Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

For the Sake of Revenge

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view post Posted on 27/4/2014, 20:18
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Cardine
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For the Sake of
REVENGE



Piazza del Re, Basiledra


Benedict il mercenario era giunto a Basiledra nella speranza di trovare un'occupazione semplice e proficua - il sogno di ogni buon approfittatore - e mentre il dado d'osso rimbalzava senza sosta nel vasetto di terracotta, si domandò in che modo fosse finito a giocarsi la paga in quel modo così assurdo. Non era mai stato una persona gretta o irresponsabile - o meglio, così lui pensava, ma l'atmosfera della piazza lo aveva in qualche modo abbindolato e l'eccitazione per l'imminente partenza erano state più forti di ogni suo tentativo di resistenza. Avrebbe guadagnato il triplo della sua puntata, se soltanto la Dea Bendata avesse guardato nella sua direzione, per un misero istante! Era l'occasione di fare fortuna poco prima di rischiare la vita - di nuovo! Gli era già andata male con i dadi, l'ultima volta, ma aveva salvato la pellaccia, e non solo la sua.



Scacciò con grande fatica quei ricordi oscuri: le foreste del nord ora gli mettevano i brividi, così come i piccoli villaggi sperduti. Lui però era sopravvissuto, aveva salvato Evan e, come se i suoi servigi non fossero già stati sufficienti, aveva anche accompagnato la ragazzina fin dall'altra parte del continente, assecondando i capricci di un semplice bardo. Aveva avuto la sua ricompensa, aveva persino ringraziato! E poi basta. Era stato professionale, lui! Eppure la questione ancora gli puzzava: giravano troppi soldi per un musicista qualcunque. Nel migliore dei casi aveva indebitato a vita sé stesso e numerosi suoi discendenti.
Al diavolo, che senso aveva preoccuparsi per lui? Non era un suo problema! Ma...che quei soldi fossero falsi? In tal caso era meglio liberarsene, e il modo migliore era giocarseli nella speranza che ne arrivassero degli altri.

Si stava semplicemente arrampicando sugli specchi: Benedict in realtà amava l'azzardo più di ogni altra cosa, ma non lo avrebbe mai ammesso.



Quando la sua grossa mano si abbattè sulla cassa di legno, facendo sussultare tutti gli astanti dallo spavento, molti si domandarono se non avesse frantumato il bussolotto, in uno scatto d'ira. Doveva restare calmo, ma riuscì ad emettere soltanto un rauco grugnito dei suoi, quando sbirciò il risultato dei dadi. Uno e due. Un brivido di gioia gli percorse la schiena.
Si calmò a fatica, e osservò il suo avversario - un ometto dai capelli corti e grigi e due lunghi baffi - che restava a guardarlo, immobile e a braccia conserte. Benedict sorrise appena, sussurrando.

«Ventuno, figlio di un cane!»

La piccola folla radunatasi lì attorno smise di respirare, e l'ometto cominciò a lisciarsi i baffi. Le sue mani erano piene di anelli luccicanti, forse i pegni di tutti coloro che avevano perso con lui: le voci sul suo conto lo dipingevano infatti come imbattibile, e l'imprudente mercenario aveva voluto appurare in prima persona la veridicità di questa fortuna leggendaria. Fino a quel momento aveva avuto fortuna, sì, ma si era intascato soltanto qualche spicciolo. La mano decisiva era quella, e il punteggio dei dadi di Ben era il più alto che il gioco prevedesse. Aveva la vittoria in pugno.

«Tu menti!»

Disse l'uomo, profondamente convinto delle sue parole. Benedict non trattenne una fragorosa risata. «Mi dispace vecchio!» ruggì, scoprendo la fortunata coppia di dadi. «E ora dammi i soldi che mi spettano!»
I presenti rimasero in silenzio per alcuni secondi, finché qualcuno di loro non si trattenne e sghignazzò. Benedit si voltò per guardarlo bene in faccia e, ghignando, mostrò i canini, lunghi come quelli di una bestia. «Cos'hai da ridere, tu?» A quelle parole, l'uomo sbiancò e ammutolì, ma quella stessa espressione divertita si trasferì sul volto del vecchio, rimasto immobile per tutto quel tempo.

«Avanti il prossimo! O ti è rimasto ancora qualche spicciolo da giocare?».

«COSA?!»

I dadi erano fin troppo chiari: uno e tre. Trentuno, il punteggio minimo. Benedict, furibondò, si rizzò in piedi dalla seggiola, e cominciò a sbraitare contro al furfante e alla folla: come potevano non aver visto il ventuno nascosto sotto il bussolotto? Nessuno voleva sentir ragione.
Scaraventò in aria dadi, seggiola, tavolino e lestofante compreso, che aveva avuto però la premura di intascarsi rapidamente i soldi del mercenario, prima ancora che la sua ira si scatenasse. Fece per brandire la sua ascia, fu sul punto di mettere le mani addosso al furfante, e diede spettacolo in mille altri modi, con insulti e bestemmie.



E proprio mentre quello pareva essersi quasi calmato, l'illusionista constatò che quella giornata era stata, alla fin fine, non troppo movimentata.

CITAZIONE
Pseudo QM point - 1

No, sto solo scherzando. Gestirò io la giocata in modo più serio possibile, sì, e sotto lo sguardo di Coldest, ma si tratta comunque di una scena di background gestita per cortesia. Le mie saranno quindi indicazioni, e non vere e proprie regole. Ti conviene seguirle, però. *fessurizza gli occhi*
Dunque, si parte da Basiledra - anche se infine giungeremo al Gorgo, non temere -, luogo dove Mickey si trova per motivi specifici che dovrai essere tu a illustrare, seguendo solo una linea guida: il tuo personaggio è lì per riscattare il suo nome e riottenere una certa fama, poiché è visto male da molti per via del marchio. Hai piena libertà autoconclusiva, nei limiti della decenza, per tutto quello che accade prima. Qualsiasi sia il motivo che lo ha spinto proprio nella capitale, devi terminare il tuo intervento incontrando Benedict dopo la scena comica che ho descritto (il gioco in quesione è il classico Tokio). Se ti interessa, il vecchio ha sfruttato l'attiva di primo livello del talento illusionista per camuffare il tiro di dado finale: per questo la folla non si è stupita come Ben.
Il dialogo che avverrà con mercenario lo gestiremo via confronto dopo questo tuo post introduttivo: intanto pensa a questa prima parte. Buon lavoro! Ti pregherei di non metterci più di una settimana. So di averti fatto attendere molto per l'apertura, ma posso assicurarti che procederò a ritmi sostenuti.

 
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DanT&
view post Posted on 3/5/2014, 15:22




For the Sake of Revenge
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La porta si spalancò. Silenzio per qualche istante.
Aaaaah!
Un uomo in completo grigio venne sputato fuori a velocità sorprendente.
Si schiantò nella polvere, ruzzolando qualche metro, mentre da dentro quattro spesse mani macchiate si ritiravano nella casa.
Mickey il Tuttofare si rimise in piedi con tutta la dignità possibile rimastagli. La mano andò lesta a rimuovere il terriccio che lo macchiava, lo sguardo pieno di sdegno sull'espressione un po' comica. Spinse gli occhiali miracolosamente ancorati al suo volto e ripartì alla carica determinato.
Pochi istanti e la scena si ripeté.
Aaaaah!
Qualcuno che passava di lì rise vedendolo capitolare per l'ennesima volta. Di sicuro era uno che non si arrendeva. Erano giorni che quella storia andava avanti e quello storpio non la smetteva di provare, provare e provare. Di certo era uno che non mollava l'osso, ma chissà perchè non otteneva quel che desiderava.
Agitò il pugno contro la finestra. La porta si era chiusa ma da dietro i vetri sporchi comparivano due ragazzoni che lo sghignazzavano alle sue spalle tenendosi la pancia. Avevano i visi rossi e rigati dalle lacrime e parevano divertirsi alle sue spese più di tutti gli altri.
E' così che fate affari eh? Coglioni!
L'invettiva che partì era trita e ritrita al punto che ormai anche i vicini avevano capito cos'era successo. Una faccenduola che doveva rimanere segreta era diventata di dominio pubblico perchè il Tuttofare a cui gli Stoll si erano rivolti era economico, ma anche un chiaccherone. In pratica il vecchio non vedeva di buon occhio le scappatelle della figlia che infangavano il buon nome di onesti lavoratori della famiglia. I due fratelli erano troppo idioti per farla smettere e non erano riusciti nemmeno a far sloggiare il damerino che tutte le sere, approfittanto dell'oscurità, si arrampicava per raggiungere il balcone di Caterina e godere delle sue virtù per poi sbandierarlo al mondo. Il vecchio non poteva tollerarlo, così su suggerimento di un amico che aveva sentito da un amico che lo zio di suo cugino aveva avuto un problemaccio simile, era entrato in contatto con tale Mickey. Ora, la prima impressione di un tizio senza un braccio nè un occhio, quale volete che sia? La lingua lunga ce l'aveva, ed anche il suo prezzo non era alto, ma c'era qualcosa in lui che gli ricordava una sgradevole sensazione, un qualcosa di simile a quando per strada pesti una merda di cane. Le tasche di un vecchio però non traboccano d'oro, scialaquato dai suoi dannati figliastri in bagordi notturni, quindi aveva acconsentito ad assoldarlo con un anticipo di cinque miserabili monete d'oro che il Faccendiere aveva intascato con qualche storia.
Fatto sta, che il giorno dopo contro ogni previsione il damerino era tornato a casa strisciando sui gomiti, gambizzato da uno storpio non si sa come, e questo è quanto.
Il voler tirare sul prezzo è attribuito da tutti alla tirchiaggine riconosciuta mondialmente del vecchio, ma i maligni sussurrano che dopo aver piacchiato quel poveraccio lo stesso Tuttofare abbia poi goduto della compagnia della dolce Caterina dallo spirito libero. Si dice addirittura che siano stati entrambi i fratelli e coglierli sul fatto in una condizione, trapelano le indiscrezioni, che di romantico aveva più che ben poco.
Raccolse un sasso e lo scagliò contro la porta ormai serrata, smettendola di urlare ormai accaldato.
Beh non vi preoccupate idioti, il resto me lo darà vostra sorella!
Dalla porta schizzò fuori uno dei due Stoll con in braccio un trombone di quelli caricati a sale per difendere i campi.
Mickey non se lo fece ripetere due volte e partì a gambe levate mentre il tizio armeggiava per nella carica. Quando il primo sparo rimbombò nella città ormai il Tuttofare era lontano, affannato ma con un sorriso divertito sul volto. Anche per oggi non era riuscito a scucire nient'altro a quei pezzenti, ma non avrebbe tardato ad alimentare le indiscrezioni su Caterina Stoll e le sue grazie, magari esagerando un po'.
Riprendendosi si rese conto di essere alla Piazza del Re.
Gremita di gente, persino una personalità importante come la sua -se se- poteva passare inosservata. Forse era per questo che inconsciamente aveva preso questa direzione durante la fuga. Che cazzo di genio aveva partorito quella sconosciuta di sua madre!
Fischiettando si avviò proprio verso il centro, deciso ad abbeverarsi alla fontana principale per alleviare la calura che lo attanagliava. A Basiledra c'era sempre un caldo bestiale. Lo odiava.
Un gruppetto di uomini stava riunito attorno ad un baracchino improvvisato su cui due uomini si giocavano l'anima dentro un bussolotto, baciando la dea bendata per poi essere traditi subito dopo, innamorati e irrazionali, incapaci di vedere quanto lei fosse fedele ad una sola cosa: l'audacia.
Si avvicinò facendosi largo col gomito tra la folla. Per fortuna non aveva con sé falce o valigetta altrimenti sarebbe stato impossibile.
Assistette alla scena con un sorriso storto sulla bocca che col passare dei secondi si tramutò in autentica gioia quando riconobbe uno dei due partecipanti, per la precisione lo sfidante che con uno sguardo ferino si era voltato per cazziare un tizio qualche fila più avanti.
Benedict non era cambiato affatto.
La scena che seguì fu un comico siparietto a cui persino le sue risa parteciparono. La folla si disperdeva pigra mentre il mercenario non faceva che sbraitare, minacciare, insultare, mettere mano alle armi ed il suo avversario rimaneva impassibile, ma probabilmente pronto a fuggire al primo segnale di reale pericolo.
Mickey si avvicinò alle spalle del soldato tentando di posargli una mano sulla spalla, un'espessione che esprimeva un misto di sollievo, divertimento, felicità e un tono vibrante che ne tradiva l'emozione. Era incredibile quanto quel viaggio che tanto lo aveva segnato lo avesse avvicinato a quell'arido tagliagole. Provava per lui quasi...affetto.
Te l'ho sempre detto che i dadi aiutano i belli, no?




q8qu



CITAZIONE
Ed eccoci qua, perdona il ritardo nel post che avevo intenzione di scrivere prima, ma lavoro/studio e impegni vari mi hanno costretto a questo ritardo D:
Come puoi ben capire la prima parte ottempera alla tua richiesta di spiegare il perchè sia ancora a Basiledra ed alla fine rincontro il fido Benny =) Non vedo l'ora di continuare, buona giocata e ancora grazie per l'opportunità!
 
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DanT&
view post Posted on 25/5/2014, 19:58




For the Sake of Revenge
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Rivedere un amico dopo tanto tempo deve essere una cosa bella, no? Festa, abbracci, sorrisi, cose normali.
Rivedere un amico che credevi morto, di conseguenza, deve essere praticamente fantastico, giusto?
Evidentemente no.
Forse questo funziona solo nelle relazioni normali, ossia quelle in cui una delle parti non è Mickey il Tuttofare. Perchè immancabilmente ogni volta che la consuetudine sociale vuole qualcosa sembra piegarsi al volere di uno strano dio beffardo, che ne ribalta le regole proprio a discapito del Faccendiere.
Perchè sì, infatti, certo e per carità, l'inizio è stato idilliaco. Battute e risate e tutto il resto, ma appena si comincia a parlare di denaro gli animi si scaldano -sempre!- e non è facile rimanere calmi, specie per le due vecchie conoscenze le cui strade si erano rincrociate. Due belle teste calde.
Certo, perchè Benedict il mercenario e Mickey insieme, una volta, hanno formato una coppia strana ma felice in un gruppo atipico che sembrava aver terminato i proprio giorni veloci così come si era formato.
Una breve fila di immagini per ricordare. La locanda, l'arruolamento, il campo, il viaggio, la foresta, i litigi, il gruppo, la lotta, il Sir, l'abbandono, il ripensamento ed infine la decisione, quella finale, di abbandonarli al proprio destino ormai segnato. Il pensiero confortante di una fuga facile e sicura che si è tramutata in una corsa contro il tempo, in una caccia vera e proprio dove l'Aggiustatutto si era ritrovato braccato da un mostro che non si stancava mai e giorno e notte lo metteva alle strette. Alla fine della fiera gli aveva portato via un occhio, ma gli altri...loro era sicuro che fossero morti, ché tanto non avevano speranze. Orecchie basse e coda tra le gambe quindi era tornato alla civiltà lasciandosi alle spalle quel dannato incubo. Mutilato, sì, ma almeno ancora vivo, al contrario di quegli idioti.
L'unico per cui gli dispiaceva era Benny. Con lui aveva legato abbastanza.
Ed è ovvio che fosse felice di rivederlo, vivo, ad inveire contro un baro di città mentre scialacquava i suoi denari. Ma il fatto che fosse tutto intero era un miracolo, e di qui la domanda che sorge spontanea: come diavolo aveva fatto?

Il vicolo era umido, stretto e buio, oltre che puzzolente. I popolino ci andava a pisciare e nei momenti di urgenza anche qualcosa di più. Magari era anche la dimora di qualche accattone, di sicuro pullulava di topi, ma non gliene fregava un cazzo e il solo fatto che ci stesse pensando lo mandava su tutte le furie mentre non smetteva di ascoltare i farfugliamenti del mercenario.
Generoso? Il Sir è stato generoso? Si ritrovò ad urlare sulla falsariga della discussione che ne sarebbe venuta di lì a breve.
Porca puttana lui navigava nella merda da settimane! Basiledra gli era diventata invivibile, trovare un lavoro era diventato impossibile e lui -cazzo!- lui era un Tuttofare! Cioè, faceva tutto eppure per lui non c'era niente. Qualcosa non quadrava mica, ma era inutile starci a rimuginare ancora e ancora, perchè sapeva benissimo dove stava il problema. Annidato così com'era nell'incavo del gomito e coperto da strati di stoffa il tatuaggio della maschera sembrava quasi formicolare manco sapesse che si pensava a lui. Benedict non ne sapeva niente, ma il campo di battaglia da cui era fuggito lo aveva segnato.
Certo, perchè che ne poteva sapere che mentre lui gozzovigliava col suo generoso Sir Evan questo disgraziato che aveva di fronte era stato coinvolto in una guerra intestina a Basiledra che lo aveva costretto a schierarsi. Ovviamente dalla parte degli sconfitti, solita fortuna, ed era scappato. Nemmeno bene, evidentemente, dato che l'aveva subito acchiappato e bollato di diserzione. Risultato? Ogni Toryu di Basiledra lo odiava a morte manco gli avesse scopato la sorella. E la Capitale era risaputamente Toryu.
Giudichereste avido un disertore reiterato che pretende il proprio compenso per la parte di spedizione a cui s'era unito?
Cazzo Mickey si! Anche se si trattava di sè zero sconti, ma non poteva certo permettersi di andare per il sottile perchè...se la passava veramente tanto male. L'occhio, il tatuaggio, il braccio...
Non ne poteva più. Nè degli sguardi bieschi nè degli insulti a mezzavoce.
Mickey il Tuttofare non è fatto per vivere in un posto dove viene disprezzato, lui è un protagonista, un uomo benvoluto! E diamine se a Basiledra non c'era più posto avrebbe tentato da un'altra parte, avrebbe tentato un nuovo inizio, anche se l'ennesimo, senza mai arrendersi.
Fu per questo che non insistette oltre con Benny accettando il sacchettino bello pieno e tintinnante che aveva appoggiato sulla cassa.
Quel vicolo probabilmente non era mai stato così pieno di urla, ma tra due uomini dal testosterone dominante uno dei due doveva dimostrare di essere il capobranco e manco a dirsi, anche stavolta, il Faccendiere aveva ceduto.
Il mercenario aveva ragione e poi quella faccia ruvida non riusciva a farlo incazzare a dovere perchè sotto sotto, in fondo in fondo, non lo avrebbe mai ammesso eh, ma ci si era affezionato.
Gli battè una mano sulla spalla appianando i dissapori e gettandoseli alle spalle. L'Aggiustatutto era incline alla rabbia tanto facilmente quanto al perdone, specie con gli amici.
Gli sorrise anche con l'occhio, di cuore proprio. Quella notte sarebbe stata indimenticabile.
Si svegliò con la bocca impastata e la gola secca. Era letteralmente impossibile data la quantità di birra che in due avevano fatto fuori la notte prima. Erano partiti leggeri, racconti di guerra, storie strane. Mille risate e qualche tiro ai dadi per sentire se la fortuna era tornata a soffiare verso di loro. Benny sembra fottutamente maledetto, ma il Tuttofare, lui, sembrava sempre il maschio preferito della dea bendata.
Avevano continuato così per un bel po', fino a notte fonda, facendo tappa di locanda in locanda per dare sollievo all'arsura che si ripresentava sempre più spesso e forte e che pareva in grado di essere mitigata solamente con grossi boccali di birra chiara.
I discorsi erano andati via via scemando, lasciandolo spazi a lunghi silenzi. Benny era uno duro, ma il Tuttofare lo era di più ed alla fine il mercenario aveva ceduto. Voleva andare a casa, ma nel ritorno, tenendosi a vicenda per andar dritti, si ritrovarono sotto un balconcino conosciuto da cui una manina chiara li salutava. Mickey aveva sorriso.
Spostò la gamba nuda di Caterina dal suo addome e si sfilò da sotto le lenzuola senza troppi complimenti. Vide lei farsi più vicina al mercenario mentre si rivestiva in fretta.
Non lo avrebbe portato via dal sonno alcolico in cui era immerso. Quella notte aveva dato tanto.
Il Faccendiere ghignò.
Non reggi il ritmo Benny!
Con lo stivale gli colpì il piede piano, strappandogli un grugnito soddisfatto. Non aprì nemmeno gli occhi, ma forse appena sveglio ne avrebbe avuto il sentore.
Era appena l'alba e per la strada incrociò i fratelli Stoll, poco prima di raggiungere la carovana che partiva per Gerico.
I due lo guardarono male, ma il Tuttofare li superò con un sorriso amabile stampato sul viso e non provò nemmeno ad attaccar briga. A casa avrebbero trovato un mercenario incazzato e dall'uccisione facile ad aspettarli.
Rise di gusto mentre caricava il piccolissimo fagotto e la Spaccaculi.
Il viaggio non fu lungo, giusto un po' scomodo nel retro della carovana immerso in mezzo alle granaglie. Non si lamentò, comunque. Non poteva pretendere di più per quel prezzo e non era nemmeno il peggio che avesse mai visto.
Raggiunse Gerico che il sole era già alto. La vedeva da lontano e ripensava al Pelleverde che aveva provato ad ammazzarlo l'ultima volta che c'era venuto.
Si accomodò poco meglio su un sacco bucato.
Taliesin eh?
Non si era nemmeno chiesto perchè dovesse rivolgersi a costui, ma non si preoccupò.
Doveva solo rilassarsi e godersi il nuovo inizio.




q8qu



CITAZIONE
Ed eccoci al secondo giro :D
Perdono se non sono riuscito a postare prima!
Have fun :rulez:
 
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view post Posted on 6/6/2014, 21:53
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Cardine
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???, Gerico


Ormai non c'era più traccia di paura nei verdissimi occhi del bardo, ma solo pura e sana determinazione. Impossibile dire da quando si era trasformato in un impavido combattente, rinato dalle ceneri di un cagasotto qualunque. Fino a qualche anno prima non avrebbe osato tenere testa nemmeno a un ubriacone da taverna; abituato com'era a chinare il capo, aveva dimenticato persino cosa fosse l'orgoglio. Ora in molti lo chiamavano paladino della libertà... Non si rispecchiava affatto in quell'epiteto: egli si considerava niente più che un uomo di mondo, ormai ben consapevole delle proprie abilità e del proprio bagaglio di esperienze. Per questo doveva paradossalmente ringraziare lo stesso mondo crudele che lo aveva messo davanti alle situazioni più disperate, costringendolo a imparare troppo in pochissimo tempo. Una dura realtà (così diversa agli sfarzi dei grandi artisti o alle piccole difficoltà degli artisti di strada) che lo aveva portato ad affrontare, tra gli altri, anche innumerevoli mercenari, lestofanti e tagliagole della peggior specie - le stesse canaglie con cui aveva abitualmente a che fare, in ogni buco del continente nel quale decidesse di cacciarsi. Qualcuno avrebbe potuto definire il suo comportamento ambiguo, incoerente, ma non era abitudine di Taliesin preoccuparsi di cosa in lui fosse morale o meno. Non era così ipocrita da fingere un senso etico, ecco tutto.

Era tornato nella "sua" Gerico pochi giorni prima, dopo il lungo viaggio ad occidente per conto di Ayrs. Avrebbe però volentieri dimenticato tutta quella stramaledetta faccenda, e nonostante avesse già altro per la testa, i ricordi di quel mondo inspiegabilmente impietoso e violento non gli davano tregua. La città lo aveva però accolto nei modi più disparati, e assaporare ogni sorpresa era stato davvero piacevole. Si era ormai fatto un nome in ogni quartiere o località della parte che dava ad ovest dell'immensa metropoli, e questo significava essersi guadagnato un numero pressappoco equivalente di amici e nemici. Nelle zone più povere i bambini si erano divertiti a correre dietro i refoli di polvere, sfiorando Itinerante e additando il suo possessore come fosse una leggenda. Strano a dirsi, ma persino qualche nobile dei quartieri più prestigiosi aveva sorriso e inclinato il capo, forse consapevole della discutibile fama del cantastorie. Taliesin amava quel così vasto nido di culture e popoli diversi tra loro, tanto da impersonificarlo, nella sua immaginazione.

Ma consapevole del poco tempo che gli restava, aveva deciso di godersi gli ultimi momenti di tranquillità, immergendosi tra le tessere di quello strano mosaico. Stava per tornare nell'Edhel, e nulla sarebbe stato come prima. Forse però non ci sarebbe tornato da solo.

CITAZIONE
Pseudo QM point - 2

Consigli di routine: il tuo primo intervento mi è piaicuto molto, proprio per la sua spiccata comicità e la scorrevolezza che tanto apprezzo. Ho delle critiche da farti sul secondo: innanzitutto rileggi meglio i post, altrimenti ti lancio addosso qualche tecnica critica a caso. È stata una scelta condivisibile quella di impostare il dialogo in modo indiretto, ma personalmente lo avrei esplicitato un po' di più di quanto tu abbia fatto. Ma soprattutto: quando descrivi una scena che fa dei salti cronologici, scrivere tutto di fila, dividendo soltanto con brevi paragrafi, strania il lettore quando la scena cambia. Potrebbe essere un effetto voluto, ma è una tecnica stilistica da usare con cautela. Ad esempio quando Mickey si sveglia con la bocca impastata, avresti potuto segnare con qualche segno grafico (a capo, un [...], degli asterischi, un divider...) per dare un attimo di respiro al lettore. Puoi fare decisamente di meglio, quindi fallo!

E ora arriviamo al punto: questa volta non dovrai assolutamente essere autoconclusivo, nella tua ricerca di questo tale (Taliesin), che gestiremo interamente via confronto. Mi raccomando, si tratta di una parte abbastanza "investigativa", e mi aspetto trovate astute quanto quelle di Somewhere, e non solo. Per via della particolare gestione, un po' frammentata, non hai limiti di slot tecnica in questo turno, anche se usarne troppi in una situazione sola è come sempre considerato antisportivo. Ti trovi quindi a Gerico, dalla parte ovest, e l'immensa città si staglia davanti a te. Alcuni quartieri sorgono su lievi promontori (non immaginarti la città come qualcosa di semplicemente piatto, ma nemmeno come continue montagnole, ecco). È come cercare un ago in un pagliaio, certo, ma forse il nome non è così sconosciuto, nei sobborghi. Spostiamoci in confronto.

 
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DanT&
view post Posted on 17/8/2014, 16:51




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La giornata era meravigliosa.
Mickey si guardò intorno, sorridendo.
Inspirò a pieni polmoni e l'aria carica dei primi profumi della mattina gli riempì la cassa toracica di pane appena sfornato, frutta di stagione, qualche granello di polvere e l'odore del ferro lavorato di un fabbro non troppo lontano. Le orecchie vennero investite anche, subito, dalla caciara dei venditori ambulanti che già di buon mattino cercavano di procacciare l'affare della giornata e il cicaleccio dei passanti si sovrapponeva, levandosi alto come il sole e mandando il Tuttofare in estasi.
La vita, il sole, il trambusto.
Tutto non faceva altro che mescolarsi e dare forma ad una strana sensazione che non gli apparteneva da ormai parecchio tempo. Era come se nello stomaco qualche farfalla si fosse messa a svolazzare sbatacchiando le ali a destra e a manca, solleticandogli un buon umore che non sentiva proprio da quelli che sembravano secoli.
Si riscoprì col volto distorto da un sorriso tanto sincero quanto raro. Stimolato, la testa fuori da un crepuscolo che lo aveva trattenuto troppo a lungo, il Faccendiere provava quello che doveva sentire un vecchio pugnale arrugginito che veniva scrostato. Venne pervaso da un'irrefrenabile voglia di fare e quindi non poté trattenersi ulteriormente dal muoversi: mani in tasca e motivetto sulle labbra si avviò a compiere quello per cui era nato, il suo lavoro.
Ultimamente s'era preoccupato troppo di portare a termine quello per gli altri mettendo quasi da parte il proprio tornaconto.
Mai errore più grave!
Ma di fronte alla paffutella signora del banco, con l'espressione felice ed il dito in aria come uno scolaro, stava per rimettersi in carreggiata decisamente di buona lena.
Signora! Un bicchiere del più succoso, freschissimo e buonissimo latte che può darmi!
Fece roteare il dito come per dare forza alle prossime parole.
Non baderò a spese!

Maledizione!
La tizia del bancone non sapeva proprio niente. E pensare che con lei s'era pure sforzato di usare qualcuno dei trucchetti da venditore che tanto conosceva bene. Peccato che non avesse abboccato perché c'aveva rimesso in guadagno, ma meglio così per lui che, per canto suo, aveva risparmiato qualche moneta che poteva tornargli utile in un'altra occasione. Aveva fatto un buco nell'acqua. O meglio, nel latte! E adesso si ritrovava punto e a capo anche se l'idea di perdersi d'animo non lo sfiorava nemmeno.
In fondo Gerico è enorme! Si consolava.
E' possibilissimo non conoscere tutti e fare centro alla prima occasione, sarebbe stata una botta di culo inverosimile anche per un fortunello come lui.
Sì, era esattamente a questo che pensava mentre chiedeva informazioni di qua e di là. I passanti erano di svariate misure e modelli, come gli abiti. Ognuno rispondeva in base al proprio umore, c'era chi andava di fretta, chi era fin troppo maleducato, chi gli indicava per bene da buon cittadino e chi invece cercava di deviarlo per divertimento come da buon perdigiorno. Mickey a tutti sorrideva affabile e ringraziava. In fondo niente gli era dovuto ed anche solo un aiuto era più che ben gradito in un luogo estraneo come la città.
Mentre camminava, tuttavia, credeva ben di starsi avvicinando al centro dato che il paesaggio urbano, gradualmente, mutava dal degrado delle baraccopoli a quello di un quartiere sì povero, ma comunque dall'aspetto dignitoso. Le case non erano fatte da quattro assi inchiodate malamente, la gente non puzzava e non imprecava contro chiunque gli passasse accanto e, soprattutto, l'odore era gradualmente mutato dal misto di urina e feci che predominava sulle prime zone attraversate a questo vagamente punteggiato da tracce d'umidità.
Il Tuttofare si avvicinò ad una vecchietta che spiava la strada dalla propria finestra. Dio quante ne aveva viste come lei! Erano donnine che avevano vissuto una vita intera in un solo quartiere, che conoscevano tutto e tutti, fonte primaria d'informazioni vitali su ogni singolo abitante e sulla storia di ogni casa che componeva la via. Pareva aver chinato leggermente la testa in segno di saluto mentre l'Aggiustatutto la avvicinava, anche se poi era tornata a sorvegliare le stradine come una ligia sentinella che vigilava sulla calma regnante.
Mickey approfittò del cenno per ricambiarlo ed attaccare bottone.
Signora! Permetta un'informazione!

Quello che successe dopo non è altro che un aneddoto per riempire le prossime storie in uscita di Mickey, il Tuttofare. Le avrebbe serbate per quando, prima o poi, avrebbe affidato alla penna le sue memorie. Avrebbe narrato lì di, con quanta abilità, era riuscito a conquistarsi la fiducia della vecchietta e di come, abilmente, era riuscito a scovare le tracce del famigerato Taliesin, l'uomo rosso a quanto pare, amico di mocciosi e tombeur de femmes a giudicare dal rossore che aveva tinteggiato le gote della fanciulla accorsa al suo nome.
Proprio un individuo straordinario, si ritrovava a pensare il Faccendiere figlio di nessuno che adesso, seduto sulle radici di un albero contorto in cui il suo obiettivo intratteneva un pubblico ogni mattina, attendeva paziente il passare della sera.
Osservava il cielo e sentiva la brezza fresca che gli soffiava sul viso deturpato. Ammirava le gradazioni che l'infinita distesa azzurra raggiungeva, tinteggiandosi di arancio e poi di rosso mentre l'astro solare calava lasciando il posto al buio, la luna e le stelle.
Sempre immobile, aspettando, Mickey coglieva la vita dalle finestre aperte in ogni casupola che circondava quella sorta di parco giochi improvvisato. La luce delle candele rivelava una famiglia che si metteva in tavola per la cena, proiettava sulla parete le grosse ombre di una coppia che si scambiava un tenero bacio ed accompagnava, dolce, le note di un liuto che spandeva la propria melodia nella notte regalando al Tuttofare una nota di nostalgia.
L'Aggiustatutto si sentì solo, solo come non mai.
Non aveva un posto dove andare, non aveva di che lavorare e persino il poco che aveva non se l'era guadagnato, ma gli era stato elemosinato e la cosa lo faceva morire di rabbia e di vergogna per se stesso che si era sempre considerato al di sopra di tutto ciò,, sempre pronto ad affrontare tutto, sempre capace. Non era stato così però. Senza un braccio e senza un occhio, solo col proprio orgoglio, non era stato facile andare avanti.
Ma ci aveva provato, ci stava provando.
Per questo aveva lasciato Basiledra e per questo cercava questo Taliesin. Per mettere alla base un solido mattone, per trovare qualcosa su cui ricominciare a costruire. Per ritrovare se stesso.

I primi raggi del sole solleticarono la palpebra del Faccendiere che aveva scelto di sdraiarsi in una vicolo adiacente il parchetto ed attendere sveglio l'uomo rosso. La stanchezza, tuttavia, lo aveva assalito e nonostante i suoi buoni propositi era riuscita a ghermirlo in un sonno profondo e rilassante, nonostante la durezza del muro cui si era appoggiato. Aveva fatto una dormita senza sogni, fin troppo riposante e se ne meravigliava. Si ritirò in piedi e decise di sgranchirsi le gambe lì intorno e soprattutto cercare un angolo per andare a pisciare.
Il giro che fece non fu poi nemmeno tanto breve. Si tenne, comunque, sempre poco distante da quello che aveva iniziato a chiamare nella sua testa il punto d'incontro.
Ci arrivò in un baleno, infatti, quando sentì gli schiamazzi dei marmocchi che raggiungevano il parco giochi. Lì, proprio in mezzo a loro, giungeva una sorta di fantoccio di pezza ammantato di rosso che deliziava i bambini con qualche trucchetto illusorio in grado di lasciarli a bocca aperta.
Ogni numero era seguito da uno strillo eccitato, le risate si levavano alte e persino Mickey potette godere della visuale che riuscì persino a strappargli un sorriso nonostante fosse sin troppo disilluso come uomo.
Aveva sempre adorato la magia anche se il praticarla non gli riusciva particolarmente bene come avrebbe sperato. Era più bravo coi giochetti mentali che con quelli legati alle scuole arcane vere e proprie. Forse perché non aveva mai studiato o aperto un libro di magia in vita sua, forse perché non era semplicemente poi troppo portato, fatto stava che quel maledetto fantoccio si allontanava in fretta e furia ondeggiando come un allocco e catalizzando l'attenzione di tutti quelli che lo vedevano per strada ed accoglievano il suo passaggio con risa e qualche applauso accennato.
Bravo, portami dal tuo padrone.
Si ritrovava a pensare Mickey mentre lo seguiva ben attendo a non destarne l'attenzione, sempre che quel coso ce l'avesse. Era convinto che da lì a qualche attimo si sarebbe trovato di fronte a Taliesin, l'uomo che Benny gli aveva indicato, ma la sua sicurezza vacillò mentre il fantoccio imboccava il portale che conduceva all'uscita di Gerico.
Il Faccendiere si voltò indietro, fermandosi.
Di cosa aveva paura?
L'incappucciato puntava verso Nord e non accennava a fermarsi.
Aveva davvero, nuovamente, voglia di rimettere piede nell'Edhel?
Era in una delle sue foreste che c'aveva rimesso parte del proprio corpo e quasi anche la vita.
Deglutì in fretta però, non poteva esitare, non proprio adesso.
Doveva andare avanti.
Trovare Taliesin, era questo il suo obiettivo.





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Note: Finalmente dopo mille peripezie eccoci alla fine di questa prima parte. Beh, che dire, mi sono divertito e non vedo l'ora di cominciare la seconda!

Edited by DanT& - 17/8/2014, 18:35
 
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view post Posted on 23/8/2014, 21:16
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Cardine
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CITAZIONE
Fine dei giochi!

Come concordato con chi di dovere, ho deciso di assegnarti 150 gold per la dinamicità con cui hai gestito le situazioni, e per la qualità dei post che hai fatto. Come sai la natura e la lunghezza della scena è cambiata radicalmente, la immaginavo più lunga e ambientata, per almeno la metà, nell'Edhel. Potevamo essere più rapidi, ma la frittata è fatta. Ad ogni modo si tratta di un bel prequel del duello. Mi sono divertito molto, e mi aspetto di vedere scintille quanto i nostri pg si affronteranno. Ci vediamo presto per il proseguo!

 
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5 replies since 27/4/2014, 20:18   152 views
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