La giornata era meravigliosa. Mickey si guardò intorno, sorridendo. Inspirò a pieni polmoni e l'aria carica dei primi profumi della mattina gli riempì la cassa toracica di pane appena sfornato, frutta di stagione, qualche granello di polvere e l'odore del ferro lavorato di un fabbro non troppo lontano. Le orecchie vennero investite anche, subito, dalla caciara dei venditori ambulanti che già di buon mattino cercavano di procacciare l'affare della giornata e il cicaleccio dei passanti si sovrapponeva, levandosi alto come il sole e mandando il Tuttofare in estasi. La vita, il sole, il trambusto. Tutto non faceva altro che mescolarsi e dare forma ad una strana sensazione che non gli apparteneva da ormai parecchio tempo. Era come se nello stomaco qualche farfalla si fosse messa a svolazzare sbatacchiando le ali a destra e a manca, solleticandogli un buon umore che non sentiva proprio da quelli che sembravano secoli. Si riscoprì col volto distorto da un sorriso tanto sincero quanto raro. Stimolato, la testa fuori da un crepuscolo che lo aveva trattenuto troppo a lungo, il Faccendiere provava quello che doveva sentire un vecchio pugnale arrugginito che veniva scrostato. Venne pervaso da un'irrefrenabile voglia di fare e quindi non poté trattenersi ulteriormente dal muoversi: mani in tasca e motivetto sulle labbra si avviò a compiere quello per cui era nato, il suo lavoro. Ultimamente s'era preoccupato troppo di portare a termine quello per gli altri mettendo quasi da parte il proprio tornaconto. Mai errore più grave! Ma di fronte alla paffutella signora del banco, con l'espressione felice ed il dito in aria come uno scolaro, stava per rimettersi in carreggiata decisamente di buona lena. Signora! Un bicchiere del più succoso, freschissimo e buonissimo latte che può darmi! Fece roteare il dito come per dare forza alle prossime parole. Non baderò a spese!
Maledizione! La tizia del bancone non sapeva proprio niente. E pensare che con lei s'era pure sforzato di usare qualcuno dei trucchetti da venditore che tanto conosceva bene. Peccato che non avesse abboccato perché c'aveva rimesso in guadagno, ma meglio così per lui che, per canto suo, aveva risparmiato qualche moneta che poteva tornargli utile in un'altra occasione. Aveva fatto un buco nell'acqua. O meglio, nel latte! E adesso si ritrovava punto e a capo anche se l'idea di perdersi d'animo non lo sfiorava nemmeno. In fondo Gerico è enorme! Si consolava. E' possibilissimo non conoscere tutti e fare centro alla prima occasione, sarebbe stata una botta di culo inverosimile anche per un fortunello come lui. Sì, era esattamente a questo che pensava mentre chiedeva informazioni di qua e di là. I passanti erano di svariate misure e modelli, come gli abiti. Ognuno rispondeva in base al proprio umore, c'era chi andava di fretta, chi era fin troppo maleducato, chi gli indicava per bene da buon cittadino e chi invece cercava di deviarlo per divertimento come da buon perdigiorno. Mickey a tutti sorrideva affabile e ringraziava. In fondo niente gli era dovuto ed anche solo un aiuto era più che ben gradito in un luogo estraneo come la città. Mentre camminava, tuttavia, credeva ben di starsi avvicinando al centro dato che il paesaggio urbano, gradualmente, mutava dal degrado delle baraccopoli a quello di un quartiere sì povero, ma comunque dall'aspetto dignitoso. Le case non erano fatte da quattro assi inchiodate malamente, la gente non puzzava e non imprecava contro chiunque gli passasse accanto e, soprattutto, l'odore era gradualmente mutato dal misto di urina e feci che predominava sulle prime zone attraversate a questo vagamente punteggiato da tracce d'umidità. Il Tuttofare si avvicinò ad una vecchietta che spiava la strada dalla propria finestra. Dio quante ne aveva viste come lei! Erano donnine che avevano vissuto una vita intera in un solo quartiere, che conoscevano tutto e tutti, fonte primaria d'informazioni vitali su ogni singolo abitante e sulla storia di ogni casa che componeva la via. Pareva aver chinato leggermente la testa in segno di saluto mentre l'Aggiustatutto la avvicinava, anche se poi era tornata a sorvegliare le stradine come una ligia sentinella che vigilava sulla calma regnante. Mickey approfittò del cenno per ricambiarlo ed attaccare bottone. Signora! Permetta un'informazione!
Quello che successe dopo non è altro che un aneddoto per riempire le prossime storie in uscita di Mickey, il Tuttofare. Le avrebbe serbate per quando, prima o poi, avrebbe affidato alla penna le sue memorie. Avrebbe narrato lì di, con quanta abilità, era riuscito a conquistarsi la fiducia della vecchietta e di come, abilmente, era riuscito a scovare le tracce del famigerato Taliesin, l'uomo rosso a quanto pare, amico di mocciosi e tombeur de femmes a giudicare dal rossore che aveva tinteggiato le gote della fanciulla accorsa al suo nome. Proprio un individuo straordinario, si ritrovava a pensare il Faccendiere figlio di nessuno che adesso, seduto sulle radici di un albero contorto in cui il suo obiettivo intratteneva un pubblico ogni mattina, attendeva paziente il passare della sera. Osservava il cielo e sentiva la brezza fresca che gli soffiava sul viso deturpato. Ammirava le gradazioni che l'infinita distesa azzurra raggiungeva, tinteggiandosi di arancio e poi di rosso mentre l'astro solare calava lasciando il posto al buio, la luna e le stelle. Sempre immobile, aspettando, Mickey coglieva la vita dalle finestre aperte in ogni casupola che circondava quella sorta di parco giochi improvvisato. La luce delle candele rivelava una famiglia che si metteva in tavola per la cena, proiettava sulla parete le grosse ombre di una coppia che si scambiava un tenero bacio ed accompagnava, dolce, le note di un liuto che spandeva la propria melodia nella notte regalando al Tuttofare una nota di nostalgia. L'Aggiustatutto si sentì solo, solo come non mai. Non aveva un posto dove andare, non aveva di che lavorare e persino il poco che aveva non se l'era guadagnato, ma gli era stato elemosinato e la cosa lo faceva morire di rabbia e di vergogna per se stesso che si era sempre considerato al di sopra di tutto ciò,, sempre pronto ad affrontare tutto, sempre capace. Non era stato così però. Senza un braccio e senza un occhio, solo col proprio orgoglio, non era stato facile andare avanti. Ma ci aveva provato, ci stava provando. Per questo aveva lasciato Basiledra e per questo cercava questo Taliesin. Per mettere alla base un solido mattone, per trovare qualcosa su cui ricominciare a costruire. Per ritrovare se stesso.
I primi raggi del sole solleticarono la palpebra del Faccendiere che aveva scelto di sdraiarsi in una vicolo adiacente il parchetto ed attendere sveglio l'uomo rosso. La stanchezza, tuttavia, lo aveva assalito e nonostante i suoi buoni propositi era riuscita a ghermirlo in un sonno profondo e rilassante, nonostante la durezza del muro cui si era appoggiato. Aveva fatto una dormita senza sogni, fin troppo riposante e se ne meravigliava. Si ritirò in piedi e decise di sgranchirsi le gambe lì intorno e soprattutto cercare un angolo per andare a pisciare. Il giro che fece non fu poi nemmeno tanto breve. Si tenne, comunque, sempre poco distante da quello che aveva iniziato a chiamare nella sua testa il punto d'incontro. Ci arrivò in un baleno, infatti, quando sentì gli schiamazzi dei marmocchi che raggiungevano il parco giochi. Lì, proprio in mezzo a loro, giungeva una sorta di fantoccio di pezza ammantato di rosso che deliziava i bambini con qualche trucchetto illusorio in grado di lasciarli a bocca aperta. Ogni numero era seguito da uno strillo eccitato, le risate si levavano alte e persino Mickey potette godere della visuale che riuscì persino a strappargli un sorriso nonostante fosse sin troppo disilluso come uomo. Aveva sempre adorato la magia anche se il praticarla non gli riusciva particolarmente bene come avrebbe sperato. Era più bravo coi giochetti mentali che con quelli legati alle scuole arcane vere e proprie. Forse perché non aveva mai studiato o aperto un libro di magia in vita sua, forse perché non era semplicemente poi troppo portato, fatto stava che quel maledetto fantoccio si allontanava in fretta e furia ondeggiando come un allocco e catalizzando l'attenzione di tutti quelli che lo vedevano per strada ed accoglievano il suo passaggio con risa e qualche applauso accennato. Bravo, portami dal tuo padrone. Si ritrovava a pensare Mickey mentre lo seguiva ben attendo a non destarne l'attenzione, sempre che quel coso ce l'avesse. Era convinto che da lì a qualche attimo si sarebbe trovato di fronte a Taliesin, l'uomo che Benny gli aveva indicato, ma la sua sicurezza vacillò mentre il fantoccio imboccava il portale che conduceva all'uscita di Gerico. Il Faccendiere si voltò indietro, fermandosi. Di cosa aveva paura? L'incappucciato puntava verso Nord e non accennava a fermarsi. Aveva davvero, nuovamente, voglia di rimettere piede nell'Edhel? Era in una delle sue foreste che c'aveva rimesso parte del proprio corpo e quasi anche la vita. Deglutì in fretta però, non poteva esitare, non proprio adesso. Doveva andare avanti. Trovare Taliesin, era questo il suo obiettivo.
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Finalmente dopo mille peripezie eccoci alla fine di questa prima parte. Beh, che dire, mi sono divertito e non vedo l'ora di cominciare la seconda!