo nuovamente, la lama venne bloccata da un filo fulgido. Il gran sacerdote era adesso nuovamente la sagoma nera di prima, occhi luminescenti e il corpo venato d'oro. « Sono il faro che protegge questo gregge, umano. » Il cavaliere si lasciò sfuggire un sorriso, disimpegnando l'arma con un guizzo e una pioggia di scintille. « Permettimi di dissentire. » I suoi successivi assalti furono pigramente deviati da nuovi fili d'oro, che infine si tessero in un'unica spada incandescente - una croce nelle tenebre della chiesa, che veniva illuminata ad ogni scambio di colpi. « Ti pentirai di aver sfidato il dio di questo villaggio, gatto spaurito. » Con la coda dell'occhio, Jon notò una macchia nera all'altezza di una delle finestre in alto e colse al volo il segnale. Rotolò in avanti schivando una falciata candida, udendo il sibilo avvicinarsi e abbattersi su Valyce; rimase deluso al sentire un tonfo del legno rimbalzare sulla pietra tuttavia: Frederick aveva mancato il bersaglio.
« Ci chiamate Ombre, ma siete voi a celarvi nel buio. Un vero peccato che il tuo amichetto abbia perso la concentrazione, vero? » La sagoma sul matroneo si irrigidì. Il sacerdote stava fissando esattamente in quella direzione, e nella sua mano baluginava una fiammella. « Un peccat- » La spada spuntò bruscamente dal suo petto, spezzando la sua voce. Dietro di lui, Jon aveva cercato di cogliere l'attimo. Per un momento, Jon si concesse un ultimo sorriso - il secondo dopo, una luce abbagliante lo accecò e un giramento di testa mostruoso lo fece cadere in ginocchio. Frederick inveì contro l'Ombra, che si era dissolta in una nuvola di scintille per poi riformarsi in cima al candelabro che sormontava l'edificio; scoccò altre frecce - ma si fermò quando una di queste venne afferrata al volo dalla creatura e spezzata con le dita. « Oggi è la Notte dei Fuochi, stranieri. » Jon riacquisì a stento i sensi, gli occhi arrossati; l'Ombra aveva acceso il lampadario dando sfoggio di luci di ogni sorta, conferendo alla chiesa prima buia un aspetto quasi paradisiaco - esclusa la sagoma nera che si stagliava al di sopra di tutto. Una sfera che diventava sempre più grande, un mondo agghiacciante che vorticava su sé stesso in attesa di qualcosa. I due cavalieri sapevano cosa, ma non poterono nulla. L'istante dopo tutto era finito.
Ancora oggi si parla dell'ultima Notte dei Fuochi di Arbas, e si dice che da allora nemmeno più le altre Ombre si avvicinano alle rovine diroccate - non è rimasto più nulla di cui cibarsi.
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AWYRDWLL - Tecnica alta, consumo alto. Il caster amplifica a dismisura una sensazione fra quelle che ha rubato, provocando nel bersaglio uno shock alla psiche; questi verrà travolto e consumato per il turno intero da detta sensazione, riportando al termine dello stesso un danno di portata Alta alla mente. Consuma uno stack. ANOBAITH - Tecnica di potenza mortale, consumo critico e all'esecuzione della stessa il personaggio subisce un contraccolpo alto al proprio corpo sotto forma di ustioni, e alto alla mente sotto forma di profonda stanchezza. Il caster genera una sfera gigante di fiamme nere gelide che avvilupperanno una zona estremamente vasta. I personaggi coinvolti, senza distinzione fra amici o nemici, subiranno delle ustioni Critiche che a seconda della giocata e concordando con i proprietari dei personaggi possono essere permanenti. Ma le fiamme non feriscono solo i personaggi, bensì corrodono e rovinano lo stesso paesaggio mutandolo permanentemente, potendo anche mandare in rovina una città. L'attacco consuma due stack. _____
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